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Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

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tutto quanto. Il Demiurgo che qui viene descritto è assolutamente ‹‹pazzo, e non<br />

sa quello che fa e quello che produce›› 27 .<br />

Proprio sulla sua estrema ignoranza poggia la seconda caratteristica che il<br />

Demiurgo valentiniano con<strong>di</strong>vide con le altre interpretazioni gnostiche: l’orgoglio<br />

e la presunzione <strong>di</strong> essere l’unico e supremo Dio. Però, necessitando <strong>di</strong> una<br />

correzione rivelativa, il Demiurgo viene illuminato dalla gnosi grazie<br />

all’intervento della madre e tramite la sua conoscenza viene portato alla scoperta e<br />

alla consapevolezza <strong>di</strong> ciò che c’è ed è sopra <strong>di</strong> lui. Tuttavia il Demiurgo conserva<br />

per sé il mistero del Padre e degli Eoni del Pleroma non comunicandolo ai suoi<br />

profeti. Se ciò avviene per decisione <strong>di</strong> Sophia inferiore o meno non è specificato<br />

in nessuna delle fonti, tanto che anche Ireneo rimane dubbioso nell’analisi <strong>di</strong><br />

questo punto. Quel che risulta evidente è che Sophia inferiore deve per questo<br />

motivo ricorrere ad un agente esterno al mondo e della sua stessa specie <strong>di</strong>vina.<br />

Come nel caso del limite, anche qui è presente la necessità <strong>di</strong> una creazione ad<br />

hoc per la risoluzione della trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina. L’incarnazione degli Eoni <strong>di</strong> Cristo e<br />

<strong>di</strong> Gesù porta alla creazione demiurgica del Gesù storico 28 . Prima <strong>di</strong> analizzare la<br />

funzione del Gesù storico all’interno del processo salvifico che pone fine alla<br />

trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina, è opportuno soffermarsi su alcuni aspetti del sistema valentiniano<br />

circa la generazione del cosmo e il Demiurgo.<br />

La creazione del mondo ad opera del Demiurgo introduce il grosso problema se<br />

vi sia o meno un’esposizione platonica celata <strong>di</strong>etro l’impianto gnostico. Il fatto<br />

che lo gnosticismo utilizzi, al pari dei Padri della Chiesa, gli strumenti filosofici<br />

offerti dal patrimonio greco, non implica affatto che questo riutilizzo coincida tout<br />

court con l’idea greca a cui si riferisce. È plausibile che <strong>Valentino</strong> conosca il<br />

sistema filosofico platonico ed è altrettanto plausibile che da esso ne tragga<br />

ispirazione. Rimane comunque evidente come pur ispirandosi a Platone, il<br />

Demiurgo valentiniano sia profondamente <strong>di</strong>verso dal corrispettivo platonico per<br />

scopo, natura e rilevanza. Su quest’aspetto risulta fondamentale l’analisi critica <strong>di</strong><br />

Ireneo che cerca <strong>di</strong> affrontare la delicata questione del rapporto tra Platone e<br />

<strong>Valentino</strong>:<br />

27 Ivi, p. 207.<br />

28 Ibidem.<br />

25

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