Ali del Levante N.56 Maggio 2013 - Aeroporti di Puglia

Paolo Belloni e Martine
Balanza e il loro approccio
all’accoglienza pugliese:
un vasto terreno pieno di
melograni, fichi e meli, dedicato
unicamente alla
conservazione
della natura. Un
paradiso di tranquilità,
bellezza e
perfezione in un mondo sempre piu
incasinato.
Probabilmente percorrendo la strada
che collega Locorotondo a Cisternino,
avrete tirato dritto senza accorgervene,
visto che non c’è un cartello
che ne segnali la presenza.
“Quest’anno lo faremo di sicuro”
assicura Paolo Belloni. In realtà non
cambierà nulla perché la ricerca fa
un po’ parte della sua filosofia. I
giardini Pomona non hanno nulla a
che fare con una classica attrazione
turistica e mai lo devono diventare.
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Cultura e territorio
POMONA con la “P”,
come pace
La storia dei giardini Pomona,
Conservatorio botanico
nella Valle d’Itria
di Katja Brinkmann
Per chi viene qui a seguire il suo percorso
delle piante e le loro origini,
non conta fare un chilometro in piu,
anzi. La visita può ben diventare una
specie di caccia al tesoro, così che la
magia del posto
si valorizzi ancor
di piu. Prima o
poi arrivano lo
stesso: i “locali”
e i “forestieri”, il cittadino con il
pollice verde oppure il contadino
che sogna un terreno come questo,
ampio, bello e curato alla perfezione
, con l’unico destino di essere
un Conservatorio Botanico. Siamo
andati a trovare Paolo Belloni, il
“maestro” delle piante di Pomona e
sua moglie, Martine Balanza, poco
prima dell’inizio di primavera.
Paolo, com’è nata l’idea dei giardini
Pomona?
Mi occupo di biodiversità delle pian-
te di interesse alimentare ormai da
vent’anni e l’idea di fare un conservatorio
botanico è stata una forte
motivazione per trasferirci al sud.
Amo le piante in generale, ma ho un
debole per le piante da frutto, per il
nutrimento che danno all’uomo e il
lusso dei loro sapori. Mi piace la storia
dell’agricoltura, di questo rapporto
fecondo tra uomo e natura che ha
cambiato la storia dell’umanità trasformando
i frutti selvatici, attraverso
un lungo processo di evoluzione,
in quelli attuali. Secoli di scelte
selettive operate dai contadini e dai
proprietari dei fondi hanno accumulato
un patrimonio botanico che
ora di sta velocemente impoverendo
e disperdendo. Credo che oggi non
possiamo sapere cosa potrà esserci
utile domani. Da qui nasce l’idea del
conservatorio botanico: tramandare
alle generazioni future le esperienze
e i risultati frutto di questo enorme