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Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

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precisamente, in termini <strong>di</strong> errore o fallimento <strong>di</strong>vini. Proprio questo dualismo<br />

ra<strong>di</strong>cale è la minaccia più grande per la chiesa protocattolica. Il dualismo<br />

valentiniano, esattamente come quello marcionita, malgrado rappresentino<br />

un’esasperazione teologica <strong>di</strong> carattere ellenista del kerygma originario,<br />

testimoniano, paradossalmente, un tentativo <strong>di</strong> fedeltà ad alcuni dei temi<br />

neotestamentari. Negli gnostici il dualismo evidenzia l’eccedenza del dono <strong>di</strong>vino<br />

fino al punto che la stessa elezione <strong>di</strong>venta intimità ontologica con la <strong>di</strong>vinità.<br />

Da questo punto <strong>di</strong> vista la conoscenza assume uno stato ontologico <strong>di</strong> rilievo,<br />

che va molto oltre la semplice importanza morale. La conoscenza riceve nella<br />

dottrina valentiniana un fondamento metafisico tale da costituire l’unico e<br />

sufficiente veicolo <strong>di</strong> salvezza. La salvezza <strong>di</strong> ogni singola anima <strong>di</strong>viene così un<br />

evento cosmico garantito da una solida base metafisica. Per tale motivo ogni<br />

illuminazione in<strong>di</strong>viduale me<strong>di</strong>ante la conoscenza gnostica è in grado <strong>di</strong> annullare<br />

metafisicamente il prodotto materiale dell’ignoranza. L’integrazione dell’Io<br />

in<strong>di</strong>viduale nel regno <strong>di</strong>vino è quin<strong>di</strong> importante non solo per l’in<strong>di</strong>viduo che<br />

beneficia <strong>di</strong> tale assunzione, ma <strong>di</strong>viene emblematico <strong>di</strong> un processo cosmico <strong>di</strong><br />

reintegrazione della stessa sostanza <strong>di</strong>vina andata perduta ed inquinata dalla<br />

creazione materiale ad opera dell’ignoranza 8 .<br />

Con la pretesa che la propria speculazione fornisca le basi per la conoscenza<br />

mistica in<strong>di</strong>spensabile per raggiungere la salvezza, i Valentiniani, come ci<br />

tramanda Ireneo, potevano, respingendo tutto il rituale misterioso e sacramentale<br />

cattolico, affermare:<br />

“Non si deve compiere il mistero del potere ineffabile e invisibile per mezzo delle cose visibili<br />

e corruttibili della creazione, né quello degli esseri impensabili e immateriali per mezzo delle cose<br />

sensibili e corporee. La salvezza perfetta è la conoscenza stessa dell’ineffabile grandezza: perché<br />

essendo venuti attraverso l’Ignoranza, il Difetto e la Passione, tutto il sistema generato<br />

dall’Ignoranza è <strong>di</strong>ssolto dalla conoscenza. […] per mezzo della conoscenza l’uomo interiore,<br />

spirituale, è salvato perciò a noi è sufficiente la conoscenza dell’essere universale questa è la vera<br />

salvezza.” 9<br />

8 Ivi, pp. 191-192.<br />

9 Ibidem.<br />

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