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Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

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montanismo 39 . Occorre specificare che questo costante avvicinamento al<br />

montanismo, ed il conseguente abbandono delle posizioni cristiane, è frutto della<br />

medesima missione apologetica che <strong>Tertulliano</strong> intende perseguire. Il passaggio<br />

da cristianesimo a montanismo non deve essere quin<strong>di</strong> letto ed interpretato come<br />

una frattura spirituale, ma come un iter coerente verso una apologia del messaggio<br />

<strong>di</strong> Gesù sempre più ra<strong>di</strong>cale e polemica nei confronti <strong>di</strong> eretici e gnostici.<br />

Il nemico principale <strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong> è Marcione, fautore <strong>di</strong> un dualismo ra<strong>di</strong>cale,<br />

ma anche la scuola valentiniana che, come è stato spiegato precedentemente,<br />

costituisce il tentativo più audace ed, allo stesso tempo riuscito, della speculazione<br />

gnostica, viene apertamente criticata. E’ opportuno evidenziare che ai tre perio<strong>di</strong><br />

della vita <strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong>, cui si è appena fatto riferimento, corrispondono anche tre<br />

<strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> apologia e <strong>di</strong> critica. Nella prima fase <strong>Tertulliano</strong> combatte<br />

l’avversario valentiniano sul piano giuri<strong>di</strong>co, negando loro alcun <strong>di</strong>ritto sulle<br />

Sacre Scritture 40 . L’intera opera De Praescriptione Haereticorum è basata su<br />

questo tipo <strong>di</strong> confutazione. L’idea <strong>di</strong> fondo che anima questo primo periodo è che<br />

l’economia neotestamentaria, lungi dall’essere interpretata come novità eversiva<br />

ed escatologica, venga interpretata come “buon consiglio”; monito suasivo che<br />

esorto l’uomo a rivolgere il proprio libero arbitrio verso il bene. La grazia viene<br />

così fatta <strong>di</strong>pendere dalla capacità etica umana, subor<strong>di</strong>nando il messaggio<br />

kerygmatico ad una vera e propria <strong>di</strong>sciplina morale legalisticamente intesa. Il<br />

dono supremo <strong>di</strong> Dio è aver concesso il libero arbitrio alla creatura umana, fatta<br />

così a sua immagine e somiglianza. Si può quin<strong>di</strong> comprendere come l’intento <strong>di</strong><br />

<strong>Tertulliano</strong> sia profondamente <strong>di</strong>verso da quello <strong>di</strong> Marcione e <strong>di</strong> <strong>Valentino</strong>. Il<br />

<strong>di</strong>spositivo escatologico viene ri<strong>di</strong>mensionato e subor<strong>di</strong>nato, senza per questo<br />

scomparire, a quello archeo – ontologico e politico. Nello stesso periodo infatti,<br />

<strong>Tertulliano</strong> sviluppa una ‹‹trinitas animae››, interpretabile moralmente e non<br />

ontologicamente, proprio opponendosi ai Valentiniani. Ad essere qui esaltato è<br />

l’elemento psichico, unico e naturale strumento umano capace tanto <strong>di</strong> avere fede,<br />

quanto <strong>di</strong> volgersi al bene. La stessa critica ra<strong>di</strong>cale del dualismo marcionita e<br />

valentiniano passa per una dura critica antiplatonica che <strong>di</strong>mostra l’immensa<br />

39 Il pensiero <strong>di</strong> Q.S.F. <strong>Tertulliano</strong>, a cura <strong>di</strong> P. Zama, R. Barabba E<strong>di</strong>tore, Lanciano 2010. pp.<br />

10 – 11.<br />

40 <strong>Tertulliano</strong>, Contro le eresie, Città nuova e<strong>di</strong>trice, Roma 2002. pp. 10 – 11.<br />

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