Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua
Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua
Dall’unione di Achamoth, ormai purificata, e Gesù origina un nuovo frutto spirituale a loro somiglianza da cui deriva l’elemento pneumatico nel mondo inferiore. Come abbiamo già notato esiste una forte correlazione tra passioni divine e generazione elementare. Generalmente i Valentiniani concordano che dalla conversione si genera l’anima del mondo, il Demiurgo e tutto ciò che di psichico esiste in natura. Dalle passioni derivano, in gradi e misure differenti a seconda delle versioni, tutti gli elementi materiali del cosmo. In conclusione è possibile constatare che dall’esperienza di Sophia inferiore prendono origine tre tipi di essenze: dalla passione deriva la materia, dalla conversione l’anima e dall’avvento del Salvatore Gesù lo pneuma. Quest’ultima essenza non può essere quindi soggetta ad alcun processo generativo da parte di Sophia inferiore, dal momento che deriva dalla discesa dell’Eone Gesù nello spazio extra – pleromatico. Perciò Sophia si impegna a formare solo l’essenza psichica, prodotta nell’atto della sua conversione. Come è stato precedentemente osservato da Sophia inferiore -Achamoth- non deriva solo l’essenza psichica, ma anche il Demiurgo, padre e re di tutte le cose psichiche e materiali. È infatti il Demiurgo ad aver creato il cosmo, guidato, pur non sapendolo, dalla madre Sophia. Il Demiurgo crea sette cieli al di sopra dei quali egli risiede. In questo senso il Demiurgo viene definito dai Valentiniani anche come il ‹‹Luogo del mezzo›› 26 in quanto si trova in una posizione intermedia tra la Sophia inferiore e il mondo terreno da lui formato. Risulta qui doveroso ricordare che in altre versioni valentiniane ‹‹Luogo del mezzo›› sta ad indicare la posizione intermedia della Sophia inferiore situata tra il Pleroma, da cui è tenuta fuori, e il Demiurgo, suo figlio e re delle cose materiali. Il Demiurgo valentiniano conserva quasi tutti i tratti del ‹‹Dio del mondo›› delle altre sètte gnostiche. Egli è assolutamente ignorante nel senso che ignora completamente non solo l’esistenza del Pleroma, ma addirittura l’esistenza della Sophia inferiore, sua madre. L’ignoranza del Demiurgo viene però enfatizzata dai Valentiniani anche sotto un altro aspetto: la creazione del Demiurgo non è frutto di una qualche forma di conoscenza, anzi egli è assolutamente inconsapevole di 26 Ivi, p. 206. 24
tutto quanto. Il Demiurgo che qui viene descritto è assolutamente ‹‹pazzo, e non sa quello che fa e quello che produce›› 27 . Proprio sulla sua estrema ignoranza poggia la seconda caratteristica che il Demiurgo valentiniano condivide con le altre interpretazioni gnostiche: l’orgoglio e la presunzione di essere l’unico e supremo Dio. Però, necessitando di una correzione rivelativa, il Demiurgo viene illuminato dalla gnosi grazie all’intervento della madre e tramite la sua conoscenza viene portato alla scoperta e alla consapevolezza di ciò che c’è ed è sopra di lui. Tuttavia il Demiurgo conserva per sé il mistero del Padre e degli Eoni del Pleroma non comunicandolo ai suoi profeti. Se ciò avviene per decisione di Sophia inferiore o meno non è specificato in nessuna delle fonti, tanto che anche Ireneo rimane dubbioso nell’analisi di questo punto. Quel che risulta evidente è che Sophia inferiore deve per questo motivo ricorrere ad un agente esterno al mondo e della sua stessa specie divina. Come nel caso del limite, anche qui è presente la necessità di una creazione ad hoc per la risoluzione della tragedia divina. L’incarnazione degli Eoni di Cristo e di Gesù porta alla creazione demiurgica del Gesù storico 28 . Prima di analizzare la funzione del Gesù storico all’interno del processo salvifico che pone fine alla tragedia divina, è opportuno soffermarsi su alcuni aspetti del sistema valentiniano circa la generazione del cosmo e il Demiurgo. La creazione del mondo ad opera del Demiurgo introduce il grosso problema se vi sia o meno un’esposizione platonica celata dietro l’impianto gnostico. Il fatto che lo gnosticismo utilizzi, al pari dei Padri della Chiesa, gli strumenti filosofici offerti dal patrimonio greco, non implica affatto che questo riutilizzo coincida tout court con l’idea greca a cui si riferisce. È plausibile che Valentino conosca il sistema filosofico platonico ed è altrettanto plausibile che da esso ne tragga ispirazione. Rimane comunque evidente come pur ispirandosi a Platone, il Demiurgo valentiniano sia profondamente diverso dal corrispettivo platonico per scopo, natura e rilevanza. Su quest’aspetto risulta fondamentale l’analisi critica di Ireneo che cerca di affrontare la delicata questione del rapporto tra Platone e Valentino: 27 Ivi, p. 207. 28 Ibidem. 25
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Dall’unione <strong>di</strong> Achamoth, ormai purificata, e Gesù origina un nuovo frutto<br />
spirituale a loro somiglianza da cui deriva l’elemento pneumatico nel mondo<br />
inferiore.<br />
Come abbiamo già notato esiste una forte correlazione tra passioni <strong>di</strong>vine e<br />
generazione elementare. Generalmente i Valentiniani concordano che dalla<br />
conversione si genera l’anima del mondo, il Demiurgo e tutto ciò che <strong>di</strong> psichico<br />
esiste in natura. Dalle passioni derivano, in gra<strong>di</strong> e misure <strong>di</strong>fferenti a seconda<br />
delle versioni, tutti gli elementi materiali del cosmo. In conclusione è possibile<br />
constatare che dall’esperienza <strong>di</strong> Sophia inferiore prendono origine tre tipi <strong>di</strong><br />
essenze: dalla passione deriva la materia, dalla conversione l’anima e dall’avvento<br />
del Salvatore Gesù lo pneuma. Quest’ultima essenza non può essere quin<strong>di</strong><br />
soggetta ad alcun processo generativo da parte <strong>di</strong> Sophia inferiore, dal momento<br />
che deriva dalla <strong>di</strong>scesa dell’Eone Gesù nello spazio extra – pleromatico. Perciò<br />
Sophia si impegna a formare solo l’essenza psichica, prodotta nell’atto della sua<br />
conversione.<br />
Come è stato precedentemente osservato da Sophia inferiore -Achamoth- non<br />
deriva solo l’essenza psichica, ma anche il Demiurgo, padre e re <strong>di</strong> tutte le cose<br />
psichiche e materiali. È infatti il Demiurgo ad aver creato il cosmo, guidato, pur<br />
non sapendolo, dalla madre Sophia. Il Demiurgo crea sette cieli al <strong>di</strong> sopra dei<br />
quali egli risiede. In questo senso il Demiurgo viene definito dai Valentiniani<br />
anche come il ‹‹Luogo del mezzo›› 26 in quanto si trova in una posizione<br />
interme<strong>di</strong>a tra la Sophia inferiore e il mondo terreno da lui formato. Risulta qui<br />
doveroso ricordare che in altre versioni valentiniane ‹‹Luogo del mezzo›› sta ad<br />
in<strong>di</strong>care la posizione interme<strong>di</strong>a della Sophia inferiore situata tra il Pleroma, da<br />
cui è tenuta fuori, e il Demiurgo, suo figlio e re delle cose materiali.<br />
Il Demiurgo valentiniano conserva quasi tutti i tratti del ‹‹Dio del mondo››<br />
delle altre sètte gnostiche. Egli è assolutamente ignorante nel senso che ignora<br />
completamente non solo l’esistenza del Pleroma, ma ad<strong>di</strong>rittura l’esistenza della<br />
Sophia inferiore, sua madre. L’ignoranza del Demiurgo viene però enfatizzata dai<br />
Valentiniani anche sotto un altro aspetto: la creazione del Demiurgo non è frutto<br />
<strong>di</strong> una qualche forma <strong>di</strong> conoscenza, anzi egli è assolutamente inconsapevole <strong>di</strong><br />
26 Ivi, p. 206.<br />
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