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Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

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spiriti con gli angeli››. Con ciò la perfezione è definitivamente stabilita e la<br />

violazione originaria completamente riparata. Materia ed anima, espressioni <strong>di</strong><br />

quella tragica caduta <strong>di</strong>vina, organizzate nella creazione cosmica del Demiurgo,<br />

cessano così <strong>di</strong> esistere.<br />

“Come l’ignoranza <strong>di</strong> una persona, nel momento che essa viene a conoscere scompare<br />

spontaneamente; come la tenebra si <strong>di</strong>ssolve all’apparire della luce, così anche la Deficienza si<br />

<strong>di</strong>ssolve <strong>di</strong> fronte al fatto della Pienezza. Quin<strong>di</strong> da quel momento in poi, la Forma non è più<br />

apparente, ma scompare nella fusione con l’Unità – perché ora le loro opere sono <strong>di</strong>venute uguali<br />

l’una all’altra – nel momento in cui l’Unità perfeziona gli spazi.” 32<br />

È qui opportuno soffermarsi tanto sulla figura del Gesù storico sia sulla<br />

sud<strong>di</strong>visione in tre classi umane. Nel Cristo crocifisso, sofferente e morente, viene<br />

rivelato il segreto del Dio trascendente <strong>di</strong> grazia. Il mito valentiniano coincide con<br />

la rivelazione che “nulla <strong>di</strong> ciò che è umano è estraneo al Dio che ama”. È il Dio a<br />

generare il Figlio, donato agli uomini gratuitamente per chiamarli alla verità<br />

trascendentale, salvandoli dall’inganno demiurgico. Il dualismo teologico che<br />

percorre tutto il sistema valentiniano porta ad un’antropologia <strong>di</strong>visiva che separa<br />

gli uomini in tre <strong>di</strong>fferenti classi. L’opposizione neotestamentaria tra gli uomini<br />

pervasi dallo Spirito Santo e gli uomini naturali viene esasperata nel sistema<br />

valentiniano ove la natura pneumatica definisce una classe <strong>di</strong> uomini eletti e<br />

redenti in quanto della stessa sostanza <strong>di</strong>vina del Dio. La salvezza è quin<strong>di</strong><br />

predestinata per onnipotente volontà del Dio <strong>di</strong> grazia con cui lo gnostico<br />

con<strong>di</strong>vide ontologicamente la filialità. Ecco la grande <strong>di</strong>fferenza che preoccupa i<br />

Padri della Chiesa protocattolica: la Salvezza, essendo predestinata, viene<br />

raggiunta in<strong>di</strong>pendentemente dall’osservanza dei precetti morali. L’obbe<strong>di</strong>enza a<br />

leggi morali viene concepita dai Valentiniani come un’esteriore osservanza <strong>di</strong><br />

precetti vali<strong>di</strong> solo all’interno del para<strong>di</strong>gma demiurgico, illusorio ed ingannevole.<br />

Inoltre, se l’uomo materiale rappresenta la miserabile nu<strong>di</strong>tà corporea destinata<br />

alla morte, l’uomo psichico è invece identificato con la più elevata proprietà <strong>di</strong><br />

questa stessa creatura materiale, perennemente sospeso tra il nulla della materia e<br />

32 Ivi, p. 212.<br />

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