Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

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09.06.2013 Views

teologico. Questa personalissima scelta, lungi dal celare una eventuale e presunta ignoranza di Tertulliano in materia teologica, è frutto di un pensiero consapevole e apertamente polemico che nega sin dal principio all’avversario il diritto di dibattere su un piano conoscitivo che giuridicamente - secondo Tertulliano -, non gli appartiene. Questo punto verrà affrontato successivamente in maniera più dettagliata. allo stato attuale serve unicamente a sottolineare ed evidenziare l’assoluta specificità del pensatore cartaginese. Il fatto che Tertulliano sia un personaggio assolutamente poliedrico trova giustificazione seguendo due direttrici: la prima che indaga il contesto storico nel quale egli vive e si forma, la seconda che analizza le vicende personali dell’autore evidenziando tre singoli, differenti momenti: quello cristiano, pre – montanista ed infine definitivamente montanista. Per ciò che riguarda il primo aspetto è d’obbligo la contestualizzazione storica di Tertulliano. Come detto in precedenza il II secolo d.C. è un periodo di grande fermento spirituale. Il cristianesimo non è stato ancora accettato come religione avente diritto di culto nell’impero romano, ciò nonostante vive un periodo di relativa tolleranza. La parte orientale dell’impero romano, nello specifico le regioni dell’Egitto, Palestina e Siria, sono pervase da un profondo rinnovamento anche dal punto di vista culturale: il vento dell’ellenizzazione soffia ora dal vicino Oriente verso le regioni del mediterraneo orientale; la filosofia neo e medio platonica si diffonde rapidamente nelle scuole e nelle classi colte della popolazione; la vicenda di Cristo, lungi dall’essere un fenomeno isolato all’interno della piccola comunità cristiana, agita la gran parte della popolazione orientale dell’impero. In questo periodo storico apparentemente caotico, ma culturalmente e spiritualmente estremamente produttivo, come testimoniano il fiorire di scuole, dottrine e sètte, la comunità cristiana, inizialmente perseguitata, cerca di formare una propria e solida struttura 37 . Tertulliano nasce in un contesto dove il tentativo cristiano di dare una struttura capillare alla propria comunità ha già portato alla creazione e formazione di importanti chiese come quella Romana e, appunto, quella cartaginese. Inoltre non è un dato da sottovalutare il fatto che sul finire del II secolo d.C. la religione 37 Hans Jonas, Lo gnosticismo, Società editrice internazionale, Torino 1991, p. 51. 36

cristiana sia ormai ampiamente diffusa e strutturata in maniera autonoma. Nonostante Tertulliano operi solo qualche decennio dopo la morte di Valentino, ciò non implica che il contesto non sia già sufficientemente cambiato. Le chiese apostoliche, che fin da principio si proclamavano autentiche ed uniche discendenti degli apostoli e del messaggio di Gesù, debbono, sul finire del secolo, combattere contro il pullulare di eresie e movimenti gnostici, originatisi dalla scia del cristianesimo. Non è quindi casuale che i primi Padri apologeti, prima ancora di convincere e tentare di convertire i romani pagani, abbiano il dichiarato intento di difendere la religione cristiana, nella sua forma più autentica 38 . La missione apologetica dei Padri della chiesa è dunque paradossalmente rivolta soprattutto verso coloro che sono già cristiani, che vanno messi in guardia dal pericolo eretico e gnostico ancor prima che dalla persecuzione pagana. Le posizioni ortodosse, moraliste ed intransigenti dei Padri della chiesa evidenziano solo la necessità di tutelare un patrimonio conquistato e che a fatica si stava erigendo. Tertulliano, che occupa un posto importante tra i Padri apologeti, non è estraneo a questo contesto e tutta la sua produzione è volta ad una strenua e serrata difesa del cristianesimo con tutti gli strumenti e i mezzi necessari. Questo può spiegare il motivo che porta Tertulliano ad essere figura assolutamente poliedrica e di difficile collocazione. Egli, forse meglio di altri, riassume con la sua opera, lo strenuo tentativo di rintracciare ed utilizzare tutti gli strumenti disponibili atti a creare un’apologia perfetta. La passione giuridica, l’attenzione letteraria e teatrale, lo studio delle dottrine degli avversari gnostici, l’adesione al montanismo e l’avversione alla filosofia sono tutti tratti espressione di una chiara volontà apologeta volta ad affinare tutte le proprie conoscenze , il proprio sapere per la difesa dell’autentico cristianesimo. Anche le vicende personali della vita di Tertulliano concorrono alla definizione di persona poliedrica ed allo steso tempo di difficile collocazione. In effetti è possibile schematizzare la vita di Tertulliano in tre periodi: il primo, dal 197 d.C. al 207 d.C. circa, è il periodo dichiaratamente cristiano; il secondo, dal 207 d.C. al 212 – 213 d.C. circa, coincide con il primo contatto con la sètta montanista e il terzo, dal 213 d.c. fino al 220 d.C. circa, corrisponde alla definitiva adesione al 38 Tertulliano, Contro le eresie, Città nuova editrice, Roma 2002. pp. 15 – 16. 37

teologico. Questa personalissima scelta, lungi dal celare una eventuale e presunta<br />

ignoranza <strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong> in materia teologica, è frutto <strong>di</strong> un pensiero consapevole<br />

e apertamente polemico che nega sin dal principio all’avversario il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>battere su un piano conoscitivo che giuri<strong>di</strong>camente - secondo <strong>Tertulliano</strong> -, non<br />

gli appartiene. Questo punto verrà affrontato successivamente in maniera più<br />

dettagliata. allo stato attuale serve unicamente a sottolineare ed evidenziare<br />

l’assoluta specificità del pensatore cartaginese.<br />

Il fatto che <strong>Tertulliano</strong> sia un personaggio assolutamente poliedrico trova<br />

giustificazione seguendo due <strong>di</strong>rettrici: la prima che indaga il contesto storico nel<br />

quale egli vive e si forma, la seconda che analizza le vicende personali dell’autore<br />

evidenziando tre singoli, <strong>di</strong>fferenti momenti: quello cristiano, pre – montanista ed<br />

infine definitivamente montanista.<br />

Per ciò che riguarda il primo aspetto è d’obbligo la contestualizzazione storica<br />

<strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong>. Come detto in precedenza il II secolo d.C. è un periodo <strong>di</strong> grande<br />

fermento spirituale. Il cristianesimo non è stato ancora accettato come religione<br />

avente <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> culto nell’impero romano, ciò nonostante vive un periodo <strong>di</strong><br />

relativa tolleranza. La parte orientale dell’impero romano, nello specifico le<br />

regioni dell’Egitto, Palestina e Siria, sono pervase da un profondo rinnovamento<br />

anche dal punto <strong>di</strong> vista culturale: il vento dell’ellenizzazione soffia ora dal vicino<br />

Oriente verso le regioni del me<strong>di</strong>terraneo orientale; la filosofia neo e me<strong>di</strong>o<br />

platonica si <strong>di</strong>ffonde rapidamente nelle scuole e nelle classi colte della<br />

popolazione; la vicenda <strong>di</strong> Cristo, lungi dall’essere un fenomeno isolato<br />

all’interno della piccola comunità cristiana, agita la gran parte della popolazione<br />

orientale dell’impero. In questo periodo storico apparentemente caotico, ma<br />

culturalmente e spiritualmente estremamente produttivo, come testimoniano il<br />

fiorire <strong>di</strong> scuole, dottrine e sètte, la comunità cristiana, inizialmente perseguitata,<br />

cerca <strong>di</strong> formare una propria e solida struttura 37 .<br />

<strong>Tertulliano</strong> nasce in un contesto dove il tentativo cristiano <strong>di</strong> dare una struttura<br />

capillare alla propria comunità ha già portato alla creazione e formazione <strong>di</strong><br />

importanti chiese come quella Romana e, appunto, quella cartaginese. Inoltre non<br />

è un dato da sottovalutare il fatto che sul finire del II secolo d.C. la religione<br />

37 Hans Jonas, Lo gnosticismo, Società e<strong>di</strong>trice internazionale, Torino 1991, p. 51.<br />

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