09.06.2013 Views

Ali del Levante N.56 Maggio 2013 - Aeroporti di Puglia

Ali del Levante N.56 Maggio 2013 - Aeroporti di Puglia

Ali del Levante N.56 Maggio 2013 - Aeroporti di Puglia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

lavoro <strong>del</strong> passato.<br />

Il nome “Pomona” da dove viene?<br />

Conservatorio e non orto botanico<br />

perché ci piaceva questa analogia<br />

con il conservatorio musicale, un<br />

luogo dove si conserva e si stu<strong>di</strong>a<br />

la storia <strong>del</strong>la musica, ma anche<br />

proiettato verso nuove composizioni.<br />

Non, quin<strong>di</strong>, un museo rivolto<br />

al passato, ma un luogo <strong>di</strong> ricerca<br />

rivolto al futuro. Una sorta <strong>di</strong> trait<br />

d’union ra<strong>di</strong>cato nella tra<strong>di</strong>zione, ma<br />

proiettato in avanti. Il nome Pomona<br />

deriva da quello <strong>del</strong>la dea latina<br />

protettrice <strong>di</strong> orti e frutteti che,<br />

nell’iconografia classica e neoclassica,<br />

viene spesso rappresentata con<br />

un ramoscello <strong>di</strong> ulivo in una mano,<br />

un tralcio <strong>di</strong> vite nell’altra ed una<br />

cornucopia traboccante <strong>di</strong> frutti ai<br />

suoi pie<strong>di</strong>. Nel XVIII e XIX sec. al<br />

suo nome erano de<strong>di</strong>cate le raccolte<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e gli scambi <strong>di</strong> informazioni<br />

tra gli scienziati che si occupavano <strong>di</strong><br />

pomologia, lo stu<strong>di</strong>o dei frutti.<br />

Cosa ci si aspetta da voi?<br />

Il Conservatorio botanico si estende<br />

su <strong>di</strong>eci ettari <strong>di</strong> terreno proprio nel<br />

centro <strong>del</strong>la Valle d’Itria. Quando<br />

siamo arrivati il paesaggio era ricco<br />

<strong>di</strong> fascino, ma il luogo abbandonato:<br />

le cisterne squarciate, i muretti<br />

a secco crollati e pieni <strong>di</strong> rovi. Per<br />

trasformarlo nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> oggi<br />

c’è voluto tempo, investimenti, ma<br />

soprattutto tante amorevoli cure.<br />

Mentre si ristagnavano le cisterne e<br />

si liberavano i rovi per far riemergere<br />

i muretti <strong>di</strong> confine, si mettevano<br />

a <strong>di</strong>mora gli alberi. Ora, in 9 anni,<br />

abbiamo piantato ottocento <strong>di</strong>verse<br />

varietà <strong>di</strong> frutta antica.<br />

Cioè?<br />

Trecento <strong>di</strong>verse varietà <strong>di</strong> fichi, 40<br />

<strong>di</strong> melograni, 30 <strong>di</strong> pere tra<strong>di</strong>zionali<br />

e poi mandorle, uve da tavola, ciliegie,<br />

susine, albicocche, mele, agrumi,<br />

cotogne, gelsi, giuggiole, sorbe e<br />

corniole, cachi, kiwi, noci, pistacchi<br />

e nocciole: c’è <strong>di</strong> che sbizzarrirsi!<br />

Negli interspazi lungo i filari <strong>del</strong><br />

frutteto crescono le erbe aromatiche.<br />

Questi campi alberati sono<br />

molto armoniosi e ben integrati al<br />

paesaggio agrario circostante. Qui si<br />

coltiva in biologico, ci sono le arnie<br />

<strong>del</strong>le api per favorire l’impollinazione,<br />

si recuperano le acque piovane<br />

con un sistema capillare <strong>di</strong> cisterne<br />

praticamente presenti in ogni campo.<br />

Abbiamo voluto questo luogo<br />

per <strong>di</strong>mostrare come un’alternativa<br />

all’attuale mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> sviluppo non<br />

solo sia possibile, ma sia concretamente<br />

vivibile e praticabile nel totale<br />

32<br />

rispetto <strong>del</strong>l’ambiente.<br />

Perché proprio la Valle d’Itria?<br />

In Valle d’Itria c’è ancora un grande<br />

sapere sopratutto nelle generazioni<br />

<strong>di</strong> anziani. C’è chi produce tutto<br />

quello che gli serve per la sopravvivenza:<br />

si coltiva l’orto, si fa il formaggio,<br />

fa il pane con la sua farina.<br />

Questo è uno dei rari posti in Italia<br />

dove si trova ancora chi sa <strong>di</strong>stinguere<br />

tutte le varietà <strong>di</strong> piante con<br />

il proprio nome e conosce i loro<br />

usi terapeutici. Per questo mi piace.<br />

Si trovano ancora bravi potatori,<br />

persone capaci <strong>di</strong> fare gli innesti,<br />

questo miracolo sulle piante selvatiche<br />

che le rende produttive. C’è<br />

chi fa il centerbe e dunque conosce<br />

le cento erbe <strong>di</strong>verse necessarie alla<br />

sua preparazione. Si conoscono tanti<br />

meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> conservazione ed essicazione<br />

dei frutti e degli ortaggi. Poi<br />

c’è il fascino <strong>del</strong> paesaggio agrario<br />

antico, a volte rimasto intatto. Amo<br />

la pietra che domina su tutto: tra i<br />

muretti a secco un reticolo infinito<br />

<strong>di</strong> tratturi, stra<strong>di</strong>ne, sentieri, impreziosito<br />

dalle masserie, ti conduce a<br />

paesaggi sempre nuovi e inaspettati.<br />

Scopri le <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> abitazioni<br />

in pietra a secco: làmie, trulli<br />

e spazi <strong>di</strong> lavoro, i magazzini e l’aia<br />

dove si battevano ed essiccavano<br />

legumi, cereali e mandorle, spesso<br />

firmati da chi li viveva con un det-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!