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Foto di Elisabetta Errani Emaldi - Estro-Verso

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<strong>Foto</strong> <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> <strong>Errani</strong> Emal<strong>di</strong><br />

1


I Volgari Artigiani<br />

dell’Amore<br />

Sceneggiatura <strong>di</strong><br />

<strong>Elisabetta</strong> <strong>Errani</strong> Emal<strong>di</strong><br />

(S.I.A.E.)<br />

Copyright 2011. All rights reserved<br />

Soggetto<br />

<strong>Elisabetta</strong> <strong>Errani</strong> Emal<strong>di</strong><br />

Ivana Tarroni<br />

Sottotitolo<br />

Incontri particolari <strong>di</strong> due amiche a contatto con le<br />

arti marziali <strong>di</strong> eventuali agenti segreti pieni <strong>di</strong><br />

passione e i poteri psichici <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong> loro che scopre i loro segreti.<br />

Quando le attrazioni o repulsioni non avvengono mai<br />

per caso, ma per condurci lungo il sentiero<br />

dell'evoluzione interiore.<br />

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2


Personaggi<br />

1. Rosina, madre <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, italiana anni sessantatre.<br />

2. Viola, amica <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, italiana, anni quarantatre.<br />

3. Marzia, amica <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, trentunenne, italiana.<br />

4. <strong>Elisabetta</strong>, trentaseienne, italiana.<br />

5. Mauro, quarantaseienne, ragazzo <strong>di</strong> Viola. Gigolo.<br />

6. Michele, trentenne, me<strong>di</strong>co, amico <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

7. Una cameriera.<br />

8. Un cameriere, una coppia <strong>di</strong> clienti.<br />

9. Coppia <strong>di</strong> quarantacinquenni. Lei molto bella e bionda.<br />

10. Padre <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, sessantaquattrenne, italiano.<br />

11. Una coppia che si bacia.<br />

12. Un amico <strong>di</strong> Viola sui quarant’anni.<br />

13. Rosa la proprietaria della locanda. Cinquantenne<br />

romagnola.<br />

14. Tre attori (un abate, due antichi romani). Spettatori.<br />

15. Antonio, amico <strong>di</strong> Mauro, trentenne.<br />

16. Un uomo con l’arco e un gondoliere.<br />

17. Un ammiratore <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

18. Due coppie. Una donna con un cesto <strong>di</strong> rose colori<br />

misti.<br />

19. Alcuni passeggeri che scendono dal treno.<br />

20. Valdettaro, capo <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> a Genova.<br />

21. Un cameriere.<br />

22. Una anziana signora con lunghi capelli bion<strong>di</strong>.<br />

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3


23. Una chiromante e alcuni turisti a Barcellona..<br />

24. Il proprietario <strong>di</strong> una concessionaria.<br />

25. Una coppia <strong>di</strong> anziani in pie<strong>di</strong> al bar.<br />

26. Rossana, sorella <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> trentanovenne, italiana.<br />

27. Un marinaio e un gruppo <strong>di</strong> passeggeri.<br />

28. Una barca con il barcaiolo, alcuni turisti.<br />

29. Una dottoressa, un infermiere, alcune persone in<br />

attesa.<br />

30. Clau<strong>di</strong>o, il cugino <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> e alcuni passanti.<br />

31. Un’infermiera.<br />

32. Due amici <strong>di</strong> Antonio.<br />

33. Un barista.<br />

34. Due amici <strong>di</strong> Antonio, gli stessi del sogno Sc. 140.<br />

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4


Prima dei titoli<br />

0. Dissolvenza in apertura<br />

(<strong>di</strong>ssolve to fade-in).<br />

Sullo schermo nero appare una <strong>di</strong>citura:<br />

Se io viaggiassi con due compagni, troverei in<br />

loro due maestri, imiterei le loro buone qualità<br />

e mi guarderei dai <strong>di</strong>fetti che avessi a<br />

riscontrare in loro.<br />

Dissolvenza in chiusura (Dissolve to fade-out)<br />

5<br />

Confucio<br />

1. Esterno. Veduta aerea al tramonto delle campagne intorno a<br />

Fusignano e centro, piazza Corelli.<br />

Lentamente il nero svanisce in un tramonto dai colori<br />

primaverili, dove frotte d’uccelli danzano cinguettando<br />

contro il sole pallido. I titoli scorrono ad intervalli, mentre<br />

incominciano a <strong>di</strong>stinguersi i contorni sempre più niti<strong>di</strong><br />

delle campagne intorno a Fusignano, che corrono<br />

sconfinate all’orizzonte.<br />

Appare in lontananza Fusignano, che s’avvicina e <strong>di</strong>venta<br />

sempre più grande. Ripresa del centro, piazza con la<br />

vecchia chiesa bianca e il campanile.<br />

Chiu<strong>di</strong> sul titolo/Main Title.<br />

I Volgari Artigiani dell’Amore<br />

2.Esterno. Centro Fusignano, piazza Corelli, portici. Ventotto<br />

marzo 1988.


Sull’inquadratura della vecchia chiesa antistante piazza<br />

Corelli appare una scritta: 28 marzo 1988 .<br />

Primo piano (close up ) <strong>di</strong> Rosina, madre <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, una<br />

donna <strong>di</strong> sessantatre anni, capelli castani e mossi, viso<br />

rotondo, occhi scuri, corporatura normale, me<strong>di</strong>a altezza;<br />

indossa un vestito a giacca blu, attraversa la piazza della<br />

chiesa nuova, entra sotto i portici <strong>di</strong> fronte a piazza<br />

Corelli, cammina sopra pensiero, stacco su (cut to)<br />

un’auto rossa che sbuca da via Emal<strong>di</strong> e costeggia i<br />

portici, l'autista frena all’improvviso e si ferma, poi<br />

abbassa il finestrino per parlare con Rosina. È Viola, una<br />

donna robusta, sui quarantatre anni, viso rotondo, occhi<br />

scuri, capelli rossi lunghi e ricci, indossa un maglione<br />

nero, sorride a Rosina. Questa ricambia e, guardandosi<br />

intorno, attraversa la strada e raggiunge Viola.<br />

ROSINA: - Ciao Viola!<br />

VIOLA: - Ciao Rosina, mi sai <strong>di</strong>re quando torna <strong>Elisabetta</strong> dal giro<br />

del mondo?<br />

ROSINA: - (felice) La nave attraccherà domani pomeriggio nel<br />

porto <strong>di</strong> Genova, ma lei arriverà a casa solo dopodomani.<br />

VIOLA: - (avvia l’auto) Verrò a farle visita! Ma ora devo andare,<br />

mi sono fermata in una posizione pericolosa!<br />

Chiude, Rosina la saluta con la mano e Viola parte<br />

velocemente. Dissolvenza incrociata (Dissolve to fade<br />

over).<br />

3. Esterno. Mattino. Paesaggio <strong>di</strong> campagna. Via Sotto Fiume.<br />

Si ode la voce fuori campo <strong>di</strong> Viola sulla scena 3 bis che<br />

segue.<br />

VIOLA: - Finalmente domani rivedrò <strong>Elisabetta</strong>,<br />

quell’extraterrestre che non è altro! Si, perché per me lei<br />

è un’aliena: i suoi pie<strong>di</strong> non poggiano per terra, ma<br />

sembra volare. Devo ammettere che vive veramente in<br />

un’altra <strong>di</strong>mensione, dove ha trovato la sua vera indole, è<br />

sempre allegra, ironica, equilibrata, altruista. Ammiro la<br />

6


3 bis.<br />

forza d’animo con cui affronta ogni avversità della vita. Da<br />

molti anni il dolore non la tocca più, perché vita e morte<br />

per lei sono la stessa cosa.<br />

L’immagine percorre un paesaggio <strong>di</strong> campi <strong>di</strong> peschi e meli<br />

fioriti, sotto un sole brillante <strong>di</strong> primavera, con voli e<br />

cinguettii <strong>di</strong> passeri, nel cielo limpido che sfuma in nuvole<br />

bianche all’orizzonte. Poi si sposta sulla via Sotto fiume e<br />

inquadra Viola che pedala felice sulla sua bicicletta,<br />

capelli al vento, il vestito bianco con papaveri rossi che<br />

danza ad ogni pedalata: pensierosa costeggia il rivale<br />

verde del fiume Senio.<br />

Primo piano <strong>di</strong> Viola, che ha un flash back (scena 4 che<br />

segue).<br />

4. Interno stanza da letto <strong>di</strong> Viola.<br />

Viola è seduta sul letto con un vestito bianco, intorno a lei<br />

sul copriletto rosa ci sono delle lettere e cartoline<br />

provenienti da alcuni Paesi del mondo. La stanza è ampia,<br />

tende lunghe e bianche in pizzo, letto in ferro battuto con<br />

angelo rosa in gesso appeso sopra, mobili bianchi. Viola<br />

prende in mano una cartolina <strong>di</strong> Singapore, la guarda, la<br />

posa sul letto e ne prende un’altra <strong>di</strong> Bali, sorride, la gira.<br />

VIOLA: - Un saluto dall’isola del Para<strong>di</strong>so. Con affetto,<br />

<strong>Elisabetta</strong>.<br />

Stacco sulle campagne fiorite circostanti. Campo me<strong>di</strong>o su<br />

Viola che pedala pensierosa.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo) Ti invi<strong>di</strong>o <strong>Elisabetta</strong>, quanto vorrei<br />

poter viaggiare tanto come fai tu!<br />

Chiude su primissimo piano (close up) <strong>di</strong> un ramo <strong>di</strong> pesco<br />

fiorito.<br />

7


5. Fusignano. Pomeriggio. Interno. Casa dei genitori <strong>di</strong><br />

<strong>Elisabetta</strong>. Stanza da letto.<br />

<strong>Elisabetta</strong>, trentaseienne, alta, snella, occhi scuri a<br />

mandorla, capelli neri con taglio alla Cleopatra, indossa<br />

una gonna rossa, stretta e corta, blusa nera e rossa, stile<br />

orientale con collo alla coreana, trascina la grossa valigia,<br />

vicino al letto, su cui con uno sforzo la mette e la apre. La<br />

finestra è aperta. Raggi <strong>di</strong> sole entrano nella stanza<br />

accompagnati da piccole folate <strong>di</strong> vento che muovono le<br />

tende bianche, con coperture in batik a fantasie ver<strong>di</strong><br />

bianche e marrone chiaro dello stesso colore dei mobili. Il<br />

letto basso è appoggiato alla libreria piena <strong>di</strong> oggetti vari.<br />

Accanto alla libreria un arma<strong>di</strong>o basso della stessa<br />

altezza, con la superficie costellata <strong>di</strong> conchiglie piccole e<br />

gran<strong>di</strong>. Quadri alle pareti. Scrivania con grande abat-jour,<br />

appeso sopra cartina geografica del mondo intero. Mentre<br />

prende dei vestiti dalla valigia e li mette nell’arma<strong>di</strong>o, ode<br />

il campanello <strong>di</strong> casa che squilla, poi la porta che si apre e<br />

la voce della madre.<br />

ROSINA: - Ciao Viola, <strong>Elisabetta</strong> è nella sua stanza, vai pure.<br />

Si odono i passi <strong>di</strong> Viola salire le scale ed <strong>Elisabetta</strong><br />

s’affretta a cercare qualcosa dentro la valigia, ne estrae<br />

un pacchettino e lo posa sul letto, alza gli occhi e vede<br />

apparire sulla soglia della porta l'amica, le va incontro<br />

felice, poi si abbracciano.<br />

ELISABETTA: - (abbracciandola) Allora selvatica, come stai ?<br />

VIOLA: - (staccandosi) Bene, grazie! Com’è andato il giro del<br />

mondo?<br />

<strong>Elisabetta</strong> sorride, poi prende il pacchetto sul letto, lo allunga<br />

all’amica.<br />

ELISABETTA: - Favoloso!<br />

VIOLA: - (eccitata, apre il pacchetto) Dovevo aspettarmelo, non ti<br />

<strong>di</strong>mentichi mai <strong>di</strong> me!<br />

8


Viola estrae dal pacchetto una statua <strong>di</strong> Buddha in pietra<br />

nera (stacco su primo piano del Buddha, cut to close up).<br />

Stacco su campo me<strong>di</strong>o (cut to me<strong>di</strong>um long shot) delle<br />

due amiche.<br />

ELISABETTA: - Passeggiavo per le vie <strong>di</strong> Madras, quando ho visto<br />

uno scultore in<strong>di</strong>ano in un piccolo laboratorio all’aperto,<br />

che scolpiva il Buddha su pietre nere<br />

Viola s’avvicina all’amica, la bacia su una guancia.<br />

VIOLA: - Grazie, è un regalo molto gra<strong>di</strong>to!<br />

Viola si siede sul letto accanto alla valigia.<br />

VIOLA: - Allora, verrai a ballare allo Stork Club <strong>di</strong> Milano<br />

Marittima, giovedì sera?<br />

L'altra prende una gruccia dall’arma<strong>di</strong>o e ci mette un<br />

vestito che ha preso dalla valigia.<br />

ELISABETTA: - Molto volentieri, ho proprio voglia <strong>di</strong> ballare.<br />

Viola prende dalla valigia un body in pizzo nero e lo guarda.<br />

VIOLA: - Bello, dovrò comprarne uno anch’io, devo incantare un<br />

serpente a sonagli con una danza dell’amore.<br />

<strong>Elisabetta</strong> lascia cadere la gruccia con il vestito dentro la<br />

valigia e si siede accanto a Viola; insieme scoppiano a<br />

ridere. Chiude su primo piano delle due amiche, mentre<br />

ridono <strong>di</strong>vertite. Dissolvenza (<strong>di</strong>ssolve to).<br />

6. Notte. Esterno. Interno auto <strong>di</strong> Viola. Statale 16. Viale<br />

costeggiato da pini. Stork Club<br />

9


La vettura <strong>di</strong> Viola sfreccia sulla statale 16, svolta<br />

all’incrocio per Milano Marittima lungo il viale, stacco (cut<br />

to) interno auto.<br />

VIOLA: - Eh! Girovaga, che effetto ti fa essere tornata nel tuo<br />

piccolo mondo nativo?<br />

ELISABETTA: - (sorride) Forse non mi crederai, ma è sempre<br />

emozionante tornare nel mio piccolo mondo antico.<br />

Viola rallenta e gira sulla strada che porta allo Stork Club.<br />

VIOLA: - Credo che lasciare una bella nave da crociera come il<br />

Danae sia triste.<br />

ELISABETTA: - (pensierosa) Non per me, perché poi mi imbarcherò<br />

su altre navi ancora più belle.<br />

Stacco (cut to) sullo Stork Club che appare in lontananza,<br />

pieno <strong>di</strong> luci e avvolto da miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> piumini lasciati cadere<br />

dai pioppi in fiore, dando l’impressione <strong>di</strong> farfalle<br />

trasparenti che danzano intorno nel buio della notte.<br />

Stacco sull’auto, mentre entra nel piazzale e parcheggia,<br />

poi il motore si spegne.<br />

7. Notte. Interno. Stork Club.<br />

Lo Stork Club è composto <strong>di</strong> due gran<strong>di</strong> sale: nella prima<br />

una pista da ballo con <strong>di</strong> fronte, su un piano rialzato, il bar<br />

con poltrone e alcune statue, l'altra sala <strong>di</strong> fianco ha una<br />

grande pista con un palco, dove si esibisce il complesso.<br />

Le due amiche sono sedute ad un tavolino vicino alla<br />

pista, mentre l’orchestra suona alcuni brani romantici<br />

degli anni sessanta. La sala è piena <strong>di</strong> uomini e donne che<br />

camminano avanti e in<strong>di</strong>etro, alcune coppie ballano lenti e<br />

si stringono dolcemente. <strong>Elisabetta</strong> indossa un paio <strong>di</strong><br />

pantaloni neri attillati con una giacca color argento e un<br />

giro collo <strong>di</strong> pietre <strong>di</strong> quarzo. Viola ha un vestito a giacca<br />

color ruggine e un collier d’oro. La prima vede un uomo<br />

alto, elegante, <strong>di</strong> bell’aspetto, occhi neri, viso rotondo,<br />

capelli scuri, un po’ stempiato che fissa Viola da alcuni<br />

metri.<br />

10


ELISABETTA: - Eh, Viola, il primo falco ti sta <strong>di</strong>vorando con gli<br />

occhi, gli mancano un pò <strong>di</strong> piume in testa, ma non è<br />

male.<br />

Viola scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita, intanto l’uomo le si<br />

avvicina.<br />

VIOLA: - (brontola) Purtroppo quelli che piacciono a me non mi<br />

vedono.<br />

<strong>Elisabetta</strong> sorride, ma non ha il tempo <strong>di</strong> rispondere, perché<br />

il tizio si siede accanto a Viola.<br />

TIZIO: - Ciao, belle signore, posso offrirvi un drink?<br />

VIOLA: - Volentieri, grazie!<br />

Si avvicina un giovane <strong>di</strong> bella presenza, alto, robusto,<br />

capelli corti e neri, occhi scuri, bel viso, elegantemente<br />

vestito; il tizio accanto a Viola si alza in pie<strong>di</strong>.<br />

TIZIO: - Questo è Michele, un mio amico, io mi chiamo Mauro.<br />

<strong>Elisabetta</strong> si alza in pie<strong>di</strong>, stringe le mani ai due uomini.<br />

ELISABETTA: - Lei si chiama Viola, io <strong>Elisabetta</strong>.<br />

MICHELE: - Onorato!<br />

MICHELE: - (rivolgendosi ad <strong>Elisabetta</strong>) Posso sedermi accanto a<br />

te?.<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Prego.<br />

Intanto Mauro chiama una cameriera che sta passando.<br />

MAURO: - Bellezza, vuoi de<strong>di</strong>carmi un minuto?<br />

La donna si ferma e sorridendo prende il blocchetto e la<br />

penna dal taschino.<br />

11


MAURO: - Allora, belle donne, cosa posso offrirvi?<br />

VIOLA: - Per noi va bene un cocktail alla frutta.<br />

MAURO: - (alla cameriera) Bene, quattro cocktails alla frutta,<br />

grazie.<br />

La cameriera se ne va, la voce <strong>di</strong> Ray Charles canta<br />

“Yesterday” vibrando intorno.<br />

Michele si alza in pie<strong>di</strong>, prende una mano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

MICHELE: - <strong>Elisabetta</strong>, vuoi concedermi questo lento?<br />

Lei compiaciuta si alza e lo segue sulla pista, dove iniziano a<br />

ballare.<br />

Stacco su (cut to) Viola che osserva l’amica mentre balla,<br />

con un po’ d’invi<strong>di</strong>a.<br />

VIOLA: - (brontolando) Scusami, ma stasera sono un po’ noiosa.<br />

Mauro intuisce che la donna non gra<strong>di</strong>sce la sua compagnia<br />

e per attrarre la sua attenzione si toglie la giacca, tira su<br />

la manica della camicia del braccio sinistro, si massaggia i<br />

muscoli dell’avambraccio.<br />

MAURO: - (fissandola) Oggi in palestra ho esagerato e ora mi<br />

sento un po’ indolenzito.<br />

VIOLA: - (annoiata) Non sarà una scusa per mettere in mostra i<br />

tuoi muscoli alla Tarzan?<br />

Mauro scoppia a ridere <strong>di</strong>vertito, poi la fissa dall’alto in<br />

basso.<br />

MAURO: - Un po’ <strong>di</strong> palestra farebbe bene anche a te. Altrimenti<br />

posso darti alcuni consigli per <strong>di</strong>magrire in fretta.<br />

12


Viola lo fissa scandalizzata, intanto arriva la cameriera,<br />

mette i cocktails sul tavolino e sorridendo presenta il<br />

conto a Mauro che, tira fuori il portafoglio dalla giacca e le<br />

allunga una banconota da cinquantamila.<br />

MAURO: - Grazie fanciulla! Tieni pure il resto.<br />

LA CAMERIERA: - (felice) Grazie a lei, buona notte!<br />

<strong>Elisabetta</strong> e Michele raggiungono il tavolo, si siedono.<br />

ELISABETTA E MICHELE: - Grazie Mauro!<br />

<strong>Elisabetta</strong> beve un sorso, fissa Viola che, mentre sorseggia<br />

il suo drink, appare seccata. Poco dopo Viola sbatte il<br />

bicchiere sul tavolo.<br />

VIOLA: - <strong>Elisabetta</strong>, vieni che an<strong>di</strong>amo a vedere se è arrivata la<br />

nostra amica Maria.<br />

<strong>Elisabetta</strong> si alza in pie<strong>di</strong> e segue l’amica.<br />

ELISABETTA: - Scusate un attimo, torniamo subito.<br />

Gli uomini non rispondono. Stacco su (cut to) le due donne<br />

che attraversano la sala e si <strong>di</strong>rigono verso la toilette.<br />

8. Interno toilette.<br />

VIOLA: - (brontolando) Scusami se ho messo in atto il piano per<br />

gli scocciatori, ma non ne posso più <strong>di</strong> quel gorilla<br />

spelacchiato, della sua palestra e dei suoi consigli<br />

<strong>di</strong>etetici, insomma non mi piace.<br />

<strong>Elisabetta</strong> scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita, si siede sulla poltrona<br />

<strong>di</strong> fronte ai lavan<strong>di</strong>ni con sopra gran<strong>di</strong> specchi.<br />

ELISABETTA: - Non ti capisco, quello è il migliore <strong>di</strong> tutti gli uomini<br />

che hai avuto tu, così fine ed elegante!<br />

13


VIOLA: - (con un fil <strong>di</strong> voce) Dici sul serio?<br />

<strong>Elisabetta</strong> alzandosi in pie<strong>di</strong>.<br />

ELISABETTA: - (seria) Certo, an<strong>di</strong>amo, ci stanno aspettando e<br />

cerca <strong>di</strong> guardarlo meglio.<br />

Viola poco convinta segue l’amica.<br />

VIOLA: - (brontolando) Ho capito, dovrò fare uno sforzo, poiché a<br />

te piace Michele.<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Avanti Viola, sono due tipi simpatici,<br />

in fondo vogliamo solo <strong>di</strong>vertirci.<br />

VIOLA: - (sbotta) Eh, cara mia, tu la sai lunga.<br />

Le due donne raggiungono il tavolo, mentre le note allegre<br />

<strong>di</strong> un motivo vibrano in sala.<br />

MICHELE: - Che ne <strong>di</strong>reste <strong>di</strong> tuffarci tutti insieme sulla pista?<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Buon’idea, an<strong>di</strong>amo.<br />

I quattro vanno in pista e si scatenano allegramente fra i<br />

ballerini. Finalmente Viola ride e scherza con Mauro.<br />

MAURO: - (gridando per farsi sentire) Che ne <strong>di</strong>reste se giovedì<br />

prossimo vi invitassi tutti fuori a cena?<br />

Le ragazze sorridono felici.<br />

MICHELE: - Vi invitiamo, non <strong>di</strong>te <strong>di</strong> no, vi prego.<br />

ELISABETTA: - Ah! Va bene allora!.<br />

MAURO: - (all’orecchio <strong>di</strong> Michele) Così dopo cena spenneremo le<br />

due pollastrelle!<br />

Le ragazze scoppiano a ridere.<br />

14


ELISABETTA: - Vedremo se sarete capaci <strong>di</strong> convincere le<br />

pollastrelle a farsi spennare.<br />

Chiude su primo piano dei quattro che ballano e si <strong>di</strong>vertono<br />

felici. Dissolvenza.<br />

9. Notte. Esterno interno auto. Campagne. Viale e stazione <strong>di</strong><br />

Lugo.<br />

Un'auto sfreccia lungo una strada <strong>di</strong> campagna. Nella notte<br />

buia i raggi della luna illuminano la vettura e i campi<br />

d’argento. Stacco (cut to) interno auto. Viola indossa un<br />

vestito a giacca nero con camicetta gialla, <strong>Elisabetta</strong> un<br />

completo rosso vino e foulard intonato e guida in silenzio.<br />

VIOLA: - Cosa ne pensi <strong>di</strong> quei due cow-boy?<br />

ELISABETTA: - Di cosa ti preoccupi, non dobbiamo mica sposarli.<br />

L’auto entra nel viale della stazione <strong>di</strong> Lugo.<br />

VIOLA: - Figurati, chi vuole mai sposare quel gorilla.<br />

<strong>Elisabetta</strong> sorride, rallenta e, mentre gira nella piazza della<br />

stazione, vede i due uomini in pie<strong>di</strong> appoggiati ad una<br />

scintillante Scirocco 2000, grigio perla, con i due sportelli<br />

anteriori aperti. Stacco su campo me<strong>di</strong>o (cut to me<strong>di</strong>um<br />

long shot) <strong>di</strong> Mauro e Michele.<br />

ELISABETTA: - Guardali che belli, Mauro sembra l’eterno cow-boy e<br />

Michele una mummia imbalsamata!<br />

Le due amiche scendono dalla vettura ridendo. Come le<br />

vedono, i due vanno loro incontro e le accolgono con un<br />

bacio sulla guancia.<br />

MAURO: - (serio) Allora, fanciulle, ve lo siete fatto il bidè ?<br />

15


ELISABETTA: - Certo, un mese fa!<br />

MAURO: - Complimenti, sarete profumate!<br />

Una risata collettiva esplode intorno. Intanto dal<br />

mangianastri dell’auto si <strong>di</strong>ffonde una musica violenta che<br />

fa vibrare l’auto e una voce che canta.<br />

A VOCE: - Gesù gridò a Giuda: “Prima che il pollo canti tre volte tu<br />

mi tra<strong>di</strong>rai!”<br />

ELISABETTA: - Insomma cos’è questo schifo? !<br />

I DUE UOMINI: - (stupiti) Ma come, non li conoscete, sono gli<br />

Squallor!<br />

ELISABETTA: - Che sono uno squallore lo capisco anch’io!<br />

VIOLA: - (ridendo) Ma li ho sentiti, sono quelli che cantano la<br />

canzone del figlio Piero.<br />

Michele apre lo sportello posteriore della Scirocco,<br />

<strong>Elisabetta</strong> sale e lui le si siede accanto, mentre Mauro e<br />

Viola salgono davanti. Mauro mette gli occhiali per<br />

guidare, avvia l’auto e parte.<br />

10. Autostrada per Rimini. Esterno/interno auto. Molo <strong>di</strong><br />

Riccione.<br />

La Scirocco sfreccia a centocinquanta all’ora sull’autostrada<br />

per Rimini, sorpassa alcune auto a tutto gas. Stacco (cut<br />

to) interno auto: Viola ha la mano sul cambio con sopra<br />

quella <strong>di</strong> Mauro, che continua a spingere l’acceleratore e<br />

raggiunge i duecento.<br />

ELISABETTA: - (preoccupata) Gui<strong>di</strong> molto bene Mauro, ma ti prego,<br />

rallenta!<br />

MAURO: - Ma guarda che io ho fatto anche dei rally, perciò ti puoi<br />

fidare.<br />

VIOLA: - (stupita) Sai che cominci a piacermi.<br />

16


<strong>Elisabetta</strong> scoppia a ridere.<br />

ELISABETTA: - Non perdere la testa Viola, quest’auto è come<br />

quella <strong>di</strong> James Bond, fra poco Mauro spinge un bottone e<br />

ti catapulta fuori dalla macchina.<br />

VIOLA: - (brontola ) Non credo, mi ha appena incontrata.<br />

MAURO: - (sussurra) Sei la mia stella lucente, come potrei<br />

catapultarti fuori.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e Michele scoppiano in una risata.<br />

MICHELE: - Se continui così, ce la fai.<br />

Poi cerca <strong>di</strong> abbracciare <strong>Elisabetta</strong>, che con delicatezza si<br />

toglie <strong>di</strong> dosso le sue grosse braccia, ma Michele continua.<br />

ELISABETTA: - Senti, piccolo selvatico, smettila <strong>di</strong> buttarmi<br />

addosso i tuoi tentacoli, sei peggio <strong>di</strong> un polipo ubriaco.<br />

Gli amici scoppiano a ridere. Mauro rallenta <strong>di</strong> colpo, esce<br />

dall’autostrada.<br />

MAURO: - Non t’arrendere Michele, dacci sotto!<br />

Una risata collettiva esplode, intanto Mauro spinge a tutto<br />

gas l’acceleratore, raggiunge un incrocio a Riccione col<br />

semaforo rosso, dà un’occhiata e passa rombando.<br />

GLI AMICI: - Disgraziato!<br />

ELISABETTA: - Incosciente, ci vuoi fare stirare tutti!<br />

MAURO: - (esaltato) Ma cosa <strong>di</strong>te, qui a Riccione, quando mi<br />

vedono, fuggono tutti!<br />

VIOLA: - (seria) Ah, ma sei così famoso!?<br />

MICHELE: - (ridendo ) È il minimo che può succedere a un boss del<br />

tuo calibro.<br />

17


Viola è preoccupata, si gira e fissa seria <strong>Elisabetta</strong>.<br />

Raggiungono il molo <strong>di</strong> Riccione e si fermano, le due<br />

amiche escono in fretta dallo stesso lato della vettura,<br />

mentre Viola ha il tempo <strong>di</strong> sussurrare qualcosa<br />

all’orecchio <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

VIOLA: - Sono preoccupata, non saranno per caso dei trafficanti <strong>di</strong><br />

droga o <strong>di</strong> armi?<br />

ELISABETTA: - (sorride) Lo sai che hai una fantasia spiccata,<br />

potresti scrivere romanzi gialli.<br />

Viola si rilassa e sorride.<br />

Chiude su panoramica (close up to pan - shot) del ristorante<br />

sul molo <strong>di</strong> Riccione, avvolto da argentei raggi lunari che<br />

s’allungano sulle acque nere e mosse da leggere folate <strong>di</strong><br />

vento. Dissolvenza.(<strong>di</strong>ssolve to).<br />

11. Riccione. Notte. Interno Ristorante.<br />

I quattro sono seduti ad un lungo tavolo <strong>di</strong> fronte ad una<br />

vetrata con una finestra che dà sul mare. Al centro della<br />

sala una coppia <strong>di</strong> clienti sta mangiando e ogni tanto<br />

ridono <strong>di</strong>vertiti. Il locale è rustico, l’unica nota piacevole è<br />

la vetrata con la finestra, che lascia entrare folate d’aria<br />

fresca e fa intravedere le luci colorate del ristorante, che<br />

danzano allegre sulle acque scure del mare. Sul tavolo<br />

una tovaglia bianca con i tipici <strong>di</strong>segni romagnoli color<br />

celeste, piatti bianchi e bicchieri <strong>di</strong> vetro a calice. Il<br />

cameriere, un uomo alto, magro, capelli e occhi scuri, viso<br />

lungo e pallido, che indossa pantaloni, corpetto nero e<br />

camicia bianca, poco socievole, s’avvicina a Mauro e gli<br />

versa del vino bianco.<br />

MAURO: - Buono!<br />

18


L’uomo ne serve un pò in tutti i bicchieri, poi se ne va e<br />

torna con due cestini <strong>di</strong> pia<strong>di</strong>na romagnola, li posa sul<br />

tavolo in silenzio.<br />

<strong>Elisabetta</strong> fissa il cameriere mentre s’allontana.<br />

ELISABETTA: - Ho la sensazione <strong>di</strong> vedere l’anima reincarnata <strong>di</strong><br />

un maggiordomo venuto dall’oltretomba.<br />

Una risata fragorosa esplode intorno.<br />

MAURO: - (curioso) Cre<strong>di</strong> nella metempsicosi ?<br />

ELISABETTA: - Certo, il corpo umano è il vestito che tiene<br />

prigioniero lo spirito sulla terra. Quando giunge la morte,<br />

il nostro corpo <strong>di</strong>venta polvere, mentre lo spirito, energia<br />

invisibile, al momento opportuno si reincarnerà per fare<br />

esperienza.<br />

MICHELE: - (furioso) Ma che stupidaggini!<br />

MAURO: - (scettico) Infatti ne ho visti tanti tornare!<br />

MICHELE: - (sarcastico) Ma <strong>di</strong>mmi un po’, chi sarebbe ritornato, se<br />

nessuno si è mai fatto vedere?<br />

Un’altra risata collettiva rimbomba intorno. Il cameriere<br />

serve l’antipasto <strong>di</strong> pesce.<br />

ELISABETTA: - Vedo che non siete molto informati, comunque i<br />

me<strong>di</strong>um fungono da canali che mettono in contatto certe<br />

entità <strong>di</strong> valore con questo mondo materializzandosi<br />

spesso sotto forma <strong>di</strong> ectoplasma.<br />

Il cameriere sgrana gli occhi stupito.<br />

MAURO: - (brontola) Sti du marò che io devo <strong>di</strong>ventare un ecto<br />

che?!<br />

19


Un’ennesima risata collettiva esplode intorno, il cameriere<br />

fissa i quattro sentendosi superiore, poi se ne va in<br />

silenzio.<br />

ELISABETTA: - La verità contiene un'energia che conduce l'uomo<br />

evoluto a riconoscerla, mentre la confusione e la cecità<br />

nascono nelle menti che devono ancora fare un certo<br />

percorso per poterla riconoscere.<br />

Gli amici contestano gridando e urlando, mentre <strong>Elisabetta</strong><br />

ride <strong>di</strong>vertita.<br />

MICHELE: - Spiegami, che cosa ti ha spinto ad interessarti al<br />

paranormale?<br />

ELISABETTA: - Quando ho scoperto che molti dei miei sogni erano<br />

premonitori.<br />

MICHELE: - (pensieroso) In tutti questi anni a cosa ti ha portato la<br />

tua ricerca?<br />

ELISABETTA: - (sorride) In un primo momento non credevo nei<br />

sogni premonitori ma, poiché i casi si ripetevano, fui<br />

costretta a fare una ricerca che…<br />

Impaziente Mauro interrompe <strong>Elisabetta</strong><br />

MAURO: - Taglia corto, cos’hai scoperto?<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Agli or<strong>di</strong>ni, maresciallo!<br />

Un’ennesima risata collettiva esplode.<br />

ELISABETTA: - Ho capito che ogni essere umano è come un<br />

<strong>di</strong>amante impuro, che con gli eventi della vita <strong>di</strong> ogni<br />

giorno impara a purificarsi eliminando l’o<strong>di</strong>o, l’invi<strong>di</strong>a,<br />

l’attaccamento alle cose materiali, lasciando così spazio al<br />

sé superiore, che illumina il cammino dell’uomo, con<br />

intuizioni, sogni premonitori, eccetera.<br />

Michele strizza l’occhio alle due amiche.<br />

20


MICHELE: - (sghignazzando) Sai cosa dovrai fare tu, Mauro, per<br />

purificare il tuo <strong>di</strong>amante arrugginito!<br />

I tre scoppiano a ridere, mentre Mauro li guarda sarcastico.<br />

VIOLA: - Senza dubbio avrai bisogno <strong>di</strong> una spazzola <strong>di</strong> ferro, e<br />

forse non basterà.<br />

MICHELE: - Per fare un buon lavoro dovrai lucidarlo con dell’acido<br />

muriatico.<br />

MAURO: - (seccato) Ve lo purifico io il vostro <strong>di</strong>amante, con una<br />

scopata che <strong>di</strong>sintegrerà il vostro spirito!<br />

Un boato <strong>di</strong> risate esplode intorno.<br />

ELISABETTA: - Mauro, possibile che tu non sappia che lo spirito è<br />

in<strong>di</strong>struttibile.<br />

VIOLA: - (provocatoria) Scommetto che, se ti mettiamo alla<br />

prova, tu scappi a gambe levate.<br />

MICHELE: - (sghignazza) E tu cre<strong>di</strong> che un gigolo come lui scappi?<br />

Viola fissa Michele preoccupata.<br />

MICHELE: - Mauro è il miglior vitellone della Riviera romagnola!<br />

ELISABETTA: - (ridendo) Molto bene Viola, ti aspetta un futuro<br />

alquanto eccitante.<br />

Un’altra risata.<br />

VIOLA: - Galletti come lui che promettono chissà cosa, se ne<br />

trovano in tutti gli angoli della città.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e Michele ridono <strong>di</strong>vertiti. Il cameriere intanto<br />

ascolta frastornato, mentre serve due plateaux <strong>di</strong> pesce<br />

misto.<br />

MAURO: - “Mais qu’est-ce que <strong>di</strong>s tu, ma petit” mi stai denudando<br />

del mio orgoglio da conquistatore.<br />

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ELISABETTA E VIOLA: - Mauro, parli anche francese, dove l’hai<br />

imparato?<br />

MAURO: - (orgoglioso) Mais oui, je parle français comme l’italien,<br />

je l’ais appris à l’école!<br />

I quattro si servono il pesce.<br />

MICHELE: - (sghignazza) Si, si l’ha imparato a cavallo <strong>di</strong> molte<br />

francesi, ve lo <strong>di</strong>co io ragazze.<br />

Chiude su primo piano dei quattro, mentre scoppiano a<br />

ridere <strong>di</strong>vertiti. Dissolvenza.<br />

12. Notte. Molo <strong>di</strong> Riccione<br />

Un leggero vento scompiglia i capelli, mentre passeggiano<br />

sotto la luna, lungo il molo <strong>di</strong> Riccione. <strong>Elisabetta</strong> e<br />

Michele camminano in silenzio, <strong>di</strong> tanto in tanto lui si<br />

esibisce in mosse da karatè. Mauro tiene Viola sotto<br />

braccio.<br />

VIOLA: - Certo che con due guerrieri così ben preparati nella<br />

lotta, non avremo paura dell'attacco <strong>di</strong> qualche<br />

violentatore.<br />

ELISABETTA: - (sarcastica) Certo, siamo ben <strong>di</strong>fese, mica tutte<br />

possono vantarsi <strong>di</strong> essere scortate da due Rambo <strong>di</strong><br />

questo calibro!<br />

Michele si gira con una mossa furtiva davanti ad <strong>Elisabetta</strong>.<br />

MICHELE: - (con un sorriso malvagio) Prima che siano gli altri a<br />

violentarvi, lo faremo noi!<br />

Le due amiche si guardano preoccupate, intanto Mauro fissa<br />

Viola con gli occhi pieni <strong>di</strong> desiderio.<br />

MAURO: - Portiamole in pineta e spenniamole sotto un pino.<br />

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Le ragazze scoppiano a ridere.<br />

ELISABETTA: - Sentite un pò, malvagi, non vi preoccupate delle<br />

cause - effetto negative <strong>di</strong> un tale atto, non pensate che<br />

un giorno degli avvoltoi del vostro calibro vi restituiranno<br />

la stessa moneta?<br />

I DUE UOMINI: - Noi non faremmo resistenza, anzi<br />

ringrazieremmo il buon Dio che ce li ha inviati!.<br />

Le ragazze scoppiano a ridere <strong>di</strong>vertite.<br />

MAURO: - (serio) Se io fossi stata una donna avrei fatto la<br />

prostituta <strong>di</strong> lusso!<br />

Un’ennesima risata esplode nella notte. Chiude su primo<br />

piano (close up) <strong>di</strong> alcuni gabbiani che dagli scogli<br />

fuggono verso il cielo scuro e panoramica (pan shot) del<br />

mare nero illuminato dai raggi lunari e del cielo stellato<br />

contro i palazzi <strong>di</strong> Riccione.<br />

13. Notte. Periferia <strong>di</strong> Rimini. Rimini Ponte Augusto. Interno<br />

auto. Molo.<br />

La Scirocco <strong>di</strong> Mauro entra nella periferia <strong>di</strong> Rimini a tutto<br />

gas, sorpassa alcune vetture, rallenta, raggiunge il ponte<br />

Augusto, costeggia il canale.<br />

ELISABETTA: - Dove ci state portando, non abbiamo intenzione <strong>di</strong><br />

farci spennare sotto un pino nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Rimini.<br />

I due uomini scoppiano a ridere.<br />

MAURO: - (sghignazza) Hai ragione, si fa meglio nei letti nel mio<br />

appartamento!<br />

ELISABETTA: - (brontola) Portateci dove volete, ma nella tana del<br />

lupo no!<br />

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VIOLA: - Voglio vedere, noi non entriamo, dovrete trascinarci!<br />

L’auto gira sulla strada che costeggia il mare, poi si ferma in<br />

un luogo deserto, lungo un canale che sbocca sul mare.<br />

Mauro si accende una sigaretta, fuma.<br />

MAURO: - Noi restiamo in macchina, voi andate a fare una<br />

passeggiata.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e Michele scendono dall’auto.<br />

VIOLA: - Ma dove andate, non abbandonatemi nelle grinfie <strong>di</strong><br />

questo predatore!<br />

ELISABETTA: - ( ridendo) Viola, buona fortuna!<br />

Viola guarda i due amici allontanarsi lungo il canale. Mauro<br />

sdolcinato le accarezza il volto, poi l'abbraccia..<br />

MAURO: - (dolcemente) Ma tu sei la mia donna, se vuoi ci<br />

fidanzeremo!<br />

VIOLA: - Ma perché non an<strong>di</strong>amo a sgranchirci le gambe fino al<br />

mare?<br />

Viola tenta <strong>di</strong> svincolarsi dall’abbraccio.<br />

VIOLA: - Sono innamorata <strong>di</strong> un altro!<br />

MAURO: - (seccato) Altro o non altro, adesso qui ci sono io.<br />

Mentre Viola si <strong>di</strong>batte per allontanarlo, Mauro con violenza<br />

l’attira a sé e la bacia appassionatamente. Viola si lascia<br />

andare tra le sue braccia.<br />

VIOLA: - (sorpresa) Non sei affascinante, ma baci bene!<br />

Chiude su primo piano (close up) della coppia, mentre lei lo<br />

fissa stupita.<br />

24


14. Notte. Lungo il canale. Interno auto. Esterno.<br />

Sotto il cielo stellato, lungo il canale, Michele sta dando<br />

alcune <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> karatè a <strong>Elisabetta</strong>.<br />

ELISABETTA: - (sorpresa) Complimenti, potresti darmi qualche<br />

lezione?<br />

In quel mentre odono il clacson <strong>di</strong> un'auto che suona<br />

insistentemente.<br />

MICHELE: - An<strong>di</strong>amo, ci stanno chiamando!<br />

I due raggiungono l’auto.<br />

MAURO: - (con la testa fuori dal finestrino) Avanti, salite, an<strong>di</strong>amo<br />

a bere un drink nel mio appartamento.<br />

I due salgono.<br />

VIOLA: - Muovetevi colombi, continuerete a tubare sull’auto al<br />

suono romantico della cassetta degli Squallor!<br />

Chiude, mentre l’auto parte a tutto gas facendo fischiare le<br />

ruote.<br />

15. Mezzanotte. Interno appartamento <strong>di</strong> Mauro.<br />

Mauro mette la chiave nella toppa e apre la porta. Si entra<br />

<strong>di</strong>rettamente in un elegante salone con mobili antichi, un<br />

enorme quadro con delle palme e magnifica spiaggia al<br />

tramonto occupa quasi tutta la parete davanti al salotto,<br />

un bellissimo vaso con rose rosse <strong>di</strong> raso al centro del<br />

tavolo.<br />

Michele e le due donne si siedono sul <strong>di</strong>vano, intanto Mauro<br />

chiude la porta, si <strong>di</strong>rige ad un arma<strong>di</strong>etto, estrae una<br />

bottiglia <strong>di</strong> whisky e quattro bicchieri, versa l’alcol, passa<br />

un bicchiere a Viola, la prende per un braccio e si infila <strong>di</strong><br />

volata nella stanza da letto trascinandosela <strong>di</strong>etro.<br />

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VIOLA: - (stizzita) Senti lupo mannaro, non ho nessuna voglia <strong>di</strong><br />

farmi accalappiare da te.<br />

Michele ride <strong>di</strong>vertito, intanto si ode la voce <strong>di</strong> Mauro.<br />

MAURO: - Ma cara, voglio darti un po’ d’affetto, poi non vorrai<br />

tenere la candela?<br />

ELISABETTA: - (sorseggiando il whisky) Senti Mauro, non ho<br />

nessuna voglia <strong>di</strong> sedurre il tuo allievo <strong>di</strong> Karatè e<br />

sessuologia!<br />

Esplode una risata collettiva.<br />

MAURO: - (sporge la testa fuori dalla stanza da letto) Mi stai<br />

impressionando, come fai a saperlo?<br />

VIOLA: - (sghignazza) Ti sei <strong>di</strong>menticato che lei ha dei poteri<br />

paranormali?<br />

MAURO: - Bene, usa le tue doti, così dai la possibilità a Michele <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mostrare al suo professore <strong>di</strong> sessuologia che se la<br />

cava.<br />

<strong>Elisabetta</strong> ride <strong>di</strong>vertita, mentre Michele la fissa con occhi<br />

langui<strong>di</strong> e appassionati.<br />

ELISABETTA: - Guardatelo il “baby” mi sta fissando, ora lo<br />

incanterò come si fa con i serpenti a sonagli, finché tu<br />

Mauro ti deciderai a portarci a casa.<br />

<strong>Elisabetta</strong> lo fissa seria e Michele, che sta alzando le braccia<br />

verso <strong>di</strong> lei, lascia cadere le braccia e rimane immobile,<br />

con gli occhi fissi nel vuoto. <strong>Elisabetta</strong> scoppia a ridere,<br />

ma Michele sembra paralizzato.<br />

16. Interno stanza da letto. Salone.<br />

26


Mobili in legno scuro, grande letto in ferro battuto,<br />

copriletto in velluto rosso, sopra il letto quadro con una<br />

coppia nuda in atteggiamenti intimi. Viola è seduta sul<br />

letto e osserva stupita il quadro, Mauro è steso accanto a<br />

lei e le stringe una mano.<br />

MAURO: - “Ciccina”, durante il “week end” devo andare a Napoli a<br />

fare parte della giuria per un incontro <strong>di</strong> “Full Contact<br />

Karatè”; ti andrebbe <strong>di</strong> venire con me?<br />

VIOLA: - (indecisa) Scusami, ma per ora non me la sento.<br />

MAURO: - (deluso) Ti telefonerò sabato da Napoli.<br />

Mauro le si getta addosso e la stende sul letto.<br />

VIOLA: - (grida) Oh, ma che intenzioni hai ?<br />

MAURO: - “Ma petite”, voglio solo baciarti!<br />

VIOLA: - Ti sembra poco baciarmi?<br />

Viola cerca <strong>di</strong> liberarsi del peso del corpo <strong>di</strong> lui che le sta<br />

sopra.<br />

VIOLA: - È tar<strong>di</strong>, è ora <strong>di</strong> andare!<br />

MAURO: - (brontola) Cosa vuoi andare <strong>di</strong> là adesso, e sorprenderli<br />

durante l’i<strong>di</strong>llio?<br />

In quel momento si ode il rumore <strong>di</strong> schiaffi, allora Mauro<br />

salta seduto sul letto.<br />

MAURO: - (grida) Porca puttana, <strong>Elisabetta</strong> me l’ha schiaffeggiato.<br />

Mentre Viola scende dal letto, si ode la voce <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

ELISABETTA: - (grida) Venite presto, non riesco più a svegliarlo!<br />

I due s’affrettano a raggiungerla e trovano Michele<br />

immobile come una mummia imbalsamata, che fissa il<br />

vuoto.<br />

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MAURO: - (preoccupato) Puttana Eva, cosa gli hai fatto!<br />

ELISABETTA: - (preoccupata) Credevo d’averlo ipnotizzato, ma<br />

quando mi sono resa conto che non rispondeva ai miei<br />

coman<strong>di</strong>, gli ho mollato due schiaffi.<br />

MAURO: - (serio) Adesso glieli mollo io due schiaffoni come si<br />

deve, vedrai che esce subito dalla catalessi!<br />

MICHELE: - (saltando in pie<strong>di</strong> spaventato) Non è necessario, mi<br />

sono svegliato all’improvviso.<br />

Una risata collettiva rimbomba intorno.<br />

MICHELE: - (sghignazza) Vi ho fregato, ci siete cascati come dei<br />

fessi!<br />

Mauro apre la porta dell’appartamento.<br />

MAURO: - (brontolando) An<strong>di</strong>amo, deficiente, portiamo a casa le<br />

donzelle.<br />

Mentre escono Michele blocca il cammino ad <strong>Elisabetta</strong>.<br />

MICHELE: - Non è finita qui, pagherai per avermi preso in giro<br />

tutta la serata!<br />

Dissolvenza incrociata (<strong>di</strong>ssolve to fade-over).<br />

17. Sabato pomeriggio ore quattor<strong>di</strong>ci. Casa <strong>di</strong> Viola. Soggiorno.<br />

Dalla finestra del soggiorno entra un leggero vento che fa<br />

volare le lunghe tende multicolori: mobili in legno, grande<br />

televisore, <strong>di</strong> fronte un enorme <strong>di</strong>vano pieno <strong>di</strong> cuscini,<br />

sopra due gran<strong>di</strong> quadri con paesaggi colorati, sul tavolo<br />

un vaso con dei glicini. Squilla il telefono, Viola entra nella<br />

stanza, indossa un maxi vestito rosso, prende la cornetta<br />

sul mobiletto vicino all’entrata.<br />

28


VIOLA: - Pronto!<br />

MAURO: - (con voce appassionata) Ciao tesoro, mi hai pensato?<br />

VIOLA: - (emozionata) Molto, e tu?<br />

MAURO: - (sospirando) Pensa che sei riuscita ad invadere i miei<br />

pensieri e non mi lasci un attimo solo! Sono qui in mezzo a<br />

una marea <strong>di</strong> uomini!<br />

VIOLA: - Ah! Allora, se accettavo il tuo invito, non mi sarei<br />

annoiata?<br />

MAURO: - Non credo, avresti potuto scegliere, ce ne sono <strong>di</strong> tutte<br />

le misure!<br />

VIOLA: - (imbarazzata) Senti farfallone, immagino che ci saranno<br />

anche delle belle donne; non ne hai nessuna lì?<br />

MAURO: - (insiste) Ma “ciccia” lo sai o non lo sai che tu sei la luce<br />

dei miei occhi. Amore, ci ve<strong>di</strong>amo martedì sera a Lugo,<br />

andremo a cena, soli, senza quei due rompiscatole.<br />

VIOLA: - (ride) D’accordo, a martedì alle nove!<br />

Viola mette giù la cornetta, va alla finestra e fissa le<br />

campagne davanti a casa.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Non vedo l’ora <strong>di</strong> vedere<br />

quel volgare simpaticone, non nascondo che un uomo<br />

ricco, con un certo “savoir faire”, celibe, non si incontra<br />

tutti i giorni e poi quel contorno <strong>di</strong> lusso e sportività mi<br />

attrae molto e fa <strong>di</strong>ventare questo incontro importante.<br />

Chiu<strong>di</strong> su primo piano (close up) del vaso <strong>di</strong> glicini sul<br />

tavolo. Dissolvenza.<br />

18. Martedì notte, ore nove, davanti alla stazione <strong>di</strong> Lugo.<br />

Interno auto. Autostrada. Paesino <strong>di</strong> montagna. Davanti al<br />

ristorante.<br />

Sono le nove in punto, Viola indossa un elegante vestito a<br />

giacca blu, con gran<strong>di</strong> bottoni dorati, foulard colorato, si<br />

muove nervosa, mentre aspetta Mauro davanti alla<br />

stazione. La Scirocco <strong>di</strong> Mauro arriva a tutto gas e si<br />

ferma davanti a Viola, che felice s’affretta a salire. Mauro<br />

la bacia sulla guancia.<br />

29


MAURO: - (dolcemente) Ciao, mia dolce sirena, come stai?<br />

Viola scoppia a ridere, mentre lui riparte facendo fischiare<br />

le ruote.<br />

VIOLA: - Mi affascina la tua ilarità.<br />

Lui le accarezza una guancia e la fissa con passione. Il volto<br />

<strong>di</strong> Viola si rattrista all’improvviso, mentre fissa il<br />

paesaggio che le passa davanti veloce.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo) Mauro è gentile, pieno <strong>di</strong> premure,<br />

ma ho paura che non sarò accettata da tanta ricchezza.<br />

Comunque uno come lui potrebbe essere un fascista, e se<br />

così fosse sarò io a non volerlo.<br />

MAURO: - (vedendola turbata) Tesoro, che ti succede?<br />

VIOLA: - Probabilmente tu mi circon<strong>di</strong> <strong>di</strong> mille attenzioni perché<br />

non sai nulla <strong>di</strong> me.<br />

MAURO: - (preoccupato) Porca puttana, non <strong>di</strong>rmi che sei un<br />

travestito!<br />

Viola scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita, mentre l’auto sale per una<br />

strada <strong>di</strong> collina.<br />

VIOLA: - (sbotta) Sei impazzito, come ti è venuto in mente una<br />

cosa del genere?<br />

MAURO: - (spinge sull’acceleratore) Allora non c’è pericolo, niente<br />

ci separerà, ma petite!<br />

VIOLA: - (nervosa) Io sono un ex assessore, ho lavorato in<br />

politica, sono <strong>di</strong> sinistra, mi sono anche occupata <strong>di</strong><br />

problemi sociali…<br />

MAURO: - (interrompendola) Non sarai una socialista, spero!<br />

VIOLA: - (s’affretta a rispondere) No!<br />

Intanto l’auto parcheggia davanti a un rinomato ristorante,<br />

in un piccolo villaggio <strong>di</strong> montagna. Mauro spegne il<br />

motore, poi la bacia sulla bocca.<br />

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MAURO: - Tesoro, sono talmente attratto da te che, se anche tu<br />

fossi un travestito, probabilmente una passata ci<br />

scapperebbe!<br />

Viola scoppia a ridere.<br />

VIOLA: - Non ho capito se sei un maiale o un depravato.<br />

Mentre escono dall’auto scoppiano a ridere insieme.<br />

Chiude su panoramica (pan – shot) del paesino me<strong>di</strong>oevale dalle<br />

stra<strong>di</strong>ne strette, pavimentate con sassi e costeggiate da<br />

lampioni in stile antico.<br />

19. Notte. Interno ristorante.<br />

L’interno del ristorante è in stile rustico, con archi antichi,<br />

tovaglie rosso fuoco sui tavoli, candelabri in ferro battuto<br />

e candele gialle accese, con vasi <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> campagna, luci<br />

soffuse. Una coppia mangia e ride <strong>di</strong>vertita, lei è una bella<br />

donna, con capelli bion<strong>di</strong>. Mauro e Viola sono seduti ad un<br />

tavolo, sotto un arco, vicino ad un grosso camino spento;<br />

mentre mangiano un risotto, la bionda saluta Mauro, lui le<br />

fa l’occhiolino e un sorriso ra<strong>di</strong>oso.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Elaborerò un piano<br />

d’attacco che ti <strong>di</strong>struggerà, porco <strong>di</strong> un fascista.<br />

Mauro prende la bottiglia <strong>di</strong> vino bianco dal secchiello e lo<br />

versa nei bicchieri.<br />

MAURO: - Ciccia, che c’è, non ti piace il risotto?<br />

VIOLA: - (lo fissa e sussurra) Il risotto è squisito, ho solo un po’<br />

<strong>di</strong> mal <strong>di</strong> testa!<br />

MAURO: - (pieno <strong>di</strong> passione sussurra) Ma petite, so come farti<br />

passare il mal <strong>di</strong> testa.<br />

31


VIOLA: - (sorride, voce fuori campo off screen) Sentilo il gorilla,<br />

pensa <strong>di</strong> essere l’unico ad avere il cazzo!<br />

MAURO: - (pieno <strong>di</strong> passione) Amore, ricordati bene questo posto,<br />

perché con me ci verrai molte volte!<br />

Chiude su primo piano del vaso <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> campagna. (Close<br />

up) Dissolvenza. Dissolve to.<br />

20. Esterno. Notte. Rimini. Interno appartamento <strong>di</strong> Mauro.<br />

Esterno balcone. Interno. Stanza da letto.<br />

La Scirocco arriva rombando davanti all’appartamento <strong>di</strong><br />

Mauro, si ferma, i due escono, lui la prende a braccetto e<br />

raggiungono l’appartamento, entrano.<br />

MAURO: - Vieni, an<strong>di</strong>amo a respirare un po’ d’aria fresca sul<br />

balcone.<br />

MAURO: - (la prende tra le braccia) Guarda che per me tutto<br />

quello che abbiamo detto fino ad ora è stato un gioco, le<br />

cose serie sono queste.<br />

Poi si stacca da lei e si esibisce in alcuni movimenti <strong>di</strong><br />

Karatè, quin<strong>di</strong> se ne va.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo, off screen) Che sciocco, ha cambiato<br />

ancora tattica, vuole farsi desiderare e ci sta riuscendo.<br />

Chissà perché i miei amori devono essere sempre così<br />

complicati.<br />

Mentre Viola guarda la città illuminata e frastornata dal<br />

traffico, Mauro appare con due coppe <strong>di</strong> champagne.<br />

MAURO: - Amore, festeggiamo il nostro incontro.<br />

Mauro le allunga il bicchiere fissandola pieno <strong>di</strong> passione,<br />

bevono con gli occhi incollati l’uno all’altro, poi la prende<br />

per mano e la conduce nella stanza da letto, la stor<strong>di</strong>sce <strong>di</strong><br />

carezze, la bacia con passione, comincia a svestirla, si<br />

32


intravede un body <strong>di</strong> pizzo nero, lui la guarda affascinato,<br />

poi la bacia sul collo.<br />

Chiude su primo piano (close up) del quadro sopra il letto.<br />

21. Mattino. Interno stanza da letto <strong>di</strong> Mauro. Esterno balcone.<br />

Viola si sveglia alle prime luci dell’alba, si guarda intorno,<br />

alcuni raggi del sole illuminano la stanza, vede Mauro che<br />

le dorme accanto, si sente triste e addolorata, lo osserva.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Dovrei essere felice,<br />

invece sono nervosa, la tristezza mi <strong>di</strong>vora, che cosa c’è<br />

che non va, se tutto è andato bene, perché la mia anima<br />

soffre tanto?<br />

Viola sposta le coperte, è nuda, scende dal letto, prende<br />

l’accappatoio nero <strong>di</strong> Mauro sulla se<strong>di</strong>a, lo indossa ed esce<br />

sul balcone.<br />

Panoramica (pan shot ) del sole che sta sorgendo tra i<br />

palazzi e le case, Viola addolorata guarda il panorama.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Ha voluto farmi credere<br />

che le sue ricchezze hanno origini antiche, i suoi<br />

possedevano una filanda, chissà se sarà vero? Io so<br />

soltanto che non voglio ammetterlo, ma questa tristezza<br />

che mi lacera non è altro che un bisogno d’affetto, a cui<br />

Mauro non ha dato risposta.<br />

Chiude su primo piano (close up) <strong>di</strong> Viola delusa e<br />

pensierosa contro il sole che sale sopra i palazzi.<br />

Dissolvenza incrociata (<strong>di</strong>ssolve to fade over).<br />

22. Tre mesi dopo. Fine <strong>di</strong> giugno. Pomeriggio soleggiato. Via<br />

Sotto Fiume. Rampa e rivale del fiume.<br />

<strong>Elisabetta</strong> indossa blu jeans e camicetta rossa e Viola un<br />

vestito a fantasia giallo e nero, stanno pedalando sotto al<br />

sole lungo la via Sotto Fiume. Tutto intorno campi da<br />

33


frutto, prati ver<strong>di</strong> e fioriti, frotte <strong>di</strong> passeri che corrono nel<br />

cielo azzurro cinguettando.<br />

ELISABETTA: - Mauro si è fatto vivo?<br />

VIOLA: - (sospira) Ho atteso per giorni una telefonata, ma ora<br />

non ci penso più. Sono convinta che non mi voglia perché<br />

sono <strong>di</strong> sinistra, d’altronde un anticomunista come lui non<br />

va a genio neanche a me.<br />

Le due amiche si fermano, scendono dalle biciclette e le<br />

lasciano vicino alla rampa e salgono a pie<strong>di</strong> sul rivale<br />

verde del fiume.<br />

ELISABETTA: - Scusami, ma ti stai facendo delle idee sbagliate,<br />

Mauro non è il tipo da mescolare la politica con i<br />

sentimenti.<br />

VIOLA: - (seria) Tu lo sai che non la penso come te, non sono un<br />

extraterrestre io!<br />

Mentre arrivano in cima al rivale del fiume <strong>Elisabetta</strong><br />

scoppia a ridere, dà un’occhiata al panorama <strong>di</strong> Alfonsine.<br />

ELISABETTA: - Ti crei troppi problemi, puoi anche scegliere <strong>di</strong> non<br />

averli se vuoi.<br />

VIOLA: - (brontola) Ormai la storia è finita, quin<strong>di</strong> non ha senso<br />

continuare a parlarne.<br />

<strong>Elisabetta</strong> va a guardare le acque del fiume Senio che<br />

scorrono lente, poi raggiunge Viola.<br />

ELISABETTA: - Nei prossimi giorni partirò per Venezia, devo<br />

imbarcarmi per venti giorni sulla Danae.<br />

VIOLA: - (felice) Anch’io in luglio parto, vado in vacanza a Rimini<br />

da mio zio!<br />

ELISABETTA: - Sicuramente incontrerai quel volpone <strong>di</strong> Mauro,<br />

Rimini è il suo campo <strong>di</strong> battaglia.<br />

VIOLA: - (scoppia a ridere) Hai ragione, non avrei dovuto cadergli<br />

tra le braccia.<br />

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ELISABETTA: - Già, avresti dovuto farlo sbavare e poi lasciarlo a<br />

bocca asciutta, perché uno come lui non si merita altro.<br />

Le due amiche scoppiano a ridere.<br />

VIOLA: - (brontola) Non mi farò incantare per la seconda volta!<br />

VIOLA: - (guarda l’orizzonte) Dimmi, quando andrai ad abitare<br />

nella tua nuova casa?<br />

ELISABETTA: - (riflette un attimo) Papà mi ha detto che quando<br />

torno dal mio viaggio i muratori e gli imbianchini avranno<br />

finito i lavori, poi dovrò arredarla<br />

VIOLA: - (sorridendo) Non ti sentirai sola in una casa così grande<br />

tutta per te?<br />

ELISABETTA: - Sarà <strong>di</strong>fficile, con tutto quello che ho da fare tra il<br />

lavoro, il giar<strong>di</strong>naggio, la pittura e gli altri hobby.<br />

Chiude su primo piano (close up) <strong>di</strong> alcune farfalle bianche<br />

che volano su fiori <strong>di</strong> campo. Dissolvenza. Dissolve to.<br />

23. Giovedì della seconda settimana <strong>di</strong> luglio. Riccione. Notte.<br />

Bar all’aperto <strong>di</strong> fronte al dancing Savioli.<br />

Viola è seduta al bar all’aperto, indossa un vestito lungo<br />

rosso e collane colorate, beve un drink e guarda la gente<br />

passeggiare su e giù per il viale. All’improvviso Viola<br />

sobbalza sulla se<strong>di</strong>a nel vedere Mauro entrare al Savioli,<br />

sente il sangue ribollire nelle vene.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Il mio sesto senso mi<br />

<strong>di</strong>ceva che stasera lo avrei rivisto, ma il mio cuore batte<br />

forte, accidenti quanto desidero quel bastardo.<br />

Viola ascolta il rumore degli zampilli della fontana<br />

antistante al locale in mezzo al magnifico giar<strong>di</strong>no.<br />

Dissolvenza incrociata (<strong>di</strong>ssolve to fade-over) fra un primo<br />

piano del suo viso pensieroso e ciò che immagina nella<br />

scena 24.<br />

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24. Notte. Esterno. Giar<strong>di</strong>no del dancing Savioli. Fontana. Bar<br />

all’aperto davanti al dancing.<br />

Viola e Mauro si tengono per mano, lui ha un costume nero,<br />

lei indossa un vestito rosso <strong>di</strong> veli dal quale traspare il suo<br />

corpo nudo, insieme corrono nel giar<strong>di</strong>no, poi si<br />

immergono nella fontana e sotto gli zampilli dell’acqua lui<br />

la bacia.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo off screen ) Non può andare, mi<br />

sembra una scena <strong>di</strong> un film <strong>di</strong> Tarzan e Jane sotto le<br />

suggestive cascate dell’Africa centrale. Peccato però che<br />

nel giar<strong>di</strong>no manchino le liane, altrimenti avrei spiccato<br />

un volo e sarei andata a cadere tra le braccia muscolose <strong>di</strong><br />

Mauro.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo) Sarà meglio che smetta <strong>di</strong> sognare e<br />

<strong>di</strong>chiari guerra al Volpone, come lo chiama <strong>Elisabetta</strong>.<br />

25. Esterno. Notte. Giar<strong>di</strong>no del Savioli.<br />

Viola entra nel giar<strong>di</strong>no, i rami e le foglie delle piante<br />

brillano tra mille luci colorate. Tra gli alberi che si<br />

allungano verso il cielo sotto i raggi argentati della luna<br />

appare un arco con un piano rialzato dove una coppia si<br />

bacia.<br />

Viola si ferma a osservarli.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Mi piacerebbe farmi<br />

baciare da Mauro su quel ponte dei sospiri dove gli<br />

innamorati si <strong>di</strong>chiarano il loro amore.<br />

Viola fa due passi avanti.<br />

VIOLA: - ( voce fuori campo) Io sto fantasticando ma purtroppo,<br />

conoscendo il soggetto, sicuramente mi <strong>di</strong>rebbe: “Cara,<br />

stringimi le palle mentre ti bacio, altrimenti mi girano<br />

come due eliche in procinto <strong>di</strong> prendere quota”.<br />

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26. Notte, interno dancing all’aperto. (Savioli). Esterno, lungo il<br />

viale. Parcheggio.<br />

Una pista da ballo sotto le stelle con piante e alberi vari.<br />

Un’orchestra che suona musica romantica, intorno alla<br />

pista decine <strong>di</strong> tavoli con gente che ride e si <strong>di</strong>verte. Viola<br />

è seduta ad un tavolo vicino alla pista e guarda Mauro che<br />

s’aggira attorno ai tavoli alla ricerca <strong>di</strong> conquiste.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo) Santo cielo il mio cuore fa le bizze,<br />

intanto il farfallone sta cercando <strong>di</strong> gettare l’amo su<br />

qualche preda e non mi ha visto, devo farmi notare.<br />

Si alza in pie<strong>di</strong> e va a parlare con un amico che è seduto<br />

poco lontano da Mauro e cerca <strong>di</strong> ingelosirlo con<br />

atteggiamenti civettuoli. Mauro la saluta felice <strong>di</strong> vederla,<br />

Viola ricambia il saluto, poi lascia l’amico e torna al suo<br />

tavolo con la speranza che Mauro la inviti a ballare. Il<br />

trucco funziona, Mauro la raggiunge sorridendo, la prende<br />

per mano e la porta sulla pista, la fissa con passione, la<br />

stringe a sé mentre la cantante del complesso canta la<br />

canzone “Non, je ne regrette rien” <strong>di</strong> E<strong>di</strong>th Piaf.<br />

Mauro le sfiora la guancia, le mette una mano su una<br />

chiappa e gliela palpa. Viola s’affretta a spostargli la mano<br />

VIOLA: - (brontolando) Stronzo! Ma come ti viene in mente una<br />

cosa del genere. Vorrei sapere per chi mi hai preso,<br />

perché se non l’hai capito sono una brava ragazza, che ha<br />

avuto la sfortuna <strong>di</strong> incontrare un porco schifoso.<br />

La gente guarda stupita la scena, mentre Viola arrabbiata lo<br />

pianta in asso in mezzo alla sala e se ne va al suo<br />

tavolino, prende la sua borsa e corre verso l’uscita del<br />

dancing. Mauro s'affretta a raggiungerla<br />

MAURO: - (ridendo) Ma dove vai, stavo scherzando!<br />

VIOLA: - (nervosa) Possibile che tutti i tuoi scherzi con me, siano<br />

<strong>di</strong> natura volgare?<br />

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Viola esce dal locale e cammina veloce tra la gente che<br />

passeggia per il viale, Mauro la rincorre, la prende per un<br />

braccio.<br />

MAURO: - (serio) Io e te ci fidanzeremo, tu mi piaci molto!<br />

Viola con uno strattone si libera dalla presa <strong>di</strong> Mauro.<br />

VIOLA: - (grida fra la gente che osserva) Non credo proprio con<br />

uno cafone come te, chi ti conosce? Per quanto ne so<br />

potresti essere un malvivente. So solo che mi attrai un<br />

casino e questo mi <strong>di</strong>spiace.<br />

Viola raggiunge la sua auto e tira fuori le chiavi.<br />

MAURO: - Ti prego, ve<strong>di</strong>amoci domani sera alle venti davanti al<br />

Savioli, così per farmi perdonare ti porterò fuori a cena.<br />

Viola sospira, poi lo fissa seria.<br />

VIOLA: - Non te lo meriti, ma ti darò un’altra possibilità!<br />

Mauro sorride sod<strong>di</strong>sfatto. Viola sale sulla sua automobile.<br />

MAURO: - Ora non andare a farti sbattere da uno o dall’altro, in<br />

mia assenza, adesso stai con me e qui parlo seriamente,<br />

voglio che tu sia soltanto mia.<br />

VIOLA: - (scoppia a ridere) Mauro, sei incorreggibile!<br />

Viola chiude lo sportello della vettura, mette in moto e<br />

parte, lui osserva l’auto allontanarsi nel traffico.<br />

Chiu<strong>di</strong> su primo piano (close up) <strong>di</strong> Mauro che sorride<br />

vittorioso. Dissolvenza.<br />

27. Agosto. Notte. Milano Marittima, mercatino dei pittori<br />

all’aperto che costeggia il canale.<br />

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<strong>Elisabetta</strong> indossa un vestito lungo a fantasia con colori<br />

vivaci, Viola un vestito arancione con ricami vistosi. Le<br />

due amiche camminano lungo il mercatino <strong>di</strong> quadri che<br />

costeggia il canale, sulle cui acque scure danzano le luci<br />

dei lampioni. Di fronte all’esposizione <strong>di</strong> ogni pittore c’è<br />

una panchina.<br />

Si ferma ad ammirare un quadro con un paesaggio, poi<br />

riprende a camminare.<br />

ELISABETTA: - Allora, Viola, come va con Mauro?<br />

VIOLA: - (sorridendo) L’ho fatto un pò sbavare come mi hai<br />

suggerito, poi non ho potuto resistergli, è un uomo<br />

misterioso, pieno <strong>di</strong> risorse, mi porta spesso a cena e mi<br />

fa ridere con le sue battute pazzesche.<br />

<strong>Elisabetta</strong> si siede su una panchina, si gira ad ammirare le<br />

acque scure illuminate dalle luci brillanti dei lampioni.<br />

Viola le si siede accanto.<br />

ELISABETTA: - Hai saputo qualcosa <strong>di</strong> Michele?<br />

VIOLA: - (pensierosa) Oh, mi stavo <strong>di</strong>menticando <strong>di</strong> <strong>di</strong>rti che<br />

Michele vuole vederti, così una <strong>di</strong> queste sere usciremo<br />

tutti insieme.<br />

ELISABETTA: - (felice) Bene, aspettiamocene delle belle da quei<br />

due “lat…rin lover”!<br />

Viola scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita.<br />

VIOLA: - Sono preoccupata: Mauro sembra un uomo <strong>di</strong> una certa<br />

classe, ma tutto quel mistero non mi convince.<br />

ELISABETTA: - (brontola) Ma perché non ti informi, prima <strong>di</strong> farmi<br />

sedurre io avrei preso la targa della sua auto e avrei fatto<br />

una ricerca.<br />

VIOLA: - (preoccupata) Già, hai ragione; potrebbe essere un<br />

mafioso, oppure un contrabban<strong>di</strong>ere <strong>di</strong> armi, va spesso in<br />

viaggio e non si fa sentire per dei perio<strong>di</strong><br />

ELISABETTA: - (scoppia a ridere) Adesso non esagerare Viola, ti<br />

prego!.<br />

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Le due amiche si alzano in pie<strong>di</strong> e s’allontanano lungo il<br />

mercatino d’arte.<br />

Chiude su panoramica (pan shot) del mercatino <strong>di</strong> quadri<br />

sul canale illuminato dai lampioni.<br />

28. Fine settembre. Esterno. Notte. Stazione <strong>di</strong> Lugo ore venti.<br />

Una sfavillante Alfa Romeo 164 nera rallenta e parcheggia<br />

davanti alla stazione <strong>di</strong> Lugo, la musica degli Squallor<br />

vibra dentro e fuori, poi gli sportelli si aprono ed escono<br />

Mauro e Michele, che si appoggiano alla vettura in attesa:<br />

Michele guarda lungo il viale.<br />

MICHELE: - Eccole, stanno arrivando!<br />

Stacco sulle due donne che camminano sotto gli alberi del<br />

viale.<br />

ELISABETTA: - Guardali i due “lat..rin lover”: a Mauro manca solo il<br />

sigaro e il capello da mafioso, Michele in quella posizione<br />

con le gambe <strong>di</strong>varicate sembra sulle <strong>di</strong>fensive per un<br />

attacco <strong>di</strong> Karatè.<br />

Viola osserva sorridendo, mentre si avvicinano ai due<br />

uomini.<br />

VIOLA: - Hai notato che Mauro ha comprato una nuova auto?<br />

ELISABETTA: - (sghignazza) Chissà da dove lo ricava tutto questo<br />

denaro, non sarà implicato nel riciclaggio <strong>di</strong> denaro<br />

sporco?<br />

VIOLA: - (preoccupata) Non mi innervosire anche tu, adesso!<br />

I due uomini vanno loro incontro e le baciano<br />

affettuosamente sulla guancia, poi Michele, tra le note<br />

metalliche degli Squallor, fissa <strong>Elisabetta</strong> serio.<br />

40


MICHELE: - Piccolo usignolo, stasera non mi sfuggi, è arrivata l’ora<br />

dei conti!<br />

ELISABETTA: - (in<strong>di</strong>fferente) Touché!<br />

MAURO: - Eh! Bambole, sapete in<strong>di</strong>carci un posticino simpatico<br />

dove andare a cena, prima <strong>di</strong> farvi la festa?<br />

ELISABETTA: - La festa ve la do io, sulle corna!<br />

MICHELE: - Ehi, ma come sei complicata!<br />

VIOLA: - A Cotignola c’è la Locanda dalla Rosa, dove vanno tutti i<br />

personaggi più importanti <strong>di</strong> politica, arte e cultura, che<br />

visitano la Romagna.<br />

MAURO: - (salendo a bordo) Bene, saltate a bordo, ho fame!<br />

Chiude sui quattro personaggi mentre salgono a bordo.<br />

29. Notte. Cotignola. Esterno. Di fianco alla Locanda dalla Rosa.<br />

L’Alfa Romeo <strong>di</strong> Mauro attraversa il centro <strong>di</strong> Cotignola e va<br />

a parcheggiare a fianco del locale, i quattro scendono,<br />

Mauro controlla la sua auto davanti, appoggia una mano<br />

sul cofano, sembra che l’accarezzi, poi raggiunge la parte<br />

posteriore.<br />

MAURO: - (brontola) Durante la guida ho sentito uno strano<br />

rumore.<br />

ELISABETTA: - (ridendo) Che fai, sembri accarezzarla come fosse<br />

una bella donna!<br />

MICHELE: - (ridendo) Non fateci caso, lui ha un rapporto d’amore<br />

e adorazione per la sua auto.<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Viola, se fossi in te sarei gelosa,<br />

comincia con lo spaccargli un fanale, quello a destra va<br />

benissimo per esempio.<br />

Viola alza una gamba come per sferrare un calcio sul fanale.<br />

MAURO: - (sghignazza) Ti prego cara, non è il caso che tu sia<br />

gelosa, tu possie<strong>di</strong> un gioiello prezioso tra le gambe, che<br />

la mia auto non ha.<br />

41


Una risata collettiva esplode nella notte.<br />

VIOLA: - (sghignazza) Avete sentito, lo sapevo che valgo più <strong>di</strong><br />

lei, anche se costa un sacco <strong>di</strong> milioni.<br />

MICHELE: - (strizzando l’occhio ad <strong>Elisabetta</strong>) Io non ci credo,<br />

perché so che quasi tutte le notti dorme a bordo della sua<br />

auto, anche se non ti so <strong>di</strong>re cosa ci faccia là dentro.<br />

MAURO: - (fuori <strong>di</strong> sé) Ve lo <strong>di</strong>co io, mi faccio delle seghe tutta la<br />

santa notte.<br />

Un ennesima risata collettiva rimbomba nella notte.<br />

ELISABETTA: - (sghignazza) Sei davvero un volgare artigiano<br />

dell’amore!<br />

VIOLA: - (brontola) Già, neanche la tua auto si salva dai tuoi<br />

assalti erotici<br />

Michele ed <strong>Elisabetta</strong> ridono a crepapelle, mentre Viola<br />

fissa Mauro delusa.<br />

30. Notte. Interno Locanda dalla Rosa.<br />

Inquadratura (shot) dell’entrata della locanda, i quattro<br />

entrano ridendo, poi scendono alcuni scalini e rimangono<br />

incantati ad osservare uno scantinato con mura senza<br />

intonaco, un locale racchiuso da archi <strong>di</strong> legno, con piatti<br />

antichi appesi alle pareti, un lungo tavolo <strong>di</strong> legno scuro<br />

con al centro vasellame antico <strong>di</strong>pinto a mano. Infine<br />

entrano all’interno <strong>di</strong> un’altra stanza, sui cui tavoli<br />

spiccano candelabri <strong>di</strong> ferro battuto, su tovaglie a quadri<br />

rossi e bianchi. Alle finestre tende bianche all’uncinetto,<br />

sulla parete <strong>di</strong> fronte antichi e originali tegami <strong>di</strong> rame<br />

che brillano sotto le luci dei lampadari. Irrompe nella<br />

stanza la proprietaria, signora Rosa, sui cinquanta, esile,<br />

un viso simpatico.<br />

ROSA: - Buona sera signori, se volete potete sedervi al tavolo <strong>di</strong><br />

fronte alla finestra che dà sul giar<strong>di</strong>no.<br />

42


ELISABETTA: - (mentre si accomodano al tavolo) Va benissimo<br />

signora, è un posto incantevole.<br />

ROSA: - (sorridendo) Scusatemi se non sono troppo allegra, ma<br />

oggi è morto il mio cane.<br />

MAURO: - (con fare tragico) Signora, non si preoccupi, secondo<br />

<strong>Elisabetta</strong> il suo cane è volato nell’altra <strong>di</strong>mensione.<br />

Michele e Viola cercano <strong>di</strong> trattenere le risa.<br />

ELISABETTA: - (seria ) Signora, ci creda, la morte è solo<br />

l'iniziazione a una nuova esperienza, altrimenti l’anima<br />

non potrebbe evolvere.<br />

ROSA: - (sorride e risponde) <strong>Elisabetta</strong>, le sue parole mi<br />

confortano; dopo cena siete invitati in giar<strong>di</strong>no, terremo<br />

uno spettacolo: un abate reciterà un brano tratto dal libro<br />

“Il trattato del fuoco Cosmico”, poi verranno raccontate<br />

anche filastrocche allegre sugli antichi romani.<br />

ELISABETTA: - (stupita) Il trattato <strong>di</strong> cui parla è stato dettato per<br />

mezzo telepatico alla scrittrice inglese Alice A. Bailey dal<br />

maestro chiamato “il Tibetano”.<br />

ROSA: - (felice) Certo! Siete benvenuti allora!<br />

I tre amici guardano <strong>Elisabetta</strong> stupiti.<br />

ROSA: - Se vi fidate, vi preparo i piatti tipici della casa, sono<br />

sicura che mangerete bene.<br />

MAURO: - (affamato) Ma come potremmo non fidarci <strong>di</strong> lei signora<br />

Rosa, prego faccia pure.<br />

ROSA: - (sod<strong>di</strong>sfatta) Bene!<br />

MICHELE: - (fissando <strong>Elisabetta</strong>) Un uccellino mi ha raccontato<br />

che parli quattro lingue e giri il mondo.<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Anche Viola parla correntemente<br />

l’inglese e il francese.<br />

Mentre Rosa porta al tavolo una caraffa <strong>di</strong> vino rosso, Mauro<br />

fissa con interesse Viola.<br />

43


VIOLA: - (curiosa) E tu Mauro che stu<strong>di</strong> hai fatto?<br />

MAURO: - (esitando) Purtroppo per ragioni <strong>di</strong> lavoro ho interrotto<br />

gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> architettura all’università <strong>di</strong> Trieste.<br />

ELISABETTA: - (con tono canzonatorio) Ma dai, perché non<br />

ammetti che hai dovuto lasciare gli stu<strong>di</strong>, perché ti hanno<br />

fatto l’allettante proposta <strong>di</strong> fare l’agente segreto?<br />

Rosa serve delle tagliatelle.<br />

VIOLA: - Già, che stupida, perché non ci ho pensato prima, in<br />

fondo le spalle ce le hai e poi sei campione <strong>di</strong> “Full Contact<br />

Karatè”.<br />

Mauro prende in mano la forchetta e la pianta sulle<br />

tagliatelle fumanti.<br />

MAURO: - Sentite, volete smetterla <strong>di</strong> farmi girare le palle come<br />

dei mulini a vento, d'altronde se ve lo <strong>di</strong>cessi, che cazzo <strong>di</strong><br />

agente segreto <strong>di</strong>venterei?<br />

Una risata collettiva esplode intorno.<br />

ELISABETTA: - (prendendolo in giro) Ah, ma allora sei un agente<br />

zero, zero, zero.<br />

Tra le risate degli amici <strong>Elisabetta</strong> fissa Michele.<br />

ELISABETTA: - E tu Michele che lavoro fai?<br />

MICHELE: - Sono Ufficiale Me<strong>di</strong>co nelle carceri <strong>di</strong> Forlì.<br />

ELISABETTA: - Ah, ma allora <strong>di</strong>mmela tutta.<br />

MAURO: - (seccato) Sia ben chiaro, noi non vi abbiamo spifferato<br />

niente.<br />

<strong>Elisabetta</strong> fissa Michele mettendogli una mano sulla spalla.<br />

44


ELISABETTA: - (sghignazza) Ah, ma allora voi siete due agenti non<br />

più segreti, ma spifferati!<br />

Chiude sulle risate delle due amiche, mentre i due uomini le<br />

fissano scocciati.<br />

31. Notte. Esterno. Giar<strong>di</strong>no della Locanda dalla Rosa.<br />

Un gruppo <strong>di</strong> persone è seduto su delle panchine, nel<br />

giar<strong>di</strong>no della Locanda, <strong>di</strong> fronte ad un piccolo palco. In<br />

un angolo c’è una fontanella da cui l’acqua scorre<br />

rumorosa formando un rigagnolo. Tutto intorno piante e<br />

alberi. Alcuni lampioni in ferro battuto illuminano il<br />

giar<strong>di</strong>no. I quattro amici irrompono in silenzio davanti al<br />

palco, su cui recita un attore vestito da abate, e si siedono<br />

nell’unica panchina rimasta vuota.<br />

L’ATTORE ABATE: - (recita) …gli uomini devono ricordare che col<br />

potere dei loro pensieri e delle parole proferite producono<br />

precisi effetti su altri esseri umani funzionanti sui tre<br />

piani dell’evoluzione umana e sull’intero regno animale. I<br />

pensieri separativi e malefici dell’uomo sono responsabili<br />

in gran parte della natura selvaggia delle belve e del<br />

carattere <strong>di</strong>struttivo <strong>di</strong> taluni processi della natura,<br />

compresi certi fenomeni quali la peste e la carestia.<br />

L’uomo deve apprendere la sua responsabilità <strong>di</strong> essere<br />

un creatore benefico, operante secondo la legge<br />

dell’amore, e non spinto all’atto creativo dal desiderio<br />

egoistico o dall’attività incontrollata.<br />

Un applauso scrosciante esplode nel giar<strong>di</strong>no.<br />

ELISABETTA: - (ai due uomini) Vorrei sapere che tipo <strong>di</strong> creatori<br />

siete voi due, chissà quanti malefici avete creato con le<br />

vostre forme pensiero da agenti segreti con licenza per<br />

uccidere.<br />

Intanto l'abate fa un inchino e se ne va.<br />

MAURO: - (sghignazzando) Con tutte le donne che ho fatto<br />

godere, ho certamente creato una forma pensiero piena <strong>di</strong><br />

piacere.<br />

45


Gli amici ridono <strong>di</strong>vertiti, mentre irrompono sul palco,<br />

cantando e ballando, due <strong>di</strong>vertenti personaggi vestiti con<br />

tuniche romane e corone d’alloro.<br />

VIOLA: - (sbotta) Così mi delu<strong>di</strong> amore mio, mi sento la donna <strong>di</strong><br />

un dannato porco con le ali che ha creato solo forme<br />

pensiero depravate.<br />

Esplode un’altra risata che attrae l’attenzione degli<br />

spettatori.<br />

MAURO: - (sotto voce) Sentite un pò voi due, che non vi venga<br />

voglia <strong>di</strong> spifferare in giro che noi siamo due agenti<br />

segreti. Avete capito?<br />

Le due donne si guardano in faccia facendo finta <strong>di</strong> essere<br />

preoccupate.<br />

ELISABETTA: - (sghignazza) A chi potrebbe interessare la storia <strong>di</strong><br />

due poveri agenti segreti senza palle?<br />

Le due donne ridono <strong>di</strong>vertite.<br />

MICHELE: - (arrabbiato) Basta con gli scherzi ragazze, qui si<br />

rischia la vita!<br />

Chiude su primo piano (close up) dei quattro personaggi,<br />

mentre si fissano preoccupati.<br />

32. Mattino. Esterno. Ravenna. Piazza del Popolo. Scale del<br />

Comune. Via Cavour.<br />

La piazza è illuminata dal sole del mattino, mentre<br />

<strong>Elisabetta</strong> l’attraversa (Cut to close up) stacco su primo<br />

piano <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> colombi, che s’alzano in volo contro<br />

il cielo azzurro.<br />

46


MARZIA: - (da lontano chiama) Ehi, <strong>Elisabetta</strong>!<br />

Lei si gira e vede la sua amica che scende dalle scale del<br />

Comune e le va incontro.<br />

ELISABETTA: - Ciao Marzia, come stai?<br />

MARZIA: - (raggiungendola) Io bene, grazie, ma <strong>di</strong>mmi, sei<br />

andata ad abitare nella tua casa nuova?<br />

ELISABETTA: - Non ancora. Sto andando in via Cavour, vieni con<br />

me?<br />

MARZIA: - (la segue e le domanda) Cos’è ‘sta storia degli agenti<br />

segreti che avete incontrato?<br />

<strong>Elisabetta</strong> scoppia in una risata.<br />

ELISABETTA: - (sghignazza) Come fai a saperlo? Doveva rimanere<br />

un segreto!<br />

MARZIA: - (eccitata) Qualcuno l’ha raccontato in ufficio,<br />

imbastendovi attorno colorite storie e ridendo come un<br />

pazzo. Ma voi credete a questa storia assurda?<br />

ELISABETTA: - (riflette un attimo) Vedremo fin dove si spingono<br />

questi due pazzoi<strong>di</strong>.<br />

Le due amiche entrano in via Cavour.<br />

MARZIA: - (sorridendo) D’altronde, se sono dei veri agenti segreti,<br />

lo saprete presto, perché li faranno fuori.<br />

ELISABETTA: - (stupita) Per quale motivo?<br />

MARZIA: - (seria) Col casino che avete fatto, ormai non sono più<br />

agenti segreti, ma agenti mezzi accoppati.<br />

Le due amiche scoppiano in una risata. Chiude su<br />

panoramica (pan shot) <strong>di</strong> via Cavour mentre le due<br />

amiche si allontanano.<br />

47


33. Notte. Interno Stork Club, Milano Marittima.<br />

Il dancing è pieno <strong>di</strong> uomini e donne che ballano e<br />

<strong>di</strong>scorrono allegramente. Il complesso è in pausa, in<br />

<strong>di</strong>scoteca il motivo dei Pooh “Prelu<strong>di</strong>o”.<br />

Sedute ad un tavolo <strong>Elisabetta</strong> con un lungo vestito rosso e un<br />

collier d’oro, Viola in pantaloni argentati con un maglione<br />

nero con strass. Viola è visibilmente impaziente, guarda<br />

più volte l’orologio che ha nel polso.<br />

VIOLA: - (nervosa) È quasi mezzanotte e non si vede neanche<br />

l’ombra dei due presunti agenti segreti.<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Con la pubblicità che gli hai fatto a<br />

quest’ora gli avranno sparato anche nelle chiappe, quin<strong>di</strong><br />

potrebbero essere all’ospedale a farsi togliere le<br />

pallottole.<br />

Intanto l’orchestra ricomincia a suonare.<br />

VIOLA: - (ridendo) <strong>Elisabetta</strong>, finiscila <strong>di</strong> sparare delle fesserie.<br />

<strong>Elisabetta</strong> li vede entrare e dà un’occhiata all’orologio.<br />

ELISABETTA: - Eccoli i nostri eroi.<br />

I due uomini s’avvicinano <strong>di</strong>scutendo animatamente, Mauro<br />

sembra nervoso e un pò spaventato, Michele gesticola<br />

arrabbiato.<br />

ELISABETTA: - (sghignazza) Oh, mi sembrano un pò inguaiati, che<br />

ne <strong>di</strong>ci tu, Viola?<br />

VIOLA: - Mi sembrano due sparvieri in fuga!<br />

I due uomini senza proferire parola le prendono sotto<br />

braccio, e quasi le trascinano nell’angolo più nascosto del<br />

48


locale e si siedono, nell’unico tavolino vuoto e nascosto<br />

<strong>di</strong>etro ad un muro.<br />

ELISABETTA: - (seccata) Insomma, perché tanta agitazione e<br />

nervosismo, siete impazziti forse?<br />

MAURO: - (con una smorfia nervosa) Siamo stati inseguiti, e nella<br />

fuga alcuni proiettili ci hanno sfiorati.<br />

VIOLA: - (preoccupata) Ma da dove cavolo venite?<br />

MAURO: - (ansioso) Dall’Austria!<br />

VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Già, mi ha parlato dei suoi<br />

viaggi in Austria, ed io credevo che avesse a che fare con<br />

traffici <strong>di</strong> armi nel Sud Tirolo. Ma forse questa è la<br />

conferma <strong>di</strong> ciò che ho pensato, perché potere e servizi<br />

segreti vanno a braccetto, quin<strong>di</strong> Mauro è un <strong>di</strong>sonesto.<br />

Intanto <strong>Elisabetta</strong> fissa i due personaggi.<br />

ELISABETTA: - (con tono ironico) Sono stupita, non credevo che<br />

due agenti segreti potessero reagire con capelli dritti,<br />

occhi fuori dalla testa e spalancati dal terrore.<br />

<strong>Elisabetta</strong> fissa i due uomini ridacchiando: sembrano<br />

preoccupati.<br />

ELISABETTA: - Vorrei sapere dove è andato a finire il coraggio che<br />

<strong>di</strong> solito si vede nei film dei 007.<br />

MAURO: - (seccato) Sentite chiacchierone, probabilmente è colpa<br />

della vostra boccaccia se noi siamo nei pasticci.<br />

MICHELE: - Al momento noi ci preoccupiamo per voi due perché,<br />

se ci hanno seguito fin qui, potreste andarci <strong>di</strong> mezzo e<br />

trovarvi coinvolte.<br />

Viola, seccata, inizia a prenderli in giro.<br />

VIOLA: - Ah, c’è da stare all’erta, probabilmente c’è una bomba<br />

sotto il tavolino, per favore perlustrate la zona, prima che<br />

saltiamo in aria.<br />

ELISABETTA: - (brontola) Già, telefonate agli addetti ai lavori<br />

prima che sia troppo tar<strong>di</strong>!<br />

49


MICHELE: - (con tono convincente) Veramente dovreste essere un<br />

po’ più riconoscenti, invece <strong>di</strong> prenderci in giro.<br />

Le due donne ridendo si danno un’occhiata d’intesa e si<br />

gettano sulle loro ginocchia nascondendoli <strong>di</strong>etro ai loro<br />

corpi.<br />

VIOLA: - (sghignazza) Vi copriamo col nostro abbraccio, così gli<br />

sciacalli non vi vedranno.<br />

<strong>Elisabetta</strong> esplode in una risata euforica.<br />

ELISABETTA: - Staremo abbracciate a voi in un labirinto d’amore<br />

eterno!<br />

I quattro scoppiano in una risata fragorosa, intanto<br />

l’orchestra dà inizio ai lenti con il motivo romantico<br />

“Un’ora sola ti vorrei”.<br />

MAURO: - Ho un’idea, an<strong>di</strong>amoci a nascondere nella mischia al<br />

centro della pista, così potremo occultarci tra le vostre<br />

braccia.<br />

Viola ed <strong>Elisabetta</strong> seguono i due uomini che raggiungono la<br />

pista a passi cauti, guardandosi a destra e a sinistra e<br />

spariscono nella calca al centro della pista, fra la gente<br />

che balla. Le due coppie stanno ballando, poi ad un tratto<br />

Michele smette <strong>di</strong> ballare e in<strong>di</strong>ca qualcuno tra la folla.<br />

MICHELE: - (grida) Mauro ci stanno cercando!<br />

Mauro si stacca da Viola, fissa il luogo in<strong>di</strong>cato da Michele.<br />

MAURO: - (sussurra) Ragazze, mi <strong>di</strong>spiace, la festa è finita,<br />

dobbiamo andarcene prima che sia troppo tar<strong>di</strong>.<br />

50


Mauro fissa Viola preoccupato, poi se ne vanno in fretta<br />

sgomitando a destra e a sinistra.<br />

Chiude su primo piano ( close up) <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> e Viola,<br />

abbandonate in mezzo alla pista, mentre si guardano<br />

stupite senza parole. Dissolvenza (<strong>di</strong>ssolve to ).<br />

34. Mese <strong>di</strong> ottobre. Esterno pomeriggio. Via Romea. Punta<br />

Alberete<br />

Il sole splende sulla <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> pini che costeggia la strada.<br />

L’auto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> percorre la via Romea, poi gira a<br />

destra nel piazzale <strong>di</strong> Punta Alberete, parcheggia, spegne,<br />

gli sportelli si aprono e scende Viola con un vestito lungo<br />

a fantasia e giacca nera sportiva, poi <strong>Elisabetta</strong>, in giacca<br />

e pantaloni jeans che chiude a chiave l’auto. Si<br />

incamminano lungo il sentiero che entra in Punta<br />

Alberete.<br />

<strong>Elisabetta</strong> fa un giro su se stessa.<br />

ELISABETTA: - (felice) Ah, che bella giornata, avremmo dovuto<br />

invitare anche i due “lat…rin lover”!<br />

Viola scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita, mentre costeggiano il<br />

piccolo fiume circondato da piante da iris e arbusti,<br />

all’interno del parco naturale.<br />

VIOLA: - (sghignazza) Probabilmente, sono davvero due “ latrin<br />

lover” più che agenti segreti!<br />

Mentre camminano sul sentiero, una frotta d’uccelli spicca il<br />

volo verso il cielo,<br />

VIOLA: - Comunque la cosa continua ad essere eccitante, perché<br />

se ci riflettiamo un attimo, possono effettivamente essere<br />

agenti segreti.<br />

ELISABETTA: - (seria) Per quale motivo?<br />

51


VIOLA: - Michele è un Ufficiale Me<strong>di</strong>co nelle carceri, quin<strong>di</strong><br />

potrebbe essere una copertura per potersi muovere<br />

liberamente come agente segreto.<br />

ELISABETTA: - (scoppia a ridere) Complimenti Viola, la fantasia<br />

non ti manca.<br />

VIOLA: - (seria) Esclusa questa ipotesi, potrebbero essere<br />

immischiati in qualche losco traffico.<br />

ELISABETTA: - (sbotta) Se dovessi scoprire qualcosa <strong>di</strong> losco nei<br />

loro traffici, andrei a spifferare tutto alla polizia.<br />

VIOLA: - (preoccupata) Se vuoi rischiare la pelle fai pure, per me<br />

se si tratta <strong>di</strong> droga o <strong>di</strong> armi, ci conviene starcene zitte.<br />

ELISABETTA: - Non credo siano dei trafficanti <strong>di</strong> droga, ma se lo<br />

fossero, non potrei certo starmene con le mani in mano.<br />

VIOLA: - (sbotta) Io non me la sento <strong>di</strong> fare l’eroe, comunque<br />

anche denunciarli non servirebbe a niente.<br />

ELISABETTA: - (tra i canti degli uccelli) Per fortuna che non tutti la<br />

pensano come te, altrimenti il mondo andrebbe molto<br />

male.<br />

Le due amiche si fermano sul ponticello <strong>di</strong> legno che<br />

attraversa il piccolo canale e guardano la bellezza della<br />

natura che le circonda.<br />

VIOLA: - Allora sei <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong> partenza, mi lasci sola nei pasticci.<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Si, ti lascio sola con il tuo “Latrin<br />

lover” e il suo alone <strong>di</strong> mistero, nella speranza che nel<br />

frattempo non ti coinvolga nei suoi loschi traffici,<br />

altrimenti dovrò venirti a trovare in galera.<br />

Viola ride <strong>di</strong>vertita, poi il suo volto s’incupisce.<br />

VIOLA: - Per il momento non c’è pericolo, anche Mauro parte per<br />

l’Inghilterra, poi raggiungerà i Caraibi e concluderà il suo<br />

viaggio in Austria.<br />

ELISABETTA: - (sorpresa) Ah, ma allora <strong>di</strong>mmela tutta, è peggio<br />

dell’irraggiungibile James Bond!<br />

52


Chiude su panoramica (pan shot) <strong>di</strong> Punta Alberete mentre<br />

si allontanano ridendo. Dissolvenza incrociata (<strong>di</strong>ssolve to<br />

fade-over).<br />

35. Notte. Esterno nave in navigazione.<br />

Una nave da crociera naviga tranquilla in un mare liscio<br />

come l’olio, sotto i raggi argentati della luna.<br />

36. Sogno. Deserto. Interno cabina<br />

<strong>Elisabetta</strong> indossa un vestito bianco che svolazza per il<br />

vento del deserto, si guarda attorno e non vede altro che<br />

sabbia dorata che splende sotto il sole caldo;<br />

all’improvviso dal nulla le appaiono due hippies che le si<br />

avvicinano, hanno capelli arruffati e lunghi, indossano<br />

abiti laceri dai colori sbia<strong>di</strong>ti (uno <strong>di</strong> loro è Antonio, futuro<br />

amico <strong>di</strong> Mauro che lei riconoscerà quando lo incontrerà).<br />

Antonio la fissa con i suoi occhi azzurri glaciali.<br />

ANTONIO: - Sono il tuo fidanzato.<br />

Lei lo fissa incredula e i due hippies si trasformano sotto i<br />

suoi occhi in Gesù con un apostolo; Gesù le tocca le mani<br />

e d’incanto lei si trova nella sala dove il Cristo ha<br />

consumata l’Ultima Cena con gli apostoli. La sala è vuota,<br />

si trova seduta sotto ad una grande finestra accanto a<br />

Gesù che le tiene strette le mani e la fissa serio, poi con<br />

tanto amore la bacia sulla guancia. (<strong>Elisabetta</strong> indossa<br />

una camicia da notte <strong>di</strong> pizzo bianca, una coperta rossa<br />

<strong>di</strong>segna il suo corpo mentre sogna). Si sveglia <strong>di</strong><br />

soprassalto e si siede sul letto perplessa. Una luce tenue è<br />

accesa sulla scrivania, la ten<strong>di</strong>na rossa dell’oblò è aperta,<br />

alcuni raggi lunari entrano all’interno. Dissolvenza<br />

incrociata. Dissolve to fade out.<br />

37. Inizio novembre 1988. Notte. Interno. Casa <strong>di</strong> Viola.<br />

Soggiorno.<br />

53


Viola è sdraiata sul <strong>di</strong>vano, davanti al televisore acceso; ha<br />

un paio <strong>di</strong> pantaloni neri ed un maglione arancione, si<br />

alza, spegne la sigaretta nel portacenere pieno, ne prende<br />

un’ennesima dal pacchetto sul tavolino, poi si stende<br />

ancora sul <strong>di</strong>vano e con interesse si concentra sul film <strong>di</strong><br />

007 che trasmettono alla televisione, dove James Bond<br />

insegue alcuni criminali.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo voice off screen ) Da quando ho<br />

incontrato Mauro sono <strong>di</strong>ventata un'appassionata <strong>di</strong> film<br />

<strong>di</strong> spionaggio.<br />

Viola pensierosa immagina ( scena 38)<br />

38. Notte fonda. Londra. Esterno. Tower Bridge.<br />

Mauro è sul Tower Bridge, sta combattendo a colpi <strong>di</strong> Full<br />

Contact Karatè contro tre ceffi infuriati; dopo alcuni colpi<br />

ne stende due, allora il terzo estrae una pistola, ma Mauro<br />

gli sferra un calcio e la pistola vola in aria: con due mosse<br />

veloci lo mette fuori gioco. Sod<strong>di</strong>sfatto fissa i tre ceffi<br />

stesi a terra sul ponte.<br />

MAURO: - (allontanandosi ) Sogni d'oro, bastar<strong>di</strong>!<br />

Viola scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita, quando all’improvviso<br />

squilla il telefono, si alza in pie<strong>di</strong>, raggiunge l’apparecchio<br />

e alza la cornetta.<br />

VIOLA: - Pronto?<br />

MAURO: - (sdolcinato) Ciao amore!<br />

VIOLA: - (sprizzando gioia) Oh, Mauro! Sei in Italia?<br />

MAURO: - (eccitato) Si, amore, sono appena tornato, ho una gran<br />

voglia <strong>di</strong> vederti, ti va d’incontrarci domani sera allo Stork<br />

Club?<br />

VIOLA: - (entusiasta) Si, non vedo l’ora <strong>di</strong> vederti!<br />

54


Viola ode delle voci eccitate gridare attraverso il filo, poi il<br />

sospiro nervoso <strong>di</strong> Mauro.<br />

VIOLA: - Amore che c’è che non va?<br />

MAURO: - Tesoro scusami, ma devo scappare, a domani sera!<br />

Chiude su primo piano (close up) <strong>di</strong> Viola pensierosa,<br />

mentre appoggia la cornetta sul ricevitore.<br />

39.Notte. Interno. Stanza <strong>di</strong> Viola.<br />

Viola indossa un accappatoio bianco, apre l’arma<strong>di</strong>o,<br />

indecisa prende alcuni vestiti e li posa sul letto; non sa<br />

cosa mettere, ne prende uno,lo guarda, e lo sbatte sul<br />

letto.<br />

VIOLA: - (nervosa) Possibile che ogni volta che devo incontrare<br />

Mauro non trovo mai un vestito che mi vada a genio, avrei<br />

dovuto comprarmene uno nuovo!<br />

Si toglie l’accappatoio e rimane in mutande e reggiseno <strong>di</strong><br />

pizzo nero, prova un vestito, si guarda allo specchio, non<br />

si piace, se lo toglie.<br />

VIOLA: - (grida) Avrei dovuto comprarne uno, certo, questo è il<br />

pensiero che mi ha assillato tutta la giornata, ma fino ad<br />

oggi Mauro mi è già costato un capitale.<br />

Inquadratura <strong>di</strong> Viola mentre estrae altri vestiti<br />

dall’arma<strong>di</strong>o.<br />

VIOLA: - (brontola) <strong>Elisabetta</strong> dove sei, mi sentirei più tranquilla<br />

se ci fossi anche tu.<br />

40. Notte. Interno Stork Club.<br />

55


Vibra nella sala una musica allegra, un gruppo <strong>di</strong> giovani<br />

balla scatenato, Viola è seduta ad un tavolino vicino alla<br />

pista, indossa un magnifico vestito giallo da sera con una<br />

giacca nera, fissa annoiata il gruppo che si <strong>di</strong>verte in<br />

pista, quando vede Mauro andarle incontro, il suo viso si<br />

riempie <strong>di</strong> gioia, lui le prende una mano e gliela bacia, poi<br />

le si siede accanto.<br />

MAURO: - Tesoro, che cosa hai fatto in questi venti giorni senza <strong>di</strong><br />

me?<br />

Viola sta per rispondere, ma Mauro riprende a parlare.<br />

MAURO: - Non sarai andata a letto con un altro, non mi avrai<br />

tra<strong>di</strong>to!<br />

VIOLA: - (seccata) Cosa <strong>di</strong>ci, non ho fatto altro che pensare a te,<br />

come potrei andare con un altro quando amo te?<br />

MAURO: - (insiste) Ma so che mi hai tra<strong>di</strong>to!<br />

VIOLA: - (seria) Per favore, smettila <strong>di</strong> scherzare!<br />

MAURO: - (brontola) Non sto scherzando, ho i miei informatori!<br />

VIOLA: - (preoccupata) Ah sì, ho capito, i tuoi colleghi: <strong>di</strong> ai tuoi<br />

amici agenti segreti del cavolo <strong>di</strong> comprarsi un<br />

canocchiale, perché mi hanno scambiata per un’altra.<br />

Mauro scoppia a ridere, Viola arrabbiata si alza in pie<strong>di</strong>, sta<br />

per andarsene, quando Mauro la prende per mano e la<br />

porta a ballare un lento, poi la stringe a sé e la fissa pieno<br />

<strong>di</strong> desiderio. Poco lontano fra la gente Antonio, un bel<br />

giovane, trentenne, alto, muscoloso, capelli castano<br />

chiaro, con ciuffo biondo che cade sull’occhio sinistro, viso<br />

interessante e occhi blu glaciali, osserva la coppia, mentre<br />

balla, poi gli sboccia un sorriso sulle labbra. Il lento<br />

finisce Mauro e Viola tornano al tavolo. Lui si guarda<br />

attorno cercando qualcuno tra la folla.<br />

VIOLA: - Chi stai cercando?<br />

MAURO: - Dovrebbe venire un mio amico, agente della Digos,<br />

vorrei presentartelo, così quando tornerà <strong>Elisabetta</strong><br />

andremo a cena insieme.<br />

56


Raggiungono il tavolino, Viola si siede.<br />

MAURO: - Vado a cercarlo.<br />

Chiude su Mauro, mentre s’allontana fra la gente.<br />

41. Notte. Interno Stork Club.<br />

Sulla pista la gente balla, la musica è allegra, Viola è<br />

pensierosa: alza lo sguardo e si trova <strong>di</strong> fronte all’agente<br />

della Digos e a Mauro.<br />

MAURO: - (sorridendo) Questo è Antonio, una testa <strong>di</strong> cuoio!<br />

I due uomini si siedono.<br />

VIOLA: - (ingenuamente) Spiegami perché un bell’uomo come lui<br />

dovrebbe avere la testa <strong>di</strong> cuoio!<br />

I due amici scoppiano a ridere <strong>di</strong>vertiti.<br />

MAURO: - (spiega) Le teste <strong>di</strong> cuoio sono un corpo speciale <strong>di</strong><br />

polizia, come quelli che hanno ritrovato il generale Dozier!<br />

VIOLA: - (imbarazzata) Si, si, chi non la conosce questa vecchia<br />

storia!.<br />

MAURO: - (serio) Già, la notizia che Dozier era stato rapito è<br />

uscita su tutti i giornali. Il generale fu trovato dagli agenti<br />

della Digos e c’era anche Antonio.<br />

Antonio cerca <strong>di</strong> fare l’in<strong>di</strong>fferente guardando altrove. Viola<br />

si stupisce.<br />

VIOLA: - (incuriosita) Certo che bisogna avere un bel coraggio per<br />

affrontare certe situazioni. Ma come avete fatto a<br />

trovarlo?<br />

57


Antonio sembra <strong>di</strong>stratto, poi all’improvviso sembra aver<br />

fretta.<br />

MAURO: - (sghignazza) Lo hanno trovato nudo nella vasca da<br />

bagno, con i polsi e i pie<strong>di</strong> legati, e lo sai che cosa hanno<br />

fatto le teste <strong>di</strong> cuoio quando lo hanno visto così conciato?<br />

VIOLA: - (curiosa) No, non lo so!<br />

Mauro mima col fondo schiena la famosa mossa dell’infilarlo.<br />

MAURO: - (sghignazza) Gli hanno fatto il culo!<br />

I tre scoppiano in una risata fragorosa.<br />

MAURO: - (serio) Antonio però queste cose non le fa, in quel<br />

momento stava perlustrando l’immobile, l’ha saputo dopo.<br />

VIOLA: - (sbraita) Io non la bevo, per chi mi avete preso?<br />

MAURO: - (euforico) Antonio, ti ricor<strong>di</strong> quella volta in missione a<br />

Venezia?<br />

ANTONIO: - (sorridendo) Certo! Racconta a Viola che cosa<br />

successe.<br />

Mauro immagina la scena mentre racconta (Sc. n.42)<br />

MAURO: - Stavamo camminando insieme per una calla <strong>di</strong> Venezia<br />

che dava sul canale, quando una freccia sfiorò la spalla <strong>di</strong><br />

Antonio.<br />

42. Venezia. Notte. Esterno. Calla che sbocca sul canale.<br />

Mauro e Antonio camminano per una calla che dà sul canale,<br />

quando all’improvviso una freccia sfiora la spalla <strong>di</strong><br />

Antonio, che si gira <strong>di</strong> soprassalto, poi insieme corrono al<br />

riparo <strong>di</strong>etro ad una casa.<br />

58


Viola, sorpresa, interrompe la visione <strong>di</strong> Mauro<br />

VIOLA: - Cosa?! Un arco con la freccia, non siamo mica ai tempi <strong>di</strong><br />

Robin Hood!<br />

ANTONIO: - (serio) Si, si, è vero, aveva un arco quello, e grazie a<br />

Dio che non mi ha beccato, solo sfiorato.<br />

VIOLA: - (sempre più curiosa) E voi come avete reagito?<br />

Mauro scatta in pie<strong>di</strong>, <strong>di</strong>varica le gambe alla “Cow boy”.<br />

MAURO: - Antonio ha estratto la pistola dalla giacca e ha sparato a<br />

quello dell’arco, che si è abbassato in tempo,<br />

sfortunatamente è stato colpito un povero gondoliere, che<br />

passava sul canale in quel dannato momento.<br />

43. Venezia. Notte. Esterno, calla che sbocca sul canale.<br />

I due amici sono nascosti <strong>di</strong>etro a una casa, Antonio estrae<br />

la pistola dalla giacca, sporge la testa e spara all’uomo<br />

con la freccia che sta cercando <strong>di</strong> raggiungerli, ma l’uomo<br />

lo vede e si abbassa. In quel frangente, <strong>di</strong>etro all’uomo<br />

giunge un gondoliere che viene colpito e lascia cadere il<br />

remo accasciandosi sulla gondola. I due amici osservano<br />

la trage<strong>di</strong>a inorri<strong>di</strong>ti.<br />

ANTONIO: - (serio) Purtroppo non ho potuto colpire il bastardo,<br />

perché si è abbassato velocemente.<br />

MAURO: - (sbraita) Però hai colpito uno sfigato gondoliere che<br />

passava <strong>di</strong> lì con la sua gondola.<br />

VIOLA: - (grida) Santo cielo, ho capito bene, avete ucciso un<br />

povero gondoliere innocente?<br />

VIOLA: - (incredula) Spiegatemi perché questa storia non è stata<br />

pubblicata sui giornali.<br />

ANTONIO: - (serio ) Viola, noi abbiamo la licenza <strong>di</strong> uccidere,<br />

quin<strong>di</strong> il servizio segreto ha insabbiato tutto.<br />

59


MAURO: - (<strong>di</strong>stratto ) Si, hanno coperto il morto con la sabbia!<br />

ANTONIO: - (arrabbiato ) Ma no, ignorante, volevo <strong>di</strong>re che hanno<br />

insabbiato tutto sui giornali!<br />

VIOLA: - Non era cre<strong>di</strong>bile che avessero coperto il morto con la<br />

sabbia, a Venezia c’è solo del cemento.<br />

MAURO: - (cercando <strong>di</strong> correggersi) Non si può neanche<br />

scherzare?<br />

VIOLA: - (sbraita) Non vi capisco, credete davvero <strong>di</strong> farvi così<br />

belli, raccontandomi le vostre avventure sballate, agenti<br />

segreti del cavolo? Per me siete solo degli stronzi.<br />

Si alza in pie<strong>di</strong> e sta per andarsene, Mauro le impe<strong>di</strong>sce il<br />

passaggio e la invita a sedersi.<br />

MAURO: - (sussurrando) Ti prego, amore mio, non andartene!<br />

Mentre Viola si siede, Mauro cambia <strong>di</strong>scorso.<br />

MAURO: - Lo sai, Antonio, che Viola ha una amica molto carina che<br />

lavora sulle navi da crociera.<br />

ANTONIO: - Bene, quando me la presentate?<br />

VIOLA: - (seria ) Ho appena ricevuto una sua cartolina<br />

dall’Oriente: sbarcherà tra poco a Genova.<br />

ANTONIO: - Non vi nascondo che sono curioso <strong>di</strong> conoscerla!<br />

VIOLA: - Sentite, voi due pescecani, lei è allergica ai racconta<br />

balle.<br />

Primo piano dei due uomini che si fissano seri<br />

ANTONIO E MAURO: - (brontolando) Noi racconta balle, come ti<br />

permetti?<br />

44. Alfonsine. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Esterno. Giar<strong>di</strong>no. Interno.<br />

Viola apre il cancello e entra nel giar<strong>di</strong>no, ha appena<br />

piovuto, tra le nuvole sprazzi <strong>di</strong> luce illuminano il giar<strong>di</strong>no<br />

60


agnato, si guarda attorno: sulla sinistra vede tre colonne<br />

ver<strong>di</strong> <strong>di</strong> cipresso che puntano verso il cielo, con varie<br />

piante e sassi che formano un’aiuola; al centro del<br />

giar<strong>di</strong>no una statua bianca, con <strong>di</strong>etro un’altra aiuola con<br />

magnolia e varie piante, davanti alla porta <strong>di</strong> casa due<br />

statue <strong>di</strong> bambini che sostengono vasi pieni <strong>di</strong> fiori. Sulla<br />

sinistra un olivo vicino a una collinetta <strong>di</strong> grossi sassi,<br />

varie piante grasse e un’enorme pianta <strong>di</strong> banano, dalle<br />

foglie lunghe e larghe che invadono il passaggio. Viola<br />

stupita sposta alcune foglie <strong>di</strong> banano per passare,<br />

quando all’improvviso le cade dell’acqua addosso. Si agita<br />

nervosa, poi si scrolla.<br />

VIOLA: - (grida) Guarda un po’ se dovevo venire a farmi una<br />

doccia sotto il banano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>!?<br />

Mentre si asciuga il viso con la manica del vestito,<br />

raggiunge la porta e suona il campanello, ma nessuno<br />

apre.<br />

VIOLA: - <strong>Elisabetta</strong>, vuoi sbrigarti, prima che mi faccia fuori un<br />

serpente!<br />

ELISABETTA: - (aprendo) Cosa rompi, non sei mica nella foresta<br />

amazzonica! Il mio è solo un giar<strong>di</strong>no.<br />

VIOLA: - Se ci metti un laghetto, avrei un coccodrillo che ci<br />

sguazzerebbe volentieri!<br />

Entrano nel corridoio, ampio, con le scale e lo scorri mano in<br />

legno; sul muro che porta al primo piano quadri <strong>di</strong> papiri<br />

egiziani e altri oggetti. Al centro del corridoio un mobile in<br />

legno, sopra il quale c’è uno specchio quadrato<br />

incorniciato in oro con ai lati due <strong>di</strong>pinti balinesi. Di fronte<br />

allo specchio una magnifica statua in oro indonesiana.<br />

Appesi ai muri bianchi, maschere quadri e oggetti<br />

comprati in giro per il mondo. In fondo al corridoio un<br />

grande quadro multicolore. Nel sottoscala c’è un salotto in<br />

velluto rosso e legno, un tappeto, sul tavolo un vaso con<br />

fiori secchi e alle pareti collezione <strong>di</strong> maschere e altri<br />

oggetti orientali.<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Immagino sia un coccodrillo con due<br />

palle.<br />

61


VIOLA: - (ridendo) Si, è un bel rettile che si chiama Antonio. A<br />

parte gli scherzi è una testa <strong>di</strong> cuoio, ufficiale della Digos!<br />

ELISABETTA: - (sorride) Ma chi è, un amico <strong>di</strong> Mauro?<br />

VIOLA: - (guardandosi attorno con stupore) Certo!<br />

ELISABETTA: - (riflette) Antonio ha gli occhi blu glaciali, per caso?<br />

VIOLA: - (sorpresa) Sì, come fai a conoscerlo?<br />

ELISABETTA: - (pensierosa) L’ho conosciuto in sogno!<br />

VIOLA: - (fissandola) Senti sognatrice, ne parliamo dopo, ora<br />

voglio vedere la tua casa.<br />

ELISABETTA: - (curiosa) Ma non hai ancora finito con quell’agente<br />

segreto del cavolo?<br />

VIOLA: - (pensierosa) Vuoi farmi vedere questa benedetta casa?<br />

ELISABETTA: - (accompagnandola) OK! Agli or<strong>di</strong>ni, Madame,<br />

incominciamo dal salotto!<br />

All’interno del salotto Viola osserva un grande tappeto,<br />

sopra il quale c’è un tavolino che lascia intravedere sotto<br />

la superficie <strong>di</strong> vetro un magnifico <strong>di</strong>segno in<strong>di</strong>ano,<br />

sorretto da quattro angeli dorati. Ai lati del tavolino<br />

poltrone in pelle nera e un magnifico caminetto in marmo<br />

dello stesso colore, sopra il quale stanno oggetti vari e<br />

sulla cappa ombre balinesi. Alle pareti ventagli colorati<br />

rifiniti in oro, quadri e oggetti, <strong>di</strong> fronte al caminetto un<br />

mobile bianco e nero, tende bianche alle finestre.<br />

VIOLA: - (estasiata) Che meraviglia!<br />

<strong>Elisabetta</strong> esce dal soggiorno, Viola la segue al piano<br />

superiore. Sulla porta della camera da letto Viola osserva<br />

ammutolita: il suggestivo letto in ottone al centro della<br />

stanza, un drappo <strong>di</strong> raso beige dorato che scende<br />

dall’alto, trattenuto al soffitto da una rifinitura in batik<br />

bordeaux e beige che cade <strong>di</strong>etro le spalliera del letto.<br />

Un’icona greca, in oro e colore, raffigurante la Madonna<br />

col Bambino, pende dal drappo. Alla porta del balcone lo<br />

stesso tipo <strong>di</strong> tenda <strong>di</strong> raso e batik, con a fianco una<br />

meravigliosa se<strong>di</strong>a indonesiana bianca come tutto il resto<br />

del mobilio. Vicino alla porta un comò sopra il quale<br />

stanno bambole e bambolotti: appeso sopra un bellissimo<br />

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specchio colorato dello stesso colore degli specchi<br />

dell’arma<strong>di</strong>o.<br />

VIOLA: - (borbotta) Complimenti la tua casa è stupenda!.<br />

Raggiungono il bagno, Viola osserva curiosa. Spiccano i<br />

rubinetti in ottone nel bagno bianco e nero dalle piastrelle<br />

<strong>di</strong>pinte a mano con ciclamini, tende e asciugamani rosa,<br />

arredo bagno bianco.<br />

VIOLA: - Ma questo sembra il bagno <strong>di</strong> Cleopatra! Non <strong>di</strong>rmi che<br />

da quei rubinetti esce latte <strong>di</strong> capra.<br />

ELISABETTA: - (ridendo) Sì, <strong>di</strong> caprone!<br />

Chiude, mentre Viola scoppia a ridere.<br />

45. Interno. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Cucina.<br />

Le piastrelle sono nere, i mobili sono bianchi rifiniti in nero<br />

teck. Sulla tavola tovaglia, cuscini sulle se<strong>di</strong>e e le ten<strong>di</strong>ne<br />

alla finestra bianche all’uncinetto, quadri alle pareti e<br />

oggetti vari sui mobili.<br />

Viola ed <strong>Elisabetta</strong> sono sedute in cucina e stanno<br />

sorseggiando il caffè.<br />

VIOLA: - Tu hai sempre avuto degli strani sogni, ma questo, con<br />

gli hippies nel deserto che si trasformano in Gesù con<br />

l’apostolo, mi fa pensare.<br />

ELISABETTA: - (riflettendo) Per esperienza so che quando in un<br />

sogno subentra il Cristo, devo analizzarlo bene, perché c’è<br />

un messaggio importante che mi riguarda.<br />

VIOLA: - Quanto sei incre<strong>di</strong>bile, tu con i tuoi sogni premonitori!<br />

ELISABETTA: - (finendo <strong>di</strong> bere il caffè) Devi sapere che quando<br />

tornai da Londra cercai inutilmente un lavoro per mesi, un<br />

giorno <strong>di</strong>sperata mi rifugiai in una chiesa vuota e pregai<br />

intensamente il Cristo.<br />

VIOLA: - Si sa che la preghiera fatta col cuore è un’energia<br />

potente, che può realizzare i nostri desideri.<br />

63


ELISABETTA: - Poco dopo sognai che entravo in un ufficio per<br />

essere sottoposta ad un colloquio <strong>di</strong> lavoro, ma con mia<br />

sorpresa, al posto del solito datore <strong>di</strong> lavoro, vi trovai il<br />

Cristo, che a braccia aperte mi assicurava che presto avrei<br />

trovato lavoro…<br />

VIOLA: - (interrompendola) Poco dopo una voce interiore ti<br />

spinse a cercare lavoro a Venezia e, guarda caso, fosti<br />

raccomandata da uno sconosciuto.<br />

ELISABETTA: - (sorride) Cre<strong>di</strong>mi, quando ci penso mi vengono i<br />

brivi<strong>di</strong>, infatti dopo tanti anni ancora oggi lavoro per la<br />

stessa compagnia.<br />

VIOLA: - (riflette un attimo) Sai, ho fatto della psicanalisi, ma non<br />

so interpretare i sogni, comunque credo che il bacio del<br />

Cristo significhi che qualcuno ti tra<strong>di</strong>rà, come lo è stato da<br />

Giuda..<br />

ELISABETTA: - ( fissa Viola) Certo, comunque il deserto<br />

rappresenta anche la morte, e l’uomo che mi tra<strong>di</strong>rà sarà<br />

l’hippy dagli occhi blu glaciali del sogno.<br />

VIOLA: - (preoccupata) Già, il fatto che fosse un hippy nel<br />

deserto, può significare che incontrerai un tipo originale<br />

in un momento oscuro della tua vita.<br />

ELISABETTA: - (ammette) Sono d’accordo con te.<br />

VIOLA: - (si alza in pie<strong>di</strong> ) Adesso che ci penso, Antonio, la testa<br />

<strong>di</strong> cuoio, ha gli occhi blu! Giovedì lo conoscerai, ci<br />

aspettano allo Stork.<br />

ELISABETTA: - (mentre escono in corridoio) Se si tratta <strong>di</strong> lui, la<br />

prima cosa che farò gli mollerò un calcio nei testicoli, così<br />

lo sistemo per sempre.<br />

Mentre escono in giar<strong>di</strong>no, scoppiano in una risata.<br />

VIOLA: - Si, figurati!<br />

Poi passa <strong>di</strong>strattamente sotto le foglie del banano che le<br />

lasciano cadere addosso dell’acqua.<br />

VIOLA: - (sbraita) Accidenti, una notte verrò col caterpiller e ti<br />

sra<strong>di</strong>cherò questo maledetto banano!<br />

64


Chiude, mentre <strong>Elisabetta</strong> ride <strong>di</strong>vertita e Viola se ne va<br />

sbattendo il cancello.<br />

46. Notte. Interno Stork Club.<br />

<strong>Elisabetta</strong> indossa un elegante vestito rosso, Viola ne ha<br />

uno a fantasia dai colori vivaci, sono in pie<strong>di</strong> davanti al<br />

bar e stanno bevendo, una musica romantica si <strong>di</strong>ffonde<br />

tra la gente nel dancing.<br />

VIOLA: - Sai cosa mi ha detto la mamma quando ha saputo che<br />

dovevamo incontrare Mauro e Antonio?<br />

ELISABETTA: - Cosa?<br />

VIOLA: - (ridendo) Che due fessi come quelli non dovremmo<br />

neanche frequentarli e che, se “si insabbiassero” il<br />

cervello, la smetterebbero <strong>di</strong> raccontare panzane.<br />

ELISABETTA: - (ridendo) Sai che tua mamma è più saggia <strong>di</strong> noi?<br />

In quel mentre Viola vede Antonio all’angolo del bar che<br />

guarda la televisione.<br />

VIOLA: - (euforica) Eccolo là il nostro uomo, quello con i<br />

pantaloni <strong>di</strong> pelle nera e la camicia <strong>di</strong> seta a quadri rossa<br />

e nera.<br />

ELISABETTA: - (estasiata) Che bell’uomo affascinante, ma chi è?<br />

Intanto Antonio le vede, va loro incontro.<br />

VIOLA: - Ciao Antonio, vuoi ancora conoscere la mia amica?<br />

ANTONIO: - Con molto piacere!<br />

VIOLA: - (sorridendo) Te la presento subito, prima che i suoi<br />

ammiratori ti <strong>di</strong>ano del filo da torcere.<br />

Qualcuno sta già parlando con <strong>Elisabetta</strong>.<br />

VIOLA: - Scusa <strong>Elisabetta</strong>, vuoi venire qui?<br />

65


Lei saluta l’uomo e li raggiunge. Come vede gli occhi <strong>di</strong><br />

Antonio, ha un brivido seguito dal flash back del sogno nel<br />

deserto. <strong>Elisabetta</strong> è nel deserto e sta fissando gli occhi<br />

blu glaciali dell’hippy che le <strong>di</strong>ce "Tu sei la mia fidanzata".<br />

VIOLA: - <strong>Elisabetta</strong>, questo è Antonio, l’ufficiale della Digos,<br />

amico <strong>di</strong> Mauro.<br />

ELISABETTA: - (sarcastica) Ah! Si, e tu faresti parte del famoso<br />

gruppo investigativo delle teste <strong>di</strong> cuoio?<br />

ANTONIO: - ( impacciato) Sì, certo! Possiamo andare a sederci al<br />

vostro tavolino?<br />

S’avviano al tavolino.<br />

ELISABETTA: - ( voce fuori campo off screen) Male<strong>di</strong>zione, Antonio<br />

è l’hippy del sogno, dovrei mollargli due calci nelle palle e<br />

andarmene, come mi ero promessa <strong>di</strong> fare.<br />

Antonio si siede accanto ad <strong>Elisabetta</strong>, Viola <strong>di</strong> fronte.<br />

ELISABETTA: - (impaziente) Posso farti una domanda personale?<br />

ANTONIO: - Se ti fa piacere.<br />

ELISABETTA: - (sospirando) Promettimi però d’essere sincero,<br />

perché per me è molto importante.<br />

ANTONIO: - (curioso) Te lo prometto!<br />

ELISABETTA: - Sei mai stato un hippy nella tua vita?<br />

ANTONIO: - (sorpreso e sconcertato esita, poi risponde) Sì,<br />

quando ero studente!<br />

<strong>Elisabetta</strong> lo fissa, in quel mentre il cantante del complesso<br />

inizia a cantare “Un’ora sola ti vorrei”. Antonio la prende<br />

per mano e la porta sulla pista.<br />

47. Interno. Stork club. In pista.<br />

66


Mentre ballano, Antonio fissa <strong>Elisabetta</strong> negli occhi serio.<br />

ANTONIO: - <strong>Elisabetta</strong>, dovrai perdonarmi, ho qualcosa da<br />

confessarti. Facciamo finta che ci incontriamo in questo<br />

momento, insomma io non sono un ufficiale della Digos,<br />

ma un ingegnere.<br />

Antonio sospira, mentre <strong>Elisabetta</strong> lo fissa stupita.<br />

ANTONIO: - Quando ho conosciuto Viola, Mauro mi ha incluso nel<br />

suo gioco e senza chiedermi il permesso mi ha presentato<br />

come ufficiale della Digos. Ho pensato fosse uno scherzo<br />

che sarebbe finito subito dopo…<br />

ELISABETTA: - Che sfacciato!<br />

ANTONIO: - Mauro ha continuato a raccontare un sacco <strong>di</strong> storie,<br />

facendomi passare per un assassino.<br />

ELISABETTA: - (ridendo) Mauro è simpatico, ma non sa che il gioco<br />

è bello quando è corto.<br />

I lenti finiscono, Antonio ed <strong>Elisabetta</strong> tornano al tavolino.<br />

ELISABETTA: - Se non ti <strong>di</strong>spiace, vorrei sapere chi è Mauro e che<br />

cosa fa.<br />

ANTONIO: - Viola deve sapere che Mauro è sposato, con una figlia<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni. Molti anni fa <strong>di</strong> giorno tentava <strong>di</strong> lavorare<br />

come operaio alla Becchi <strong>di</strong> Forlì, e <strong>di</strong> notte faceva il<br />

vitellone a Rimini, dandosi da fare con le ricche signore<br />

dell’alta società, puntando il mirino sulle vedove<br />

ere<strong>di</strong>tiere, per spillare loro denaro…<br />

ELISABETTA: - (incredula) Ma come farò ora a raccontare questa<br />

incre<strong>di</strong>bile storia a Viola, non mi crederà mai, lei è<br />

innamorata <strong>di</strong> Mauro.<br />

ANTONIO: - (pensieroso) Lasciami finire. Un giorno il nostro<br />

soggetto incontra la figlia <strong>di</strong> un ricco generale, i due si<br />

innamorano e lei sapendo che è sposato lo assume come<br />

guar<strong>di</strong>a del corpo. Alcuni anni dopo il generale e la figlia<br />

muoiono e Mauro ere<strong>di</strong>ta alcuni miliar<strong>di</strong>.<br />

ELISABETTA: - Ecco perché cambia automobile così spesso.<br />

67


ANTONIO: - Adesso ha un'amante ricchissima a Bologna <strong>di</strong><br />

sessantadue anni: l’ha assunto come guar<strong>di</strong>a del corpo.<br />

ELISABETTA: - (fissandolo) Pazzesco!<br />

ANTONIO: - Nella palestra dove si allena Mauro, tu e Viola siete<br />

famose. La scorsa settimana voleva che io e Michele lo<br />

aiutassimo a far credere a Viola che era morto <strong>di</strong> morte<br />

violenta, per liberarsene.<br />

ELISABETTA: - (incredula) Di morte violenta, ma stai scherzando?<br />

ANTONIO: - (serio) Secondo Mauro avrei dovuto far finta <strong>di</strong><br />

sparargli dopo una <strong>di</strong>scussione in un boschetto, mentre<br />

tu, Viola e Michele avreste visto la scena dall’auto poco<br />

lontana.<br />

ELISABETTA: - (in<strong>di</strong>gnata) Assurdo!<br />

ANTONIO: - (sorridendo) Naturalmente Michele, sentendo gli spari<br />

e vedendo Mauro cadere a terra senza vita, avrebbe<br />

dovuto prendere il volante e fuggire a tutta velocità verso<br />

Forlì, così sarebbe finita la sua relazione con Viola.<br />

ELISABETTA: - (sconvolta) Ma è pazzesco, perché costruire questa<br />

storia per liberarsi <strong>di</strong> Viola?<br />

ANTONIO: - Beh, Mauro voleva sparire in modo originale!<br />

ELISABETTA: - (curiosa) Come mai non avete portato a termine il<br />

vostro piano?<br />

ANTONIO: - Ho spiegato a Mauro che avrei potuto rischiare la<br />

pelle, se in quel momento fosse passata una pattuglia <strong>di</strong><br />

carabinieri che mi avesse visto sparare a Mauro nel<br />

boschetto.<br />

In quel mentre Viola li raggiunge, <strong>Elisabetta</strong> e Antonio<br />

ammutoliscono.<br />

VIOLA: - Che cosa avete, due colombi in amore?<br />

ANTONIO: - (fissandola) Tieni pronto un fazzoletto, perché<br />

quando <strong>Elisabetta</strong> ti racconterà le peripezie <strong>di</strong><br />

“Fantomas”, ne avrai bisogno.<br />

VIOLA: - Non credo che esista un uomo che possa farmi piangere!<br />

ANTONIO: - Meglio così!<br />

68


Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che guarda addolorata<br />

Viola.<br />

48. Notte. Statale 16. Esterno auto in corsa. Interno auto.<br />

L’auto <strong>di</strong> Viola sfreccia sulla statale 16, sotto un cielo<br />

stellato, sorpassa un'altra auto, rallenta e si ferma ad un<br />

semaforo rosso. All’interno dell’auto Viola fuma nervosa.<br />

ELISABETTA: - Mauro col suo egoismo ha creato delle orribili forme<br />

pensiero, ha tra<strong>di</strong>to te e la moglie, ingannato due donne<br />

ricchissime, trasformandosi in un creatore negativo.<br />

VIOLA: - (sospira) Spesso, quando telefonavo a quel dannato<br />

imbroglione, rispondeva una donna e lui mi <strong>di</strong>ceva che era<br />

la cameriera.<br />

ELISABETTA: - Lo sciacallo non sa che sarà vittima delle sue<br />

stesse forme pensiero negative, perché nessuno sfugge<br />

alla legge <strong>di</strong> causa - effetto.<br />

Scatta il verde, Viola parte brontolando<br />

VIOLA: - Tu non lo sai, ma mi hai liberata da un grosso peso,<br />

credo mi piaccia <strong>di</strong> più come gigolo, che come agente<br />

segreto, perché penso che i servizi segreti siano collusi<br />

con il potere malavitoso.<br />

ELISABETTA: - Ma dov’è andato a finire l’uomo <strong>di</strong> origini nobili?<br />

VIOLA: - (dopo una pausa) Purtroppo ho incontrato un volgare<br />

artigiano dell’amore, ecco che cos’è Mauro!<br />

Le due amiche si guardano serie, poi scoppiano in una<br />

risata.<br />

Chiude sull’auto che corre nella notte, mentre i raggi<br />

argentati della luna illuminano le campagne.<br />

49. Notte, stanza da letto <strong>di</strong> Viola.<br />

69


La luce dell’abat-jour illumina la stanza, Viola è stesa sul<br />

letto con una camicia da notte rosa <strong>di</strong> pizzo, il suo viso<br />

triste fissa il vuoto, una lacrima le scende.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Quel mascalzone <strong>di</strong> Mauro<br />

mi ha lasciata tutta la sera sola, e adesso dovrei credere<br />

all’assurda storia <strong>di</strong> Antonio, che intendeva scomparire<br />

dalla mia vita mettendo in scena una finta morte violenta.<br />

Assumerò un detective privato, perché Antonio non mi<br />

convince con le sue fantasiose storie.<br />

Viola si asciuga la lacrima con una mano e spegne l’abatjour.<br />

Dissolvenza. Dissolve to.<br />

50. Pomeriggio. Casa <strong>di</strong> Viola. Interno soggiorno.<br />

Viola è seduta sul <strong>di</strong>vano, indossa un maglione nero e una<br />

gonna arancione, la stanza è semibuia, raggi <strong>di</strong> luce<br />

entrano dalle persiane; è triste e pensierosa, il telefono<br />

squilla si alza e va a rispondere.<br />

VIOLA: - Pronto.<br />

ELISABETTA: - Viola, come stai?<br />

VIOLA: - (sospira) È trascorsa una settimana e ancora sto<br />

riflettendo sull’assurda storia <strong>di</strong> Mauro, non riesco a<br />

crederci.<br />

ELISABETTA: - Già, sembra tutto così pazzesco!<br />

Viola sospira.<br />

ELISABETTA: - Viola, stasera Antonio mi aspetta allo Stork,<br />

an<strong>di</strong>amoci insieme così ti <strong>di</strong>strai un pò, rischi la<br />

depressione.<br />

VIOLA: - Mi sembra una buona idea, ciao a stasera!<br />

Dissolvenza (<strong>di</strong>ssolve to).<br />

70


51. Notte. Stork Club. Interno.<br />

Nel dancing si <strong>di</strong>ffonde musica anni sessanta, <strong>Elisabetta</strong><br />

indossa un completo nero con camicetta arancione, Viola<br />

un vestito a giacca verde malva con camicetta bianca,<br />

sono sedute ad un tavolino <strong>di</strong> fronte al bar e stanno<br />

sorseggiando un cocktail.<br />

VIOLA: - (fissando l’amica) Non ve<strong>di</strong> l’ora <strong>di</strong> incontrarlo, vero?<br />

ELISABETTA: - (posa il cocktail) Purtroppo!<br />

In quel mentre appare tra la folla Antonio.<br />

ANTONIO: - Ciao ragazze!<br />

Mentre Antonio si siede accanto ad <strong>Elisabetta</strong> e la bacia su<br />

una guancia, il volto <strong>di</strong> Viola si rattrista all’improvviso.<br />

ELISABETTA: - (preoccupata ) Viola, che cos’hai? Sembri giù <strong>di</strong><br />

morale.<br />

VIOLA: - (addolorata) Ho un gran mal <strong>di</strong> testa, forse mi sta<br />

scoppiando il cervello a forza <strong>di</strong> pensare a Mauro.<br />

ELISABETTA: - (sospira) Già, dovevo immaginare che avresti<br />

reagito a scoppio ritardato.<br />

VIOLA: - (nervosa ) Comunque non è finita qui con quel gallo da<br />

strapazzo.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e Antonio si guardano preoccupati.<br />

VIOLA: - Antonio, ti <strong>di</strong>spiacerebbe portare a casa <strong>Elisabetta</strong>? Sto<br />

male, sarebbe una frustrazione per me restare.<br />

ANTONIO: - Molto volentieri!<br />

ELISABETTA: - Ti prego, non pensare troppo a quel cacciatore <strong>di</strong><br />

dote, guida con prudenza.<br />

71


Viola si alza in pie<strong>di</strong> e prende la sua borsa dal tavolino.<br />

VIOLA: - Senti <strong>Elisabetta</strong>, non rischierei la mia vita neanche per<br />

Alain Delon, figurati per un gigolo come Mauro.<br />

Divertitevi.<br />

Si allontana verso l’uscita e sparisce fra la gente.<br />

ELISABETTA: - È triste e pensierosa.<br />

ANTONIO: - Non ti preoccupare, Viola saprà superare anche<br />

questa.<br />

In quel mentre suonano “Wonderful love”, Antonio prende<br />

per mano <strong>Elisabetta</strong> e vanno a ballare.<br />

Chiude sulla coppia mentre ballano stretti.<br />

ANTONIO: - (sussurrando) Non sai quanto ho atteso questo<br />

momento.<br />

52. Notte. Esterno. Davanti allo Stork Club. Strada costeggiata<br />

da pini.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e Antonio escono ridendo dal dancing e<br />

raggiungono la lussuosa auto sportiva <strong>di</strong> Antonio color<br />

argento metallizzato. Lei osserva l’auto senza fare<br />

commenti, intanto Antonio va ad aprirle lo sportello e la fa<br />

salire.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen ) Di certo non gli<br />

manca quel “savoir fair” che conquista una donna,<br />

comunque dovrò stare attenta a questo gatto mammone,<br />

che probabilmente è peggio <strong>di</strong> Mauro.<br />

Antonio sale, mette in moto e parte. L’auto sfreccia veloce<br />

lungo la strada costeggiata <strong>di</strong> pini e esce sulla statale 16.<br />

53. Notte. Statale 16. Interno auto.<br />

72


ANTONIO: - Puoi telefonarmi a casa o in ufficio quando vuoi, sono<br />

un uomo libero, quin<strong>di</strong> non ci sono problemi.<br />

ELISABETTA: - (felice) Vedrai, lo farò molto volentieri.<br />

ANTONIO: - Guarda che a volte mia madre viene a stirarmi le<br />

camicie, se dovesse rispondere lei al telefono sai <strong>di</strong> chi si<br />

tratta.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Se cre<strong>di</strong> d’incantarmi<br />

con il tuo fascino da maschio latino ti sbagli, io le chiederò<br />

se è tua moglie. Non ho intenzione <strong>di</strong> cadere nella stessa<br />

trappola <strong>di</strong> Viola.<br />

54. Notte. Esterno. Davanti a casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

Antonio si ferma davanti alla casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, la osserva.<br />

ANTONIO: - (sorpreso) Vivi sola in questa grande casa?<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Già, pensa che quando mia sorella mi<br />

telefona, mi chiede sempre come mi sento nel mio<br />

castello.<br />

ANTONIO: - (baciandole una mano) Mia dolce castellana, mi<br />

farebbe visitare il suo castello?<br />

ELISABETTA: - (ridendo) Ma certo, mio bel principe!<br />

I due escono dall’automobile (panoramica pan shot del<br />

giar<strong>di</strong>no con <strong>Elisabetta</strong> e Antonio, mentre sbattono contro<br />

alcune foglie della pianta <strong>di</strong> banano che invadono il<br />

passaggio e lasciano cadere dell'acqua addosso ad<br />

Antonio).<br />

ANTONIO: - (scrollandosi ) Male<strong>di</strong>zione!<br />

ELISABETTA: - Di cosa ti lamenti, sei stato benedetto dalla pianta.<br />

ANTONIO: - (seccato) Che cavolo <strong>di</strong>ci, io sono ateo!<br />

ELISABETTA: - (lo fissa seria e ribatte) Male, sono costretta a<br />

pensare che hai occhi e orecchie foderati <strong>di</strong> prosciutto.<br />

ANTONIO: - (la prende per un braccio e domanda) Cosa inten<strong>di</strong>?<br />

73


<strong>Elisabetta</strong> si stacca da Antonio, va ad aprire la porta <strong>di</strong><br />

casa.<br />

ELISABETTA: - Che sei cieco e sordo, perché non riconosci l’opera<br />

<strong>di</strong>vina intorno a te.<br />

Chiude su primo piano (close up) della coppia mentre<br />

Antonio fissa <strong>Elisabetta</strong> stupito.<br />

55. Fine novembre. Pomeriggio d’inverno. Esterno. Centro<br />

Comacchio.<br />

È una giornata nebbiosa, <strong>Elisabetta</strong> indossa un giaccone<br />

sportivo nero con un paio <strong>di</strong> pantaloni grigio - argento,<br />

Viola un cappotto blu scuro con bottoni dorati,<br />

passeggiano lungo il canale che porta al ponte dei Tre<br />

ponti, quando una frotta <strong>di</strong> gabbiani che riposano su una<br />

barca spicca il volo garrendo e sparisce nella nebbia.<br />

VIOLA: - È inutile <strong>Elisabetta</strong>, non mi fido <strong>di</strong> Antonio, quin<strong>di</strong> ho<br />

ingaggiato un investigatore privato, da cui a breve saprò<br />

tutto su Mauro.<br />

ELISABETTA: - (stupita) Viola, sei incre<strong>di</strong>bile, avresti dovuto<br />

risparmiarti quel denaro.<br />

VIOLA: - (sospira addolorata) <strong>Elisabetta</strong>, ho bisogno <strong>di</strong> sapere,<br />

sono stanca <strong>di</strong> bugie.<br />

Le due donne salgono su per le scale che portano in cima al<br />

ponte dei Tre ponti.<br />

ELISABETTA: - Da quando Antonio mi ha raccontato tutto, Mauro<br />

non si è più fatto vivo, quin<strong>di</strong> cosa ti aspetti?<br />

VIOLA: - (sospira più volte, poi sussurra) Vorrei tanto sentirmi<br />

<strong>di</strong>re che Antonio si è sbagliato, ecco cosa vorrei.<br />

ELISABETTA: - (addolorata si ferma sulla scalinata) Mi <strong>di</strong>spiace<br />

Viola, ma a questo punto dovresti togliertelo dalla mente,<br />

non ti merita quella bestia <strong>di</strong> Mauro.<br />

VIOLA: - (sale sul ponte) Ti prego <strong>Elisabetta</strong>, stai attenta con<br />

Antonio, potresti finire come me.<br />

74


<strong>Elisabetta</strong> raggiunge Viola sul ponte, in quel mentre sprazzi<br />

<strong>di</strong> luce illuminano Comacchio e, tra le nebbie, alcuni<br />

gabbiani spiccano il volo garrendo. <strong>Elisabetta</strong> fissa il<br />

panorama seria.<br />

ELISABETTA: - (sospirando) Lo so!<br />

VIOLA: - (si guarda attorno, poi fissa <strong>Elisabetta</strong>) Non so se te ne<br />

sei accorta, ma per me Antonio si trucca.<br />

ELISABETTA: - (sbraita) Cosa?<br />

VIOLA: - Spero <strong>di</strong> essermi sbagliata, ma l’ultima volta che l’ho<br />

visto allo Stork si era messo il rimmel e il fondo tinta.<br />

ELISABETTA: - (preoccupata) Santo cielo, non avrò a che fare con<br />

un viados, adesso?<br />

Chiude su primo piano delle due amiche, mentre si<br />

guardano preoccupate.<br />

56. Notte. Esterno Giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Interno auto<br />

lungo la statale 16.<br />

L’auto <strong>di</strong> Antonio arriva rombando davanti a casa <strong>di</strong><br />

<strong>Elisabetta</strong> e si ferma: lui indossa scarpe da ginnastica, blu<br />

jeans e un giubbotto da aviatore pieno <strong>di</strong> adesivi<br />

inneggianti alla Russia, ha capelli ossigenati, rimmel e<br />

fondo tinta. Entra nel giar<strong>di</strong>no, si ferma, dà un’occhiata<br />

alla pianta <strong>di</strong> banano.<br />

ANTONIO: - (canticchia passando sotto la pianta ) Mio buon Gesù,<br />

mi hai fregato una volta, la seconda non mi freghi più.<br />

Antonio sta per suonare il campanello quando la porta si<br />

apre. <strong>Elisabetta</strong> con un completo pantalone e giacca in<br />

pelle nera, con scialle rosso, lo guarda delusa.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Male<strong>di</strong>zione, chi ha<br />

voglia <strong>di</strong> uscire con uno conciato in quel modo!?<br />

ANTONIO: - Accidenti, come sei elegante!<br />

75


ELISABETTA: - (imbarazzata) Che cosa ne <strong>di</strong>ci se anch’io vado a<br />

vestirmi con un look casual come il tuo?<br />

ANTONIO: - (cercando <strong>di</strong> nascondere il suo imbarazzo) Non è il<br />

caso, sei bellissima così, an<strong>di</strong>amo.<br />

Prende sotto braccio <strong>Elisabetta</strong>, le fa segno <strong>di</strong> fare<br />

attenzione alla pianta <strong>di</strong> banano, quin<strong>di</strong> si abbassano,<br />

escono dal giar<strong>di</strong>no ridendo, raggiungono l’auto, Antonio<br />

apre lo sportello ad <strong>Elisabetta</strong>, la fa entrare, chiude lo<br />

sportello, fa il giro, sale, inserisce una cassetta <strong>di</strong> Nat<br />

King Cole, mette in moto e parte a tutto gas. <strong>Elisabetta</strong> è<br />

pensierosa.<br />

ANTONIO: - Se fossi sicuro <strong>di</strong> essere nei tuoi pensieri, ne sarei<br />

felice!<br />

ELISABETTA: - (ridendo) Certo, ci sei entrato con prepotenza!<br />

ANTONIO: - (serio) Cosa inten<strong>di</strong>?<br />

ELISABETTA: - (sospira nervosa) Spiegami perché ti ossigeni i<br />

capelli e ti trucchi.<br />

ANTONIO: - (allegramente) Quando ero studente, ho suonato la<br />

chitarra per anni nell’orchestra <strong>di</strong> Fausto Papetti, come sai<br />

gli artisti sono costretti a truccarsi, quin<strong>di</strong> mi è rimasta<br />

questa abitu<strong>di</strong>ne da allora.<br />

ELISABETTA: - (felice) Capisco!<br />

ANTONIO: - Ti prometto che, quando uscirò con te, non mi<br />

truccherò più.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Sia lodato il cielo,<br />

finalmente posso rilassarmi!<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> lei sod<strong>di</strong>sfatta.<br />

57. Notte. Auto. Esterno. Milano Marittima.<br />

L’auto <strong>di</strong> Antonio rallenta e si ferma sulla strada che<br />

costeggia il mare. Antonio esce dall’auto, apre lo sportello<br />

ad <strong>Elisabetta</strong> che esce, lo chiude, la prende per mano e<br />

raggiungono una spiaggia deserta. Il mare mosso sbatte<br />

le sue onde rumorose e spumose sulla spiaggia, leggeri<br />

banchi <strong>di</strong> nebbia si muovono qua e là, spinti dal vento.<br />

76


Antonio attira <strong>Elisabetta</strong> a sé e tenta <strong>di</strong> baciarla, ma lei si<br />

allontana.<br />

ANTONIO: - (deluso) Non hai voglia <strong>di</strong> baciarmi, vero?<br />

ELISABETTA: - (sospirando) Offrimi un irish coffee al pub, ti prego.<br />

Antonio fissa <strong>Elisabetta</strong> pieno <strong>di</strong> desiderio, mentre lei<br />

pensierosa guarda il mare, con lo scialle e i capelli che<br />

volano al vento. Chiude su panoramica (pan shot) del<br />

mare in burrasca mentre Antonio prende <strong>Elisabetta</strong> sotto<br />

braccio e se ne vanno lasciando le impronte delle scarpe<br />

sulla sabbia, accompagnati da un gruppo <strong>di</strong> gabbiani che<br />

volano intorno a loro garrendo.<br />

58. Notte. Interno Pub Milano Marittima.<br />

Il pub è in stile inglese, tutto rifinito in legno, sui tavoli fiori<br />

freschi, luci soffuse e colorate, sottofondo <strong>di</strong> musica<br />

romantica e misteriosa, con note orientali. Alcune coppie<br />

chiacchierano felici. Antonio ed <strong>Elisabetta</strong> sono seduti in<br />

un angolo <strong>di</strong> fronte ad una finestra chiusa, da dove si<br />

vedono le onde del mare che corrono spumose sulla<br />

spiaggia, mentre sorseggiano un irish coffee. In quel<br />

mentre irrompe nel pub una bella signora con un cesto <strong>di</strong><br />

rose dai colori misti, Antonio come la vede si alza in pie<strong>di</strong><br />

e va a comprarne una, poi torna da <strong>Elisabetta</strong>, la fissa con<br />

ardore e gliela porge.<br />

ANTONIO: - Posso donare una rosa ad una “rosa”?<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Onorata, grazie!<br />

Poi si alza e lo bacia teneramente su una guancia, si risiede,<br />

osserva le spine della rosa, ne tocca una con un <strong>di</strong>to.<br />

ELISABETTA: - Chissà perché un fiore così bello ha le spine?<br />

Antonio la fissa con i suoi occhi blu glaciali pieni <strong>di</strong><br />

passione ed <strong>Elisabetta</strong> si lascia andare a quel magico<br />

momento.<br />

77


LA COPPIA: - (dal tavolo accanto) Signora, lo scialle!<br />

<strong>Elisabetta</strong> sorride, raccoglie lo scialle da terra e se lo mette<br />

sulle spalle.<br />

Chiude su primo piano (close up) <strong>di</strong> loro due mentre si<br />

fissano estasiati.<br />

59. Pomeriggio. Esterno. Interno casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

Viola, che indossa un cappotto nero con un vestito a<br />

fantasia, apre il cancello che scricchiola ed entra nel<br />

giar<strong>di</strong>no, davanti alla pianta <strong>di</strong> banano s’arresta <strong>di</strong> colpo.<br />

VIOLA: - (fa le corna alla pianta) Per te, cara! Se cre<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmi<br />

un’altra doccia ti sbagli!<br />

Viola s’abbassa, passa sotto la pianta e va a suonare il<br />

campanello. <strong>Elisabetta</strong>, che indossa un paio <strong>di</strong> pantaloni<br />

rossi attillati e un maglione nero, apre la porta.<br />

ELISABETTA: - Ciao Viola, vieni, sto facendo il the.<br />

Viola chiude la porta e la segue <strong>Elisabetta</strong>.<br />

VIOLA: - Sai, il detective che ho ingaggiato mi ha delusa.<br />

Mentre Viola si siede al tavolo, <strong>Elisabetta</strong> estrae due tazze<br />

dal mobile, le posa sul tavolo.<br />

ELISABETTA: - Per quale ragione?<br />

VIOLA: - (sospirando) Quell’imbranato mi ha confermato che<br />

Mauro è sposato con una figlia, ma poi mi ha detto che<br />

mantiene la famiglia a stento.<br />

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ELISABETTA: - (prende la zuccheriera e la mette sul tavolo) Già,<br />

c’è qualcosa che non va, perché, secondo Antonio, Mauro<br />

ha ere<strong>di</strong>tato alcuni miliar<strong>di</strong> dalla figlia del generale.<br />

<strong>Elisabetta</strong> prende il boiler dal fornello e versa il the nelle<br />

tazze.<br />

VIOLA: - (brontola) Ho pensato che un detective del cavolo come<br />

lui non avrebbe potuto scoprire la verità, quin<strong>di</strong> l’ho<br />

silurato.<br />

<strong>Elisabetta</strong> scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita.<br />

VIOLA: - Pensa che questo bastardo <strong>di</strong> un detective ha avuto la<br />

sfacciataggine <strong>di</strong> invitarmi fuori a cena.<br />

ELISABETTA: - (ridendo) Non mi <strong>di</strong>re, hai fulminato il detective!<br />

VIOLA: - (sorridendo) Tu piuttosto fai attenzione a quel volpone<br />

<strong>di</strong> Antonio, perché domani sera, con la scusa <strong>di</strong> suonare la<br />

chitarra, ti vorrà sedurre per farti la festa.<br />

ELISABETTA: - ( brontola) In questa storia, una vittima basta e<br />

avanza!<br />

VIOLA: - (sghignazza) Basterà che ti guar<strong>di</strong> con quegli occhi blu<br />

glaciali, truccato da corsaro, mentre canta una canzone<br />

d’amore, che tu gli cadrai tra le braccia.<br />

ELISABETTA: - (sbraita) Se verrà truccato, lo sbatterò fuori <strong>di</strong><br />

casa!<br />

VIOLA: - Si, così dalla <strong>di</strong>sperazione sbatterà gli occhi sul banano e<br />

se li laverà.<br />

Chiude su primo piano (close up) delle due amiche che<br />

esplodono in una risata.<br />

60. Notte. Interno. Stanza da letto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

<strong>Elisabetta</strong>, che indossa una vestaglia cinese rosa con rami<br />

<strong>di</strong> fiori bianchi <strong>di</strong> ciliegio, rovista nell’arma<strong>di</strong>o e prende tre<br />

79


vestiti: li osserva attentamente, poi posa sul letto uno<br />

rosso e rimette gli altri nell’arma<strong>di</strong>o. Si toglie la vestaglia,<br />

la posa, indossa il vestito, si guarda allo specchio: il<br />

vestito è sexy, mette in evidenza il suo corpo longilineo,<br />

sod<strong>di</strong>sfatta va al comò, apre il cofanetto e prende un<br />

collier d’oro con tre serpenti intrecciati dagli occhi <strong>di</strong><br />

rubino e se lo mette al collo, poi va in bagno e si mette un<br />

rossetto dello stesso colore del vestito. Si ode il rumore<br />

d’un auto, nervosa esce dal bagno e corre a guardare<br />

attraverso le persiane; vede l’auto <strong>di</strong> Antonio ferma sulla<br />

strada, si guarda per l’ultima volta allo specchio e si<br />

affretta giù per le scale, apre la porta e si trova davanti<br />

Antonio, con la chitarra, vestito con pantaloni e giubbotto<br />

neri in pelle, con frange e borchie <strong>di</strong> metallo che brillano<br />

sotto le luci; sulla porta le si butta ai pie<strong>di</strong> e, strimpella la<br />

chitarra, con le frange delle maniche della giacca che<br />

saltellano <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là.<br />

ANTONIO: - (canta) Io lavoro e penso a te. Torno a casa e penso a<br />

te. Le telefono e intanto penso a te. Come stai e penso a<br />

te. Dove an<strong>di</strong>amo e penso a te…..<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Che delusione, questa<br />

sera sembra un punk, ma in compenso non si è truccato<br />

come mi ha promesso.<br />

<strong>Elisabetta</strong> scoppia in una risata convulsa.<br />

ANTONIO: - (alzandosi in pie<strong>di</strong>) Oh bella castellana, può fare<br />

entrare alla sua corte questo giocoliere senza un tetto,<br />

per dormire questa notte?<br />

ELISABETTA: - (ridendo) Ma certo, così conciato, c’è la stalla che<br />

potrà ospitarla.<br />

ANTONIO: - (si getta ai suoi pie<strong>di</strong> supplicando) La prego,<br />

deliziosa castellana, non mi lasci dormire in mezzo ai buoi<br />

e ai cavalli!<br />

ELISABETTA: - Per uno stallone come lei, non vedo <strong>di</strong> meglio.<br />

UNA VOCE NEL BUIO : - Ti prego, stallone, alzati in pie<strong>di</strong>, e guardati<br />

dal viziare la castellana, tu non lo sai, ma lei è come la<br />

maga Circe, potrebbe tramutarti in un maiale in un batter<br />

d’occhio.<br />

80


Antonio si alza in pie<strong>di</strong> e curioso si gira a guardare e vede<br />

Marzia.<br />

ELISABETTA: - Questa è Marzia, una mia amica un po’ selvatica!<br />

MARZIA: - (seria) <strong>Elisabetta</strong> fai entrare questo punk in casa, che<br />

beviamo qualcosa insieme, poi vi lascio soli.<br />

Antonio fissa Marzia confuso, poi segue le due donne nel<br />

soggiorno, il fuoco arde nel caminetto.<br />

ELISABETTA: - Antonio ti va un po’ <strong>di</strong> champagne per ricaricarti le<br />

batterie?<br />

ANTONIO: - (serio) Per farti perdonare va bene!<br />

Antonio posa la chitarra su una poltrona, poi osserva<br />

Marzia mentre lei si scalda le mani sul fuoco, infine entra<br />

<strong>Elisabetta</strong> con la bottiglia <strong>di</strong> champagne ghiacciato e tre<br />

bicchieri, che riempie. I tre fanno un brin<strong>di</strong>si, bevono,<br />

Marzia posa il bicchiere sul tavolo e fissa Antonio con<br />

superiorità.<br />

MARZIA: - <strong>Elisabetta</strong>, credo che avrai parecchio da fare per<br />

recuperare il tuo punk, ciao, e tanti auguri!<br />

Antonio fissa <strong>Elisabetta</strong> perplesso, ode la porta <strong>di</strong> casa<br />

chiudersi.<br />

ANTONIO: - (nervoso) Ma da dove l’hai tirata fuori quella pazza?<br />

ELISABETTA: - ( ridendo) Marzia è una ragazza molto <strong>di</strong>vertente,<br />

scherza su tutto.<br />

Antonio si toglie il giubbotto e lo getta sulla poltrona,<br />

<strong>Elisabetta</strong> lo guarda incantata, quelle bretelle rosse sopra<br />

la camicia nera lo fanno apparire più attraente. Antonio<br />

fissa <strong>Elisabetta</strong> pieno <strong>di</strong> desiderio, le si avvicina, le prende<br />

una mano e l’attira a sé baciandola appassionatamente.<br />

Lei si lascia baciare, ma Antonio incomincia ad<br />

accarezzarla lungo il corpo.<br />

81


ELISABETTA: - (staccandosi) Suonami qualche brano, per favore!<br />

Antonio nervoso prende la chitarra dalla poltrona e fissa<br />

<strong>Elisabetta</strong>.<br />

ANTONIO: - (voce fuori campo off screen) Mi piacerebbe suonarti<br />

qualcos’altro, ma tu come al solito non ne hai voglia.<br />

Antonio si siede sulla poltrona davanti al caminetto e inizia<br />

a strimpellare “Giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Marzo” <strong>di</strong> Battisti. <strong>Elisabetta</strong> gli<br />

si siede accanto.<br />

ANTONIO: - (fissandola) Questa canzone la de<strong>di</strong>co a te,<br />

principessa!<br />

Chiude su primo piano dei due, mentre Antonio canta ed<br />

<strong>Elisabetta</strong> sorride felice.<br />

61. Dicembre. Mattino. Esterno. Mercato <strong>di</strong> Lugo. Piazza Baracca.<br />

Il cielo è grigio, fa freddo. Piazza Baracca è piena <strong>di</strong><br />

bancarelle. Poco lontano il castello con il giar<strong>di</strong>no pensile.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e Viola camminano lungo il mercato, la prima<br />

indossa un cappotto blu elettrico, la seconda un giaccone<br />

color vinaccia e un paio <strong>di</strong> pantaloni neri. <strong>Elisabetta</strong> si<br />

ferma ad una bancarella a guardare un maglione.<br />

VIOLA: - Come l’ha presa Antonio quando gli hai detto che devi<br />

andare a Genova a fare l'inventario a bordo <strong>di</strong> una nave?<br />

ELISABETTA: - (pensierosa) Guarda caso, anche Antonio fra<br />

qualche giorno parte per la Svizzera.<br />

VIOLA: - (curiosa) Per lavoro o vacanze?<br />

ELISABETTA: - (posa il maglione) Antonio è anche maestro <strong>di</strong> sci e<br />

presidente <strong>di</strong> uno club sportivo, quin<strong>di</strong> si è preso un<br />

periodo <strong>di</strong> ferie per accompagnare un gruppo <strong>di</strong> sciatori.<br />

VIOLA: - (sorpresa) Chi l’avrebbe mai detto che un civettuolo<br />

come Antonio sapesse fare tante cose interessanti?<br />

82


Le due amiche costeggiano le bancarelle sotto al castello.<br />

ELISABETTA: - Certo, mi ha deluso più volte, ma non è uno stupido,<br />

mi rispetta e allo stesso tempo è molto affettuoso.<br />

VIOLA: - (maliziosa) Mia cara, se continua così, cadrai tra le sue<br />

braccia come una pera cotta e farai la mia fine.<br />

In quel mentre la voce del padre <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> <strong>di</strong>etro alle<br />

due donne.<br />

PADRE: - Sarei curioso <strong>di</strong> sapere che fine hai fatto tu, Viola.<br />

Le due donne si girano e si trovano <strong>di</strong> fronte ad un uomo<br />

alto, robusto, che indossa un vestito a giacca scuro e un<br />

cappotto grigio, sessantatreenne, capelli scuri, occhi neri,<br />

che sorride.<br />

ELISABETTA: - Ciao papà!<br />

VIOLA: - (sorridendo) Purtroppo quando ci sono <strong>di</strong> mezzo dei<br />

vitelloni della riviera romagnola si finisce deluse e ferite.<br />

IL PADRE: - (riflettendo) <strong>Elisabetta</strong>, chi sono questi vitelloni con<br />

cui avete a che fare?<br />

ELISABETTA: - (ridendo) Ma papà è una storia lunga, è meglio<br />

lasciar perdere, piuttosto mi accompagni alla stazione<br />

domani?<br />

IL PADRE: - (fissando la figlia) D’accordo, però dovrai spiegarmi<br />

che cosa ci fa un vitellone della riviera romagnola con te,<br />

in pieno inverno.<br />

VIOLA: - (sghignazza) Beh, i vitelloni non si tuffano solo sulle<br />

turiste.<br />

IL PADRE: - (fissa <strong>Elisabetta</strong>) Ma senti che novità!<br />

Chiude su primo piano dei tre personaggi che scoppiano a<br />

ridere.<br />

62. Il giorno dopo. Mattino. Esterno. Stazione <strong>di</strong> Lugo.<br />

83


<strong>Elisabetta</strong> ed il padre stanno aspettando il treno, è freddo,<br />

banchi <strong>di</strong> nebbia vagano leggeri e s’allontanano, fra<br />

cinguettii <strong>di</strong> passerotti infreddoliti. Lei indossa un paio <strong>di</strong><br />

stivaletti e pantaloni neri con un giaccone color ruggine;<br />

Primo, il padre, un giaccone e cappello nero in pelle,<br />

pantaloni chiari. Il campanello che in<strong>di</strong>ca l’arrivo del treno<br />

comincia a suonare, Primo spinge il borsone da viaggio<br />

vicino ai binari.<br />

PRIMO: - Promettimi <strong>di</strong> riflettere, i vitelloni sono pericolosi perché<br />

scalciano senza preavviso.<br />

<strong>Elisabetta</strong> scoppia in una risata, intanto si ferma il treno e i<br />

due si abbracciano.<br />

ELISABETTA: - Non ti preoccupare papà, sono una volpe dal pelo<br />

rosso e non mi faccio infinocchiare facilmente.<br />

Primo si stacca dall’abbraccio sorridendo, intanto alcuni<br />

passeggeri scendono dal treno, infine <strong>Elisabetta</strong> sale e il<br />

padre le passa il borsone.<br />

PRIMO: - Speriamo! Comunque ti auguro buon viaggio e buon<br />

lavoro!<br />

<strong>Elisabetta</strong> si sposta nello scompartimento accanto e va al<br />

finestrino, il treno parte, saluta il padre, mentre il treno<br />

s’allontana.<br />

Chiude su panoramica, mentre Primo guarda la figlia che<br />

s’allontana sul treno.<br />

63. Pomeriggio. Stazione <strong>di</strong> Genova. Esterno. Interno. Hotel<br />

Londra. Ascensore. Stanza da letto.<br />

Genova, pomeriggio freddo con cielo plumbeo. <strong>Elisabetta</strong><br />

esce dalla stazione con il suo borsone da viaggio in mano<br />

e raggiunge l’hotel Londra a due passi, entra nella hall e si<br />

<strong>di</strong>rige verso l’ufficio informazioni. Dissolvenza. (Dissolve<br />

to) <strong>Elisabetta</strong> esce dall’ascensore, s’avvicina alla porta<br />

della sua stanza, apre la porta, entra, osserva con occhio<br />

84


critico la stanza: accogliente, un quadro con fiori colorati<br />

alla parete sopra il tavolino con la televisione, un arma<strong>di</strong>o,<br />

tende bianche <strong>di</strong> pizzo al balcone e copriletto color<br />

salmone. <strong>Elisabetta</strong> chiude la porta e posa il borsone, tira<br />

la tenda del balcone e s’affaccia, le si presenta la piazza<br />

con la stazione <strong>di</strong> fianco, il rumore del traffico è<br />

assordante, chiude la vetrata del balcone e torna nella<br />

stanza.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen ): Entro alcuni<br />

giorni devo telefonare ad Antonio prima che parta per la<br />

Svizzera, mantenendo così la promessa, ma non so se lo<br />

farò, c’è qualcosa dentro <strong>di</strong> me che mi scoraggia.<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che apre il borsone.<br />

64. Notte. Casa <strong>di</strong> Viola. Interno. Soggiorno.<br />

Viola indossa un vestito a fantasia dai colori vivaci, è<br />

sdraiata sulla poltrona e sta guardando la televisione, il<br />

telefono squilla, si alza e va a rispondere.<br />

VIOLA: - Pronto!<br />

MAURO: - Ciao Viola, sono Mauro!<br />

VIOLA: - (sorpresa) Cosa vuoi?<br />

MAURO: - (con voce sdolcinata ) Ma petite, sono in un luogo<br />

segreto, ma quando torno, desidero uscire con te, ho<br />

voglia <strong>di</strong> vederti!<br />

VIOLA: - Figurati, luogo segreto, hai una bella faccia tosta,<br />

comunque non esco con un uomo sposato!<br />

MAURO: - (scoppia in una risata) Chi ti ha raccontato queste<br />

sciocchezze sa che ero sposato con una figlia, ma non sa<br />

che sono separato da molti anni.<br />

VIOLA: - (sospira) Sei un gran bugiardo, ma non so <strong>di</strong>rti <strong>di</strong> no!<br />

MAURO: - (sod<strong>di</strong>sfatto) Buona notte ciccia, ci ve<strong>di</strong>amo presto.<br />

VIOLA: - (riappende euforica, voce fuori campo) Brutto schifoso,<br />

è finalmente arrivata l'ora della vendetta!<br />

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Chiude su primo piano <strong>di</strong> Viola, mentre sorride compiaciuta.<br />

65. Alcuni giorni dopo. Notte. La Spezia. Porto. Esterno nave.<br />

È una notte fredda e buia. Il porto <strong>di</strong> La Spezia è illuminato<br />

sotto un cielo nero. Dalla scaletta <strong>di</strong> una nave da crociera<br />

illuminata scende <strong>Elisabetta</strong> seguita dal suo capo<br />

Valdettaro, un uomo stempiato, con occhi chiari, viso<br />

rotondo, me<strong>di</strong>a altezza, robusto, indossa pantaloni neri e<br />

giaccone sportivo giallo chiaro.<br />

VALDETTARO: - <strong>Elisabetta</strong>, questa sera abbiamo finito due ore<br />

prima del previsto, quin<strong>di</strong> fra circa un’ora saremo a<br />

Genova e avrai tempo per telefonare ad Antonio.<br />

Giunti a terra i due raggiungono l’auto.<br />

ELISABETTA: - Non so perché ma non mi sento ispirata a<br />

telefonargli.<br />

VALDETTARO: - (aprendo lo sportello della vettura) Avanti, non<br />

lasciarlo partire per la Svizzera in lacrime.<br />

ELISABETTA: - (scoppia a ridere) Sì, quelle del coccodrillo.<br />

Chiude, mentre i due salgono in macchina ridendo e<br />

partono.<br />

66. Notte. Interno stanza Hotel Londra.<br />

<strong>Elisabetta</strong> esce dal bagno, indossa una vestaglia verde<br />

cinese con un drago colorato, si siede sul letto pensierosa,<br />

prende il telefono e incomincia a <strong>di</strong>gitare un numero, ma<br />

poi posa la cornetta.<br />

ELISABETTA: - (brontola) Santo cielo, ho voglia <strong>di</strong> sentire la sua<br />

voce, ma nello stesso tempo non voglio telefonare.<br />

86


<strong>Elisabetta</strong> si alza, va a guardarsi allo specchio, poi ritorna<br />

decisa al telefono e <strong>di</strong>gita il numero.<br />

UNA VOCE FEMMINILE: - Pronto!<br />

ELISABETTA: - (impallidendo) C’è Antonio?<br />

LA DONNA: - Mi <strong>di</strong>spiace, è uscito.<br />

ELISABETTA: - (decisa) Mi scusi, lei chi è?<br />

LA DONNA: - (decisa) Sono la moglie <strong>di</strong> Antonio.<br />

<strong>Elisabetta</strong> addolorata, sbatte la cornetta sul telefono e si<br />

lascia cadere sul letto.<br />

ELISABETTA: - (angosciata) Non è possibile!<br />

Chiude, mentre <strong>Elisabetta</strong> riflette un attimo e scoppia in una<br />

risata convulsa.<br />

67. Genova. Mattino. Interno Hotel Londra. Esterno.<br />

<strong>Elisabetta</strong> con un maglione rosso e un paio <strong>di</strong> pantaloni neri<br />

sta facendo colazione seduta ad un tavolino al ristorante,<br />

pensierosa, quando vede arrivare Valdettaro, che indossa<br />

un cappotto nero, sciarpa rossa con pantaloni grigi e,<br />

sorridendo, si siede al tavolo.<br />

VALDETTARO: - Fai con comodo, sono in anticipo, ho or<strong>di</strong>nato un<br />

caffè, poi partiremo per la Spezia.<br />

Un cameriere serve il caffè e se ne va.<br />

VALDETTARO: - Hai un viso sconvolto, che hai combinato stanotte,<br />

sei andata a sgambettare in <strong>di</strong>scoteca?<br />

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ELISABETTA: - (posa la tazza) E tu cre<strong>di</strong> che quando lavoro con te<br />

ho anche il tempo <strong>di</strong> andare in <strong>di</strong>scoteca a finire <strong>di</strong><br />

rompermi le ossa?<br />

VALDETTARO: - (serio) Allora spiegami dov’è finita la tua allegria<br />

che <strong>di</strong> solito sprizza da tutti i pori, qualcuno ti deve aver<br />

colpita nel profondo.<br />

<strong>Elisabetta</strong> scoppia in una risata, poi si alza in pie<strong>di</strong>.<br />

ELISABETTA: - Chi sarà mai se non un accalappiacani sposato! Ma<br />

an<strong>di</strong>amo, altrimenti faremo tar<strong>di</strong>.<br />

I due escono dal ristorante.<br />

VALDETTARO: - (<strong>di</strong>vertito) Allora la notte scorsa un accalappiacani<br />

sposato ti ha colpita nel profondo?<br />

<strong>Elisabetta</strong> ride <strong>di</strong>vertita, mentre Valdettaro si ferma a<br />

riflettere un attimo, poi riprende a camminare.<br />

VALDETTARO: - (illuminato) Scommetto che hai scoperto che<br />

Antonio è sposato!<br />

Escono dall’hotel e lei lascia andare la porta.<br />

ELISABETTA: - Complimenti, sei molto intuitivo!<br />

Pensieroso Valdettaro si avvicina alla sua vettura nel<br />

piazzale davanti all’hotel, poi apre lo sportello.<br />

VALDETTARO: - Mi <strong>di</strong>spiace!<br />

Chiude su primo piano dei due mentre si fissano seri.<br />

88


68. Notte. Stanza da letto <strong>di</strong> Viola.<br />

Viola è stesa sul letto, alla tenue luce dell’abat – jour, il suo<br />

viso appare pallido e pensieroso, indossa una camicia da<br />

notte giallo limone.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Non capisco perché Mauro<br />

mi telefona <strong>di</strong>cendomi che ha voglia <strong>di</strong> vedermi e poi non<br />

si fa più vivo, sono trascorse quasi due settimane, e io<br />

sono la solita stupida che lo aspetta soffrendo. Una<br />

ragione in più per ven<strong>di</strong>carmi ancora più ferocemente.<br />

Chiude, mentre Viola spegne l’abat – jour. Dissolvenza<br />

<strong>di</strong>ssolve to.<br />

69. Notte. Ore ventitre. Esterno. Interno. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

Un'auto si ferma davanti a casa, si ode lo sportello<br />

chiudersi, l’auto riparte. <strong>Elisabetta</strong> entra nel giar<strong>di</strong>no col<br />

borsone da viaggio, indossa un paio <strong>di</strong> pantaloni rossi e<br />

un giaccone nero, ha un volto stanco, assonnato e triste,<br />

sba<strong>di</strong>glia, entra in casa, posa il borsone, entra in cucina,<br />

prende dell’aranciata dal frigo e se ne versa un bicchiere,<br />

poi si siede sfinita su una se<strong>di</strong>a e beve.<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre riflette<br />

pensierosa.<br />

70. Sogno. Mattino. Stanza da letto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

(Dissolvenza con effetto flou): squilla il telefono sul<br />

como<strong>di</strong>no, <strong>Elisabetta</strong> assonnata prende la cornetta del<br />

telefono, non ha il tempo <strong>di</strong> parlare.<br />

ANTONIO: - Pronto, pronto, <strong>Elisabetta</strong> sono Antonio<br />

89


In quel mentre il telefono squilla davvero ed <strong>Elisabetta</strong> si<br />

sveglia <strong>di</strong> soprassalto. La stanza è semibuia. Indossa una<br />

camicia da notte color salmone.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Sarà veramente<br />

Antonio come nel sogno?<br />

<strong>Elisabetta</strong> alza il ricevitore.<br />

ANTONIO: - Pronto, pronto <strong>Elisabetta</strong>, sono Antonio.<br />

ELISABETTA: - (sussulta <strong>di</strong> gioia) Ciao Antonio, non mi crederai,<br />

ma ho appena sognato che stavo parlando con te al<br />

telefono.<br />

ANTONIO: - Probabilmente si tratta <strong>di</strong> telepatia!<br />

ELISABETTA: - (eccitata) Succede sempre tra persone affini.<br />

ANTONIO: - (ansioso ) Tesoro, lasciami spiegare, la sera che hai<br />

telefonato a casa mia, mia moglie avrebbe voluto <strong>di</strong>rti, se<br />

tu non avessi riattaccato subito, che siamo separati da<br />

due anni, per colpa sua, perché si è innamorata <strong>di</strong> un<br />

altro. Appena avrà trovato una sistemazione, se ne andrà.<br />

Senti tesoro, ora devo andare, ma appena tornerò dalla<br />

Svizzera avrò modo <strong>di</strong> spiegarti tutto. Ti amo e mi manchi,<br />

a presto.<br />

Antonio riattacca.<br />

<strong>Elisabetta</strong> rimane immobile per un attimo con la cornetta in<br />

mano, poi aggancia.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Sento che è sincero,<br />

vorrei tanto averlo qui con me e stringerlo forte.<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che sorride felice.<br />

71. Giorno. Casa <strong>di</strong> Viola. Soggiorno.<br />

<strong>Elisabetta</strong> è seduta nel soggiorno, Viola posa sul tavolino<br />

due tazzine <strong>di</strong> caffè con la zuccheriera.<br />

90


VIOLA: - Mi ha telefonato Mauro, vuole uscire a pranzo con me<br />

domenica, ci devo andare?<br />

ELISABETTA: - Perché no, però solo per <strong>di</strong>vertirti e prenderti gioco<br />

<strong>di</strong> lui e poi farti quattro risate, in fondo se lo merita.<br />

VIOLA: - (seria) Ho pensato spesso alla vendetta, ma nonostante<br />

tutto quello che mi ha fatto, ho una forma <strong>di</strong> affetto nei<br />

suoi confronti, che non mi permette <strong>di</strong> detestarlo.<br />

ELISABETTA: - Devi saperlo perdonare, ma guardati dal cadergli<br />

un’altra volta tra le braccia, non se lo merita.<br />

VIOLA: - Vedrai, lo farò volare a vuoto.<br />

ELISABETTA: - Non ti nascondo che ho dei dubbi.<br />

VIOLA: - (sghignazza) Pensa piuttosto a non farti accalappiare dal<br />

fuoco <strong>di</strong> passione <strong>di</strong> Antonio stasera, anzi, se fossi in te,<br />

mi farei prestare una tuta da pompiere.<br />

Chiude su primo piano delle due amiche, mentre scoppiano<br />

a ridere <strong>di</strong>vertite.<br />

72. Mese <strong>di</strong> febbraio. Notte. Esterno. Interno casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

È una notte nebbiosa, quando Antonio apre il cancello del<br />

giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, che stride. Indossa un cappotto e<br />

pantaloni neri, con maglione giallo, ha in mano tre rose<br />

rosse, chiude il cancello e guarda stupito la pianta <strong>di</strong><br />

banano: accartocciata, bruciata dal gelo e secca.<br />

ANTONIO: - (voce fuori campo off screen) Non mi bagnerai più,<br />

maledetta pianta, sei stata fregata dagli elementi della<br />

natura.<br />

Antonio suona il campanello, la porta si apre, appare<br />

<strong>Elisabetta</strong> con un magnifico vestito a fantasia arancione e<br />

nero. Antonio entra in casa, fissandola pieno <strong>di</strong> passione,<br />

poi le porge le rose.<br />

ANTONIO: - Per te amore, non puoi sapere quanto mi sei mancata.<br />

91


ELISABETTA: - (prende le rose, le annusa) Sono bellissime, grazie.<br />

Antonio la prende e la bacia pieno <strong>di</strong> passione.<br />

ANTONIO: - (la lascia) Ma tesoro, che cosa c’è? Ti sento fredda e<br />

lontana!<br />

<strong>Elisabetta</strong> non risponde, gli gira le spalle, va in cucina, lui la<br />

segue, lei prende un vaso da uno scaffale, lo riempie<br />

d’acqua ci mette le rose e lo posa sul tavolo.<br />

ELISABETTA: - Perché mi hai nascosto che eri sposato?<br />

ANTONIO: - (serio) Dai tuoi <strong>di</strong>scorsi ho capito subito che non<br />

avresti mai accettato compromessi con un uomo sposato.<br />

ELISABETTA: - (sbraita) Hai ragione, per me tu sei un uomo<br />

sposato, quin<strong>di</strong> se hai deciso <strong>di</strong> separarti, sono affari tuoi,<br />

non voglio essere io la causa, torna da tua moglie, con me<br />

è finita.<br />

ANTONIO: - (nervoso) Insomma non mi cre<strong>di</strong>? Ma non capisci che<br />

il nostro matrimonio è fallito oramai, e non per colpa mia?<br />

ELISABETTA: - (sospira) Probabilmente sei sincero, però tua<br />

moglie vive ancora con te, questo in<strong>di</strong>ca che c’è ancora un<br />

legame tra <strong>di</strong> voi, io sono dell’idea che un matrimonio si<br />

debba tentare <strong>di</strong> salvarlo.<br />

ANTONIO: - (arrabbiato) Noi non abbiamo figli, e poi non ci<br />

amiamo più.<br />

ELISABETTA: - (addolorata) Scusami Antonio, la mia pace deriva<br />

dalla mia voce interiore che mette gli altri prima <strong>di</strong> me,<br />

quin<strong>di</strong> vattene, non puoi spingermi ad incrinare il mio<br />

equilibrio con azioni poco chiare.<br />

<strong>Elisabetta</strong> s’avvia alla porta, Antonio la segue.<br />

ANTONIO: - Possibile che tu non abbia capito che ti voglio bene?<br />

Ma non è finita qui, te lo <strong>di</strong>mostrerò!<br />

ELISABETTA: - (aprendo la porta) Grazie per le rose, buona notte!<br />

92


Chiude la porta e addolorata lo guarda uscire a testa bassa<br />

dal giar<strong>di</strong>no.<br />

73. Lugo. Mattino. <strong>Verso</strong> mezzogiorno. Esterno. Sotto la Loggia<br />

del Pavaglione.<br />

È una giornata invernale, un pallido sole illumina la piazza<br />

del Pavaglione, una frotta <strong>di</strong> passeri vola nella piazza<br />

cinguettando, si posa, poi fugge nel cielo contro il sole.<br />

Mauro è elegantemente vestito, cammina nervoso avanti e<br />

in<strong>di</strong>etro sotto la Loggia del Pavaglione, poi si ferma e<br />

guarda l’orologio. Sente dei rumori <strong>di</strong> tacchi <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui,<br />

si gira e vede Viola che gli va incontro sfoggiando un<br />

lungo cappotto rosso, con un vestito nero sotto.<br />

VIOLA: - (sorridendo) Scusami caro, sono in ritardo!<br />

Mauro non nasconde il suo <strong>di</strong>sappunto, la prende e la<br />

stringe a sé con un moto <strong>di</strong> rabbia e la bacia sulle labbra<br />

con furore.<br />

MAURO: - Sei bellissima, ma in ritardo!<br />

VIOLA: - sbraita) Non mi far contare le volte che ho dovuto<br />

aspettare io, e i bidoni che mi hai fatto, ingrato!<br />

MAURO: - (cambiando tono ) Dove an<strong>di</strong>amo a pranzo, tesoro?<br />

Viola lo prende sottobraccio e si allontanano verso l’uscita<br />

della loggia.<br />

VIOLA: - Conosco un bel ristorantino, è caro, ma un miliardario<br />

come te se lo può permettere.<br />

MAURO: - (brontola) Ma petite, che cos’hai? non ti riconosco più!<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> Mauro stupito.<br />

74 Interno. Ristorante.<br />

93


Il ristorante è lussuoso, Viola e Mauro sono seduti al tavolo<br />

e stanno assaporando un risotto <strong>di</strong> pesce.<br />

VIOLA: - Si può sapere dove ti sei messo in tutti questi mesi?<br />

MAURO: - Lo sai che sono pieno <strong>di</strong> impegni e d’affari.<br />

VIOLA: - (seria) Ma che impegni può avere mai un gigolo come te,<br />

se non saltare da una vecchietta all’altra per spillarle il<br />

denaro!? Altro che agente segreto!<br />

Mauro che sta mangiando si blocca sbigottito, poi si<br />

riprende.<br />

MAURO: - (impassibile) Tu puoi pensare a quello che vuoi, in<br />

fondo se non cre<strong>di</strong> che io sia un agente segreto, a me sta<br />

meglio.<br />

VIOLA: - (grida) Che faccia tosta, smettila <strong>di</strong> raccontarmi queste<br />

assurde storie da romanzo, altrimenti me ne vado.<br />

MAURO: - (beve del vino) Insomma Viola, sono stato all’hotel<br />

Europa a Cortina per lungo tempo.<br />

VIOLA: - Sicuro, con la vecchia <strong>di</strong> lusso!<br />

MAURO: - (sorridendo) Ma tu ciccia, come stai a denaro?<br />

VIOLA: - (seria) Avevo ere<strong>di</strong>tato circa cinquecento milioni, ma<br />

purtroppo sono rimasta al verde, li ho persi d’un colpo<br />

solo col crollo della borsa <strong>di</strong> New York, anzi, paperone<br />

mio, che ne <strong>di</strong>resti <strong>di</strong> prestarmene un centinaio?<br />

Mauro la fissa imbarazzato, poi gli scoppia il singhiozzo e va<br />

sull’affogarsi. Viola si alza e gli da due colpi sulla schiena.<br />

VIOLA: - Ma caro, t’affoghi per così poco?<br />

Mauro si sente in trappola allora cambia <strong>di</strong>scorso.<br />

MAURO: - Spiegami, è vero che <strong>Elisabetta</strong> ha lasciato Antonio,<br />

dopo aver scoperto che era sposato?<br />

VIOLA: - Si, il loro era amore vero!<br />

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MAURO: - (sghignazza) Sì figurati, comunque datemi retta, se voi<br />

due volete un uomo libero presentatevi davanti all’asilo,<br />

forse avrete qualche possibilità.<br />

VIOLA: - Ecco un altro dei tuoi “pregi”, sei anche un deficiente.<br />

Chiude su primo piano dei due mentre Viola scoppia a<br />

ridere.<br />

75. Secondo giorno <strong>di</strong> marzo. Giorno. Interno stanza da letto <strong>di</strong><br />

<strong>Elisabetta</strong>.<br />

Viola è seduta sulla se<strong>di</strong>a indonesiana <strong>di</strong> vimini, indossa un<br />

lungo vestito blu con fiori bianchi, osserva la grossa<br />

valigia aperta e quasi piena sul letto. <strong>Elisabetta</strong> con un<br />

vestito lungo a <strong>di</strong>segni vivaci, sta rovistando nell’arma<strong>di</strong>o.<br />

VIOLA: - (addolorata) Domani t’imbarchi sulla nave Ausonia per<br />

otto mesi, ma ti ren<strong>di</strong> conto quanto tempo dovrò restare<br />

sola a combattere coi vitelloni della riviera?<br />

ELISABETTA: - (mentre mette un maglione dentro la valigia)<br />

Pensavo che un vitellone della stazza <strong>di</strong> Mauro ti fosse<br />

bastato! Comunque puoi sempre scegliere <strong>di</strong> liberartene<br />

VIOLA: - (ridendo) Certo, ma non è finita, adesso la faccio io la<br />

“vitellona” con Mauro.<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Auguri! Ma stacci attenta, Mauro è una<br />

vecchia puttana, e poi tu lo ami ancora.<br />

VIOLA: - (riflettendo) Non ne sono poi così sicura, comunque ho<br />

saputo che va spesso a caccia all’Embassy, una <strong>di</strong> queste<br />

sere lo vado a stanare, lo faccio sbavare per tutta la notte<br />

e lo lascio a secco.<br />

<strong>Elisabetta</strong> prende alcuni vestiti dall’arma<strong>di</strong>o, li mette sul<br />

letto.<br />

ELISABETTA: - (sghignazzando) Ho paura che finirai in estasi tra le<br />

sue bave, che ne <strong>di</strong>ci?<br />

VIOLA: - Hai ragione, purtroppo potrebbe succedere.<br />

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ELISABETTA: - (ridendo) Altrimenti che vitellona saresti?<br />

VIOLA: - Già hai ragione, se voglio fare la vitellona, devo saltargli<br />

addosso io!<br />

Chiude, mentre le due amiche scoppiano a ridere <strong>di</strong>vertite.<br />

Dissolvenza incrociata a simulare il passare del tempo.<br />

76. Alcuni mesi dopo. Notte. Esterno. Nave in navigazione.<br />

Una nave illuminata naviga nella notte sotto i raggi<br />

argentati della luna, in un mare liscio come l’olio.<br />

77. Sogno. Interno cabina <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

Nella cabina c’è una scrivania con sopra l’abat – jour<br />

acceso, appeso alla paratia c’è un quadro con un tramonto<br />

sul mare, <strong>di</strong> fronte un arma<strong>di</strong>o. <strong>Elisabetta</strong> dorme, indossa<br />

una camicia da notte rosa. Il copriletto è blu come la<br />

tenda dell’oblò, lei ha un sussulto, poi si gira e sogna: una<br />

sera fredda e scura d’autunno, gli alberi sono nu<strong>di</strong>, il volto<br />

triste e scarno <strong>di</strong> Primo vola qua e là fra gli alberi senza<br />

foglie, poi si ferma, all’improvviso, tra i rami <strong>di</strong> un albero<br />

che dondola e poi cade a terra reciso alla base, portandosi<br />

<strong>di</strong>etro il volto <strong>di</strong> Primo che sparisce tra le foglie e nel<br />

terreno. <strong>Elisabetta</strong> si sveglia all’improvviso, si siede sul<br />

letto.<br />

ELISABETTA: - (angosciata) Oh mio Dio, papà!<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che riflette addolorata,<br />

mentre una lacrima le scende dal volto.<br />

78. Mese <strong>di</strong> giugno. Notte. Interno stanza da letto <strong>di</strong> Viola.<br />

Viola è nella sua stanza da letto, indossa un accappatoio<br />

giallo e si sta asciugando i capelli con un asciugamano<br />

bianco, poi se lo mette a turbante, si guarda allo specchio.<br />

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VIOLA: - ( voce fuori campo) Quell’animale <strong>di</strong> Mauro non si è più<br />

fatto vivo, ma stasera lo scovo io a Rimini, al dancing<br />

Embassy.<br />

Viola si strappa l’asciugamano dalla testa e nervosa lo<br />

sbatte sul letto.<br />

VIOLA: - (grida) Quell’imbecille, gli darò una lezione se lo becco,<br />

adesso che voglio <strong>di</strong>vertirmi io, lui sparisce.<br />

79. Notte. Rimini. Esterno. Viale davanti all’Embassy.<br />

Viola indossa un elegante vestito nero con rose rosse,<br />

cammina sul viale che porta all’Embassy, quando vede<br />

Antonio, che esibisce una sfarzosa camicia a fiori<br />

arancioni e bianchi con sfumature nere come i pantaloni.<br />

Antonio sta osservando le belle donne che gli passano<br />

davanti e, come vede Viola, le va incontro sorridendo e la<br />

bacia su una guancia.<br />

VIOLA: - Sai, <strong>Elisabetta</strong> è partita da alcuni mesi, mi ha appena<br />

scritto dalla Tunisia.<br />

Interessato, Antonio prende fuori dal taschino della camicia<br />

il suo biglietto da visita e glielo allunga.<br />

ANTONIO: - Mandami il suo in<strong>di</strong>rizzo, mi sono appena comprato<br />

una barca e potrei andarla a trovare.<br />

VIOLA: - (eccitata) Accidenti, una barca, non mi <strong>di</strong>re che anche tu<br />

ti sei messo ad ere<strong>di</strong>tare dalle tue amanti decrepite!<br />

ANTONIO: - (sorridendo) Già, sono fortunato, me ne sono morte<br />

una dozzina in un colpo solo!<br />

Viola scoppia a ridere.<br />

ANTONIO: - Scommetto che stai cercando Mauro, vero?<br />

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VIOLA: - (sghignazza) Indovinato!<br />

ANTONIO: - (serio) Viola, lascialo perdere, tu meriti <strong>di</strong> meglio e<br />

poi lui frequenta solo donne ricche da spennare, tu lo sai.<br />

VIOLA: - ( sorridendo) Non ti preoccupare, lo spennerò come fa<br />

lui con le sue vittime. Ciao!<br />

ANTONIO: - Non sai con chi hai a che fare, Mauro è astuto come<br />

una volpe.<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> Viola pensierosa.<br />

80. Notte. Interno Dancing Embassy.<br />

Interno Embassy: un grande giar<strong>di</strong>no, pieno <strong>di</strong> alberi e<br />

aiuole <strong>di</strong> fiori con pista circolare circondata da tavolini e<br />

se<strong>di</strong>e, coperta da una tettoia piena <strong>di</strong> luci colorate che si<br />

alternano a tempo <strong>di</strong> musica, palco con complesso, un bar<br />

sotto un'altra tettoia. Viola entra nel locale, sulla pista la<br />

gente balla al ritmo d’una musica anni sessanta, tutto<br />

intorno gruppi <strong>di</strong> persone <strong>di</strong>scorrono spensierati, lei si<br />

guarda intorno.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Già, l’Embassy è il famoso<br />

dancing dove sono avvenute le più straor<strong>di</strong>narie storie dei<br />

vitelloni romagnoli Flliniani. A qei tempi Fred Buscaglione<br />

cantava all’Embassy, infatti una delle sue canzoni più<br />

famose è nata proprio all’interno dell’Embassy.<br />

VIOLA: - (canticchia sotto voce) E spara, e spara! E pensare che<br />

eri piccola, piccola …così!<br />

80 bis. Viola sogna ad occhi aperti: si vede <strong>di</strong> fronte a Mauro,<br />

mentre gli punta in faccia una pistola ad acqua, piena <strong>di</strong><br />

succo <strong>di</strong> pomodoro.<br />

MAURO: - (grida) E spara, e spara!!<br />

Viola spara e gli inzuppa il muso <strong>di</strong> pomodoro, furibondo<br />

Mauro si <strong>di</strong>batte nel tentativo <strong>di</strong> pulirsi il viso.<br />

98


VIOLA: - (sghignazza) E pensare che eri piccolo, piccolo… così!!.<br />

La visione scompare, Viola sorride <strong>di</strong>vertita, poi riflette un<br />

attimo.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo) Se solo avessi il coraggio <strong>di</strong> farlo!<br />

Continua a girare nella sala e intorno alla pista, quando ha<br />

un sussulto nel vedere Mauro che balla stringendo una<br />

vecchia racchia dai lunghi capelli bion<strong>di</strong> ossigenati che lo<br />

fissa sdolcinata negli occhi. Viola arrabbiata si siede ad un<br />

tavolino poco lontano dalla pista e fissa la coppia nervosa.<br />

I lenti finiscono e Mauro va a sedersi con la dama ad un<br />

tavolo poco lontano da Viola.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo) Non credo resisterai a lungo, primo o<br />

dopo verrai a salutarmi.<br />

81. Notte. Interno Embassy, un’ora dopo.<br />

Viola sta bevendo un cocktail alla frutta, è un po’ annoiata,<br />

quando vede Mauro che le va incontro sorridendo.<br />

MAURO: - Ciao ciccia, come hai fatto a scovarmi?<br />

VIOLA: - (offesa) Sei un presuntuoso, sono qui per qualcun altro,<br />

ma per il momento mi puoi andar bene anche tu.<br />

MAURO: - (le si siede accanto ) Ma cosa <strong>di</strong>ci ma petite, tu ami solo<br />

me!<br />

Viola volge lo sguardo verso la donna con cui ha ballato<br />

Mauro, che in quel momento li sta guardando nervosa.<br />

VIOLA: - (sbraita) Figurati, vedo una vecchietta con la bava alla<br />

bocca che ti sta aspettando impaziente, ti prego corri da<br />

99


lei, prima che ti rinfacci che le costi troppo per il servizio<br />

che le dai.<br />

MAURO: - (scatta in pie<strong>di</strong> per andarsene, poi sbraita) Smettila <strong>di</strong><br />

farmi girare le palle come due reattori a propulsione.<br />

VIOLA: - (scatta in pie<strong>di</strong>, lo prende per mano) An<strong>di</strong>amo pure a<br />

ballare, caro, ho voglia <strong>di</strong> limonare!<br />

Mauro la segue nella pista, Viola gli butta le mani al collo e<br />

lui comincia a palparla.<br />

VIOLA: - (sussurra) Dio Santo, che bomba atomica che sei, perché<br />

non an<strong>di</strong>amo a fare un viaggio insieme?<br />

MAURO: - (eccitato) Cara, ho troppi impegni, non ho tempo, però<br />

se vuoi ti farò fare un viaggio nell’oblio dei sensi, e<br />

t’assicuro che ti rimarrò impresso per tutta la vita.<br />

La donna <strong>di</strong> Mauro li sta osservando furiosa, Viola le sorride<br />

sarcastica.<br />

VIOLA: - Impegni o non impegni, se vuoi venire a letto con me,<br />

questa volta fai come voglio io, altrimenti non mi vedrai<br />

mai più.<br />

Mauro la fissa senza parole, intanto Viola vede la donna<br />

bionda seduta al tavolino che continua ad osservarli in<br />

pena, lo stringe ancora più forte e lo bacia con furore,<br />

mentre la donna sobbalza sulla se<strong>di</strong>a nervosa e si gira<br />

dall’altra parte. I lenti finiscono, i due tornano al tavolino.<br />

MAURO: - Cara, vado un attimo in bagno.<br />

Viola non risponde e lo guarda allontanarsi fra la gente, poi<br />

si gira a guardare la donna bionda che si alza <strong>di</strong> scatto e<br />

segue Mauro. Viola li pe<strong>di</strong>na <strong>di</strong> nascosto e vede la donna<br />

raggiungere Mauro, lo ferma, poi gli grida qualcosa che si<br />

perde tra le note della musica, mentre la gente si gira ad<br />

osservare la scena curiosa; furiosa la donna lo<br />

schiaffeggia, poi gli gira le spalle e se ne va verso l’uscita<br />

del locale. Intanto Mauro imbarazzato sotto lo sguardo <strong>di</strong><br />

tutti va nascondersi in bagno.<br />

100


VIOLA: - (voce fuori campo) Mio Dio, come mi <strong>di</strong>spiace, si è<br />

giocato l’ere<strong>di</strong>tà della vecchietta.<br />

82. Primi giorni <strong>di</strong> giugno. Pomeriggio. Barcellona. Esterno.<br />

Ramblas.<br />

È un pomeriggio <strong>di</strong> sole, <strong>Elisabetta</strong> sta camminando lungo la<br />

Ramblas, fra la gente che si ferma a guardare e a<br />

contrattare oggetti nelle varie bancarelle. La Ramblas è<br />

un viale costeggiato da alberi nel centro <strong>di</strong> Barcellona,<br />

dove le chiromanti leggono i tarocchi, i cantanti <strong>di</strong> strada<br />

si esibiscono, gli artigiani e gli artisti danno vita ad un<br />

mercatino pieno <strong>di</strong> oggetti originali. Camminando nel<br />

mercatino è attratta da una esile signora con un bel viso<br />

tipicamente francese, occhi neri e profon<strong>di</strong>, capelli castani<br />

e ricci, che indossa un magnifico vestito in<strong>di</strong>ano dai colori<br />

blu scuro e rosa, rifinito in oro. La chiromante è seduta<br />

sotto l’ombra <strong>di</strong> un albero, stende i tarocchi sul tavolino <strong>di</strong><br />

fronte a sé in attesa <strong>di</strong> clienti. <strong>Elisabetta</strong> continua ad<br />

osservare quella donna piena <strong>di</strong> mistero.<br />

CHIROMANTE: - (curiosa) Sei italiana, vero?<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Si, e tu francese.<br />

Le due donne si sorridono felici.<br />

CHIROMANTE: - Sie<strong>di</strong>ti, ti faccio un giro <strong>di</strong> carte gratis, così<br />

attireremo l’attenzione <strong>di</strong> qualcuno!<br />

<strong>Elisabetta</strong> si siede, la donna raccoglie i tarocchi . li mescola l<br />

velocemente, poi le fa alzare ad <strong>Elisabetta</strong>, infine le<br />

stende. Alcuni turisti si fermano ad osservare curiosi. La<br />

chiromante incomincia a girare le carte.<br />

CHIROMANTE: - Sei una donna molto stimata sul lavoro per la tua<br />

professionalità, viaggi molto e continuerai ancora a lungo<br />

per ragioni <strong>di</strong> lavoro. Tu hai dei momenti <strong>di</strong> spossatezza<br />

improvvisi; se non ti curi, avrai dei problemi seri. Vedo un<br />

101


amore già incominciato che a fine settembre <strong>di</strong>venterà più<br />

importante, ma non so se durerà…..<br />

<strong>Elisabetta</strong> annuisce sorpresa, i turisti continuano ad<br />

ascoltare interessati la chiromante.<br />

CHIROMANTE: - (seria) Purtroppo vedo che a metà settembre<br />

morirà una persona a te vicina, che ti lascerà una<br />

sostanziosa ere<strong>di</strong>tà….<br />

ELISABETTA: - (preoccupata) Nessuno potrà lasciarmi un’ere<strong>di</strong>tà!<br />

CHIROMANTE: - Mi <strong>di</strong>spiace, ma questo è quello che leggo nelle<br />

carte.<br />

ELISABETTA: - (riflette un attimo) Oh, mio Dio, l’unica persona che<br />

può lasciarmi un’ere<strong>di</strong>tà è mio padre, e poi, ora che<br />

ricordo, ho fatto un sogno che conferma ciò che mi <strong>di</strong>ci.<br />

<strong>Elisabetta</strong> si alza in pie<strong>di</strong> sotto lo sguardo triste dei turisti,<br />

posa del denaro sul tavolino.<br />

CHIROMANTE: - (seria ) No, non voglio che mi paghi, ripren<strong>di</strong>lo!<br />

ELISABETTA: - (angosciata) Tienilo, ti prego! Buona fortuna!<br />

Chiude, mentre un turista si siede al tavolo della chiromante<br />

ed <strong>Elisabetta</strong> s’allontana lungo la Ramblas nel mercatino.<br />

83. Barcellona. Esterno. Tempio della Sagrada Famiglia.<br />

<strong>Elisabetta</strong> raggiunge il tempio della Sagrada Famiglia, entra<br />

nei giar<strong>di</strong>netti <strong>di</strong> fronte e si ferma ad osservare il tempio,<br />

poi vede un telefono poco lontano, lo raggiunge, inserisce<br />

delle pesetas, <strong>di</strong>gita un numero<br />

ELISABETTA: - Pronto, sei tu, Viola?<br />

VIOLA: - Ciao <strong>Elisabetta</strong>, ho incontrato Antonio l’altra sera, vuole<br />

il tuo in<strong>di</strong>rizzo, glielo devo dare?<br />

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ELISABETTA: - (sospira) Ma perché dovresti dare il mio in<strong>di</strong>rizzo a<br />

quel volgare artigiano dell’amore? Per me è l’uomo<br />

sposato <strong>di</strong> sempre.<br />

VIOLA: - Ti sento stanca, che cos’hai?<br />

ELISABETTA: - Ti confesso che sono sconvolta,, ho fatto un brutto<br />

sogno che riguarda mio padre e, guarda caso, oggi una<br />

chiromante mi ha confermato ciò che temevo…….<br />

VIOLA: - <strong>Elisabetta</strong>, non ti riconosco più, hai sempre affermato<br />

che la maggior parte dei chiromanti sono dei ciarlatani,<br />

perché i veggenti sono rari.<br />

ELISABETTA: - Non ho cambiato opinione, comunque ti scriverò<br />

una lettera dove ti spiegherò tutto.<br />

VIOLA: - (eccitata) <strong>Elisabetta</strong>, martedì vado a Bologna con Mauro!<br />

ELISABETTA: - Continua pure a fargli vedere i sorci ver<strong>di</strong> e<br />

<strong>di</strong>vertiti; sto finendo le pesetas, ti devo salutare, un<br />

abbraccio dalla Spagna.<br />

<strong>Elisabetta</strong> mette giù la cornetta e si gira pensierosa ad<br />

ammirare la Sagrada Famiglia.<br />

Chiude, panoramica della Sagrada Famiglia.<br />

84. Mattino. Faenza. Esterno. Imbocco dell’autostrada per<br />

Bologna. Interno auto.<br />

È un mattino soleggiato, Mauro è a bordo della sua auto,<br />

ferma in un piazzale vicino all’entrata dell’autostrada per<br />

Bologna, è impaziente, si gira e fissa il finestrino<br />

posteriore della vettura, che è crepato e guarda l’orologio,<br />

poi vede l’auto <strong>di</strong> Viola che gli va incontro a tutto gas,<br />

frena <strong>di</strong> colpo, alzando un gran polverone, costeggia la<br />

sua auto. Viola gli sorride, mentre lui tossisce per la<br />

polvere che sta entrando dai finestrini, parcheggia e poi le<br />

va incontro (ha in mano un quoti<strong>di</strong>ano), va per baciarlo<br />

sulla guancia dal finestrino aperto.<br />

MAURO: - (sbraita) Avanti, sali che ho fretta! Stamattina sono<br />

girato male, mi hanno spaccato il vetro della macchina,<br />

devo andare a Bologna all’Alfa Romeo a cambiarlo.<br />

103


Viola ha appena il tempo <strong>di</strong> saltare in macchina, che Mauro<br />

parte a tutto gas con lo sportello aperto facendo fischiare<br />

le ruote e alzare una nuvola <strong>di</strong> polvere che entra dai<br />

finestrini.<br />

VIOLA: - (chiudendo lo sportello ) Ma chi hai <strong>di</strong>etro, i predatori<br />

dell'arca perduta?<br />

MAURO: - (nervoso) Ti ho detto che ho fretta.<br />

Viola apre il giornale e si mette a leggere.<br />

MAURO: - (sbotta) Chiu<strong>di</strong> quel giornale, in mia presenza non si<br />

legge!<br />

VIOLA: - (furiosa) Senti, <strong>di</strong>ttatore del cavolo, non è il caso che tu<br />

mi costringa a darti una strizzata <strong>di</strong> coglioni; guida e<br />

rompi poco.<br />

Mauro infuriato frena <strong>di</strong> colpo e si ferma sul ciglio della<br />

strada.<br />

VIOLA: - (preoccupata) Santo cielo, cosa mi fai adesso?<br />

Mauro gli butta la mani addosso, la fissa arrabbiato e la<br />

bacia violentemente, poi la lascia andare <strong>di</strong> colpo.<br />

MAURO: - Ciccia, quando mi fai arrabbiare, ho <strong>di</strong>speratamente<br />

bisogno <strong>di</strong> te, ti desidero da morire, saltami addosso!<br />

VIOLA: - (preoccupata) Sei impazzito, rischiamo la galera per atti<br />

osceni in luogo pubblico. Spegni il motore bollente che hai<br />

dentro e accen<strong>di</strong> l’altro, che ce ne an<strong>di</strong>amo.<br />

MAURO: - (riparte) Ciccia, sei cattiva, hai <strong>di</strong>strutto un momento<br />

d’ispirazione profonda!<br />

Viola gli si avvicina e gli mor<strong>di</strong>cchia un orecchio.<br />

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VIOLA: - Tesoro, ve<strong>di</strong> <strong>di</strong> farti venire l’ispirazione nei luoghi e nei<br />

momenti giusti.<br />

MAURO: - (eccitato ) Cosa sei <strong>di</strong>ventata una topa adesso, mi<br />

rosicchi l’orecchio?<br />

VIOLA: - Mio caro, ti morderò tutto, stasera tornerai a casa che<br />

sarai viola dai livi<strong>di</strong>.<br />

Mauro eccitato si innervosisce e spinge l’auto a tutto gas e<br />

sorpassa alcune auto da destra a sinistra, Viola spalanca<br />

gli occhi terrorizzata.<br />

VIOLA: - Calmati Mauro, quando ti ecciti sei pericoloso, non voglio<br />

finire all’obitorio.<br />

Chiude su panoramica dell'auto che in un baleno sparisce<br />

all'orizzonte.<br />

85. Concessionaria Alfa Romeo. Mattino. Esterno.<br />

L’auto <strong>di</strong> Mauro entra nel piazzale a tutto gas, poi frena<br />

facendo fischiare le ruote. L’addetto alla concessionaria,<br />

un uomo me<strong>di</strong>o alto, capelli e occhi scuri, guarda la<br />

manovra stupito<br />

L'UOMO: - Ma chi è quello spostato?<br />

Intanto Viola salta fuori dall’auto tutta sudata, tira un<br />

sospiro, poi estrae un fazzoletto dalla borsa e si asciuga la<br />

fronte.<br />

VIOLA: - (brontolando) Grazie a Dio sono arrivata con tutte le mie<br />

penne!.<br />

L'UOMO: - (ridendo) Già, dovevo immaginarlo che si trattava <strong>di</strong><br />

Mauro.<br />

VIOLA: - (brontola) Quel selvaggio mi ha fatto morire dalla paura;<br />

se tutti guidassero come lui, le strade <strong>di</strong>venterebbero un<br />

macello.<br />

105


L'UOMO: - (<strong>di</strong>vertito) Ma cosa gli fai a queste donne?<br />

MAURO: - (orgoglioso ) Le faccio godere ai duecento all’ora.<br />

VIOLA: - (seria) Si figuri, è un Superman!<br />

L'UOMO: - Prendete la mia vecchia A uno e andate a farvi un giro;<br />

quando tornate l’auto è pronta.<br />

Mauro guarda la vecchia auto deluso.<br />

MAURO: - Grazie, a più tar<strong>di</strong>.<br />

I due salgono a bordo, Mauro mette in moto, l’auto fa alcuni<br />

scoppi e poi parte rombando come un trattore.<br />

Chiude mentre l’uomo li osserva <strong>di</strong>vertito.<br />

86. Ore un<strong>di</strong>ci. Interno bar <strong>di</strong> un lussuoso hotel con giar<strong>di</strong>no e<br />

piscina.<br />

Su una collina nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Bologna si erge un lussuoso<br />

hotel con giar<strong>di</strong>no e piscina. Viola e Mauro sono seduti al<br />

bar e stanno bevendo un drink, quando lui la fissa<br />

eccitato.<br />

MAURO: - (a voce alta) Tesoro, prendo una stanza così potrai<br />

rosicchiarmi tutto!<br />

Viola sobbalza sulla se<strong>di</strong>a, agitata, poi si guarda attorno e<br />

vede una coppia d’anziani in pie<strong>di</strong> al bar che li osservano<br />

scandalizzati.<br />

I DUE ANZIANI: - Che vergogna!<br />

Poi la signora prende a braccetto il compagno, girano loro le<br />

spalle e se ne vanno.<br />

106


VIOLA: - (piena <strong>di</strong> vergogna) Stammi a sentire, io alle un<strong>di</strong>ci del<br />

mattino non la prenoterei una stanza, tutti capiranno che<br />

a quest’ora non si va <strong>di</strong> certo a dormire.<br />

MAURO: - (seccato) E chi vuole dormire, voglio farti la donna più<br />

felice <strong>di</strong> questa terra.<br />

Viola seccata si alza e va in giar<strong>di</strong>no, Mauro la raggiunge<br />

ma lei corre via, lui la prende per un braccio.<br />

VIOLA: - Smettila, altrimenti pensano che sei un violentatore e<br />

non si sbagliano.<br />

Viola si <strong>di</strong>batte e inciampa cadendo a terra sul prato, Mauro<br />

le salta addosso e la bacia con trasporto.<br />

MAURO: - (a voce alta) Ti confesso che mi sconvolgono le donne<br />

che mi vogliono scappare dalle mani, per questo<br />

ultimamente mi fai tanto eccitare.<br />

Si odono dei rumori <strong>di</strong> passi, Viola e Mauro alzano lo<br />

sguardo e vedono la coppia <strong>di</strong> anziani che li stanno<br />

osservando pietrificati.<br />

IL VECCHIO: - Ancora loro!<br />

Viola scivola via da sotto il corpo <strong>di</strong> Mauro, poi si alza in<br />

pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> scatto.<br />

VIOLA: - Mi scandalizzi anche i vecchietti adesso, an<strong>di</strong>amo via<br />

prima che perda la pazienza.<br />

Chiude con Mauro steso sul prato che sorride, mentre la<br />

coppia gli passa accanto fissandolo scandalizzata.<br />

87. Pomeriggio soleggiato. Casa <strong>di</strong> Viola, interno. Stanza da<br />

letto.<br />

107


Nella stanza da letto, la finestra è aperta, un leggero vento<br />

fa volare le tende, fuori splende il sole. Viola entra nella<br />

stanza, indossa un vestito lungo a fiori colorati, ha in<br />

mano una lettera, si butta a sedere sul letto, poi si alza,<br />

prende un tagliacarte dal comò, apre la lettera, ritorna a<br />

sedersi sul letto.<br />

Si ode la voce fuori campo <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> sopra le immagini<br />

della scena che segue 87 Bis.<br />

ELISABETTA: - Cara Viola, ti sto scrivendo questa lettera dalla<br />

Tunisia, sono in cabina e guardo fuori dall’oblò il deserto<br />

che si allunga al dì là del canale che ci circonda. Tunisi si<br />

trova a circa quin<strong>di</strong>ci chilometri da qui, ed non ho voglia <strong>di</strong><br />

combattere con i soliti tassisti, che cercano <strong>di</strong> derubarti<br />

nel prezzo, quin<strong>di</strong> per oggi farò a meno <strong>di</strong> andare in città a<br />

passeggiare nella casbah. Sento il desiderio <strong>di</strong> starmene<br />

nella mia cabina a scriverti. Non ti nascondo che a volte<br />

vorrei essere sola tra i beduini del deserto, gente semplice<br />

e povera, che vive una vita a contatto con la natura<br />

selvaggia Venti giorni fa, quando ho sognato l’albero che<br />

cadeva insieme al volto <strong>di</strong> papà, ho intuito<br />

imme<strong>di</strong>atamente che rappresentava l'albero della vita e,<br />

una volta reciso, la morte. Credo che l’autunno nel sogno<br />

significhi il periodo in cui avverrà la scomparsa <strong>di</strong> papà e<br />

anche la fase della vita in cui si trova, a 64 anni, ecco<br />

perché sono stata colpita da quello che mi ha detto la<br />

chiromante che ho incontrato nella Ramblas a Barcellona.<br />

Ad ogni modo mi ritengo fortunata, perché credo fermamente<br />

nell’esistenza dell’anima, quin<strong>di</strong> tutto mi è più<br />

sopportabile. Comunque ho invitato i miei genitori e mia<br />

sorella Rossana a fare una crociera per il 27 giugno.<br />

Nonostante questi sogni e queste previsioni poco<br />

gradevoli, io sto bene, come spero <strong>di</strong> te. Un abbraccio dal<br />

deserto <strong>di</strong> Tunisi, la tua amica beduina <strong>Elisabetta</strong>.<br />

87 Bis. Cabina. Deserto. Capanne con beduini e cammelli.<br />

Panoramica <strong>di</strong> Tunisi.<br />

<strong>Elisabetta</strong> osserva dall'oblò la <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> deserto che al <strong>di</strong> là<br />

del canale si allarga a vista d'occhio all'orizzonte sotto un<br />

sole infocato. Riprese <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che contratta con dei<br />

tassisti mentre passeggia pensierosa intorno alle mura <strong>di</strong><br />

Tunisi e nella casbah. Panoramica della città <strong>di</strong> Tunisi.<br />

108


<strong>Elisabetta</strong> stringe le mani ad alcuni beduini, vicino a<br />

capanne e cammelli, in un'oasi, al tramonto.<br />

Di nuovo cammina avanti in<strong>di</strong>etro nella cabina, pensierosa,<br />

mentre ha un flash back del sogno: una sera fredda e<br />

scura d’autunno, gli alberi nu<strong>di</strong>, il volto triste e scarno del<br />

padre vola qua e là fra gli alberi poi si ferma<br />

all’improvviso tra i rami <strong>di</strong> un albero che dondola e cade a<br />

terra reciso alla base, sparendo tra le foglie e nel terreno.<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre una lacrima le<br />

scende dal volto.<br />

VIOLA: - (addolorata) Insomma <strong>Elisabetta</strong>, tu lo sai che io non<br />

credo nei sogni premonitori, perché mi tormenti con<br />

queste sciocchezze?<br />

Viola si alza, va a sedersi al comò davanti allo specchio, si<br />

osserva.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo) Però, adesso che ci penso, pochi<br />

mesi prima che morisse mio nonno, ebbi un sogno che mi<br />

fece capire che lo avrei perso per sempre e, quando morì,<br />

il dolore fu terribile, soprattutto perché mi ritenni<br />

colpevole della sua scomparsa dal momento che l’avevo<br />

sognata prima che accadesse.<br />

Chiude su primo piano del volto <strong>di</strong> Viola che si riflette sullo<br />

specchio, addolorato.<br />

88. Venti giugno. Mattino. Ponte dei Mille, stazione marittima.<br />

Esterno. Interno cabina telefonica.<br />

È una bella giornata <strong>di</strong> sole, <strong>Elisabetta</strong> con un vestito giallo,<br />

raggiunge la stazione marittima, entra in una cabina<br />

telefonica, <strong>di</strong>gita un numero.<br />

LA MADRE: - Pronto!<br />

ELISABETTA: - Allora hai incominciato a preparare le valigie?<br />

109


LA MADRE: - (seria) Guarda, <strong>Elisabetta</strong>, che fino a stamattina tuo<br />

padre <strong>di</strong>ceva che si sentiva stanco, che il viaggio sarebbe<br />

stato troppo pesante per lui, ma poi ha cambiato idea.<br />

ELISABETTA: - (ansiosa) Mi vuoi passare papà?<br />

LA MADRE: - Non c’è, è andato a fare una passeggiata.<br />

<strong>Elisabetta</strong> cerca <strong>di</strong> non emozionarsi per non cambiare il<br />

timbro della voce, che potrebbe insospettire la madre.<br />

ELISABETTA: - Perché non lo accompagni dal dottore?<br />

ROSINA: - (sospirando) Tu lo conosci tuo padre, è inutile<br />

insistere, non vuole andarci.<br />

ELISABETTA: - (angosciata) Va bene mamma, salutamelo e <strong>di</strong>gli<br />

che sabato vi aspetto al portellone della nave con i<br />

biglietti per l’imbarco.<br />

LA MADRE: - (eccitata) Va bene, glielo <strong>di</strong>rò, ciao, a sabato.<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> mentre mette giù la<br />

cornetta e riflette preoccupata.<br />

89. Notte. Interno stanza da letto <strong>di</strong> Viola.<br />

L’abat-our è acceso sul como<strong>di</strong>no, Viola indossa una camicia<br />

da notte celeste, è stesa sul letto.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo) Sono circa venti giorni che non vedo<br />

Mauro, mi sento un pò in colpa per averlo rifiutato<br />

ultimamente, ma anche lui è incre<strong>di</strong>bile, voleva saltarmi<br />

addosso in tutti i posti e mi ha accusata <strong>di</strong> essere una<br />

guastafeste, perché non gliel’ho mollata.<br />

Viola ha un flash back <strong>di</strong> ciò che è accaduto nell’officina<br />

dell’Alfa Romeo al ritorno.<br />

90. Flash back. Giorno. Interno. Officina. Sala d’attesa.<br />

110


Una stanza con tre se<strong>di</strong>e e un tavolino pieno <strong>di</strong> giornali, <strong>di</strong><br />

motori e automobili. Sulla parete un grande poster con<br />

una Ferrari rossa. Entra Viola accompagnata da Mauro che<br />

chiude la porta e focoso l’abbraccia.<br />

MAURO: - Amore, l’auto non è ancora pronta, perché non lo<br />

facciamo qui?<br />

VIOLA: - (sbraita) Sei impazzito, e se entra qualcuno, come la<br />

mettiamo?<br />

MAURO: - (<strong>di</strong>vertito) Beh gli chiederò se ne vuole un po’ anche lui,<br />

vedrai che non <strong>di</strong>rà <strong>di</strong> no.<br />

Chiude il flash back su primo piano dei due, mentre Viola si<br />

stacca dall’abbraccio.<br />

VIOLA: - (ridendo ) Mauro, sei incorreggibile!<br />

Viola sul letto sospira, poi scoppia a ridere.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo): Caro volpone, se l’hai voluta capire,<br />

sull’auto ti ho dato l’ultimo colpo <strong>di</strong> grazia con la canzone<br />

<strong>di</strong> Lucio Dalla.<br />

Viola ha un altro flash back.<br />

91. Flash back. Giorno. Interno auto <strong>di</strong> Mauro.<br />

Mauro conduce a duecento all’ora la sua auto<br />

sull’autostrada che da Bologna porta a Faenza. Viola apre<br />

il cassetto che ha davanti e cerca tra le cassette <strong>di</strong><br />

musica, infine ne trova una <strong>di</strong> Lucio Dalla, quin<strong>di</strong> osserva<br />

Mauro intento nella guida.<br />

VIOLA: - Senti caro, se continuerai ad accelerare, prenderemo il<br />

volo, già così mi sembra <strong>di</strong> essere su un <strong>di</strong>sco volante.<br />

111


Viola inserisce la cassetta, intanto Mauro ride <strong>di</strong>vertito, poi<br />

per tranquillizzarla le prende una mano e gliela stringe.<br />

VIOLA: - ( mentre canta in coro con Lucio Dalla) Poi mi ha detto<br />

poveretto, il tuo sesso dallo al gabinetto…<br />

Mauro si gira e serio fissa Viola, e lei scoppia in una risata.<br />

VIOLA: - ( fissandolo seria) Si il tuo sesso dallo al gabinetto…..<br />

Il flash back finisce. Sul letto Viola sorride sod<strong>di</strong>sfatta.<br />

VIOLA: - (voce fuori campo) Bene, finalmente hai pagato il tuo<br />

debito, porcellino mio.<br />

Chiude, mentre Viola spegne la luce. Dissolvenza incrociata<br />

a simulare il tempo che passa.<br />

92. 27 giugno 1989 . Mattino. Ponte dei Mille. Genova. Esterno.<br />

Nave Ausonia.<br />

Il sole splende sulla m/n Ausonia facendola brillare in tutta<br />

la sua bellezza, nel porto <strong>di</strong> Genova. <strong>Elisabetta</strong>, che<br />

indossa una <strong>di</strong>visa blu con un foulard bianco e blu, con<br />

ancore e eliche in oro, è in pie<strong>di</strong> davanti alla scala<br />

d’imbarco, è nervosa, guarda l’orologio da polso,<br />

impaziente.<br />

IL MARINAIO DI GUARDIA: - Non stare in pena, arriveranno.<br />

<strong>Elisabetta</strong> sorride, poi vede i genitori e la sorella in mezzo a<br />

un gruppo <strong>di</strong> passeggeri, corre loro incontro; quando vede<br />

il padre, ha un sussulto a causa del suo viso gonfio, triste<br />

e stanco.<br />

112


ELISABETTA: - (abbracciandolo) Papà, che hai? sei triste e stanco,<br />

<strong>di</strong>rei che sei ingrassato, ma forse sei solo gonfio.<br />

La madre e la sorella osservano la scena in silenzio.<br />

IL PADRE: - Ah, sto poco bene, se era per me non sarei venuto, tua<br />

madre mi ha rotto per una settimana <strong>di</strong>cendo che, se non<br />

fossi venuto, ti avrei fatto un torto.<br />

<strong>Elisabetta</strong> addolorata fissa gli occhi stanchi e luci<strong>di</strong> del<br />

padre.<br />

ELISABETTA: - Rossana, promettimi che, quando tornerete a casa,<br />

lo farai visitare da uno specialista, vogliamo sapere che<br />

cos’ha.<br />

ROSSANA: - (addolorata) Tu sai che papà è allergico ai me<strong>di</strong>ci,<br />

comunque cercherò <strong>di</strong> convincerlo.<br />

ROSINA: - (preoccupata) Il mese scorso dovevamo stare in<br />

montagna quin<strong>di</strong>ci giorni, purtroppo dopo tre giorni siamo<br />

tornati a casa, perché tuo padre stava male, ma non c’è<br />

stato modo <strong>di</strong> portarlo dal me<strong>di</strong>co.<br />

<strong>Elisabetta</strong> prende a braccetto il padre e si avviano alla nave.<br />

ELISABETTA: - Papà, promettimi che quando tornerai a casa ti farai<br />

accompagnare dal dottore!<br />

IL PADRE: - (riflettendo) Va bene, d’accordo, basta che non me ne<br />

parlate più.<br />

Chiude mentre la famiglia passa davanti al marinaio e sale<br />

su per la scaletta.<br />

93. Panoramica aerea della nave Ausonia che naviga al<br />

tramonto. Esterno nave.<br />

A poppa alcuni passeggeri sono seduti ad un tavolino e<br />

stanno parlando tra <strong>di</strong> loro. Rossana e i genitori sono<br />

113


appoggiati alla ringhiera a godersi il tramonto, il sole è<br />

rosso pallido, il cielo rosa e il mare argentato. La nave a<br />

poppa lascia una lunga scia spumosa, i gabbiani<br />

rincorrono la nave garrendo gioiosi. I tre sono in pie<strong>di</strong><br />

appoggiati alla ringhiera, Primo guarda incantato lo<br />

stupendo tramonto.<br />

PRIMO: - Che incantevole serata, c’è una brezza delicata.<br />

In quel mentre arriva <strong>Elisabetta</strong> in <strong>di</strong>visa.<br />

ELISABETTA: - Incantevole il tramonto, vero?<br />

ROSSANA: - Sembra un mare d’argento! Ma hai finito <strong>di</strong> lavorare?<br />

ELISABETTA: - Non ancora, verrò a cenare con voi, poi devo<br />

ricominciare.<br />

Chiude su panoramica del tramonto e i quattro personaggi.<br />

94. Mattino. La nave è attraccata nel porto <strong>di</strong> Barcellona. Interno<br />

nave Bar.<br />

I genitori sono seduti ad un tavolino al bar, <strong>Elisabetta</strong> e<br />

Rossana sono in pie<strong>di</strong>.<br />

PRIMO: - Io sono stanco, non me la sento <strong>di</strong> venire in escursione.<br />

ELISABETTA: - Ti prego papà, andremo alla corrida e vedrai<br />

Barcellona, fai uno sforzo, senza <strong>di</strong> te non ci <strong>di</strong>vertiremo,<br />

saremo tristi..<br />

Primo sospira pesantemente, poi si alza in pie<strong>di</strong> a<br />

malincuore.<br />

PRIMO: - Avanti, scen<strong>di</strong>amo a terra.<br />

Chiude mentre le tre donne sorridono felici e s’avviano<br />

all’uscita.<br />

114


95. Mattino. Barcellona. Plaza de Toros. Esterno arena.<br />

I quattro salgono per le scale che portano all’interno<br />

dell’arena, Primo si ferma, non ce la fa più a salire, allora<br />

si lascia andare sugli scalini, le tre donne si siedono<br />

accanto a lui addolorate.<br />

96. Plaza de Toros. Interno Arena.<br />

La corrida è incominciata. I quattro sono seduti e guardano<br />

il torero che fa alcune giri intorno al toro, lo incanta e lo<br />

colpisce ferocemente al collo, l’animale ruggisce<br />

spaventosamente, la gente intorno grida eccitata, il<br />

sangue esce come una fontana dalla ferita nel collo<br />

dell’animale, le tre donne sono inorri<strong>di</strong>te.<br />

PRIMO: - (sconvolto) An<strong>di</strong>amo via, non amo questi spettacoli,<br />

sono troppo crudeli.<br />

ELISABETTA: - (brontola) Non riesco a capire cosa ci sia <strong>di</strong> bello<br />

nell’uccidere un povero animale.<br />

Chiude, mentre si alzano e s’avviano all’uscita.<br />

97. Mattino. Barcellona. Esterno. Monumento a Cristoforo<br />

Colombo.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e la sua famiglia attraversano la strada e<br />

raggiungono il monumento a Cristoforo Colombo, le tre<br />

donne guardano estasiate il monumento che punta verso<br />

il cielo azzurro, intanto Primo ne approfitta per sedersi;<br />

quando <strong>Elisabetta</strong> abbassa lo sguardo, vede il padre<br />

seduto e si va a sedere accanto a lui.<br />

ELISABETTA: - Adesso andremo a visitare la caravella <strong>di</strong> Colombo,<br />

poi ti porteremo a bordo a riposare, va bene?<br />

PRIMO: - (serio) Scusatemi ma non ce la faccio a finire<br />

l’escursione.<br />

115


ELISABETTA: - (abbracciandolo) Non fa niente papà!<br />

Rossana e Rosina si guardano preoccupate.<br />

Chiude su inquadratura dei quattro mentre s’avvicinano alla<br />

caravella.<br />

98. Notte. Nave in navigazione.<br />

Sotto un cielo nero trapuntato <strong>di</strong> stelle, la nave brilla piena<br />

<strong>di</strong> luci, mentre naviga sotto i raggi argentati della luna, in<br />

un mare liscio come l’olio.<br />

99. Sogno. Interno nave. Hall. Cabina <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

La hall della nave è deserta, <strong>Elisabetta</strong> la sta attraversando<br />

in compagnia del padre, all’improvviso Primo cade in<br />

ginocchio privo <strong>di</strong> forze, la figlia cerca <strong>di</strong> sollevarlo<br />

gridando angosciata.<br />

ELISABETTA: - (singhiozzando) Papà, alzati, ti prego!<br />

Con uno sforzo <strong>Elisabetta</strong> riesce a sollevare il padre, che<br />

sorride e si fa coraggio…..<br />

<strong>Elisabetta</strong> si sveglia in preda all’angoscia, si siede sul letto<br />

addolorata a riflettere sul sogno.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo) Adesso che ci penso, sto<br />

assumendo del ginseng per prevenire la stanchezza che<br />

mi assale ogni tanto; capisco che potrò risollevare mio<br />

padre come nel sogno, facendogli assumere il ginseng,<br />

che gli darà forza e vigore. Mi rendo conto che è malato,<br />

ma non me la sento <strong>di</strong> raccontare alla mamma quello che<br />

mi ha detto la chiromante e ciò che ho visto in sogno, non<br />

voglio rovinarle la crociera.<br />

116


Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> mentre le scendono<br />

alcune lacrime dal volto.<br />

100. Mattino, attracco della nave nel porto <strong>di</strong> Palma <strong>di</strong> Majorca.<br />

Il sole splende sul mare, l'Ausonia è ferma fuori dal porto, i<br />

rimorchiatori si stanno preparando a trainarla in porto.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e la famiglia sono sul ponte a prua che<br />

guardano la manovra. Mentre i rimorchiatori trainano la<br />

nave i gabbiani volano intorno garrendo. Appare in<br />

lontananza la Cattedrale illuminata dal sole.<br />

ELISABETTA: - Guardate la Cattedrale <strong>di</strong> Palma de Majorca com’è<br />

suggestiva sotto i raggi del sole:<br />

Primo è felice, guarda lo stupendo panorama estasiato.<br />

ELISABETTA: - Mamma, hai dato a papà le pillole <strong>di</strong> ginseng?<br />

ROSINA: - (seria) Certo, prima <strong>di</strong> colazione, come mi hai detto!<br />

ELISABETTA: - Bene, vedrai che oggi non si stancherà tanto come<br />

ieri a Barcellona.<br />

Primo si allontana un attimo.<br />

ROSSANA: - Sono preoccupata, non è normale che papà si stanchi<br />

sempre così.<br />

ELISABETTA: - Sarà una questione <strong>di</strong> DNA, perché anch’io devo<br />

prendere il ginseng, altrimenti mi stanco facilmente.<br />

In quel mentre appare Primo, allora <strong>Elisabetta</strong> fa la<br />

<strong>di</strong>sinvolta.<br />

ELISABETTA: - Come sbarchiamo, partiamo subito per Porto Cristo<br />

e visiteremo le famose grotte del Drago, con concerto sul<br />

lago sotterraneo Martel, che ne <strong>di</strong>te?<br />

ROSSANA: - (eccitata) Riusciremo a vedere gli antichi mulini,<br />

sparsi nelle campagne.?<br />

117


ELISABETTA: - Certo, al ritorno da Porto Cristo.<br />

Chiude su panoramica <strong>di</strong> Palma <strong>di</strong> Majorca dal mare.<br />

101. Esterno nave. Scala <strong>di</strong> sbarco.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e la famiglia scendono felici dalla scaletta tra i<br />

passeggeri.<br />

ELISABETTA: - Venite, il tassì che ho prenotato è là che ci sta<br />

aspettando.<br />

Chiude mentre i quattro partono col tassì.<br />

102. Porto Cristo. Interno Grotte del Drago.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e la famiglia camminano dentro la grotta, Primo<br />

sembra allegro e rilassato, sorpassa alcuni turisti<br />

all’interno della grotta.<br />

ROSINA: - (ridendo) <strong>Elisabetta</strong>, mi pare che il tuo ginseng<br />

funzioni a meraviglia, guarda papà com’è arzillo!<br />

ROSSANA: - (curiosa) Ma quante pillole gli hai dato?<br />

ELISABETTA: - (sorride) Una dose da cavallo!<br />

Rossana e la madre scoppiano a ridere.<br />

Intanto Primo arriva al lago sotterraneo Martel per primo,<br />

c’è una barca con il barcaiolo che attende i turisti da<br />

portare sul lago ad ascoltare il concerto, sale, poi chiama<br />

le sue donne<br />

PRIMO: - Avanti tartarughe, altrimenti me ne vado!<br />

118


Le tre donne scoppiano a ridere felici, lo raggiungono,<br />

salgono nella barca, il barcaiolo comincia a remare e,<br />

mentre si sposta in mezzo al lago, si ode un concerto <strong>di</strong><br />

violini vibrare in tutta la grotta; <strong>Elisabetta</strong>, felice,<br />

abbraccia il padre e lo bacia.<br />

ELISABETTA: - Papà ti voglio sempre così, veloce come Speedy<br />

Gonzales!<br />

Chiude, mentre scoppiano in una risata collettiva.<br />

103. Esterno auto sulla strada che attraversa le campagne coi<br />

mulini. Interno auto.<br />

Il tassì corre lungo campagne piene <strong>di</strong> vegetazione e mulini<br />

bianchi che splendono al sole. Davanti, sul se<strong>di</strong>le accanto<br />

all’autista, c’è Primo.<br />

EISABETTA: - Papà, come ve<strong>di</strong>, <strong>di</strong> mulini ce ne sono tanti, scegli tu<br />

quello che vuoi visitare.<br />

PRIMO: - Ecco, guardate là, ce ne sono due, uno vicino all’altro.<br />

L’autista rallenta e si infila in una stra<strong>di</strong>na stretta, non<br />

asfaltata, il tassì si lascia <strong>di</strong>etro una scia <strong>di</strong> polvere, poi si<br />

ferma in un piccolo cortile, un leggero vento fa girare le<br />

pale dei mulini; <strong>Elisabetta</strong> e la famiglia scendono e fanno<br />

una passeggiata intorno ai mulini.<br />

ROSINA: - Che belli questi mulini, ma sembrano abbandonati<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Ormai con la tecnologia che abbiamo<br />

ai giorni nostri, i mulini a vento non servono più.<br />

Intanto Primo vede una scala <strong>di</strong> ferro a pioli che sale fino a<br />

una finestra aperta vicino al tetto <strong>di</strong> uno dei due mulini, si<br />

avvicina, sale fino alla finestra e guarda dentro.<br />

119


ROSSANA: - (felice) Guardate, papà è tornato nel pieno delle sue<br />

forze.<br />

ELISABETTA: - (gridando) Sii prudente, papà!<br />

PRIMO: - (sorridendo) Per chi mi avete preso, non sono ancora un<br />

vecchio rammollito!.<br />

Primo scende fino a quattro scalini da terra e fa un salto ai<br />

pie<strong>di</strong> del mulino. Le tre donne lo guardano stupite.<br />

ROSINA: - Guardate un po’ vostro padre, oggi fa concorrenza a<br />

Rambo.<br />

Chiude su risata collettiva.<br />

104. Cinque giorni dopo, sabato quattro luglio. Mattino. Porto <strong>di</strong><br />

Genova. Interno nave. Corridoio. Cabina <strong>di</strong> Primo e<br />

Rosina.<br />

Panoramica dall'alto della nave attraccata nel porto <strong>di</strong><br />

Genova. La cabina matrimoniale ha le poltrone, il<br />

copriletto e le tende dell’oblò rosse, alla parete in mezzo<br />

alle due poltrone un quadro con un tramonto, sul tavolino<br />

un cestino <strong>di</strong> frutta fresca <strong>di</strong> stagione. <strong>Elisabetta</strong>, in<br />

<strong>di</strong>visa, cammina per un lungo corridoio stretto, poi bussa<br />

ad una porta.<br />

IL PADRE: - Avanti!<br />

<strong>Elisabetta</strong> apre la porta e entra, trova il padre seduto sulla<br />

poltrona, la valigia aperta sul letto, quasi piena, e Rosina<br />

intenta a piegare degli indumenti.<br />

ELISABETTA: - Allora papà, ti sei <strong>di</strong>vertito in crociera?<br />

PRIMO: - Si, molto, lo devo a tua madre, che mi ha spinto a<br />

venire, ma ho potuto resistere anche grazie al ginseng.<br />

120


ELISABETTA: - (sorridendo) Mamma, continua a darglielo anche a<br />

casa e portalo da uno specialista.<br />

La madre sospira, mentre chiude la valigia.<br />

PRIMO: - Ma i passeggeri sono già sbarcati?<br />

ELISABETTA: - Si, da circa mezz’ora. Sappiate che il tassì che ci<br />

porterà alla stazione sta aspettando sotto la nave, ora vi<br />

mando un cameriere per la valigia, poi an<strong>di</strong>amo.<br />

Chiude, mentre apre la porta ed esce.<br />

105. Mattino. Stazione <strong>di</strong> Genova.<br />

Il treno è fermo in stazione, si odono degli annunci, ci sono<br />

passeggeri che vanno e vengono, <strong>Elisabetta</strong> spinge un<br />

carrello con le valigie, Rossana e i genitori la seguono,<br />

raggiungono uno sportello aperto del treno, Primo va a<br />

prendere le valigie da caricare sul treno, <strong>Elisabetta</strong> glielo<br />

impe<strong>di</strong>sce.<br />

ELISABETTA: - Molla l’osso!<br />

Il padre scoppia a ridere <strong>di</strong>vertito, Rossana ed <strong>Elisabetta</strong><br />

caricano le valigie sul treno.<br />

<strong>Elisabetta</strong> sposta il carrello vicino ad una colonna, poi<br />

abbraccia la madre e la sorella, e infine il padre.<br />

ELISABETTA: - Mi raccomando papà, riguardati.<br />

PRIMO: - (bacia la figlia sulla guancia) Anche tu, e grazie per la<br />

splen<strong>di</strong>da crociera.<br />

I parenti salgono, poi si affacciano al finestrino <strong>di</strong> uno<br />

scompartimento e, mentre il treno parte, salutano.<br />

121


Chiude mentre lei ricambia i saluti commossa, e il treno<br />

sparisce lontano.<br />

106. Otto giorni dopo, 12 luglio. Barcellona. Pomeriggio. La nave<br />

è in porto. Passeggiata esterna della nave.<br />

<strong>Elisabetta</strong>, in <strong>di</strong>visa blu, cammina lungo la passeggiata<br />

esterna della nave e, sotto un sole splendente, si ferma e<br />

si appoggia alla ringhiera e osserva un gruppo <strong>di</strong> gabbiani,<br />

che si buttano in picchiata su qualcosa che galleggia nelle<br />

acque, poi fuggono garrendo nel cielo azzurro.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Avrei voglia <strong>di</strong> andare<br />

a fare una passeggiata al Pueblo Espanol, ma mi sento<br />

stanca, dovrò andare a dormire.<br />

Sospira, poi si ferma a guardare il sole che riflette i suoi<br />

raggi nel mare e continua a pensare.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen ) Vorrei tanto credere<br />

che papà non è malato e che probabilmente io e lui<br />

soffriamo della stessa stanchezza, ma qualcosa dentro <strong>di</strong><br />

me mi <strong>di</strong>ce che mi sto illudendo.<br />

Chiude su primo piano ( close up) <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che continua<br />

a riflette pensierosa.<br />

107. Sogno. Pomeriggio. Interno cabina <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

<strong>Elisabetta</strong> si trova nel salone delle feste a bordo della nave,<br />

indossa la sua <strong>di</strong>visa blu, si guarda intorno, tutti ballano e<br />

si <strong>di</strong>vertono, lei sa che deve uscire dalla nave in fretta, si<br />

<strong>di</strong>rige verso l’ascensore, che con grande sorpresa trova<br />

pieno <strong>di</strong> gente e traballante, appeso ad alcune corde<br />

d’acciaio che stanno per rompersi. Si guarda i pie<strong>di</strong>,<br />

indossa scarpette bianche da ballerina classica, corre giù<br />

per le scale della nave in fretta agile come una gazzella, la<br />

scena cambia, lei indossa un paio <strong>di</strong> pantaloni bianchi e<br />

una camicetta arancione, poi appare un grande castello.<br />

Scivola attaccata ad uno scorrimano lungo le gran<strong>di</strong> mura<br />

122


che la portano davanti al castello, dove si appoggia ad una<br />

ringhiera, a braccia conserte, ad osservare l’ascensore<br />

che precipita trasformandosi in una torre <strong>di</strong> Babele, che si<br />

<strong>di</strong>sintegra sul cortile sottostante. Vede la gente morire<br />

schiacciata dalle rovine, con nuvole <strong>di</strong> polvere che si<br />

innalzano a coprire le macerie e i corpi sfracellati. Dalle<br />

macerie stesse risorgono altre persone, che ricostruiscono<br />

la torre a metà, dove al centro appare un Buddha seduto<br />

nella posizione del loto, che gira e percuote un’enorme<br />

fetta <strong>di</strong> carne cruda; poi la scena cambia, il Buddha<br />

dall’alto <strong>di</strong>rige tutti gli uomini che lavorano alla torre,<br />

manovrandoli con dei fili. <strong>Elisabetta</strong>, in camicia da notte<br />

bianca, si sveglia <strong>di</strong> soprassalto, si siede sul letto e riflette<br />

sullo strano sogno.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Sfortunatamente,<br />

dall’analisi del sogno capisco che riceverò una notizia<br />

tragica che mi costringerà a sbarcare d’urgenza.<br />

Sospira addolorata, poi si stende sul letto e continua ad<br />

analizzare il sogno.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Dal momento che ho<br />

partecipato al sogno come spettatrice, significa che saprò<br />

accettare l’evento con saggezza. Buddha mi fa notare che<br />

dalle macerie l’uomo risorge a nuove esperienze, per<br />

mezzo della reincarnazione. La mezza torre, con il Buddha<br />

che manipola la carne cruda, rappresenta l’uomo che<br />

attraverso la fatica e la sofferenza si eleva alla<br />

conoscenza; a quello sta<strong>di</strong>o il Buddha raggiunge ognuno<br />

<strong>di</strong> noi attraverso fili invisibili, che egli <strong>di</strong>rige per condurci<br />

all’illuminazione.<br />

Finita l’analisi del sogno, sorride eccitata.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo) Caro Buddha, ti sono<br />

riconoscente per il messaggio speciale e pieno d’amore<br />

che mi hai inviato.<br />

Dissolvenza incrociata a simulare il tempo che passa.<br />

123


108. Sabato 18 luglio. Mattino. Ponte dei Mille. Genova.<br />

È una splen<strong>di</strong>do mattino <strong>di</strong> sole, <strong>Elisabetta</strong> è in <strong>di</strong>visa, sale<br />

le scale che portano ai telefoni sul ponte dei Mille, <strong>di</strong> tanto<br />

in tanto si odono suonare sirene <strong>di</strong> navi, il rumore del<br />

traffico risuona dalle strade circostanti. <strong>Elisabetta</strong><br />

raggiunge un telefono sotto il porticato, inserisce una<br />

scheda, alza la cornetta, <strong>di</strong>gita un numero.<br />

ELISABETTA: - Ciao mamma, mi passi papà?<br />

LA MADRE: - (sospirando) Non c’è, è uscito.<br />

ELISABETTA: - Come sta?<br />

LA MADRE: - (angosciata) Il suo dottore non ha voluto ricoverarlo,<br />

però tuo padre ha voluto vedere uno psichiatra, perché ha<br />

dei deliri.<br />

ELISABETTA: - Che cosa ha detto lo psichiatra?<br />

LA MADRE: - Purtroppo ha ammesso che, quando si innescano<br />

questi meccanismi mentali, non c’è più niente da fare.<br />

ELISABETTA: - (brontola) Non riesco a capire il suo dottore,<br />

avrebbe dovuto farlo ricoverare per eseguire tutti gli<br />

accertamenti possibili.<br />

LA MADRE: - (addolorata) <strong>Elisabetta</strong>, stai tranquilla, presto<br />

saremo in grado <strong>di</strong> sapere che cos’ha, ti prego rilassati!<br />

ELISABETTA: - (sospira) Va bene mamma, salutami papà.<br />

LA MADRE: - Sarà fatto.<br />

Chiude su primo piano (close up) <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre posa<br />

il telefono sul ricevitore e si ferma un attimo a riflettere<br />

pensierosa.<br />

109. Sogno. Lunedì 20 Luglio. Notte. Cabina <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

Sul letto c’è la valigia aperta quasi piena, <strong>Elisabetta</strong><br />

aggiunge alcuni indumenti, il suo viso è cupo, una lacrima<br />

le riga il volto… indossa una camicia da notte <strong>di</strong> seta,<br />

color argento, si sveglia <strong>di</strong> soprassalto, si siede sul letto.<br />

124


ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Dovrò sbarcare<br />

d’urgenza, come mi è già stato confermato nel sogno del<br />

Buddha.<br />

Chiude su primo piano della nave illuminata, che naviga su<br />

un mare liscio come l’olio sotto i raggi argentati della<br />

luna. Dissolvenza. Dissolve to.<br />

110. Agosto. Pronto soccorso <strong>di</strong> Lugo. Interno sala attesa.<br />

Rossana e Rosina sono sedute nella sala d’attesa del pronto<br />

soccorso, alcune persone vanno e vengono, altre si<br />

siedono e attendono il loro turno, quando all’improvviso si<br />

apre la porta dell’ambulatorio ed esce una dottoressa con<br />

una camice bianco, alta, magra, sui quarant’anni, capelli<br />

ricci, corti e neri.<br />

DOTTORESSA: - (arrabbiata) Chi sono i parenti del Signor Emal<strong>di</strong>?<br />

ROSSANA E ROSINA: - (in pie<strong>di</strong> ) Siamo noi.<br />

DOTTORESSA: - (sbraita) Perché non l’avete portato prima, adesso<br />

è troppo tar<strong>di</strong>.<br />

ROSSANA: - (seria) Avevamo un appuntamento con uno<br />

specialista, ma in poco tempo papà è deperito, allora<br />

abbiamo deciso <strong>di</strong> venire qui.<br />

In quel mentre dall’ambulatorio esce un infermiere che<br />

spinge Primo su una se<strong>di</strong>a a rotelle con una flebo sorretta<br />

da un braccio meccanico e l’ago piantato nel braccio;<br />

Primo sorride timidamente, è notevolmente <strong>di</strong>magrito.<br />

DOTTORESSA: - L’ho ricoverato, lo stanno portando nella sua<br />

stanza.<br />

Rossana segue il padre<br />

DOTTORESSA: - Chi è il suo dottore?<br />

ROSINA: - Noi volevamo ricoverarlo, ma il suo dottore ci ha detto<br />

che non era il caso.<br />

125


DOTTORESSA: - (sbraita) Che razza <strong>di</strong> dottore è quello, bastava<br />

mettergli una mano sotto il fegato per capire.<br />

ROSINA: - (preoccupata) Ma che cos’ha mio marito?<br />

DOTTORESSA: - Venga nel mio stu<strong>di</strong>o fra <strong>di</strong>eci minuti, con sua<br />

figlia, che ne parliamo.<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> Rosina mentre s’avvia lungo il<br />

corridoio preoccupata.<br />

111. Esterno nave. Porto <strong>di</strong> Palermo. Mese d’agosto, ore <strong>di</strong>ciotto.<br />

La nave è attraccata in porto, <strong>Elisabetta</strong>, in <strong>di</strong>visa, è a poppa<br />

e guarda pensierosa il caotico porto <strong>di</strong> Palermo, avvolto<br />

dai bianchi raggi del sole ancora alto nel cielo, poi si gira<br />

verso al mare.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo) So cosa mi aspetta, è per questo<br />

che non voglio telefonare a casa, ma devo farlo,<br />

rimandare non cambia gli eventi<br />

S’avvia frettolosamente lungo la passeggiata ed esce sul<br />

ponte che collega con la stazione marittima, incrocia<br />

alcuni passeggeri che entrano a bordo augurandole la<br />

buona sera, lei <strong>di</strong>stratta risponde al saluto, raggiunge un<br />

telefono, inserisce una scheda, decisa <strong>di</strong>gita un numero, si<br />

ode il suono.<br />

ROSSANA: - Pronto!<br />

ELISABETTA: - Ciao Rossana, sono <strong>Elisabetta</strong>!<br />

ROSSANA: - (eccitata ) Ah, finalmente, è da stamattina che<br />

aspetto la tua telefonata, devi sbarcare subito.<br />

ELISABETTA: - (sospira) Come sta papà?<br />

ROSSANA: - Sta male!<br />

ELISABETTA: - (angosciata) Me lo sentivo, ecco perché non volevo<br />

telefonare, che cosa gli ha <strong>di</strong>agnosticato il me<strong>di</strong>co?<br />

ROSSANA: - Ne parleremo quando torni a casa.<br />

126


ELISABETTA: - (sbraita) Ti prego <strong>di</strong>mmelo, ho bisogno <strong>di</strong> saperlo<br />

subito!<br />

ROSSANA: - Ti prego, <strong>Elisabetta</strong>, non insistere!<br />

ELISABETTA: - Allora telefonerò a nostro cugino Clau<strong>di</strong>o, lui non<br />

farà storie, ciao!<br />

Chiude la telefonata e <strong>di</strong>gita frettolosamente un altro<br />

numero, il telefono è occupato.<br />

ELISABETTA: - Accidenti, è occupato!<br />

Ricompone il numero<br />

ELISABETTA: - Senti Clau<strong>di</strong>o, Rossana non ha voluto <strong>di</strong>rmi che<br />

malattia ha il babbo, ti prego, <strong>di</strong>mmelo tu, senza<br />

risparmiarmi nulla.<br />

CLAUDIO: - (sospirando) Tuo padre ha un tumore maligno, con<br />

metastasi in tutto il corpo, i me<strong>di</strong>ci gli hanno dato un<br />

mese <strong>di</strong> vita, ma….<br />

<strong>Elisabetta</strong> è angosciata, le lacrime le scendono sulle guance.<br />

ELISABETTA: - Che cosa c’è ancora?<br />

CLAUDIO: - (borbotta) Purtroppo, credo che tuo padre in un<br />

momento <strong>di</strong> luci<strong>di</strong>tà abbia intuito qualcosa, perché è<br />

fuggito in pigiama dall’Ospedale <strong>di</strong> Bagnacavallo; lo<br />

cerchiamo da alcune ore, ma non l’abbiamo ancora<br />

trovato.<br />

<strong>Elisabetta</strong> trattiene i singhiozzi, le lacrime continuano a<br />

scenderle sulle guance,<br />

CLAUDIO: - Fatti forza <strong>Elisabetta</strong>, vedrai che lo troveremo prima<br />

che faccia buio. Tu intanto torna a casa.<br />

ELISABETTA: - (angosciata ) Purtroppo dovrò aspettare la<br />

sostituzione, ora però devo andare, la nave è in partenza,<br />

dì alla mamma che le telefonerò domani da Capri, ciao,<br />

grazie.<br />

127


Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che mette giù la<br />

cornetta e s’allontana piangendo, fra gli sguar<strong>di</strong> curiosi <strong>di</strong><br />

alcuni passanti, che l’osservano in silenzio. Dissolvenza.<br />

Dissolve to.<br />

112. Esterno. Ore <strong>di</strong>ciannove. Campagne tra Bagnacavallo e<br />

Fusignano.<br />

Primo, in pigiama e ciabatte, è notevolmente <strong>di</strong>magrito, ha<br />

lo sguardo triste e assente, il sudore gli scende dalla<br />

fronte, mentre attraversa faticosamente un campo arato,<br />

rallenta il passo e cade a terra sfinito, si rialza e cammina<br />

dondolando sotto il sole che sta calando all’orizzonte.<br />

Chiude su panoramica dei campi intorno, infine su Primo<br />

che riprende a camminare spe<strong>di</strong>tamente e s’allontana<br />

nella campagna sconfinata.<br />

113. Rivale del fiume Senio, vicino al ponte <strong>di</strong> Fusignano, al<br />

tramonto.<br />

Primo, sporco e sudato, si arrampica faticosamente su per<br />

la riva del fiume vicino al ponte, raggiunge la riva, mentre<br />

i raggi del sole al tramonto lo investono; si mette le mani<br />

sugli occhi, poi le toglie, guarda verso Fusignano, si lascia<br />

cadere lentamente sulla riva sfinito, fissa le acque che<br />

scorrono lentamente sotto <strong>di</strong> lui, mentre sul suo volto<br />

addolorato e scarno scorrono alcune lacrime. Chiude su<br />

primo piano <strong>di</strong> Primo, mentre si asciuga il viso con la<br />

manica del pigiama e sofferente osserva il sole<br />

tramontare.<br />

114. Mese d’agosto. Mattino. Capri.<br />

Primo piano della nave ancorata nelle acque <strong>di</strong> fronte a<br />

Capri, con panoramica aerea del porto, della nave in<br />

128


lontananza e dell’isola dall’alto, sotto il sole brillante del<br />

mattino.<br />

115. Stazione della teleferica. Centro <strong>di</strong> Capri. Telefoni. Cabina<br />

telefonica.<br />

<strong>Elisabetta</strong> indossa un vestito maxi dai colori vivaci, il suo<br />

viso è cupo e triste, esce dalla stazione teleferica con altri<br />

passeggeri, e s’affretta a raggiungere il centro <strong>di</strong> Capri,<br />

entra nella sala dei telefoni e si chiude in una delle due<br />

cabine libere, <strong>di</strong>gita un numero, il telefono squilla<br />

LA MADRE: - Pronto!<br />

ELISABETTA: - (impaziente) Allora avete trovato papà?<br />

LA MADRE: - (stanca e depressa) Lo hanno trovato seduto sul<br />

fiume Senio al tramonto.<br />

ELISABETTA: - (sollevata) Meno male, senti, il mio capo mi ha<br />

assicurato che farà <strong>di</strong> tutto per trovare una sostituta per<br />

domani a Genova.<br />

LA MADRE: - (sospira ) Bene!<br />

ELISABETTA: - Come sta ora papà?<br />

ROSINA: - (borbotta) Spesso perde la memoria e, quando la<br />

riacquista, rifiuta <strong>di</strong> essere ricoverato all’ospedale,<br />

minacciando <strong>di</strong> fuggire…<br />

LA MADRE: - (s’interrompe ) Scusami, ora devo andare, tuo padre<br />

ha bisogno <strong>di</strong> me, mi raccomando.<br />

ELISABETTA: - Fatti coraggio mamma, a domani spero.<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che addolorata ripone la<br />

cornetta.<br />

116. Esterno. Mattino. Centro <strong>di</strong> Capri.<br />

129


<strong>Elisabetta</strong> raggiunge il muretto che dà sul porto <strong>di</strong> Capri, si<br />

appoggia, guarda il porto sottostante e la nave ancorata<br />

nelle acque scure,<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Non potrei<br />

sopportare <strong>di</strong> restare a bordo un’altra settimana, spero<br />

che trovino una sostituta, perché devo tornare a casa<br />

prima che papà perda la memoria e non mi riconosca più.<br />

Chiude su primo piano mentre una lacrima le scende sul<br />

volto.<br />

117. Notte. Esterno. Primo piano della nave illuminata, che<br />

naviga sotto le stelle in un mare che risplende d’argento<br />

sotto i raggi della luna piena. Notte. Interno nave in<br />

navigazione. Corridoio e cabina <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

<strong>Elisabetta</strong> è in <strong>di</strong>visa. Pensierosa percorre il corridoio,<br />

raggiunge la sua cabina, mette la chiave nella toppa e<br />

apre la porta, sul pavimento c’è un telex, lo prende su, lo<br />

apre.<br />

ELISABETTA: - Abbiamo il piacere <strong>di</strong> informarti che domani a<br />

Genova sarà sostituita dalla Signorina Ida Baudone e che<br />

lo sbarco avverrà subito dopo le consegne. Distinti saluti,<br />

Valdettaro.<br />

Abbozza un sorriso sulle labbra, posa il telex sulla scrivania,<br />

prende la valigia vuota sotto il letto, la mette sul letto, la<br />

apre.<br />

Chiude, mentre va all’arma<strong>di</strong>o, lo spalanca e inizia a togliere<br />

i vestiti dalle grucce. Dissolvenza. Dissolve to.<br />

118.. Mese d’agosto. Stazione <strong>di</strong> Genova.<br />

130


<strong>Elisabetta</strong>, con una camicetta arancione e un paio <strong>di</strong><br />

pantaloncini bianchi, entra nella stazione centrale<br />

tirandosi <strong>di</strong>etro la valigia tra la gente, mentre si odono<br />

annunci dagli altoparlanti. Si ferma ad un telefono, cerca<br />

la scheda, la inserisce e <strong>di</strong>gita un numero.<br />

VIOLA: - Pronto!<br />

ELISABETTA: - Ciao Viola, sto per prendere il treno per Bologna….<br />

VIOLA: - (euforica) Ah, che bello, torni casa finalmente!<br />

ELISABETTA: - (sospira) Purtroppo mio padre sta male.<br />

VIOLA: - (addolorata) Mio Dio, ora capisco, l’ho incontrato poco<br />

tempo fa, era fisicamente trasformato, faceva <strong>di</strong>scorsi<br />

sconnessi…<br />

ELISABETTA: - (angosciata) Scusa Viola, devo andare altrimenti<br />

perdo il treno, ci ve<strong>di</strong>amo a casa, ciao.<br />

Chiude su <strong>Elisabetta</strong> mentre si allontana verso un treno<br />

fermo sui binari.<br />

119. Pomeriggio. Stazione <strong>di</strong> Bologna.<br />

Rossana scende le scale <strong>di</strong> corsa, prosegue lungo il<br />

sottopassaggio che porta ai binari e s’affretta a salire su<br />

per le scale, quando giunge al binario del treno da<br />

Genova, si fa strada fra i passeggeri che stanno<br />

scendendo dal treno, poi vede <strong>Elisabetta</strong> che le va<br />

incontro trascinando la valigia.<br />

Chiude su primo piano delle sorelle che s’abbracciano<br />

commosse, tra i passeggeri che passano accanto a loro.<br />

120. Strada S. Vitale. Esterno. Interno auto.<br />

L’auto <strong>di</strong> Rossana sfreccia sulla S. Vitale che attraversa le<br />

campagne avvolte nel caldo d’agosto (stacco interno<br />

auto).<br />

131


ROSSANA: - <strong>Elisabetta</strong>, mi <strong>di</strong>spiace ma ti devo preparare, non<br />

aspettarti <strong>di</strong> vedere papà come lo conoscevi, è<br />

terribilmente <strong>di</strong>magrito, insomma preparati al peggio.<br />

ELISABETTA: - Tu sai che io credo nella sopravvivenza dello spirito<br />

dopo la morte del corpo, quin<strong>di</strong> saprò superare anche<br />

questa trage<strong>di</strong>a, ma piuttosto, come l’ha presa la<br />

mamma?<br />

ROSSANA: - Mi ha sorpresa, sembra sorretta da una grande forza.<br />

ELISABETTA: - (abbozza un sorriso) Già, per fortuna la mamma ha<br />

risorse nascoste.<br />

ROSSANA: - Ieri ho cercato papà tutto il pomeriggio inutilmente;<br />

quando sono tornata, l'avevano già accompagnato a casa,<br />

sono andata ad abbracciarlo piangendo, lui mi ha pregato<br />

<strong>di</strong> non piangere, poi ha brontolato: Che trage<strong>di</strong>a, ho<br />

lavorato tanto nella mia vita e, adesso che potrei stare<br />

bene, devo morire ancora giovane.<br />

ELISABETTA: - (addolorata) Povero papà, se non avesse fumato<br />

tanto adesso sarebbe sano come un pesce.<br />

Chiude, mentre l’auto <strong>di</strong> Rossana sorpassa un’auto sulla S.<br />

Vitale in mezzo alla campagna.<br />

121. Fusignano. Casa dei genitori <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Esterno. Interno.<br />

L’auto <strong>di</strong> Rossana entra nel cortile davanti a casa, la porta si<br />

apre, mentre esce <strong>di</strong> casa la madre, <strong>Elisabetta</strong> scende e va<br />

ad abbracciarla.<br />

ELISABETTA: - Mamma, papà è ancora in grado <strong>di</strong> riconoscermi?<br />

LA MADRE: - (seria) Ti sta aspettando, vai, è nel soggiorno.<br />

Si stacca dalla madre e va in casa, mentre le due donne si<br />

fermano a parlare in cortile.<br />

Nel soggiorno, sulla destra, c’è un caminetto con un<br />

orologio sulla cappa, <strong>di</strong> fronte alla porta una finestra che<br />

dà sul giar<strong>di</strong>no, mobili in legno, quadri alle pareti, al<br />

centro del tavolo un centrino <strong>di</strong> pizzo con un vaso greco<br />

pieno <strong>di</strong> rose rosse e gialle <strong>di</strong> seta, sulla sinistra una<br />

poltrona, in cui siede Primo.<br />

132


<strong>Elisabetta</strong> arriva sulla porta del soggiorno e, come vede il<br />

padre, che <strong>di</strong>stratto guarda fuori dalla finestra, si ferma.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen) Che strano, lo<br />

vedo lì immobile con la pelle che gli ricopre le ossa,<br />

ricurvo e gli occhi tristi, e non provo nessuna emozione, in<br />

fondo non ha senso stare male, farebbe soffrire ancora <strong>di</strong><br />

più papà, quin<strong>di</strong> devo comportarmi come ho sempre fatto,<br />

quando ritornavo dai miei viaggi.<br />

Come la vede entrare nella stanza, Primo abbozza un<br />

sorriso sulle labbra, <strong>Elisabetta</strong> gli prende le mani scarne.<br />

ELISABETTA: - Papà, sono tornata, ho alcuni mesi <strong>di</strong> ferie, così<br />

potremo stare un po’ insieme.<br />

PRIMO: - (con voce rauca e irriconoscibile) Ah! sei tu <strong>Elisabetta</strong>,<br />

sei tornata, ma non ripartirai subito, vero?<br />

ELISABETTA: - (colpita da una forte emozione, si sforza <strong>di</strong> non<br />

fargliela notare) No, resterò qui con te e la mamma.<br />

Il viso <strong>di</strong> Primo riprende colore, sorride e dai suoi occhi<br />

spenti appare una luce d’allegria.<br />

PRIMO: - (con l’ingenuità d’un bambino) Ah, come sono felice <strong>di</strong><br />

vedere la mia bambina! Quanti anni sono che non ci<br />

ve<strong>di</strong>amo?<br />

Si siede accanto al padre ridendo e abbracciandolo.<br />

ELISABETTA: - Avanti papà, non esagerare, un mese fa eri in<br />

crociera con me, non ti ricor<strong>di</strong>?<br />

PRIMO: - (riflette un attimo) Mi pare, ma non sono sicuro.<br />

In quel momento entrano Rosina e Rossana.<br />

PRIMO: - Datemi da bere, mi è venuta una gran sete.<br />

133


Mentre Rosina va a prendere da bere, Primo guarda<br />

Rossana incantato.<br />

PRIMO: - (allegramente) Ah, ma chi è questa bella sirena?<br />

Le sorelle scoppiano a ridere <strong>di</strong>vertite.<br />

ELISABETTA: - Ma papà, è tua figlia Rossana!<br />

Mentre Primo la fissa incredulo, Rossana gli prende una<br />

mano e gliela stringe.<br />

ROSSANA: - Avanti papà, non prendermi in giro.<br />

PRIMO: - (con l’ingenuità <strong>di</strong> un bambino) Dici sul serio?<br />

Entra Rosina con un bicchiere d’acqua e una cannuccia, che<br />

passa a Rossana, la quale la mette in bocca al padre e gli<br />

sorregge il bicchiere. Primo succhia tutta l’acqua.<br />

PRIMO: - (con un fil <strong>di</strong> voce sussurra) Sono stanco, posso andare<br />

a dormire?<br />

Chiude sulle tre donne, mentre si guardano addolorate.<br />

122. Interno. Stanza da letto dei genitori.<br />

Grande finestra con tende bianche e dorate, sulla sinistra<br />

un comò in legno, appeso sopra grande specchio<br />

multiforme con cornice dorata, <strong>di</strong> fronte arma<strong>di</strong>o in legno<br />

con specchi, grande letto in ottone con copriletto rosso,<br />

sopra, appesa al muro la Madonna con il Bambino Gesù,<br />

sui como<strong>di</strong>ni due abat-jour bianchi rifiniti in oro, e pedane<br />

a fantasia bianche e rosse dello stesso colore del<br />

copriletto.<br />

Primo è rannicchiato sotto le coperte, Rosina gliele<br />

aggiusta, Rossana appende il vestito del padre ad una<br />

gruccia e la mette dentro l’arma<strong>di</strong>o; <strong>Elisabetta</strong> osserva la<br />

134


figura del padre magro e rannicchiato sotto le coperte,<br />

Rosina s’avvia alla porta.<br />

ROSINA: - An<strong>di</strong>amo, lasciamolo riposare.<br />

Rossana e Rosina escono dalla stanza.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen) Che trage<strong>di</strong>a il<br />

vederlo così magro e rannicchiato come un riccio, tra le<br />

coperte, papà è sempre stato bello, sano e robusto, con le<br />

spalle larghe e adesso, se non ha una cannuccia, non<br />

riesce neanche a bere, che tristezza.<br />

Alcune lacrime scendono dal viso <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, che se le<br />

asciuga con le mani.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen) Il Buddha, nel<br />

sogno della torre che crolla, mi ha fatto notare che, dalle<br />

macerie, l’uomo risorge a nuove esperienze per mezzo<br />

della reincarnazione, quin<strong>di</strong> l’anima <strong>di</strong> papà si sta<br />

preparando a lasciare il corpo.<br />

Chiude mentre <strong>Elisabetta</strong> abbozza un sorriso, poi esce dalla<br />

stanza e chiude la porta.<br />

123. Casa dei genitori <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Soggiorno.<br />

<strong>Elisabetta</strong> raggiunge Rosina e Rossana, nel soggiorno.<br />

ELISABETTA: - Tu, Rossana, vai a casa, ora tocca a me dare una<br />

mano alla mamma.<br />

LA MADRE: - : No, <strong>Elisabetta</strong>, fatti accompagnare casa, sarai<br />

stanca e vorrai riposare.<br />

ELISABETTA: - Mamma, il babbo non deve tornare all’ospedale,<br />

finché noi possiamo curarlo a casa, quin<strong>di</strong> non ti lascio<br />

sola, hai bisogno d’aiuto.<br />

135


ROSSANA: - <strong>Elisabetta</strong> ha ragione, deve restare finché non tornerà<br />

all’ospedale.<br />

ROSINA: - D’accordo.<br />

Chiude su Rosina che sospira addolorata.<br />

124. Fusignano. Casa dei genitori. Ore tre <strong>di</strong> notte. Interno.<br />

Stanza da letto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Scale. Soggiorno. Esterno.<br />

Cortile. Strada.<br />

Nella stanza semibuia <strong>Elisabetta</strong> dorme. Siccome si odono dei<br />

rumori nel soggiorno, al piano terreno, si sveglia <strong>di</strong><br />

soprassalto, si siede sul letto e ascolta. Si odono altri<br />

rumori <strong>di</strong> passi, allora accende l’abat-jour, scende<br />

lentamente dal letto, esce nel corridoio e a passi cauti<br />

scende le scale; sotto è buio, ma i rumori continuano, con<br />

sospiri soffocati, per terra sulla scala c è la giacca del<br />

pigiama del padre, <strong>Elisabetta</strong> la raccoglie e va per andare<br />

in cucina, ma vede la porta <strong>di</strong> casa aperta, con il<br />

pantalone del pigiama sulla soglia, esce in fretta in cortile,<br />

poi ode dei passi sulla strada e vede il padre scalzo, in<br />

mutande e canottiera, che vaga nella notte in delirio. Lo<br />

raggiunge <strong>di</strong> corsa, lo prende per un braccio.<br />

ELISABETTA: - Papà, vieni che ti porto a letto.<br />

Primo sembra non conoscere la figlia, con uno strattone si<br />

stacca e se ne va.<br />

PRIMO: - Che cosa vuole lei, io devo andare….<br />

Lo raggiunge, gli mette la giacca del pigiama sulle spalle.<br />

ELISABETTA: - Papà, ti prego, an<strong>di</strong>amo in casa!<br />

Improvvisamente Primo sembra svegliarsi da un sogno,<br />

sorride sorpreso, ubbidendo.<br />

136


Chiude, mentre <strong>Elisabetta</strong> e il padre entrano in casa.<br />

Dissolvenza incrociata a simulare il tempo che passa.<br />

125. Una settimana dopo. Esterno. Ore <strong>di</strong>ciannove. Giar<strong>di</strong>no<br />

pubblico <strong>di</strong> Fusignano.<br />

<strong>Elisabetta</strong> indossa un vestito maxi verde smeraldo, Viola<br />

uno giallo con grossi ricami colorati, camminano in<br />

silenzio, sotto i gran<strong>di</strong> alberi nel giar<strong>di</strong>no pubblico.<br />

VIOLA: - È una settimana che non esci, perché una <strong>di</strong> queste sere<br />

non vieni con me a svagarti un po’?<br />

ELISABETTA: - (sospirando ) Viola, non posso lasciare la mamma<br />

da sola, tu non immagini i problemi che papà ci crea<br />

durante la notte.<br />

VIOLA: - (addolorata) Non sai quanto mi <strong>di</strong>spiace. Ma tu come ti<br />

senti?<br />

ELISABETTA: - Forse tu non ci crederai, ma nonostante i problemi,<br />

non soffro più, mi sento fuori dalla trage<strong>di</strong>a.<br />

VIOLA: - (riflette un attimo) Si stanno avverando le premonizioni<br />

del Buddha, guar<strong>di</strong> l’evento a braccia conserte come una<br />

spettatrice!<br />

ELISABETTA: - (si siede su una panchina) Già, mi sento come un<br />

attore che recita la storia <strong>di</strong> un altro.<br />

VIOLA: - (le si siede accanto) D’altronde, se esiste l’anima, noi<br />

siamo solo degli attori, che recitano la loro parte per<br />

imparare la lezione ed evolvere.<br />

ELISABETTA: - (conclude) Molto bene, Viola, vedo che cominci ad<br />

aprire gli occhi!.<br />

Chiude su primo piano delle due donne, mentre <strong>Elisabetta</strong><br />

sorride<br />

126. Mattino. Interno casa dei genitori <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Soggiorno.<br />

Mentre Rosina è seduta sulla poltrona del soggiorno,<br />

pensierosa, entra <strong>Elisabetta</strong>.<br />

137


ELISABETTA: - A che cosa stai pensando?<br />

ROSINA: - Alcuni mesi fa, prima che il babbo si ammalasse, ho<br />

sognato i nonni e altri parenti scomparsi, che mi fissavano<br />

addolorati….…<br />

ELISABETTA: - Già, intendevano avvisarti della trage<strong>di</strong>a che stai<br />

vivendo ora.<br />

ROSINA: - Ora capisco il loro messaggio!<br />

Le donne si guardano in silenzio.<br />

ELISABETTA: - Mamma, papà si è addormentato, ma credo sia<br />

arrivato il momento <strong>di</strong> ricoverarlo.<br />

ROSINA: - (sospirando) Già, noi non possiamo più aiutarlo, ora ha<br />

bisogno <strong>di</strong> essere seguito in ospedale, è troppo debole.<br />

ELISABETTA: - Mamma, dovremo fare i turni all’ospedale, perché<br />

papà potrebbe tentare <strong>di</strong> fuggire ancora.<br />

ROSINA: - Io farò la notte, tu e le tue sorelle farete il giorno, in<br />

maniera che, quando riprende conoscenza, non debba<br />

trovarsi solo con un’infermiera.<br />

ELISABETTA: - Ci organizzeremo, vedrai, ora vado a preparagli la<br />

borsa, poi chiamo l’ambulanza.<br />

Chiude mentre <strong>Elisabetta</strong> esce dal soggiorno.<br />

127. Mattino. Ospedale <strong>di</strong> Bagnacavallo. Interno.<br />

Nella stanza ci sono due letti, uno è vuoto e, nell’altro (che<br />

ha le ringhiere ai lati), c’è Primo. Al centro della stanza<br />

appeso al muro un crocifisso, dalla finestra si vede una<br />

grande magnolia che spicca verso il cielo. <strong>Elisabetta</strong> è in<br />

pie<strong>di</strong> accanto al letto e guarda il padre, debole e privo <strong>di</strong><br />

forze, entra un’infermiera con una flebo.<br />

Chiude, mentre l’infermiera si accinge a piantare l’ago della<br />

flebo nel braccio <strong>di</strong> Primo<br />

138


128. Una settimana dopo. Mattino. Interno ospedale.<br />

Rossana entra nella stanza, mentre Rosina è intenta a<br />

sistemare due cuscini <strong>di</strong>etro la schiena del marito, il quale<br />

vedendo la figlia s’incanta a guardarla. Entra anche<br />

<strong>Elisabetta</strong> con una tazza e un cucchiaio in mano<br />

PRIMO: - (a Rossana) Oh, è arrivata la mia caprettina!<br />

Le tre donne scoppiano in una risata, <strong>Elisabetta</strong> intanto<br />

posa la tazza e il cucchiaio sul como<strong>di</strong>no.<br />

ELISABETTA: - Scusa papà, se Rossana è la tua caprettina, allora io<br />

che cosa sono?<br />

PRIMO: - (allegramente) Tu sei la mia caprettona!<br />

Le tre scoppiano in una risata.<br />

ROSSANA: - Papà si è ripreso alla grande!<br />

ELISABETTA: - Papà, vogliamo raccontare a Rossana cosa ti ha<br />

detto prima l’infermiere?<br />

Primo sorride <strong>di</strong>vertito.<br />

ROSSANA: - Sono curiosa, che cosa ti ha detto, papà?<br />

Primo ride <strong>di</strong>vertito.<br />

ELISABETTA: - Ha detto che se continua <strong>di</strong> questo passo, lo<br />

iscrivono alle Olimpia<strong>di</strong>.<br />

ROSSANA: - (abbraccia il padre) Davvero?<br />

PRIMO: - (con l’ingenuità <strong>di</strong> un bambino) Sì, è vero!<br />

Chiude mentre Rossana accarezza il padre felice.<br />

139


129 Fine agosto sera. Interno. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> Alfonsine.<br />

Stanza da letto.<br />

<strong>Elisabetta</strong> indossa una camicetta rossa e un paio <strong>di</strong><br />

pantaloncini bianchi, è stesa sul letto, quando squilla il<br />

telefono, lo prende dal como<strong>di</strong>no e lo mette sul letto, si<br />

stende, impugna la cornetta.<br />

ELISABETTA: - Pronto!<br />

VIOLA: - Allora come sta tuo padre?<br />

ELISABETTA: - Sta molto meglio, grazie, infatti fra alcuni giorni lo<br />

<strong>di</strong>metteranno dall’ospedale.<br />

VIOLA: - (felice) Bene, è arrivato il momento <strong>di</strong> svagarti, che ne<br />

<strong>di</strong>ci se passo a prenderti, così an<strong>di</strong>amo a fare un giro al<br />

mare?<br />

<strong>Elisabetta</strong> non risponde.<br />

VIOLA: - (insistente) Ti prego, non <strong>di</strong>rmi <strong>di</strong> no!<br />

ELISABETTA: - (brontola) Senti, sono appena tornata<br />

dall’ospedale, mi sento stanca, comunque hai ragione, ho<br />

bisogno d’una boccata d’aria fresca.<br />

VIOLA: - (felice) Bene, mi raccomando, fatti bella, perché<br />

potremmo anche andare a ballare. A fra poco.<br />

ELISABETTA: - (mette giù la cornetta ) Viola è sempre la stessa, ti<br />

chiede una cosa e te ne fa fare un’altra.<br />

130. Notte. Esterno Auto. Centro Milano Marittima <strong>di</strong> fronte al<br />

dancing Kursaal.<br />

Viola guida la sua vettura nella piazza <strong>di</strong> fronte al dancing<br />

Kursaal, poi parcheggia. Viola indossa un elegante vestito<br />

lungo nero con fiori rossi, <strong>Elisabetta</strong> un vestito rosa con<br />

<strong>di</strong>segni in oro. Scendono dall’auto.<br />

VIOLA: - Tu non lo sai, ma il Kursaal è famoso per i suoi 110 anni<br />

<strong>di</strong> storia, infatti i primi balli si facevano sulle palafitte sul<br />

mare.<br />

140


Le due amiche s’avviano all’entrata del locale<br />

ELISABETTA: - Interessante!<br />

131. Notte. Interno Kursaal.<br />

Al centro della grande pista sono appesi due globi, che<br />

illuminano a intermittenza la sala a tempo <strong>di</strong> musica; un<br />

complesso sul palco suona e canta musica anni sessanta;<br />

attorno alla grande pista quadrata, decine <strong>di</strong> tavolini pieni<br />

<strong>di</strong> gente; ai bar la gente beve e <strong>di</strong>scorre allegramente.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e Viola sono sedute ad un tavolino accanto al<br />

bar principale e stanno bevendo un cocktail alla frutta.<br />

VIOLA: - (eccitata) Santo cielo, è passata la testa <strong>di</strong> cuoio!<br />

ELISABETTA: - Cosa hai visto?<br />

VIOLA: - (si alza in pie<strong>di</strong> e se ne va) Se non ho visto un fantasma,<br />

fra qualche minuto te lo porto qui.<br />

<strong>Elisabetta</strong> vede Viola sparire fra la gente, e un attimo dopo<br />

comparire insieme ad Antonio, che le va incontro<br />

emozionato. Lui indossa una camicia gialla e un paio <strong>di</strong><br />

pantaloni bianchi e aderenti, che mettono in evidenza il<br />

suo bel corpo. <strong>Elisabetta</strong> lo fissa sorpresa, mentre lui le si<br />

siede accanto.<br />

ANTONIO: - Tu non ci crederai, ma quando sono passato davanti al<br />

Kursaal, ho sentito come un impulso, che mi spingeva ad<br />

entrare, ora capisco perché, dovevo incontrarti.<br />

ELISABETTA: - (emozionata) Mi sorpren<strong>di</strong>, sei <strong>di</strong>ventato anche<br />

intuitivo!<br />

Viola se ne va a fare un giro.<br />

ANTONIO: - Tesoro, so il motivo per cui sei sbarcata, mi <strong>di</strong>spiace<br />

molto!<br />

141


Antonio si <strong>di</strong>strae guardando da un’altra parte.<br />

ANTONIO: - (se ne va) Scusami un attimo, torno subito.<br />

Poco dopo Antonio ritorna ed offre ad <strong>Elisabetta</strong> una rosa<br />

rossa.<br />

ANTONIO: - <strong>Elisabetta</strong>, ti starò vicino in questi giorni, e ci tengo a<br />

farti sapere che mia moglie è uscita dalla mia vita, vive<br />

altrove, quin<strong>di</strong> sono libero.<br />

Chiude, mentre Antonio le prende una mano, gliela stringe<br />

forte e fissa <strong>Elisabetta</strong> estasiato.<br />

132. Pomeriggio. Interno ospedale <strong>di</strong> Bagnacavallo.<br />

Rossana indossa una gonna nera e una camicetta rossa, è<br />

seduta accanto al letto del padre e sta facendo le parole<br />

incrociate. Primo è appoggiato a due cuscini e fissa la<br />

figlia incantato; Rossana lo guarda, si alza in pie<strong>di</strong>, gli va<br />

accanto.<br />

ROSSANA: - Papà, che cos’hai da guardare?<br />

PRIMO: - (accarezza il viso <strong>di</strong> Rossana) Guardo la mia bambina,<br />

perché sei così bella.<br />

Rossana commossa sorride, gli aggiusta le coperte e gli si<br />

siede accanto.<br />

PRIMO: - (guardando fuori ) Senti, girati dall’altra parte e fai finta<br />

<strong>di</strong> non vedermi, mentre io me ne vado da questo inferno,<br />

perché qui mi vogliono ammazzare<br />

ROSSANA: - (a voce bassa) Papà, non è così, qui ti stanno<br />

curando!<br />

PRIMO: - (tentando <strong>di</strong> saltare la ringhiera) Non è mica così, se<br />

non me ne vado, mi fanno fuori.<br />

142


Rossana si alza in pie<strong>di</strong> e lo costringe a sedersi.<br />

ROSSANA: - Avanti papà, lo sai che domani torni a casa, quin<strong>di</strong> fai<br />

il bravo.<br />

PRIMO: - (protestando ingenuamente) Uffa! che noia! quando ti<br />

giri, me ne vado, così non devo aspettare fino a domani.<br />

133. Primi giorni <strong>di</strong> settembre. Sera. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Esterno.<br />

Interno.<br />

Un'auto si ferma davanti a casa, scende <strong>Elisabetta</strong>, apre il<br />

cancello, attraversa il giar<strong>di</strong>no e, mentre entra in casa, il<br />

telefono squilla, prende su la cornetta dal mobiletto nel<br />

corridoio<br />

ELISABETTA: - Pronto!<br />

ANTONIO: - Allora <strong>Elisabetta</strong>, come sta tuo padre?<br />

ELISABETTA: - Non c’è male, infatti è già quasi una settimana che<br />

è uscito dall’ospedale.<br />

ANTONIO: - Molto bene! Allora vieni domani a fare una<br />

passeggiata con me tra le colline forlivesi?<br />

ELISABETTA: - Molto volentieri, sento l’urgente bisogno <strong>di</strong> stare in<br />

mezzo al verde e <strong>di</strong> camminare nei boschi.<br />

ANTONIO: - (serio) Passerò a prenderti domani mattina verso le<br />

otto. Buona sera!<br />

ELISABETTA: - OK! A domani, ciao!<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre mette giù la<br />

cornetta.<br />

134. Sabato mattina. Giornata <strong>di</strong> sole. Esterno. Strada su per le<br />

colline <strong>di</strong> Forlì.<br />

143


L’auto <strong>di</strong> Antonio attraversa campi e colline, infine si ferma<br />

vicino a una carraia tra alberi, che porta ad un boschetto,<br />

con dei casolari in lontananza.<br />

Antonio con un paio <strong>di</strong> blu jeans, camicia bianca e scarpe<br />

da ginnastica, scende dalla vettura e va ad aprire lo<br />

sportello ad <strong>Elisabetta</strong> che indossa un completo <strong>di</strong> jeans e<br />

camicetta nera e scende dall’auto.<br />

ANTONIO: - Io vengo spesso a caccia su queste colline, più avanti<br />

c’è un bellissimo boschetto, con dei nespoli.<br />

Si odono uccelli cinguettare.<br />

ELISABETTA: - (brontola) Scusami, ma non amo i cacciatori, quin<strong>di</strong><br />

è un punto a tuo sfavore.<br />

ANTONIO: - (abbassa la testa ) Hai ragione!<br />

ELISABETTA: - (mentre s’avviano lungo la carraia) È una splen<strong>di</strong>da<br />

giornata, se vuoi possiamo anche raggiungere quei<br />

casolari che splendono sotto il sole, laggiù tra le colline.<br />

ANTONIO: - (tra i cinguettii degli uccelli) Da quelle parti ci deve<br />

essere una locanda, potremmo pranzare lì, che ne pensi?<br />

ELISABETTA: - (mentre Antonio le prende una mano) Con molto<br />

piacere, grazie!<br />

Chiude sui due personaggi, mentre s’allontanano mano<br />

nella mano, lungo la carraia sotto i raggi luminosi del sole.<br />

135. Mezzogiorno. Interno trattoria.<br />

Nella locanda c’è un grosso camino spento e appesa alla<br />

cappa la testa <strong>di</strong> un cinghiale imbalsamato. Sui tavoli <strong>di</strong><br />

legno piatti, bicchieri e caraffe <strong>di</strong> terracotta, alle pareti<br />

vecchi arnesi da lavoro. I due sono seduti ad un tavolo,<br />

Antonio stringe una mano ad <strong>Elisabetta</strong>.<br />

ANTONIO: - Siamo anche fortunati, la locanda è tutta nostra.<br />

144


ELISABETTA: - (sorridendo) D’altronde chi vuoi che ci venga in<br />

questo posto sperduto tra le colline!<br />

ANTONIO: - Soprattutto cacciatori, in giornate fredde e nebbiose.<br />

Antonio si alza e piegandosi sul tavolino bacia <strong>Elisabetta</strong><br />

sulla bocca, poi si siede sorridendo.<br />

ELISABETTA: - Stai facendo il furbo, perché la padrona <strong>di</strong> casa è in<br />

cucina a prepararci il pranzo.<br />

Antonio pieno <strong>di</strong> desiderio fissa <strong>Elisabetta</strong>, e le versa del<br />

vino rosso nel bicchiere.<br />

ANTONIO: - Avanti piccola monella, tu lo sai che ti desidero da un<br />

pezzo, e hai avuto il coraggio <strong>di</strong> piantarmi in asso per<br />

mesi.<br />

ELISABETTA: - (sicura <strong>di</strong> sé) Senti piccola volpe, con me non<br />

attacca, so che l’estate scorsa te la sei spassata a Rimini,<br />

quin<strong>di</strong> non tirare fuori la tua arte <strong>di</strong> raccontaballe alla<br />

Mauro.<br />

ANTONIO: - (voce fuori campo voice off screen) Cazzo, mi sono<br />

giocato la sua fiducia, e adesso chissà quali peripezie<br />

dovrò fare per riconquistarla?<br />

136. Mattino all’alba. Fusignano. Stanza da letto dei genitori <strong>di</strong><br />

<strong>Elisabetta</strong>.<br />

Nella stanza semibuia Rosina dorme con una camicia da<br />

notte rosa, Primo si muove leggermente sul letto e si<br />

lamenta, la moglie si sveglia e si siede e lo guarda<br />

intontita dal sonno; all’improvviso vede alzarsi dal corpo<br />

del marito una debole luce, che lentamente s’avvicina alla<br />

finestra allargandosi fino a <strong>di</strong>ventare un’ombra che<br />

sparisce. Rosina è scioccata, accende l’abat-jour sul<br />

como<strong>di</strong>no e corre dal lato del marito.<br />

ROSINA: - Santo cielo, non sarà morto!<br />

145


Rosina, in preda al panico, lo scrolla leggermente.<br />

ROSINA: - Primo, ti prego, rispon<strong>di</strong>mi!<br />

Il marito non risponde, sembra morto.<br />

Chiude su Rosina che, angosciata, s’avvicina al telefono sul<br />

comò e <strong>di</strong>gita un numero.<br />

137. Fusignano. Ambulanza. Esterno. Cortile <strong>di</strong> casa.<br />

Un’ambulanza esce dal cortile e parte veloce verso l’ospedale <strong>di</strong><br />

Bagnacavallo con la sirena accesa.<br />

138. Mattino. Interno. Ospedale <strong>di</strong> Bagnacavallo.<br />

Rossana, <strong>Elisabetta</strong> e Rosina sono intorno al letto, Primo<br />

giace immobile con gli occhi chiusi,.<br />

ROSINA: - Il me<strong>di</strong>co mi ha detto <strong>di</strong> non farci illusioni, insomma<br />

dobbiamo prepararci, papà è in coma e non si riprenderà<br />

più, quin<strong>di</strong> avvisate i vostri fratelli!.<br />

Chiude sulle tre donne che si guardano in faccia serie e su<br />

Rossana, mentre alcune lacrime le rigano il volto.<br />

139. Settembre, sei giorni dopo. Giorno <strong>di</strong> pioggia. Pomeriggio.<br />

Esterno. Ospedale. Centro <strong>di</strong> Bagnacavallo.<br />

Viola ed <strong>Elisabetta</strong> escono dall’ospedale, piove, allora le due<br />

donne aprono l’ombrello e in silenzio s’avviano verso il<br />

centro. Entrano sotto i portici e chiudono l’ombrello.<br />

146


ELISABETTA: - Da quando papà è andato in coma sei giorni fa, è<br />

come se una parte del mio cuore si è svuotata della sua<br />

presenza.<br />

VIOLA: - (seria) Già, dev’essere terribile, per fortuna che adesso<br />

hai Antonio che ti sta vicino!<br />

ELISABETTA: - Devo ammettere che in qualche maniera mi<br />

sostiene.<br />

VIOLA: - (felice) Mi auguro con tutto il cuore che Antonio possa<br />

farti felice.<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Non mi faccio illusioni, il sogno<br />

dell’hippy nel deserto in parte si è avverato, quin<strong>di</strong> prima<br />

o dopo, quando meno me lo aspetto, Antonio mi colpirà a<br />

tra<strong>di</strong>mento.<br />

Le due amiche aprono il loro ombrello e escono da sotto i<br />

portici per raggiungere Piazza della Libertà.<br />

VIOLA: - Non hai sempre affermato che non importa come finisce<br />

una storia, ma soprattutto conta quello che hai imparato<br />

dall’esperienza?<br />

Panoramica <strong>di</strong> Piazza della Libertà (pan shot) con stacco<br />

sulle due, mentre attraversano la piazza.<br />

ELISABETTA: - Certo! Comunque, per evitare il tra<strong>di</strong>mento<br />

decretato dal cielo, dovrei piantarlo in asso adesso, ma<br />

poi potrei pentirmene, quin<strong>di</strong> affronto il mio destino e<br />

imparo la mia lezione.<br />

Chiude sulle due che si fermano, si guardano serie, poi<br />

scoppiano a ridere <strong>di</strong>vertite.<br />

140. Mattino del 14 settembre. Ore 10.30. Interno. Casa <strong>di</strong><br />

<strong>Elisabetta</strong>. Alfonsine.<br />

<strong>Elisabetta</strong> indossa una gonna nera e una camicetta fucsia,<br />

ha la borsetta a tracolla, scende le scale e va alla porta<br />

147


per uscire; squilla il telefono, raggiunge il mobiletto e<br />

prende su la cornetta.<br />

ELISABETTA: - Pronto!<br />

ROSINA: - (nervosa) <strong>Elisabetta</strong>, papà è morto!<br />

ELISABETTA: - Mamma rilassati, in fondo papà ha finito <strong>di</strong> soffrire.<br />

ROSINA: - (dopo una pausa) Lo so!<br />

ELISABETTA: - Mamma, se vogliamo che l’anima <strong>di</strong> papà raggiunga<br />

l’altra <strong>di</strong>mensione in pace, dobbiamo accettare la sua<br />

<strong>di</strong>partita senza soffrire troppo.<br />

ROSINA: - D’accordo! Ma ora bisogna avvisare i parenti.<br />

ELISABETTA: - Non ti preoccupare, ci penso io, ciao!<br />

Chiude su <strong>Elisabetta</strong> che finisce la telefonata e <strong>di</strong>gita un<br />

numero.<br />

141. Mattino. Giorno <strong>di</strong> sole. Bagnacavallo. Camera mortuaria.<br />

Sul muro un grosso crocifisso, la bara su un carrello, il<br />

corpo <strong>di</strong> Primo dentro, indossa un vestito a giacca scuro,<br />

tiene tra le mani tre file d’orchidee, sul viso c’è una<br />

traccia <strong>di</strong> sorriso, accanto una grande ghirlanda <strong>di</strong> fiori e<br />

rose multicolori. Poco lontano una cassetta sulla quale è<br />

scritto: offerte centro tumori. Rossana ha le lacrime agli<br />

occhi, Rosina e altri parenti osservano in silenzio, Marzia e<br />

Viola mettono offerte nella cassetta e firmano il quaderno,<br />

altre persone entrano, lasciano dei fiori ai pie<strong>di</strong> della bara<br />

e si fermano a guardare la salma.<br />

QUALCUNO : - È bello, sembra che sorrida!<br />

Mentre alcune persone escono, <strong>Elisabetta</strong> entra nella<br />

camera con un vestito rosa, va accanto alla madre e ai<br />

fratelli, guarda il padre.<br />

148


ELISABETTA: - (sussurra ) Rossana, perché piangi? Non cre<strong>di</strong> che<br />

papà, con quel sorriso, abbia inteso lasciarci un<br />

messaggio <strong>di</strong> speranza?<br />

Chiude su Rossana che annuisce asciugandosi le lacrime.<br />

142. Pomeriggio <strong>di</strong> sabato 16 settembre. Interno. Stanza da letto<br />

<strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

<strong>Elisabetta</strong> indossa un paio <strong>di</strong> pantaloncini rossi e una<br />

camicetta gialla, sta cercando qualcosa nel cassetto del<br />

comò; mentre lo chiude, squilla il telefono, allora prende<br />

su la cornetta.<br />

ELISABETTA: - Pronto!<br />

ANTONIO: - Oh, finalmente ti trovo, sono tre giorni che ti cerco!<br />

ELISABETTA: - Ho fatto compagnia alla mamma, papà è morto,<br />

abbiamo già fatto il funerale!<br />

ANTONIO: - (sussurra) Mi <strong>di</strong>spiace, ti faccio le mie condoglianze!<br />

ELISABETTA: - Non ti preoccupare per me, la fede nella vita dopo<br />

la morte mi dà forza.<br />

ANTONIO: - Tu sai che io non ci credo, ma se questo ti può<br />

aiutare, va bene.<br />

ELISABETTA: - Cre<strong>di</strong>mi, sto bene!<br />

ANTONIO: - Mi chiedo se domani ti andrebbe <strong>di</strong> fare una<br />

passeggiata con me, poi se vuoi ti preparo una cenetta<br />

con i fiocchi a casa mia. -<br />

ELISABETTA: - (felice) Molto volentieri, mi piacerebbe fare una<br />

passeggiata in pineta, se non ti <strong>di</strong>spiace.<br />

ANTONIO: - Volentieri, a domani allora.<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre posa la<br />

cornetta, pensierosa.<br />

149


143. Domenica 17 settembre. Al tramonto. Esterno. Pineta e<br />

spiaggia <strong>di</strong> Marina Romea.<br />

Antonio ed <strong>Elisabetta</strong> con vestiti sportivi camminano per<br />

mano lungo una carraia, in mezzo alla pineta.<br />

ELISABETTA: - Allora, cosa mi hai preparato per cena?<br />

ANTONIO: - (sorridendo ) Non te lo <strong>di</strong>rò, sarà una sorpresa!<br />

ELISABETTA: - Gli uomini che cucinano mi sono sempre piaciuti!<br />

ANTONIO: - (ridendo) Quand’ero sposato, molto spesso ero io a<br />

cucinare!<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Sai che mi piaci sempre più, io non<br />

amo cucinare.<br />

ANTONIO: - È comprensibile, poiché voi donne lo fate tutti i giorni.<br />

La pineta si <strong>di</strong>rada e i due escono su una spiaggia<br />

abbandonata, con dune piene <strong>di</strong> cespugli e piante. Il sole<br />

sta tramontando sul mare. Mentre <strong>Elisabetta</strong> s’allontana<br />

correndo tra le dune e raggiunge la spiaggia, Antonio la<br />

rincorre e la prende tra le braccia: cadono ridendo sulla<br />

sabbia, si guardano pieni <strong>di</strong> passione, poi Antonio la bacia.<br />

Chiude sui due che, abbracciati, guardano il mare rosa<br />

argento, mentre il sole scende all’orizzonte riflettendo in<br />

cielo luci rosse sfumate <strong>di</strong> giallo, arancione e rosa.<br />

Dissolvenza incrociata (<strong>di</strong>ssolve to fade over).<br />

144. Sette mesi dopo. Mese <strong>di</strong> maggio. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

Interno. Cucina.<br />

<strong>Elisabetta</strong>, Viola e Marzia, che indossano dei grembiuli, sono<br />

in cucina intente a organizzare una cena. <strong>Elisabetta</strong><br />

controlla dei tegami sul fornello, Marzia sta lavando dei<br />

tegami, Viola apparecchia il tavolo per quattro.<br />

MARZIA: - Da quando Antonio è stato trasferito in Sicilia, lo ve<strong>di</strong><br />

solo durante il week- end, ma non ti manca?<br />

150


ELISABETTA: - Certo, mi manca, ma dovrò preparami al peggio,<br />

alcuni giorni fa ho fatto un sogno poco incoraggiante.<br />

Marzia si sta preparando ad asciugare i tegami, che ha<br />

appena finito <strong>di</strong> lavare.<br />

MARZIA: - (allegra) E vai con quei tuoi sogni misteriosi che<br />

s’affacciano sul futuro, Einstein ha detto che l’esperienza<br />

massima è l’incontro con il mistero, quin<strong>di</strong> racconta.<br />

VIOLA: - Ma fanne uno buono, che finisca bene, una volta tanto,<br />

non ne hai mai uno a lieto fine!<br />

ELISABETTA: - Cara Viola, se <strong>di</strong>pendesse da me, li farei finire tutti<br />

bene.<br />

VIOLA: - Dimmi da chi cre<strong>di</strong> che <strong>di</strong>pendano, i sogni fanno parte<br />

del tuo inconscio.<br />

ELISABETTA: - Dalla mia ricerca personale ho capito che i sogni<br />

premonitori ci vengono inviati da fonti spirituali per<br />

prepararci a certi eventi futuri. Altri invece dovrebbero<br />

servire all'uomo per prevenire incidenti d'ogni tipo.<br />

MARZIA: - Perché dovrebbero?<br />

ELISABETTA: - Per la semplice ragione che molte persone non<br />

credono nei sogni premonitori, quin<strong>di</strong> quando ne fanno dei<br />

spiacevoli, preferiscono pensare che si tratti d'un sogno<br />

senza importanza, se invece se lo ricordassero e facessero<br />

più attenzione agli eventi futuri, potrebbero evitarli.<br />

VIOLA: - Già, ho letto il libro dello scienziato americano David<br />

Ryback e anche lui la pensa come te. Ma ora raccontaci il<br />

tuo sogno:<br />

<strong>Elisabetta</strong> ha un flash back del sogno ( Sc.145 ).<br />

145. Giorno. Interno serra <strong>di</strong> piante.<br />

All’interno <strong>di</strong> una serra piena <strong>di</strong> piante rigogliose e fiori,<br />

Antonio maneggia tre pugnali, in mezzo a due amici che<br />

guardano <strong>Elisabetta</strong> ad alcuni metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza e ridono.<br />

Antonio prende la mira e le lancia un coltello, che si pianta<br />

a terra vicino ai pie<strong>di</strong> della donna, poi si prepara a<br />

lanciargliene un secondo, ma <strong>Elisabetta</strong>, più veloce,<br />

151


accoglie il pugnale e glielo tira e lo colpisce al polso della<br />

mano destra, facendogli cadere il pugnale che stava per<br />

lanciarle. Mentre il volto <strong>di</strong> Antonio si rattrista <strong>di</strong> colpo,<br />

<strong>Elisabetta</strong> gli gira le spalle e lo pianta in asso..<br />

MARZIA: - A quanto pare gli darai una lezione a quel babbeo.<br />

<strong>Elisabetta</strong> e Viola scoppiano a ridere.<br />

MARZIA: - Così la smetterà <strong>di</strong> fare il giocoliere con dei pugnali!<br />

VIOLA: - Dal sogno mi sembra che Antonio abbia voglia <strong>di</strong><br />

giocare, in realtà non ha intenzione <strong>di</strong> lasciarti, ma tu<br />

farai sul serio e lo colpirai al cuore.<br />

ELISABETTA: - (seria ) Purtroppo Antonio gioca col fuoco, io<br />

perdono, ma quando perdo la fiducia, non potrà più<br />

riconquistarmi.<br />

In quel mentre suonano alla porta.<br />

MARZIA: - (sussurra) Fate silenzio e andate ad aprire, è arrivato il<br />

giocoliere.<br />

Chiude su le tre donne, mentre si tolgono i grembiuli in<br />

fretta.<br />

146. Interno casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Corridoio. Cucina.<br />

<strong>Elisabetta</strong> apre la porta, Antonio entra con una bottiglia in<br />

mano, le si avvicina e la bacia sulle labbra e s’avviano in<br />

cucina.<br />

VIOLA: - Grande giocoliere, dove li hai messi i pugnali?<br />

ANTONIO: - (sorpreso) Ma <strong>di</strong> quali pugnali parli?<br />

ANTONIO: - (posa la bottiglia sul tavolo) Voi avete voglia <strong>di</strong><br />

scherzare, ma questa è solo una bottiglia <strong>di</strong> vino.<br />

152


Le tre amiche si guardano <strong>di</strong>vertite e scoppiano a ridere.<br />

ELISABETTA: - (con aria canzonatoria) Avanti ragazze, lasciate in<br />

pace la mia testa <strong>di</strong> cuoio, che ha già abbastanza guai con<br />

la mafia in Sicilia.<br />

Esplode un'ennesima risata.<br />

ANTONIO: - (sbraita) Voi ridete, ma non sapete i salti mortali che<br />

deve fare un povero ingegnere, come me, per non<br />

rischiare la pelle!<br />

<strong>Elisabetta</strong> intanto mette sul tavolo un piatto <strong>di</strong> tartine,<br />

mentre gli altri si siedono a tavola e le assaggiano.<br />

VIOLA: - Posso sapere cosa vuole la mafia da te?<br />

ANTONIO: - (mentre assaggia una tartina) Come <strong>di</strong>rettore dei<br />

lavori, sono costretto ad assumere il personale che mi<br />

impongono e comprare il materiale dove la mafia<br />

stabilisce.<br />

ELISABETTA: - (ridendo) Caro, mi assicuri che non sarò costretta a<br />

<strong>di</strong>ventare una vedova allegra prima del tempo?<br />

Una risata collettiva esplode nella stanza.<br />

ANTONIO: - Non ti preoccupare cara, a me interessa tornare a<br />

casa con tutte le penne! Ma posso sapere che cosa si<br />

mangia stasera?<br />

MARZIA: - Spezzatino <strong>di</strong> serpente, con contorno <strong>di</strong> scarafaggi e<br />

cosce arrosto <strong>di</strong> cane, importate dalla Corea!<br />

ANTONIO: - (inorridendo) Che schifo, mi avete fatto andar via<br />

l'appetito!<br />

VIOLA: - Se l’avessi saputo avrei invitato Mauro, questo è il tipo <strong>di</strong><br />

menù che il mio amore <strong>di</strong>sperato preferisce.<br />

Chiude sui quattro mentre ridono <strong>di</strong>vertiti.<br />

153


147. Notte. Interno. Stanza da letto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

<strong>Elisabetta</strong> indossa una camicia da notte arancione, dorme,<br />

si agita nel sonno, poi si sveglia <strong>di</strong> soprassalto, accende<br />

l’abat-jour, si siede sul letto.<br />

ELISABETTA: - (brontola) Accidenti, nel sogno masticavo carne<br />

cruda, che schifo!<br />

ELISABETTA: - ( voce fuori campo) Purtroppo un tale sogno è<br />

presagio <strong>di</strong> guai, è trascorsa una settimana e Antonio non<br />

si è neanche degnato <strong>di</strong> telefonarmi, non era mai<br />

successo. Probabilmente a Palermo ha incontrato Stella,<br />

l’indossatrice, con cui ha avuto una relazione alcuni anni<br />

fa. Ora capisco perché la settimana scorsa mi ha<br />

raccontato del loro incontro casuale in un bar vicino ai<br />

cantieri. Se crede <strong>di</strong> giocare sui miei sentimenti, si<br />

sbaglia!<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre riflette<br />

preoccupata.<br />

148. Una settimana dopo. Domenica sera. Interno. Casa <strong>di</strong><br />

<strong>Elisabetta</strong>, corridoio e soggiorno.<br />

Si ode il campanello suonare, <strong>Elisabetta</strong> con un vestito sexy<br />

giallo esce dal soggiorno, va ad aprire, Antonio si<br />

presenta con una rosa rossa in mano e gliela porge<br />

sorridendo. <strong>Elisabetta</strong> la prende in mano, la guarda seria e<br />

tocca le spine con un <strong>di</strong>to.<br />

ELISABETTA: - (sussurra) Un bel gesto per coprire i sensi <strong>di</strong> colpa<br />

d’un tra<strong>di</strong>mento!<br />

ANTONIO: - ( sorpreso) Cosa hai detto?<br />

ELISABETTA: - (gli gira le spalle) Vieni, an<strong>di</strong>amo nel salotto.<br />

ANTONIO: - (a testa bassa) Scusami se ti ho telefonato all’ultimo<br />

momento, ma non ero sicuro <strong>di</strong> poter venire, infatti da<br />

quando lavoro a Palermo, sono super impegnato.<br />

154


I due si siedono uno accanto all’altro nella poltrona.<br />

<strong>Elisabetta</strong> gioca con la rosa, poi lo fissa negli occhi, lui li<br />

abbassa.<br />

ELISABETTA: - Me ne sono accorta!<br />

ANTONIO: - (rilassandosi) Scusa, ma sono stanco, ti <strong>di</strong>spiace se<br />

mi rilasso un po’?<br />

ELISABETTA: - (mentre posa la rosa sul tavolo) Antonio, pensi<br />

ancora <strong>di</strong> poter venire, domenica prossima, a quella cena?<br />

ANTONIO: - (con gli occhi chiusi) Certo cara, abbiamo<br />

l’appuntamento al ristorante Stella alle venti, con tua<br />

sorella e alcuni amici, quin<strong>di</strong> io passo a prenderti, un pò<br />

prima, va bene?<br />

ELISABETTA: - (brontola) Senti Antonio, se non vuoi venire, devi<br />

solo <strong>di</strong>rmelo, non ti devi sentire obbligato.<br />

ANTONIO: - Non ti preoccupare, ci vengo volentieri.<br />

Chiude su primo piano <strong>di</strong> Antonio, mentre sba<strong>di</strong>glia.<br />

149. Sabato mattina. Esterno. Giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

Il sole splende, <strong>Elisabetta</strong> e Marzia sono sedute nella<br />

panchina davanti a casa.<br />

MARZIA: - Allora, il giocoliere ti ha lanciato il famoso pugnale?<br />

ELISABETTA: - Penso <strong>di</strong> si, però si devono ancora sviluppare le<br />

cause-effetto delle sue azioni, quin<strong>di</strong> dovrai attendere un<br />

po’ per i risultati.<br />

Marzia ride <strong>di</strong>vertita.<br />

ELISABETTA: - Mi ha telefonato ieri da Palermo, per <strong>di</strong>rmi che oggi<br />

sarebbe andato a pescare con i suoi amici.<br />

MARZIA: - Verrà solo domani sera a cena?<br />

155


ELISABETTA: - (brontola) Lui ha assicurato che verrà, ma io sento<br />

che probabilmente mi farà un bidone!<br />

MARZIA: - (conclude) Ottimistiche le tue previsioni!.<br />

Chiude, mentre le due amiche si guardano serie.<br />

150. Domenica sera. Interno. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Corridoio.<br />

<strong>Elisabetta</strong> con un elegante vestito a giacca nero, con<br />

camicetta rossa va avanti e in<strong>di</strong>etro lungo il corridoio, dà<br />

un’occhiata al suo orologio da polso.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo - voice off screen) È inutile che<br />

aspetti, Antonio non verrà, sono già le venti, comunque a<br />

costo <strong>di</strong> arrivare in ritardo alla cena, devo scoprire la<br />

verità, sono troppo impaziente, e poi c’è qualcosa che mi<br />

spinge a farlo, quin<strong>di</strong> telefono al bar che frequenta<br />

Antonio.<br />

<strong>Elisabetta</strong> prende su la cornetta del telefono, <strong>di</strong>gita il<br />

numero.<br />

IL BARISTA: - ( si odono voci concitati e rumori) Pronto!<br />

ELISABETTA: - (ha un attimo <strong>di</strong> esitazione) Mi scusi, mi può<br />

passare Antonio per favore?<br />

IL BARISTA: - Veramente sono due giorni che non lo vedo, però se<br />

vuole, qui ci sono due suoi amici, glieli passo?<br />

ELISABETTA: - (eccitata) Benissimo, grazie!<br />

IL BARISTA: - Ragazzi, c’è una signora che cerca Antonio, vi passo<br />

la cornetta.<br />

RAGAZZI: - Pronto!<br />

ELISABETTA: - È una cosa urgente, ho bisogno <strong>di</strong> parlare subito<br />

con Antonio, sapete dov’è?<br />

UNO DEI DUE RAGAZZI: - (esita) Veramente sono andato a pescare<br />

con Antonio mercoledì, e mi ha detto che avrebbe<br />

156


trascorso il week end con una sua ex ragazza, però non mi<br />

ha detto dove lo avrebbe trascorso.<br />

ELISABETTA: - (impalli<strong>di</strong>sce) La ringrazio, mi è stato <strong>di</strong> grande<br />

aiuto. Buona sera!<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen) Quel vigliacco<br />

non lavora più in Sicilia, ma vuole farmelo credere per<br />

fare i suoi porci como<strong>di</strong>, probabilmente ora è a Palermo<br />

con l’indossatrice.<br />

<strong>Elisabetta</strong> prende la borsetta che ha lasciato nella<br />

poltroncina del salottino nel corridoio, poi esce sbattendo<br />

la porta.<br />

ELISABETTA: - (sbraitando) Mi sta bene, aveva ragione papà<br />

quando mi <strong>di</strong>ceva che i vitelloni scalciano quando meno te<br />

lo aspetti.<br />

151. Lunedì mattina. Interno. Stanza da letto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

<strong>Elisabetta</strong> indossa un paio <strong>di</strong> pantaloni attillati neri, con una<br />

maglia rosa, è seduta sulla poltrona indonesiana vicino<br />

alla finestra. Il sole riflette i suoi raggi nella stanza. È<br />

sopra pensiero, poi d’impulso si alza, va al telefono e<br />

<strong>di</strong>gita un numero.<br />

ELISABETTA: - (sussurrando) Ma perché sto telefonando ad<br />

Antonio in ufficio? Ora capisco, è la stessa forza che ho<br />

percepito ieri sera quando ho telefonato al bar.<br />

SEGRETARIA: - Si, pronto!<br />

ELISABETTA: - Per cortesia, mi può passare Antonio?<br />

SEGRETARIA: - (sicura) Subito signora.<br />

Si odono un po’i rumori.<br />

ANTONIO: - Pronto! Pronto!<br />

157


<strong>Elisabetta</strong> rimane un attimo in linea, poi sbatte la cornetta<br />

sul ricevitore.<br />

ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen) Caro stupido,<br />

non hai a che fare con una cretina che subisce, piange e si<br />

<strong>di</strong>spera senza ribellarsi, io ti perdono, ma tu non mi<br />

meriti, uno del tuo stampo si incontra in tutti gli angoli<br />

delle strade.<br />

<strong>Elisabetta</strong> esce sul balcone, guarda il sole che splende sul<br />

giar<strong>di</strong>no, ascolta gli uccelli cantare e si rilassa.<br />

ELISABETTA: - (borbottando) Ora basta! Ho masticato carne cruda<br />

per ventiquattro ore, mi sembra anche troppo!<br />

152. Il giorno dopo. Ore quattor<strong>di</strong>ci. Interno. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />

Corridoio.<br />

Squilla il telefono, <strong>Elisabetta</strong> esce dalla cucina e va a<br />

rispondere.<br />

ELISABETTA: - Pronto!<br />

<strong>Elisabetta</strong> ha un sussulto nel sentire la voce <strong>di</strong> Antonio.<br />

ANTONIO: - Scusami cara, se non ti ho avvertita prima, ma la<br />

compagnia non mi ha dato il tempo <strong>di</strong> farlo, quattro giorni<br />

fa mi hanno fatto partire all’improvviso e ora non ho<br />

molto tempo, sono all’estero e…..<br />

ELISABETTA: - Finiscila <strong>di</strong> raccontare balle, lo sai che sono<br />

allergica, non sei all’estero, ma a Forlì, so anche che hai<br />

trascorso il week end con Stella in Sicilia….<br />

ANTONIO: - ( balbettando) Co- cosa <strong>di</strong>ci, io te lo posso provare!.<br />

ELISABETTA: - (con tono canzonatorio) Purtroppo devo ammettere<br />

che sei peggio <strong>di</strong> Mauro, è inutile che insisti, ieri ti ho<br />

chiamato al telefono in ufficio, poi ti ho sbattuto la<br />

cornetta in faccia, ma tu non te ne sei neanche accorto.<br />

158


ANTONIO: - (stupito ) Ma ti sei sbagliata, io non ero in ufficio!<br />

ELISABETTA: - (sospira) Quant’è deludente sentirti mentire così<br />

spudoratamente, ai miei occhi sei <strong>di</strong>ventato una nullità,<br />

non dovrò neanche soffrire per <strong>di</strong>menticarti, mi fai pena.<br />

ANTONIO: - (brontola) Ti assicuro <strong>Elisabetta</strong> che è stata solo una<br />

scappatella, con una turista, lei è già partita, non la vedrò<br />

più e…<br />

ELISABETTA: - Senti Antonio, finiamola qui, ti perdono, ti auguro<br />

ogni bene, ma io non posso stare con un codardo come te,<br />

quin<strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o.<br />

Sbatte la cornetta sul telefono.Chiude su primo piano <strong>di</strong><br />

Antonio con la cornetta sollevata, mentre riflette<br />

pensieroso e il volto gli si rattrista <strong>di</strong> colpo.<br />

153. Quin<strong>di</strong>ci giorni dopo. Mattino. Esterno. Giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong><br />

<strong>Elisabetta</strong>.<br />

Viola ed <strong>Elisabetta</strong> sono sedute sotto il gazebo, nel giar<strong>di</strong>no,<br />

in una giornata <strong>di</strong> sole. Intorno si odono gli uccelli<br />

cantare.<br />

VIOLA: - <strong>Elisabetta</strong>, se è vero che niente succede per caso, allora<br />

Mauro e Antonio dovevano incontrarci, per subire la<br />

lezione che si meritavano, vero?<br />

ELISABETTA: - (sorridendo) Certo, anche Gesù ha detto che<br />

raccoglieremo ciò che seminiamo.<br />

VIOLA: - (riflettendo) Da dove te le ha scritte le cartoline<br />

Antonio?<br />

ELISABETTA: - Da alcuni luoghi <strong>di</strong> montagna, a lui piaceva fare<br />

lunghe passeggiate.<br />

VIOLA: - Sento che un giorno o l’altro t’imbarcherai e resterò<br />

sola! Io non sono Antonio, per lui hai rifiutato tanti<br />

imbarchi.<br />

ELISABETTA: - (sorride) A proposito, ieri mi ha telefonato il capo,<br />

fra alcuni giorni devo partire per i Caraibi, per sostituire<br />

una mia collega che ha dei problemi.<br />

159


VIOLA: - (si alza in pie<strong>di</strong> ) Ecco lo sapevo, ma allora quando<br />

inizieremo a scrivere le nostre avventure, con i due<br />

volgari artigiani dell’amore?<br />

ELISABETTA: - Fra una decina <strong>di</strong> mesi, quando finirà il mio<br />

contratto.<br />

Le due donne si alzano e s’avviano lungo il giar<strong>di</strong>no.<br />

VIOLA: - (sbraita) Cosa, <strong>di</strong>eci mesi, ma sei impazzita?<br />

LISABETTA: - (ride ) Per niente, partirò da Roma, volerò a Parigi,<br />

raggiungerò Ponte-a-Pitre, nell’isola <strong>di</strong> Guadeloupe e mi<br />

imbarcherò sulla nave tedesca “Berlin”<br />

VIOLA: - (stupita) Cavolo, mi tocca anche invi<strong>di</strong>arti!<br />

<strong>Elisabetta</strong> scoppia a ridere, poi prende a braccetto Viola.<br />

VIOLA: - Santo cielo, ma allora si stanno avverando alcuni sogni<br />

che mi hai raccontato poco tempo fa, tra cui ce n’era uno<br />

dove tu e tuo padre prendevate il sole in una spiaggia dei<br />

Caraibi!<br />

ELISABETTA: - (felice) Certo, papà intende <strong>di</strong>rmi che mi starà<br />

vicino, d’altronde molti gran<strong>di</strong> del passato la sapevano<br />

lunga sull’esistenza dell’altra <strong>di</strong>mensione, per esempio<br />

Einstein, Pitagora, Shakespeare e tanti altri.<br />

VIOLA: - Ah, davvero, ma che cos’hanno detto?<br />

ELISABETTA: - Bene, ti cito il grande Shakespeare, che ha<br />

affermato: “ Ci sono più cose in cielo e in terra <strong>di</strong> quello<br />

che la vostra immaginazione possa concepire”.<br />

VIOLA: - Tu ci cre<strong>di</strong>, vero?<br />

ELISABETTA: - (riflettendo) Non solo, so che ha affermato una<br />

grande verità. Ma tu piuttosto, preparati, perché al mio<br />

ritorno scriveremo il libro dal titolo “I Volgari Artigiani<br />

dell’amore”.<br />

VIOLA: - (felice ) Se un giorno quel libro sarà pubblicato, sono<br />

sicura che Mauro drizzerà le antenne e, come un falco ad<br />

ali spiegate, si tufferà su <strong>di</strong> me, per spillarmi il denaro che<br />

avrò guadagnato.<br />

160


Chiude su primo piano delle due amiche che si guardano,<br />

poi scoppiano a ridere.<br />

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