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Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

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conquistare ampie fette <strong>di</strong> cristiani colti, affascinati dai segreti della teoria e dal<br />

gran<strong>di</strong>oso apparato che la compone 33 .<br />

L’avversione dei Padri della Chiesa, come quella <strong>di</strong>mostrata da Ireneo prima e<br />

da <strong>Tertulliano</strong> dopo, non è solo emblematica <strong>di</strong> un rischio, quello eretico,<br />

tangibile ed effettivo. Il problema che costoro rilevano nel mito gnostico<br />

valentiniano è una questione <strong>di</strong> ben più vasta portata, che riguarda gli gnostici in<br />

particolare ed il cristianesimo primitivo in generale. La speculazione valentiniana<br />

è presa come esempio lampante <strong>di</strong> un rischio più grande: l’escatologia,<br />

sovvertitrice <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne, è qui ontologicamente estremizzata. Il dualismo<br />

ontoteologico valentiniano non può che essere apertamente osteggiato dalla<br />

teologia protocattolica e dai padri apologeti. È infatti innegabile che <strong>Valentino</strong> e le<br />

sètte gnostiche, che in linea generale rappresenta, fanno abbondante uso <strong>di</strong> un<br />

sistema ontologico sofisticato ed imponente, ma questo ha senso solo alla luce<br />

della rivelazione storica del Cristo morto sulla croce e del kerygma originario. Il<br />

messaggio escatologico, carismatico, kenotico del Cristo storico irrompe nella<br />

storia degli uomini con una potenza <strong>di</strong>rompente. Il movimento gnostico si<br />

sviluppa a partire dall’acca<strong>di</strong>mento storico della venuta <strong>di</strong> Cristo. A <strong>di</strong>fferenza del<br />

cristianesimo del II secolo d.C. però il mito gnostico rimane, paradossalmente,<br />

legato ed in continuità con i maggiori temi del cristianesimo primitivo<br />

caratterizzato da una profonda escatologia . Il complesso intreccio che sta alla<br />

base dello gnosticismo non implica che il kerygma originario venga imbrigliato<br />

all’interno <strong>di</strong> una struttura archeo – ontologica, piuttosto questo risulta rafforzato<br />

ed esaltato proprio in virtù dell’apparato ontoteologico.<br />

In effetti come si evince dalla valutazione del sistema valentiniano, al termine<br />

del processo <strong>di</strong> salvezza, l’importanza dell’avvento escatologico <strong>di</strong> Gesù viene<br />

ad<strong>di</strong>rittura estremizzato in un intimità ontologica e filiale dello gnostico con il Dio<br />

<strong>di</strong> grazia. La stessa gnosi, lungi dall’essere un mero strumento conoscitivo, viene<br />

innalzata a strumento redentivo ed elettivo. La stessa struttura valentiniana, che si<br />

fonda sulla caduta <strong>di</strong>vina a causa <strong>di</strong> un peccato avvenuto nel regno delle <strong>di</strong>vinità,<br />

porta ad una conclusione paradossalmente in continuità con quella contenuta nel<br />

33 <strong>Tertulliano</strong>, Contro gli eretici, Città Nuova E<strong>di</strong>trice, Roma 2002. p. 16.<br />

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