Ali del Levante N.56 Maggio 2013 - Aeroporti di Puglia

Direttore Responsabile
Michele Fortunato
Progetto grafico e impaginazione
Studio Bi Quattro srl
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Litotipografia Alcione
Per informazioni redazionali
mfortunato@aeroportidipuglia.it
Concessionaria esclusiva pubblicità
Publimedia
commerciale@studiobiquattro.it
Tel. 0461 238913 - Fax 0461 237772
Responsabile del trattamento dei dati (D.lgs. 196/2003) Giuseppe Italiano
Finito di stampare nel mese di aprile 2013 presso la Litotipografia Alcione (TN)
Sommario / Contents
3 EDITORIALE
di Michele Fortunato
Foto copertina: “Taglio barca e roccia”
Foto di Carlos Solito per gentile concessione dell’Assessorato
al Turismo della Regione Puglia - Pugliapromozione
6
Periodico di attualità, economia, opinione e cultura edito da Aeroporti di Puglia SpA
Anno X / n.56 / aprile 2013
5 SEGNO POSITIVO PER IL BILANCIO DI AEROPORTI DI PUGLIA
di Michele Fortunato
10 IL SOGNO AMERICANO COMINCIA DA WASHINGTON
di Sergio De Nicola
14 SALENTO, TRA BELLEZZA E LEGGENDA
di Angela Altomare
19 DE NITTIS, IL PITTORE SENZA CONFINI
di Stefania Di Mitrio
23 TRANI, SEMPLICEMENTE BELLA
di Lucia De Mari
31 POMONA CON LA “P”, COME PACE
di Katja Brinkmann
36 MONACO DI BAVIERA, PIÙ VICINA DI QUANTO SI PENSI
di Rosangela Pappalepore
40 AIR DOLOMITI RADDOPPIA.
I NUOVI EMBRAER 195 SUI VOLI BARI-MONACO
42 TURISMO RURALE, LO SVILUPPO POSSIBILE
di Pierluigi De Santis
45 CINEMA: FINE DELLO SPETTACOLO?
di Alessandra Nenna
49 AEROPORTI E SISTEMA DEL TURISMO PUNTANO ALLA CRESCITA
di Michele Fortunato
51 ESTATE, TEMPO DI NOVITÀ.
VUELING AVVIA IL BARI - BARCELLONA
55 “TIPI” DI PUGLIA
di Gino Martina
58 LEGGENDO QUA E LÀ
di Rosangela Pappalepore
61 ENGLISH SUMMARY
by Gino Lorenzelli

Questo numero di Ali del
Levante che vi accingete a
leggere, è particolarmente ricco di notizie
relative all’attività di Aroporti di Puglia.
Circostanza, questa, determinata dal fatto
che in questo particolare periodo dell’anno
si concentrano parecchie novità,
legate essenzialmente all’avvio di nuovi
collegamenti e alle prospettive dell’incombente
stagione turistica. Ma non solo.
È questa, anche, stagione di bilanci. Lo
è stata pure per Aeroporti di Puglia che,
nei giorni scorsi, ha approvato il proprio
rendiconto 2012 che si è chiuso con un
utile di esercizio di poco superiore al milione
di euro. Un risultato che conferma
la bontà delle azioni di efficientamento
poste in essere dal gestore aeroportuale
regionale in materia di riduzione dei
costi e di incremento della produttività.
Il tutto, mai dimenticarlo, in un contesto
tuttora caratterizzato da una sfavorevole
congiuntura economica con cui è alle
prese il settore del trasporto aereo.
Oltre che per l’approvazione del consuntivo,
l’Assemblea degli Azionisti ha
segnato un altro momento importante
nella storia di Aeroporti di Puglia, poiché
ha sancito il passaggio di testimone tra
Domenico Di Paola, che ha guidato la
stessa dal 2001, a Giuseppe Acierno che
ne è diventato il nuovo Amministratore
Unico.
Si diceva in apertura che la primavera
è portatrice di novità, anche nel nostro
campo. Come quelle annunciate nel
corso della nona edizione del tradizionale
workshop organizzato presso l’aeroporto
Karol Wojtyla di Bari il cui crescente
successo è testimoniato dalla partecipa-
zione di oltre seicento addetti ai lavori tra
tour operator, compagnie aeree, enti del
turismo e agenti di viaggio. Tante le novità
presentate, soprattutto in materia di
collegamenti, come quelli per Barcellona,
Parigi CdG e Monaco di Baviera. Proprio
Monaco è tra le destinazioni proposte in
questo numero. La città bavarese è, tra
le città tedesche, una delle più apprezzate
dai turisti italiani, probabilmente
attratti dall’atmosfera particolarmente
accogliente, dalla presenza di musei di
spessore internazionale o perché, molto
più semplicemente, è quella che vanta le
maggiori affinità con la nostra cultura e le
nostre tradizioni.
La seconda proposta di viaggio, e non
certo per importanza, è Washington. La
capitale federale degli Stati Uniti, ingiustamente
ai margini dei circuiti turistici
internazionali, offre molto sul piano
attrattivo perché, pur essendo il cuore di
questa grande nazione, è riuscita a mantenere
in alcune sue zone ritmi e stili di
vita molto simili a quelli di alcune grandi
capitali del Vecchio continente.
Ma l’estate ormai alle porte “impone”
grande attenzione a quella che anche
quest’anno finirà per essere una delle
mete più gettonate dell’offerta turistica
pugliese: il Salento. Bellezze naturali, ricchezze
storico-artistiche, mare e spiagge
da sogno - e una migliorata accessibilità
aerea dalle più importanti aree mercato
nazionali ed europee - sono alla base di
un successo senza precedenti.
E allora, come sempre, buona lettura.
Michele Fortunato
editoriale
3

5
Aeroporti di Puglia News
Segno positivo
per il Bilancio di Aeroporti di Puglia
L’
Assemblea degli Azionisti di
Aeroporti di Puglia S.p.A.,
ha approvato all’unanimità il
Bilancio di esercizio chiuso
al 31.12.2012 che evidenzia un utile
di esercizio di Euro 1.015.676 (+
10,2 % rispetto all’utile del 2011),
con un incremento dei ricavi dei
ricavi delle vendite e delle prestazioni
pari ad 422.391,00.
Il risultato positivo della differenza
tra Valore e Costi della Produzione,
nonostante le criticità sul versante ricavi
dovute alla sfavorevole congiuntura
economica che sta interessando
l’intero settore del Trasporto Aereo,
è stato garantito attivando ulteriori
azioni di efficientamento, soprattutto
sulle spese generali di struttura e
di incremento di produttività.
Considerando gli ammortamenti ed
accantonamenti, la gestione finanziaria,
la gestione straordinaria e la
gestione fiscale, il Risultato finale,
dopo il calcolo delle imposte, evi-
denzia un utile netto di esercizio che
conferma la positiva performance
aziendale che comunque, come già
evidenziato negli anni precedenti,
continua a risentire di condizionamenti
derivanti da fattori esogeni,
quali:
1. riconoscimento di quote insufficienti
di copertura finanziaria delle
spese generali riferite agli investimenti
realizzati con finanziamento
pubblico;
2. scarsa velocità del ciclo finanziario
degli enti finanziatori per il rientro
delle anticipa-
zioni erogate
ai fornitori, a
causa dei noti
vincoli derivanti
dal Patto di Stabilità, con evidente
risentimento in termini di oneri
finanziari;
3. redditività non adeguata del settore
handling, in considerazione
della perifericità degli aeroporti
di Michele Fortunato
Brindisi
pugliesi e della debolezza contrattuale
nei confronti dei vettori, che
non consente di spuntare livelli
tariffari adeguati;
4. diseconomie di gestione degli scali
di Foggia e Grottaglie.
A tal proposito nell’ottica dell’equilibrio
economico-finanziario di lungo
periodo, occorrerà individuare le
migliori soluzioni di equilibrio tra
esigenze gestionali aziendali e bisogni
del territorio.
Il traffico ha fatto registrare valori
in crescita (+0,72%), da evidenziare
soprattutto
Il Bilancio di esercizio chiuso al 31.12.2012 se rapportati al
evidenzia un utile di esercizio di Euro dato nazionale
1.015.676 (+ 10,2 % rispetto all’utile del 2011) che, invece, ha
mostrato valori
negativi (-1,3%), in particolare sul
mercato domestico (-5,2%). Il totale
dei passeggeri del sistema aeroportuale
pugliese nel 2012 è stato pari
a 5.889.263 passeggeri. Tali valori
sono il risultato delle iniziative intra-

L’assemblea dei soci di Aeroporti
di Puglia, tenutasi lo scorso 25
marzo 2013 ha nominato il dottor
Giuseppe Acierno nuovo Amministratore
Unico della società.
Giuseppe Acierno. 44 anni, coniugato,
è il nuovo Amministratore Unico di
Aeroporti di Puglia. Laureato in Giurisprudenza
presso l’Università di Bologna,
Giuseppe Acierno ha conseguito
il First Cambridge Certificate presso
l’Università di Cambridge; il diploma
di specializzazione presso l’International
college of Arts and Technologies
di Bexill on the Sea (East Sussex U.K.) e
presso l’Università di lingue di Malaga
(Spagna). È stato vincitore di borsa di
studio S.I.O.I. (Società Italiana per le
Organizzazioni Internazionali - Roma)
/Ministero degli Esteri Italiano per il
corso di perfezionamento in Relazioni
Internazionali funzionale alla carriera
diplomatica con relativo diploma di
specializzazione in relazioni internazionali.
Giuseppe Acierno è altresì Presidente
del Distretto Tecnologico Aerospaziale
Puglia, Presidente del Cluster
tecnologico nazionale aerospaziale e
Presidente associazione distretto produttivo
aerospaziale pugliese. È inoltre
Componente del Comitato regionale
per il monitoraggio del sistema
economico e produttivo delle aree
di crisi istituito con LR Puglia n° 7/42,
del Comitato tecnico scientifico della
Fondazione UNIMED (associazione di
87 Università del mediterraneo) e del
Consiglio di indirizzo della fondazione
“ITS Aerospazio Puglia”.
prese fino dal 2006 per lo sviluppo
della connettività aerea della Puglia,
ossia
• lo sviluppo delle basi operative
(Bari e Brindisi) del vettore
Ryanair;
• il consolidamento dei collegamenti
di feederaggio per gli aeroporti
di Monaco di Baviera e Zurigo,
importanti hub internazionali ed
intercontinentali, da parte rispettivamente
di Lufthansa ed Helvetic-
SWISS .
• la conferma di collegamenti diretti
con importanti aree di sviluppo del
traffico incoming, con i vettori Air
Berlin, Air Baltic, Wizz Air, Germanwings.
L’attuazione del Piano di Sviluppo
della Mobilità Aerea ha altresì confermato
i positivi risultati in termini
6
di benefici per l’utenza e di livello di
connettività con le aree economicamente
più forti dell’Europa.
Con riferimento al settore merci
- logistica, l’Aeroporto di Grottaglie
conferma la sua strategicità
per il supporto logistico all’attività
di Alenia nell’ambito del progetto
“Boeing 787”, rendendo sempre più
necessario sviluppare la vocazione di
aeroporto al servizio di un distretto
industriale-aeronautico finalizzato
all’attrazione di investimenti specifici
del settore.
Per quanto riguarda il Piano degli
Investimenti, si evidenzia che i lavori
di ampliamento dell’aerostazione di
Bari - lato est sono in avanzata fase
realizzativa e che con l’attivazione
del collegamento servizio ferroviario
(giugno 2013) Aeroporto - Stazione
Centrale Bari - Rete ferroviaria pugliese,
nonché con il potenziamento
dei collegamenti su gomma, si
rafforzerà a livello nazionale il ruolo
di Bari come “aeroporto strategico”,
così come definito nel Piano Nazionale
degli Aeroporti.
Tra gli altri interventi indifferibili ed
urgenti, si resta in attesa della sottoscrizione
degli Accordi di Programma
Quadro, sulla base dell’Intesa
Generale Quadro sottoscritta tra il
Governo e la Regione il 28.7.2011 e
della Delibera CIPE n. 62/2011. Di
particolare pregio e rilevanza sono
gli interventi appaltati nell’ambito
del Piano Operativo Interregionale
“Energie rinnovabili e risparmio
energetico, per l’aeroporto di Bari,
individuato dal Ministero dell’Ambiente
e da ENAC quale progetto
pilota per l’efficientamento energetico.
Infine, a seguito del monitoraggio
effettuato da ENAC e dal Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti,
è stato definito un nuovo livello di
tariffe aeroportuali in attesa della
nuova istruttoria che interesserà
l’intera Rete aeroportuale, sulla base
dei modelli definiti dalla costituenda
Autorità dei Trasporti.

L’assemblea dei soci di Aeroporti
di Puglia, tenutasi lo scorso 25
marzo 2013 ha nominato il dottor
Giuseppe Acierno nuovo Amministratore
Unico della società.
Giuseppe Acierno. 44 anni, coniugato,
è il nuovo Amministratore Unico di
Aeroporti di Puglia. Laureato in Giurisprudenza
presso l’Università di Bologna,
Giuseppe Acierno ha conseguito
il First Cambridge Certificate presso
l’Università di Cambridge; il diploma
di specializzazione presso l’International
college of Arts and Technologies
di Bexill on the Sea (East Sussex U.K.) e
presso l’Università di lingue di Malaga
(Spagna). È stato vincitore di borsa di
studio S.I.O.I. (Società Italiana per le
Organizzazioni Internazionali - Roma)
/Ministero degli Esteri Italiano per il
corso di perfezionamento in Relazioni
Internazionali funzionale alla carriera
diplomatica con relativo diploma di
specializzazione in relazioni internazionali.
Giuseppe Acierno è altresì Presidente
del Distretto Tecnologico Aerospaziale
Puglia, Presidente del Cluster
tecnologico nazionale aerospaziale e
Presidente associazione distretto produttivo
aerospaziale pugliese. È inoltre
Componente del Comitato regionale
per il monitoraggio del sistema
economico e produttivo delle aree
di crisi istituito con LR Puglia n° 7/42,
del Comitato tecnico scientifico della
Fondazione UNIMED (associazione di
87 Università del mediterraneo) e del
Consiglio di indirizzo della fondazione
“ITS Aerospazio Puglia”.
prese fino dal 2006 per lo sviluppo
della connettività aerea della Puglia,
ossia
• lo sviluppo delle basi operative
(Bari e Brindisi) del vettore
Ryanair;
• il consolidamento dei collegamenti
di feederaggio per gli aeroporti
di Monaco di Baviera e Zurigo,
importanti hub internazionali ed
intercontinentali, da parte rispettivamente
di Lufthansa ed Helvetic-
SWISS .
• la conferma di collegamenti diretti
con importanti aree di sviluppo del
traffico incoming, con i vettori Air
Berlin, Air Baltic, Wizz Air, Germanwings.
L’attuazione del Piano di Sviluppo
della Mobilità Aerea ha altresì confermato
i positivi risultati in termini
6
di benefici per l’utenza e di livello di
connettività con le aree economicamente
più forti dell’Europa.
Con riferimento al settore merci
- logistica, l’Aeroporto di Grottaglie
conferma la sua strategicità
per il supporto logistico all’attività
di Alenia nell’ambito del progetto
“Boeing 787”, rendendo sempre più
necessario sviluppare la vocazione di
aeroporto al servizio di un distretto
industriale-aeronautico finalizzato
all’attrazione di investimenti specifici
del settore.
Per quanto riguarda il Piano degli
Investimenti, si evidenzia che i lavori
di ampliamento dell’aerostazione di
Bari - lato est sono in avanzata fase
realizzativa e che con l’attivazione
del collegamento servizio ferroviario
(giugno 2013) Aeroporto - Stazione
Centrale Bari - Rete ferroviaria pugliese,
nonché con il potenziamento
dei collegamenti su gomma, si
rafforzerà a livello nazionale il ruolo
di Bari come “aeroporto strategico”,
così come definito nel Piano Nazionale
degli Aeroporti.
Tra gli altri interventi indifferibili ed
urgenti, si resta in attesa della sottoscrizione
degli Accordi di Programma
Quadro, sulla base dell’Intesa
Generale Quadro sottoscritta tra il
Governo e la Regione il 28.7.2011 e
della Delibera CIPE n. 62/2011. Di
particolare pregio e rilevanza sono
gli interventi appaltati nell’ambito
del Piano Operativo Interregionale
“Energie rinnovabili e risparmio
energetico, per l’aeroporto di Bari,
individuato dal Ministero dell’Ambiente
e da ENAC quale progetto
pilota per l’efficientamento energetico.
Infine, a seguito del monitoraggio
effettuato da ENAC e dal Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti,
è stato definito un nuovo livello di
tariffe aeroportuali in attesa della
nuova istruttoria che interesserà
l’intera Rete aeroportuale, sulla base
dei modelli definiti dalla costituenda
Autorità dei Trasporti.

L’assemblea dei soci di Aeroporti
di Puglia, tenutasi lo scorso 25
marzo 2013 ha nominato il dottor
Giuseppe Acierno nuovo Amministratore
Unico della società.
Giuseppe Acierno. 44 anni, coniugato,
è il nuovo Amministratore Unico di
Aeroporti di Puglia. Laureato in Giurisprudenza
presso l’Università di Bologna,
Giuseppe Acierno ha conseguito
il First Cambridge Certificate presso
l’Università di Cambridge; il diploma
di specializzazione presso l’International
college of Arts and Technologies
di Bexill on the Sea (East Sussex U.K.) e
presso l’Università di lingue di Malaga
(Spagna). È stato vincitore di borsa di
studio S.I.O.I. (Società Italiana per le
Organizzazioni Internazionali - Roma)
/Ministero degli Esteri Italiano per il
corso di perfezionamento in Relazioni
Internazionali funzionale alla carriera
diplomatica con relativo diploma di
specializzazione in relazioni internazionali.
Giuseppe Acierno è altresì Presidente
del Distretto Tecnologico Aerospaziale
Puglia, Presidente del Cluster
tecnologico nazionale aerospaziale e
Presidente associazione distretto produttivo
aerospaziale pugliese. È inoltre
Componente del Comitato regionale
per il monitoraggio del sistema
economico e produttivo delle aree
di crisi istituito con LR Puglia n° 7/42,
del Comitato tecnico scientifico della
Fondazione UNIMED (associazione di
87 Università del mediterraneo) e del
Consiglio di indirizzo della fondazione
“ITS Aerospazio Puglia”.
prese fino dal 2006 per lo sviluppo
della connettività aerea della Puglia,
ossia
• lo sviluppo delle basi operative
(Bari e Brindisi) del vettore
Ryanair;
• il consolidamento dei collegamenti
di feederaggio per gli aeroporti
di Monaco di Baviera e Zurigo,
importanti hub internazionali ed
intercontinentali, da parte rispettivamente
di Lufthansa ed Helvetic-
SWISS .
• la conferma di collegamenti diretti
con importanti aree di sviluppo del
traffico incoming, con i vettori Air
Berlin, Air Baltic, Wizz Air, Germanwings.
L’attuazione del Piano di Sviluppo
della Mobilità Aerea ha altresì confermato
i positivi risultati in termini
6
di benefici per l’utenza e di livello di
connettività con le aree economicamente
più forti dell’Europa.
Con riferimento al settore merci
- logistica, l’Aeroporto di Grottaglie
conferma la sua strategicità
per il supporto logistico all’attività
di Alenia nell’ambito del progetto
“Boeing 787”, rendendo sempre più
necessario sviluppare la vocazione di
aeroporto al servizio di un distretto
industriale-aeronautico finalizzato
all’attrazione di investimenti specifici
del settore.
Per quanto riguarda il Piano degli
Investimenti, si evidenzia che i lavori
di ampliamento dell’aerostazione di
Bari - lato est sono in avanzata fase
realizzativa e che con l’attivazione
del collegamento servizio ferroviario
(giugno 2013) Aeroporto - Stazione
Centrale Bari - Rete ferroviaria pugliese,
nonché con il potenziamento
dei collegamenti su gomma, si
rafforzerà a livello nazionale il ruolo
di Bari come “aeroporto strategico”,
così come definito nel Piano Nazionale
degli Aeroporti.
Tra gli altri interventi indifferibili ed
urgenti, si resta in attesa della sottoscrizione
degli Accordi di Programma
Quadro, sulla base dell’Intesa
Generale Quadro sottoscritta tra il
Governo e la Regione il 28.7.2011 e
della Delibera CIPE n. 62/2011. Di
particolare pregio e rilevanza sono
gli interventi appaltati nell’ambito
del Piano Operativo Interregionale
“Energie rinnovabili e risparmio
energetico, per l’aeroporto di Bari,
individuato dal Ministero dell’Ambiente
e da ENAC quale progetto
pilota per l’efficientamento energetico.
Infine, a seguito del monitoraggio
effettuato da ENAC e dal Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti,
è stato definito un nuovo livello di
tariffe aeroportuali in attesa della
nuova istruttoria che interesserà
l’intera Rete aeroportuale, sulla base
dei modelli definiti dalla costituenda
Autorità dei Trasporti.

Il sogno americano
comincia da
Washington
Se l’“I have a dream” di Martin Luther King è divenuto nei
decenni il simbolo della libertà per le popolazioni di colore,
i desideri di benessere e lavoro di tutti gli uomini d’America
s’incrociano oggi nelle magiche geometrie che fanno
di Washington DC (che sta per District of Columbia, il nome del
distretto federale ) il vero epicentro del mondo, e dell’obelisco dedicato
a George Washington il ventre e il cuore degli Stati Uniti.
Trascorrendo qualche giorno in questa città ingiustamente snobbata
dai percorsi turistici tradizionali, si capisce il motivo per cui i Padri
fondatori della Costituzione - dopo aver stabilito la prima sede del
Congresso a New York e poi a Philadelphia, considerata fino al
1800 la prima vera capitale del neonato Stato indipendente - fecero
di Washington il centro decisionale del nuovo mondo, luogo
ideale per misurare statura e spessore dei Presidenti che avrebbero
in seguito scandito i ritmi del pianeta e condizionato, in un senso o
nell’altro, il percorso dell’Umanità.
10
di Sergio De Nicola
foto Sergio De Nicola

Una statura che non si riflette tanto
negli edifici, la cui altezza è risibile se
paragonata allo skyline di altre città
americane, quanto nello spessore
degli altezzosi e rigorosi palazzi che a
tratti danno l’impressione al visitatore
di trovarsi in certi quartieri chic di
alcune capitali europee. Perché delle
immagini stereotipate delle città americane,
Washington conserva solo la
geometrica planimetria, l’ordine con
cui procedono le autovetture (nonostante
il traffico all’ora di punta
risulti a tratti fastidioso), la pulizia
delle strade e delle piazze, i grandi e
sconfinati spazi. Per averne subito
contezza basta
camminare prendendo
come punto
di riferimento
il simbolo della
città, l’obelisco dedicato a George
Washington. Guardandolo dal basso
verso l’alto, sembra un missile proiettato
verso il cielo. L’obelisco separa
chirurgicamente due immense aree
verdi, della lunghezza complessiva di
3,5 km, conosciute come il “National
Mall”. Su una delle aree ci sono i memorials
ed i luoghi che hanno scritto
pagine di storia, sull’altra insiste la
maggior parte dei musei della città.
A chiudere, sulle rispettive estremità,
l’enorme rettangolo verde con
al centro l’obelisco, il Lincoln Memorial
e la famosa cupola di Capitol
Hill, sede del Congresso americano.
C’è tanta guerra nella pur breve storia
degli Stati Uniti. Il primo memorial
che s’incontra è dedicato proprio
alle vittime della seconda guerra
mondiale. Il monumento è diviso tra
due grossi blocchi di marmo con su
incise le scritte “Atlantic” e “Pacific”,
a ricordare le campagne condotte
dai soldati a stelle e strisce sul fronte
atlantico e su quello del Pacifico. Al
centro campeggia una fontana con
alle spalle un muro di stelle dorate,
con il nome degli stati americani che
fornirono i giovani soldati. Il viale è
costeggiato dalla “Reflecting Pool”,
l’enorme vasca ritratta in tutte le ma-
Delle immagini stereotipate delle città
americane, Washington conserva solo la
geometrica planimetria
nifestazioni che hanno condizionato
il corso degli eventi, tra cui appunto
la marcia per il lavoro e la libertà
guidata da Luther King e le proteste
pacifiste durante la guerra del Vietnam.
Proprio al conflitto nel sud-est
asiatico è dedicato il Vietnam Memorial,
due muri in granito scuro che
riportano migliaia di nomi, quanti furono
i soldati morti o dispersi durante
quella guerra. All’uscita del parco
che ricorda l’orrore del Vietnam, c’è
la facciata neoclassica del Lincoln
Memorial, con all’interno la statua
dello statista che soppresse la schiavitù.
Dalle scale del Lincoln si scorge
uno degli scorci
più suggestivi di
Washington. Sorprendonosemplicità
e maestria
della progettazione dell’intero sito
che appare come un’unica grande
linea retta su cui camminano in fila,
come soldati, la piscina, l’obelisco ed
i profili dei musei. Dalla parte opposta
la cupola del Parlamento, mentre
spostandosi di lato fino a raggiungere
il fiume Potomac, ci s’imbatte in
11
Dal Levante al mondo
altri memorials, dedicati alle vittime
della guerra di Corea e ad altri grandi
della Patria come Jefferson e Roosevelt.
Dall’altra parte dell’Obelisco ci sono
invece i principali musei di Washington,
quelli pubblici tutti con accesso
gratuito. Dagli archivi nazionali, che
custodiscono le copie della Costituzione,
della Carta dei Diritti e documenti
originali firmati da Benjamin
Franklin, George Washington e da
tutti gli altri padri della Costituzione
Americana, al museo della Storia
degli Stati Uniti, passando per la National
Gallery of Art (la più grande
pinacoteca d’America, con all’interno
collezioni donate dai più importanti
mecenati statunitensi) e il museo degli
Indiani d’America, che propone la
storia degli insediamenti locali prima
della scoperta del Continente.
Una nota a parte merita l’Air and
Space Museum (Museo nazionale
dell’Aria e dello Spazio) nei cui
sontuosi padiglioni è esposta la più
grande collezione del mondo di aeroplani
e l’intera storia dell’aviazione
americana, compresa quella militare,
La Casa Bianca

con una sezione dedicata alle missioni
spaziali.
Per gli appassionati di giornalismo
e comunicazione l’ultima novità è
rappresentata dal Museo delle Notizie
(“Newseum”: l’ingresso costa
20 dollari), ospitato in un palazzo di
vetro di sei piani, proprio accanto al
Campidoglio. All’esterno le bacheche
propongono la rassegna stampa
aggiornata dei principali quotidiani
americani; all’interno si possono
scattare foto, scrivere notizie ed
impaginarle su giornali confezionati
al momento o dilettarsi con i “touch
screen” alla ricerca di news da tutto il
mondo. Passeggiando sempre lungo
i viali, alla fine del Mall, dalla parte
opposta al Lincoln memorial, c’è il
Capitol Hill. Anche per la sede del
Parlamento l’accesso è gratuito così
come per il parco ed il giardino botanico
che circondano il Palazzo della
politica. Dall’altra parte ci sono la
Biblioteca del Congresso e la Corte
Suprema degli Stati Uniti. Lasciando
il Mall e camminando verso la Casa
Bianca, si scorgono storici palazzi
come il vecchio ufficio postale o la
sede della “Bank of America”, uffici
governativi come il dipartimento di
giustizia, la sede dell’FBI ed il memorial
dedicato alla Marina degli
Stati Uniti.
Pur essendo protetta su entrambi i
lati da decine di agenti, con intorno
elicotteri che ronzano a tutte le ore,
la Casa Bianca non è un bunker isolato.
L’esterno è accessibile a chiunque
e l’edificio può essere fotografato
da vicino e senza problemi. Anzi,
sembra quasi che il raduno dei turisti
avvenga proprio dinanzi ai cancelli
della residenza di Obama. Dalla Casa
Bianca, procedendo su Pennsylvania
Avenue, si taglia letteralmente la città
e nel giro di una ventina di minuti si
arriva nel quartiere di Georgetown,
secondo per eleganza solo a quello
delle Ambasciate, situato poco
distante. Case basse e colorate, ville
esclusive, gallerie d’arte, botteghe
artigiane, negozi alla moda: antico e
L’obelisco dedicato a George Washington
moderno si fondono con armonia,
come si evince dando un’occhiata
alle vetrine dell’intramontabile
“Brooks Brothers” o dell’Apple
Store di ultimissima generazione.
Georgetown è anche il quartiere
ideale per incontrare gente a tutte le
ore, prendere un drink (dalle 18 scatta
l’happy hour), scegliersi con cura
Capitol Hill
12
un localino dove pranzare o cenare,
magari lungo il canale situato dietro
le abitazioni. I ristoranti più gettonati
sono quelli che propongono cucine
dal mondo: irlandesi, italiani, indiani,
thailandesi, vietnamiti. Tra i più
richiesti di Georgetown, ma con un
supplemento di fila all’ingresso da
mettere in conto, il Caffè Milano e la
Martin’s Tavern. Qui, come in altre
locande del quartiere, si cena a lume
di candela e con la maggior parte
dei tavoli in vetrina (prezzo medio
sui 40 euro). Le steak-house sono
disseminate lungo tutta la Capitale,
ma per i fanatici della carne il posto
ideale - e qui si torna in zona Casa
Bianca - è sicuramente il Fogo de
Chao, franchising brasiliano specializzato
in carni arrosto. Disposta in
lunghi spiedini, la carne viene servita
al tavolo ancora fumante e a fette
tagliate al momento. Non si sceglie il
menù, ma si mangia finché si può. Le
portate sono continue e si arrestano
solo quando è il cliente a richiederlo
espressamente. Non si esce dal locale
senza aver lasciato almeno 60 dollari,
ma l’esperienza è irripetibile.
Dall’altra parte della città, gli amanti
della vita notturna e della musica
dal vivo possono fare affidamento
sulla U Street, un groviglio di strade
che si incrociano sulla “U” appunto,

Museo nazionale dell’Aria e dello Spazio
zeppe di ristoranti, wine-bar, Jazzclub.
I locali qui nascono come
funghi per via della ristrutturazione
complessiva del quartiere, un tempo
tra i più malfamati della città ed
oggi rivalutato luogo di residenza
di artisti e professionisti. Senza
prenotazione di sabato sera è quasi
impossibile entrare al primo colpo.
L’atmosfera è più vivace rispetto a
quella di Georgetown - in piena notte
meglio avere l’occhio vigile se ci si
trattiene in strada -, ma di certo non
ci si annoia e si tira fino all’alba.
Non molto distante dalla U Street
c’è la Union Station, da dove partono
i treni per le principali città della
East Coast.
Più di tre ore separano la capitale
dalla Grande Mela, perciò meglio
fare un salto a Baltimora, che da
Washington dista solo 50 minuti. La
capitale del Maryland è popolata di
giovani, specie per la presenza della
Johns Hopkins University, una delle
più prestigiose università americane
per la qualità della ricerca - e del
vecchio porto, un tempo il più
importante degli States. Imperdibile
la spettacolare vista della città che
offre il Waterfront di Baltimora, ma
se si ha a disposizione poco tempo
prima della trasvolata di ritorno, meglio
rientrare subito a Washington e
perdersi qualche ora su quel prato
verde dove è cominciato il sogno
americano.
13
Dal Levante al mondo
In tutte le grandi città americane un
vero e proprio must è assistere ad un
match dell’NBA, il mitico campionato
di basket. Facile, in questo, mescolarsi
ai sostenitori dei Wizards, una
delle trenta squadre che militano nel
massimo campionato professionistico
statunitense. I Wizards giocano le
partite casalinghe presso il Verizon
Center, situato nella Chinatown di
Washington. Più che ad una partita di
basket, si assiste ad uno spettacolo in
perfetto stile americano, che comincia
prima del match con fuochi pirotecnici,
effetti di luci e suoni che invadono
il palazzetto dentro cui, sospesi
per aria, si muovono autovetture ed
altri prodotti da pubblicizzare. La partita
viene dopo lo spettacolo - quasi
una scena nella scena - ed anche
il risultato del match, sempre sul filo
del rasoio, porta a pensare che questa
continua incertezza faccia parte di
uno spettacolo che prevede di tenere
lo spettatore con il fiato sospeso fino
all’ultimo canestro.

Torre dell’Orso - alba sul mare
SALENTO,
tra bellezza
e leggenda
di Angela Altomare
I
contadini del Salento raccontano che la pizzica “de core”,
detta anche “pizzica pizzica”, era la forma di corteggiamento
più diffusa. Nelle aie, nelle corti o in aperta campagna, tamburelli,
violini, chitarre, intonavano melodie dolci e ritmate grazie
alla maestria di musicisti improvvisati che coinvolgevano i presenti
in un’euforia collettiva. Dai bambini agli anziani, tutti, dopo il duro
lavoro nei campi, si ritrovavano a ballare in totale libertà e allegria.
Perché la pizzica era, è, una danza istintiva, nata per liberare le
sensazioni e l’energia. Al ritmo della pizzica ci si innamorava, quindi,
ma tra balzi e giravolte si poteva anche allontanare la tristezza per un
raccolto andato a male o esorcizzare la paura del futuro.
14

Il nostro viaggio nella penisola
salentina comincia proprio da qui, al
ritmo di questa “pizzica” intrigante e
coinvolgente, a cui s’ispirano, oggi,
linguaggi musicali sperimentali. La
scoperta della pizzica, coincide in
qualche modo con la riscoperta del
Salento, che in questa danza ritrova
origine, sintesi e ragioni, tante, che si
aggiungono al corollario di bellezze
naturali, di ricchezze storico-artistiche,
di prelibatezze gastronomiche di cui
questa terra dispone a piene mani.
Siamo a Sud, ovvio, molto più di
quanto possiamo immaginare. In
questo territorio piano e dorato, dove
il blu del mare delimita la roccia grigia
delle coste puntellate di nidi di gabbiani
e le spiagge dorate, arrivare è
abbastanza semplice, l’aeroporto di
Brindisi dista da Lecce solo venti
minuti di auto. Per avere un’idea più
precisa di quanto ci troviamo a
Mezzogiorno basti pensare che il
canale d’Otranto è a meno di un’ora
dall’isola greca di Fanò, nell’arcipelago
delle Diapontie, subito dopo il confine
delle acque territoriali. Non a caso
Santa Maria di Leuca, lembo estremo
della Puglia, ospita un santuario che si
chiama de Finibus Terrae e su questa
scogliera appuntita, e protesa verso
l’Oriente, un faro
sta simbolicamente
a presiedere
l’incontro di due
mari, Adriatico e
Ionio. Il Salento è difficile da raccontare,
ma per un motivo semplice. Non
si sa da dove cominciare a descrivere
tanto fascino, tanta eleganza, in un
territorio che fa della semplicità la sua
bandiera e ha registrato, nella sola
estate 2012, oltre cinquecentomila
arrivi. Il Salento è terra che trasuda
carattere e noi non possiamo che
trasferire in chi legge una piccola
parte della dignitosa e silenziosa
nobiltà dei paesi dell’entroterra, della
pietra che incornicia le finestre dei
palazzi come fosse un merletto, della
luce che inonda i campi di girasole.
Cominciamo da Lecce, capitale del
Salento - ballando la pizzica
Dai bambini agli anziani, tutti, dopo il duro
lavoro nei campi, si ritrovavano a ballare in
totale libertà e allegria
Barocco, provvista di una sontuosità
monumentale come nessun’altra città
pugliese. Le più antiche famiglie
pugliesi appartengono a questo lembo
di Puglia e si realizza qui, a partire
dagli anni ’20, una vera fioritura di
banche private che portano i cognomi
delle famiglie fondatrici. A Lecce,
storicamente, la cultura si fonda con
l’economia, con la storia e la tradizione.
Nonostante la posizione decentrata,
la città ha mantenuto ben salda la
presa e ha trovato il modo di reagire
alle crisi che si
sono succedute
nel tempo, restando
fedele a se
stessa. Il turismo è
stata una delle chiavi: nelle facciate
delle chiese e dei palazzi storici, Lecce
ha trovato le sue soluzioni, malleabile
e forte come la pietra che produce il
suo sottosuolo e che vediamo trasformarsi
in orli e merletti un po’ dappertutto:
sulla facciata della basilica di
Santa Croce e dell’attiguo ex Convento
dei Celestini, tra le guglie della
chiesa dei SS Niccolò e Cataldo,
sull’architrave delle porte che delimitano
il centro storico, come Porta
Napoli o Porta Rudiae, dedicata a
Sant’Oronzo, ma anche intorno agli
altari delle chiese, alle finestre degli
edifici privati. Lecce è capitale del
15
Cultura e territorio
barocco, diffuso nel Salento nella
seconda metà del XVI secolo e la fine
del XVIII, ma anche dello shopping,
dell’artigianato, della movida notturna,
della cucina. La cucina salentina è
tradizionalmente povera, nelle case si
cucinava quello che la terra offriva e
quello che si poteva comperare con
pochi soldi e quindi verdure, legumi,
olio, grano. Dall’aia arrivavano le
uova, dai pascoli il latte ed i formaggi;
la frutta - fichi, fichi d’india, mandarini,
arance - arrivava sulle tavole
appena colta, le mandorle servivano a
preparare la pasta per i dolci, le
spume. Ogni profumo, ogni sapore,
accompagnava una stagione. Tra le
stradine del centro storico di Lecce
sono tante le trattorie in cui sperimentare
la bontà delle ricette tipiche.
Di qui, poi, è facilissimo spostarsi
verso il mare, per raggiungere il
Salento Ionico. In mezz’ora si arriva a
Gallipoli, soprannominata la Perla dello
Ionio: i fondali della costa sono per lo
più sabbiosi, di una sabbia fine e
dorata, e circondano il borgo antico,
costruito su una piccola isola collegata
alla terraferma. Gallipoli è nota per le
chiese barocche, come la cattedrale
seicentesca dedicata a Sant’Agata, per
i palazzi rinascimentali, per i balconi
decorati con fregi e figure simboliche.
La parte che circonda l’imponente

Agosto a Melpignano
al ritmo della pizzica
Pizzica e taranta sono danze popolari
dalle origini incerte e molto antiche,
riscoperte e valorizzate solo
negli ultimi vent’anni. Oggi vivono
un momento di grande popolarità e
sono praticate nelle forme più diffuse,
soprattutto nel Salento.
Dalla pizzica per sedurre, alla “pizzica
scherma”, che simula un duello
tra due contendenti, a quella più
tormentata, quasi drammatica, detta
“pizzica tarantata” o, appunto, taranta.
Quest’ultima simula nei movimenti
del corpo le convulsioni che
vengono in seguito al morso di un
tipo di ragno, Lycosa tarantola, che
porterebbero la persona in uno stato
ipnotico, quasi di trance. Secondo
una tradizione molto antica, peraltro
in uso fino a pochi decenni fa, bisognava
portare le donne morse dal
ragno al pozzo di San Paolo, a Galatina:
solo qui le tarantolate potevano
espellere il veleno e liberarsi dal
male. Una storia risalente alla fine
del XVII secolo, infatti, riconduce la
cura di morsi di ragni, scorpioni o
serpenti a guaritrici di sesso femminile
che, secondo la leggenda, avevano
ospitato San Paolo, grazie alla
cui intercessione avevano guarito chi
era stato morso da animali velenosi.
Tra storia e leggenda, è certo che dal
‘300 in poi, musici e tarantolati hanno
adoperato le danze popolari per
curare e curarsi dal veleno di scorpioni
e tarantole.
Alcune di queste danze, poi, hanno
superato ampiamente i confini pugliesi,
tanto che oggi sono inserite a
pieno titolo nelle tradizioni di molte
altre regioni europee. Il Salento,
però, rimane il luogo di origine per
eccellenza, e ogni anno, a fine agosto,
nel piccolo centro di Melpignano,
si celebra la “Notte della Taranta”,
il più grande festival musicale
dedicato al recupero della pizzica
salentina e alla fusione delle musiche
tipiche popolari con altri linguaggi
musicali.
www.lanottedellataranta.it
Castello, realizzato su un precedente
impianto bizantino in prossimità del
seno del Canneto, porto antico della
cittadina, è particolarmente suggestiva,
ma chi viene qui non deve rinunciare
soprattutto ad una passeggiata
sulla riviera che si snoda lungo il
centro storico e offre la vista di
tramonti mozzafiato. Famosa per
l’ospitalità della sua gente, per la
zuppa di pesce alla gallipolina, per i
frutti di mare e le tante varietà di
pescato che i pescherecci scaricano
ogni giorno, la cittadina offre un mare
che si distingue per i suoi colori e
soprattutto una serie di spiagge di
timbro caraibico. Come il seno della
Purità, il lido storico della cittadina,
posto a ponente dell’isolotto su cui
sorge il nucleo antico della città, ai
piedi dei resti della cinta bastionata.
Bellissima anche la spiaggia di Punta
della Suina, per arrivarci bisogna
attraversare una fitta pineta, stradine
fiancheggiate da cespugli di mirto,
ginepro e giglio selvatico, poi ecco
una lingua di scoglio che si allunga
nell’acqua turchese; dal lato opposto,
invece, dopo il paese in direzione
Nord, c’è l’incantevole Spiaggia delle
16
Conchiglie, posta di fronte all’isolotto di
Sant’Andrea. Proseguendo lungo la
costa ionica, superate le cittadine
balneari di Santa Maria al Bagno e
Santa Caterina, si arriva a Porto
Cesareo altra località famosa soprattutto
per il mare e per le lunghe
spiagge di sabbia bianca, costeggiate
da scogli e isolotti. Tra questi l’ Isola
dei Conigli, una vera e propria riserva
naturale che ospita specie marine
ormai in via di estinzione. In direzione
Torre Lapillo, invece, c’è Punta
Prosciutto, posta su un tratto costiero
di rara bellezza, tanto che fa parte del
Parco Naturale regionale, nonché di
un’area marina protetta che comprende
anche la vecchia salina di Torre
Colimena. La spiaggia è orlata di
dune, alle spalle un canneto ne
delimita il perimetro. Il mare lascia
senza fiato, cristallino, colorato dall’
azzurro chiaro al blu più intenso, con
fondali sabbiosi e degradanti, ideale
per lunghe nuotate o passeggiate
nell’acqua. Chi ama il mare di scoglio,
invece, da Gallipoli seguendo la
litoranea verso Porto Cesareo, può
fermarsi nella baia di Porto Selvaggio,
oasi di verde del Parco naturale
Castro marina

egionale o nella vicina baia di Uluzzo.
Grotte, antri naturali, cavità di
origine carsica sono alcuni elementi
caratteristici di quest’area protetta
che comprende una fascia costiera di
1500 ettari. Sempre sul versante
ionico da segnalare la marina di
Pescoluse, detta anche le “Maldive del
Salento”, tratto costiero dalla bellezza
selvaggia. La spiaggia è bianca con la
sabbia finissima, i fondali sono bassi,
le acque sono particolarmente limpide,
tutto intorno una vegetazione
ricca di acacie e tamerici. Continuando
sulla litoranea, superata Santa
Maria di Leuca, ci si ritrova nel
Salento Adriatico, che in questo tratto
di mare presenta paesaggi spettacolari
e caratteristiche totalmente diverse.
Otranto, il punto più orientale della
nostra penisola, è una città ricca di
storia, con un passato importante. Fu
messapica e romana, bizantina e
aragonese, il suo borgo antico - con il
castello Aragonese e la bellissima
cattedrale in stile romanico - è patrimonio
dell’Unesco. La costa intorno
alla cittadina alterna tratti sabbiosi e
tratti rocciosi, ma chi ha deciso di fare
un bagno da ricordare, può dirigersi a
Porto Badisco, descritta finanche da
Virgilio nell’Eneide. Qui, sembra,
approdò Enea dopo la fuga da Troia;
quello che resta oggi è un gruppo di
case di pescatori che si affaccia su un
fiordo lambito da un mare turchese. A
pochi chilometri da Otranto, c’è
Castro. Lo scenario qui cambia del
tutto: non più spiagge dalla sabbia fine,
ma scogliere, insenature, grotte marine.
Come la grotta Romanelli, giacimento
preistorico, la grotta Porcinara, la
grotta del Diavolo, la famosa Zinzulusa,
che prende il nome dalle numerose
stalattiti e stalagmiti che nella sua
grande cavità prendono le forme più
diverse. Bellissimo nuotare all’interno
della grotta, dove il mare assume una
colorazione blu zaffiro. Nel porticciolo
di Castro Marina, poi, dove l’acqua è
così limpida che si fa quasi bere, è stato
istituito un servizio di barche per visite
guidate lungo la costa, tra grotte e
A Cena con la Duchessa - Il Gusto fa Epoca
17
Cultura e territorio
“A Cena con la Duchessa”, un’idea innovativa vincitrice del bando Principi Attivi 2012
della Regione Puglia, vuole valorizzare le risorse storico-artistiche ed economiche di
pregio (castelli e produttori di eccellenza del territorio) salvaguardando l’equilibrio
delle relazioni fra turismo ed ambiente, espresse in termini di “carrying capacity” e/o
di “foot print ecologico”. Ogni azione relativa alla manifestazione è conformata in
funzione dell’ottenimento della certificazione di impatto ridotto, rappresentata dal
marchio “Ecofesta Puglia”. Intanto fervono i preparativi di “A cena con la Duchessa - Il
gusto fa epoca”, evento rievocativo della storia, degli ingredienti e delle portate dei secoli
passati in un connubio inedito nel suo genere che si proietta a livello regionale e
nazionale, in un ideale percorso tra arte e cucina, forma e sostanza, bellezza e bontà.
Quattro cene - evento all’insegna delle prelibatezze enogastronomiche, all’interno di
mura possenti e ricche di storia di alcuni castelli del Salento, in cui riscoprire spazi e
gusti di un’epoca scomparsa, aneddoti e vicende di personaggi realmente vissuti di cui
si è persa la memoria. Le cene si caratterizzeranno per la riproposizione di un banchetto
storico dove lo chef Sara Latagliata e i grandi chef ospiti, coadiuvati dai ragazzi dell’Istituto
Professionale servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità alberghiera “Aldo Moro” di
Santa Cesarea Terme, faranno rivivere a tavola il gusto medioevale e quello rinascimentale.
Gli ospiti, accolti con squilli di chiariana medievale e rinascimentale, faranno così un
salto all’indietro nel tempo; diventeranno barone o principe, duchessa o condottiero e
saranno serviti da scalchi e trincianti. Avranno il Gran Coppiere al proprio servizio.
Quattro le serate previste. Si inizia il 20 Luglio con il castello di Acaya, per continuare
nel mese di agosto con i castelli di Castrignano dei Greci e di Corigliano d’Otranto.
L’evento conclusivo si terrà nel palazzo ducale di Presicce nel mese di settembre.
La composizione dei menu, articolati in quattro portate (primo servizio di credenza,
primo servizio di cucina, secondo servizio di cucina, terzo servizio di cucina) terrà
conto della sensibilità dei moderni palati, pur restando filologicamente rispettosa
delle tradizioni passate. Le cene saranno preparate con materie prime (vino, pasta,
olio, latticini e dolci) di alto profilo qualitativo, quasi tutte cosiddette a chilometrozero
oppure di filiera corta. Numerose altre sorprese attenderanno gli ospiti alo loro arrivo
al castello, il cui passo sarà segnato da un lungo tappeto rosso. Il commensale sarà
così spettatore e protagonista di un momento che permetterà di soddisfarne sia la
percezione contingente sia l’edificazione dell’esperienza. Il cibo per la gola diverrà
anche cibo per gli occhi, attraverso le opere pittoriche degli allievi dell’Accademia
di Belle Arti di Lecce e le sculture in zucchero della cake designer Giusy Verni. Una
concomitanza innovativa delle arti visive e culinarie. A completare il programma delle
singole serate spettacoli di danza, giocoleria, musica ed improvvisazione teatrale.
anfratti. Per la sua asperità questa
parte della costa adriatica del Salento è
meno battuta dai canali turistici tradizionali
ed è meta preferita di un
turismo forse più d’élite. Chi viene qui
ama il mare di scoglio, le lunghe
immersioni, la pesca alla traina; ama
andare a letto presto e alzarsi all’alba
tra i chiarori rosati di un Salento forse
un po’ più ruvido, ma pieno di fascino.
E se dalla costa ionica a quella adriatica
il cambio di scena è dietro l’angolo, chi
decide di fermarsi e conoscere più a
fondo questo territorio può scoprire
ancora tanto. L’entroterra salentino,
infatti, offre paesaggi e paesi dal
timbro particolare, circondati da
campagne disseminate di masserie
fortificate. Un reticolo di strade dritte e
strette attraversano i campi di girasole
della piana leccese e raggiungono
Maglie, Galatina, Carpignano Salentino,
Casarano, Castrignano dei Greci e
tanti altri, poco popolosi, puliti, tanto
bianchi da abbagliare la vista. La
pizzica qui è dappertutto, più che una
danza popolare è uno stile di vita, i
suoi ritmi incalzanti sembrano rimbalzare
tra cattedrali, porte barocche,
mosaici paleocristiani per poi liberarsi
ovunque, sprigionando nell’aria gioia,
calore ed energia.

De Nittis,
il pittore senza confini di
Dopo il grande riscontro di
pubblico della mostra allestita
due anni fa al Petit Palais-
Musèe des Beaux Arts di
Parigi, non si arresta il successo della
retrospettiva dedicata a Giuseppe De
Nittis in corso a Palazzo Zabarella di
Padova.
Nativo di Barletta (1846-1884), il
cosiddetto pittore senza confini, uno
dei rari esempi in cui l’arte si identifica
con la vita, è dal 19 gennaio al 26
maggio in mostra con 120 capolavori
provenienti dai più prestigiosi musei e
collezioni pubbliche italiane e francesi.
Il percorso espositivo rappresenta la
più importante mostra mai realizza-
Il passaggio degli Appenini - 1867
ta su uno dei protagonisti assoluti
della pittura dell’Ottocento europeo:
merito, anche, del recupero di lavori
non presenti nell’esposizione parigina,
alcuni dei quali ignoti alla critica,
altri assenti dall’Italia da molto tempo,
come quelli che appartengono al ciclo
delle vedute londinesi.
Il pittore pugliese fu protagonista di
una complessa vita artistica che lo
portò a Napoli, Roma, Parigi e Londra
con lusinghieri successi. Tra ritratti,
paesaggi e vedute urbane, la variegata
produzione artistica fu caratterizzata
dall’eleganza espressiva, dalla squisitezza
formale e dalla luminosità
ricercata dei suoi dipinti.
19
Mostre
Stefania Di Mitrio
De Nittis fu l’artista della vita moderna
dell’epoca interessato alla vita dei
cantieri, dei boulevard e delle corse
ippiche. Si distinse per la sua impronta
innovativa elegante e raffinata nelle
scelte dei paesaggi e dei riti sociali
delle grandi città, tra pennellate fluide
e veloci, macchie e tocchi colorati.
Non a caso con Degas e Manet, l’artista
pugliese è stato uno dei primi pittori
dell’800 ad utilizzare il pastello per
le composizioni di grande formato.
L’esposizione su De Nittis si snoda
attraverso la sensibilità e le passioni
del pittore, partendo dalle prime tele,
fra cui Appuntamento al bosco di Portici,
piccola tela che mostra tutta l’abilità di

De Nittis nel cogliere la luce del sole
che si intrufola fra le foglie di un bosco,
e la poetica opera Il passaggio degli
Appennini, metafora del suo viaggio
dalla Puglia a Napoli. Questo lavoro
risale al 1867 e ritrae una strada solcata
dalle ruote delle diligenze, mentre
all’orizzonte il sole apre un varco tra le
nuvole e illumina la via fangosa.
Non manca poi all’interno della mostra,
ordinata in sezioni cronologiche,
un approfondimento sul periodo di
formazione di De Nittis, avvenuta a
Napoli. È qui che l’artista s’immedesima
nella natura, trasponendo sulla
tela quella che chiamava l’atmosfera
diversamente identificata secondo il
mutare delle stagioni e delle ore del
giorno. Appartengono al soggiorno
napoletano le vedute del Vesuvio,
tavolette e tele di piccole dimensioni,
che compongono un vero e proprio
reportage pittorico, realizzato con un
procedimento fotografico che non ha
confronti nella pittura italiana dell’epoca.
Il percorso pittorico della mostra
si sposta poi nelle grandi capitali, a
Londra, sul ponte di Westminster
avvolto dalla luce rosata o a Hyde Park
immerso nel sole mattutino, o ancora
in Trafalgar Square.
E poi è la volta della Francia, con
la sua luce e i suoi colori, con le sue
donne e i suoi cieli. Come scrisse nel
suo taccuino di memorie lo stesso De
Nittis: “Nessuno dei paesi che ho conosciuto
aveva la dolcezza di questa bella terra.
Le rive della Senna mi incantarono. Ogni
giorno ho dipinto in un verde tenero come la
giovinezza quei cari paesaggi, i salici quasi
grigi sulle rive, le nebbie trasparenti e i cieli
pallidi”.
A Parigi, inoltre, De Nittis-la cui
giovinezza era stata funestata da gravi
lutti familiari (perse la madre a soli tre
anni e il padre morì suicida quando ne
aveva dieci)- , ritrovò la felicità soprattutto
grazie all’incontro con quella
che poi divenne sua moglie, Léontine
Gruvelle, detta Titine.
Insomma, il grande maestro dell’Ottocento
seppe reggere il confronto
con gli Impressionisti con cui condivise,
pur nella diversità del linguaggio
pittorico, l’aspirazione a rivoluzionare
l’idea stessa della pittura, scardinando
la gerarchia dei generi, sconvolgendo
la tradizione e raggiungendo quell’autonomia
dell’arte che poi è alla base
della modernità.
Nel suo stile unico e inconfondibile
De Nittis riuscì a catturare motivi,
sia dalla natura (dalle campagne della
Puglia, alle pendici del Vesuvio, alle
rive della Senna e del Tamigi), sia dalla
vita che scorreva frenetica lungo i
boulevard, o gioiosa nei grandi parchi
fino alla vita dei salotti, primo fra tutti
quello della principessa Matilde.
Ciò che più colpisce è come abbia
saputo interpretare e rappresentare la
scoperta di un mondo molto lontano
Appuntamento al bosco di Portici (particolare) - 1864
INGRESSO MOSTRA
Padova, Palazzo Zabarella
Via degli Zabarella, 14
Orario
Dal martedì alla domenica 9.30/19.00
La biglietteria chiude 45 minuti prima.
BIGLIETTI
Intero 12,00 euro
Ridotto 9,00 euro
Ingresso gratuito
Bambini fino ai 5 anni compiuti (non
in gruppo scolastico), giornalisti con
tesserino, guide autorizzate di Padova,
accompagnatore di visitatore
diversamente abile.
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI
CALL CENTER
Tel. +39 049 8753100
Fax +39 049 8752959
prenotazioni@palazzozabarella.it
www.zabarella.it
20
dalla sua terra di origine.
Con la sua arte e il suo fascino italiano
riuscì persino a sedurre la Parigi delle
Esposizioni Universali. A quella del
1878, l’ultima prima della sua prematura
scomparsa (morì a soli 38 anni),
era presente con ben 11 opere, segno
dell’enorme considerazione di cui
godeva, tanto che gli venne assegnata
una medaglia d’oro e la più alta onorificenza
nazionale, la Legione d’Onore.
Le opere della mostra provengono
dalle maggiori istituzioni francesi - tra
cui il Petit Palais e il Musée Carnavalet
di Parigi, il Musée des Beaux
Arts di Reims - e dai più importanti
musei e gallerie d’arte italiane tra cui
la Pinacoteca De Nittis di Barletta, la
Pinacoteca Provinciale “C. Giaquinto”
di Bari, la Galleria d’Arte Moderna
di Palazzo Pitti di Firenze, la Galleria
d’Arte Moderna di Milano, il Museo
di Capodimonte di Napoli, la Galleria
Internazionale d’Arte Moderna di Ca’
Pesaro di Venezia.
La rassegna, curata da Emanuela
Angiuli, direttrice della Pinacoteca di
Barletta, e da Fernando Mazzocca, è
promossa dalla Fondazione Bano di
Padova e dalla Fondazione Antonveneta.
Il catalogo dell’esposizione,
pubblicato da Marsilio, approfondisce
le ragioni del successo di De Nittis sul
mercato internazionale dell’arte e del
grande collezionismo, ma anche nella
sfera di una mondanità esclusiva, dove
l’artista riuscì ad introdursi grazie alle
sue capacità conviviali. La sua casa
parigina, infatti, divenne il punto d’incontro
di intellettuali e artisti quali
Zola, Wilde, Dumas figlio, Manet e
Degas.
“De Nittis” a Padova fa rivivere sulle
pareti di Palazzo Zabarella la vitalità
e l’intensità di un’epoca. La mostra
rappresenta un’ulteriore tappa per la
valorizzazione dell’opera del pittore
barlettano, valorizzazione che ha
avuto inizio con la sistemazione definitiva
nel Palazzo della Marra nella
sua città natale, della ricca donazione
delle sue opere da parte della vedova
dell’artista.

www.marangoni.com
Sponsor ufficiale
STUDIO BI QUATTRO

Trani,
semplicemente
bella
di Lucia De Mari
foto Luca Bezzato
Distinta, luminosa. Bellissima. Trani ti sorprende! Sorprese
da antica Repubblica marinara, da arcaico emporio aperto
a molti popoli; sorprese da “stazione balneare” di inizio
secolo e da moderno luogo di cultura, ma anche di svago
e di divertimento per tutti. Questa è Trani. Sorprese offerte da una
cittadina che molte cose ha visto passare in tanti secoli di storia,
accogliente per tradizione e cultura, che presenta con naturalezza e
senza enfasi le sue bellezze, che sono davvero eclatanti. Trani vive la
sua distinzione, luminosità e bellezza con la nonchalance e la classe
di una signora che sa di essere e non fa nulla per apparire.
23
Cultura e territorio
La Cattedrale

“È una occasione unica per la nostra città, per far conoscere la nostra storia e le nostre
tradizioni oltre i confini regionali, in un‘estate che sarà come sempre ricca anche
di momenti di alto spessore turistico, culturale e religioso: celebrare la promulgazione
degli Statuti marittimi e del ruolo di grande rilevanza che la città ha avuto
in passato, richiamando l’attenzione di studiosi ed esperti, ma anche dei turisti”:
l’assessore alla Cultura, dott. Salvatore Nardò, presenta il programma di celebrazioni
del 950° anniversario degli Ordinamenta Maris con un programma di iniziative ed
eventi che si svilupperanno fino ad ottobre, “periodo del mare”.
Gli Ordinamenta et Consuetudo Maris costituiscono il più antico codice marittimo
del medioevo: promulgati a Trani nel 1063 dai Consoli del mare Simone De Brado,
Angelo de Bramo e Nicola de Ruggiero, sono formati da 32 capitoli, oltre al proemio,
scritti in lingua volgare. Le singole disposizioni trattano la regolamentazione
delle avarie, i ritrovamenti in mare, le regole dei nocchieri e degli scrivani, il contratto
di noleggio, il trattamento economico e normativo dei marinai.
Il calendario di celebrazioni prevede una serie di mostre d’arte presso Palazzo Beltrani
e la biblioteca “Bovio”; il Concorso “Scuola creativa” per la produzione degli
elaborati sul tema da parte degli studenti; l’importante convegno storico giuridico
sul tema “Consuetudini e statuti giuridici del Mediterraneo dal medioevo all’età moderna”,
in programma il 30 e 31 maggio presso la biblioteca dell’Ordine Forense, organizzato
in collaborazione con il Rotary di Trani ed il Consiglio dell’Ordine Forense
e patrocinato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari;
dal 6 al 9 giugno, all’interno de “I Dialoghi di Trani” una Lectio Magistralis sul tema
“La Puglia tra Europa e Mediterraneo” con Isidoro Mortellaro, professore di Storia
delle Istituzioni Politiche presso l’Università di Bari; visite al Sipario del Molinaro
presso la Scuola Elementare E. De Amicis; la “Festa del Mare” dall’8 al21 luglio, con
antichi giochi nel porto, mercato storico nei pressi della vecchia dogana; il 9 agosto
la rievocazione storico-teatrale della promulgazione; tra fine agosto ed inizio settembre
“Lech Lechà - Settimana di cultura ebraica” con convegno storico; restauro
del monumento agli Ordinamenta Maris.
A questo si aggiunge anche uno straordinario appuntamento storico-sportivo-turistico:
la Regata Velica “Trani-Dubrovnik”, IX edizione del Trofeo Challenge “Antonio
Pennetti”. Il 4 luglio il porto di Trani sarà in festa per la partenza di decine di imbarcazioni
provenienti da tutto il Mediterraneo, che si sono date appuntamento nella
città degli Ordinamenta Maris per salpare alla volta della costa croata.
Fortino Villa Comunale visto dal porto
24
Costruita in pietra chiara intorno a
un’insenatura naturale, la città conserva
un nucleo antico che, insieme
alla Cattedrale e al Castello, testimoniano
la sua importanza storica e la
sua naturale vocazione a coniugare
cultura superiore e raffinatezza estetica.
Affacciata sul basso Adriatico, ad
est del promontorio del Gargano,
ricca di monumenti e di storia, ai
turisti offre un altro pregio: la cordialità
e l’ospitalità dei tranesi verso
i forestieri. Per chi viene a Trani da
turista distratto…basterà ammirare la
Cattedrale, il Castello Svevo, lo splendido
giardino pensile, il Monastero di
Colonna: ne resterà appagato.
In realtà questa città offre parecchio
altro, ma soprattutto ha una sua
intimità nascosta e misteriosa, che
emerge dai secoli bui del Medio Evo
ed anche da più lontano nel tempo,
fatta di segni che si intuiscono, che
non sono evidenti ma che si percepiscono
poco a poco: solo chi saprà
inoltrarsi e penetrare questa realtà
antica cogliendone le tracce residue
potrà dire di conoscerla veramente.
Racconta la leggenda che il nome di
Trani deriva dal mitico eroe greco
Tirreno che ebbe a fermarsi in questi

luoghi, fondandola. Storicamente
Trani è nominata per la prima volta
nella “Tabula Peutingeriana”, una
carta da viaggio romana conservata a
Vienna; nei secoli seguenti la si trova
menzionata in una carta geografica
araba, ai tempi dell’emirato di Bari,
sotto il nome di Al Tranah. Fu centro
importante per i Longobardi ed i
Bizantini che se la contesero: la sua
prima mutazione, in parte ancora
visibile, risale infatti a quel periodo.
Nel 1063 furono emanati a Trani gli
“Statuta et Ordinamenta Maris”, la
prima legge del mare adottata nel
Mediterraneo medievale: quest’anno
vengono celebrati i 900 anni da quella
data con una serie di eventi e manifestazioni
organizzate dall’amministrazione
comunale (vedi box a pag. 28).
Dalla antica chiesa di Ognissanti
(detta anche ospedale dei Cavalieri
Templari) la cui abside si affaccia sul
porto, narrano sia partita la prima
crociata; sicuramente fu base di imbarco
per i crociati. Proseguendo nei
secoli, Federico II, il grande Imperatore,
non esitò a far impiccare sul
più alto torrione del Castello il figlio
del doge Tiepolo, che lo aveva tradito
mentre la flotta veneziana incrociava
a vista; ed ancora è in questo castello
che Manfredi, il figlio prediletto di
Federico ebbe in sposa Elena Comneno,
principessa d’Epiro, nel 1259
qui dopo la sconfitta di Benevento,
con l’inganno, ella fu consegnata con
i suoi figli agli sgherri dell’Angioino.
La Chiesa, lo Stato, la Legge: passeggiando
per il borgo antico di Trani
si noterà l’importanza che queste tre
istituzioni ricoprono nella vita della
città.
Ma Trani fu il più importante centro
mercantile e marittimo dell’Adriatico,
per poi diventare a fine Cinquecento,
sede della Sacra Regia Udienza e
quindi “città forense” per eccellenza:
proprio di fronte alla “regina della
cattedrali di Puglia” si incontra infatti
il Tribunale di Trani che guarda al
mare dalle finestre di Palazzo Torres
risalente alla prima metà del XVI
secolo.
Le grandi famiglie ebraiche proprio
qui monopolizzavano i commerci
con le Repubbliche Marinare e Trani
fu anche sede di un arsenale navale di
Venezia durante la sua dominazione;
poi la decadenza in quel ‘700 in cui
i tranesi, abbandonati i commerci,
vedono la loro città diventare culla
del Diritto prima, fino a giungere al
saccheggio di Trani nel 1799 da parte
delle armate francesi. Ma il vero spirito
della città va cercato vivendola,
penetrandola nella sua parte antica e
in quella moderna nello stesso tempo.
Per afferrarne il significato recondito
bisogna girare per il Borgo antico, salire
le scale della Porta aurea, superarne
i confini della Giudecca, il quartiere
ebraico con le antiche sinagoghe
tutt’ora luoghi di culto, percorrere
le stradine dai nomi misteriosi: via
Stregatizze, via la Giudea, i Fondaci
di London e Swezia, ancora così
contrassegnati, immaginare questi
mondi di traffici con i magazzini pieni
di spezie, di lane pregiate, di sete
d’oriente, di incenso e di pietre preziose.
Solo così si può intuire l’animo
antico di questa città, forte ed astuto,
intelligente e contraddittorio, fiero
25
Cultura e territorio
La primavera risveglia i sensi? Arriva
“Trani a go go”. Per 5 domeniche (dal
28 aprile al 26 maggio) Trani apre le
porte di chiese, palazzi antichi, con
percorsi artistici, culturali, musicali ed
enogastronomici. L’obiettivo del progetto,
ideato dall’agenzia Made in
Puglia con il patrocinio del Comune di
Trani, Assessorato al Turismo, Spettacolo
e Marketing Territoriale e del Gal
Ponte Lama, è quello di valorizzare la
città attraverso le sue bellezze artistiche
e culturali. Acquistando il ticket
presso il tour Vila Viaggi o presso
l’Infopoint (piazza della Repubblica)
saranno consegnate una mappa, un
gadget e un badge di ingresso a 12
postazioni per la degustazione di prodotti
tipici. Il ticket (15 euro) consente
di visitare, assistiti anche con guide
in madrelingua, 13 piazze nel centro
storico, 10 tra musei e luoghi di culto,
13 dimore, 15 palazzi antichi e di partecipare
– previa prenotazione all’acquisto
del biglietto - a un concerto
serale di Musica (Jazz-Blues, Classica
o Leggera) che si terranno dalle 20.00
a Palazzo Discanno, Palazzo Savoia e
Palazzo Palumbo-Quercia.
Tutti i siti saranno visitabili dalle
ore 10 alle 13 e dalle 6 alle 19; per
l’occasione tutti i negozi del centro
cittadino saranno aperti per l’intera
giornata. Nei percorsi stabiliti saranno
dislocati due Infopoint aperti al
pubblico dalle 8 alle 20 in Piazza
della Repubblica e in Piazza Lambert,
dove sarà possibile acquisire tutte le
informazioni.
Per maggiori informazioni:
info@traniagogo.it / tel.
0883.50.00.44 www.traniagogo.it /
Twitter:@Traniagogo
Facebook Pagina Fan: Traniagogo

e vile nel contempo, ma pur sempre
vitale nei secoli. E se capiterete a
Trani quando tramontana investe il
suo castello proteso sul mare, forse
vi parrà di sentire nel sibilo del
vento che rimbomba fra quelle mura
possenti, il pianto degli ultimi Svevi
eredi di una gloria andata perduta.
Percorrere il porto con lo sguardo
regala da un lato una sfilata di bellissimi
pescherecci, dai colori intensi
e dai nomi evocativi e dall’altro una
distesa di barche da diporto, segnali
di un mare «abitato». Ed è proprio
qui che trovano il loro spazio ideale
le numerosissime feste, religiose e
non, che Trani ospita e organizza.
Un porto che è lo scenario del brulicare
di persone nelle sere d’estate,
di concerti e spettacoli, di bancarelle,
ristoranti, bar e giostre. I riflessi rosei
delle luci sulle chianche e l’odore di
pesce fresco all’arrivo dei pescherecci
contribuiscono a conservare un’atmosfera
caratteristica, anche in una
città che, come è noto, oggi è Capoluogo
di provincia, insieme a Barletta
ed Andria.
Scorcio del porto
Dal 6 al 9 giugno ai “Dialoghi di Trani” va in scena l’Europa
Dopo l’Europa della crisi, ma a partire dall’Europa con le sue radici e le sue culture
interrelate, i “Dialoghi di Trani” vogliono offrire spunti per una riflessione di ampio
respiro sull’Europa vista dal suo Sud affacciato sul Mediterraneo.
“L’Europa dopo l’Europa” è il tema della XII edizione dei “Dialoghi di Trani”, il più
importante festival letterario nel Mezzogiorno, organizzato dal 6 al 9 giugno, dall’Associazione
culturale “La Maria del Porto” e promosso da Regione Puglia e Città
di Trani, con la speciale Adesione del Presidente della Repubblica.
Alla corte di Federico II di Svevia tra musica, immagini e parole.
I protagonisti dell’attuale scenario letterario e culturale internazionale (scrittori, filosofi,
giornalisti) riflettono pubblicamente su idee, libri, suggestioni, incontrando
numerosi lettori giovani e adulti.
In che modo l’Europa può ripartire e ripensare ad un cammino di rinnovato slancio
culturale e di nuova tensione etica sui temi dell’inclusione, della sostenibilità, della
giustizia sociale?
Quali posizioni hanno i giovani di quest’Europa da ridefinire?
Che cosa lega ancora quei popoli che, come diceva Nietzsche, «hanno il loro passato
comune nella grecità, nella romanità, nell’ebraismo e nel cristianesimo»?
Le risposte non solo tra le pagine dei libri e nelle parole dei loro autori, ma anche nei
tanti spettacoli, proiezioni cinematografiche, mostre, installazioni, workshop, laboratori
per bambini, visite guidate, percorsi enogastronomici, escursioni in bicicletta alla
scoperta della “città della pietra bianca”.
Un’occasione imperdibile per quanti scoprono il turismo culturale pugliese nella bella
stagione, con possibilità di ammirare l’incantevole porto su cui si affaccia la possente
Cattedrale, scalpicciando sulle chianche nel bel mezzo della movida tranese, e
pernottare in uno dei tanti agriturismi oppure in un resort sul mare.
Per informazioni sul Festival: www.idialoghiditrani.com
26

Paolo Belloni e Martine
Balanza e il loro approccio
all’accoglienza pugliese:
un vasto terreno pieno di
melograni, fichi e meli, dedicato
unicamente alla
conservazione
della natura. Un
paradiso di tranquilità,
bellezza e
perfezione in un mondo sempre piu
incasinato.
Probabilmente percorrendo la strada
che collega Locorotondo a Cisternino,
avrete tirato dritto senza accorgervene,
visto che non c’è un cartello
che ne segnali la presenza.
“Quest’anno lo faremo di sicuro”
assicura Paolo Belloni. In realtà non
cambierà nulla perché la ricerca fa
un po’ parte della sua filosofia. I
giardini Pomona non hanno nulla a
che fare con una classica attrazione
turistica e mai lo devono diventare.
31
Cultura e territorio
POMONA con la “P”,
come pace
La storia dei giardini Pomona,
Conservatorio botanico
nella Valle d’Itria
di Katja Brinkmann
Per chi viene qui a seguire il suo percorso
delle piante e le loro origini,
non conta fare un chilometro in piu,
anzi. La visita può ben diventare una
specie di caccia al tesoro, così che la
magia del posto
si valorizzi ancor
di piu. Prima o
poi arrivano lo
stesso: i “locali”
e i “forestieri”, il cittadino con il
pollice verde oppure il contadino
che sogna un terreno come questo,
ampio, bello e curato alla perfezione
, con l’unico destino di essere
un Conservatorio Botanico. Siamo
andati a trovare Paolo Belloni, il
“maestro” delle piante di Pomona e
sua moglie, Martine Balanza, poco
prima dell’inizio di primavera.
Paolo, com’è nata l’idea dei giardini
Pomona?
Mi occupo di biodiversità delle pian-
te di interesse alimentare ormai da
vent’anni e l’idea di fare un conservatorio
botanico è stata una forte
motivazione per trasferirci al sud.
Amo le piante in generale, ma ho un
debole per le piante da frutto, per il
nutrimento che danno all’uomo e il
lusso dei loro sapori. Mi piace la storia
dell’agricoltura, di questo rapporto
fecondo tra uomo e natura che ha
cambiato la storia dell’umanità trasformando
i frutti selvatici, attraverso
un lungo processo di evoluzione,
in quelli attuali. Secoli di scelte
selettive operate dai contadini e dai
proprietari dei fondi hanno accumulato
un patrimonio botanico che
ora di sta velocemente impoverendo
e disperdendo. Credo che oggi non
possiamo sapere cosa potrà esserci
utile domani. Da qui nasce l’idea del
conservatorio botanico: tramandare
alle generazioni future le esperienze
e i risultati frutto di questo enorme

lavoro del passato.
Il nome “Pomona” da dove viene?
Conservatorio e non orto botanico
perché ci piaceva questa analogia
con il conservatorio musicale, un
luogo dove si conserva e si studia
la storia della musica, ma anche
proiettato verso nuove composizioni.
Non, quindi, un museo rivolto
al passato, ma un luogo di ricerca
rivolto al futuro. Una sorta di trait
d’union radicato nella tradizione, ma
proiettato in avanti. Il nome Pomona
deriva da quello della dea latina
protettrice di orti e frutteti che,
nell’iconografia classica e neoclassica,
viene spesso rappresentata con
un ramoscello di ulivo in una mano,
un tralcio di vite nell’altra ed una
cornucopia traboccante di frutti ai
suoi piedi. Nel XVIII e XIX sec. al
suo nome erano dedicate le raccolte
di studi e gli scambi di informazioni
tra gli scienziati che si occupavano di
pomologia, lo studio dei frutti.
Cosa ci si aspetta da voi?
Il Conservatorio botanico si estende
su dieci ettari di terreno proprio nel
centro della Valle d’Itria. Quando
siamo arrivati il paesaggio era ricco
di fascino, ma il luogo abbandonato:
le cisterne squarciate, i muretti
a secco crollati e pieni di rovi. Per
trasformarlo nel giardino di oggi
c’è voluto tempo, investimenti, ma
soprattutto tante amorevoli cure.
Mentre si ristagnavano le cisterne e
si liberavano i rovi per far riemergere
i muretti di confine, si mettevano
a dimora gli alberi. Ora, in 9 anni,
abbiamo piantato ottocento diverse
varietà di frutta antica.
Cioè?
Trecento diverse varietà di fichi, 40
di melograni, 30 di pere tradizionali
e poi mandorle, uve da tavola, ciliegie,
susine, albicocche, mele, agrumi,
cotogne, gelsi, giuggiole, sorbe e
corniole, cachi, kiwi, noci, pistacchi
e nocciole: c’è di che sbizzarrirsi!
Negli interspazi lungo i filari del
frutteto crescono le erbe aromatiche.
Questi campi alberati sono
molto armoniosi e ben integrati al
paesaggio agrario circostante. Qui si
coltiva in biologico, ci sono le arnie
delle api per favorire l’impollinazione,
si recuperano le acque piovane
con un sistema capillare di cisterne
praticamente presenti in ogni campo.
Abbiamo voluto questo luogo
per dimostrare come un’alternativa
all’attuale modello di sviluppo non
solo sia possibile, ma sia concretamente
vivibile e praticabile nel totale
32
rispetto dell’ambiente.
Perché proprio la Valle d’Itria?
In Valle d’Itria c’è ancora un grande
sapere sopratutto nelle generazioni
di anziani. C’è chi produce tutto
quello che gli serve per la sopravvivenza:
si coltiva l’orto, si fa il formaggio,
fa il pane con la sua farina.
Questo è uno dei rari posti in Italia
dove si trova ancora chi sa distinguere
tutte le varietà di piante con
il proprio nome e conosce i loro
usi terapeutici. Per questo mi piace.
Si trovano ancora bravi potatori,
persone capaci di fare gli innesti,
questo miracolo sulle piante selvatiche
che le rende produttive. C’è
chi fa il centerbe e dunque conosce
le cento erbe diverse necessarie alla
sua preparazione. Si conoscono tanti
metodi di conservazione ed essicazione
dei frutti e degli ortaggi. Poi
c’è il fascino del paesaggio agrario
antico, a volte rimasto intatto. Amo
la pietra che domina su tutto: tra i
muretti a secco un reticolo infinito
di tratturi, stradine, sentieri, impreziosito
dalle masserie, ti conduce a
paesaggi sempre nuovi e inaspettati.
Scopri le diverse tipologie di abitazioni
in pietra a secco: làmie, trulli
e spazi di lavoro, i magazzini e l’aia
dove si battevano ed essiccavano
legumi, cereali e mandorle, spesso
firmati da chi li viveva con un det-

taglio d’architettura estroso, sempre
intrigante. È la ricchezza di questa
cultura che Pomona vuole salvaguardare
e tramandare.
Un impegno gravoso, non c’è che dire. Ma
per tutto questo potete contare sull’aiuto di
qualcuno?
C’è un operaio che ci aiuta. È il
depositario di un saper fare antico,
di un rapporto stretto con questa
terra rossa e generosa. Terra arida e
assolata, che inghiotte l’acqua nelle
sue doline ma riempie i suoi frutti
e i suoi ortaggi di un sapore concentrato.
Alimenti che ti saziano per le
loro altissime qualità organolettiche
e nutrizionali.
Accompagno sempre personalmente
i visitatori, a volte con un
interprete. È proprio una cosa che
mi piace. Amo farli partecipi delle
mie scoperte, condividere con loro
la mia passione per i fiori, le foglie, i
rami, i frutti. Portarli a vedere questa
ricchezza straordinaria che ci offre
la natura, che non si ripete mai per
identità, dove ogni essere è unico,
diverso da tutti gli altri, un individuo
appunto, ma nello stesso tempo può
essere classificato, rientrare in alcune
categorie che lo accomunano ad altri:
specie, razza…esattamente come
gli uomini.
Chi sono i vostri visitatori e cosa si aspettano?
Qui vengono le scuole di ogni
ordine e grado, turisti, garden club,
ambientalisti e appassionati del
verde in generale: chi ha approfondite
conoscenze botaniche e chi
ama curare due fiori sul suo balcone
in città. Di regola vogliono essere
stupiti da cose inusuali: ad esempio
dal lampone giallo o dal fico d’India
senza spine. Oppure sono curiosi
di vedere piante che hanno sentito
nominare ma, forse, non hanno mai
avuto l’opportunità di conoscere da
vicino come la liquirizia, l’uva spina,
la lemon grass, il rafano, il rabarbaro,
l’elicriso o alberi come il giuggiolo,
il sorbo, il corniolo o l’azzeruolo.
Ogni varietà antica ha la propria
storia, non solo agricola, ma anche
legata all’arte, alla cucina, alla sociologia
e all’economia delle collettività
in cui era prodotta. Conosco molte
di queste storie che mi piace raccontare
durante la visita.
I giardini sono famosi per la collezione
diverse varietà.
Ho una predilezione per questa
pianta generosa e frugale, la pianta
senza padroni, che ha sfamato
viandanti e pastori lungo gli antichi
tratturi della transumanza e le strade
33
Cultura e territorio
dei pellegrini. Pianta rustica, che
non necessita di alcun trattamento
dando un cibo sempre sano e facile
da conservare. Albero trascurato dal
mondo scientifico, ma molto importante
nella storia dell’alimentazione.
Ad essa ho anche dedicato il libro
“Fichi di Puglia” di recente pubblicazione.
Qui c’è una delle collezioni
più importanti di tutto il bacino del
Mediterraneo. Nasce come esperienza
controcorrente.
La gente locale spiantava gli alberi
di fico che qui però hanno il loro
habitat ideale. Noi ci siamo messi
a raccoglierli. Spesso i fichi sono il
frutto prediletto dagli abitanti del
Nord Europa che vedono in esso
un’anticipazione dei frutti tropicali.
In effetti abbiamo pensato che era
meglio non trasportare questo frutto
fragile e delicato sui mercati esteri,
ma cercare di attrarre i suoi estimatori
del nord qui da noi. Diverso
è per i fichi essiccati che inviamo
ad alcuni grandi chef francesi che
compongono interi menu a base di
alcune nostre varietà rare.
Quali sono i vostri piani per il futuro?
Stiamo estendendo la gamma dei
nostri prodotti agricoli lavorati secondo
la tradizione, oltre che all’olio
extra vergine di oliva biologico e
ai fichi essiccati al sole ripieni di
mandorle e aromatizzati con scorza
di limone e finocchietto selvatico,

a nuovi prodotti, sempre di altissima
qualità, a base di ortaggi ed altri
frutti. Per sostenere il conservatorio
botanico, oltre alla vendita dei nostri
prodotti e al supporto dei nostri
soci, abbiamo creato un mini vivaio
per amatori.
Martine, tu sei l’anima dei giardini Pomona.
Come hai conosciuto Paolo?
Nel 2001 ho fatto un viaggio in
India con amici, al seguito di un antropologa
italiana che viveva lì, una
grande esperta di piante officinali.
Prima di rientrare mi ha dato una
lettera da portare ad un suo amico a
Milano con cui aveva lavorato in India
sull‘uso delle piante officinali nei
villaggi. Cosi ho conosciuto Paolo, il
destinatario del messaggio.
Dopo qualche mese vivevamo insieme,
io abitavo a 300 metri da lui ma
prima di questa lettera non lo avevo
mai visto. Ci siamo dunque incontrati
nel 2001 e nel 2004 ci eravamo
già trasferiti in Puglia.
È successo tutto in fretta, nel 2002
siamo venuti in vacanza: volevo
fargli vedere come erano belli questi
luoghi. Abbiamo trascorso tutto il
tempo a visitare campagna, grotte,
musei, ristoranti; c’era tanto da conoscere.
Poi siamo tornati nel 2003
e abbiamo cercato casa con attorno
la terra per il giardino.
E la tua vita è cambiata, immagino.
Eccome. Ho sempre adorato come
Paolo parla delle piante, sa trasmettere,
e sa le cose le più svariate e ne
sa un’infinità. Non sapevo niente
di piante, oggi ne so un po’ di più
e certo non è proporzionale all’interesse
che porto a questo grande
giardino al quale dedichiamo ogni
giorno della settimana.
Qui devi essere adattabile: un evento
da organizzare, una conferenza
da preparare, il giardino da pulire,
il sito, fare le foto per le schede, la
produzione del nostro olio. Certo,
ci sono anche momenti difficili, ma
avere attorno a me questa terra, perdermi
nella sua bellezza così perfetta
e avvolgente mi ispira grande sicurezza.
Con così tanto lavoro che avete ti rimane
ancora un po` di tempo per la tua passione,
il Tai Chi?
Certo. Tengo lezioni in giro per il
territorio o qui nei nostri giardini di
Pomona.
Pratico quest‘arte marziale dal ‘92.
Dico sempre che la natura armonizza
tutto, e non lo dico solo io, ma
tutti quelli che vivono qui. In quello
è come il Tai Chi. Praticarlo mi
mette in armonia con quello che mi
circonda. Il Tai Chi é strettamente
legato alla natura, il massimo è praticarlo
fuori. Quello che sento dentro
di me mentre pratico è molto simile
a quello che vedo attorno a me. I
Per visitare i giardini è necessario
prenotare. La visita dura circa 1 ora
e mezzo ed il biglietto per gli adulti
è di sei euro mentre per i bambini è
di tre euro.
Contatti:
Paolo Belloni - Pomona onlus
C.da Figazzano 114
72014 - Cisternino (BR)
Tel/fax 080-4317806
cell. 333-3670653
pomona@pomonaonlul.it
www.pomonaonlus.it
34
movimenti del Tai Chi sono come
i fiori e le piante che ondeggiano
al vento, perché in valle c’è spesso
vento. Ascoltare il rumore del vento
sul mutismo delle pietre mentre si
pratica é una gioia.
Insegno alle persone più diverse:
il turista in ricerca di benessere, il
gruppo di donne dell’università della
terza età, l’addict di filosofie orientali
e non l‘ ho mai vissuto come
un problema perché so che questa
disciplina è adatta a tutti ed ha in
se tanti aspetti positivi che la rendono
quasi sempre soddisfacente al
praticante.
Venendo da voi, a tuo giudizio, cosa non
bisogna perdersi assolutamente?
La pianta di kaki dal Giappone,
arrivata nelle 2012. Il dottor Ebinuma,
botanico giapponese che vive a
Nagasaki, aveva trovato sotto le macerie
una pianta di kaki sopravissuta
alla bomba atomica. Dai frutti di
questo albero si sono ottenuti alcuni
semi. Sono così nate le “pianticelle
di kaki di seconda generazione”.
Nel 1994 Ebinuma inizia ad affidare
le pianticelle ai bambini in visita alla
città, chiedendo loro di farle crescere
come simboli di pace.
Il kaki trova genitori adottivi in tutto
il mondo per poter svolgere la sua
missione di testimonianza e di custodia
della memoria. Questa pianticella
di kaki è divenuta il simbolo
del superamento delle barriere dello
spazio e del tempo, nonché della
rinascita della vita e della speranza.
Per accogliere degnamente “il kaki
di Nagasaki” è stato creato un labirinto
con 596 piantine di lavanda.
L’alberello e stato posto al centro.
Un percorso simbolico per evidenziare
che alla pace si arriva dopo
un lungo cammino imboccato con
volontà e determinazione.
La pianta e stata dedicata ai bambini
pugliesi perché diano un segnale
vivo e concreto di pace, piantandola
insieme.

FIRMIAN
Bozen Bolzano
ORTLES
Sulden Solda
DOLOMITES
Monte Rite
JUVAL
Kastelbell Castelbello
RIPA
Bruneck Brunico
Dem Berg und dessen Kultur hat Reinhold Messner ein Museumsprojekt mit fünf ungewöhnlichen Standorten in der
grandiosen Landschaft der Südtiroler Alpen gewidmet. Das Messner Mountain Museum ist eine Begegnungsstätte mit
dem Berg, mit der Menschheit und letztlich auch mit sich selbst.
Alla montagna e alla sua cultura Reinhold Messner dedica un progetto museale composto da cinque strutture, collocate
in cinque luoghi straordinari delle Alpi. Il Messner Mountain Museum è un luogo di incontro con la montagna, con
l’umanità e anche con sé stessi.
www.messner-mountain-museum.it
TAPPEINER.it Foto: Arne Schultz

Monaco di Baviera,
più vicina di quanto si pensi
di Rosangela Pappalepore
Monaco e la Baviera sono la
Germania a noi più vicina.
Sarà per la sua collocazione
geografica o forse
anche per le affinità culturali. Sarà
che Monaco viene
definita da molti
la Milano tedesca
o la Weltstadt mit
Herz (metropoli
con il cuore) o, addirittura, la città
più settentrionale d’Italia. Sarà per gli
ottimi collegamenti aerei che consentono
spostamenti sempre più comodi,
anche con la nostra regione. Certo è
che la Baviera con il calore e il colore
delle sue tradizioni piaccia sempre più
agli italiani. Ma non solo, visto che - a
quanto sembra - gli stessi tedeschi la
preferiscano ad altre loro città più importanti
per dimensioni e ruolo, come
l’amata-odiata Berlino che da qui dista
centinaia di chilometri.
Monaco, situata nel “profondo” sud
della Germania, è di fatto la terza città
tedesca per dimensioni, subito dopo
Berlino e Amburgo, ma al di là dei
numeri importanti (la capitale della
Baviera conta 1,3 milioni di abitanti)
è un centro dal grande appeal sia per i
vacanzieri, sia per il turismo congressuale.
Ciò è dovuto oltre che all’atmosfera
particolarmente accogliente,
anche alla presenza di tanti musei,
molti dei quali di spessore internazionale
come il Deutsches Museum, il
più grande museo della scienza e della
tecnica al mondo, e la Pinakothek der
Moderne, la più prestigiosa collezione
d’arte moderna e contemporanea della
Germania.
Monaco è un centro dal grande
appeal sia per i vacanzieri sia
per il turismo congressuale
Quello culturale, però, non è il solo
volano economico di Monaco che può
contare anche sulla presenza di alcune
tra più importanti imprese di tutta la
Germania come la Siemens, le assicurazioni
Allianz,
la Munich Re,
l’Ufficio Brevetti
dell’Unione Europea,
la BMW o gli
studi televisivi - cinematografici della
Bavaria Film.
Una curiosità davvero sorprendente è
36
che la capitale della Baviera è seconda
solo a New York per numero di case
editrici che hanno la loro sede in città.
Dal punto di vista dell’attrattività
prettamente turistica, Monaco non fa
eccezione e, come tutte le grandi città
europee che si sono tenute al passo
con i tempi, presenta un lato molto
tradizionale, che attinge alla sua storia
antichissima, e uno proiettato verso il
futuro, caratterizzato da spazi pubblici
molto curati e ordinati, un’ottima
ricettività accessibile a tutte le tasche,

il meglio dello shopping di lusso e una
ricca stagione concertistica che spazia
dalla musica classica agli eventi pop e
rock.
Monaco, tra storia e tradizioni
Conoscere Monaco significa partire
dal suo cuore e questo cuore si trova
nella Marienplatz, la piazza di Maria,
il salotto buono della città, dove ci si
dà appuntamento per sorseggiare una
birra in compagnia o per fare un po’ di
shopping nei tanti negozi che affollano
il centro cittadino. Marienplatz è
anche il punto di partenza per scoprire
la Monaco più antica, dal momento
che è letteralmente inglobata nella
grande area pedonale che caratterizza
il centro storico. Come nel lontano
medioevo, quando in piazza si teneva
un grande mercato, anche oggi, ma
solo una volta all’anno, qui si svolge
il celebre mercatino natalizio il Christkindlmarkt
che dura per tutto il mese
di dicembre e culmina la notte della
vigilia.
La piazza è dominata dal Neue Rathaus,
il nuovo Municipio, un edificio
in stile neogotico davvero imponente
che è la sede degli uffici del sindaco
e dell’amministrazione comunale.
Definito dall’imperatore Guglielmo II
il più bel Municipio del Paese, il Neue
Rathaus fu costruito tra il 1867 e il
1908 dall’architetto Georg Hauberisser
e al suo interno presenta una struttura
piuttosto articolata caratterizzata da
ben sei cortili. Una torre alta 81 metri
domina la facciata principale dell’edificio
ed è nota per i famosi “giochi di
campane”, Glockenspiel, il più grande
carillon della Germania che suona per
tre volte al giorno: alle 11, alle 12 e, da
marzo a ottobre, anche alle 17.
Nel centro della piazza, dal 1638, sorge
una colonna di marmo, la Mariensäule,
ornata alla base da quattro putti
seicenteschi e in cima da una statua in
bronzo dorato della Madonna, patrona
della Baviera.
Per finire, qui si trova anche il vecchio
Municipio, l’Alte Rathaus, realizzato
alla fine del 1400, che nella sua tor-
Marienplatz
Visite guidate
A volte le vacanze fai da te possono
essere faticose. Perché allora non rivolgersi
a chi già conosce la città e
sa raccontarla al meglio mostrando
ai visitatori le sue maggiori attrazioni
e descrivendone al meglio la bellezza
(magari nella propria lingua madre?)
Le visite guidate in lingua italiana a
Monaco rappresentano il modo ideale
per scoprire la capitale bavarese
in ogni sua sfaccettatura. La composizione
di piccoli gruppi di visitatori,
massimo 10-12 persone, permette
tour davvero piacevoli. Inoltre, per
chi lo desidera, sono previste affascinanti
escursioni in treno fuori città
alla scoperta del pittoresco castello di
Neuschwanstein, voluto dal visionario
sovrano Ludwig II o della vicina Salisburgo,
città natale di Mozart.
Per maggiori informazioni basta consultare
il sito: www.muenchen.de
re ospita un interessante museo del
giocattolo, e la fontana del pesce a cui
è legata una curiosa usanza: pare che
il mercoledì delle ceneri porti bene
venire qui a bagnare il portafogli.
Tra le tante cose da fare a Monaco,
forse tra quelle meno conosciute, ma
sicuramente più interessanti, c’è la passeggiata
tra le bancarelle del mercatino
delle pulci “Auer Dult”, letteralmente
fiera di quartiere, che in città rappresenta
una vera e propria istituzione.
Nato nel lontano 1310 come una
ricorrenza che si festeggiava una volta
l’anno (Jakobidult, dal 27 luglio al 4
agosto), a partire dal 1905 si ripete dal
27 aprile al 5 maggio, dal 27 luglio al 4
37
Dal Levante al mondo
agosto e dal 19 al 27 di ottobre. Si tratta
di un’evento popolare strettamente
legato alle tradizioni del capoluogo
bavarese: le bancarelle sono distribuite
su di un’area di circa 20.000 metri quadrati
intorno alla chiesa di Mariahilf e
offrono ai visitatori un’ampia offerta
di mobili di antiquariato, abiti e oggetti
di seconda mano, stoviglie di tutti i
tipi e prodotti tipici della gastronomia
locale e dell’artigianato bavarese. Per
i piccoli visitatori, ai quali è dedicata
la giornata del martedì, ci sono poi
tantissimi intrattenimenti, dalla grande
ruota panoramica ai go kart, dalle giostre
ai divertenti spettacoli del burattino
“Kasperl von der Au”, che qui è
una vera celebrità.
La città dal cuore verde
Monaco detiene insieme a Londra e
New York il primato di città con il
parco più grande al mondo. Secondo
solo ad Hyde Park e a Central Park,
l’Englischer Garten è un’enorme distesa
naturale (3,7 km²) che dal centro
della città si estende fino in periferia.
Spazi verdi alternati a ruscelli e laghetti
costituiscono lo scenario ideale per
lunghe passeggiate all’aria aperta e per
bagni di sole. Qui c’è anche una zona,
quella più vicina al centro storico,
dedicata ai nudisti!
Tra le cose da vedere all’interno del
Giardino Inglese c’è la Chinesischer
Turm (torre cinese), che ospita una
grande birreria-ristorante; il Monopteros,
un tempietto in stile greco dal
quale si gode un’ottima vista sul centro
di Monaco; e, per finire, all’ingresso
del parco, la piccola Japanische
Teehaus (casa del té giapponese),
donata alla città dal governo di Tokyo
in occasione delle Olimpiadi del ‘72.
Le birrerie più famose al mondo
Come si può dire di aver visitato
Monaco senza aver assaggiato la sua
ottima birra?. Ogni anno milioni
di persone raggiungono la capitale
della Baviera per accaparrarsi qualche
boccale della celebre bevanda bionda.
La produzione di birra qui ha radici

Eventi primavera-estate 2013
27 aprile-5 maggio
Auer Dult
Storico mercatino delle pulci e sagra popolare
nella Mariahilfplatz.
8 maggio
Lenbachhaus
Riapre dopo il restauro la Lenbachhaus,
famosa per la collezione di quadri del
“Cavaliere azzurro”, movimento fondato
a Monaco da Kandinsky.
15-16 giugno
Stadtgründungsfest
Festa della Fondazione della città. Stand,
musica e animazione nelle piazze.
29-30 giugno
Streetlife Festival
Spettacoli, animazioni, concerti e stand
culinari lungo la Leopoldstraße e la Ludwigstraße.
6-7 luglio
Klassik am Odeonsplatz
Due appuntamenti imperdibili per i fan
della musica classica, due serate nel
suggestivo scenario della Odeonsplatz
con il coro e orchestra del Bayerischer
Rundfunk e i Filarmonici di Monaco.
13-14 luglio
Christopher Street Day
Il consueto appuntamento con il Gay
Pride di Monaco.
26-27 luglio
Oper für alle
Il Teatro dell’Opera offre due eventi
gratuiti all’aperto nella Max-Joseph-
Platz. Sabato alle 20 trasmissione su
maxischermo in diretta dal teatro di
Boris Godunov di Modest Mussorgsky;
domenica alle 20.30 concerto in piazza
diretto da Kent Nagano: Ludwig van
Beethoven, Egmont (Ouvertüre) e Giuseppe
Verdi, Messa da Requiem.
27 luglio
Sommernachtstraum
Sogno di una notte di mezza estate:
concerti e grande spettacolo pirotecnico
con fuochi e musica al Parco Olimpico.
27 luglio-4 agosto
Auer Dult
Storico mercatino delle pulci e sagra popolare
nella Mariahilfplatz.
1-25 agosto
Sommerfestival
Festa dell’Estate all’Olympiapark con
musica, stand e luna park.il folklore dei
mercatini natalizi.
davvero antichissime. La birreria in
assoluto più famosa della città è la
celebre Hofbräuhaus, situata al n° 9
di Platzl. Le sue origini risalgono alla
seconda metà del XVI secolo. Fu il
Duca Wilhelm V ad avere l’intuizione:
la birra prodotta a Monaco era poca
e di qualità scadente, al contrario di
quella importata, troppo cara. Perché
allora non riorganizzare e rivitalizzare
la produzione locale? Detto fatto!
Il geniale Wittelsbach ebbe l’idea di
costruire una fabbrica di birra e di
affidarne la direzione e gestione a Heimeran
Pongraz, che già si era distinto
come mastro birraio nel convento di
Geisenfeld. Era il 27 settembre 1589.
Nasceva così l’Hofbräuhaus, ovvero il
Birrificio Nazionale della Corte in Monaco.
Dal 1610 la birra qui prodotta
può essere acquistata da privati cittadini
e anche venduta in altre birrerie.
La birreria è in sé uno spettacolo, perché
accoglie i suoi ospiti in un salone
spazioso al pianterreno allestito con
lunghe tavolate in legno in perfetto
stile bavarese e volte affrescate, musica
dal vivo e camerieri in costume. (www.
hofbraeuhaus.de.)
Se lo scopo della visita in città è assaggiare
il maggior numero possibile
di “bionde” ecco allora una lista delle
birrerie più importanti: l’Augustiner in
Neuhauser Straße, 27 è tra le più antiche
di Monaco, la già citata Chinesischer
Turm situata all’interno dell’Englischer
Garten, la Viktualienmarkt
nel cuore del mercato ortofrutticolo
di Monaco e la Hofbräukellera, a due
passi dal parlamento bavarese. Presso
la Hirschgarten è possibile gustarsi una
birra e ammirare da vicino i cervi della
tenuta di caccia. Per chiudere l’elenco
dei locali più famosi ci sono anche la
grande birreria Löwenbräu, la Paulaner
in Mariahilfplatz, la Der Pschorr - anch’essa
affacciata sul mercato ortofrutticolo
- e la Augustiner Keller.
Shopping time
Siete alla ricerca di abbigliamento e
accessori esclusivi firmati dagli stilisti
più “in” del momento? Monaco ha ciò
38
che fa per voi e il successo è garantito
se percorerrete la Briennerstraße e la
Maximilianstraße, definite le strade del
lusso.
In particolare lungo la Briennerstraße
si affacciano numerosi negozi di antiquariato,
di arredamento e di oggettistica
pregiata, come Nymphenburg
- fabbrica di porcellane nata a metà
del 1700 e ancora oggi di proprietà
dei Wittelsbach, l’ex famiglia reale di
Baviera - e Kunstring, specializzato in
porcellane Meissen.
I negozi più esclusivi si trovano però
in Maximilianstraße - l’equivalente
della milanese via Montenapoleone
– dove si trovano le boutique delle
più prestigiose firme dell’alta moda
internazionale. Tra un acquisto e l’altro
ci si potrà sempre concedere una sosta
rilassante per il tè delle cinque presso
l’Hotel Vier Jahreszeiten.
Per finire i golosi: impossibile resistere
a lungo alle tentazioni di Dallmayr, il
negozio di prelibatezze tedesche che è
una vera istituzione in Germania.
Il parco olimpico

Italy loves Baviera
Basta fare un giro nel centro di Monaco
per rendersi conto del legame
che intercorre tra la Baviera e l’Italia.
Quanti ristoranti, pizzerie, gelaterie
gestite da famiglie italiane si incontrano
lungo le strade della città! Ma
non finisce qui, perché moltissimi nostri
connazionali hanno lasciato il Belpaese
per intraprendere proprio qui
attività imprenditoriali o associative. I
numeri, del resto, parlano chiaro: oggi
a Monaco vivono e lavorano circa
20.000 italiani (70.000 in tutta la regione)
e oltre 200.000 sono coloro che
ogni anno si recano qui per turismo.
La maggiorparte di questi sceglie di
farlo in estate, da giugno a settembre,
perché è questo il periodo consigliato
a chi vuole apprezzare appieno giardini
e foreste della regione; oppure in
occasione della Octoberfest o più tardi,
tra novembre e febbraio, con una
concentrazione particolare nel periodo
dell’Avvento, perfetto per chi ama
il folklore dei mercatini natalizi.
Aeroporto internazionale di Monaco di Baviera
39
Dal Levante al mondo
L’Aeroporto Franz Josef Strauss di Monaco di Baviera (IATA: MUC, ICAO: EDDM)
- in tedesco Flughafen München Franz Josef Strauß - si trova a 28 km nordest
dalla città ed è hub della Lufthansa e delle compagnie aeree appartenenti alla
Star Alliance. Con oltre 38 milioni di passeggeri nel 2012, è stato il secondo principale
aeroporto in Germania, il settimo in Europa ed il trentesimo nel Mondo.
Dispone di due terminal collocati in posizione mediana rispetto alle due piste
dello scalo. Il terminal 1 è operativo da maggio del 1992. Ha una capacità di 25
milioni di passeggeri annui ed è diviso in cinque moduli (A, B, C, D, E). Vi è anche
un sesto parte, la hall F, edificata vicino al terminal 2, che viene utilizzata per i voli
di massima sicurezza. Attualmente, il terminal 1 viene utilizzato dalle compagnie
aeree che non fanno parte di Star Alliance, fatta eccezione per la controllata di
Lufthansa Germanwings, che usa la Hall D, e la sua consociata Condor, che opera
dalla Hall B.
Il terminal 2 è entrato in funzione nel giugno del 2003. Anch’esso ha una capacità
di 25 milioni di passeggeri/anno. Progettato per fungere da hub per Lufthansa e
per le altre compagnie appartenenti a Star Alliance, non è diviso in moduli come
il terminal 1 e tutte le strutture si sviluppano attorno a un corpo centrale. A causa
delle misure di sicurezza imposte dall’Unione Europea, il terminal è stato dotato
di strutture in grado di gestire i passeggeri provenienti da Paesi considerati non
sicuri.
Il terminal 2 è il primo terminal in Germania ad essere parzialmente di proprietà
di una compagnia aerea, in questo caso Lufthansa.
Monaco di Baviera è collegata quotidianamente dal 2 aprile con l’aeroporto di
Bari con due voli della compagnia aerea Air Dolomiti, partner di Lufthansa (che
opera al Terminal 2) e dal 3 maggio 2013 con un ulteriore volo di Air Berlin (che
opera al Terminal 1, Hall A) ogni lunedì, venerdì e domenica.
L’aeroporto è facilmente raggiungibile grazie all’efficiente sistema di trasporti
pubblici: si può scegliere tra il treno veloce S-Bahn S1 o l’S8 che in quaranta di
minuti raggiunge il centro della città; sono disponibili, altresì, diverse linee di
autobus per raggiungere la Fiera di Monaco e le città vicine, come Augsburg,
Innsbruck, Wasserburg.
Controlli di sicurezza
Numerosi punti facilmente accessibili e attigui alle postazioni per il check-in.
Imbarco
L’imbarco è abbastanza agevole e viene effettuato normalmente con il collegamento
diretto all’aeromobile. In pochi casi anche con il servizio di trasferimento
in piazzola.
Informazioni generali a numeri di telefono utili:
Informazioni generali +49 089 97500
Ufficio bagagli smarriti:
Rivolgersi ai banchi della compagnia aerea nella zona di riconsegna dei bagagli.
Siti utili
http://www.munich-airport.de/en/
http://www.aeroportidipuglia.it
http://www.airdolomiti.it
http://www.airberlin.it
Scheda a cura di Aldo Carabellese

Air Dolomiti raddoppia
I nuovi Embraer 195 sui voli Bari-Monaco
Dal 4 marzo scorso i collegamenti
plurigiornalieri, già attivi
dall’aeroporto di Bari per
conto della casa madre Lufthansa,
sono operati con codice Air
Dolomiti EN e si inseriscono nella
nuova strategia di
ricerca di opportunità
di mercato
e consolidamento
dell’attività feeder
sugli hub tedeschi.
Grazie all’innovativo
piano tariffario, poi, i passeggeri
avranno la possibilità di scegliere
la tariffa più consona alle proprie
esigenze tra Light, che garantisce i
servizi standard di qualità (servizio
di bordo, quotidiani, un bagaglio a
mano), Plus, con l’aggiunta del bagaglio
in stiva e la partecipazione al
programma Miles & More ed Emotion,
che offre il massimo comfort a
bordo.
Per volare a Monaco di Baviera da
Bari, Air Dolomiti propone tariffe light
a partire da 34 Euro solo andata,
tasse e servizio di biglietteria inclusi
(la tariffa si intende valida a persona, salvo
disponibilità).
Le novità sono state illustrate nel
corso di una conferenza alla quale
hanno partecipato Michael Kraus,
Presidente e CEO di Air Dolimiti, il
Direttore Generale di Aeroporti di
Puglia, Marco Franchini, Silvia Godelli,
Assessore Regionale al Turismo
della Regione Puglia e Paolo Sgaramella,
il Vice President Marketing,
Network & Commercial del vettore
per il quale “con i collegamenti da Bari,
diamo l’opportunità ai passeggeri della cachment
area pugliese di raggiungere uno dei
Per maggiori informazioni su tariffe e orari
consultare il Sales Center Air Dolomiti al
numero 045 2886140, visitare il
www.airdolomiti.it o rivolgersi
alla propria agenzia viaggi
più importanti hub tedeschi quale Monaco
potendo usufruire di un piano tariffario studiato
ad hoc, che permette loro di scegliere
la tariffa più consona alle loro esigenze.”
L’avvio delle operazioni own business da
Bari a Monaco di Baviera con due voli al
giorno - ha aggiun-
to Michael Kraus,
Presidente e
CEO di Air Dolimiti
- è la conferma
che Air Dolomiti
dimostra di credere
fortemente nelle potenzialità della catchment
area pugliese. Le due frequenze favoriranno
ulteriormente i contatti tra la regione Puglia
ed uno fra i più importanti hub europei
come il Terminal 2 di Monaco, dando la
possibilità ai passeggeri di raggiungere altre
destinazioni in tutto il mondo grazie al
network internazionale ed intercontinentale
di Lufthansa e Star Alliance.”
Temi questi richiamati dal Direttore
Generale di Aeroporti di Puglia,
Il nuovo volo Bari - Monaco:
Bari - Monaco
p. 12.00 - a. 13.45 1234567
p. 18:25 - a. 20.10 1234567
Monaco - Bari
p. 09.35 - a. 11.15 1234567
p. 15.55 - a. 17.35 1234567
40
Marco Franchini, per il quale “disporre
di un doppio volo giornaliero tra
zioni
internazionali ed intercontinentali”
. - ha concluso Franchini
- consentire ai nostri clienti di usufruire dei
vantaggi rappresentati dall’essere parte del
network globale Star Alliance e di potersi
connettere con importanti destinazioni
mondiali, penso al Nord Europa, agli
Stati Uniti, al Far East, comodamente e
-
raggiungere direttamente le nostre località
evitando le criticità storicamente rappresentate
dagli hub nazionali.”
Infatti, grazie al code share con
Lufthansa, i passeggeri in partenza
da Bari possono godere di tutti
i benefici di appartenenza ad un
network globale come quello offerto
da Lufthansa e Star Alliance (tariffe
particolarmente interessanti per i
voli in prosecuzione e partecipazione
al programma frequent flyer a
livello globale).
Sul valore strategico della doppia
frequenza giornaliera su Monaco e
sui consolidati rapporti con la Baviera
si è invece soffermata l’Assessore
Regionale Silvia Godelli. “Il mercato
tedesco è il primo come provenienza per la
Puglia e registra un incremento costante
con un trend che è passato da un +3% del
2011 ad un più 13% nel 2012.
Agevolare questo trend - ha concluso
l’Assessore - con la mobilità aerea sarà
decisivo per aumentare la quota di turisti
di quel mercato che giungono in Puglia in
aereo, in un contesto in cui l’auto resta
ancora il mezzo più utilizzato”.

Parco del Gargano - lago Salso
Turismo rurale, lo sviluppo possibile
I
l territorio rurale pugliese si promuove
attraverso l’esperienza dei
Gruppi di Azione Locale (GAL),
strumenti voluti dalla Regione
Puglia che nascono come espressione
del territorio e s’inseriscono in un
processo definito dall’Unione Europea.
I Gal, beneficiari dei contributi
previsti dal programma d’iniziativa
comunitaria LEA-
DER (Liaisons
Entre Actions de
Development de
l’Economie Rurale),
elaborano strategie di sviluppo
delle aree rurali intorno ad uno o più
temi prioritari capaci di renderle maggiormente
dinamiche, contribuendo a
generare dinamiche di sviluppo endogene
e durature, costruite sulla storia
ed i fattori specifici di ogni area.
Si parla non solo di patrimoni paesaggistici,
architettonici, ma anche di solide tradizioni
gastronomiche ed artigianali
Sotto quest’aspetto i Gal, si connotano
come una garanzia della qualità
delle strutture finanziate e degli incentivi
previsti per le nuove iniziative
rivolte a rafforzare la competitività
dei territori, la loro peculiarità e la
qualità della vita. Sulla base di queste
linee operative in Puglia sono nati
25 Gruppi che quest’anno, per la
prima volta, si
sono presentati
insieme alla Borsa
Internazionale del
Turismo (BIT),
la vetrina italiana più importante del
mercato turistico mondiale. La Puglia
rurale, insieme a quella del mare e
delle sue splendide località, peraltro
sempre più apprezzate - e non solo
in Italia - punta a conquistare una sua
specifica identità, ma soprattutto a
42
di Pierluigi De Santis
raggiungere eguale notorietà puntando
sulle sue meraviglie ancora tutte da
scoprire, e purtroppo, o per fortuna,
ancora al di fuori dai circuiti tradizionali.
Si parla non solo di patrimoni paesaggistici,
architettonici, ma anche di
solide tradizioni gastronomiche ed
artigianali. La salvaguardia degli ambienti
rurali e dei loro borghi, infatti,
è strettamente connessa ad una forte
identità territoriale che si esprime
attraverso il binomio Puglia rurale e
turismo di qualità ed il confronto costante
tra passato e futuro. L’Assessore
al Mediterraneo, Cultura e Turismo,
Silvia Godelli, ha sottolineato come
i GAL “siano una ricchezza per il nostro
territorio e rappresentano per loro vocazione
la capacità di promuovere lo sviluppo locale,
di cui il turismo è una delle leve fondamen-

tali per l’interfaccia tra i territori rurali. La
Puglia turistica è quanto di più naturale ed
. Fra i GAL, che
interessano l’intero territorio regionale,
infatti, i quattro della provincia di
Foggia rappresentano un “mondo”
tutto da scoprire. Il Gal Daunofantino,
ad esempio, comprende gran
parte del tratto del litorale adriatico
compreso fra la foce dell’Ofanto, le
pendici del massiccio garganico (Manfredonia,
Zapponeta e Margherita di
Savoia) e una significativa parte del
territorio della riva sinistra del fiume
Ofanto (Trinitapoli e San Ferdinando
di Puglia). Il Gal del Gargano, invece,
coincide quasi interamente con il promontorio
del Gargano ed interessa
tutti i comuni che rientrano nel territorio
del Parco Nazionale del Gargano.
Il Parco, istituito nel 1995 con
l’obiettivo di conservare e valorizzare
un territorio estremamente importante
per la ricchezza della flora e della
fauna, ha anche favorito il processo
di maturazione presso la popolazione
di una forte identità territoriale
che si manifesta nel consolidamento
di antiche tradizioni folkloristiche e
spirituali.
Il territorio del Gal Meridaunia corrisponde
a quello dei Monti Dauni,
l’unica area montana della Puglia, una
zona omogenea al suo interno per la
struttura fisica ed ambientale e le potenzialità
socio-economiche. Ultimo,
ma non ultimo, il Gal Piana del Tavoliere,
che comprende Cerignola - città
ricca di testimonianze storiche come
l’antica cattedrale situata nel borgo
medievale -, Ortanova, Stornara, uno
dei tanti insediamenti che punteggiavano
la via Traiana in età federiciana,
Stornarella, citato nelle Relazioni delle
Locazioni di Revertera. Fra i comuni
dei Cinque Reali Siti vi sono Ordona,
probabilmente quello più ricco di
storia e Carapelle, il più giovane del
comprensorio perché sorto nel 1774
prendendo il nome del fiume che
scorre lì vicino.
Spostandosi nella provincia di Ta-
ranto il Gal delle Colline Joniche
comprende un vasto territorio ricco
di eccellenze enogastronomiche
tipiche e itinerari tutti da scoprire.
Grottaglie, per esempio, leader nella
coltivazione e produzione di uva da
tavola, vanta un vivace settore artigianale,
fulcro del quale è la ceramica,
con circa 55 botteghe - quasi tutte
comprese nell’omonimo quartiere
- dove sono create e plasmate autentiche
opere d’arte in terracotta e il suo
Museo dove, nel corso dell’anno, si
tengono numerose manifestazioni ed
eventi culturali. Ma Grottaglie, sul cui
territorio c’è uno dei più importanti
e moderni insediamenti dell’industria
aeronautica mondiale - è anche città
d’arte vista la presenza del Castello
Episcopio (del 1300), la Chiesa, il
Cerignola - Teatro Mercadante
43
Cultura e territorio
chiostro ed il convento di San Francesco
da Paola, le biblioteche e gli
archivi capitolari.
Il Gal Terre del Primitivo, invece,
comprende undici comuni la cui identità
è legata alla produzione del vino
primitivo a cui si associa, comunque,
un interessante patrimonio storico.
Completa la “mappa” del tarantino
il territorio del Gal Luoghi del Mito,
che comprende tutti i 7 comuni del
versante occidentale della provincia
(Massafra, Mottola, Palagiano,
Palagianello, Castellaneta, Ginosa e
Laterza), al cui interno è custodito il
meraviglioso patrimonio paesaggistico
delle “Gravine” - tra cui spiccano
il villaggio trogloditico e le chiese
rupestri - che è possibile scoprire in
tutta la sua bellezza grazie ai numerosi
percorsi attrezzati.
Altro punto di forza del processo di
valorizzazione di quest’area resta, comunque,
il marchio Distretto Rurale
di Qualità “Luoghi del Mito” attraverso
il quale il Gal intende contribuire
allo sviluppo integrato dei sistemi
produttivi, dei servizi e delle infrastrutture,
incentivandone le relazioni
in un ottica di miglioramento della
qualità globale. Tutto ciò al fine di favorire
una maggiore integrazione dei
sistemi produttivi con il territorio di
riferimento in un contesto di sostenibilità
del sistema, qualità ambientale e
paesaggistica, e nuova univoca immagine
dello spazio rurale.
Gravina di Laterza

Foggia - Cinema Capitol
Cinema:
fine dello spettacolo? di Alessandra Nenna
Chi scrive è cresciuta in un
quartiere di Bari in cui, a
meno di un chilometro da
casa, c’erano ben tre cinema,
monosale naturalmente, perché
sul finire degli anni Settanta l’idea del
consumo plurimo e quotidiano era
da famiglia del futuro, non dissimile
da quella de “I pronipoti”. Fortunatamente
la sala più vicina era destinata al
cinema di proseguimento, più popolarmente
detto di “seconda visione”,
il che permetteva di vedere film già
usciti da qualche settimana, ma a un
prezzo più basso.
Venti anni più tardi non solo i “pronipoti”
guardano film in 3D anche a
casa, ma al rito pubblico e condiviso
della classica proiezione cinematografica
si è aggiunta una varietà e quantità
di consumi individuali, di gruppo e
intermediali da rendere quasi anacronistico
parlare di “nostalgia da sedie
ribaltabili e odore di legno consunto”.
Eppure, aver assistito al lento declino
di due delle tre sale, la prima trasformata
nel 2001 in una sala Bingo, la
seconda chiusa nel 2009, e sapere che
anche la terza vive le sue ultime ore
di programmazione, non può che far
riflettere su una situazione che non riguarda
solo una ristretta area cittadina,
ma l’intera regione e il Paese.
Un triste epilogo che di fatto ha coinvolto
altre realtà non solo del capoluogo
regionale e dei centri limitrofi, ma
anche altre provincie pugliesi: a Lecce,
per esempio, in meno di un anno, si
sono spenti i riflettori su quattro sale
cittadine, compresa quella che per
essere al passo coi tempi aveva anche
tentato la trasformazione in una multisala
a 4 schermi.
“Si va verso la desertificazione dei
centri storici - dice Francesco Santalucia,
presidente Anec, Associazione
nazionale esercenti cinema di Puglia
e Basilicata - e il detrimento generale
della proposta culturale visto che sono
le piccole sale, per lo più, a offrire un
prodotto meno commerciale rispetto
a multisala e multiplex. Senza considerare
il brutale arresto di una storia,
quella dei proprietari dei cinema, fatta
45
Cinema
di un’attività tramandata per generazioni.
Un esempio per tutti, il cinema
Vittoria di Ruvo di Puglia, gestito per
50 anni dalla famiglia Ciliberti, la cui
chiusura lascia la cittadina sprovvista
di qualsivoglia contenitore culturale”.
Dati purtroppo confermati anche
dalle statistiche nazionali elaborate
da Cinetel che mensilmente esaminano
un campione complessivo di 518
piazze e 3.153 schermi; dati che nel
solo mese di febbraio 2013 hanno
registrato chiusure numericamente
importanti come per i 4 schermi a
Roma e altri 3 su Catania. Pollice
verso anche su spettatori e incassi dei
primi due mesi di quest’anno, rispettivamente
del 12,85% e del 16,06% in
meno (17.731.126 spettatori nel primo
bimestre 2013 rispetto ai 20.345.616
dello stesso periodo 2012, per un
incasso di 112.032.309 di euro contro i
133.462.409 euro dell’analogo periodo).
“Le motivazioni della minore affluenza
di pubblico - aggiunge Santalucia
- sono attribuibili alla difficile congiun-

tura economica, peraltro più accentuata
al Sud dalla crisi, oltre che in una
sostanziale debolezza della produzione
del cinema italiano. E’ pur vero che
alcuni generi, come le commedie, richiamano
più pubblico, specie al Sud,
ma è altrettanto evidente che non ci si
può più affidare a successi isolati. Altro
aspetto da non sottovalutare l’imminente
digitalizzazione obbligatoria
- prevista per fine 2013 - che potrebbe
portare alla chiusura di quelle strutture
che non riusciranno ad adeguarsi perché,
nonostante siano previsti contributi
a livello statale e regionale, non
tutti saranno in grado di far fronte agli
investimenti necessari. Ultimi fattori
di criticità, ma non meno importante,
il fenomeno della pirateria sul web,
oggi agevolata dalla mancanza di una
legislazione e dalla giungla dei provider
che, in quanto all’estero, sono
impossibili da individuare, punire o
fermare e le divergenze tra i gestori dei
cinema, che vorrebbero tutelata la vetrina
del grande schermo, e produttori
e distributori dei film che, per conto
loro, li farebbero uscire contemporaneamente
come contenuto scaricabile
a pagamento in rete o su Pay Tv. A
oggi vige un accordo per il quale i dvd
possono essere commercializzati dopo
13 o 15 settimane dall’uscita del film,
anche se poi non di rado accade che
la pirateria spiazzi tutti anticipando
perfino la prima proiezione in sala. È
perciò necessario favorire la nascita di
un nuovo senso civico, da coltivare in
primis nelle scuole e nelle famiglie. Per
quanto riguarda noi gestori crediamo
che la differenza oggi possa farla un
concreto intervento da parte delle
istituzioni per la salvaguardia degli
schermi cinematografici e dei teatri,
luoghi di cultura e di aggregazione da
tutelare a ogni costo”.
A tal fine l’Anec, con il sostegno di
Fice, Federazione Italiana Cinema
d’Essai e Acec, La Sala della comunità,
aderenti all’Agis di Puglia e Basilicata
hanno ideato e promosso la campagna
“Cinema: fine dello spettacolo?” con
l’obiettivo di raccogliere firme per
l’invio di un appello a tutte le forze
politiche coinvolte - a ogni livello - per
il mantenimento in vita delle sale cinematografiche
e il loro riconoscimento
come servizio di bene collettivo.
L’iniziativa è stata sostenuta da molte
personalità del mondo del cinema e
dello spettacolo tra le quali il regista
Gabriele Salvatores che l’ha firmata
pubblicamente durante la tappa barese
di presentazione del suo ultimo film,
Educazione Siberiana.
A questo primo tentativo di salvaguardia
si è unita una lodevole iniziativa
di ricerca sulle sale cinematografiche
pugliesi (promossa dall’Assessorato al
Mediterraneo, Cultura e Turismo della
Regione Puglia in collaborazione con
il Politecnico di Bari e la Fondazione
Apulia Film Commission) nata da
un’idea dell’ingegnere Francesco Maggiore
del Nucleo Tecnico regionale di
Valutazione per l’esercizio cinematografico,
presieduto da Alfonso Marrese,
e poi curata dallo stesso Maggiore
con Valentina Ieva e il coordinamento
scientifico e culturale di Francesco
Moschini.
L’elefantiaco lavoro, durato 3 anni, ha
portato a un vero e proprio censimento
su scala regionale di 261 strutture
cinematografiche che ha fatto emergere
un primo dato sconfortante - solo
126 sale ancora attive -, ma ha svelato,
al contempo, l’esistenza di veri e propri
gioielli architettonici, alcuni dei quali
pur cessata l’attività, come il Capitol di
Foggia, sono in ottimo stato grazie alla
cura costante dei proprietari. Materiale
ora confluito nella pubblicazione
“Territori del Cinema: Stanze, Luoghi,
Salvatores e Francesca Rossini
46
Paesaggi. Un Sistema per la Puglia.
Letture e Interpretazioni” (Editore
Gangemi, Roma) in distribuzione in
libreria da maggio 2013. Oltre 800
pagine e 2500 illustrazioni tra rilievi
fotografici, disegni di progetto, immagini
d’epoca e fotografie d’autore
che rendono conto di un patrimonio
non solo urbanistico e culturale, ma
anche storico con strutture antichissime
come il cinema Patruno di San
Severo. Molte sale infatti risalgono a
fine Ottocento con l’attività iniziata
dapprima come teatro, poi trasformata
per accogliere la “modernità” delle
proiezioni cinematografiche, quella che
i fratelli Lumière definirono “un’invenzione
senza futuro” e che oggi rischia
di rivelarsi profeticamente vera.
Il volume, che si arricchisce di riflessioni,
valutazioni urbanistiche, economiche
e legislative, porrà le basi
per uno studio di progetto al fine di
valutare per alcune sale una nuova e diversa
funzione d’uso. “Una prima idea
- spiega Maggiore - è quella di utilizzare
i cinema non più attivi, ma ancora in
buono stato di conservazione per ospitare
una mostra fotografica itinerante
con gli scatti tratti dal volume. Un
capitale storico e culturale enorme che
tutti i pugliesi, e non solo, meritano di
conoscere e di poter esserne fieri”.
Un percorso dunque, quello delle sale
cinematografiche, che ha ancora tanto
futuro davanti a sé purché si opti per
scelte che vadano in direzione del pubblico.
A dimostrarlo, la quarta edizione
del Bif&st, Bari International Film
Fest svoltosi in marzo nel capoluogo
pugliese. Settantamila le presenze in
soli 7 giorni di programmazione con
sale stracolme a ogni ora del giorno,
fin dalla prima proiezione delle 9.00.
Ciò significa che il pubblico non è disaffezionato
alla visione in sala, ma che
occorre fornire una scelta più ampia
con film poco distribuiti, per esempio,
e abbassare anche solo di qualche euro
il costo del biglietto. La qualità della
proposta incontrerebbe la quantità di
spettatori. Con buona pace dei fratelli
Lumière.

Noi costruiamo le nostre città,
e poi le nostre città ci costruiscono.
Winston Churchill
Urbani
LA RIVISTA DELLA SEZIONE TRENTINO
Sentieri DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI URBANISTICA
Per abbonamenti: diffusione@sentieri-urbani.eu - Concessionaria di pubblicità Publimedia s.n.c. tel. 0461.238913
STUDIO BI QUATTRO

Oltre 600 partecipanti - circa
un centinaio in più rispetto
alla precedente edzione
- tra tour operator, agenzie
di viaggio, vettori, strutture ricettive,
enti del turismo (quest’anno Repubblica
Ceca, Valencia, Catalogna,
Tunisia), hanno preso parte ai lavori
della nona edizione del workshop
“Estate 2013 - Tour Operator e Vettori
incontrano il trade”, il tradizionale
appuntamento organizzato da
Aeroporti di Puglia presso l’aeroporto
Karol Wojtyla di Bari, divenuto
un evento molto atteso da quanti
operano in un settore strategico
della nostra economia.
A testimonianza dell’apprezzamento
che, anno dopo anno, la manifestazione
ha saputo conquistarsi, la
presenza dell’Assessore regionale al
Turismo, Silvia Godelli, del Presidente
di Fiavet Puglia, Piero Innocenti,
nonché dell’Amministratore
Unico e del Direttore Generale
di Aeroporti di Puglia, Giuseppe
Acierno e Marco Franchini.
In apertura dei lavori, l’Amministratore
Unico di Aeroporti di Puglia,
Giuseppe Acierno, ha dichiarato che
operatori e addetti ai lavori a questo importante
appuntamento, oltre che un buon
viatico in una logica di partecipazione,
è una conferma di come il sistema aeroportuale
pugliese non venga mai meno al
compito di supportare con azioni concrete
le dinamiche di crescita di settori strategici
della nostra economia, quale è senza dubbio
quello del turismo.
Individuare nuove soluzioni e nuovi indi-
49
Aeroporti di Puglia News
Aeroporti e sistema del turismo
puntano alla crescita di Michele Fortunato
il compito che Aeroporti di Puglia intende
assolvere al meglio. Magari puntando
anche su iniziative che permettano di
coniugare i servizi tipici con quelli del
settore aerospaziale, senza dimenticare il
potenziamento infrastrutturale e dei voli.
Collegamenti aerei comodi, diretti, mirati
vizi
ai passeggeri, rappresentano strumenti
operativi fondamentali per favorire ancor
di più questi virtuosi processi di sviluppo”.
“La Puglia dell’ospitalità - ha concluso
- ha molto ancora da offrire, e non solo sul

piano della ricchezza paesaggistica e culturale.
La migliorata integrazione tra mezzo
aereo e altre modalità di trasporto, alla
quale Aeroporti di Puglia e l’Amministrazione
regionale hanno dato grande impulso,
ha contribuito all’affermazione negli ultimi
anni della destinazione Puglia sul mercato
turistico internazionale.
L’imminente avvio del collegamento tra
l’aeroporto di Bari e la rete ferroviaria
regionale, quale elemento facilitatore di
accessibilità al territorio, costituirà un
impresa turistica pugliese”.
Per il Direttore Generale di Aeroporti
di Puglia, Marco Franchini, “il
workshop è un importante momento di
ascolto del mondo del turismo e consente di
cogliere nuove opportunità in un momento
.
Concetti ribaditi dal Presidente
di Fiavet Puglia, Piero Innocenti
che nel corso della manifestazione
ha premiato Marco Franchini per
l’impegno da lui profuso nel corso
di questi anni a favore del settore
turistico regionale.
Soddisfazione è stata espressa anche
dall’Assessore regionale al Turismo
Silvia Godelli che nel sottolineare i
continui progressi fatti dalla Puglia
sul mercato turistico, soprattutto internazionale,
si è detta fiduciosa “che
anche nel 2013 potranno esserci ulteriori
margini di crescita del settore, favoriti
dalla disponibilità di una rete stabile di
collegamenti aerei con le aree mercato di
maggior interesse del Vecchio Continente.
La Puglia grazie alle ottime connessioni
con i più importanti hub europei, può
guardare con rinnovata forza alla crescita
lontani”.
In occasione del workshop sono
stati inoltre illustrati i collegamenti
di linea e charter programmati
sugli scali pugliesi, con particolare
riferimento alle nuove destinazioni
(Barcellona, Varsavia, Parigi Charles
De Gaulle, Mykonos, Santorini,
Corfù, Zante, Mosca) e al raddoppio
dell’offerta di Air Dolomiti sull’hub
di Monaco di Baviera.
Vola a Parigi (Charles De Gaulle) con easyJet.com
Con l’entrata in vigore dell’orario estivo, ha preso il via lo scorso 1° aprile il collegamento
Bari - Parigi Charles De Gaulle operato da easyJet, primo network di trasporto
aereo in Europa e terza compagnia in Italia. easyJet collegherà le due città con 3
Con l’introduzione di questa nuova rotta, acquistabile sul sito easyJet.com e sui
canali GDS, easyJet incrementa la propria offerta dall’aeroporto di Bari, che prevede
collegamenti annuali anche per gli aeroporti di Milano Malpensa e Londra
Gatwick.
“L’avvio delle operazioni su questa nuova rotta, va incontro all’esigenza di permettere
ai turisti di godere delle meravigliose attrazioni che sia la Puglia sia la Francia offrono,
ma anche di usufruire del servizio di qualità offerto da easyJet a chi viaggia per
lavoro” ha dichiarato Frances Ouseley, Direttore Italia di easyJet. “Il nostro obiettivo
è rendere i viaggi facili e accessibili per tutte le tipologie di passeggeri, e la nostra offerta
risponde in diversi modi alle esigenze di chi viaggia. Che siano famiglie, gruppi
di amici o uomini d’affari, easyJet è per tutti”.
Per Marco Franchini, Direttore Generale di Aeroporti di Puglia, “il sistema aeroportuale
pugliese si conferma un elemento di forte attrattiva nei confronti di grossi vettori
che, come nel caso di easyJet, guardano alla nostra regione con sempre maggiore
interesse”.
“La scelta di uno dei colossi del trasporto aereo low cost di rafforzare e qualificare la
propria presenza sul mercato pugliese con l’apertura di una destinazione così importante
- anche per il positivo apporto che ne conseguirà per le politiche di sviluppo
dell’economia del territorio pugliese - è il segno tangibile dei progressi fatti dal nostro
sistema aeroportuale in termini di efficienza e qualità dei servizi”.
Operativo voli
Bari - Parigi Charles De Gaulle Parigi Charles De Gaulle - Bari
Partenza Arrivo Partenza Arrivo
Lun - Gio - Sab 15.20 17.55 12.20 14.45
50

Estate, tempo di novità.
Grazie al nuovo collegamento
operato da Vueling, chi lo
vorrà potrà farsi coinvolgere
dalla travolgente vitalità
della capitale catalana, ora connessa
in modo diretto e rapido - due ore
e dieci la durata
del volo - con
l’aeroporto Karol
Wojtyla di Bari.
Inoltre, grazie ai
voli in connessione attraverso l’aeroporto
El Prat, da Bari sarà possibile
raggiungere altre 43 mete internazionali
come numerose città della
Spagna, tra cui Madrid, Bilbao, Vigo,
Santiago de Compostela, La Coruña,
Malaga, Alicante, San Sebastian,
oltre che le isole Baleari e Canarie ed
Amsterdam.
“L’avvio del volo diretto sull’aeroporto El
Prat - ha dichiarato il Direttore Generale
di Aeroporti di Puglia, Marco
Franchini - è motivo di soddisfazione e
un forte incoraggiamento a proseguire sulla
strada dello sviluppo dei collegamenti con le
più importanti destinazioni europee. Sono
vettore e l’appeal di tariffe molto competitive,
contribuiranno all’affermazione del
collegamento, favorendo ulteriori collaborazioni
tra Vueling ed Aeroporti di Puglia a
”.
Per Massimo Di Perna, country
manager di Vueling per l’Italia e la
Svizzera “con il via al nuovo volo Bari
- Barcellona si crea un importante collegamento
tra due città e due bacini turistici
attualmente non connessi in modo diretto
da altre compagnie aeree.
51
Aeroporti di Puglia News
Vueling avvia il Bari - Barcellona
Il nuovo collegamento sarà operativo due
volte a settimana, il lunedì e venerdì, con
un’offerta totale di oltre 21.000 posti
Peraltro, grazie ai voli in prosecuzione, i
passeggeri in partenza da Bari potranno
raggiungere numerose destinazioni del
nostro network, tra cui le isole Baleari e
Canarie, l’Andalusia e i Paesi Baschi”.
I biglietti aerei per il nuovo volo
sono disponibili
sul sito ufficiale
www.vueling.
com, sul sito
mobile m.vueling.
com, presso le agenzie di viaggi,
chiamando il centro prenotazioni al
numero 899 399 888 e attraverso le
nuove applicazioni per iPhone ed
Android.
Vueling in Italia
La compagnia ha iniziato le proprie operazioni
in Italia nel dicembre 2004 collegando
Fiumicino e Malpensa con Barcellona
e Valencia con Milano. La rilevanza
del mercato italiano è via via cresciuta a
partire dall’inaugurazione del volo Barcellona
- Venezia nell’aprile 2006. Nel corso
degli anni Vueling ha trasportato oltre
12 milioni di passeggeri in Italia, durante
l’estate 2013 la compagnia sarà presente
in 14 città italiane (Roma, Milano, Venezia,
Firenze, Napoli, Palermo, Pisa, Genova,
Bari, Catania, Torino, Bologna, Olbia e
Cagliari) con due basi operative a Roma
Fiumicino e Firenze.

“Tipi” di Puglia
di Gino Martina
C’
è un una Puglia che ha
voglia di raccontare e raccontarsi,
di dire e comunicare
attraverso storie,
luoghi, sentimenti, idee.
E per questo scrive, con intensità e
qualità sempre crescenti. È questa
la faccia di una terra in cui sono
nate alcune delle pagine più interessanti
della letteratura e dell’editoria
italiana degli ultimi anni. Una terra
che ha visto decine di opere di scrittori
approdare tra scaffali, vetrine,
salotti e presentazioni in tutta Italia.
Una produzione creativa vasta,
magmatica, a volte caotica, ma
fortemente viva. Che oltre ad autori
di successo, o comunque affermati,
come Giancarlo De Cataldo, Gianrico
Carofiglio, Nicola Lagioia, Mario
Desiati, Alessan-
dro Leogrande
o Flavia Piccinni
(per citarne solo
alcuni, molti dei
quali emigrati altrove), vede emergere
nuovi talenti, vecchi e giovani,
nuove case editrici, festival letterari
e spazi dove difendere il bene della
lettura, alimentare la curiosità e il
fervore culturale, e confortare chi
sente di potersi esprimere attraverso
lo scritto. I titoli, le pubblicazioni,
le collane, i personaggi, i drammi, le
inchieste, i versi poetici e le commedie
si susseguono incessantemente,
seguendo il ritmo stilistico delle
narrazioni.
Citarle tutte sarebbe impresa complessa,
a dimostrazione dell’esistenza
di una terra fertile e capace,
nonostante la mancanza storica di
grandi risorse e strutture, di far cre-
Una terra che ha visto decine di opere
di scrittori approdare tra scaffali, vetrine,
salotti e presentazioni in tutta Italia
scere e coltivare, non senza difficoltà,
nuovi autori. È così che trovano
spazio opere prime che spiazzano
spesso positivamente gli stessi librai
e guadagnano importanti attestati
di stima, sia dalla critica che da chi
investe il proprio denaro, la propria
passione e il proprio tempo nella
lettura.
Come nel caso di “Percoco”, il libro
scritto da Marcello Introna per Il
Grillo editore, una giovane casa
editrice di Gravina di Puglia. Introna,
barese, poco più che trentenne,
ricercatore all’Università di Bari, si è
cimentato in una storia agghiacciante
e in una personalità complessa,
quella del 26enne Francesco Percoco,
che nel giugno del ‘56, senza un
movente immediatamente comprensibile
e in modo
efferato uccise,
mentre dormivano,
i genitori e il
fratello.
Introna ha scavato negli archivi
giudiziari, nelle emeroteche e nella
vita del primo “mostro” balzato alle
cronache moderne italiane.
Un ragazzo della Bari bene, iscritto
all’università. I corpi delle sue vittime
furono rinchiusi per 12 giorni
nell’armadio della camera da letto
dei genitori. A far scoprire il pluriomicidio
i vicini allarmati dai cattivi
odori.
Nel frattempo l’omicida aveva già
fatto perdere le sue tracce. A Bari,
come nel resto del Paese, dopo la
scoperta del massacro, la gente fu
presa dalla psicosi del mostro, avvistato
ovunque, fino alla sua cattura.
La storia, recuperata, raccontata con
55
Cultura e territorio
stile efficace e ritmo avvincente,
raccolta in 284 pagine da Introna,
è apparsa ai più una sceneggiatura
compiuta per un film.
E così, il giallo dai risvolti psicologici
e le conseguenze sociologiche,
testo per un lungometraggio lo è
diventata davvero. Perché i diritti
sono stati acquistati dalla Fanfara
film, casa cinematografica convinta
di poter portare la vcenda sul grande
schermo. Il libro, un successo, è
già in ristampa.
A Bari è ambientato anche il noir,
scritto per Rizzoli, “Dove comincia
la notte”, un romanzo tratto
anch’esso da una vicenda vera, che
racconta la storia di un poliziotto
della squadra mobile barese che
s’imbatte inconsapevolmente nella
roccaforte emergente della spietata
malavita cittadina.
L’autore è Alessio Viola, giornalista,
ex operaio, insegnante, oste e rugbista,
che si avvale della presentazione
del tarantino Giancarlo De Cataldo,
che di criminalità organizzata in versione
noir se ne intende. Come noir,
senza alcun dubbio, è l’intreccio di
sangue, trame oscure, e misfatti ambientati
a Comasia, un paesino - che
non esiste - della Puglia. Inventato.

Ma che della Puglia possiede tutte
le tipiche caratteristiche. Comasia
è il teatro di “Parole sante”, Perdisa
editore, il nuovo lavoro di Eva
Clesis, 33enne barese, con alle spalle
titoli di successo pubblicati con
Newton Compton. Una vicenda che
racchiude diatribe familiari, questioni
legate a un’eredità, un difficile
rapporto madre figlio, una badante
che s’introduce nelle loro vite come
il sacrestano, dal passato oscuro,
della parrocchia del paese. Diverso
da ciò che accade a Sprusciano,
altro piccolo comune inesistente,
che Giuliano Pavone ha immaginato
nel Tarantino, la sua terra, nel 1982.
Sprusciano è case mal ristrutturate,
un bar e un hotel di cattivo gusto,
nonché luogo per “13 sotto il lenzuolo”,
commedia edita da Marsilio.
Tra tipiche atmosfere di settembre,
oggetti e divertimenti anni Ottanta,
la lenta tranquillità del paesino e dei
ragazzi che ci vivono loro malgrado,
è ravvivata dall’arrivo di una troupe
cinematografica pronta a girare un
film di terza scelta, una commedia
sexy decadente, tipica di quegli anni.
Un produzione così scadente che il
film, con un copione quasi improvvisato,
non aveva neanche un titolo.
Ma come in tutte le commedie sexy
anche qui non manca la bellissima
di turno, quella che i protagonisti
del film spiano a più non posso.
E così, anche a Sprusciano arrivò la
donna che sconvolse quei giorni di
settembre e la vita del protagonista.
Una commedia brillante e ben scritta
da Pavone, già autore di “Eroe
dei due mari”, il romanzo che narra
di Luis Cristaldi, fantomatico fenomeno
del calcio brasiliano, che per
un voto religioso decide di andare a
giocare in B, nel Taranto, lasciando
l’Inter. La scelta di Cristaldi accende
i riflettori mediatici sulla bella città,
che vive le contraddizioni della sua
grande acciaieria: lavoro, inquinamento
e salute.
Quel romanzo è diventato da
qualche mese un graphic novel, un
romanzo a fumetti, realizzato dagli
autori del LaboFumetto di Taranto
ed edito da Altrinformazione e
Peacelink.
Il calcio è protagonista anche di un
altro romanzo, che sembra un inno
alla leggerezza, alle emozioni vissute
d’impulso, con passione vorace,
destinate a diventare passato in
breve tempo, ma che lasciano tracce
in chi le ha vissute. È la vicenda di
Matteo Marano, detto Bum bum,
ex centravanti promessa, ricercatore
precario al ministero dell’Ambiente,
protagonista di “Mai innamorarsi
ad agosto”, il racconto del giovane
barese Francesco Marocco, della
Fandango edizioni. Amore, burocrazia
e precarietà dettano i tempi
della storia del protagonista, di tutto
ciò che gira attorno ai suoi giorni
che descrivono uno spaccato della
società italiana contemporanea. A
Eva Clesis
56
suo modo, dal mondo della strada
delle periferie urbane, che ha vissuto
e cantato per anni con le cadenze
rap dei Pooglia tribe, anche Torto
O.G., Gateano Occhiofino, racconta
l’oggi dell’Italia.
E non solo. Racconta anche l’ingiustizia
e la bellezza. E lo fa citando
l’arte che nasce dal basso, nei centri
sociali, quelli delle strade di Berlino
e quelli vicini alle sue Fucine meridionali,
lo spazio occupato e autogestito
a Bari negli anni Novanta.
Questo è “Breve storia di una generazione”,
versi e visioni di rivolta
metropolitana, edito dalla giovane
casa barese Caratteri mobili. E versi,
intimi, sono quelli fissati nel corpo,
nella mente, e nelle pagine della raccolta
“Più a sud del tempo”, della
giovane tarantina Alessia Amato,
pubblicato per la collana Chicchi
del melograno di Edita. Poesie nate

dal dolore, personale, e dalla voglia
incosciente di fermare il tempo in
una terra amata, nella quale si prova
a combattere contro l’incedere dei
ricordi e della vita, che si schiude
a prescindere dalla nostra volontà.
Una produzione impulsiva e necessaria,
che ha trovato sfogo tra fogli
rinchiusi in un cassetto e pagine
pubblicate. Dalla città dei due mari
arrivano anche i lavori di Tonio Attino,
giornalista, che dall’esperienza
dei suoi 53 anni, ci racconta la “Generazione
Ilva” (Besa editrice, Nardò),
quella nata e cresciuta all’ombra
della grande fabbrica tarantina.
Gli ulivi, le industrie, il boom, il
declino, la tragica parabola di una
terra illusa dall’acciaio, tradita dallo
Stato. Una vicenda vista a suo modo
anche dal cantautore Daniele Di
Maglie, nato nel rione Tamburi, ma
trapiantato a Bari dove vive facendo
l’educatore, che delle ciminiere dell’Ilva
sente rumori e i gas sul collo.
Il Grillo editore ha pubblicato il suo
“L’Altoforno”.
La fabbrica, la periferia, il centro
storico di Taranto, le contraddizioni
e le scelte di vita, sono sempre
presenti in “Restare, partire”, il
romanzo di Massimo Stragapede,
fresco di stampa per Lupo editore.
Da Grottaglie arriva invece Rossano
Astremo, 34enne trasferitosi a
Roma, che per Newton e Compton
ha raccontato “101 cose da fare in
Puglia almeno una volta nella vita
e 101 storie sulla Puglia che non ti
hanno mai raccontato”.
Una ricerca, dal Gargano al Salento,
di ciò che la Puglia da cartolina e del
turismo non descrivono appieno e
che va scovato negli spazi reconditi
di una terra sempre presente nell’immaginario
dei suoi scrittori. Di
diverso tenore sono i due libri scritti
per Einaudi da Giancarlo Visitilli e
Antonella Lattanzi. Il primo, con “E
la felicità prof?”, racconta di un docente
progressista alle prese con una
classe all’ultimo anno di scuola e
con la ricerca della felicità. Un cru-
do confronto con un microcosmo
fatto di vite moderne, di violenza,
adolescenza, emarginazione. Il secondo,
“Devozione”, è il romanzo
d’esordio della scrittrice barese. Un
caso letterario, che ha segnato la
scoperta di un nuovo talento.
Il mondo pugliese legato ai libri è
un ribollire continuo di creatività,
che avranno modo di esprimersi e
confrontarsi in occasione di Cheek
to Cheek, appuntamento dedicato a
57
Cultura e territorio
chi vorrà cimentarsi nell’arte della
scrittura che si terrà a Bari tra il 22 e
il 24 maggio all’interno del Festival
dell’Innovazione.
Un vero e proprio spazio dove potranno
confrontarsi autori pugliesi
ed editori italiani, ognuno con le
proprie idee e proposte.
Una fucina sperimentale da cui potranno
nascere nuove storie e nuovi
libri, immortalati su carta o formati
tablet.

Leggendo
qua e là
di Rosangela Pappalepore
Perché leggere? Oltre che un utile
passatempo la lettura è anche un
mezzo per informarsi e crescere, ma
soprattutto un modo assolutamente
personale per trascorrere del tempo in una
dimensione diversa da quella abituale, calandosi
nei panni di personaggi di fantasia
LA FORMULA DEL CAPITANO
di Marco Pasetti
Mursia
pagine 202
Due secoli di storia italiana visti attraverso
le vicende della famiglia Ciccarelli.
La Pasta del Capitano, tra i primi dentifrici
made in Italy, venne creata agli inizi
del ‘900 dal Capitano Clemente Ciccarelli,
nonno dell’autore. Tutto comincia
nella prima metà dell’‘800 nelle Marche,
a Montolmo. Pietro fu il primo a fare il
salto da speziale a farmacista e a inaugurare
la dinastia. Tra le righe tutte le
storia, piccola o grande, hanno lasciato il
del tempo seduti in attesa: perché allora
non trasformare momenti sterili in qualcosa
di diverso e interessante? Un libro, una
racconto, è una buona idea. Sempre.
contraddizioni del sistema economicoproduttivo
italiano incapace di valorizzare
e difendere le medie imprese, costrette
a cavarsela da sole.
IL PARADISO DEI LETTORI
INNAMORATI
di Antonio Monda
Mondadori
pagine 168
Quali sono i nostri film preferiti? È una
scelta che, oltre al valore della pellicola,
nasconde una parte intima e profonda
di tutti noi. Ma cosa succede quando
a guardare un film è uno scrittore? È
possibile che il suo linguaggio, i temi
che tratta e il suo mondo poetico ne
siano influenzati? E, se è uno scrittore
58
il cui mondo interiore avvertiamo affine,
amerà pellicole a noi care? L’autore
ha intervistato venti scrittori di lingua
inglese, da Philip Roth a Martin Amis e
Don DeLillo, da Chuck Palahniuk a Zadie
Smith, ponendo loro la domanda: “Quali
sono i cinque film della tua vita?”.
EMILIO PUCCI
di Vanessa Friedman,
Alessandra Arezzi Boza,
Armando Chitolina
Taschen
pagine 420
Emilio Pucci (1914-1992), Marchese di
Barsento, aristocratico, dotato di un visionario
senso dello stile oltre che di un
istinto particolare per i colori e il design,
aprì la sua prima boutique a Capri nei
primi anni ‘50 e divenne il sarto di ricche
signore, ereditiere e star del cinema. La
storia di un’impresa familiare diventata
un marchio internazionale che oggi
conta più di 50 store monomarca nel
mondo. Ma anche di un’impresa che ha
precorso i tempi creando per prima un
logo e diversificando la produzione attraverso
la creazione di accessori e abbigliamento
sportivo.
DIMMI COME TI CHIAMI
E TI DIRÒ PERCHÉ
di Enzo Caffarelli
Laterza
pagine 186
Almeno una volta nella vita ve lo siete
chiesto anche voi: perché mi chiamo
così? Che significato hanno il mio nome
e il mio cognome? Enzo Caffarelli racconta
storie curiose, argute, divertenti,
inaspettate. Un libro da leggere se siete
curiosi di sapere quale storia hanno i
nomi e cognomi italiani, perché si sono
diffusi in una certa epoca o in una certa
zona, quale legame hanno con la moda,
la cultura, la storia del nostro Paese.

SALENTO ITINERARI
ED ESCURSIONI
di Carlos Solito
Adda editore
pagine 208
Una guida, pratica e agile da utilizzare
durante un viaggio. La provincia di Lecce
è stata divisa in macro-itinerari: dopo
il giro della città di Lecce e quello “on
the road” lungo la costa adriatica da
San Cataldo fino a Santa Maria di Leuca,
segue la costa ionica, dal capo di Finibus
Terrae fino a nord di Porto Cesareo
ai confini con la provincia di Taranto.
Nell’entroterra, a nord di Lecce, si va
dall’area del Tavoliere Messapico fino
all’isola linguistica e culturale della Grecìa
Salentina.
Ancora un percorso copre quei luoghi
che dalle campagne neretine seguono
la dorsale delle Serre Salentine. Infine
l’ultimo, parte da Maglie e arriva a lambire
il Capo di Leuca.
LORODIPUGLIA
di Vito Antonio Loprieno
Il Grillo Editore
pagine 434
La gente di Puglia si ritrova intorno a un
tavolo ad assaporare i piatti succulenti
di una tradizione gastronomica impreziosita
dal frutto degli ulivi.
Lorodipuglia racconta di amici, parenti,
incontri e scontri nella masseria Rivoli,
dove una generazione dopo l’altra
scandisce la propria quotidianità con il
lavoro della terra.
Lorodipuglia si ritrovano lì dinanzi alla
tiella, o’ callaridde, alla cialda con la cipolla
rossa di Acquaviva. Amici e fratelli
di ogni età, brindano alla vita, all’amicizia,
all’amore mentre il mondo esterno
cambia.
SPAGHETTI PARADISO
di Nicky Persico
Dalai editore
pagine 272
59
Un libro al volo
Un praticante avvocato, Alessandro
Flachi, inesperto e anche un po’ maldestro,
si ritrova coinvolto nella difesa
di due donne differenti tra loro per età
ed estrazione sociale, accomunate dal
fatto di essere entrambe vittime di violenza.
Si dipana da qui, condito da intriganti
commistioni culinarie, un fitto intreccio
di storie e di persone che, tra suspense
e istanti di serenità, si addentra nel
fenomeno dello stalking attraverso un
susseguirsi di eventi destinati a rivelare
realtà insospettabili.
In una fascinosa Puglia raccontata in
modo quanto mai originale.
FERITE A MORTE
di Serena Dandini
Rizzoli
pagine 224
Serena Dandini usa tutte le sfumature
dell’emotività, dal comico al tragico,
dal grottesco al drammatico, per ridare
voce alle vittime del femminicidio.
Donne umiliate e uccise da maschi violenti
raccontano in prima persona le
loro vite (vere, o terribilmente verosimili)
in queste pagine e nello spettacolo
che l’autrice ha scritto per denunciare
una strage che si compie sotto i nostri
occhi e per aiutare le vittime della violenza
nascosta.

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Apulia’s
Hot Edge
Sporting Sharp
Wings
An English summary
by Gino Lorenzelli
Apulian airports head for success
Aeroporti di Puglia latest financial
figures look bright despite the international
crisis and a general business and
passengers contraction throughout the
Italian airport system. According to the
latest Apulian airport agency’s shareholders
meeting, 2012 showed an interesting
figure of more than 1 million
Euro operating income (over 10 % more
than the same 2011 figure), with an increase
in terms of sales and services revenues
of more than half a million Euro.
2012 traffic figures were positive too,
considering that the modest +0,72%
increase must be compared with the
average Italian decrease (-1,3%), with
particular regard to domestic traffic,
which during 2012 marked a -5,2% reduction.
More than 5.8 million passengers
touched the Apulian soil last year, a
steadily growing figure than cannot be
ignored by international travel brokers
and public institutions alike.
The recent “change of the guard” at
Aeroporti di Puglia top leadership, with
the appointment of Giuseppe Acierno
as sole director, is first of all recognition
of past success and unquestionable
quality-and-quantity improvement of
the entire Apulian airport system. As
Giuseppe Acierno (44, an internationally
qualified administrator and aerospace
policies manager) recently remarked,
“we have the challenging task of leveraging
from past success and enhancing
our Region’s economy in order to meet
and exceed the Mediterranean market’s
expectations. For more than 10 years,
Apulian airports have furnished ample
evidence of being capable to not only
keep the economic balance right, but to
provide an essential engine to make Pu-
glia the success story it undeniably is”.
Washington: Home
of the American Dream
by Sergio De Nicola
Usually quoted for just being home to
the President and other world-renowned
institutions (the Pentagon, the CIA
and the Congress), Washington indeed
hosts some of the most historical
landmarks of the United States. One
cannot start an historic tour without a
long stroll around the National Mall, the
central point of most sightseeing visits
to the Capital city of the U.S. The treelined
open space between Constitution
and Independence Avenues extends
from the Washington Monument to the
U.S. Capitol Building. Ten of the museums
of the Smithsonian Institution are
located within the heart of the nation’s
capital, offering a variety of exhibits
ranging from art to space exploration.
The U.S. Capitol Building, the meeting
chambers for the Senate and the
House of Representatives, is one of the
most recognizable historic buildings
in Washington. It is a prominent landmark
and an impressive example of
19th-century neoclassical architecture.
In addition to the Capitol Building, six
Congressional office buildings and three
Library of Congress buildings make up
Capitol Hill. With 540 rooms divided
among five levels, the U.S. Capitol is a
massive building. Under the dome in
the center of the Capitol Building is the
Rotunda, a circular space that serves as
a gallery of paintings and sculpture of
American historical figures and events.
The third floor is where visitors can watch
the proceedings of Congress when
in session. The National Mall is not just
a great place to visit world class museums
and national landmarks, but also
a gathering place to picnic and attend
outdoor festivals. Americans and visitors
from all over the world have used the
expansive lawn as a site for protests and
rallies. The impressive architecture and
natural beauty of the Mall make it a unique
place that celebrates and preserves
our nation’s history and democracy.
From there, the view of the Washington
Monument, honoring the first president,
61
English summary
George Washington, is astonishing. The
Monument is the tallest structure in the
nation’s capital and towers over 250
meters above the National Mall.
While in D.C. (as most Americans refer
to their beloved Capital) do not miss
the incredible array of museums. And
do start from the Smithsonian, which in
fact is a federal institution with multiple
museums scattered throughout
Washington. Ten of the buildings are located
on the National Mall from 3rd to
14th Streets between Constitution and
Independence Avenues, within a radius
of about one mile. There is so much to
see at the Smithsonian that you can not
see it all in one day. IMAX movies are
especially popular, so it is a good idea
to plan ahead and buy your tickets a
few hours in advance.
The National Gallery of Art is a world-class
art museum with one of the
largest collections of masterpieces in
the world including paintings, drawings,
prints, photographs, sculpture, and
decorative arts from the 13th century to
the present. Because of its prime location
on the National Mall, many people
think the National Gallery is a part of
the Smithsonian. Another landmark
exhibit in D.C. is the Newseum, a sixlevel,
high-tech and interactive museum
tracing the history of news reporting
from the 16th century to the present
day. In 250,000 square feet of exhibit
space, the Newseum offers visitors 15
theaters, 14 major galleries, two stateof-the-art
broadcast studios and a 4-D
time-travel experience. The exhibition
galleries explore news history, electronic
news, photojournalism, world news
and how the media have covered major
historical events.
National Monuments and Memorials
are also historic landmarks honoring
America’s past, its presidents, founding
fathers and war veterans. They are
wonderful to visit in nice weather and
the views from each of them are unique
and special. The easiest way to visit the
monuments is on a sightseeing tour, as
the memorials are very spread out and
to see all of them on foot involves a lot
of walking. The monuments are also
spectacular to visit at night when they

are illuminated.
Lots of things to see and do for first
time visitors are to be found in Georgetown,
Washington DC’s most historic
neighborhood, known as one of
Washington DC’s best destinations for
dining and nightlife. Restaurants range
from fine dining to casual eateries
serving cuisine from all over the world.
During the warmer months of the year,
restaurants on the Georgetown Waterfront
are very popular and offer outdoor
seating with great views of the Potomac
River. You’ll find everything from
singles hotspots to romantic wine bars
to lively collegiate gathering places.
Georgetown is a popular Washington,
DC neighborhood for shopping, dining
and nightlife. This shopping mecca appeals
to the younger crowd but also has
plenty of boutiques and antique stores
for all ages. Most of the shops in Georgetown
are centered along M Street
and Wisconsin Avenue. Georgetown is
also one of the oldest neighborhoods in
Washington and has many interesting
historic homes. A few of them are museums
open to the public for tours.
Salento, a Legendary Beauty
by Angela Altomare
The Salento Peninsula in southern
Puglia is the heel of Italy’s boot. The
peninsula is known for its quality olive
oil, wine, and good beaches with clean
water. Salento also has remnants of
its Greek past and its main city, Lecce,
is sometimes called the Florence of
the South. Lecce was the center of the
ornate architecture called the barocco
leccese and the city is filled with Baroque
monuments. Lecce is also a center
for traditional paper mache’ crafts and
its castle has an interesting museum
of paper mache’. The historic center is
good for walking and there are plenty
of places to taste the typical cuisine of
southern Puglia. On the Ionian seaside,
Gallipoli is a charming town on the
peninsula’s east coast. The old town was
built on an island that’s now connected
to the mainland by a bridge and it still
retains some of the medieval walls. Its
picturesque historic center is a pedestrian
zone with a maze of alleys. In the
center is the 17th century Baroque Sant’
Agata Cathedral. Otranto is another
charming seaside town, this time on the
peninsula’s west coast. Its pedestrian
streets and small alleys are lined with
whitewashed buildings reminiscent of
Greece. Most of the old town is still
partially enclosed within medieval walls
with a castle at one end, said to be the
inspiration for the first Gothic novel ever
written. Be sure to visit the 11th century
Cathedral to see the stunning 12th century
floor mosaics and unusual chapel
of skulls. Between the town’s walls and
the sea is a wide pedestrian street, the
Lungomare, with cafes and a park, and
within walking distance of the center
there’s a sandy beach. Much of Salento
is on the coast and is known for its
many clean beaches with good swimming,
sun-bathing, and water sports.
Porto Cesareo, also on the Ionian Coast,
is a popular beach area with thermal
springs set in a nature reserve. Porto
Selvaggio is another good beach in a
nature reserve.
Santa Maria di Leuca, the peninsula’s
southern tip where the Ionian and
Adriatic Seas meet, is a top beach destination.
White buildings fill the town
and the seaside promenade is lined with
villas and trendy nightclubs. The area’s
mild climate gives swimming and sunbathing
a long season and the beaches
are very popular. Another good beach
in the south is Marina di Pescoluse, with
white sand dunes and shallow waters,
making it a good choice for families.
The so called “Salento Greece” or Grecìa
Salentina is a group of towns in the
interior of Salento where a Greek dialect
is still spoken, written on signs, and
taught in schools. Some of the architecture
is reminiscent of that of Greece,
including whitewashed buildings
and houses. Several of the towns have
interesting historic centers and churches
and even impressive castles like the one
in Corigliano d’Otranto.
One of Salento’s best known musical
traditions is the Pizzica. Today an attraction
of international renown, the pizzica
as danced by Pugliese grandmothers
was not merely a dance, but a type of
therapy; like the dances of the baccha-
62
nals of Dionysus – the Greek god of
wine and drunkenness – the dance was
an act that unleashed a certain sense
of oppression shared by these women.
In summer the pizzica makes its way
through the entire heel of the Italian
boot (Calimera, Carpignano Salentino,
Soleto, Sternatia and Zollino) until it
concludes around the end of the month
in Melpignano. Late into the night, a
folk orchestra accompanies the Notte
della Taranta (Night of the Tarantula)
and its various exhibits from both the
International “world” scene.
The Salento folk music and especially
the pizzica pizzica have experienced in
the last fifteen years a veritable explosion
of media attention and interest
from an ever growing national and
international level. Pizzica dancing is
a subset of tarantella dances that has
its nexus in the Salento area of Puglia.
These frenetic dances were thought to
be the only cure for the spider’s poisonous
bite when the symptoms started:
melancholy, stupor, madness and an
uncontrollable desire to dance. The patient
(tarantata) then danced for hours
in the grip of the epilepsy caused by
the poison, until totally exhausted and
spiritually drained. Today, the Pizzica is
a newly emerging art form. No longer
having roots in superstition, the dance
is now largely about love, eroticism and
passion; a woman dancing to the frenetic
rhythm of tambourines waver her
scarf and invites men to dance until she
tires of them and invites someone else.
De Nittis:
a Painter without Borders
by Stefania Di Mitrio
The internationally acclaimed Apulian
painter Giuseppe De Nittis will have
his deserved world exhibit in Padua at
Palazzo Zabarella. As a reference to the
recent exhibition at Petit Palais in Paris,
the exhibition of De Nittis paintings
in Padua wants to provide additional
insights for the understanding of this
great European artist of the nineteenth
century, presenting some of Giuseppe
De Nittis not shown in Paris. Regarded
as one of the most important exhibitions
ever devoted to the De Nittis artist

and as one of the most fascinating,
from 19 January to 26 May palazzo
Zabarella in Padua will host 120 beautiful
De Nittis paintings, displaying works
from prestigious museums and public
collections in France and Italy, as well
as the Art Gallery ‘Giuseppe De Nittis’
Barletta - with paintings donated by his
widow after the untimely death of the
artist – and also the Carnavalet Museum
in Paris, the Modern Art Gallery and the
Pitti Palace in Florence, the Modern Art
Gallery in Milan, the International Modern
Art Gallery of Ca ‘Pesaro in Venice
and many others.
Munich is Closer than Most Think
by Rosangela Pappalepore
Lifestyle, joie de vivre or lebensart
– whatever you call it, Munich has it. It
might be down to the clear blue skies or
simply the city’s beauty, but one thing’s
for certain: the people of Munich always
like to show their best side, whether
they’re in a beer garden, on one of
the exclusive shopping streets, or in
Bayern Munich’s stadium. The recently
introduced double-daily flight from
Bari to Munich by Air Dolomiti is an
unmissable opportunity to travel cheap
(and very comfortable) to the Bavarian
capital. Log on to www.airdolomiti.it to
one-way all included.
A modern, cosmopolitan city with a
big heart and a long heritage, as suave
as it is easygoing, buzzing and yet
tranquil. Munich is Germany’s lifestyle
capital. Undoubtedly one of the most
beautiful squares in Germany has to be
Marienplatz– it is the heart of Munich
and is home to the Old and New Town
Halls. The town hall glockenspiel is as
much part of Munich’s identity as the
Hofbräuhaus beer hall or the iconic
Church of Our Lady, whose green
dome-crested towers can be seen for
miles around. Browsing the stalls of the
Viktualienmarkt is a feast for all the senses.
There’s simply everything on offer
at the city’s famous food market – from
traditional Bavarian specialties to exotic
delicacies. For a far more affordable,
not to mention more relaxed, shopping
experience, head to Munich’s pub and
club quarter, which is no longer confined
to the trendy Schwabing district,
but also extends around Glockenbachplatz
square, Gärtnerplatz square and
Müllerstrasse.
A trip to the English Garden is absolutely
mandatory: it is Munich’s very own
piece of paradise, situated between
the Isar river and the city center, is the
ultimate chill-out zone. From lazing
around or watching people master the
latest craze of slacklining (better still,
have a go yourself) to the insane fun of
surfing the Eisbach river, anything goes
in the park. Add to that two of Munich’s
most beautiful beer gardens, one at the
Chinese Pagoda, the other at a picturesque
lakeside spot, and you’ve got the
perfect recipe for a relaxing afternoon.
These are the beer gardens where you’ll
find an eclectic crowd who live life to
the full in the shade of ancient chestnut
trees. That’s the Munich way. The beer
gardens came to be called cellars or keller
– as in Salvatorkeller, Löwenbräukeller
and Hofbräukeller – because brewers
once kept their beer underground to
keep it cool and soon hit upon the idea
of selling it from the very same spot.
The people of Munich are also proud of
the city’s museums, many of which are
of international standing, such as the
Deutsches Museum, the world’s biggest
science and technology museum, the
Alte Pinakothek, the Neue Pinakothek,
the Pinakothek der Moderne and the
Lenbachhaus Museum. Then there’s the
Glyptothek Museum, the State Collections
of Antiques and the Brandhorst
Museum with its breathtaking collection
of modern art from 1945 onwards.
Here in Munich’s Art Quarter, however,
you’ll also find charming little bars, cosy
cafés and pretty boutiques, yet another
example of how the Munich lifestyle
combines culture with the finer things
in life. The BMW Museum has the city’s
automotive heritage covered, while the
stars of Bayern Munich show teams
visiting the Allianz Arena another side
to the city’s unique lifestyle: what it’s
like to always be on top. Even if you’re
not a Bayern Munich fan, it’s still well
worth trying to get a ticket to see them
play. The stadium atmosphere alone is
63
English summary
world-class and guaranteed to give you
goosebumps.
A truly unmissable Bavarian experience
awaits at the famous Hofbräuhaus
beer hall at Am Platzl in the old quarter.
Originally a brewery, today it is an
internationally acclaimed ‘beer temple’.
Locals can be seen dressed in traditional
costume, drinking Munich beer from
the famous Mass, a one-liter tankard,
and enjoying traditional hearty specialties
served up with a good dose of
Bavarian hospitality.
A Botanical Conservatory:
Pomona Gardens
by Katja Brinkmann
Located at the center point between
three Italian provinces (Bari, Brindisi
and Taranto), in the Apulia region, in
the heart of the Valle d’Itria, lies the
botanical conservatory, the “Pomona”
gardens. In this interview with founders
Paolo Belloni and Martine Balanza,
Katja Brinkmann brings to the public
a success story already making the
news throughout Europe. The conservatory
is named after Pomona, the
Latin goddess, protector of orchards
and gardens, depicted in classical and
neoclassical iconography holding an
olive branch in one hand, a vine in the
other and a cornucopia brimming with
fruit resting at her feet. The conservatory
was established by Paolo Belloni, a
photographer who, in 1993 abandoned
his profession, travelling 20,000 km
across Italy, contacting Institutes and
agronomy faculties, to ascertain the
viability of establishing a national association/network
to safeguard fruit tree
diversity. In November 1993 he founded
the Pomona non-profit – a national
association for the valorization of biodiversity
and in June 2004 established
the Pomona gardens, which currently
hold approximately 800 cultivars of
fruit trees, following an organic farming
method and traditional row planting
system, using rain water for irrigation
collected in cisterns. The Pomona
conservatory is open to the public and
hosts various activities aimed at promoting
a love and understanding of plant
biodiversity. All of the varieties growing

at Pomona have been photographed
and catalogued in collaboration with
the University of Salento Botanical gardens.
It is a humbly run family activity
with no public funding, which is finding
it hard to maintain the vast collection
conserved. Local teachers, scientists and
friends have also contributed to the
development and study of the Pomona
collection.
Trani, where Art and Landscape Meet
Trani is a historic fishing port between
Bari and Barletta on the Adriatic coast.
Many have noticed how this town is
reminiscent of 1950s films set in oldfashioned
seaside Italy: historic buildings
fading with casual charm, boats
in the harbor and sleepy dogs lazing in
the midday sun by the deserted waterfront.
The really important thing to see
is the cathedral, the Cattedrale di San
Nicola Pellegrino, which dominates the
seashore from a spectacular position at
the water’s edge. Dating to the twelfth
century, the cathedral is dedicated to
St. Nicholas the Pilgrim, a different St.
Nicholas to the famous saint venerated
in nearby Bari. The building is wonderfully
imposing and is one of the most
renowned sights of Puglia. The exterior
is chiefly Romanesque in style, with a
tall elongated facade, rose windows
and a stately bell tower. Its decorative
bronze doors (displayed inside) are the
work of a local artist, Barisano da Trani.
The interior has been stripped back
to its original Romanesque appearance:
simple, lofty and attractive with a
few appealing details such as carved
stone figures supporting columns. The
building has several levels: beneath the
main church is an older one dedicated
to Santa Maria della Scala, with some
remaining Byzantine frescoes. At a still
lower level is a chamber said to date
to the sixth century. The church’s main
crypt contains the remains of the saint.
Up in the main church, there are the
surviving sections of a 12th-century
mosaic showing Alexander the Great
and Adam and Eve.
On the low headland behind the cathedral
is the oldest part of Trani’s historic
center. Exploring the lanes here, the vi-
sitors comes across picturesque corners
and interesting sights like the roadside
bas-reliefs pictured on the left. The
most famed of Trani’s historic dwellings
is the fifteenth-century Palazzo Caccetta
on Via Ognissanti, which belongs to
the council. Nearby is a twelfth-century
church built by the Knights Templar,
the Chiesa di Ognissanti. Trani was on a
route used by crusaders heading to and
from the Holy Land, and there was a
hospital here for the sick and wounded.
You can see the exterior of the church
from the harborside (the curved apse)
or from the lane the other side of the
building; unfortunately it is not usually
open to the public.
GAL Rural Tourism
by Pierluigi De Santis
The Apulian Regional administration
initiative of GALs, or Groups of Local
Action, has caught the interest of the
European Union as they benefitted
from EU LEADER (Liaisons Entre Actions
de Development de l’Economie Rurale)
funds. The aim is not only to promote,
but rather to help businesses geared
towards tourism and relevant activities.
Thanks to this cluster of local companies,
25 GALs were created this year,
presenting their programs at Italy’s
most important tourism trade fair, the
Milan-based BIT, or International Tourism
Trade Exchange.
The Cinema: End of Show?
by Alessandra Nenna
The international economic crisis is not
only involving “common” people, but
also those who are considered -- right
or wrong… -- somewhat special, movie
artists and the whole cinema industry
at large. Alessandra Nenna reports on
the latest Cinetel (the Italian cinema
and television association) figures on
the state of movie theaters and relevant
attendance over 2012 and the
first months of 2013. Considering 518
small and big towns for a total of 3,153
movie theaters, the 2013 January and
February figures look dramatic: almost
13% down in terms of viewers and over
16% down in terms of revenues. In a
full report on the state of contemporary
64
Italian cinema, Nenna gives some hints
and takes into account pros and cons
of today’s movie industry competitors,
such as TV, the internet, and even smartphones.
Apulia Prize “My Place in the World”
by Stefania Di Mitrio
The Italian Cultural Institute in London
and Accademia Apulia UK have recently
presented to the international community
”Home – My Place in the World”, an
array of Made-in-Puglia events showcased
at various prestigious locations in
central London. London thus celebrates
Apulian excellence with a week of exclusive
events. The initiative is aimed at
introducing the international community
to the best expressions of culture, art,
creativity and cuisine from one of the
most beautiful and original regions in
Italy. The series of events will take place
around mid-July, across a number of
exciting venues in central London, including
La Galleria Pall Mall and the Italian
Cultural Institute. Curated by the art
critic Lia De Venere, the contemporary
art show will display paintings, sculptures,
photographs, installations and
videos focused on the theme of ‘homeland’.
Giving tribute to the concepts of
identity, nomadism, home and mother
country, the exhibition will showcase
works of art of some of the most representative
Apulian artists.
Accademia Apulia is a non-profit
network of professionals based in London
willing to share aspirations, inspirations
and experiences for the good of
our members. Our objective is to offer
a creative platform and a network of
support for anyone wishing to further
their goals in the United Kingdom and
beyond. Engaging in Art and Culture
will help people develop creative talents
internationally. Members of Accademia
Apulia UK love sharing professional
experiences, expressing themselves and
meeting those who can inspire future
moves.
This year’s full program of events will
highlight and emphasize the creativity
and virtuosity that Puglia offers today,
log on to Accademia Apulia website
www.accademiapulia.org to learn more.