Foto di Elisabetta Errani Emaldi - Estro-Verso
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<strong>Foto</strong> <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> <strong>Errani</strong> Emal<strong>di</strong><br />
1
I Volgari Artigiani<br />
dell’Amore<br />
Sceneggiatura <strong>di</strong><br />
<strong>Elisabetta</strong> <strong>Errani</strong> Emal<strong>di</strong><br />
(S.I.A.E.)<br />
Copyright 2011. All rights reserved<br />
Soggetto<br />
<strong>Elisabetta</strong> <strong>Errani</strong> Emal<strong>di</strong><br />
Ivana Tarroni<br />
Sottotitolo<br />
Incontri particolari <strong>di</strong> due amiche a contatto con le<br />
arti marziali <strong>di</strong> eventuali agenti segreti pieni <strong>di</strong><br />
passione e i poteri psichici <strong>di</strong> una<br />
<strong>di</strong> loro che scopre i loro segreti.<br />
Quando le attrazioni o repulsioni non avvengono mai<br />
per caso, ma per condurci lungo il sentiero<br />
dell'evoluzione interiore.<br />
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2
Personaggi<br />
1. Rosina, madre <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, italiana anni sessantatre.<br />
2. Viola, amica <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, italiana, anni quarantatre.<br />
3. Marzia, amica <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, trentunenne, italiana.<br />
4. <strong>Elisabetta</strong>, trentaseienne, italiana.<br />
5. Mauro, quarantaseienne, ragazzo <strong>di</strong> Viola. Gigolo.<br />
6. Michele, trentenne, me<strong>di</strong>co, amico <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
7. Una cameriera.<br />
8. Un cameriere, una coppia <strong>di</strong> clienti.<br />
9. Coppia <strong>di</strong> quarantacinquenni. Lei molto bella e bionda.<br />
10. Padre <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, sessantaquattrenne, italiano.<br />
11. Una coppia che si bacia.<br />
12. Un amico <strong>di</strong> Viola sui quarant’anni.<br />
13. Rosa la proprietaria della locanda. Cinquantenne<br />
romagnola.<br />
14. Tre attori (un abate, due antichi romani). Spettatori.<br />
15. Antonio, amico <strong>di</strong> Mauro, trentenne.<br />
16. Un uomo con l’arco e un gondoliere.<br />
17. Un ammiratore <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
18. Due coppie. Una donna con un cesto <strong>di</strong> rose colori<br />
misti.<br />
19. Alcuni passeggeri che scendono dal treno.<br />
20. Valdettaro, capo <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> a Genova.<br />
21. Un cameriere.<br />
22. Una anziana signora con lunghi capelli bion<strong>di</strong>.<br />
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3
23. Una chiromante e alcuni turisti a Barcellona..<br />
24. Il proprietario <strong>di</strong> una concessionaria.<br />
25. Una coppia <strong>di</strong> anziani in pie<strong>di</strong> al bar.<br />
26. Rossana, sorella <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> trentanovenne, italiana.<br />
27. Un marinaio e un gruppo <strong>di</strong> passeggeri.<br />
28. Una barca con il barcaiolo, alcuni turisti.<br />
29. Una dottoressa, un infermiere, alcune persone in<br />
attesa.<br />
30. Clau<strong>di</strong>o, il cugino <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> e alcuni passanti.<br />
31. Un’infermiera.<br />
32. Due amici <strong>di</strong> Antonio.<br />
33. Un barista.<br />
34. Due amici <strong>di</strong> Antonio, gli stessi del sogno Sc. 140.<br />
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4
Prima dei titoli<br />
0. Dissolvenza in apertura<br />
(<strong>di</strong>ssolve to fade-in).<br />
Sullo schermo nero appare una <strong>di</strong>citura:<br />
Se io viaggiassi con due compagni, troverei in<br />
loro due maestri, imiterei le loro buone qualità<br />
e mi guarderei dai <strong>di</strong>fetti che avessi a<br />
riscontrare in loro.<br />
Dissolvenza in chiusura (Dissolve to fade-out)<br />
5<br />
Confucio<br />
1. Esterno. Veduta aerea al tramonto delle campagne intorno a<br />
Fusignano e centro, piazza Corelli.<br />
Lentamente il nero svanisce in un tramonto dai colori<br />
primaverili, dove frotte d’uccelli danzano cinguettando<br />
contro il sole pallido. I titoli scorrono ad intervalli, mentre<br />
incominciano a <strong>di</strong>stinguersi i contorni sempre più niti<strong>di</strong><br />
delle campagne intorno a Fusignano, che corrono<br />
sconfinate all’orizzonte.<br />
Appare in lontananza Fusignano, che s’avvicina e <strong>di</strong>venta<br />
sempre più grande. Ripresa del centro, piazza con la<br />
vecchia chiesa bianca e il campanile.<br />
Chiu<strong>di</strong> sul titolo/Main Title.<br />
I Volgari Artigiani dell’Amore<br />
2.Esterno. Centro Fusignano, piazza Corelli, portici. Ventotto<br />
marzo 1988.
Sull’inquadratura della vecchia chiesa antistante piazza<br />
Corelli appare una scritta: 28 marzo 1988 .<br />
Primo piano (close up ) <strong>di</strong> Rosina, madre <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, una<br />
donna <strong>di</strong> sessantatre anni, capelli castani e mossi, viso<br />
rotondo, occhi scuri, corporatura normale, me<strong>di</strong>a altezza;<br />
indossa un vestito a giacca blu, attraversa la piazza della<br />
chiesa nuova, entra sotto i portici <strong>di</strong> fronte a piazza<br />
Corelli, cammina sopra pensiero, stacco su (cut to)<br />
un’auto rossa che sbuca da via Emal<strong>di</strong> e costeggia i<br />
portici, l'autista frena all’improvviso e si ferma, poi<br />
abbassa il finestrino per parlare con Rosina. È Viola, una<br />
donna robusta, sui quarantatre anni, viso rotondo, occhi<br />
scuri, capelli rossi lunghi e ricci, indossa un maglione<br />
nero, sorride a Rosina. Questa ricambia e, guardandosi<br />
intorno, attraversa la strada e raggiunge Viola.<br />
ROSINA: - Ciao Viola!<br />
VIOLA: - Ciao Rosina, mi sai <strong>di</strong>re quando torna <strong>Elisabetta</strong> dal giro<br />
del mondo?<br />
ROSINA: - (felice) La nave attraccherà domani pomeriggio nel<br />
porto <strong>di</strong> Genova, ma lei arriverà a casa solo dopodomani.<br />
VIOLA: - (avvia l’auto) Verrò a farle visita! Ma ora devo andare,<br />
mi sono fermata in una posizione pericolosa!<br />
Chiude, Rosina la saluta con la mano e Viola parte<br />
velocemente. Dissolvenza incrociata (Dissolve to fade<br />
over).<br />
3. Esterno. Mattino. Paesaggio <strong>di</strong> campagna. Via Sotto Fiume.<br />
Si ode la voce fuori campo <strong>di</strong> Viola sulla scena 3 bis che<br />
segue.<br />
VIOLA: - Finalmente domani rivedrò <strong>Elisabetta</strong>,<br />
quell’extraterrestre che non è altro! Si, perché per me lei<br />
è un’aliena: i suoi pie<strong>di</strong> non poggiano per terra, ma<br />
sembra volare. Devo ammettere che vive veramente in<br />
un’altra <strong>di</strong>mensione, dove ha trovato la sua vera indole, è<br />
sempre allegra, ironica, equilibrata, altruista. Ammiro la<br />
6
3 bis.<br />
forza d’animo con cui affronta ogni avversità della vita. Da<br />
molti anni il dolore non la tocca più, perché vita e morte<br />
per lei sono la stessa cosa.<br />
L’immagine percorre un paesaggio <strong>di</strong> campi <strong>di</strong> peschi e meli<br />
fioriti, sotto un sole brillante <strong>di</strong> primavera, con voli e<br />
cinguettii <strong>di</strong> passeri, nel cielo limpido che sfuma in nuvole<br />
bianche all’orizzonte. Poi si sposta sulla via Sotto fiume e<br />
inquadra Viola che pedala felice sulla sua bicicletta,<br />
capelli al vento, il vestito bianco con papaveri rossi che<br />
danza ad ogni pedalata: pensierosa costeggia il rivale<br />
verde del fiume Senio.<br />
Primo piano <strong>di</strong> Viola, che ha un flash back (scena 4 che<br />
segue).<br />
4. Interno stanza da letto <strong>di</strong> Viola.<br />
Viola è seduta sul letto con un vestito bianco, intorno a lei<br />
sul copriletto rosa ci sono delle lettere e cartoline<br />
provenienti da alcuni Paesi del mondo. La stanza è ampia,<br />
tende lunghe e bianche in pizzo, letto in ferro battuto con<br />
angelo rosa in gesso appeso sopra, mobili bianchi. Viola<br />
prende in mano una cartolina <strong>di</strong> Singapore, la guarda, la<br />
posa sul letto e ne prende un’altra <strong>di</strong> Bali, sorride, la gira.<br />
VIOLA: - Un saluto dall’isola del Para<strong>di</strong>so. Con affetto,<br />
<strong>Elisabetta</strong>.<br />
Stacco sulle campagne fiorite circostanti. Campo me<strong>di</strong>o su<br />
Viola che pedala pensierosa.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo) Ti invi<strong>di</strong>o <strong>Elisabetta</strong>, quanto vorrei<br />
poter viaggiare tanto come fai tu!<br />
Chiude su primissimo piano (close up) <strong>di</strong> un ramo <strong>di</strong> pesco<br />
fiorito.<br />
7
5. Fusignano. Pomeriggio. Interno. Casa dei genitori <strong>di</strong><br />
<strong>Elisabetta</strong>. Stanza da letto.<br />
<strong>Elisabetta</strong>, trentaseienne, alta, snella, occhi scuri a<br />
mandorla, capelli neri con taglio alla Cleopatra, indossa<br />
una gonna rossa, stretta e corta, blusa nera e rossa, stile<br />
orientale con collo alla coreana, trascina la grossa valigia,<br />
vicino al letto, su cui con uno sforzo la mette e la apre. La<br />
finestra è aperta. Raggi <strong>di</strong> sole entrano nella stanza<br />
accompagnati da piccole folate <strong>di</strong> vento che muovono le<br />
tende bianche, con coperture in batik a fantasie ver<strong>di</strong><br />
bianche e marrone chiaro dello stesso colore dei mobili. Il<br />
letto basso è appoggiato alla libreria piena <strong>di</strong> oggetti vari.<br />
Accanto alla libreria un arma<strong>di</strong>o basso della stessa<br />
altezza, con la superficie costellata <strong>di</strong> conchiglie piccole e<br />
gran<strong>di</strong>. Quadri alle pareti. Scrivania con grande abat-jour,<br />
appeso sopra cartina geografica del mondo intero. Mentre<br />
prende dei vestiti dalla valigia e li mette nell’arma<strong>di</strong>o, ode<br />
il campanello <strong>di</strong> casa che squilla, poi la porta che si apre e<br />
la voce della madre.<br />
ROSINA: - Ciao Viola, <strong>Elisabetta</strong> è nella sua stanza, vai pure.<br />
Si odono i passi <strong>di</strong> Viola salire le scale ed <strong>Elisabetta</strong><br />
s’affretta a cercare qualcosa dentro la valigia, ne estrae<br />
un pacchettino e lo posa sul letto, alza gli occhi e vede<br />
apparire sulla soglia della porta l'amica, le va incontro<br />
felice, poi si abbracciano.<br />
ELISABETTA: - (abbracciandola) Allora selvatica, come stai ?<br />
VIOLA: - (staccandosi) Bene, grazie! Com’è andato il giro del<br />
mondo?<br />
<strong>Elisabetta</strong> sorride, poi prende il pacchetto sul letto, lo allunga<br />
all’amica.<br />
ELISABETTA: - Favoloso!<br />
VIOLA: - (eccitata, apre il pacchetto) Dovevo aspettarmelo, non ti<br />
<strong>di</strong>mentichi mai <strong>di</strong> me!<br />
8
Viola estrae dal pacchetto una statua <strong>di</strong> Buddha in pietra<br />
nera (stacco su primo piano del Buddha, cut to close up).<br />
Stacco su campo me<strong>di</strong>o (cut to me<strong>di</strong>um long shot) delle<br />
due amiche.<br />
ELISABETTA: - Passeggiavo per le vie <strong>di</strong> Madras, quando ho visto<br />
uno scultore in<strong>di</strong>ano in un piccolo laboratorio all’aperto,<br />
che scolpiva il Buddha su pietre nere<br />
Viola s’avvicina all’amica, la bacia su una guancia.<br />
VIOLA: - Grazie, è un regalo molto gra<strong>di</strong>to!<br />
Viola si siede sul letto accanto alla valigia.<br />
VIOLA: - Allora, verrai a ballare allo Stork Club <strong>di</strong> Milano<br />
Marittima, giovedì sera?<br />
L'altra prende una gruccia dall’arma<strong>di</strong>o e ci mette un<br />
vestito che ha preso dalla valigia.<br />
ELISABETTA: - Molto volentieri, ho proprio voglia <strong>di</strong> ballare.<br />
Viola prende dalla valigia un body in pizzo nero e lo guarda.<br />
VIOLA: - Bello, dovrò comprarne uno anch’io, devo incantare un<br />
serpente a sonagli con una danza dell’amore.<br />
<strong>Elisabetta</strong> lascia cadere la gruccia con il vestito dentro la<br />
valigia e si siede accanto a Viola; insieme scoppiano a<br />
ridere. Chiude su primo piano delle due amiche, mentre<br />
ridono <strong>di</strong>vertite. Dissolvenza (<strong>di</strong>ssolve to).<br />
6. Notte. Esterno. Interno auto <strong>di</strong> Viola. Statale 16. Viale<br />
costeggiato da pini. Stork Club<br />
9
La vettura <strong>di</strong> Viola sfreccia sulla statale 16, svolta<br />
all’incrocio per Milano Marittima lungo il viale, stacco (cut<br />
to) interno auto.<br />
VIOLA: - Eh! Girovaga, che effetto ti fa essere tornata nel tuo<br />
piccolo mondo nativo?<br />
ELISABETTA: - (sorride) Forse non mi crederai, ma è sempre<br />
emozionante tornare nel mio piccolo mondo antico.<br />
Viola rallenta e gira sulla strada che porta allo Stork Club.<br />
VIOLA: - Credo che lasciare una bella nave da crociera come il<br />
Danae sia triste.<br />
ELISABETTA: - (pensierosa) Non per me, perché poi mi imbarcherò<br />
su altre navi ancora più belle.<br />
Stacco (cut to) sullo Stork Club che appare in lontananza,<br />
pieno <strong>di</strong> luci e avvolto da miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> piumini lasciati cadere<br />
dai pioppi in fiore, dando l’impressione <strong>di</strong> farfalle<br />
trasparenti che danzano intorno nel buio della notte.<br />
Stacco sull’auto, mentre entra nel piazzale e parcheggia,<br />
poi il motore si spegne.<br />
7. Notte. Interno. Stork Club.<br />
Lo Stork Club è composto <strong>di</strong> due gran<strong>di</strong> sale: nella prima<br />
una pista da ballo con <strong>di</strong> fronte, su un piano rialzato, il bar<br />
con poltrone e alcune statue, l'altra sala <strong>di</strong> fianco ha una<br />
grande pista con un palco, dove si esibisce il complesso.<br />
Le due amiche sono sedute ad un tavolino vicino alla<br />
pista, mentre l’orchestra suona alcuni brani romantici<br />
degli anni sessanta. La sala è piena <strong>di</strong> uomini e donne che<br />
camminano avanti e in<strong>di</strong>etro, alcune coppie ballano lenti e<br />
si stringono dolcemente. <strong>Elisabetta</strong> indossa un paio <strong>di</strong><br />
pantaloni neri attillati con una giacca color argento e un<br />
giro collo <strong>di</strong> pietre <strong>di</strong> quarzo. Viola ha un vestito a giacca<br />
color ruggine e un collier d’oro. La prima vede un uomo<br />
alto, elegante, <strong>di</strong> bell’aspetto, occhi neri, viso rotondo,<br />
capelli scuri, un po’ stempiato che fissa Viola da alcuni<br />
metri.<br />
10
ELISABETTA: - Eh, Viola, il primo falco ti sta <strong>di</strong>vorando con gli<br />
occhi, gli mancano un pò <strong>di</strong> piume in testa, ma non è<br />
male.<br />
Viola scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita, intanto l’uomo le si<br />
avvicina.<br />
VIOLA: - (brontola) Purtroppo quelli che piacciono a me non mi<br />
vedono.<br />
<strong>Elisabetta</strong> sorride, ma non ha il tempo <strong>di</strong> rispondere, perché<br />
il tizio si siede accanto a Viola.<br />
TIZIO: - Ciao, belle signore, posso offrirvi un drink?<br />
VIOLA: - Volentieri, grazie!<br />
Si avvicina un giovane <strong>di</strong> bella presenza, alto, robusto,<br />
capelli corti e neri, occhi scuri, bel viso, elegantemente<br />
vestito; il tizio accanto a Viola si alza in pie<strong>di</strong>.<br />
TIZIO: - Questo è Michele, un mio amico, io mi chiamo Mauro.<br />
<strong>Elisabetta</strong> si alza in pie<strong>di</strong>, stringe le mani ai due uomini.<br />
ELISABETTA: - Lei si chiama Viola, io <strong>Elisabetta</strong>.<br />
MICHELE: - Onorato!<br />
MICHELE: - (rivolgendosi ad <strong>Elisabetta</strong>) Posso sedermi accanto a<br />
te?.<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Prego.<br />
Intanto Mauro chiama una cameriera che sta passando.<br />
MAURO: - Bellezza, vuoi de<strong>di</strong>carmi un minuto?<br />
La donna si ferma e sorridendo prende il blocchetto e la<br />
penna dal taschino.<br />
11
MAURO: - Allora, belle donne, cosa posso offrirvi?<br />
VIOLA: - Per noi va bene un cocktail alla frutta.<br />
MAURO: - (alla cameriera) Bene, quattro cocktails alla frutta,<br />
grazie.<br />
La cameriera se ne va, la voce <strong>di</strong> Ray Charles canta<br />
“Yesterday” vibrando intorno.<br />
Michele si alza in pie<strong>di</strong>, prende una mano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
MICHELE: - <strong>Elisabetta</strong>, vuoi concedermi questo lento?<br />
Lei compiaciuta si alza e lo segue sulla pista, dove iniziano a<br />
ballare.<br />
Stacco su (cut to) Viola che osserva l’amica mentre balla,<br />
con un po’ d’invi<strong>di</strong>a.<br />
VIOLA: - (brontolando) Scusami, ma stasera sono un po’ noiosa.<br />
Mauro intuisce che la donna non gra<strong>di</strong>sce la sua compagnia<br />
e per attrarre la sua attenzione si toglie la giacca, tira su<br />
la manica della camicia del braccio sinistro, si massaggia i<br />
muscoli dell’avambraccio.<br />
MAURO: - (fissandola) Oggi in palestra ho esagerato e ora mi<br />
sento un po’ indolenzito.<br />
VIOLA: - (annoiata) Non sarà una scusa per mettere in mostra i<br />
tuoi muscoli alla Tarzan?<br />
Mauro scoppia a ridere <strong>di</strong>vertito, poi la fissa dall’alto in<br />
basso.<br />
MAURO: - Un po’ <strong>di</strong> palestra farebbe bene anche a te. Altrimenti<br />
posso darti alcuni consigli per <strong>di</strong>magrire in fretta.<br />
12
Viola lo fissa scandalizzata, intanto arriva la cameriera,<br />
mette i cocktails sul tavolino e sorridendo presenta il<br />
conto a Mauro che, tira fuori il portafoglio dalla giacca e le<br />
allunga una banconota da cinquantamila.<br />
MAURO: - Grazie fanciulla! Tieni pure il resto.<br />
LA CAMERIERA: - (felice) Grazie a lei, buona notte!<br />
<strong>Elisabetta</strong> e Michele raggiungono il tavolo, si siedono.<br />
ELISABETTA E MICHELE: - Grazie Mauro!<br />
<strong>Elisabetta</strong> beve un sorso, fissa Viola che, mentre sorseggia<br />
il suo drink, appare seccata. Poco dopo Viola sbatte il<br />
bicchiere sul tavolo.<br />
VIOLA: - <strong>Elisabetta</strong>, vieni che an<strong>di</strong>amo a vedere se è arrivata la<br />
nostra amica Maria.<br />
<strong>Elisabetta</strong> si alza in pie<strong>di</strong> e segue l’amica.<br />
ELISABETTA: - Scusate un attimo, torniamo subito.<br />
Gli uomini non rispondono. Stacco su (cut to) le due donne<br />
che attraversano la sala e si <strong>di</strong>rigono verso la toilette.<br />
8. Interno toilette.<br />
VIOLA: - (brontolando) Scusami se ho messo in atto il piano per<br />
gli scocciatori, ma non ne posso più <strong>di</strong> quel gorilla<br />
spelacchiato, della sua palestra e dei suoi consigli<br />
<strong>di</strong>etetici, insomma non mi piace.<br />
<strong>Elisabetta</strong> scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita, si siede sulla poltrona<br />
<strong>di</strong> fronte ai lavan<strong>di</strong>ni con sopra gran<strong>di</strong> specchi.<br />
ELISABETTA: - Non ti capisco, quello è il migliore <strong>di</strong> tutti gli uomini<br />
che hai avuto tu, così fine ed elegante!<br />
13
VIOLA: - (con un fil <strong>di</strong> voce) Dici sul serio?<br />
<strong>Elisabetta</strong> alzandosi in pie<strong>di</strong>.<br />
ELISABETTA: - (seria) Certo, an<strong>di</strong>amo, ci stanno aspettando e<br />
cerca <strong>di</strong> guardarlo meglio.<br />
Viola poco convinta segue l’amica.<br />
VIOLA: - (brontolando) Ho capito, dovrò fare uno sforzo, poiché a<br />
te piace Michele.<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Avanti Viola, sono due tipi simpatici,<br />
in fondo vogliamo solo <strong>di</strong>vertirci.<br />
VIOLA: - (sbotta) Eh, cara mia, tu la sai lunga.<br />
Le due donne raggiungono il tavolo, mentre le note allegre<br />
<strong>di</strong> un motivo vibrano in sala.<br />
MICHELE: - Che ne <strong>di</strong>reste <strong>di</strong> tuffarci tutti insieme sulla pista?<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Buon’idea, an<strong>di</strong>amo.<br />
I quattro vanno in pista e si scatenano allegramente fra i<br />
ballerini. Finalmente Viola ride e scherza con Mauro.<br />
MAURO: - (gridando per farsi sentire) Che ne <strong>di</strong>reste se giovedì<br />
prossimo vi invitassi tutti fuori a cena?<br />
Le ragazze sorridono felici.<br />
MICHELE: - Vi invitiamo, non <strong>di</strong>te <strong>di</strong> no, vi prego.<br />
ELISABETTA: - Ah! Va bene allora!.<br />
MAURO: - (all’orecchio <strong>di</strong> Michele) Così dopo cena spenneremo le<br />
due pollastrelle!<br />
Le ragazze scoppiano a ridere.<br />
14
ELISABETTA: - Vedremo se sarete capaci <strong>di</strong> convincere le<br />
pollastrelle a farsi spennare.<br />
Chiude su primo piano dei quattro che ballano e si <strong>di</strong>vertono<br />
felici. Dissolvenza.<br />
9. Notte. Esterno interno auto. Campagne. Viale e stazione <strong>di</strong><br />
Lugo.<br />
Un'auto sfreccia lungo una strada <strong>di</strong> campagna. Nella notte<br />
buia i raggi della luna illuminano la vettura e i campi<br />
d’argento. Stacco (cut to) interno auto. Viola indossa un<br />
vestito a giacca nero con camicetta gialla, <strong>Elisabetta</strong> un<br />
completo rosso vino e foulard intonato e guida in silenzio.<br />
VIOLA: - Cosa ne pensi <strong>di</strong> quei due cow-boy?<br />
ELISABETTA: - Di cosa ti preoccupi, non dobbiamo mica sposarli.<br />
L’auto entra nel viale della stazione <strong>di</strong> Lugo.<br />
VIOLA: - Figurati, chi vuole mai sposare quel gorilla.<br />
<strong>Elisabetta</strong> sorride, rallenta e, mentre gira nella piazza della<br />
stazione, vede i due uomini in pie<strong>di</strong> appoggiati ad una<br />
scintillante Scirocco 2000, grigio perla, con i due sportelli<br />
anteriori aperti. Stacco su campo me<strong>di</strong>o (cut to me<strong>di</strong>um<br />
long shot) <strong>di</strong> Mauro e Michele.<br />
ELISABETTA: - Guardali che belli, Mauro sembra l’eterno cow-boy e<br />
Michele una mummia imbalsamata!<br />
Le due amiche scendono dalla vettura ridendo. Come le<br />
vedono, i due vanno loro incontro e le accolgono con un<br />
bacio sulla guancia.<br />
MAURO: - (serio) Allora, fanciulle, ve lo siete fatto il bidè ?<br />
15
ELISABETTA: - Certo, un mese fa!<br />
MAURO: - Complimenti, sarete profumate!<br />
Una risata collettiva esplode intorno. Intanto dal<br />
mangianastri dell’auto si <strong>di</strong>ffonde una musica violenta che<br />
fa vibrare l’auto e una voce che canta.<br />
A VOCE: - Gesù gridò a Giuda: “Prima che il pollo canti tre volte tu<br />
mi tra<strong>di</strong>rai!”<br />
ELISABETTA: - Insomma cos’è questo schifo? !<br />
I DUE UOMINI: - (stupiti) Ma come, non li conoscete, sono gli<br />
Squallor!<br />
ELISABETTA: - Che sono uno squallore lo capisco anch’io!<br />
VIOLA: - (ridendo) Ma li ho sentiti, sono quelli che cantano la<br />
canzone del figlio Piero.<br />
Michele apre lo sportello posteriore della Scirocco,<br />
<strong>Elisabetta</strong> sale e lui le si siede accanto, mentre Mauro e<br />
Viola salgono davanti. Mauro mette gli occhiali per<br />
guidare, avvia l’auto e parte.<br />
10. Autostrada per Rimini. Esterno/interno auto. Molo <strong>di</strong><br />
Riccione.<br />
La Scirocco sfreccia a centocinquanta all’ora sull’autostrada<br />
per Rimini, sorpassa alcune auto a tutto gas. Stacco (cut<br />
to) interno auto: Viola ha la mano sul cambio con sopra<br />
quella <strong>di</strong> Mauro, che continua a spingere l’acceleratore e<br />
raggiunge i duecento.<br />
ELISABETTA: - (preoccupata) Gui<strong>di</strong> molto bene Mauro, ma ti prego,<br />
rallenta!<br />
MAURO: - Ma guarda che io ho fatto anche dei rally, perciò ti puoi<br />
fidare.<br />
VIOLA: - (stupita) Sai che cominci a piacermi.<br />
16
<strong>Elisabetta</strong> scoppia a ridere.<br />
ELISABETTA: - Non perdere la testa Viola, quest’auto è come<br />
quella <strong>di</strong> James Bond, fra poco Mauro spinge un bottone e<br />
ti catapulta fuori dalla macchina.<br />
VIOLA: - (brontola ) Non credo, mi ha appena incontrata.<br />
MAURO: - (sussurra) Sei la mia stella lucente, come potrei<br />
catapultarti fuori.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e Michele scoppiano in una risata.<br />
MICHELE: - Se continui così, ce la fai.<br />
Poi cerca <strong>di</strong> abbracciare <strong>Elisabetta</strong>, che con delicatezza si<br />
toglie <strong>di</strong> dosso le sue grosse braccia, ma Michele continua.<br />
ELISABETTA: - Senti, piccolo selvatico, smettila <strong>di</strong> buttarmi<br />
addosso i tuoi tentacoli, sei peggio <strong>di</strong> un polipo ubriaco.<br />
Gli amici scoppiano a ridere. Mauro rallenta <strong>di</strong> colpo, esce<br />
dall’autostrada.<br />
MAURO: - Non t’arrendere Michele, dacci sotto!<br />
Una risata collettiva esplode, intanto Mauro spinge a tutto<br />
gas l’acceleratore, raggiunge un incrocio a Riccione col<br />
semaforo rosso, dà un’occhiata e passa rombando.<br />
GLI AMICI: - Disgraziato!<br />
ELISABETTA: - Incosciente, ci vuoi fare stirare tutti!<br />
MAURO: - (esaltato) Ma cosa <strong>di</strong>te, qui a Riccione, quando mi<br />
vedono, fuggono tutti!<br />
VIOLA: - (seria) Ah, ma sei così famoso!?<br />
MICHELE: - (ridendo ) È il minimo che può succedere a un boss del<br />
tuo calibro.<br />
17
Viola è preoccupata, si gira e fissa seria <strong>Elisabetta</strong>.<br />
Raggiungono il molo <strong>di</strong> Riccione e si fermano, le due<br />
amiche escono in fretta dallo stesso lato della vettura,<br />
mentre Viola ha il tempo <strong>di</strong> sussurrare qualcosa<br />
all’orecchio <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
VIOLA: - Sono preoccupata, non saranno per caso dei trafficanti <strong>di</strong><br />
droga o <strong>di</strong> armi?<br />
ELISABETTA: - (sorride) Lo sai che hai una fantasia spiccata,<br />
potresti scrivere romanzi gialli.<br />
Viola si rilassa e sorride.<br />
Chiude su panoramica (close up to pan - shot) del ristorante<br />
sul molo <strong>di</strong> Riccione, avvolto da argentei raggi lunari che<br />
s’allungano sulle acque nere e mosse da leggere folate <strong>di</strong><br />
vento. Dissolvenza.(<strong>di</strong>ssolve to).<br />
11. Riccione. Notte. Interno Ristorante.<br />
I quattro sono seduti ad un lungo tavolo <strong>di</strong> fronte ad una<br />
vetrata con una finestra che dà sul mare. Al centro della<br />
sala una coppia <strong>di</strong> clienti sta mangiando e ogni tanto<br />
ridono <strong>di</strong>vertiti. Il locale è rustico, l’unica nota piacevole è<br />
la vetrata con la finestra, che lascia entrare folate d’aria<br />
fresca e fa intravedere le luci colorate del ristorante, che<br />
danzano allegre sulle acque scure del mare. Sul tavolo<br />
una tovaglia bianca con i tipici <strong>di</strong>segni romagnoli color<br />
celeste, piatti bianchi e bicchieri <strong>di</strong> vetro a calice. Il<br />
cameriere, un uomo alto, magro, capelli e occhi scuri, viso<br />
lungo e pallido, che indossa pantaloni, corpetto nero e<br />
camicia bianca, poco socievole, s’avvicina a Mauro e gli<br />
versa del vino bianco.<br />
MAURO: - Buono!<br />
18
L’uomo ne serve un pò in tutti i bicchieri, poi se ne va e<br />
torna con due cestini <strong>di</strong> pia<strong>di</strong>na romagnola, li posa sul<br />
tavolo in silenzio.<br />
<strong>Elisabetta</strong> fissa il cameriere mentre s’allontana.<br />
ELISABETTA: - Ho la sensazione <strong>di</strong> vedere l’anima reincarnata <strong>di</strong><br />
un maggiordomo venuto dall’oltretomba.<br />
Una risata fragorosa esplode intorno.<br />
MAURO: - (curioso) Cre<strong>di</strong> nella metempsicosi ?<br />
ELISABETTA: - Certo, il corpo umano è il vestito che tiene<br />
prigioniero lo spirito sulla terra. Quando giunge la morte,<br />
il nostro corpo <strong>di</strong>venta polvere, mentre lo spirito, energia<br />
invisibile, al momento opportuno si reincarnerà per fare<br />
esperienza.<br />
MICHELE: - (furioso) Ma che stupidaggini!<br />
MAURO: - (scettico) Infatti ne ho visti tanti tornare!<br />
MICHELE: - (sarcastico) Ma <strong>di</strong>mmi un po’, chi sarebbe ritornato, se<br />
nessuno si è mai fatto vedere?<br />
Un’altra risata collettiva rimbomba intorno. Il cameriere<br />
serve l’antipasto <strong>di</strong> pesce.<br />
ELISABETTA: - Vedo che non siete molto informati, comunque i<br />
me<strong>di</strong>um fungono da canali che mettono in contatto certe<br />
entità <strong>di</strong> valore con questo mondo materializzandosi<br />
spesso sotto forma <strong>di</strong> ectoplasma.<br />
Il cameriere sgrana gli occhi stupito.<br />
MAURO: - (brontola) Sti du marò che io devo <strong>di</strong>ventare un ecto<br />
che?!<br />
19
Un’ennesima risata collettiva esplode intorno, il cameriere<br />
fissa i quattro sentendosi superiore, poi se ne va in<br />
silenzio.<br />
ELISABETTA: - La verità contiene un'energia che conduce l'uomo<br />
evoluto a riconoscerla, mentre la confusione e la cecità<br />
nascono nelle menti che devono ancora fare un certo<br />
percorso per poterla riconoscere.<br />
Gli amici contestano gridando e urlando, mentre <strong>Elisabetta</strong><br />
ride <strong>di</strong>vertita.<br />
MICHELE: - Spiegami, che cosa ti ha spinto ad interessarti al<br />
paranormale?<br />
ELISABETTA: - Quando ho scoperto che molti dei miei sogni erano<br />
premonitori.<br />
MICHELE: - (pensieroso) In tutti questi anni a cosa ti ha portato la<br />
tua ricerca?<br />
ELISABETTA: - (sorride) In un primo momento non credevo nei<br />
sogni premonitori ma, poiché i casi si ripetevano, fui<br />
costretta a fare una ricerca che…<br />
Impaziente Mauro interrompe <strong>Elisabetta</strong><br />
MAURO: - Taglia corto, cos’hai scoperto?<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Agli or<strong>di</strong>ni, maresciallo!<br />
Un’ennesima risata collettiva esplode.<br />
ELISABETTA: - Ho capito che ogni essere umano è come un<br />
<strong>di</strong>amante impuro, che con gli eventi della vita <strong>di</strong> ogni<br />
giorno impara a purificarsi eliminando l’o<strong>di</strong>o, l’invi<strong>di</strong>a,<br />
l’attaccamento alle cose materiali, lasciando così spazio al<br />
sé superiore, che illumina il cammino dell’uomo, con<br />
intuizioni, sogni premonitori, eccetera.<br />
Michele strizza l’occhio alle due amiche.<br />
20
MICHELE: - (sghignazzando) Sai cosa dovrai fare tu, Mauro, per<br />
purificare il tuo <strong>di</strong>amante arrugginito!<br />
I tre scoppiano a ridere, mentre Mauro li guarda sarcastico.<br />
VIOLA: - Senza dubbio avrai bisogno <strong>di</strong> una spazzola <strong>di</strong> ferro, e<br />
forse non basterà.<br />
MICHELE: - Per fare un buon lavoro dovrai lucidarlo con dell’acido<br />
muriatico.<br />
MAURO: - (seccato) Ve lo purifico io il vostro <strong>di</strong>amante, con una<br />
scopata che <strong>di</strong>sintegrerà il vostro spirito!<br />
Un boato <strong>di</strong> risate esplode intorno.<br />
ELISABETTA: - Mauro, possibile che tu non sappia che lo spirito è<br />
in<strong>di</strong>struttibile.<br />
VIOLA: - (provocatoria) Scommetto che, se ti mettiamo alla<br />
prova, tu scappi a gambe levate.<br />
MICHELE: - (sghignazza) E tu cre<strong>di</strong> che un gigolo come lui scappi?<br />
Viola fissa Michele preoccupata.<br />
MICHELE: - Mauro è il miglior vitellone della Riviera romagnola!<br />
ELISABETTA: - (ridendo) Molto bene Viola, ti aspetta un futuro<br />
alquanto eccitante.<br />
Un’altra risata.<br />
VIOLA: - Galletti come lui che promettono chissà cosa, se ne<br />
trovano in tutti gli angoli della città.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e Michele ridono <strong>di</strong>vertiti. Il cameriere intanto<br />
ascolta frastornato, mentre serve due plateaux <strong>di</strong> pesce<br />
misto.<br />
MAURO: - “Mais qu’est-ce que <strong>di</strong>s tu, ma petit” mi stai denudando<br />
del mio orgoglio da conquistatore.<br />
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ELISABETTA E VIOLA: - Mauro, parli anche francese, dove l’hai<br />
imparato?<br />
MAURO: - (orgoglioso) Mais oui, je parle français comme l’italien,<br />
je l’ais appris à l’école!<br />
I quattro si servono il pesce.<br />
MICHELE: - (sghignazza) Si, si l’ha imparato a cavallo <strong>di</strong> molte<br />
francesi, ve lo <strong>di</strong>co io ragazze.<br />
Chiude su primo piano dei quattro, mentre scoppiano a<br />
ridere <strong>di</strong>vertiti. Dissolvenza.<br />
12. Notte. Molo <strong>di</strong> Riccione<br />
Un leggero vento scompiglia i capelli, mentre passeggiano<br />
sotto la luna, lungo il molo <strong>di</strong> Riccione. <strong>Elisabetta</strong> e<br />
Michele camminano in silenzio, <strong>di</strong> tanto in tanto lui si<br />
esibisce in mosse da karatè. Mauro tiene Viola sotto<br />
braccio.<br />
VIOLA: - Certo che con due guerrieri così ben preparati nella<br />
lotta, non avremo paura dell'attacco <strong>di</strong> qualche<br />
violentatore.<br />
ELISABETTA: - (sarcastica) Certo, siamo ben <strong>di</strong>fese, mica tutte<br />
possono vantarsi <strong>di</strong> essere scortate da due Rambo <strong>di</strong><br />
questo calibro!<br />
Michele si gira con una mossa furtiva davanti ad <strong>Elisabetta</strong>.<br />
MICHELE: - (con un sorriso malvagio) Prima che siano gli altri a<br />
violentarvi, lo faremo noi!<br />
Le due amiche si guardano preoccupate, intanto Mauro fissa<br />
Viola con gli occhi pieni <strong>di</strong> desiderio.<br />
MAURO: - Portiamole in pineta e spenniamole sotto un pino.<br />
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Le ragazze scoppiano a ridere.<br />
ELISABETTA: - Sentite un pò, malvagi, non vi preoccupate delle<br />
cause - effetto negative <strong>di</strong> un tale atto, non pensate che<br />
un giorno degli avvoltoi del vostro calibro vi restituiranno<br />
la stessa moneta?<br />
I DUE UOMINI: - Noi non faremmo resistenza, anzi<br />
ringrazieremmo il buon Dio che ce li ha inviati!.<br />
Le ragazze scoppiano a ridere <strong>di</strong>vertite.<br />
MAURO: - (serio) Se io fossi stata una donna avrei fatto la<br />
prostituta <strong>di</strong> lusso!<br />
Un’ennesima risata esplode nella notte. Chiude su primo<br />
piano (close up) <strong>di</strong> alcuni gabbiani che dagli scogli<br />
fuggono verso il cielo scuro e panoramica (pan shot) del<br />
mare nero illuminato dai raggi lunari e del cielo stellato<br />
contro i palazzi <strong>di</strong> Riccione.<br />
13. Notte. Periferia <strong>di</strong> Rimini. Rimini Ponte Augusto. Interno<br />
auto. Molo.<br />
La Scirocco <strong>di</strong> Mauro entra nella periferia <strong>di</strong> Rimini a tutto<br />
gas, sorpassa alcune vetture, rallenta, raggiunge il ponte<br />
Augusto, costeggia il canale.<br />
ELISABETTA: - Dove ci state portando, non abbiamo intenzione <strong>di</strong><br />
farci spennare sotto un pino nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Rimini.<br />
I due uomini scoppiano a ridere.<br />
MAURO: - (sghignazza) Hai ragione, si fa meglio nei letti nel mio<br />
appartamento!<br />
ELISABETTA: - (brontola) Portateci dove volete, ma nella tana del<br />
lupo no!<br />
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VIOLA: - Voglio vedere, noi non entriamo, dovrete trascinarci!<br />
L’auto gira sulla strada che costeggia il mare, poi si ferma in<br />
un luogo deserto, lungo un canale che sbocca sul mare.<br />
Mauro si accende una sigaretta, fuma.<br />
MAURO: - Noi restiamo in macchina, voi andate a fare una<br />
passeggiata.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e Michele scendono dall’auto.<br />
VIOLA: - Ma dove andate, non abbandonatemi nelle grinfie <strong>di</strong><br />
questo predatore!<br />
ELISABETTA: - ( ridendo) Viola, buona fortuna!<br />
Viola guarda i due amici allontanarsi lungo il canale. Mauro<br />
sdolcinato le accarezza il volto, poi l'abbraccia..<br />
MAURO: - (dolcemente) Ma tu sei la mia donna, se vuoi ci<br />
fidanzeremo!<br />
VIOLA: - Ma perché non an<strong>di</strong>amo a sgranchirci le gambe fino al<br />
mare?<br />
Viola tenta <strong>di</strong> svincolarsi dall’abbraccio.<br />
VIOLA: - Sono innamorata <strong>di</strong> un altro!<br />
MAURO: - (seccato) Altro o non altro, adesso qui ci sono io.<br />
Mentre Viola si <strong>di</strong>batte per allontanarlo, Mauro con violenza<br />
l’attira a sé e la bacia appassionatamente. Viola si lascia<br />
andare tra le sue braccia.<br />
VIOLA: - (sorpresa) Non sei affascinante, ma baci bene!<br />
Chiude su primo piano (close up) della coppia, mentre lei lo<br />
fissa stupita.<br />
24
14. Notte. Lungo il canale. Interno auto. Esterno.<br />
Sotto il cielo stellato, lungo il canale, Michele sta dando<br />
alcune <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> karatè a <strong>Elisabetta</strong>.<br />
ELISABETTA: - (sorpresa) Complimenti, potresti darmi qualche<br />
lezione?<br />
In quel mentre odono il clacson <strong>di</strong> un'auto che suona<br />
insistentemente.<br />
MICHELE: - An<strong>di</strong>amo, ci stanno chiamando!<br />
I due raggiungono l’auto.<br />
MAURO: - (con la testa fuori dal finestrino) Avanti, salite, an<strong>di</strong>amo<br />
a bere un drink nel mio appartamento.<br />
I due salgono.<br />
VIOLA: - Muovetevi colombi, continuerete a tubare sull’auto al<br />
suono romantico della cassetta degli Squallor!<br />
Chiude, mentre l’auto parte a tutto gas facendo fischiare le<br />
ruote.<br />
15. Mezzanotte. Interno appartamento <strong>di</strong> Mauro.<br />
Mauro mette la chiave nella toppa e apre la porta. Si entra<br />
<strong>di</strong>rettamente in un elegante salone con mobili antichi, un<br />
enorme quadro con delle palme e magnifica spiaggia al<br />
tramonto occupa quasi tutta la parete davanti al salotto,<br />
un bellissimo vaso con rose rosse <strong>di</strong> raso al centro del<br />
tavolo.<br />
Michele e le due donne si siedono sul <strong>di</strong>vano, intanto Mauro<br />
chiude la porta, si <strong>di</strong>rige ad un arma<strong>di</strong>etto, estrae una<br />
bottiglia <strong>di</strong> whisky e quattro bicchieri, versa l’alcol, passa<br />
un bicchiere a Viola, la prende per un braccio e si infila <strong>di</strong><br />
volata nella stanza da letto trascinandosela <strong>di</strong>etro.<br />
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VIOLA: - (stizzita) Senti lupo mannaro, non ho nessuna voglia <strong>di</strong><br />
farmi accalappiare da te.<br />
Michele ride <strong>di</strong>vertito, intanto si ode la voce <strong>di</strong> Mauro.<br />
MAURO: - Ma cara, voglio darti un po’ d’affetto, poi non vorrai<br />
tenere la candela?<br />
ELISABETTA: - (sorseggiando il whisky) Senti Mauro, non ho<br />
nessuna voglia <strong>di</strong> sedurre il tuo allievo <strong>di</strong> Karatè e<br />
sessuologia!<br />
Esplode una risata collettiva.<br />
MAURO: - (sporge la testa fuori dalla stanza da letto) Mi stai<br />
impressionando, come fai a saperlo?<br />
VIOLA: - (sghignazza) Ti sei <strong>di</strong>menticato che lei ha dei poteri<br />
paranormali?<br />
MAURO: - Bene, usa le tue doti, così dai la possibilità a Michele <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>mostrare al suo professore <strong>di</strong> sessuologia che se la<br />
cava.<br />
<strong>Elisabetta</strong> ride <strong>di</strong>vertita, mentre Michele la fissa con occhi<br />
langui<strong>di</strong> e appassionati.<br />
ELISABETTA: - Guardatelo il “baby” mi sta fissando, ora lo<br />
incanterò come si fa con i serpenti a sonagli, finché tu<br />
Mauro ti deciderai a portarci a casa.<br />
<strong>Elisabetta</strong> lo fissa seria e Michele, che sta alzando le braccia<br />
verso <strong>di</strong> lei, lascia cadere le braccia e rimane immobile,<br />
con gli occhi fissi nel vuoto. <strong>Elisabetta</strong> scoppia a ridere,<br />
ma Michele sembra paralizzato.<br />
16. Interno stanza da letto. Salone.<br />
26
Mobili in legno scuro, grande letto in ferro battuto,<br />
copriletto in velluto rosso, sopra il letto quadro con una<br />
coppia nuda in atteggiamenti intimi. Viola è seduta sul<br />
letto e osserva stupita il quadro, Mauro è steso accanto a<br />
lei e le stringe una mano.<br />
MAURO: - “Ciccina”, durante il “week end” devo andare a Napoli a<br />
fare parte della giuria per un incontro <strong>di</strong> “Full Contact<br />
Karatè”; ti andrebbe <strong>di</strong> venire con me?<br />
VIOLA: - (indecisa) Scusami, ma per ora non me la sento.<br />
MAURO: - (deluso) Ti telefonerò sabato da Napoli.<br />
Mauro le si getta addosso e la stende sul letto.<br />
VIOLA: - (grida) Oh, ma che intenzioni hai ?<br />
MAURO: - “Ma petite”, voglio solo baciarti!<br />
VIOLA: - Ti sembra poco baciarmi?<br />
Viola cerca <strong>di</strong> liberarsi del peso del corpo <strong>di</strong> lui che le sta<br />
sopra.<br />
VIOLA: - È tar<strong>di</strong>, è ora <strong>di</strong> andare!<br />
MAURO: - (brontola) Cosa vuoi andare <strong>di</strong> là adesso, e sorprenderli<br />
durante l’i<strong>di</strong>llio?<br />
In quel momento si ode il rumore <strong>di</strong> schiaffi, allora Mauro<br />
salta seduto sul letto.<br />
MAURO: - (grida) Porca puttana, <strong>Elisabetta</strong> me l’ha schiaffeggiato.<br />
Mentre Viola scende dal letto, si ode la voce <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
ELISABETTA: - (grida) Venite presto, non riesco più a svegliarlo!<br />
I due s’affrettano a raggiungerla e trovano Michele<br />
immobile come una mummia imbalsamata, che fissa il<br />
vuoto.<br />
27
MAURO: - (preoccupato) Puttana Eva, cosa gli hai fatto!<br />
ELISABETTA: - (preoccupata) Credevo d’averlo ipnotizzato, ma<br />
quando mi sono resa conto che non rispondeva ai miei<br />
coman<strong>di</strong>, gli ho mollato due schiaffi.<br />
MAURO: - (serio) Adesso glieli mollo io due schiaffoni come si<br />
deve, vedrai che esce subito dalla catalessi!<br />
MICHELE: - (saltando in pie<strong>di</strong> spaventato) Non è necessario, mi<br />
sono svegliato all’improvviso.<br />
Una risata collettiva rimbomba intorno.<br />
MICHELE: - (sghignazza) Vi ho fregato, ci siete cascati come dei<br />
fessi!<br />
Mauro apre la porta dell’appartamento.<br />
MAURO: - (brontolando) An<strong>di</strong>amo, deficiente, portiamo a casa le<br />
donzelle.<br />
Mentre escono Michele blocca il cammino ad <strong>Elisabetta</strong>.<br />
MICHELE: - Non è finita qui, pagherai per avermi preso in giro<br />
tutta la serata!<br />
Dissolvenza incrociata (<strong>di</strong>ssolve to fade-over).<br />
17. Sabato pomeriggio ore quattor<strong>di</strong>ci. Casa <strong>di</strong> Viola. Soggiorno.<br />
Dalla finestra del soggiorno entra un leggero vento che fa<br />
volare le lunghe tende multicolori: mobili in legno, grande<br />
televisore, <strong>di</strong> fronte un enorme <strong>di</strong>vano pieno <strong>di</strong> cuscini,<br />
sopra due gran<strong>di</strong> quadri con paesaggi colorati, sul tavolo<br />
un vaso con dei glicini. Squilla il telefono, Viola entra nella<br />
stanza, indossa un maxi vestito rosso, prende la cornetta<br />
sul mobiletto vicino all’entrata.<br />
28
VIOLA: - Pronto!<br />
MAURO: - (con voce appassionata) Ciao tesoro, mi hai pensato?<br />
VIOLA: - (emozionata) Molto, e tu?<br />
MAURO: - (sospirando) Pensa che sei riuscita ad invadere i miei<br />
pensieri e non mi lasci un attimo solo! Sono qui in mezzo a<br />
una marea <strong>di</strong> uomini!<br />
VIOLA: - Ah! Allora, se accettavo il tuo invito, non mi sarei<br />
annoiata?<br />
MAURO: - Non credo, avresti potuto scegliere, ce ne sono <strong>di</strong> tutte<br />
le misure!<br />
VIOLA: - (imbarazzata) Senti farfallone, immagino che ci saranno<br />
anche delle belle donne; non ne hai nessuna lì?<br />
MAURO: - (insiste) Ma “ciccia” lo sai o non lo sai che tu sei la luce<br />
dei miei occhi. Amore, ci ve<strong>di</strong>amo martedì sera a Lugo,<br />
andremo a cena, soli, senza quei due rompiscatole.<br />
VIOLA: - (ride) D’accordo, a martedì alle nove!<br />
Viola mette giù la cornetta, va alla finestra e fissa le<br />
campagne davanti a casa.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Non vedo l’ora <strong>di</strong> vedere<br />
quel volgare simpaticone, non nascondo che un uomo<br />
ricco, con un certo “savoir faire”, celibe, non si incontra<br />
tutti i giorni e poi quel contorno <strong>di</strong> lusso e sportività mi<br />
attrae molto e fa <strong>di</strong>ventare questo incontro importante.<br />
Chiu<strong>di</strong> su primo piano (close up) del vaso <strong>di</strong> glicini sul<br />
tavolo. Dissolvenza.<br />
18. Martedì notte, ore nove, davanti alla stazione <strong>di</strong> Lugo.<br />
Interno auto. Autostrada. Paesino <strong>di</strong> montagna. Davanti al<br />
ristorante.<br />
Sono le nove in punto, Viola indossa un elegante vestito a<br />
giacca blu, con gran<strong>di</strong> bottoni dorati, foulard colorato, si<br />
muove nervosa, mentre aspetta Mauro davanti alla<br />
stazione. La Scirocco <strong>di</strong> Mauro arriva a tutto gas e si<br />
ferma davanti a Viola, che felice s’affretta a salire. Mauro<br />
la bacia sulla guancia.<br />
29
MAURO: - (dolcemente) Ciao, mia dolce sirena, come stai?<br />
Viola scoppia a ridere, mentre lui riparte facendo fischiare<br />
le ruote.<br />
VIOLA: - Mi affascina la tua ilarità.<br />
Lui le accarezza una guancia e la fissa con passione. Il volto<br />
<strong>di</strong> Viola si rattrista all’improvviso, mentre fissa il<br />
paesaggio che le passa davanti veloce.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo) Mauro è gentile, pieno <strong>di</strong> premure,<br />
ma ho paura che non sarò accettata da tanta ricchezza.<br />
Comunque uno come lui potrebbe essere un fascista, e se<br />
così fosse sarò io a non volerlo.<br />
MAURO: - (vedendola turbata) Tesoro, che ti succede?<br />
VIOLA: - Probabilmente tu mi circon<strong>di</strong> <strong>di</strong> mille attenzioni perché<br />
non sai nulla <strong>di</strong> me.<br />
MAURO: - (preoccupato) Porca puttana, non <strong>di</strong>rmi che sei un<br />
travestito!<br />
Viola scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita, mentre l’auto sale per una<br />
strada <strong>di</strong> collina.<br />
VIOLA: - (sbotta) Sei impazzito, come ti è venuto in mente una<br />
cosa del genere?<br />
MAURO: - (spinge sull’acceleratore) Allora non c’è pericolo, niente<br />
ci separerà, ma petite!<br />
VIOLA: - (nervosa) Io sono un ex assessore, ho lavorato in<br />
politica, sono <strong>di</strong> sinistra, mi sono anche occupata <strong>di</strong><br />
problemi sociali…<br />
MAURO: - (interrompendola) Non sarai una socialista, spero!<br />
VIOLA: - (s’affretta a rispondere) No!<br />
Intanto l’auto parcheggia davanti a un rinomato ristorante,<br />
in un piccolo villaggio <strong>di</strong> montagna. Mauro spegne il<br />
motore, poi la bacia sulla bocca.<br />
30
MAURO: - Tesoro, sono talmente attratto da te che, se anche tu<br />
fossi un travestito, probabilmente una passata ci<br />
scapperebbe!<br />
Viola scoppia a ridere.<br />
VIOLA: - Non ho capito se sei un maiale o un depravato.<br />
Mentre escono dall’auto scoppiano a ridere insieme.<br />
Chiude su panoramica (pan – shot) del paesino me<strong>di</strong>oevale dalle<br />
stra<strong>di</strong>ne strette, pavimentate con sassi e costeggiate da<br />
lampioni in stile antico.<br />
19. Notte. Interno ristorante.<br />
L’interno del ristorante è in stile rustico, con archi antichi,<br />
tovaglie rosso fuoco sui tavoli, candelabri in ferro battuto<br />
e candele gialle accese, con vasi <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> campagna, luci<br />
soffuse. Una coppia mangia e ride <strong>di</strong>vertita, lei è una bella<br />
donna, con capelli bion<strong>di</strong>. Mauro e Viola sono seduti ad un<br />
tavolo, sotto un arco, vicino ad un grosso camino spento;<br />
mentre mangiano un risotto, la bionda saluta Mauro, lui le<br />
fa l’occhiolino e un sorriso ra<strong>di</strong>oso.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Elaborerò un piano<br />
d’attacco che ti <strong>di</strong>struggerà, porco <strong>di</strong> un fascista.<br />
Mauro prende la bottiglia <strong>di</strong> vino bianco dal secchiello e lo<br />
versa nei bicchieri.<br />
MAURO: - Ciccia, che c’è, non ti piace il risotto?<br />
VIOLA: - (lo fissa e sussurra) Il risotto è squisito, ho solo un po’<br />
<strong>di</strong> mal <strong>di</strong> testa!<br />
MAURO: - (pieno <strong>di</strong> passione sussurra) Ma petite, so come farti<br />
passare il mal <strong>di</strong> testa.<br />
31
VIOLA: - (sorride, voce fuori campo off screen) Sentilo il gorilla,<br />
pensa <strong>di</strong> essere l’unico ad avere il cazzo!<br />
MAURO: - (pieno <strong>di</strong> passione) Amore, ricordati bene questo posto,<br />
perché con me ci verrai molte volte!<br />
Chiude su primo piano del vaso <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> campagna. (Close<br />
up) Dissolvenza. Dissolve to.<br />
20. Esterno. Notte. Rimini. Interno appartamento <strong>di</strong> Mauro.<br />
Esterno balcone. Interno. Stanza da letto.<br />
La Scirocco arriva rombando davanti all’appartamento <strong>di</strong><br />
Mauro, si ferma, i due escono, lui la prende a braccetto e<br />
raggiungono l’appartamento, entrano.<br />
MAURO: - Vieni, an<strong>di</strong>amo a respirare un po’ d’aria fresca sul<br />
balcone.<br />
MAURO: - (la prende tra le braccia) Guarda che per me tutto<br />
quello che abbiamo detto fino ad ora è stato un gioco, le<br />
cose serie sono queste.<br />
Poi si stacca da lei e si esibisce in alcuni movimenti <strong>di</strong><br />
Karatè, quin<strong>di</strong> se ne va.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo, off screen) Che sciocco, ha cambiato<br />
ancora tattica, vuole farsi desiderare e ci sta riuscendo.<br />
Chissà perché i miei amori devono essere sempre così<br />
complicati.<br />
Mentre Viola guarda la città illuminata e frastornata dal<br />
traffico, Mauro appare con due coppe <strong>di</strong> champagne.<br />
MAURO: - Amore, festeggiamo il nostro incontro.<br />
Mauro le allunga il bicchiere fissandola pieno <strong>di</strong> passione,<br />
bevono con gli occhi incollati l’uno all’altro, poi la prende<br />
per mano e la conduce nella stanza da letto, la stor<strong>di</strong>sce <strong>di</strong><br />
carezze, la bacia con passione, comincia a svestirla, si<br />
32
intravede un body <strong>di</strong> pizzo nero, lui la guarda affascinato,<br />
poi la bacia sul collo.<br />
Chiude su primo piano (close up) del quadro sopra il letto.<br />
21. Mattino. Interno stanza da letto <strong>di</strong> Mauro. Esterno balcone.<br />
Viola si sveglia alle prime luci dell’alba, si guarda intorno,<br />
alcuni raggi del sole illuminano la stanza, vede Mauro che<br />
le dorme accanto, si sente triste e addolorata, lo osserva.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Dovrei essere felice,<br />
invece sono nervosa, la tristezza mi <strong>di</strong>vora, che cosa c’è<br />
che non va, se tutto è andato bene, perché la mia anima<br />
soffre tanto?<br />
Viola sposta le coperte, è nuda, scende dal letto, prende<br />
l’accappatoio nero <strong>di</strong> Mauro sulla se<strong>di</strong>a, lo indossa ed esce<br />
sul balcone.<br />
Panoramica (pan shot ) del sole che sta sorgendo tra i<br />
palazzi e le case, Viola addolorata guarda il panorama.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Ha voluto farmi credere<br />
che le sue ricchezze hanno origini antiche, i suoi<br />
possedevano una filanda, chissà se sarà vero? Io so<br />
soltanto che non voglio ammetterlo, ma questa tristezza<br />
che mi lacera non è altro che un bisogno d’affetto, a cui<br />
Mauro non ha dato risposta.<br />
Chiude su primo piano (close up) <strong>di</strong> Viola delusa e<br />
pensierosa contro il sole che sale sopra i palazzi.<br />
Dissolvenza incrociata (<strong>di</strong>ssolve to fade over).<br />
22. Tre mesi dopo. Fine <strong>di</strong> giugno. Pomeriggio soleggiato. Via<br />
Sotto Fiume. Rampa e rivale del fiume.<br />
<strong>Elisabetta</strong> indossa blu jeans e camicetta rossa e Viola un<br />
vestito a fantasia giallo e nero, stanno pedalando sotto al<br />
sole lungo la via Sotto Fiume. Tutto intorno campi da<br />
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frutto, prati ver<strong>di</strong> e fioriti, frotte <strong>di</strong> passeri che corrono nel<br />
cielo azzurro cinguettando.<br />
ELISABETTA: - Mauro si è fatto vivo?<br />
VIOLA: - (sospira) Ho atteso per giorni una telefonata, ma ora<br />
non ci penso più. Sono convinta che non mi voglia perché<br />
sono <strong>di</strong> sinistra, d’altronde un anticomunista come lui non<br />
va a genio neanche a me.<br />
Le due amiche si fermano, scendono dalle biciclette e le<br />
lasciano vicino alla rampa e salgono a pie<strong>di</strong> sul rivale<br />
verde del fiume.<br />
ELISABETTA: - Scusami, ma ti stai facendo delle idee sbagliate,<br />
Mauro non è il tipo da mescolare la politica con i<br />
sentimenti.<br />
VIOLA: - (seria) Tu lo sai che non la penso come te, non sono un<br />
extraterrestre io!<br />
Mentre arrivano in cima al rivale del fiume <strong>Elisabetta</strong><br />
scoppia a ridere, dà un’occhiata al panorama <strong>di</strong> Alfonsine.<br />
ELISABETTA: - Ti crei troppi problemi, puoi anche scegliere <strong>di</strong> non<br />
averli se vuoi.<br />
VIOLA: - (brontola) Ormai la storia è finita, quin<strong>di</strong> non ha senso<br />
continuare a parlarne.<br />
<strong>Elisabetta</strong> va a guardare le acque del fiume Senio che<br />
scorrono lente, poi raggiunge Viola.<br />
ELISABETTA: - Nei prossimi giorni partirò per Venezia, devo<br />
imbarcarmi per venti giorni sulla Danae.<br />
VIOLA: - (felice) Anch’io in luglio parto, vado in vacanza a Rimini<br />
da mio zio!<br />
ELISABETTA: - Sicuramente incontrerai quel volpone <strong>di</strong> Mauro,<br />
Rimini è il suo campo <strong>di</strong> battaglia.<br />
VIOLA: - (scoppia a ridere) Hai ragione, non avrei dovuto cadergli<br />
tra le braccia.<br />
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ELISABETTA: - Già, avresti dovuto farlo sbavare e poi lasciarlo a<br />
bocca asciutta, perché uno come lui non si merita altro.<br />
Le due amiche scoppiano a ridere.<br />
VIOLA: - (brontola) Non mi farò incantare per la seconda volta!<br />
VIOLA: - (guarda l’orizzonte) Dimmi, quando andrai ad abitare<br />
nella tua nuova casa?<br />
ELISABETTA: - (riflette un attimo) Papà mi ha detto che quando<br />
torno dal mio viaggio i muratori e gli imbianchini avranno<br />
finito i lavori, poi dovrò arredarla<br />
VIOLA: - (sorridendo) Non ti sentirai sola in una casa così grande<br />
tutta per te?<br />
ELISABETTA: - Sarà <strong>di</strong>fficile, con tutto quello che ho da fare tra il<br />
lavoro, il giar<strong>di</strong>naggio, la pittura e gli altri hobby.<br />
Chiude su primo piano (close up) <strong>di</strong> alcune farfalle bianche<br />
che volano su fiori <strong>di</strong> campo. Dissolvenza. Dissolve to.<br />
23. Giovedì della seconda settimana <strong>di</strong> luglio. Riccione. Notte.<br />
Bar all’aperto <strong>di</strong> fronte al dancing Savioli.<br />
Viola è seduta al bar all’aperto, indossa un vestito lungo<br />
rosso e collane colorate, beve un drink e guarda la gente<br />
passeggiare su e giù per il viale. All’improvviso Viola<br />
sobbalza sulla se<strong>di</strong>a nel vedere Mauro entrare al Savioli,<br />
sente il sangue ribollire nelle vene.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Il mio sesto senso mi<br />
<strong>di</strong>ceva che stasera lo avrei rivisto, ma il mio cuore batte<br />
forte, accidenti quanto desidero quel bastardo.<br />
Viola ascolta il rumore degli zampilli della fontana<br />
antistante al locale in mezzo al magnifico giar<strong>di</strong>no.<br />
Dissolvenza incrociata (<strong>di</strong>ssolve to fade-over) fra un primo<br />
piano del suo viso pensieroso e ciò che immagina nella<br />
scena 24.<br />
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24. Notte. Esterno. Giar<strong>di</strong>no del dancing Savioli. Fontana. Bar<br />
all’aperto davanti al dancing.<br />
Viola e Mauro si tengono per mano, lui ha un costume nero,<br />
lei indossa un vestito rosso <strong>di</strong> veli dal quale traspare il suo<br />
corpo nudo, insieme corrono nel giar<strong>di</strong>no, poi si<br />
immergono nella fontana e sotto gli zampilli dell’acqua lui<br />
la bacia.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo off screen ) Non può andare, mi<br />
sembra una scena <strong>di</strong> un film <strong>di</strong> Tarzan e Jane sotto le<br />
suggestive cascate dell’Africa centrale. Peccato però che<br />
nel giar<strong>di</strong>no manchino le liane, altrimenti avrei spiccato<br />
un volo e sarei andata a cadere tra le braccia muscolose <strong>di</strong><br />
Mauro.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo) Sarà meglio che smetta <strong>di</strong> sognare e<br />
<strong>di</strong>chiari guerra al Volpone, come lo chiama <strong>Elisabetta</strong>.<br />
25. Esterno. Notte. Giar<strong>di</strong>no del Savioli.<br />
Viola entra nel giar<strong>di</strong>no, i rami e le foglie delle piante<br />
brillano tra mille luci colorate. Tra gli alberi che si<br />
allungano verso il cielo sotto i raggi argentati della luna<br />
appare un arco con un piano rialzato dove una coppia si<br />
bacia.<br />
Viola si ferma a osservarli.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Mi piacerebbe farmi<br />
baciare da Mauro su quel ponte dei sospiri dove gli<br />
innamorati si <strong>di</strong>chiarano il loro amore.<br />
Viola fa due passi avanti.<br />
VIOLA: - ( voce fuori campo) Io sto fantasticando ma purtroppo,<br />
conoscendo il soggetto, sicuramente mi <strong>di</strong>rebbe: “Cara,<br />
stringimi le palle mentre ti bacio, altrimenti mi girano<br />
come due eliche in procinto <strong>di</strong> prendere quota”.<br />
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26. Notte, interno dancing all’aperto. (Savioli). Esterno, lungo il<br />
viale. Parcheggio.<br />
Una pista da ballo sotto le stelle con piante e alberi vari.<br />
Un’orchestra che suona musica romantica, intorno alla<br />
pista decine <strong>di</strong> tavoli con gente che ride e si <strong>di</strong>verte. Viola<br />
è seduta ad un tavolo vicino alla pista e guarda Mauro che<br />
s’aggira attorno ai tavoli alla ricerca <strong>di</strong> conquiste.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo) Santo cielo il mio cuore fa le bizze,<br />
intanto il farfallone sta cercando <strong>di</strong> gettare l’amo su<br />
qualche preda e non mi ha visto, devo farmi notare.<br />
Si alza in pie<strong>di</strong> e va a parlare con un amico che è seduto<br />
poco lontano da Mauro e cerca <strong>di</strong> ingelosirlo con<br />
atteggiamenti civettuoli. Mauro la saluta felice <strong>di</strong> vederla,<br />
Viola ricambia il saluto, poi lascia l’amico e torna al suo<br />
tavolo con la speranza che Mauro la inviti a ballare. Il<br />
trucco funziona, Mauro la raggiunge sorridendo, la prende<br />
per mano e la porta sulla pista, la fissa con passione, la<br />
stringe a sé mentre la cantante del complesso canta la<br />
canzone “Non, je ne regrette rien” <strong>di</strong> E<strong>di</strong>th Piaf.<br />
Mauro le sfiora la guancia, le mette una mano su una<br />
chiappa e gliela palpa. Viola s’affretta a spostargli la mano<br />
VIOLA: - (brontolando) Stronzo! Ma come ti viene in mente una<br />
cosa del genere. Vorrei sapere per chi mi hai preso,<br />
perché se non l’hai capito sono una brava ragazza, che ha<br />
avuto la sfortuna <strong>di</strong> incontrare un porco schifoso.<br />
La gente guarda stupita la scena, mentre Viola arrabbiata lo<br />
pianta in asso in mezzo alla sala e se ne va al suo<br />
tavolino, prende la sua borsa e corre verso l’uscita del<br />
dancing. Mauro s'affretta a raggiungerla<br />
MAURO: - (ridendo) Ma dove vai, stavo scherzando!<br />
VIOLA: - (nervosa) Possibile che tutti i tuoi scherzi con me, siano<br />
<strong>di</strong> natura volgare?<br />
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Viola esce dal locale e cammina veloce tra la gente che<br />
passeggia per il viale, Mauro la rincorre, la prende per un<br />
braccio.<br />
MAURO: - (serio) Io e te ci fidanzeremo, tu mi piaci molto!<br />
Viola con uno strattone si libera dalla presa <strong>di</strong> Mauro.<br />
VIOLA: - (grida fra la gente che osserva) Non credo proprio con<br />
uno cafone come te, chi ti conosce? Per quanto ne so<br />
potresti essere un malvivente. So solo che mi attrai un<br />
casino e questo mi <strong>di</strong>spiace.<br />
Viola raggiunge la sua auto e tira fuori le chiavi.<br />
MAURO: - Ti prego, ve<strong>di</strong>amoci domani sera alle venti davanti al<br />
Savioli, così per farmi perdonare ti porterò fuori a cena.<br />
Viola sospira, poi lo fissa seria.<br />
VIOLA: - Non te lo meriti, ma ti darò un’altra possibilità!<br />
Mauro sorride sod<strong>di</strong>sfatto. Viola sale sulla sua automobile.<br />
MAURO: - Ora non andare a farti sbattere da uno o dall’altro, in<br />
mia assenza, adesso stai con me e qui parlo seriamente,<br />
voglio che tu sia soltanto mia.<br />
VIOLA: - (scoppia a ridere) Mauro, sei incorreggibile!<br />
Viola chiude lo sportello della vettura, mette in moto e<br />
parte, lui osserva l’auto allontanarsi nel traffico.<br />
Chiu<strong>di</strong> su primo piano (close up) <strong>di</strong> Mauro che sorride<br />
vittorioso. Dissolvenza.<br />
27. Agosto. Notte. Milano Marittima, mercatino dei pittori<br />
all’aperto che costeggia il canale.<br />
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<strong>Elisabetta</strong> indossa un vestito lungo a fantasia con colori<br />
vivaci, Viola un vestito arancione con ricami vistosi. Le<br />
due amiche camminano lungo il mercatino <strong>di</strong> quadri che<br />
costeggia il canale, sulle cui acque scure danzano le luci<br />
dei lampioni. Di fronte all’esposizione <strong>di</strong> ogni pittore c’è<br />
una panchina.<br />
Si ferma ad ammirare un quadro con un paesaggio, poi<br />
riprende a camminare.<br />
ELISABETTA: - Allora, Viola, come va con Mauro?<br />
VIOLA: - (sorridendo) L’ho fatto un pò sbavare come mi hai<br />
suggerito, poi non ho potuto resistergli, è un uomo<br />
misterioso, pieno <strong>di</strong> risorse, mi porta spesso a cena e mi<br />
fa ridere con le sue battute pazzesche.<br />
<strong>Elisabetta</strong> si siede su una panchina, si gira ad ammirare le<br />
acque scure illuminate dalle luci brillanti dei lampioni.<br />
Viola le si siede accanto.<br />
ELISABETTA: - Hai saputo qualcosa <strong>di</strong> Michele?<br />
VIOLA: - (pensierosa) Oh, mi stavo <strong>di</strong>menticando <strong>di</strong> <strong>di</strong>rti che<br />
Michele vuole vederti, così una <strong>di</strong> queste sere usciremo<br />
tutti insieme.<br />
ELISABETTA: - (felice) Bene, aspettiamocene delle belle da quei<br />
due “lat…rin lover”!<br />
Viola scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita.<br />
VIOLA: - Sono preoccupata: Mauro sembra un uomo <strong>di</strong> una certa<br />
classe, ma tutto quel mistero non mi convince.<br />
ELISABETTA: - (brontola) Ma perché non ti informi, prima <strong>di</strong> farmi<br />
sedurre io avrei preso la targa della sua auto e avrei fatto<br />
una ricerca.<br />
VIOLA: - (preoccupata) Già, hai ragione; potrebbe essere un<br />
mafioso, oppure un contrabban<strong>di</strong>ere <strong>di</strong> armi, va spesso in<br />
viaggio e non si fa sentire per dei perio<strong>di</strong><br />
ELISABETTA: - (scoppia a ridere) Adesso non esagerare Viola, ti<br />
prego!.<br />
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Le due amiche si alzano in pie<strong>di</strong> e s’allontanano lungo il<br />
mercatino d’arte.<br />
Chiude su panoramica (pan shot) del mercatino <strong>di</strong> quadri<br />
sul canale illuminato dai lampioni.<br />
28. Fine settembre. Esterno. Notte. Stazione <strong>di</strong> Lugo ore venti.<br />
Una sfavillante Alfa Romeo 164 nera rallenta e parcheggia<br />
davanti alla stazione <strong>di</strong> Lugo, la musica degli Squallor<br />
vibra dentro e fuori, poi gli sportelli si aprono ed escono<br />
Mauro e Michele, che si appoggiano alla vettura in attesa:<br />
Michele guarda lungo il viale.<br />
MICHELE: - Eccole, stanno arrivando!<br />
Stacco sulle due donne che camminano sotto gli alberi del<br />
viale.<br />
ELISABETTA: - Guardali i due “lat..rin lover”: a Mauro manca solo il<br />
sigaro e il capello da mafioso, Michele in quella posizione<br />
con le gambe <strong>di</strong>varicate sembra sulle <strong>di</strong>fensive per un<br />
attacco <strong>di</strong> Karatè.<br />
Viola osserva sorridendo, mentre si avvicinano ai due<br />
uomini.<br />
VIOLA: - Hai notato che Mauro ha comprato una nuova auto?<br />
ELISABETTA: - (sghignazza) Chissà da dove lo ricava tutto questo<br />
denaro, non sarà implicato nel riciclaggio <strong>di</strong> denaro<br />
sporco?<br />
VIOLA: - (preoccupata) Non mi innervosire anche tu, adesso!<br />
I due uomini vanno loro incontro e le baciano<br />
affettuosamente sulla guancia, poi Michele, tra le note<br />
metalliche degli Squallor, fissa <strong>Elisabetta</strong> serio.<br />
40
MICHELE: - Piccolo usignolo, stasera non mi sfuggi, è arrivata l’ora<br />
dei conti!<br />
ELISABETTA: - (in<strong>di</strong>fferente) Touché!<br />
MAURO: - Eh! Bambole, sapete in<strong>di</strong>carci un posticino simpatico<br />
dove andare a cena, prima <strong>di</strong> farvi la festa?<br />
ELISABETTA: - La festa ve la do io, sulle corna!<br />
MICHELE: - Ehi, ma come sei complicata!<br />
VIOLA: - A Cotignola c’è la Locanda dalla Rosa, dove vanno tutti i<br />
personaggi più importanti <strong>di</strong> politica, arte e cultura, che<br />
visitano la Romagna.<br />
MAURO: - (salendo a bordo) Bene, saltate a bordo, ho fame!<br />
Chiude sui quattro personaggi mentre salgono a bordo.<br />
29. Notte. Cotignola. Esterno. Di fianco alla Locanda dalla Rosa.<br />
L’Alfa Romeo <strong>di</strong> Mauro attraversa il centro <strong>di</strong> Cotignola e va<br />
a parcheggiare a fianco del locale, i quattro scendono,<br />
Mauro controlla la sua auto davanti, appoggia una mano<br />
sul cofano, sembra che l’accarezzi, poi raggiunge la parte<br />
posteriore.<br />
MAURO: - (brontola) Durante la guida ho sentito uno strano<br />
rumore.<br />
ELISABETTA: - (ridendo) Che fai, sembri accarezzarla come fosse<br />
una bella donna!<br />
MICHELE: - (ridendo) Non fateci caso, lui ha un rapporto d’amore<br />
e adorazione per la sua auto.<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Viola, se fossi in te sarei gelosa,<br />
comincia con lo spaccargli un fanale, quello a destra va<br />
benissimo per esempio.<br />
Viola alza una gamba come per sferrare un calcio sul fanale.<br />
MAURO: - (sghignazza) Ti prego cara, non è il caso che tu sia<br />
gelosa, tu possie<strong>di</strong> un gioiello prezioso tra le gambe, che<br />
la mia auto non ha.<br />
41
Una risata collettiva esplode nella notte.<br />
VIOLA: - (sghignazza) Avete sentito, lo sapevo che valgo più <strong>di</strong><br />
lei, anche se costa un sacco <strong>di</strong> milioni.<br />
MICHELE: - (strizzando l’occhio ad <strong>Elisabetta</strong>) Io non ci credo,<br />
perché so che quasi tutte le notti dorme a bordo della sua<br />
auto, anche se non ti so <strong>di</strong>re cosa ci faccia là dentro.<br />
MAURO: - (fuori <strong>di</strong> sé) Ve lo <strong>di</strong>co io, mi faccio delle seghe tutta la<br />
santa notte.<br />
Un ennesima risata collettiva rimbomba nella notte.<br />
ELISABETTA: - (sghignazza) Sei davvero un volgare artigiano<br />
dell’amore!<br />
VIOLA: - (brontola) Già, neanche la tua auto si salva dai tuoi<br />
assalti erotici<br />
Michele ed <strong>Elisabetta</strong> ridono a crepapelle, mentre Viola<br />
fissa Mauro delusa.<br />
30. Notte. Interno Locanda dalla Rosa.<br />
Inquadratura (shot) dell’entrata della locanda, i quattro<br />
entrano ridendo, poi scendono alcuni scalini e rimangono<br />
incantati ad osservare uno scantinato con mura senza<br />
intonaco, un locale racchiuso da archi <strong>di</strong> legno, con piatti<br />
antichi appesi alle pareti, un lungo tavolo <strong>di</strong> legno scuro<br />
con al centro vasellame antico <strong>di</strong>pinto a mano. Infine<br />
entrano all’interno <strong>di</strong> un’altra stanza, sui cui tavoli<br />
spiccano candelabri <strong>di</strong> ferro battuto, su tovaglie a quadri<br />
rossi e bianchi. Alle finestre tende bianche all’uncinetto,<br />
sulla parete <strong>di</strong> fronte antichi e originali tegami <strong>di</strong> rame<br />
che brillano sotto le luci dei lampadari. Irrompe nella<br />
stanza la proprietaria, signora Rosa, sui cinquanta, esile,<br />
un viso simpatico.<br />
ROSA: - Buona sera signori, se volete potete sedervi al tavolo <strong>di</strong><br />
fronte alla finestra che dà sul giar<strong>di</strong>no.<br />
42
ELISABETTA: - (mentre si accomodano al tavolo) Va benissimo<br />
signora, è un posto incantevole.<br />
ROSA: - (sorridendo) Scusatemi se non sono troppo allegra, ma<br />
oggi è morto il mio cane.<br />
MAURO: - (con fare tragico) Signora, non si preoccupi, secondo<br />
<strong>Elisabetta</strong> il suo cane è volato nell’altra <strong>di</strong>mensione.<br />
Michele e Viola cercano <strong>di</strong> trattenere le risa.<br />
ELISABETTA: - (seria ) Signora, ci creda, la morte è solo<br />
l'iniziazione a una nuova esperienza, altrimenti l’anima<br />
non potrebbe evolvere.<br />
ROSA: - (sorride e risponde) <strong>Elisabetta</strong>, le sue parole mi<br />
confortano; dopo cena siete invitati in giar<strong>di</strong>no, terremo<br />
uno spettacolo: un abate reciterà un brano tratto dal libro<br />
“Il trattato del fuoco Cosmico”, poi verranno raccontate<br />
anche filastrocche allegre sugli antichi romani.<br />
ELISABETTA: - (stupita) Il trattato <strong>di</strong> cui parla è stato dettato per<br />
mezzo telepatico alla scrittrice inglese Alice A. Bailey dal<br />
maestro chiamato “il Tibetano”.<br />
ROSA: - (felice) Certo! Siete benvenuti allora!<br />
I tre amici guardano <strong>Elisabetta</strong> stupiti.<br />
ROSA: - Se vi fidate, vi preparo i piatti tipici della casa, sono<br />
sicura che mangerete bene.<br />
MAURO: - (affamato) Ma come potremmo non fidarci <strong>di</strong> lei signora<br />
Rosa, prego faccia pure.<br />
ROSA: - (sod<strong>di</strong>sfatta) Bene!<br />
MICHELE: - (fissando <strong>Elisabetta</strong>) Un uccellino mi ha raccontato<br />
che parli quattro lingue e giri il mondo.<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Anche Viola parla correntemente<br />
l’inglese e il francese.<br />
Mentre Rosa porta al tavolo una caraffa <strong>di</strong> vino rosso, Mauro<br />
fissa con interesse Viola.<br />
43
VIOLA: - (curiosa) E tu Mauro che stu<strong>di</strong> hai fatto?<br />
MAURO: - (esitando) Purtroppo per ragioni <strong>di</strong> lavoro ho interrotto<br />
gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> architettura all’università <strong>di</strong> Trieste.<br />
ELISABETTA: - (con tono canzonatorio) Ma dai, perché non<br />
ammetti che hai dovuto lasciare gli stu<strong>di</strong>, perché ti hanno<br />
fatto l’allettante proposta <strong>di</strong> fare l’agente segreto?<br />
Rosa serve delle tagliatelle.<br />
VIOLA: - Già, che stupida, perché non ci ho pensato prima, in<br />
fondo le spalle ce le hai e poi sei campione <strong>di</strong> “Full Contact<br />
Karatè”.<br />
Mauro prende in mano la forchetta e la pianta sulle<br />
tagliatelle fumanti.<br />
MAURO: - Sentite, volete smetterla <strong>di</strong> farmi girare le palle come<br />
dei mulini a vento, d'altronde se ve lo <strong>di</strong>cessi, che cazzo <strong>di</strong><br />
agente segreto <strong>di</strong>venterei?<br />
Una risata collettiva esplode intorno.<br />
ELISABETTA: - (prendendolo in giro) Ah, ma allora sei un agente<br />
zero, zero, zero.<br />
Tra le risate degli amici <strong>Elisabetta</strong> fissa Michele.<br />
ELISABETTA: - E tu Michele che lavoro fai?<br />
MICHELE: - Sono Ufficiale Me<strong>di</strong>co nelle carceri <strong>di</strong> Forlì.<br />
ELISABETTA: - Ah, ma allora <strong>di</strong>mmela tutta.<br />
MAURO: - (seccato) Sia ben chiaro, noi non vi abbiamo spifferato<br />
niente.<br />
<strong>Elisabetta</strong> fissa Michele mettendogli una mano sulla spalla.<br />
44
ELISABETTA: - (sghignazza) Ah, ma allora voi siete due agenti non<br />
più segreti, ma spifferati!<br />
Chiude sulle risate delle due amiche, mentre i due uomini le<br />
fissano scocciati.<br />
31. Notte. Esterno. Giar<strong>di</strong>no della Locanda dalla Rosa.<br />
Un gruppo <strong>di</strong> persone è seduto su delle panchine, nel<br />
giar<strong>di</strong>no della Locanda, <strong>di</strong> fronte ad un piccolo palco. In<br />
un angolo c’è una fontanella da cui l’acqua scorre<br />
rumorosa formando un rigagnolo. Tutto intorno piante e<br />
alberi. Alcuni lampioni in ferro battuto illuminano il<br />
giar<strong>di</strong>no. I quattro amici irrompono in silenzio davanti al<br />
palco, su cui recita un attore vestito da abate, e si siedono<br />
nell’unica panchina rimasta vuota.<br />
L’ATTORE ABATE: - (recita) …gli uomini devono ricordare che col<br />
potere dei loro pensieri e delle parole proferite producono<br />
precisi effetti su altri esseri umani funzionanti sui tre<br />
piani dell’evoluzione umana e sull’intero regno animale. I<br />
pensieri separativi e malefici dell’uomo sono responsabili<br />
in gran parte della natura selvaggia delle belve e del<br />
carattere <strong>di</strong>struttivo <strong>di</strong> taluni processi della natura,<br />
compresi certi fenomeni quali la peste e la carestia.<br />
L’uomo deve apprendere la sua responsabilità <strong>di</strong> essere<br />
un creatore benefico, operante secondo la legge<br />
dell’amore, e non spinto all’atto creativo dal desiderio<br />
egoistico o dall’attività incontrollata.<br />
Un applauso scrosciante esplode nel giar<strong>di</strong>no.<br />
ELISABETTA: - (ai due uomini) Vorrei sapere che tipo <strong>di</strong> creatori<br />
siete voi due, chissà quanti malefici avete creato con le<br />
vostre forme pensiero da agenti segreti con licenza per<br />
uccidere.<br />
Intanto l'abate fa un inchino e se ne va.<br />
MAURO: - (sghignazzando) Con tutte le donne che ho fatto<br />
godere, ho certamente creato una forma pensiero piena <strong>di</strong><br />
piacere.<br />
45
Gli amici ridono <strong>di</strong>vertiti, mentre irrompono sul palco,<br />
cantando e ballando, due <strong>di</strong>vertenti personaggi vestiti con<br />
tuniche romane e corone d’alloro.<br />
VIOLA: - (sbotta) Così mi delu<strong>di</strong> amore mio, mi sento la donna <strong>di</strong><br />
un dannato porco con le ali che ha creato solo forme<br />
pensiero depravate.<br />
Esplode un’altra risata che attrae l’attenzione degli<br />
spettatori.<br />
MAURO: - (sotto voce) Sentite un pò voi due, che non vi venga<br />
voglia <strong>di</strong> spifferare in giro che noi siamo due agenti<br />
segreti. Avete capito?<br />
Le due donne si guardano in faccia facendo finta <strong>di</strong> essere<br />
preoccupate.<br />
ELISABETTA: - (sghignazza) A chi potrebbe interessare la storia <strong>di</strong><br />
due poveri agenti segreti senza palle?<br />
Le due donne ridono <strong>di</strong>vertite.<br />
MICHELE: - (arrabbiato) Basta con gli scherzi ragazze, qui si<br />
rischia la vita!<br />
Chiude su primo piano (close up) dei quattro personaggi,<br />
mentre si fissano preoccupati.<br />
32. Mattino. Esterno. Ravenna. Piazza del Popolo. Scale del<br />
Comune. Via Cavour.<br />
La piazza è illuminata dal sole del mattino, mentre<br />
<strong>Elisabetta</strong> l’attraversa (Cut to close up) stacco su primo<br />
piano <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> colombi, che s’alzano in volo contro<br />
il cielo azzurro.<br />
46
MARZIA: - (da lontano chiama) Ehi, <strong>Elisabetta</strong>!<br />
Lei si gira e vede la sua amica che scende dalle scale del<br />
Comune e le va incontro.<br />
ELISABETTA: - Ciao Marzia, come stai?<br />
MARZIA: - (raggiungendola) Io bene, grazie, ma <strong>di</strong>mmi, sei<br />
andata ad abitare nella tua casa nuova?<br />
ELISABETTA: - Non ancora. Sto andando in via Cavour, vieni con<br />
me?<br />
MARZIA: - (la segue e le domanda) Cos’è ‘sta storia degli agenti<br />
segreti che avete incontrato?<br />
<strong>Elisabetta</strong> scoppia in una risata.<br />
ELISABETTA: - (sghignazza) Come fai a saperlo? Doveva rimanere<br />
un segreto!<br />
MARZIA: - (eccitata) Qualcuno l’ha raccontato in ufficio,<br />
imbastendovi attorno colorite storie e ridendo come un<br />
pazzo. Ma voi credete a questa storia assurda?<br />
ELISABETTA: - (riflette un attimo) Vedremo fin dove si spingono<br />
questi due pazzoi<strong>di</strong>.<br />
Le due amiche entrano in via Cavour.<br />
MARZIA: - (sorridendo) D’altronde, se sono dei veri agenti segreti,<br />
lo saprete presto, perché li faranno fuori.<br />
ELISABETTA: - (stupita) Per quale motivo?<br />
MARZIA: - (seria) Col casino che avete fatto, ormai non sono più<br />
agenti segreti, ma agenti mezzi accoppati.<br />
Le due amiche scoppiano in una risata. Chiude su<br />
panoramica (pan shot) <strong>di</strong> via Cavour mentre le due<br />
amiche si allontanano.<br />
47
33. Notte. Interno Stork Club, Milano Marittima.<br />
Il dancing è pieno <strong>di</strong> uomini e donne che ballano e<br />
<strong>di</strong>scorrono allegramente. Il complesso è in pausa, in<br />
<strong>di</strong>scoteca il motivo dei Pooh “Prelu<strong>di</strong>o”.<br />
Sedute ad un tavolo <strong>Elisabetta</strong> con un lungo vestito rosso e un<br />
collier d’oro, Viola in pantaloni argentati con un maglione<br />
nero con strass. Viola è visibilmente impaziente, guarda<br />
più volte l’orologio che ha nel polso.<br />
VIOLA: - (nervosa) È quasi mezzanotte e non si vede neanche<br />
l’ombra dei due presunti agenti segreti.<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Con la pubblicità che gli hai fatto a<br />
quest’ora gli avranno sparato anche nelle chiappe, quin<strong>di</strong><br />
potrebbero essere all’ospedale a farsi togliere le<br />
pallottole.<br />
Intanto l’orchestra ricomincia a suonare.<br />
VIOLA: - (ridendo) <strong>Elisabetta</strong>, finiscila <strong>di</strong> sparare delle fesserie.<br />
<strong>Elisabetta</strong> li vede entrare e dà un’occhiata all’orologio.<br />
ELISABETTA: - Eccoli i nostri eroi.<br />
I due uomini s’avvicinano <strong>di</strong>scutendo animatamente, Mauro<br />
sembra nervoso e un pò spaventato, Michele gesticola<br />
arrabbiato.<br />
ELISABETTA: - (sghignazza) Oh, mi sembrano un pò inguaiati, che<br />
ne <strong>di</strong>ci tu, Viola?<br />
VIOLA: - Mi sembrano due sparvieri in fuga!<br />
I due uomini senza proferire parola le prendono sotto<br />
braccio, e quasi le trascinano nell’angolo più nascosto del<br />
48
locale e si siedono, nell’unico tavolino vuoto e nascosto<br />
<strong>di</strong>etro ad un muro.<br />
ELISABETTA: - (seccata) Insomma, perché tanta agitazione e<br />
nervosismo, siete impazziti forse?<br />
MAURO: - (con una smorfia nervosa) Siamo stati inseguiti, e nella<br />
fuga alcuni proiettili ci hanno sfiorati.<br />
VIOLA: - (preoccupata) Ma da dove cavolo venite?<br />
MAURO: - (ansioso) Dall’Austria!<br />
VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Già, mi ha parlato dei suoi<br />
viaggi in Austria, ed io credevo che avesse a che fare con<br />
traffici <strong>di</strong> armi nel Sud Tirolo. Ma forse questa è la<br />
conferma <strong>di</strong> ciò che ho pensato, perché potere e servizi<br />
segreti vanno a braccetto, quin<strong>di</strong> Mauro è un <strong>di</strong>sonesto.<br />
Intanto <strong>Elisabetta</strong> fissa i due personaggi.<br />
ELISABETTA: - (con tono ironico) Sono stupita, non credevo che<br />
due agenti segreti potessero reagire con capelli dritti,<br />
occhi fuori dalla testa e spalancati dal terrore.<br />
<strong>Elisabetta</strong> fissa i due uomini ridacchiando: sembrano<br />
preoccupati.<br />
ELISABETTA: - Vorrei sapere dove è andato a finire il coraggio che<br />
<strong>di</strong> solito si vede nei film dei 007.<br />
MAURO: - (seccato) Sentite chiacchierone, probabilmente è colpa<br />
della vostra boccaccia se noi siamo nei pasticci.<br />
MICHELE: - Al momento noi ci preoccupiamo per voi due perché,<br />
se ci hanno seguito fin qui, potreste andarci <strong>di</strong> mezzo e<br />
trovarvi coinvolte.<br />
Viola, seccata, inizia a prenderli in giro.<br />
VIOLA: - Ah, c’è da stare all’erta, probabilmente c’è una bomba<br />
sotto il tavolino, per favore perlustrate la zona, prima che<br />
saltiamo in aria.<br />
ELISABETTA: - (brontola) Già, telefonate agli addetti ai lavori<br />
prima che sia troppo tar<strong>di</strong>!<br />
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MICHELE: - (con tono convincente) Veramente dovreste essere un<br />
po’ più riconoscenti, invece <strong>di</strong> prenderci in giro.<br />
Le due donne ridendo si danno un’occhiata d’intesa e si<br />
gettano sulle loro ginocchia nascondendoli <strong>di</strong>etro ai loro<br />
corpi.<br />
VIOLA: - (sghignazza) Vi copriamo col nostro abbraccio, così gli<br />
sciacalli non vi vedranno.<br />
<strong>Elisabetta</strong> esplode in una risata euforica.<br />
ELISABETTA: - Staremo abbracciate a voi in un labirinto d’amore<br />
eterno!<br />
I quattro scoppiano in una risata fragorosa, intanto<br />
l’orchestra dà inizio ai lenti con il motivo romantico<br />
“Un’ora sola ti vorrei”.<br />
MAURO: - Ho un’idea, an<strong>di</strong>amoci a nascondere nella mischia al<br />
centro della pista, così potremo occultarci tra le vostre<br />
braccia.<br />
Viola ed <strong>Elisabetta</strong> seguono i due uomini che raggiungono la<br />
pista a passi cauti, guardandosi a destra e a sinistra e<br />
spariscono nella calca al centro della pista, fra la gente<br />
che balla. Le due coppie stanno ballando, poi ad un tratto<br />
Michele smette <strong>di</strong> ballare e in<strong>di</strong>ca qualcuno tra la folla.<br />
MICHELE: - (grida) Mauro ci stanno cercando!<br />
Mauro si stacca da Viola, fissa il luogo in<strong>di</strong>cato da Michele.<br />
MAURO: - (sussurra) Ragazze, mi <strong>di</strong>spiace, la festa è finita,<br />
dobbiamo andarcene prima che sia troppo tar<strong>di</strong>.<br />
50
Mauro fissa Viola preoccupato, poi se ne vanno in fretta<br />
sgomitando a destra e a sinistra.<br />
Chiude su primo piano ( close up) <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> e Viola,<br />
abbandonate in mezzo alla pista, mentre si guardano<br />
stupite senza parole. Dissolvenza (<strong>di</strong>ssolve to ).<br />
34. Mese <strong>di</strong> ottobre. Esterno pomeriggio. Via Romea. Punta<br />
Alberete<br />
Il sole splende sulla <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> pini che costeggia la strada.<br />
L’auto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> percorre la via Romea, poi gira a<br />
destra nel piazzale <strong>di</strong> Punta Alberete, parcheggia, spegne,<br />
gli sportelli si aprono e scende Viola con un vestito lungo<br />
a fantasia e giacca nera sportiva, poi <strong>Elisabetta</strong>, in giacca<br />
e pantaloni jeans che chiude a chiave l’auto. Si<br />
incamminano lungo il sentiero che entra in Punta<br />
Alberete.<br />
<strong>Elisabetta</strong> fa un giro su se stessa.<br />
ELISABETTA: - (felice) Ah, che bella giornata, avremmo dovuto<br />
invitare anche i due “lat…rin lover”!<br />
Viola scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita, mentre costeggiano il<br />
piccolo fiume circondato da piante da iris e arbusti,<br />
all’interno del parco naturale.<br />
VIOLA: - (sghignazza) Probabilmente, sono davvero due “ latrin<br />
lover” più che agenti segreti!<br />
Mentre camminano sul sentiero, una frotta d’uccelli spicca il<br />
volo verso il cielo,<br />
VIOLA: - Comunque la cosa continua ad essere eccitante, perché<br />
se ci riflettiamo un attimo, possono effettivamente essere<br />
agenti segreti.<br />
ELISABETTA: - (seria) Per quale motivo?<br />
51
VIOLA: - Michele è un Ufficiale Me<strong>di</strong>co nelle carceri, quin<strong>di</strong><br />
potrebbe essere una copertura per potersi muovere<br />
liberamente come agente segreto.<br />
ELISABETTA: - (scoppia a ridere) Complimenti Viola, la fantasia<br />
non ti manca.<br />
VIOLA: - (seria) Esclusa questa ipotesi, potrebbero essere<br />
immischiati in qualche losco traffico.<br />
ELISABETTA: - (sbotta) Se dovessi scoprire qualcosa <strong>di</strong> losco nei<br />
loro traffici, andrei a spifferare tutto alla polizia.<br />
VIOLA: - (preoccupata) Se vuoi rischiare la pelle fai pure, per me<br />
se si tratta <strong>di</strong> droga o <strong>di</strong> armi, ci conviene starcene zitte.<br />
ELISABETTA: - Non credo siano dei trafficanti <strong>di</strong> droga, ma se lo<br />
fossero, non potrei certo starmene con le mani in mano.<br />
VIOLA: - (sbotta) Io non me la sento <strong>di</strong> fare l’eroe, comunque<br />
anche denunciarli non servirebbe a niente.<br />
ELISABETTA: - (tra i canti degli uccelli) Per fortuna che non tutti la<br />
pensano come te, altrimenti il mondo andrebbe molto<br />
male.<br />
Le due amiche si fermano sul ponticello <strong>di</strong> legno che<br />
attraversa il piccolo canale e guardano la bellezza della<br />
natura che le circonda.<br />
VIOLA: - Allora sei <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong> partenza, mi lasci sola nei pasticci.<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Si, ti lascio sola con il tuo “Latrin<br />
lover” e il suo alone <strong>di</strong> mistero, nella speranza che nel<br />
frattempo non ti coinvolga nei suoi loschi traffici,<br />
altrimenti dovrò venirti a trovare in galera.<br />
Viola ride <strong>di</strong>vertita, poi il suo volto s’incupisce.<br />
VIOLA: - Per il momento non c’è pericolo, anche Mauro parte per<br />
l’Inghilterra, poi raggiungerà i Caraibi e concluderà il suo<br />
viaggio in Austria.<br />
ELISABETTA: - (sorpresa) Ah, ma allora <strong>di</strong>mmela tutta, è peggio<br />
dell’irraggiungibile James Bond!<br />
52
Chiude su panoramica (pan shot) <strong>di</strong> Punta Alberete mentre<br />
si allontanano ridendo. Dissolvenza incrociata (<strong>di</strong>ssolve to<br />
fade-over).<br />
35. Notte. Esterno nave in navigazione.<br />
Una nave da crociera naviga tranquilla in un mare liscio<br />
come l’olio, sotto i raggi argentati della luna.<br />
36. Sogno. Deserto. Interno cabina<br />
<strong>Elisabetta</strong> indossa un vestito bianco che svolazza per il<br />
vento del deserto, si guarda attorno e non vede altro che<br />
sabbia dorata che splende sotto il sole caldo;<br />
all’improvviso dal nulla le appaiono due hippies che le si<br />
avvicinano, hanno capelli arruffati e lunghi, indossano<br />
abiti laceri dai colori sbia<strong>di</strong>ti (uno <strong>di</strong> loro è Antonio, futuro<br />
amico <strong>di</strong> Mauro che lei riconoscerà quando lo incontrerà).<br />
Antonio la fissa con i suoi occhi azzurri glaciali.<br />
ANTONIO: - Sono il tuo fidanzato.<br />
Lei lo fissa incredula e i due hippies si trasformano sotto i<br />
suoi occhi in Gesù con un apostolo; Gesù le tocca le mani<br />
e d’incanto lei si trova nella sala dove il Cristo ha<br />
consumata l’Ultima Cena con gli apostoli. La sala è vuota,<br />
si trova seduta sotto ad una grande finestra accanto a<br />
Gesù che le tiene strette le mani e la fissa serio, poi con<br />
tanto amore la bacia sulla guancia. (<strong>Elisabetta</strong> indossa<br />
una camicia da notte <strong>di</strong> pizzo bianca, una coperta rossa<br />
<strong>di</strong>segna il suo corpo mentre sogna). Si sveglia <strong>di</strong><br />
soprassalto e si siede sul letto perplessa. Una luce tenue è<br />
accesa sulla scrivania, la ten<strong>di</strong>na rossa dell’oblò è aperta,<br />
alcuni raggi lunari entrano all’interno. Dissolvenza<br />
incrociata. Dissolve to fade out.<br />
37. Inizio novembre 1988. Notte. Interno. Casa <strong>di</strong> Viola.<br />
Soggiorno.<br />
53
Viola è sdraiata sul <strong>di</strong>vano, davanti al televisore acceso; ha<br />
un paio <strong>di</strong> pantaloni neri ed un maglione arancione, si<br />
alza, spegne la sigaretta nel portacenere pieno, ne prende<br />
un’ennesima dal pacchetto sul tavolino, poi si stende<br />
ancora sul <strong>di</strong>vano e con interesse si concentra sul film <strong>di</strong><br />
007 che trasmettono alla televisione, dove James Bond<br />
insegue alcuni criminali.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo voice off screen ) Da quando ho<br />
incontrato Mauro sono <strong>di</strong>ventata un'appassionata <strong>di</strong> film<br />
<strong>di</strong> spionaggio.<br />
Viola pensierosa immagina ( scena 38)<br />
38. Notte fonda. Londra. Esterno. Tower Bridge.<br />
Mauro è sul Tower Bridge, sta combattendo a colpi <strong>di</strong> Full<br />
Contact Karatè contro tre ceffi infuriati; dopo alcuni colpi<br />
ne stende due, allora il terzo estrae una pistola, ma Mauro<br />
gli sferra un calcio e la pistola vola in aria: con due mosse<br />
veloci lo mette fuori gioco. Sod<strong>di</strong>sfatto fissa i tre ceffi<br />
stesi a terra sul ponte.<br />
MAURO: - (allontanandosi ) Sogni d'oro, bastar<strong>di</strong>!<br />
Viola scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita, quando all’improvviso<br />
squilla il telefono, si alza in pie<strong>di</strong>, raggiunge l’apparecchio<br />
e alza la cornetta.<br />
VIOLA: - Pronto?<br />
MAURO: - (sdolcinato) Ciao amore!<br />
VIOLA: - (sprizzando gioia) Oh, Mauro! Sei in Italia?<br />
MAURO: - (eccitato) Si, amore, sono appena tornato, ho una gran<br />
voglia <strong>di</strong> vederti, ti va d’incontrarci domani sera allo Stork<br />
Club?<br />
VIOLA: - (entusiasta) Si, non vedo l’ora <strong>di</strong> vederti!<br />
54
Viola ode delle voci eccitate gridare attraverso il filo, poi il<br />
sospiro nervoso <strong>di</strong> Mauro.<br />
VIOLA: - Amore che c’è che non va?<br />
MAURO: - Tesoro scusami, ma devo scappare, a domani sera!<br />
Chiude su primo piano (close up) <strong>di</strong> Viola pensierosa,<br />
mentre appoggia la cornetta sul ricevitore.<br />
39.Notte. Interno. Stanza <strong>di</strong> Viola.<br />
Viola indossa un accappatoio bianco, apre l’arma<strong>di</strong>o,<br />
indecisa prende alcuni vestiti e li posa sul letto; non sa<br />
cosa mettere, ne prende uno,lo guarda, e lo sbatte sul<br />
letto.<br />
VIOLA: - (nervosa) Possibile che ogni volta che devo incontrare<br />
Mauro non trovo mai un vestito che mi vada a genio, avrei<br />
dovuto comprarmene uno nuovo!<br />
Si toglie l’accappatoio e rimane in mutande e reggiseno <strong>di</strong><br />
pizzo nero, prova un vestito, si guarda allo specchio, non<br />
si piace, se lo toglie.<br />
VIOLA: - (grida) Avrei dovuto comprarne uno, certo, questo è il<br />
pensiero che mi ha assillato tutta la giornata, ma fino ad<br />
oggi Mauro mi è già costato un capitale.<br />
Inquadratura <strong>di</strong> Viola mentre estrae altri vestiti<br />
dall’arma<strong>di</strong>o.<br />
VIOLA: - (brontola) <strong>Elisabetta</strong> dove sei, mi sentirei più tranquilla<br />
se ci fossi anche tu.<br />
40. Notte. Interno Stork Club.<br />
55
Vibra nella sala una musica allegra, un gruppo <strong>di</strong> giovani<br />
balla scatenato, Viola è seduta ad un tavolino vicino alla<br />
pista, indossa un magnifico vestito giallo da sera con una<br />
giacca nera, fissa annoiata il gruppo che si <strong>di</strong>verte in<br />
pista, quando vede Mauro andarle incontro, il suo viso si<br />
riempie <strong>di</strong> gioia, lui le prende una mano e gliela bacia, poi<br />
le si siede accanto.<br />
MAURO: - Tesoro, che cosa hai fatto in questi venti giorni senza <strong>di</strong><br />
me?<br />
Viola sta per rispondere, ma Mauro riprende a parlare.<br />
MAURO: - Non sarai andata a letto con un altro, non mi avrai<br />
tra<strong>di</strong>to!<br />
VIOLA: - (seccata) Cosa <strong>di</strong>ci, non ho fatto altro che pensare a te,<br />
come potrei andare con un altro quando amo te?<br />
MAURO: - (insiste) Ma so che mi hai tra<strong>di</strong>to!<br />
VIOLA: - (seria) Per favore, smettila <strong>di</strong> scherzare!<br />
MAURO: - (brontola) Non sto scherzando, ho i miei informatori!<br />
VIOLA: - (preoccupata) Ah sì, ho capito, i tuoi colleghi: <strong>di</strong> ai tuoi<br />
amici agenti segreti del cavolo <strong>di</strong> comprarsi un<br />
canocchiale, perché mi hanno scambiata per un’altra.<br />
Mauro scoppia a ridere, Viola arrabbiata si alza in pie<strong>di</strong>, sta<br />
per andarsene, quando Mauro la prende per mano e la<br />
porta a ballare un lento, poi la stringe a sé e la fissa pieno<br />
<strong>di</strong> desiderio. Poco lontano fra la gente Antonio, un bel<br />
giovane, trentenne, alto, muscoloso, capelli castano<br />
chiaro, con ciuffo biondo che cade sull’occhio sinistro, viso<br />
interessante e occhi blu glaciali, osserva la coppia, mentre<br />
balla, poi gli sboccia un sorriso sulle labbra. Il lento<br />
finisce Mauro e Viola tornano al tavolo. Lui si guarda<br />
attorno cercando qualcuno tra la folla.<br />
VIOLA: - Chi stai cercando?<br />
MAURO: - Dovrebbe venire un mio amico, agente della Digos,<br />
vorrei presentartelo, così quando tornerà <strong>Elisabetta</strong><br />
andremo a cena insieme.<br />
56
Raggiungono il tavolino, Viola si siede.<br />
MAURO: - Vado a cercarlo.<br />
Chiude su Mauro, mentre s’allontana fra la gente.<br />
41. Notte. Interno Stork Club.<br />
Sulla pista la gente balla, la musica è allegra, Viola è<br />
pensierosa: alza lo sguardo e si trova <strong>di</strong> fronte all’agente<br />
della Digos e a Mauro.<br />
MAURO: - (sorridendo) Questo è Antonio, una testa <strong>di</strong> cuoio!<br />
I due uomini si siedono.<br />
VIOLA: - (ingenuamente) Spiegami perché un bell’uomo come lui<br />
dovrebbe avere la testa <strong>di</strong> cuoio!<br />
I due amici scoppiano a ridere <strong>di</strong>vertiti.<br />
MAURO: - (spiega) Le teste <strong>di</strong> cuoio sono un corpo speciale <strong>di</strong><br />
polizia, come quelli che hanno ritrovato il generale Dozier!<br />
VIOLA: - (imbarazzata) Si, si, chi non la conosce questa vecchia<br />
storia!.<br />
MAURO: - (serio) Già, la notizia che Dozier era stato rapito è<br />
uscita su tutti i giornali. Il generale fu trovato dagli agenti<br />
della Digos e c’era anche Antonio.<br />
Antonio cerca <strong>di</strong> fare l’in<strong>di</strong>fferente guardando altrove. Viola<br />
si stupisce.<br />
VIOLA: - (incuriosita) Certo che bisogna avere un bel coraggio per<br />
affrontare certe situazioni. Ma come avete fatto a<br />
trovarlo?<br />
57
Antonio sembra <strong>di</strong>stratto, poi all’improvviso sembra aver<br />
fretta.<br />
MAURO: - (sghignazza) Lo hanno trovato nudo nella vasca da<br />
bagno, con i polsi e i pie<strong>di</strong> legati, e lo sai che cosa hanno<br />
fatto le teste <strong>di</strong> cuoio quando lo hanno visto così conciato?<br />
VIOLA: - (curiosa) No, non lo so!<br />
Mauro mima col fondo schiena la famosa mossa dell’infilarlo.<br />
MAURO: - (sghignazza) Gli hanno fatto il culo!<br />
I tre scoppiano in una risata fragorosa.<br />
MAURO: - (serio) Antonio però queste cose non le fa, in quel<br />
momento stava perlustrando l’immobile, l’ha saputo dopo.<br />
VIOLA: - (sbraita) Io non la bevo, per chi mi avete preso?<br />
MAURO: - (euforico) Antonio, ti ricor<strong>di</strong> quella volta in missione a<br />
Venezia?<br />
ANTONIO: - (sorridendo) Certo! Racconta a Viola che cosa<br />
successe.<br />
Mauro immagina la scena mentre racconta (Sc. n.42)<br />
MAURO: - Stavamo camminando insieme per una calla <strong>di</strong> Venezia<br />
che dava sul canale, quando una freccia sfiorò la spalla <strong>di</strong><br />
Antonio.<br />
42. Venezia. Notte. Esterno. Calla che sbocca sul canale.<br />
Mauro e Antonio camminano per una calla che dà sul canale,<br />
quando all’improvviso una freccia sfiora la spalla <strong>di</strong><br />
Antonio, che si gira <strong>di</strong> soprassalto, poi insieme corrono al<br />
riparo <strong>di</strong>etro ad una casa.<br />
58
Viola, sorpresa, interrompe la visione <strong>di</strong> Mauro<br />
VIOLA: - Cosa?! Un arco con la freccia, non siamo mica ai tempi <strong>di</strong><br />
Robin Hood!<br />
ANTONIO: - (serio) Si, si, è vero, aveva un arco quello, e grazie a<br />
Dio che non mi ha beccato, solo sfiorato.<br />
VIOLA: - (sempre più curiosa) E voi come avete reagito?<br />
Mauro scatta in pie<strong>di</strong>, <strong>di</strong>varica le gambe alla “Cow boy”.<br />
MAURO: - Antonio ha estratto la pistola dalla giacca e ha sparato a<br />
quello dell’arco, che si è abbassato in tempo,<br />
sfortunatamente è stato colpito un povero gondoliere, che<br />
passava sul canale in quel dannato momento.<br />
43. Venezia. Notte. Esterno, calla che sbocca sul canale.<br />
I due amici sono nascosti <strong>di</strong>etro a una casa, Antonio estrae<br />
la pistola dalla giacca, sporge la testa e spara all’uomo<br />
con la freccia che sta cercando <strong>di</strong> raggiungerli, ma l’uomo<br />
lo vede e si abbassa. In quel frangente, <strong>di</strong>etro all’uomo<br />
giunge un gondoliere che viene colpito e lascia cadere il<br />
remo accasciandosi sulla gondola. I due amici osservano<br />
la trage<strong>di</strong>a inorri<strong>di</strong>ti.<br />
ANTONIO: - (serio) Purtroppo non ho potuto colpire il bastardo,<br />
perché si è abbassato velocemente.<br />
MAURO: - (sbraita) Però hai colpito uno sfigato gondoliere che<br />
passava <strong>di</strong> lì con la sua gondola.<br />
VIOLA: - (grida) Santo cielo, ho capito bene, avete ucciso un<br />
povero gondoliere innocente?<br />
VIOLA: - (incredula) Spiegatemi perché questa storia non è stata<br />
pubblicata sui giornali.<br />
ANTONIO: - (serio ) Viola, noi abbiamo la licenza <strong>di</strong> uccidere,<br />
quin<strong>di</strong> il servizio segreto ha insabbiato tutto.<br />
59
MAURO: - (<strong>di</strong>stratto ) Si, hanno coperto il morto con la sabbia!<br />
ANTONIO: - (arrabbiato ) Ma no, ignorante, volevo <strong>di</strong>re che hanno<br />
insabbiato tutto sui giornali!<br />
VIOLA: - Non era cre<strong>di</strong>bile che avessero coperto il morto con la<br />
sabbia, a Venezia c’è solo del cemento.<br />
MAURO: - (cercando <strong>di</strong> correggersi) Non si può neanche<br />
scherzare?<br />
VIOLA: - (sbraita) Non vi capisco, credete davvero <strong>di</strong> farvi così<br />
belli, raccontandomi le vostre avventure sballate, agenti<br />
segreti del cavolo? Per me siete solo degli stronzi.<br />
Si alza in pie<strong>di</strong> e sta per andarsene, Mauro le impe<strong>di</strong>sce il<br />
passaggio e la invita a sedersi.<br />
MAURO: - (sussurrando) Ti prego, amore mio, non andartene!<br />
Mentre Viola si siede, Mauro cambia <strong>di</strong>scorso.<br />
MAURO: - Lo sai, Antonio, che Viola ha una amica molto carina che<br />
lavora sulle navi da crociera.<br />
ANTONIO: - Bene, quando me la presentate?<br />
VIOLA: - (seria ) Ho appena ricevuto una sua cartolina<br />
dall’Oriente: sbarcherà tra poco a Genova.<br />
ANTONIO: - Non vi nascondo che sono curioso <strong>di</strong> conoscerla!<br />
VIOLA: - Sentite, voi due pescecani, lei è allergica ai racconta<br />
balle.<br />
Primo piano dei due uomini che si fissano seri<br />
ANTONIO E MAURO: - (brontolando) Noi racconta balle, come ti<br />
permetti?<br />
44. Alfonsine. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Esterno. Giar<strong>di</strong>no. Interno.<br />
Viola apre il cancello e entra nel giar<strong>di</strong>no, ha appena<br />
piovuto, tra le nuvole sprazzi <strong>di</strong> luce illuminano il giar<strong>di</strong>no<br />
60
agnato, si guarda attorno: sulla sinistra vede tre colonne<br />
ver<strong>di</strong> <strong>di</strong> cipresso che puntano verso il cielo, con varie<br />
piante e sassi che formano un’aiuola; al centro del<br />
giar<strong>di</strong>no una statua bianca, con <strong>di</strong>etro un’altra aiuola con<br />
magnolia e varie piante, davanti alla porta <strong>di</strong> casa due<br />
statue <strong>di</strong> bambini che sostengono vasi pieni <strong>di</strong> fiori. Sulla<br />
sinistra un olivo vicino a una collinetta <strong>di</strong> grossi sassi,<br />
varie piante grasse e un’enorme pianta <strong>di</strong> banano, dalle<br />
foglie lunghe e larghe che invadono il passaggio. Viola<br />
stupita sposta alcune foglie <strong>di</strong> banano per passare,<br />
quando all’improvviso le cade dell’acqua addosso. Si agita<br />
nervosa, poi si scrolla.<br />
VIOLA: - (grida) Guarda un po’ se dovevo venire a farmi una<br />
doccia sotto il banano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>!?<br />
Mentre si asciuga il viso con la manica del vestito,<br />
raggiunge la porta e suona il campanello, ma nessuno<br />
apre.<br />
VIOLA: - <strong>Elisabetta</strong>, vuoi sbrigarti, prima che mi faccia fuori un<br />
serpente!<br />
ELISABETTA: - (aprendo) Cosa rompi, non sei mica nella foresta<br />
amazzonica! Il mio è solo un giar<strong>di</strong>no.<br />
VIOLA: - Se ci metti un laghetto, avrei un coccodrillo che ci<br />
sguazzerebbe volentieri!<br />
Entrano nel corridoio, ampio, con le scale e lo scorri mano in<br />
legno; sul muro che porta al primo piano quadri <strong>di</strong> papiri<br />
egiziani e altri oggetti. Al centro del corridoio un mobile in<br />
legno, sopra il quale c’è uno specchio quadrato<br />
incorniciato in oro con ai lati due <strong>di</strong>pinti balinesi. Di fronte<br />
allo specchio una magnifica statua in oro indonesiana.<br />
Appesi ai muri bianchi, maschere quadri e oggetti<br />
comprati in giro per il mondo. In fondo al corridoio un<br />
grande quadro multicolore. Nel sottoscala c’è un salotto in<br />
velluto rosso e legno, un tappeto, sul tavolo un vaso con<br />
fiori secchi e alle pareti collezione <strong>di</strong> maschere e altri<br />
oggetti orientali.<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Immagino sia un coccodrillo con due<br />
palle.<br />
61
VIOLA: - (ridendo) Si, è un bel rettile che si chiama Antonio. A<br />
parte gli scherzi è una testa <strong>di</strong> cuoio, ufficiale della Digos!<br />
ELISABETTA: - (sorride) Ma chi è, un amico <strong>di</strong> Mauro?<br />
VIOLA: - (guardandosi attorno con stupore) Certo!<br />
ELISABETTA: - (riflette) Antonio ha gli occhi blu glaciali, per caso?<br />
VIOLA: - (sorpresa) Sì, come fai a conoscerlo?<br />
ELISABETTA: - (pensierosa) L’ho conosciuto in sogno!<br />
VIOLA: - (fissandola) Senti sognatrice, ne parliamo dopo, ora<br />
voglio vedere la tua casa.<br />
ELISABETTA: - (curiosa) Ma non hai ancora finito con quell’agente<br />
segreto del cavolo?<br />
VIOLA: - (pensierosa) Vuoi farmi vedere questa benedetta casa?<br />
ELISABETTA: - (accompagnandola) OK! Agli or<strong>di</strong>ni, Madame,<br />
incominciamo dal salotto!<br />
All’interno del salotto Viola osserva un grande tappeto,<br />
sopra il quale c’è un tavolino che lascia intravedere sotto<br />
la superficie <strong>di</strong> vetro un magnifico <strong>di</strong>segno in<strong>di</strong>ano,<br />
sorretto da quattro angeli dorati. Ai lati del tavolino<br />
poltrone in pelle nera e un magnifico caminetto in marmo<br />
dello stesso colore, sopra il quale stanno oggetti vari e<br />
sulla cappa ombre balinesi. Alle pareti ventagli colorati<br />
rifiniti in oro, quadri e oggetti, <strong>di</strong> fronte al caminetto un<br />
mobile bianco e nero, tende bianche alle finestre.<br />
VIOLA: - (estasiata) Che meraviglia!<br />
<strong>Elisabetta</strong> esce dal soggiorno, Viola la segue al piano<br />
superiore. Sulla porta della camera da letto Viola osserva<br />
ammutolita: il suggestivo letto in ottone al centro della<br />
stanza, un drappo <strong>di</strong> raso beige dorato che scende<br />
dall’alto, trattenuto al soffitto da una rifinitura in batik<br />
bordeaux e beige che cade <strong>di</strong>etro le spalliera del letto.<br />
Un’icona greca, in oro e colore, raffigurante la Madonna<br />
col Bambino, pende dal drappo. Alla porta del balcone lo<br />
stesso tipo <strong>di</strong> tenda <strong>di</strong> raso e batik, con a fianco una<br />
meravigliosa se<strong>di</strong>a indonesiana bianca come tutto il resto<br />
del mobilio. Vicino alla porta un comò sopra il quale<br />
stanno bambole e bambolotti: appeso sopra un bellissimo<br />
62
specchio colorato dello stesso colore degli specchi<br />
dell’arma<strong>di</strong>o.<br />
VIOLA: - (borbotta) Complimenti la tua casa è stupenda!.<br />
Raggiungono il bagno, Viola osserva curiosa. Spiccano i<br />
rubinetti in ottone nel bagno bianco e nero dalle piastrelle<br />
<strong>di</strong>pinte a mano con ciclamini, tende e asciugamani rosa,<br />
arredo bagno bianco.<br />
VIOLA: - Ma questo sembra il bagno <strong>di</strong> Cleopatra! Non <strong>di</strong>rmi che<br />
da quei rubinetti esce latte <strong>di</strong> capra.<br />
ELISABETTA: - (ridendo) Sì, <strong>di</strong> caprone!<br />
Chiude, mentre Viola scoppia a ridere.<br />
45. Interno. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Cucina.<br />
Le piastrelle sono nere, i mobili sono bianchi rifiniti in nero<br />
teck. Sulla tavola tovaglia, cuscini sulle se<strong>di</strong>e e le ten<strong>di</strong>ne<br />
alla finestra bianche all’uncinetto, quadri alle pareti e<br />
oggetti vari sui mobili.<br />
Viola ed <strong>Elisabetta</strong> sono sedute in cucina e stanno<br />
sorseggiando il caffè.<br />
VIOLA: - Tu hai sempre avuto degli strani sogni, ma questo, con<br />
gli hippies nel deserto che si trasformano in Gesù con<br />
l’apostolo, mi fa pensare.<br />
ELISABETTA: - (riflettendo) Per esperienza so che quando in un<br />
sogno subentra il Cristo, devo analizzarlo bene, perché c’è<br />
un messaggio importante che mi riguarda.<br />
VIOLA: - Quanto sei incre<strong>di</strong>bile, tu con i tuoi sogni premonitori!<br />
ELISABETTA: - (finendo <strong>di</strong> bere il caffè) Devi sapere che quando<br />
tornai da Londra cercai inutilmente un lavoro per mesi, un<br />
giorno <strong>di</strong>sperata mi rifugiai in una chiesa vuota e pregai<br />
intensamente il Cristo.<br />
VIOLA: - Si sa che la preghiera fatta col cuore è un’energia<br />
potente, che può realizzare i nostri desideri.<br />
63
ELISABETTA: - Poco dopo sognai che entravo in un ufficio per<br />
essere sottoposta ad un colloquio <strong>di</strong> lavoro, ma con mia<br />
sorpresa, al posto del solito datore <strong>di</strong> lavoro, vi trovai il<br />
Cristo, che a braccia aperte mi assicurava che presto avrei<br />
trovato lavoro…<br />
VIOLA: - (interrompendola) Poco dopo una voce interiore ti<br />
spinse a cercare lavoro a Venezia e, guarda caso, fosti<br />
raccomandata da uno sconosciuto.<br />
ELISABETTA: - (sorride) Cre<strong>di</strong>mi, quando ci penso mi vengono i<br />
brivi<strong>di</strong>, infatti dopo tanti anni ancora oggi lavoro per la<br />
stessa compagnia.<br />
VIOLA: - (riflette un attimo) Sai, ho fatto della psicanalisi, ma non<br />
so interpretare i sogni, comunque credo che il bacio del<br />
Cristo significhi che qualcuno ti tra<strong>di</strong>rà, come lo è stato da<br />
Giuda..<br />
ELISABETTA: - ( fissa Viola) Certo, comunque il deserto<br />
rappresenta anche la morte, e l’uomo che mi tra<strong>di</strong>rà sarà<br />
l’hippy dagli occhi blu glaciali del sogno.<br />
VIOLA: - (preoccupata) Già, il fatto che fosse un hippy nel<br />
deserto, può significare che incontrerai un tipo originale<br />
in un momento oscuro della tua vita.<br />
ELISABETTA: - (ammette) Sono d’accordo con te.<br />
VIOLA: - (si alza in pie<strong>di</strong> ) Adesso che ci penso, Antonio, la testa<br />
<strong>di</strong> cuoio, ha gli occhi blu! Giovedì lo conoscerai, ci<br />
aspettano allo Stork.<br />
ELISABETTA: - (mentre escono in corridoio) Se si tratta <strong>di</strong> lui, la<br />
prima cosa che farò gli mollerò un calcio nei testicoli, così<br />
lo sistemo per sempre.<br />
Mentre escono in giar<strong>di</strong>no, scoppiano in una risata.<br />
VIOLA: - Si, figurati!<br />
Poi passa <strong>di</strong>strattamente sotto le foglie del banano che le<br />
lasciano cadere addosso dell’acqua.<br />
VIOLA: - (sbraita) Accidenti, una notte verrò col caterpiller e ti<br />
sra<strong>di</strong>cherò questo maledetto banano!<br />
64
Chiude, mentre <strong>Elisabetta</strong> ride <strong>di</strong>vertita e Viola se ne va<br />
sbattendo il cancello.<br />
46. Notte. Interno Stork Club.<br />
<strong>Elisabetta</strong> indossa un elegante vestito rosso, Viola ne ha<br />
uno a fantasia dai colori vivaci, sono in pie<strong>di</strong> davanti al<br />
bar e stanno bevendo, una musica romantica si <strong>di</strong>ffonde<br />
tra la gente nel dancing.<br />
VIOLA: - Sai cosa mi ha detto la mamma quando ha saputo che<br />
dovevamo incontrare Mauro e Antonio?<br />
ELISABETTA: - Cosa?<br />
VIOLA: - (ridendo) Che due fessi come quelli non dovremmo<br />
neanche frequentarli e che, se “si insabbiassero” il<br />
cervello, la smetterebbero <strong>di</strong> raccontare panzane.<br />
ELISABETTA: - (ridendo) Sai che tua mamma è più saggia <strong>di</strong> noi?<br />
In quel mentre Viola vede Antonio all’angolo del bar che<br />
guarda la televisione.<br />
VIOLA: - (euforica) Eccolo là il nostro uomo, quello con i<br />
pantaloni <strong>di</strong> pelle nera e la camicia <strong>di</strong> seta a quadri rossa<br />
e nera.<br />
ELISABETTA: - (estasiata) Che bell’uomo affascinante, ma chi è?<br />
Intanto Antonio le vede, va loro incontro.<br />
VIOLA: - Ciao Antonio, vuoi ancora conoscere la mia amica?<br />
ANTONIO: - Con molto piacere!<br />
VIOLA: - (sorridendo) Te la presento subito, prima che i suoi<br />
ammiratori ti <strong>di</strong>ano del filo da torcere.<br />
Qualcuno sta già parlando con <strong>Elisabetta</strong>.<br />
VIOLA: - Scusa <strong>Elisabetta</strong>, vuoi venire qui?<br />
65
Lei saluta l’uomo e li raggiunge. Come vede gli occhi <strong>di</strong><br />
Antonio, ha un brivido seguito dal flash back del sogno nel<br />
deserto. <strong>Elisabetta</strong> è nel deserto e sta fissando gli occhi<br />
blu glaciali dell’hippy che le <strong>di</strong>ce "Tu sei la mia fidanzata".<br />
VIOLA: - <strong>Elisabetta</strong>, questo è Antonio, l’ufficiale della Digos,<br />
amico <strong>di</strong> Mauro.<br />
ELISABETTA: - (sarcastica) Ah! Si, e tu faresti parte del famoso<br />
gruppo investigativo delle teste <strong>di</strong> cuoio?<br />
ANTONIO: - ( impacciato) Sì, certo! Possiamo andare a sederci al<br />
vostro tavolino?<br />
S’avviano al tavolino.<br />
ELISABETTA: - ( voce fuori campo off screen) Male<strong>di</strong>zione, Antonio<br />
è l’hippy del sogno, dovrei mollargli due calci nelle palle e<br />
andarmene, come mi ero promessa <strong>di</strong> fare.<br />
Antonio si siede accanto ad <strong>Elisabetta</strong>, Viola <strong>di</strong> fronte.<br />
ELISABETTA: - (impaziente) Posso farti una domanda personale?<br />
ANTONIO: - Se ti fa piacere.<br />
ELISABETTA: - (sospirando) Promettimi però d’essere sincero,<br />
perché per me è molto importante.<br />
ANTONIO: - (curioso) Te lo prometto!<br />
ELISABETTA: - Sei mai stato un hippy nella tua vita?<br />
ANTONIO: - (sorpreso e sconcertato esita, poi risponde) Sì,<br />
quando ero studente!<br />
<strong>Elisabetta</strong> lo fissa, in quel mentre il cantante del complesso<br />
inizia a cantare “Un’ora sola ti vorrei”. Antonio la prende<br />
per mano e la porta sulla pista.<br />
47. Interno. Stork club. In pista.<br />
66
Mentre ballano, Antonio fissa <strong>Elisabetta</strong> negli occhi serio.<br />
ANTONIO: - <strong>Elisabetta</strong>, dovrai perdonarmi, ho qualcosa da<br />
confessarti. Facciamo finta che ci incontriamo in questo<br />
momento, insomma io non sono un ufficiale della Digos,<br />
ma un ingegnere.<br />
Antonio sospira, mentre <strong>Elisabetta</strong> lo fissa stupita.<br />
ANTONIO: - Quando ho conosciuto Viola, Mauro mi ha incluso nel<br />
suo gioco e senza chiedermi il permesso mi ha presentato<br />
come ufficiale della Digos. Ho pensato fosse uno scherzo<br />
che sarebbe finito subito dopo…<br />
ELISABETTA: - Che sfacciato!<br />
ANTONIO: - Mauro ha continuato a raccontare un sacco <strong>di</strong> storie,<br />
facendomi passare per un assassino.<br />
ELISABETTA: - (ridendo) Mauro è simpatico, ma non sa che il gioco<br />
è bello quando è corto.<br />
I lenti finiscono, Antonio ed <strong>Elisabetta</strong> tornano al tavolino.<br />
ELISABETTA: - Se non ti <strong>di</strong>spiace, vorrei sapere chi è Mauro e che<br />
cosa fa.<br />
ANTONIO: - Viola deve sapere che Mauro è sposato, con una figlia<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni. Molti anni fa <strong>di</strong> giorno tentava <strong>di</strong> lavorare<br />
come operaio alla Becchi <strong>di</strong> Forlì, e <strong>di</strong> notte faceva il<br />
vitellone a Rimini, dandosi da fare con le ricche signore<br />
dell’alta società, puntando il mirino sulle vedove<br />
ere<strong>di</strong>tiere, per spillare loro denaro…<br />
ELISABETTA: - (incredula) Ma come farò ora a raccontare questa<br />
incre<strong>di</strong>bile storia a Viola, non mi crederà mai, lei è<br />
innamorata <strong>di</strong> Mauro.<br />
ANTONIO: - (pensieroso) Lasciami finire. Un giorno il nostro<br />
soggetto incontra la figlia <strong>di</strong> un ricco generale, i due si<br />
innamorano e lei sapendo che è sposato lo assume come<br />
guar<strong>di</strong>a del corpo. Alcuni anni dopo il generale e la figlia<br />
muoiono e Mauro ere<strong>di</strong>ta alcuni miliar<strong>di</strong>.<br />
ELISABETTA: - Ecco perché cambia automobile così spesso.<br />
67
ANTONIO: - Adesso ha un'amante ricchissima a Bologna <strong>di</strong><br />
sessantadue anni: l’ha assunto come guar<strong>di</strong>a del corpo.<br />
ELISABETTA: - (fissandolo) Pazzesco!<br />
ANTONIO: - Nella palestra dove si allena Mauro, tu e Viola siete<br />
famose. La scorsa settimana voleva che io e Michele lo<br />
aiutassimo a far credere a Viola che era morto <strong>di</strong> morte<br />
violenta, per liberarsene.<br />
ELISABETTA: - (incredula) Di morte violenta, ma stai scherzando?<br />
ANTONIO: - (serio) Secondo Mauro avrei dovuto far finta <strong>di</strong><br />
sparargli dopo una <strong>di</strong>scussione in un boschetto, mentre<br />
tu, Viola e Michele avreste visto la scena dall’auto poco<br />
lontana.<br />
ELISABETTA: - (in<strong>di</strong>gnata) Assurdo!<br />
ANTONIO: - (sorridendo) Naturalmente Michele, sentendo gli spari<br />
e vedendo Mauro cadere a terra senza vita, avrebbe<br />
dovuto prendere il volante e fuggire a tutta velocità verso<br />
Forlì, così sarebbe finita la sua relazione con Viola.<br />
ELISABETTA: - (sconvolta) Ma è pazzesco, perché costruire questa<br />
storia per liberarsi <strong>di</strong> Viola?<br />
ANTONIO: - Beh, Mauro voleva sparire in modo originale!<br />
ELISABETTA: - (curiosa) Come mai non avete portato a termine il<br />
vostro piano?<br />
ANTONIO: - Ho spiegato a Mauro che avrei potuto rischiare la<br />
pelle, se in quel momento fosse passata una pattuglia <strong>di</strong><br />
carabinieri che mi avesse visto sparare a Mauro nel<br />
boschetto.<br />
In quel mentre Viola li raggiunge, <strong>Elisabetta</strong> e Antonio<br />
ammutoliscono.<br />
VIOLA: - Che cosa avete, due colombi in amore?<br />
ANTONIO: - (fissandola) Tieni pronto un fazzoletto, perché<br />
quando <strong>Elisabetta</strong> ti racconterà le peripezie <strong>di</strong><br />
“Fantomas”, ne avrai bisogno.<br />
VIOLA: - Non credo che esista un uomo che possa farmi piangere!<br />
ANTONIO: - Meglio così!<br />
68
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che guarda addolorata<br />
Viola.<br />
48. Notte. Statale 16. Esterno auto in corsa. Interno auto.<br />
L’auto <strong>di</strong> Viola sfreccia sulla statale 16, sotto un cielo<br />
stellato, sorpassa un'altra auto, rallenta e si ferma ad un<br />
semaforo rosso. All’interno dell’auto Viola fuma nervosa.<br />
ELISABETTA: - Mauro col suo egoismo ha creato delle orribili forme<br />
pensiero, ha tra<strong>di</strong>to te e la moglie, ingannato due donne<br />
ricchissime, trasformandosi in un creatore negativo.<br />
VIOLA: - (sospira) Spesso, quando telefonavo a quel dannato<br />
imbroglione, rispondeva una donna e lui mi <strong>di</strong>ceva che era<br />
la cameriera.<br />
ELISABETTA: - Lo sciacallo non sa che sarà vittima delle sue<br />
stesse forme pensiero negative, perché nessuno sfugge<br />
alla legge <strong>di</strong> causa - effetto.<br />
Scatta il verde, Viola parte brontolando<br />
VIOLA: - Tu non lo sai, ma mi hai liberata da un grosso peso,<br />
credo mi piaccia <strong>di</strong> più come gigolo, che come agente<br />
segreto, perché penso che i servizi segreti siano collusi<br />
con il potere malavitoso.<br />
ELISABETTA: - Ma dov’è andato a finire l’uomo <strong>di</strong> origini nobili?<br />
VIOLA: - (dopo una pausa) Purtroppo ho incontrato un volgare<br />
artigiano dell’amore, ecco che cos’è Mauro!<br />
Le due amiche si guardano serie, poi scoppiano in una<br />
risata.<br />
Chiude sull’auto che corre nella notte, mentre i raggi<br />
argentati della luna illuminano le campagne.<br />
49. Notte, stanza da letto <strong>di</strong> Viola.<br />
69
La luce dell’abat-jour illumina la stanza, Viola è stesa sul<br />
letto con una camicia da notte rosa <strong>di</strong> pizzo, il suo viso<br />
triste fissa il vuoto, una lacrima le scende.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Quel mascalzone <strong>di</strong> Mauro<br />
mi ha lasciata tutta la sera sola, e adesso dovrei credere<br />
all’assurda storia <strong>di</strong> Antonio, che intendeva scomparire<br />
dalla mia vita mettendo in scena una finta morte violenta.<br />
Assumerò un detective privato, perché Antonio non mi<br />
convince con le sue fantasiose storie.<br />
Viola si asciuga la lacrima con una mano e spegne l’abatjour.<br />
Dissolvenza. Dissolve to.<br />
50. Pomeriggio. Casa <strong>di</strong> Viola. Interno soggiorno.<br />
Viola è seduta sul <strong>di</strong>vano, indossa un maglione nero e una<br />
gonna arancione, la stanza è semibuia, raggi <strong>di</strong> luce<br />
entrano dalle persiane; è triste e pensierosa, il telefono<br />
squilla si alza e va a rispondere.<br />
VIOLA: - Pronto.<br />
ELISABETTA: - Viola, come stai?<br />
VIOLA: - (sospira) È trascorsa una settimana e ancora sto<br />
riflettendo sull’assurda storia <strong>di</strong> Mauro, non riesco a<br />
crederci.<br />
ELISABETTA: - Già, sembra tutto così pazzesco!<br />
Viola sospira.<br />
ELISABETTA: - Viola, stasera Antonio mi aspetta allo Stork,<br />
an<strong>di</strong>amoci insieme così ti <strong>di</strong>strai un pò, rischi la<br />
depressione.<br />
VIOLA: - Mi sembra una buona idea, ciao a stasera!<br />
Dissolvenza (<strong>di</strong>ssolve to).<br />
70
51. Notte. Stork Club. Interno.<br />
Nel dancing si <strong>di</strong>ffonde musica anni sessanta, <strong>Elisabetta</strong><br />
indossa un completo nero con camicetta arancione, Viola<br />
un vestito a giacca verde malva con camicetta bianca,<br />
sono sedute ad un tavolino <strong>di</strong> fronte al bar e stanno<br />
sorseggiando un cocktail.<br />
VIOLA: - (fissando l’amica) Non ve<strong>di</strong> l’ora <strong>di</strong> incontrarlo, vero?<br />
ELISABETTA: - (posa il cocktail) Purtroppo!<br />
In quel mentre appare tra la folla Antonio.<br />
ANTONIO: - Ciao ragazze!<br />
Mentre Antonio si siede accanto ad <strong>Elisabetta</strong> e la bacia su<br />
una guancia, il volto <strong>di</strong> Viola si rattrista all’improvviso.<br />
ELISABETTA: - (preoccupata ) Viola, che cos’hai? Sembri giù <strong>di</strong><br />
morale.<br />
VIOLA: - (addolorata) Ho un gran mal <strong>di</strong> testa, forse mi sta<br />
scoppiando il cervello a forza <strong>di</strong> pensare a Mauro.<br />
ELISABETTA: - (sospira) Già, dovevo immaginare che avresti<br />
reagito a scoppio ritardato.<br />
VIOLA: - (nervosa ) Comunque non è finita qui con quel gallo da<br />
strapazzo.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e Antonio si guardano preoccupati.<br />
VIOLA: - Antonio, ti <strong>di</strong>spiacerebbe portare a casa <strong>Elisabetta</strong>? Sto<br />
male, sarebbe una frustrazione per me restare.<br />
ANTONIO: - Molto volentieri!<br />
ELISABETTA: - Ti prego, non pensare troppo a quel cacciatore <strong>di</strong><br />
dote, guida con prudenza.<br />
71
Viola si alza in pie<strong>di</strong> e prende la sua borsa dal tavolino.<br />
VIOLA: - Senti <strong>Elisabetta</strong>, non rischierei la mia vita neanche per<br />
Alain Delon, figurati per un gigolo come Mauro.<br />
Divertitevi.<br />
Si allontana verso l’uscita e sparisce fra la gente.<br />
ELISABETTA: - È triste e pensierosa.<br />
ANTONIO: - Non ti preoccupare, Viola saprà superare anche<br />
questa.<br />
In quel mentre suonano “Wonderful love”, Antonio prende<br />
per mano <strong>Elisabetta</strong> e vanno a ballare.<br />
Chiude sulla coppia mentre ballano stretti.<br />
ANTONIO: - (sussurrando) Non sai quanto ho atteso questo<br />
momento.<br />
52. Notte. Esterno. Davanti allo Stork Club. Strada costeggiata<br />
da pini.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e Antonio escono ridendo dal dancing e<br />
raggiungono la lussuosa auto sportiva <strong>di</strong> Antonio color<br />
argento metallizzato. Lei osserva l’auto senza fare<br />
commenti, intanto Antonio va ad aprirle lo sportello e la fa<br />
salire.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen ) Di certo non gli<br />
manca quel “savoir fair” che conquista una donna,<br />
comunque dovrò stare attenta a questo gatto mammone,<br />
che probabilmente è peggio <strong>di</strong> Mauro.<br />
Antonio sale, mette in moto e parte. L’auto sfreccia veloce<br />
lungo la strada costeggiata <strong>di</strong> pini e esce sulla statale 16.<br />
53. Notte. Statale 16. Interno auto.<br />
72
ANTONIO: - Puoi telefonarmi a casa o in ufficio quando vuoi, sono<br />
un uomo libero, quin<strong>di</strong> non ci sono problemi.<br />
ELISABETTA: - (felice) Vedrai, lo farò molto volentieri.<br />
ANTONIO: - Guarda che a volte mia madre viene a stirarmi le<br />
camicie, se dovesse rispondere lei al telefono sai <strong>di</strong> chi si<br />
tratta.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Se cre<strong>di</strong> d’incantarmi<br />
con il tuo fascino da maschio latino ti sbagli, io le chiederò<br />
se è tua moglie. Non ho intenzione <strong>di</strong> cadere nella stessa<br />
trappola <strong>di</strong> Viola.<br />
54. Notte. Esterno. Davanti a casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
Antonio si ferma davanti alla casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, la osserva.<br />
ANTONIO: - (sorpreso) Vivi sola in questa grande casa?<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Già, pensa che quando mia sorella mi<br />
telefona, mi chiede sempre come mi sento nel mio<br />
castello.<br />
ANTONIO: - (baciandole una mano) Mia dolce castellana, mi<br />
farebbe visitare il suo castello?<br />
ELISABETTA: - (ridendo) Ma certo, mio bel principe!<br />
I due escono dall’automobile (panoramica pan shot del<br />
giar<strong>di</strong>no con <strong>Elisabetta</strong> e Antonio, mentre sbattono contro<br />
alcune foglie della pianta <strong>di</strong> banano che invadono il<br />
passaggio e lasciano cadere dell'acqua addosso ad<br />
Antonio).<br />
ANTONIO: - (scrollandosi ) Male<strong>di</strong>zione!<br />
ELISABETTA: - Di cosa ti lamenti, sei stato benedetto dalla pianta.<br />
ANTONIO: - (seccato) Che cavolo <strong>di</strong>ci, io sono ateo!<br />
ELISABETTA: - (lo fissa seria e ribatte) Male, sono costretta a<br />
pensare che hai occhi e orecchie foderati <strong>di</strong> prosciutto.<br />
ANTONIO: - (la prende per un braccio e domanda) Cosa inten<strong>di</strong>?<br />
73
<strong>Elisabetta</strong> si stacca da Antonio, va ad aprire la porta <strong>di</strong><br />
casa.<br />
ELISABETTA: - Che sei cieco e sordo, perché non riconosci l’opera<br />
<strong>di</strong>vina intorno a te.<br />
Chiude su primo piano (close up) della coppia mentre<br />
Antonio fissa <strong>Elisabetta</strong> stupito.<br />
55. Fine novembre. Pomeriggio d’inverno. Esterno. Centro<br />
Comacchio.<br />
È una giornata nebbiosa, <strong>Elisabetta</strong> indossa un giaccone<br />
sportivo nero con un paio <strong>di</strong> pantaloni grigio - argento,<br />
Viola un cappotto blu scuro con bottoni dorati,<br />
passeggiano lungo il canale che porta al ponte dei Tre<br />
ponti, quando una frotta <strong>di</strong> gabbiani che riposano su una<br />
barca spicca il volo garrendo e sparisce nella nebbia.<br />
VIOLA: - È inutile <strong>Elisabetta</strong>, non mi fido <strong>di</strong> Antonio, quin<strong>di</strong> ho<br />
ingaggiato un investigatore privato, da cui a breve saprò<br />
tutto su Mauro.<br />
ELISABETTA: - (stupita) Viola, sei incre<strong>di</strong>bile, avresti dovuto<br />
risparmiarti quel denaro.<br />
VIOLA: - (sospira addolorata) <strong>Elisabetta</strong>, ho bisogno <strong>di</strong> sapere,<br />
sono stanca <strong>di</strong> bugie.<br />
Le due donne salgono su per le scale che portano in cima al<br />
ponte dei Tre ponti.<br />
ELISABETTA: - Da quando Antonio mi ha raccontato tutto, Mauro<br />
non si è più fatto vivo, quin<strong>di</strong> cosa ti aspetti?<br />
VIOLA: - (sospira più volte, poi sussurra) Vorrei tanto sentirmi<br />
<strong>di</strong>re che Antonio si è sbagliato, ecco cosa vorrei.<br />
ELISABETTA: - (addolorata si ferma sulla scalinata) Mi <strong>di</strong>spiace<br />
Viola, ma a questo punto dovresti togliertelo dalla mente,<br />
non ti merita quella bestia <strong>di</strong> Mauro.<br />
VIOLA: - (sale sul ponte) Ti prego <strong>Elisabetta</strong>, stai attenta con<br />
Antonio, potresti finire come me.<br />
74
<strong>Elisabetta</strong> raggiunge Viola sul ponte, in quel mentre sprazzi<br />
<strong>di</strong> luce illuminano Comacchio e, tra le nebbie, alcuni<br />
gabbiani spiccano il volo garrendo. <strong>Elisabetta</strong> fissa il<br />
panorama seria.<br />
ELISABETTA: - (sospirando) Lo so!<br />
VIOLA: - (si guarda attorno, poi fissa <strong>Elisabetta</strong>) Non so se te ne<br />
sei accorta, ma per me Antonio si trucca.<br />
ELISABETTA: - (sbraita) Cosa?<br />
VIOLA: - Spero <strong>di</strong> essermi sbagliata, ma l’ultima volta che l’ho<br />
visto allo Stork si era messo il rimmel e il fondo tinta.<br />
ELISABETTA: - (preoccupata) Santo cielo, non avrò a che fare con<br />
un viados, adesso?<br />
Chiude su primo piano delle due amiche, mentre si<br />
guardano preoccupate.<br />
56. Notte. Esterno Giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Interno auto<br />
lungo la statale 16.<br />
L’auto <strong>di</strong> Antonio arriva rombando davanti a casa <strong>di</strong><br />
<strong>Elisabetta</strong> e si ferma: lui indossa scarpe da ginnastica, blu<br />
jeans e un giubbotto da aviatore pieno <strong>di</strong> adesivi<br />
inneggianti alla Russia, ha capelli ossigenati, rimmel e<br />
fondo tinta. Entra nel giar<strong>di</strong>no, si ferma, dà un’occhiata<br />
alla pianta <strong>di</strong> banano.<br />
ANTONIO: - (canticchia passando sotto la pianta ) Mio buon Gesù,<br />
mi hai fregato una volta, la seconda non mi freghi più.<br />
Antonio sta per suonare il campanello quando la porta si<br />
apre. <strong>Elisabetta</strong> con un completo pantalone e giacca in<br />
pelle nera, con scialle rosso, lo guarda delusa.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Male<strong>di</strong>zione, chi ha<br />
voglia <strong>di</strong> uscire con uno conciato in quel modo!?<br />
ANTONIO: - Accidenti, come sei elegante!<br />
75
ELISABETTA: - (imbarazzata) Che cosa ne <strong>di</strong>ci se anch’io vado a<br />
vestirmi con un look casual come il tuo?<br />
ANTONIO: - (cercando <strong>di</strong> nascondere il suo imbarazzo) Non è il<br />
caso, sei bellissima così, an<strong>di</strong>amo.<br />
Prende sotto braccio <strong>Elisabetta</strong>, le fa segno <strong>di</strong> fare<br />
attenzione alla pianta <strong>di</strong> banano, quin<strong>di</strong> si abbassano,<br />
escono dal giar<strong>di</strong>no ridendo, raggiungono l’auto, Antonio<br />
apre lo sportello ad <strong>Elisabetta</strong>, la fa entrare, chiude lo<br />
sportello, fa il giro, sale, inserisce una cassetta <strong>di</strong> Nat<br />
King Cole, mette in moto e parte a tutto gas. <strong>Elisabetta</strong> è<br />
pensierosa.<br />
ANTONIO: - Se fossi sicuro <strong>di</strong> essere nei tuoi pensieri, ne sarei<br />
felice!<br />
ELISABETTA: - (ridendo) Certo, ci sei entrato con prepotenza!<br />
ANTONIO: - (serio) Cosa inten<strong>di</strong>?<br />
ELISABETTA: - (sospira nervosa) Spiegami perché ti ossigeni i<br />
capelli e ti trucchi.<br />
ANTONIO: - (allegramente) Quando ero studente, ho suonato la<br />
chitarra per anni nell’orchestra <strong>di</strong> Fausto Papetti, come sai<br />
gli artisti sono costretti a truccarsi, quin<strong>di</strong> mi è rimasta<br />
questa abitu<strong>di</strong>ne da allora.<br />
ELISABETTA: - (felice) Capisco!<br />
ANTONIO: - Ti prometto che, quando uscirò con te, non mi<br />
truccherò più.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Sia lodato il cielo,<br />
finalmente posso rilassarmi!<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> lei sod<strong>di</strong>sfatta.<br />
57. Notte. Auto. Esterno. Milano Marittima.<br />
L’auto <strong>di</strong> Antonio rallenta e si ferma sulla strada che<br />
costeggia il mare. Antonio esce dall’auto, apre lo sportello<br />
ad <strong>Elisabetta</strong> che esce, lo chiude, la prende per mano e<br />
raggiungono una spiaggia deserta. Il mare mosso sbatte<br />
le sue onde rumorose e spumose sulla spiaggia, leggeri<br />
banchi <strong>di</strong> nebbia si muovono qua e là, spinti dal vento.<br />
76
Antonio attira <strong>Elisabetta</strong> a sé e tenta <strong>di</strong> baciarla, ma lei si<br />
allontana.<br />
ANTONIO: - (deluso) Non hai voglia <strong>di</strong> baciarmi, vero?<br />
ELISABETTA: - (sospirando) Offrimi un irish coffee al pub, ti prego.<br />
Antonio fissa <strong>Elisabetta</strong> pieno <strong>di</strong> desiderio, mentre lei<br />
pensierosa guarda il mare, con lo scialle e i capelli che<br />
volano al vento. Chiude su panoramica (pan shot) del<br />
mare in burrasca mentre Antonio prende <strong>Elisabetta</strong> sotto<br />
braccio e se ne vanno lasciando le impronte delle scarpe<br />
sulla sabbia, accompagnati da un gruppo <strong>di</strong> gabbiani che<br />
volano intorno a loro garrendo.<br />
58. Notte. Interno Pub Milano Marittima.<br />
Il pub è in stile inglese, tutto rifinito in legno, sui tavoli fiori<br />
freschi, luci soffuse e colorate, sottofondo <strong>di</strong> musica<br />
romantica e misteriosa, con note orientali. Alcune coppie<br />
chiacchierano felici. Antonio ed <strong>Elisabetta</strong> sono seduti in<br />
un angolo <strong>di</strong> fronte ad una finestra chiusa, da dove si<br />
vedono le onde del mare che corrono spumose sulla<br />
spiaggia, mentre sorseggiano un irish coffee. In quel<br />
mentre irrompe nel pub una bella signora con un cesto <strong>di</strong><br />
rose dai colori misti, Antonio come la vede si alza in pie<strong>di</strong><br />
e va a comprarne una, poi torna da <strong>Elisabetta</strong>, la fissa con<br />
ardore e gliela porge.<br />
ANTONIO: - Posso donare una rosa ad una “rosa”?<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Onorata, grazie!<br />
Poi si alza e lo bacia teneramente su una guancia, si risiede,<br />
osserva le spine della rosa, ne tocca una con un <strong>di</strong>to.<br />
ELISABETTA: - Chissà perché un fiore così bello ha le spine?<br />
Antonio la fissa con i suoi occhi blu glaciali pieni <strong>di</strong><br />
passione ed <strong>Elisabetta</strong> si lascia andare a quel magico<br />
momento.<br />
77
LA COPPIA: - (dal tavolo accanto) Signora, lo scialle!<br />
<strong>Elisabetta</strong> sorride, raccoglie lo scialle da terra e se lo mette<br />
sulle spalle.<br />
Chiude su primo piano (close up) <strong>di</strong> loro due mentre si<br />
fissano estasiati.<br />
59. Pomeriggio. Esterno. Interno casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
Viola, che indossa un cappotto nero con un vestito a<br />
fantasia, apre il cancello che scricchiola ed entra nel<br />
giar<strong>di</strong>no, davanti alla pianta <strong>di</strong> banano s’arresta <strong>di</strong> colpo.<br />
VIOLA: - (fa le corna alla pianta) Per te, cara! Se cre<strong>di</strong> <strong>di</strong> farmi<br />
un’altra doccia ti sbagli!<br />
Viola s’abbassa, passa sotto la pianta e va a suonare il<br />
campanello. <strong>Elisabetta</strong>, che indossa un paio <strong>di</strong> pantaloni<br />
rossi attillati e un maglione nero, apre la porta.<br />
ELISABETTA: - Ciao Viola, vieni, sto facendo il the.<br />
Viola chiude la porta e la segue <strong>Elisabetta</strong>.<br />
VIOLA: - Sai, il detective che ho ingaggiato mi ha delusa.<br />
Mentre Viola si siede al tavolo, <strong>Elisabetta</strong> estrae due tazze<br />
dal mobile, le posa sul tavolo.<br />
ELISABETTA: - Per quale ragione?<br />
VIOLA: - (sospirando) Quell’imbranato mi ha confermato che<br />
Mauro è sposato con una figlia, ma poi mi ha detto che<br />
mantiene la famiglia a stento.<br />
78
ELISABETTA: - (prende la zuccheriera e la mette sul tavolo) Già,<br />
c’è qualcosa che non va, perché, secondo Antonio, Mauro<br />
ha ere<strong>di</strong>tato alcuni miliar<strong>di</strong> dalla figlia del generale.<br />
<strong>Elisabetta</strong> prende il boiler dal fornello e versa il the nelle<br />
tazze.<br />
VIOLA: - (brontola) Ho pensato che un detective del cavolo come<br />
lui non avrebbe potuto scoprire la verità, quin<strong>di</strong> l’ho<br />
silurato.<br />
<strong>Elisabetta</strong> scoppia a ridere <strong>di</strong>vertita.<br />
VIOLA: - Pensa che questo bastardo <strong>di</strong> un detective ha avuto la<br />
sfacciataggine <strong>di</strong> invitarmi fuori a cena.<br />
ELISABETTA: - (ridendo) Non mi <strong>di</strong>re, hai fulminato il detective!<br />
VIOLA: - (sorridendo) Tu piuttosto fai attenzione a quel volpone<br />
<strong>di</strong> Antonio, perché domani sera, con la scusa <strong>di</strong> suonare la<br />
chitarra, ti vorrà sedurre per farti la festa.<br />
ELISABETTA: - ( brontola) In questa storia, una vittima basta e<br />
avanza!<br />
VIOLA: - (sghignazza) Basterà che ti guar<strong>di</strong> con quegli occhi blu<br />
glaciali, truccato da corsaro, mentre canta una canzone<br />
d’amore, che tu gli cadrai tra le braccia.<br />
ELISABETTA: - (sbraita) Se verrà truccato, lo sbatterò fuori <strong>di</strong><br />
casa!<br />
VIOLA: - Si, così dalla <strong>di</strong>sperazione sbatterà gli occhi sul banano e<br />
se li laverà.<br />
Chiude su primo piano (close up) delle due amiche che<br />
esplodono in una risata.<br />
60. Notte. Interno. Stanza da letto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
<strong>Elisabetta</strong>, che indossa una vestaglia cinese rosa con rami<br />
<strong>di</strong> fiori bianchi <strong>di</strong> ciliegio, rovista nell’arma<strong>di</strong>o e prende tre<br />
79
vestiti: li osserva attentamente, poi posa sul letto uno<br />
rosso e rimette gli altri nell’arma<strong>di</strong>o. Si toglie la vestaglia,<br />
la posa, indossa il vestito, si guarda allo specchio: il<br />
vestito è sexy, mette in evidenza il suo corpo longilineo,<br />
sod<strong>di</strong>sfatta va al comò, apre il cofanetto e prende un<br />
collier d’oro con tre serpenti intrecciati dagli occhi <strong>di</strong><br />
rubino e se lo mette al collo, poi va in bagno e si mette un<br />
rossetto dello stesso colore del vestito. Si ode il rumore<br />
d’un auto, nervosa esce dal bagno e corre a guardare<br />
attraverso le persiane; vede l’auto <strong>di</strong> Antonio ferma sulla<br />
strada, si guarda per l’ultima volta allo specchio e si<br />
affretta giù per le scale, apre la porta e si trova davanti<br />
Antonio, con la chitarra, vestito con pantaloni e giubbotto<br />
neri in pelle, con frange e borchie <strong>di</strong> metallo che brillano<br />
sotto le luci; sulla porta le si butta ai pie<strong>di</strong> e, strimpella la<br />
chitarra, con le frange delle maniche della giacca che<br />
saltellano <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là.<br />
ANTONIO: - (canta) Io lavoro e penso a te. Torno a casa e penso a<br />
te. Le telefono e intanto penso a te. Come stai e penso a<br />
te. Dove an<strong>di</strong>amo e penso a te…..<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Che delusione, questa<br />
sera sembra un punk, ma in compenso non si è truccato<br />
come mi ha promesso.<br />
<strong>Elisabetta</strong> scoppia in una risata convulsa.<br />
ANTONIO: - (alzandosi in pie<strong>di</strong>) Oh bella castellana, può fare<br />
entrare alla sua corte questo giocoliere senza un tetto,<br />
per dormire questa notte?<br />
ELISABETTA: - (ridendo) Ma certo, così conciato, c’è la stalla che<br />
potrà ospitarla.<br />
ANTONIO: - (si getta ai suoi pie<strong>di</strong> supplicando) La prego,<br />
deliziosa castellana, non mi lasci dormire in mezzo ai buoi<br />
e ai cavalli!<br />
ELISABETTA: - Per uno stallone come lei, non vedo <strong>di</strong> meglio.<br />
UNA VOCE NEL BUIO : - Ti prego, stallone, alzati in pie<strong>di</strong>, e guardati<br />
dal viziare la castellana, tu non lo sai, ma lei è come la<br />
maga Circe, potrebbe tramutarti in un maiale in un batter<br />
d’occhio.<br />
80
Antonio si alza in pie<strong>di</strong> e curioso si gira a guardare e vede<br />
Marzia.<br />
ELISABETTA: - Questa è Marzia, una mia amica un po’ selvatica!<br />
MARZIA: - (seria) <strong>Elisabetta</strong> fai entrare questo punk in casa, che<br />
beviamo qualcosa insieme, poi vi lascio soli.<br />
Antonio fissa Marzia confuso, poi segue le due donne nel<br />
soggiorno, il fuoco arde nel caminetto.<br />
ELISABETTA: - Antonio ti va un po’ <strong>di</strong> champagne per ricaricarti le<br />
batterie?<br />
ANTONIO: - (serio) Per farti perdonare va bene!<br />
Antonio posa la chitarra su una poltrona, poi osserva<br />
Marzia mentre lei si scalda le mani sul fuoco, infine entra<br />
<strong>Elisabetta</strong> con la bottiglia <strong>di</strong> champagne ghiacciato e tre<br />
bicchieri, che riempie. I tre fanno un brin<strong>di</strong>si, bevono,<br />
Marzia posa il bicchiere sul tavolo e fissa Antonio con<br />
superiorità.<br />
MARZIA: - <strong>Elisabetta</strong>, credo che avrai parecchio da fare per<br />
recuperare il tuo punk, ciao, e tanti auguri!<br />
Antonio fissa <strong>Elisabetta</strong> perplesso, ode la porta <strong>di</strong> casa<br />
chiudersi.<br />
ANTONIO: - (nervoso) Ma da dove l’hai tirata fuori quella pazza?<br />
ELISABETTA: - ( ridendo) Marzia è una ragazza molto <strong>di</strong>vertente,<br />
scherza su tutto.<br />
Antonio si toglie il giubbotto e lo getta sulla poltrona,<br />
<strong>Elisabetta</strong> lo guarda incantata, quelle bretelle rosse sopra<br />
la camicia nera lo fanno apparire più attraente. Antonio<br />
fissa <strong>Elisabetta</strong> pieno <strong>di</strong> desiderio, le si avvicina, le prende<br />
una mano e l’attira a sé baciandola appassionatamente.<br />
Lei si lascia baciare, ma Antonio incomincia ad<br />
accarezzarla lungo il corpo.<br />
81
ELISABETTA: - (staccandosi) Suonami qualche brano, per favore!<br />
Antonio nervoso prende la chitarra dalla poltrona e fissa<br />
<strong>Elisabetta</strong>.<br />
ANTONIO: - (voce fuori campo off screen) Mi piacerebbe suonarti<br />
qualcos’altro, ma tu come al solito non ne hai voglia.<br />
Antonio si siede sulla poltrona davanti al caminetto e inizia<br />
a strimpellare “Giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Marzo” <strong>di</strong> Battisti. <strong>Elisabetta</strong> gli<br />
si siede accanto.<br />
ANTONIO: - (fissandola) Questa canzone la de<strong>di</strong>co a te,<br />
principessa!<br />
Chiude su primo piano dei due, mentre Antonio canta ed<br />
<strong>Elisabetta</strong> sorride felice.<br />
61. Dicembre. Mattino. Esterno. Mercato <strong>di</strong> Lugo. Piazza Baracca.<br />
Il cielo è grigio, fa freddo. Piazza Baracca è piena <strong>di</strong><br />
bancarelle. Poco lontano il castello con il giar<strong>di</strong>no pensile.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e Viola camminano lungo il mercato, la prima<br />
indossa un cappotto blu elettrico, la seconda un giaccone<br />
color vinaccia e un paio <strong>di</strong> pantaloni neri. <strong>Elisabetta</strong> si<br />
ferma ad una bancarella a guardare un maglione.<br />
VIOLA: - Come l’ha presa Antonio quando gli hai detto che devi<br />
andare a Genova a fare l'inventario a bordo <strong>di</strong> una nave?<br />
ELISABETTA: - (pensierosa) Guarda caso, anche Antonio fra<br />
qualche giorno parte per la Svizzera.<br />
VIOLA: - (curiosa) Per lavoro o vacanze?<br />
ELISABETTA: - (posa il maglione) Antonio è anche maestro <strong>di</strong> sci e<br />
presidente <strong>di</strong> uno club sportivo, quin<strong>di</strong> si è preso un<br />
periodo <strong>di</strong> ferie per accompagnare un gruppo <strong>di</strong> sciatori.<br />
VIOLA: - (sorpresa) Chi l’avrebbe mai detto che un civettuolo<br />
come Antonio sapesse fare tante cose interessanti?<br />
82
Le due amiche costeggiano le bancarelle sotto al castello.<br />
ELISABETTA: - Certo, mi ha deluso più volte, ma non è uno stupido,<br />
mi rispetta e allo stesso tempo è molto affettuoso.<br />
VIOLA: - (maliziosa) Mia cara, se continua così, cadrai tra le sue<br />
braccia come una pera cotta e farai la mia fine.<br />
In quel mentre la voce del padre <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> <strong>di</strong>etro alle<br />
due donne.<br />
PADRE: - Sarei curioso <strong>di</strong> sapere che fine hai fatto tu, Viola.<br />
Le due donne si girano e si trovano <strong>di</strong> fronte ad un uomo<br />
alto, robusto, che indossa un vestito a giacca scuro e un<br />
cappotto grigio, sessantatreenne, capelli scuri, occhi neri,<br />
che sorride.<br />
ELISABETTA: - Ciao papà!<br />
VIOLA: - (sorridendo) Purtroppo quando ci sono <strong>di</strong> mezzo dei<br />
vitelloni della riviera romagnola si finisce deluse e ferite.<br />
IL PADRE: - (riflettendo) <strong>Elisabetta</strong>, chi sono questi vitelloni con<br />
cui avete a che fare?<br />
ELISABETTA: - (ridendo) Ma papà è una storia lunga, è meglio<br />
lasciar perdere, piuttosto mi accompagni alla stazione<br />
domani?<br />
IL PADRE: - (fissando la figlia) D’accordo, però dovrai spiegarmi<br />
che cosa ci fa un vitellone della riviera romagnola con te,<br />
in pieno inverno.<br />
VIOLA: - (sghignazza) Beh, i vitelloni non si tuffano solo sulle<br />
turiste.<br />
IL PADRE: - (fissa <strong>Elisabetta</strong>) Ma senti che novità!<br />
Chiude su primo piano dei tre personaggi che scoppiano a<br />
ridere.<br />
62. Il giorno dopo. Mattino. Esterno. Stazione <strong>di</strong> Lugo.<br />
83
<strong>Elisabetta</strong> ed il padre stanno aspettando il treno, è freddo,<br />
banchi <strong>di</strong> nebbia vagano leggeri e s’allontanano, fra<br />
cinguettii <strong>di</strong> passerotti infreddoliti. Lei indossa un paio <strong>di</strong><br />
stivaletti e pantaloni neri con un giaccone color ruggine;<br />
Primo, il padre, un giaccone e cappello nero in pelle,<br />
pantaloni chiari. Il campanello che in<strong>di</strong>ca l’arrivo del treno<br />
comincia a suonare, Primo spinge il borsone da viaggio<br />
vicino ai binari.<br />
PRIMO: - Promettimi <strong>di</strong> riflettere, i vitelloni sono pericolosi perché<br />
scalciano senza preavviso.<br />
<strong>Elisabetta</strong> scoppia in una risata, intanto si ferma il treno e i<br />
due si abbracciano.<br />
ELISABETTA: - Non ti preoccupare papà, sono una volpe dal pelo<br />
rosso e non mi faccio infinocchiare facilmente.<br />
Primo si stacca dall’abbraccio sorridendo, intanto alcuni<br />
passeggeri scendono dal treno, infine <strong>Elisabetta</strong> sale e il<br />
padre le passa il borsone.<br />
PRIMO: - Speriamo! Comunque ti auguro buon viaggio e buon<br />
lavoro!<br />
<strong>Elisabetta</strong> si sposta nello scompartimento accanto e va al<br />
finestrino, il treno parte, saluta il padre, mentre il treno<br />
s’allontana.<br />
Chiude su panoramica, mentre Primo guarda la figlia che<br />
s’allontana sul treno.<br />
63. Pomeriggio. Stazione <strong>di</strong> Genova. Esterno. Interno. Hotel<br />
Londra. Ascensore. Stanza da letto.<br />
Genova, pomeriggio freddo con cielo plumbeo. <strong>Elisabetta</strong><br />
esce dalla stazione con il suo borsone da viaggio in mano<br />
e raggiunge l’hotel Londra a due passi, entra nella hall e si<br />
<strong>di</strong>rige verso l’ufficio informazioni. Dissolvenza. (Dissolve<br />
to) <strong>Elisabetta</strong> esce dall’ascensore, s’avvicina alla porta<br />
della sua stanza, apre la porta, entra, osserva con occhio<br />
84
critico la stanza: accogliente, un quadro con fiori colorati<br />
alla parete sopra il tavolino con la televisione, un arma<strong>di</strong>o,<br />
tende bianche <strong>di</strong> pizzo al balcone e copriletto color<br />
salmone. <strong>Elisabetta</strong> chiude la porta e posa il borsone, tira<br />
la tenda del balcone e s’affaccia, le si presenta la piazza<br />
con la stazione <strong>di</strong> fianco, il rumore del traffico è<br />
assordante, chiude la vetrata del balcone e torna nella<br />
stanza.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen ): Entro alcuni<br />
giorni devo telefonare ad Antonio prima che parta per la<br />
Svizzera, mantenendo così la promessa, ma non so se lo<br />
farò, c’è qualcosa dentro <strong>di</strong> me che mi scoraggia.<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che apre il borsone.<br />
64. Notte. Casa <strong>di</strong> Viola. Interno. Soggiorno.<br />
Viola indossa un vestito a fantasia dai colori vivaci, è<br />
sdraiata sulla poltrona e sta guardando la televisione, il<br />
telefono squilla, si alza e va a rispondere.<br />
VIOLA: - Pronto!<br />
MAURO: - Ciao Viola, sono Mauro!<br />
VIOLA: - (sorpresa) Cosa vuoi?<br />
MAURO: - (con voce sdolcinata ) Ma petite, sono in un luogo<br />
segreto, ma quando torno, desidero uscire con te, ho<br />
voglia <strong>di</strong> vederti!<br />
VIOLA: - Figurati, luogo segreto, hai una bella faccia tosta,<br />
comunque non esco con un uomo sposato!<br />
MAURO: - (scoppia in una risata) Chi ti ha raccontato queste<br />
sciocchezze sa che ero sposato con una figlia, ma non sa<br />
che sono separato da molti anni.<br />
VIOLA: - (sospira) Sei un gran bugiardo, ma non so <strong>di</strong>rti <strong>di</strong> no!<br />
MAURO: - (sod<strong>di</strong>sfatto) Buona notte ciccia, ci ve<strong>di</strong>amo presto.<br />
VIOLA: - (riappende euforica, voce fuori campo) Brutto schifoso,<br />
è finalmente arrivata l'ora della vendetta!<br />
85
Chiude su primo piano <strong>di</strong> Viola, mentre sorride compiaciuta.<br />
65. Alcuni giorni dopo. Notte. La Spezia. Porto. Esterno nave.<br />
È una notte fredda e buia. Il porto <strong>di</strong> La Spezia è illuminato<br />
sotto un cielo nero. Dalla scaletta <strong>di</strong> una nave da crociera<br />
illuminata scende <strong>Elisabetta</strong> seguita dal suo capo<br />
Valdettaro, un uomo stempiato, con occhi chiari, viso<br />
rotondo, me<strong>di</strong>a altezza, robusto, indossa pantaloni neri e<br />
giaccone sportivo giallo chiaro.<br />
VALDETTARO: - <strong>Elisabetta</strong>, questa sera abbiamo finito due ore<br />
prima del previsto, quin<strong>di</strong> fra circa un’ora saremo a<br />
Genova e avrai tempo per telefonare ad Antonio.<br />
Giunti a terra i due raggiungono l’auto.<br />
ELISABETTA: - Non so perché ma non mi sento ispirata a<br />
telefonargli.<br />
VALDETTARO: - (aprendo lo sportello della vettura) Avanti, non<br />
lasciarlo partire per la Svizzera in lacrime.<br />
ELISABETTA: - (scoppia a ridere) Sì, quelle del coccodrillo.<br />
Chiude, mentre i due salgono in macchina ridendo e<br />
partono.<br />
66. Notte. Interno stanza Hotel Londra.<br />
<strong>Elisabetta</strong> esce dal bagno, indossa una vestaglia verde<br />
cinese con un drago colorato, si siede sul letto pensierosa,<br />
prende il telefono e incomincia a <strong>di</strong>gitare un numero, ma<br />
poi posa la cornetta.<br />
ELISABETTA: - (brontola) Santo cielo, ho voglia <strong>di</strong> sentire la sua<br />
voce, ma nello stesso tempo non voglio telefonare.<br />
86
<strong>Elisabetta</strong> si alza, va a guardarsi allo specchio, poi ritorna<br />
decisa al telefono e <strong>di</strong>gita il numero.<br />
UNA VOCE FEMMINILE: - Pronto!<br />
ELISABETTA: - (impallidendo) C’è Antonio?<br />
LA DONNA: - Mi <strong>di</strong>spiace, è uscito.<br />
ELISABETTA: - (decisa) Mi scusi, lei chi è?<br />
LA DONNA: - (decisa) Sono la moglie <strong>di</strong> Antonio.<br />
<strong>Elisabetta</strong> addolorata, sbatte la cornetta sul telefono e si<br />
lascia cadere sul letto.<br />
ELISABETTA: - (angosciata) Non è possibile!<br />
Chiude, mentre <strong>Elisabetta</strong> riflette un attimo e scoppia in una<br />
risata convulsa.<br />
67. Genova. Mattino. Interno Hotel Londra. Esterno.<br />
<strong>Elisabetta</strong> con un maglione rosso e un paio <strong>di</strong> pantaloni neri<br />
sta facendo colazione seduta ad un tavolino al ristorante,<br />
pensierosa, quando vede arrivare Valdettaro, che indossa<br />
un cappotto nero, sciarpa rossa con pantaloni grigi e,<br />
sorridendo, si siede al tavolo.<br />
VALDETTARO: - Fai con comodo, sono in anticipo, ho or<strong>di</strong>nato un<br />
caffè, poi partiremo per la Spezia.<br />
Un cameriere serve il caffè e se ne va.<br />
VALDETTARO: - Hai un viso sconvolto, che hai combinato stanotte,<br />
sei andata a sgambettare in <strong>di</strong>scoteca?<br />
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ELISABETTA: - (posa la tazza) E tu cre<strong>di</strong> che quando lavoro con te<br />
ho anche il tempo <strong>di</strong> andare in <strong>di</strong>scoteca a finire <strong>di</strong><br />
rompermi le ossa?<br />
VALDETTARO: - (serio) Allora spiegami dov’è finita la tua allegria<br />
che <strong>di</strong> solito sprizza da tutti i pori, qualcuno ti deve aver<br />
colpita nel profondo.<br />
<strong>Elisabetta</strong> scoppia in una risata, poi si alza in pie<strong>di</strong>.<br />
ELISABETTA: - Chi sarà mai se non un accalappiacani sposato! Ma<br />
an<strong>di</strong>amo, altrimenti faremo tar<strong>di</strong>.<br />
I due escono dal ristorante.<br />
VALDETTARO: - (<strong>di</strong>vertito) Allora la notte scorsa un accalappiacani<br />
sposato ti ha colpita nel profondo?<br />
<strong>Elisabetta</strong> ride <strong>di</strong>vertita, mentre Valdettaro si ferma a<br />
riflettere un attimo, poi riprende a camminare.<br />
VALDETTARO: - (illuminato) Scommetto che hai scoperto che<br />
Antonio è sposato!<br />
Escono dall’hotel e lei lascia andare la porta.<br />
ELISABETTA: - Complimenti, sei molto intuitivo!<br />
Pensieroso Valdettaro si avvicina alla sua vettura nel<br />
piazzale davanti all’hotel, poi apre lo sportello.<br />
VALDETTARO: - Mi <strong>di</strong>spiace!<br />
Chiude su primo piano dei due mentre si fissano seri.<br />
88
68. Notte. Stanza da letto <strong>di</strong> Viola.<br />
Viola è stesa sul letto, alla tenue luce dell’abat – jour, il suo<br />
viso appare pallido e pensieroso, indossa una camicia da<br />
notte giallo limone.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Non capisco perché Mauro<br />
mi telefona <strong>di</strong>cendomi che ha voglia <strong>di</strong> vedermi e poi non<br />
si fa più vivo, sono trascorse quasi due settimane, e io<br />
sono la solita stupida che lo aspetta soffrendo. Una<br />
ragione in più per ven<strong>di</strong>carmi ancora più ferocemente.<br />
Chiude, mentre Viola spegne l’abat – jour. Dissolvenza<br />
<strong>di</strong>ssolve to.<br />
69. Notte. Ore ventitre. Esterno. Interno. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
Un'auto si ferma davanti a casa, si ode lo sportello<br />
chiudersi, l’auto riparte. <strong>Elisabetta</strong> entra nel giar<strong>di</strong>no col<br />
borsone da viaggio, indossa un paio <strong>di</strong> pantaloni rossi e<br />
un giaccone nero, ha un volto stanco, assonnato e triste,<br />
sba<strong>di</strong>glia, entra in casa, posa il borsone, entra in cucina,<br />
prende dell’aranciata dal frigo e se ne versa un bicchiere,<br />
poi si siede sfinita su una se<strong>di</strong>a e beve.<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre riflette<br />
pensierosa.<br />
70. Sogno. Mattino. Stanza da letto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
(Dissolvenza con effetto flou): squilla il telefono sul<br />
como<strong>di</strong>no, <strong>Elisabetta</strong> assonnata prende la cornetta del<br />
telefono, non ha il tempo <strong>di</strong> parlare.<br />
ANTONIO: - Pronto, pronto, <strong>Elisabetta</strong> sono Antonio<br />
89
In quel mentre il telefono squilla davvero ed <strong>Elisabetta</strong> si<br />
sveglia <strong>di</strong> soprassalto. La stanza è semibuia. Indossa una<br />
camicia da notte color salmone.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Sarà veramente<br />
Antonio come nel sogno?<br />
<strong>Elisabetta</strong> alza il ricevitore.<br />
ANTONIO: - Pronto, pronto <strong>Elisabetta</strong>, sono Antonio.<br />
ELISABETTA: - (sussulta <strong>di</strong> gioia) Ciao Antonio, non mi crederai,<br />
ma ho appena sognato che stavo parlando con te al<br />
telefono.<br />
ANTONIO: - Probabilmente si tratta <strong>di</strong> telepatia!<br />
ELISABETTA: - (eccitata) Succede sempre tra persone affini.<br />
ANTONIO: - (ansioso ) Tesoro, lasciami spiegare, la sera che hai<br />
telefonato a casa mia, mia moglie avrebbe voluto <strong>di</strong>rti, se<br />
tu non avessi riattaccato subito, che siamo separati da<br />
due anni, per colpa sua, perché si è innamorata <strong>di</strong> un<br />
altro. Appena avrà trovato una sistemazione, se ne andrà.<br />
Senti tesoro, ora devo andare, ma appena tornerò dalla<br />
Svizzera avrò modo <strong>di</strong> spiegarti tutto. Ti amo e mi manchi,<br />
a presto.<br />
Antonio riattacca.<br />
<strong>Elisabetta</strong> rimane immobile per un attimo con la cornetta in<br />
mano, poi aggancia.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Sento che è sincero,<br />
vorrei tanto averlo qui con me e stringerlo forte.<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che sorride felice.<br />
71. Giorno. Casa <strong>di</strong> Viola. Soggiorno.<br />
<strong>Elisabetta</strong> è seduta nel soggiorno, Viola posa sul tavolino<br />
due tazzine <strong>di</strong> caffè con la zuccheriera.<br />
90
VIOLA: - Mi ha telefonato Mauro, vuole uscire a pranzo con me<br />
domenica, ci devo andare?<br />
ELISABETTA: - Perché no, però solo per <strong>di</strong>vertirti e prenderti gioco<br />
<strong>di</strong> lui e poi farti quattro risate, in fondo se lo merita.<br />
VIOLA: - (seria) Ho pensato spesso alla vendetta, ma nonostante<br />
tutto quello che mi ha fatto, ho una forma <strong>di</strong> affetto nei<br />
suoi confronti, che non mi permette <strong>di</strong> detestarlo.<br />
ELISABETTA: - Devi saperlo perdonare, ma guardati dal cadergli<br />
un’altra volta tra le braccia, non se lo merita.<br />
VIOLA: - Vedrai, lo farò volare a vuoto.<br />
ELISABETTA: - Non ti nascondo che ho dei dubbi.<br />
VIOLA: - (sghignazza) Pensa piuttosto a non farti accalappiare dal<br />
fuoco <strong>di</strong> passione <strong>di</strong> Antonio stasera, anzi, se fossi in te,<br />
mi farei prestare una tuta da pompiere.<br />
Chiude su primo piano delle due amiche, mentre scoppiano<br />
a ridere <strong>di</strong>vertite.<br />
72. Mese <strong>di</strong> febbraio. Notte. Esterno. Interno casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
È una notte nebbiosa, quando Antonio apre il cancello del<br />
giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, che stride. Indossa un cappotto e<br />
pantaloni neri, con maglione giallo, ha in mano tre rose<br />
rosse, chiude il cancello e guarda stupito la pianta <strong>di</strong><br />
banano: accartocciata, bruciata dal gelo e secca.<br />
ANTONIO: - (voce fuori campo off screen) Non mi bagnerai più,<br />
maledetta pianta, sei stata fregata dagli elementi della<br />
natura.<br />
Antonio suona il campanello, la porta si apre, appare<br />
<strong>Elisabetta</strong> con un magnifico vestito a fantasia arancione e<br />
nero. Antonio entra in casa, fissandola pieno <strong>di</strong> passione,<br />
poi le porge le rose.<br />
ANTONIO: - Per te amore, non puoi sapere quanto mi sei mancata.<br />
91
ELISABETTA: - (prende le rose, le annusa) Sono bellissime, grazie.<br />
Antonio la prende e la bacia pieno <strong>di</strong> passione.<br />
ANTONIO: - (la lascia) Ma tesoro, che cosa c’è? Ti sento fredda e<br />
lontana!<br />
<strong>Elisabetta</strong> non risponde, gli gira le spalle, va in cucina, lui la<br />
segue, lei prende un vaso da uno scaffale, lo riempie<br />
d’acqua ci mette le rose e lo posa sul tavolo.<br />
ELISABETTA: - Perché mi hai nascosto che eri sposato?<br />
ANTONIO: - (serio) Dai tuoi <strong>di</strong>scorsi ho capito subito che non<br />
avresti mai accettato compromessi con un uomo sposato.<br />
ELISABETTA: - (sbraita) Hai ragione, per me tu sei un uomo<br />
sposato, quin<strong>di</strong> se hai deciso <strong>di</strong> separarti, sono affari tuoi,<br />
non voglio essere io la causa, torna da tua moglie, con me<br />
è finita.<br />
ANTONIO: - (nervoso) Insomma non mi cre<strong>di</strong>? Ma non capisci che<br />
il nostro matrimonio è fallito oramai, e non per colpa mia?<br />
ELISABETTA: - (sospira) Probabilmente sei sincero, però tua<br />
moglie vive ancora con te, questo in<strong>di</strong>ca che c’è ancora un<br />
legame tra <strong>di</strong> voi, io sono dell’idea che un matrimonio si<br />
debba tentare <strong>di</strong> salvarlo.<br />
ANTONIO: - (arrabbiato) Noi non abbiamo figli, e poi non ci<br />
amiamo più.<br />
ELISABETTA: - (addolorata) Scusami Antonio, la mia pace deriva<br />
dalla mia voce interiore che mette gli altri prima <strong>di</strong> me,<br />
quin<strong>di</strong> vattene, non puoi spingermi ad incrinare il mio<br />
equilibrio con azioni poco chiare.<br />
<strong>Elisabetta</strong> s’avvia alla porta, Antonio la segue.<br />
ANTONIO: - Possibile che tu non abbia capito che ti voglio bene?<br />
Ma non è finita qui, te lo <strong>di</strong>mostrerò!<br />
ELISABETTA: - (aprendo la porta) Grazie per le rose, buona notte!<br />
92
Chiude la porta e addolorata lo guarda uscire a testa bassa<br />
dal giar<strong>di</strong>no.<br />
73. Lugo. Mattino. <strong>Verso</strong> mezzogiorno. Esterno. Sotto la Loggia<br />
del Pavaglione.<br />
È una giornata invernale, un pallido sole illumina la piazza<br />
del Pavaglione, una frotta <strong>di</strong> passeri vola nella piazza<br />
cinguettando, si posa, poi fugge nel cielo contro il sole.<br />
Mauro è elegantemente vestito, cammina nervoso avanti e<br />
in<strong>di</strong>etro sotto la Loggia del Pavaglione, poi si ferma e<br />
guarda l’orologio. Sente dei rumori <strong>di</strong> tacchi <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui,<br />
si gira e vede Viola che gli va incontro sfoggiando un<br />
lungo cappotto rosso, con un vestito nero sotto.<br />
VIOLA: - (sorridendo) Scusami caro, sono in ritardo!<br />
Mauro non nasconde il suo <strong>di</strong>sappunto, la prende e la<br />
stringe a sé con un moto <strong>di</strong> rabbia e la bacia sulle labbra<br />
con furore.<br />
MAURO: - Sei bellissima, ma in ritardo!<br />
VIOLA: - sbraita) Non mi far contare le volte che ho dovuto<br />
aspettare io, e i bidoni che mi hai fatto, ingrato!<br />
MAURO: - (cambiando tono ) Dove an<strong>di</strong>amo a pranzo, tesoro?<br />
Viola lo prende sottobraccio e si allontanano verso l’uscita<br />
della loggia.<br />
VIOLA: - Conosco un bel ristorantino, è caro, ma un miliardario<br />
come te se lo può permettere.<br />
MAURO: - (brontola) Ma petite, che cos’hai? non ti riconosco più!<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> Mauro stupito.<br />
74 Interno. Ristorante.<br />
93
Il ristorante è lussuoso, Viola e Mauro sono seduti al tavolo<br />
e stanno assaporando un risotto <strong>di</strong> pesce.<br />
VIOLA: - Si può sapere dove ti sei messo in tutti questi mesi?<br />
MAURO: - Lo sai che sono pieno <strong>di</strong> impegni e d’affari.<br />
VIOLA: - (seria) Ma che impegni può avere mai un gigolo come te,<br />
se non saltare da una vecchietta all’altra per spillarle il<br />
denaro!? Altro che agente segreto!<br />
Mauro che sta mangiando si blocca sbigottito, poi si<br />
riprende.<br />
MAURO: - (impassibile) Tu puoi pensare a quello che vuoi, in<br />
fondo se non cre<strong>di</strong> che io sia un agente segreto, a me sta<br />
meglio.<br />
VIOLA: - (grida) Che faccia tosta, smettila <strong>di</strong> raccontarmi queste<br />
assurde storie da romanzo, altrimenti me ne vado.<br />
MAURO: - (beve del vino) Insomma Viola, sono stato all’hotel<br />
Europa a Cortina per lungo tempo.<br />
VIOLA: - Sicuro, con la vecchia <strong>di</strong> lusso!<br />
MAURO: - (sorridendo) Ma tu ciccia, come stai a denaro?<br />
VIOLA: - (seria) Avevo ere<strong>di</strong>tato circa cinquecento milioni, ma<br />
purtroppo sono rimasta al verde, li ho persi d’un colpo<br />
solo col crollo della borsa <strong>di</strong> New York, anzi, paperone<br />
mio, che ne <strong>di</strong>resti <strong>di</strong> prestarmene un centinaio?<br />
Mauro la fissa imbarazzato, poi gli scoppia il singhiozzo e va<br />
sull’affogarsi. Viola si alza e gli da due colpi sulla schiena.<br />
VIOLA: - Ma caro, t’affoghi per così poco?<br />
Mauro si sente in trappola allora cambia <strong>di</strong>scorso.<br />
MAURO: - Spiegami, è vero che <strong>Elisabetta</strong> ha lasciato Antonio,<br />
dopo aver scoperto che era sposato?<br />
VIOLA: - Si, il loro era amore vero!<br />
94
MAURO: - (sghignazza) Sì figurati, comunque datemi retta, se voi<br />
due volete un uomo libero presentatevi davanti all’asilo,<br />
forse avrete qualche possibilità.<br />
VIOLA: - Ecco un altro dei tuoi “pregi”, sei anche un deficiente.<br />
Chiude su primo piano dei due mentre Viola scoppia a<br />
ridere.<br />
75. Secondo giorno <strong>di</strong> marzo. Giorno. Interno stanza da letto <strong>di</strong><br />
<strong>Elisabetta</strong>.<br />
Viola è seduta sulla se<strong>di</strong>a indonesiana <strong>di</strong> vimini, indossa un<br />
lungo vestito blu con fiori bianchi, osserva la grossa<br />
valigia aperta e quasi piena sul letto. <strong>Elisabetta</strong> con un<br />
vestito lungo a <strong>di</strong>segni vivaci, sta rovistando nell’arma<strong>di</strong>o.<br />
VIOLA: - (addolorata) Domani t’imbarchi sulla nave Ausonia per<br />
otto mesi, ma ti ren<strong>di</strong> conto quanto tempo dovrò restare<br />
sola a combattere coi vitelloni della riviera?<br />
ELISABETTA: - (mentre mette un maglione dentro la valigia)<br />
Pensavo che un vitellone della stazza <strong>di</strong> Mauro ti fosse<br />
bastato! Comunque puoi sempre scegliere <strong>di</strong> liberartene<br />
VIOLA: - (ridendo) Certo, ma non è finita, adesso la faccio io la<br />
“vitellona” con Mauro.<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Auguri! Ma stacci attenta, Mauro è una<br />
vecchia puttana, e poi tu lo ami ancora.<br />
VIOLA: - (riflettendo) Non ne sono poi così sicura, comunque ho<br />
saputo che va spesso a caccia all’Embassy, una <strong>di</strong> queste<br />
sere lo vado a stanare, lo faccio sbavare per tutta la notte<br />
e lo lascio a secco.<br />
<strong>Elisabetta</strong> prende alcuni vestiti dall’arma<strong>di</strong>o, li mette sul<br />
letto.<br />
ELISABETTA: - (sghignazzando) Ho paura che finirai in estasi tra le<br />
sue bave, che ne <strong>di</strong>ci?<br />
VIOLA: - Hai ragione, purtroppo potrebbe succedere.<br />
95
ELISABETTA: - (ridendo) Altrimenti che vitellona saresti?<br />
VIOLA: - Già hai ragione, se voglio fare la vitellona, devo saltargli<br />
addosso io!<br />
Chiude, mentre le due amiche scoppiano a ridere <strong>di</strong>vertite.<br />
Dissolvenza incrociata a simulare il passare del tempo.<br />
76. Alcuni mesi dopo. Notte. Esterno. Nave in navigazione.<br />
Una nave illuminata naviga nella notte sotto i raggi<br />
argentati della luna, in un mare liscio come l’olio.<br />
77. Sogno. Interno cabina <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
Nella cabina c’è una scrivania con sopra l’abat – jour<br />
acceso, appeso alla paratia c’è un quadro con un tramonto<br />
sul mare, <strong>di</strong> fronte un arma<strong>di</strong>o. <strong>Elisabetta</strong> dorme, indossa<br />
una camicia da notte rosa. Il copriletto è blu come la<br />
tenda dell’oblò, lei ha un sussulto, poi si gira e sogna: una<br />
sera fredda e scura d’autunno, gli alberi sono nu<strong>di</strong>, il volto<br />
triste e scarno <strong>di</strong> Primo vola qua e là fra gli alberi senza<br />
foglie, poi si ferma, all’improvviso, tra i rami <strong>di</strong> un albero<br />
che dondola e poi cade a terra reciso alla base, portandosi<br />
<strong>di</strong>etro il volto <strong>di</strong> Primo che sparisce tra le foglie e nel<br />
terreno. <strong>Elisabetta</strong> si sveglia all’improvviso, si siede sul<br />
letto.<br />
ELISABETTA: - (angosciata) Oh mio Dio, papà!<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che riflette addolorata,<br />
mentre una lacrima le scende dal volto.<br />
78. Mese <strong>di</strong> giugno. Notte. Interno stanza da letto <strong>di</strong> Viola.<br />
Viola è nella sua stanza da letto, indossa un accappatoio<br />
giallo e si sta asciugando i capelli con un asciugamano<br />
bianco, poi se lo mette a turbante, si guarda allo specchio.<br />
96
VIOLA: - ( voce fuori campo) Quell’animale <strong>di</strong> Mauro non si è più<br />
fatto vivo, ma stasera lo scovo io a Rimini, al dancing<br />
Embassy.<br />
Viola si strappa l’asciugamano dalla testa e nervosa lo<br />
sbatte sul letto.<br />
VIOLA: - (grida) Quell’imbecille, gli darò una lezione se lo becco,<br />
adesso che voglio <strong>di</strong>vertirmi io, lui sparisce.<br />
79. Notte. Rimini. Esterno. Viale davanti all’Embassy.<br />
Viola indossa un elegante vestito nero con rose rosse,<br />
cammina sul viale che porta all’Embassy, quando vede<br />
Antonio, che esibisce una sfarzosa camicia a fiori<br />
arancioni e bianchi con sfumature nere come i pantaloni.<br />
Antonio sta osservando le belle donne che gli passano<br />
davanti e, come vede Viola, le va incontro sorridendo e la<br />
bacia su una guancia.<br />
VIOLA: - Sai, <strong>Elisabetta</strong> è partita da alcuni mesi, mi ha appena<br />
scritto dalla Tunisia.<br />
Interessato, Antonio prende fuori dal taschino della camicia<br />
il suo biglietto da visita e glielo allunga.<br />
ANTONIO: - Mandami il suo in<strong>di</strong>rizzo, mi sono appena comprato<br />
una barca e potrei andarla a trovare.<br />
VIOLA: - (eccitata) Accidenti, una barca, non mi <strong>di</strong>re che anche tu<br />
ti sei messo ad ere<strong>di</strong>tare dalle tue amanti decrepite!<br />
ANTONIO: - (sorridendo) Già, sono fortunato, me ne sono morte<br />
una dozzina in un colpo solo!<br />
Viola scoppia a ridere.<br />
ANTONIO: - Scommetto che stai cercando Mauro, vero?<br />
97
VIOLA: - (sghignazza) Indovinato!<br />
ANTONIO: - (serio) Viola, lascialo perdere, tu meriti <strong>di</strong> meglio e<br />
poi lui frequenta solo donne ricche da spennare, tu lo sai.<br />
VIOLA: - ( sorridendo) Non ti preoccupare, lo spennerò come fa<br />
lui con le sue vittime. Ciao!<br />
ANTONIO: - Non sai con chi hai a che fare, Mauro è astuto come<br />
una volpe.<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> Viola pensierosa.<br />
80. Notte. Interno Dancing Embassy.<br />
Interno Embassy: un grande giar<strong>di</strong>no, pieno <strong>di</strong> alberi e<br />
aiuole <strong>di</strong> fiori con pista circolare circondata da tavolini e<br />
se<strong>di</strong>e, coperta da una tettoia piena <strong>di</strong> luci colorate che si<br />
alternano a tempo <strong>di</strong> musica, palco con complesso, un bar<br />
sotto un'altra tettoia. Viola entra nel locale, sulla pista la<br />
gente balla al ritmo d’una musica anni sessanta, tutto<br />
intorno gruppi <strong>di</strong> persone <strong>di</strong>scorrono spensierati, lei si<br />
guarda intorno.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo off screen) Già, l’Embassy è il famoso<br />
dancing dove sono avvenute le più straor<strong>di</strong>narie storie dei<br />
vitelloni romagnoli Flliniani. A qei tempi Fred Buscaglione<br />
cantava all’Embassy, infatti una delle sue canzoni più<br />
famose è nata proprio all’interno dell’Embassy.<br />
VIOLA: - (canticchia sotto voce) E spara, e spara! E pensare che<br />
eri piccola, piccola …così!<br />
80 bis. Viola sogna ad occhi aperti: si vede <strong>di</strong> fronte a Mauro,<br />
mentre gli punta in faccia una pistola ad acqua, piena <strong>di</strong><br />
succo <strong>di</strong> pomodoro.<br />
MAURO: - (grida) E spara, e spara!!<br />
Viola spara e gli inzuppa il muso <strong>di</strong> pomodoro, furibondo<br />
Mauro si <strong>di</strong>batte nel tentativo <strong>di</strong> pulirsi il viso.<br />
98
VIOLA: - (sghignazza) E pensare che eri piccolo, piccolo… così!!.<br />
La visione scompare, Viola sorride <strong>di</strong>vertita, poi riflette un<br />
attimo.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo) Se solo avessi il coraggio <strong>di</strong> farlo!<br />
Continua a girare nella sala e intorno alla pista, quando ha<br />
un sussulto nel vedere Mauro che balla stringendo una<br />
vecchia racchia dai lunghi capelli bion<strong>di</strong> ossigenati che lo<br />
fissa sdolcinata negli occhi. Viola arrabbiata si siede ad un<br />
tavolino poco lontano dalla pista e fissa la coppia nervosa.<br />
I lenti finiscono e Mauro va a sedersi con la dama ad un<br />
tavolo poco lontano da Viola.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo) Non credo resisterai a lungo, primo o<br />
dopo verrai a salutarmi.<br />
81. Notte. Interno Embassy, un’ora dopo.<br />
Viola sta bevendo un cocktail alla frutta, è un po’ annoiata,<br />
quando vede Mauro che le va incontro sorridendo.<br />
MAURO: - Ciao ciccia, come hai fatto a scovarmi?<br />
VIOLA: - (offesa) Sei un presuntuoso, sono qui per qualcun altro,<br />
ma per il momento mi puoi andar bene anche tu.<br />
MAURO: - (le si siede accanto ) Ma cosa <strong>di</strong>ci ma petite, tu ami solo<br />
me!<br />
Viola volge lo sguardo verso la donna con cui ha ballato<br />
Mauro, che in quel momento li sta guardando nervosa.<br />
VIOLA: - (sbraita) Figurati, vedo una vecchietta con la bava alla<br />
bocca che ti sta aspettando impaziente, ti prego corri da<br />
99
lei, prima che ti rinfacci che le costi troppo per il servizio<br />
che le dai.<br />
MAURO: - (scatta in pie<strong>di</strong> per andarsene, poi sbraita) Smettila <strong>di</strong><br />
farmi girare le palle come due reattori a propulsione.<br />
VIOLA: - (scatta in pie<strong>di</strong>, lo prende per mano) An<strong>di</strong>amo pure a<br />
ballare, caro, ho voglia <strong>di</strong> limonare!<br />
Mauro la segue nella pista, Viola gli butta le mani al collo e<br />
lui comincia a palparla.<br />
VIOLA: - (sussurra) Dio Santo, che bomba atomica che sei, perché<br />
non an<strong>di</strong>amo a fare un viaggio insieme?<br />
MAURO: - (eccitato) Cara, ho troppi impegni, non ho tempo, però<br />
se vuoi ti farò fare un viaggio nell’oblio dei sensi, e<br />
t’assicuro che ti rimarrò impresso per tutta la vita.<br />
La donna <strong>di</strong> Mauro li sta osservando furiosa, Viola le sorride<br />
sarcastica.<br />
VIOLA: - Impegni o non impegni, se vuoi venire a letto con me,<br />
questa volta fai come voglio io, altrimenti non mi vedrai<br />
mai più.<br />
Mauro la fissa senza parole, intanto Viola vede la donna<br />
bionda seduta al tavolino che continua ad osservarli in<br />
pena, lo stringe ancora più forte e lo bacia con furore,<br />
mentre la donna sobbalza sulla se<strong>di</strong>a nervosa e si gira<br />
dall’altra parte. I lenti finiscono, i due tornano al tavolino.<br />
MAURO: - Cara, vado un attimo in bagno.<br />
Viola non risponde e lo guarda allontanarsi fra la gente, poi<br />
si gira a guardare la donna bionda che si alza <strong>di</strong> scatto e<br />
segue Mauro. Viola li pe<strong>di</strong>na <strong>di</strong> nascosto e vede la donna<br />
raggiungere Mauro, lo ferma, poi gli grida qualcosa che si<br />
perde tra le note della musica, mentre la gente si gira ad<br />
osservare la scena curiosa; furiosa la donna lo<br />
schiaffeggia, poi gli gira le spalle e se ne va verso l’uscita<br />
del locale. Intanto Mauro imbarazzato sotto lo sguardo <strong>di</strong><br />
tutti va nascondersi in bagno.<br />
100
VIOLA: - (voce fuori campo) Mio Dio, come mi <strong>di</strong>spiace, si è<br />
giocato l’ere<strong>di</strong>tà della vecchietta.<br />
82. Primi giorni <strong>di</strong> giugno. Pomeriggio. Barcellona. Esterno.<br />
Ramblas.<br />
È un pomeriggio <strong>di</strong> sole, <strong>Elisabetta</strong> sta camminando lungo la<br />
Ramblas, fra la gente che si ferma a guardare e a<br />
contrattare oggetti nelle varie bancarelle. La Ramblas è<br />
un viale costeggiato da alberi nel centro <strong>di</strong> Barcellona,<br />
dove le chiromanti leggono i tarocchi, i cantanti <strong>di</strong> strada<br />
si esibiscono, gli artigiani e gli artisti danno vita ad un<br />
mercatino pieno <strong>di</strong> oggetti originali. Camminando nel<br />
mercatino è attratta da una esile signora con un bel viso<br />
tipicamente francese, occhi neri e profon<strong>di</strong>, capelli castani<br />
e ricci, che indossa un magnifico vestito in<strong>di</strong>ano dai colori<br />
blu scuro e rosa, rifinito in oro. La chiromante è seduta<br />
sotto l’ombra <strong>di</strong> un albero, stende i tarocchi sul tavolino <strong>di</strong><br />
fronte a sé in attesa <strong>di</strong> clienti. <strong>Elisabetta</strong> continua ad<br />
osservare quella donna piena <strong>di</strong> mistero.<br />
CHIROMANTE: - (curiosa) Sei italiana, vero?<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Si, e tu francese.<br />
Le due donne si sorridono felici.<br />
CHIROMANTE: - Sie<strong>di</strong>ti, ti faccio un giro <strong>di</strong> carte gratis, così<br />
attireremo l’attenzione <strong>di</strong> qualcuno!<br />
<strong>Elisabetta</strong> si siede, la donna raccoglie i tarocchi . li mescola l<br />
velocemente, poi le fa alzare ad <strong>Elisabetta</strong>, infine le<br />
stende. Alcuni turisti si fermano ad osservare curiosi. La<br />
chiromante incomincia a girare le carte.<br />
CHIROMANTE: - Sei una donna molto stimata sul lavoro per la tua<br />
professionalità, viaggi molto e continuerai ancora a lungo<br />
per ragioni <strong>di</strong> lavoro. Tu hai dei momenti <strong>di</strong> spossatezza<br />
improvvisi; se non ti curi, avrai dei problemi seri. Vedo un<br />
101
amore già incominciato che a fine settembre <strong>di</strong>venterà più<br />
importante, ma non so se durerà…..<br />
<strong>Elisabetta</strong> annuisce sorpresa, i turisti continuano ad<br />
ascoltare interessati la chiromante.<br />
CHIROMANTE: - (seria) Purtroppo vedo che a metà settembre<br />
morirà una persona a te vicina, che ti lascerà una<br />
sostanziosa ere<strong>di</strong>tà….<br />
ELISABETTA: - (preoccupata) Nessuno potrà lasciarmi un’ere<strong>di</strong>tà!<br />
CHIROMANTE: - Mi <strong>di</strong>spiace, ma questo è quello che leggo nelle<br />
carte.<br />
ELISABETTA: - (riflette un attimo) Oh, mio Dio, l’unica persona che<br />
può lasciarmi un’ere<strong>di</strong>tà è mio padre, e poi, ora che<br />
ricordo, ho fatto un sogno che conferma ciò che mi <strong>di</strong>ci.<br />
<strong>Elisabetta</strong> si alza in pie<strong>di</strong> sotto lo sguardo triste dei turisti,<br />
posa del denaro sul tavolino.<br />
CHIROMANTE: - (seria ) No, non voglio che mi paghi, ripren<strong>di</strong>lo!<br />
ELISABETTA: - (angosciata) Tienilo, ti prego! Buona fortuna!<br />
Chiude, mentre un turista si siede al tavolo della chiromante<br />
ed <strong>Elisabetta</strong> s’allontana lungo la Ramblas nel mercatino.<br />
83. Barcellona. Esterno. Tempio della Sagrada Famiglia.<br />
<strong>Elisabetta</strong> raggiunge il tempio della Sagrada Famiglia, entra<br />
nei giar<strong>di</strong>netti <strong>di</strong> fronte e si ferma ad osservare il tempio,<br />
poi vede un telefono poco lontano, lo raggiunge, inserisce<br />
delle pesetas, <strong>di</strong>gita un numero<br />
ELISABETTA: - Pronto, sei tu, Viola?<br />
VIOLA: - Ciao <strong>Elisabetta</strong>, ho incontrato Antonio l’altra sera, vuole<br />
il tuo in<strong>di</strong>rizzo, glielo devo dare?<br />
102
ELISABETTA: - (sospira) Ma perché dovresti dare il mio in<strong>di</strong>rizzo a<br />
quel volgare artigiano dell’amore? Per me è l’uomo<br />
sposato <strong>di</strong> sempre.<br />
VIOLA: - Ti sento stanca, che cos’hai?<br />
ELISABETTA: - Ti confesso che sono sconvolta,, ho fatto un brutto<br />
sogno che riguarda mio padre e, guarda caso, oggi una<br />
chiromante mi ha confermato ciò che temevo…….<br />
VIOLA: - <strong>Elisabetta</strong>, non ti riconosco più, hai sempre affermato<br />
che la maggior parte dei chiromanti sono dei ciarlatani,<br />
perché i veggenti sono rari.<br />
ELISABETTA: - Non ho cambiato opinione, comunque ti scriverò<br />
una lettera dove ti spiegherò tutto.<br />
VIOLA: - (eccitata) <strong>Elisabetta</strong>, martedì vado a Bologna con Mauro!<br />
ELISABETTA: - Continua pure a fargli vedere i sorci ver<strong>di</strong> e<br />
<strong>di</strong>vertiti; sto finendo le pesetas, ti devo salutare, un<br />
abbraccio dalla Spagna.<br />
<strong>Elisabetta</strong> mette giù la cornetta e si gira pensierosa ad<br />
ammirare la Sagrada Famiglia.<br />
Chiude, panoramica della Sagrada Famiglia.<br />
84. Mattino. Faenza. Esterno. Imbocco dell’autostrada per<br />
Bologna. Interno auto.<br />
È un mattino soleggiato, Mauro è a bordo della sua auto,<br />
ferma in un piazzale vicino all’entrata dell’autostrada per<br />
Bologna, è impaziente, si gira e fissa il finestrino<br />
posteriore della vettura, che è crepato e guarda l’orologio,<br />
poi vede l’auto <strong>di</strong> Viola che gli va incontro a tutto gas,<br />
frena <strong>di</strong> colpo, alzando un gran polverone, costeggia la<br />
sua auto. Viola gli sorride, mentre lui tossisce per la<br />
polvere che sta entrando dai finestrini, parcheggia e poi le<br />
va incontro (ha in mano un quoti<strong>di</strong>ano), va per baciarlo<br />
sulla guancia dal finestrino aperto.<br />
MAURO: - (sbraita) Avanti, sali che ho fretta! Stamattina sono<br />
girato male, mi hanno spaccato il vetro della macchina,<br />
devo andare a Bologna all’Alfa Romeo a cambiarlo.<br />
103
Viola ha appena il tempo <strong>di</strong> saltare in macchina, che Mauro<br />
parte a tutto gas con lo sportello aperto facendo fischiare<br />
le ruote e alzare una nuvola <strong>di</strong> polvere che entra dai<br />
finestrini.<br />
VIOLA: - (chiudendo lo sportello ) Ma chi hai <strong>di</strong>etro, i predatori<br />
dell'arca perduta?<br />
MAURO: - (nervoso) Ti ho detto che ho fretta.<br />
Viola apre il giornale e si mette a leggere.<br />
MAURO: - (sbotta) Chiu<strong>di</strong> quel giornale, in mia presenza non si<br />
legge!<br />
VIOLA: - (furiosa) Senti, <strong>di</strong>ttatore del cavolo, non è il caso che tu<br />
mi costringa a darti una strizzata <strong>di</strong> coglioni; guida e<br />
rompi poco.<br />
Mauro infuriato frena <strong>di</strong> colpo e si ferma sul ciglio della<br />
strada.<br />
VIOLA: - (preoccupata) Santo cielo, cosa mi fai adesso?<br />
Mauro gli butta la mani addosso, la fissa arrabbiato e la<br />
bacia violentemente, poi la lascia andare <strong>di</strong> colpo.<br />
MAURO: - Ciccia, quando mi fai arrabbiare, ho <strong>di</strong>speratamente<br />
bisogno <strong>di</strong> te, ti desidero da morire, saltami addosso!<br />
VIOLA: - (preoccupata) Sei impazzito, rischiamo la galera per atti<br />
osceni in luogo pubblico. Spegni il motore bollente che hai<br />
dentro e accen<strong>di</strong> l’altro, che ce ne an<strong>di</strong>amo.<br />
MAURO: - (riparte) Ciccia, sei cattiva, hai <strong>di</strong>strutto un momento<br />
d’ispirazione profonda!<br />
Viola gli si avvicina e gli mor<strong>di</strong>cchia un orecchio.<br />
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VIOLA: - Tesoro, ve<strong>di</strong> <strong>di</strong> farti venire l’ispirazione nei luoghi e nei<br />
momenti giusti.<br />
MAURO: - (eccitato ) Cosa sei <strong>di</strong>ventata una topa adesso, mi<br />
rosicchi l’orecchio?<br />
VIOLA: - Mio caro, ti morderò tutto, stasera tornerai a casa che<br />
sarai viola dai livi<strong>di</strong>.<br />
Mauro eccitato si innervosisce e spinge l’auto a tutto gas e<br />
sorpassa alcune auto da destra a sinistra, Viola spalanca<br />
gli occhi terrorizzata.<br />
VIOLA: - Calmati Mauro, quando ti ecciti sei pericoloso, non voglio<br />
finire all’obitorio.<br />
Chiude su panoramica dell'auto che in un baleno sparisce<br />
all'orizzonte.<br />
85. Concessionaria Alfa Romeo. Mattino. Esterno.<br />
L’auto <strong>di</strong> Mauro entra nel piazzale a tutto gas, poi frena<br />
facendo fischiare le ruote. L’addetto alla concessionaria,<br />
un uomo me<strong>di</strong>o alto, capelli e occhi scuri, guarda la<br />
manovra stupito<br />
L'UOMO: - Ma chi è quello spostato?<br />
Intanto Viola salta fuori dall’auto tutta sudata, tira un<br />
sospiro, poi estrae un fazzoletto dalla borsa e si asciuga la<br />
fronte.<br />
VIOLA: - (brontolando) Grazie a Dio sono arrivata con tutte le mie<br />
penne!.<br />
L'UOMO: - (ridendo) Già, dovevo immaginarlo che si trattava <strong>di</strong><br />
Mauro.<br />
VIOLA: - (brontola) Quel selvaggio mi ha fatto morire dalla paura;<br />
se tutti guidassero come lui, le strade <strong>di</strong>venterebbero un<br />
macello.<br />
105
L'UOMO: - (<strong>di</strong>vertito) Ma cosa gli fai a queste donne?<br />
MAURO: - (orgoglioso ) Le faccio godere ai duecento all’ora.<br />
VIOLA: - (seria) Si figuri, è un Superman!<br />
L'UOMO: - Prendete la mia vecchia A uno e andate a farvi un giro;<br />
quando tornate l’auto è pronta.<br />
Mauro guarda la vecchia auto deluso.<br />
MAURO: - Grazie, a più tar<strong>di</strong>.<br />
I due salgono a bordo, Mauro mette in moto, l’auto fa alcuni<br />
scoppi e poi parte rombando come un trattore.<br />
Chiude mentre l’uomo li osserva <strong>di</strong>vertito.<br />
86. Ore un<strong>di</strong>ci. Interno bar <strong>di</strong> un lussuoso hotel con giar<strong>di</strong>no e<br />
piscina.<br />
Su una collina nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Bologna si erge un lussuoso<br />
hotel con giar<strong>di</strong>no e piscina. Viola e Mauro sono seduti al<br />
bar e stanno bevendo un drink, quando lui la fissa<br />
eccitato.<br />
MAURO: - (a voce alta) Tesoro, prendo una stanza così potrai<br />
rosicchiarmi tutto!<br />
Viola sobbalza sulla se<strong>di</strong>a, agitata, poi si guarda attorno e<br />
vede una coppia d’anziani in pie<strong>di</strong> al bar che li osservano<br />
scandalizzati.<br />
I DUE ANZIANI: - Che vergogna!<br />
Poi la signora prende a braccetto il compagno, girano loro le<br />
spalle e se ne vanno.<br />
106
VIOLA: - (piena <strong>di</strong> vergogna) Stammi a sentire, io alle un<strong>di</strong>ci del<br />
mattino non la prenoterei una stanza, tutti capiranno che<br />
a quest’ora non si va <strong>di</strong> certo a dormire.<br />
MAURO: - (seccato) E chi vuole dormire, voglio farti la donna più<br />
felice <strong>di</strong> questa terra.<br />
Viola seccata si alza e va in giar<strong>di</strong>no, Mauro la raggiunge<br />
ma lei corre via, lui la prende per un braccio.<br />
VIOLA: - Smettila, altrimenti pensano che sei un violentatore e<br />
non si sbagliano.<br />
Viola si <strong>di</strong>batte e inciampa cadendo a terra sul prato, Mauro<br />
le salta addosso e la bacia con trasporto.<br />
MAURO: - (a voce alta) Ti confesso che mi sconvolgono le donne<br />
che mi vogliono scappare dalle mani, per questo<br />
ultimamente mi fai tanto eccitare.<br />
Si odono dei rumori <strong>di</strong> passi, Viola e Mauro alzano lo<br />
sguardo e vedono la coppia <strong>di</strong> anziani che li stanno<br />
osservando pietrificati.<br />
IL VECCHIO: - Ancora loro!<br />
Viola scivola via da sotto il corpo <strong>di</strong> Mauro, poi si alza in<br />
pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> scatto.<br />
VIOLA: - Mi scandalizzi anche i vecchietti adesso, an<strong>di</strong>amo via<br />
prima che perda la pazienza.<br />
Chiude con Mauro steso sul prato che sorride, mentre la<br />
coppia gli passa accanto fissandolo scandalizzata.<br />
87. Pomeriggio soleggiato. Casa <strong>di</strong> Viola, interno. Stanza da<br />
letto.<br />
107
Nella stanza da letto, la finestra è aperta, un leggero vento<br />
fa volare le tende, fuori splende il sole. Viola entra nella<br />
stanza, indossa un vestito lungo a fiori colorati, ha in<br />
mano una lettera, si butta a sedere sul letto, poi si alza,<br />
prende un tagliacarte dal comò, apre la lettera, ritorna a<br />
sedersi sul letto.<br />
Si ode la voce fuori campo <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> sopra le immagini<br />
della scena che segue 87 Bis.<br />
ELISABETTA: - Cara Viola, ti sto scrivendo questa lettera dalla<br />
Tunisia, sono in cabina e guardo fuori dall’oblò il deserto<br />
che si allunga al dì là del canale che ci circonda. Tunisi si<br />
trova a circa quin<strong>di</strong>ci chilometri da qui, ed non ho voglia <strong>di</strong><br />
combattere con i soliti tassisti, che cercano <strong>di</strong> derubarti<br />
nel prezzo, quin<strong>di</strong> per oggi farò a meno <strong>di</strong> andare in città a<br />
passeggiare nella casbah. Sento il desiderio <strong>di</strong> starmene<br />
nella mia cabina a scriverti. Non ti nascondo che a volte<br />
vorrei essere sola tra i beduini del deserto, gente semplice<br />
e povera, che vive una vita a contatto con la natura<br />
selvaggia Venti giorni fa, quando ho sognato l’albero che<br />
cadeva insieme al volto <strong>di</strong> papà, ho intuito<br />
imme<strong>di</strong>atamente che rappresentava l'albero della vita e,<br />
una volta reciso, la morte. Credo che l’autunno nel sogno<br />
significhi il periodo in cui avverrà la scomparsa <strong>di</strong> papà e<br />
anche la fase della vita in cui si trova, a 64 anni, ecco<br />
perché sono stata colpita da quello che mi ha detto la<br />
chiromante che ho incontrato nella Ramblas a Barcellona.<br />
Ad ogni modo mi ritengo fortunata, perché credo fermamente<br />
nell’esistenza dell’anima, quin<strong>di</strong> tutto mi è più<br />
sopportabile. Comunque ho invitato i miei genitori e mia<br />
sorella Rossana a fare una crociera per il 27 giugno.<br />
Nonostante questi sogni e queste previsioni poco<br />
gradevoli, io sto bene, come spero <strong>di</strong> te. Un abbraccio dal<br />
deserto <strong>di</strong> Tunisi, la tua amica beduina <strong>Elisabetta</strong>.<br />
87 Bis. Cabina. Deserto. Capanne con beduini e cammelli.<br />
Panoramica <strong>di</strong> Tunisi.<br />
<strong>Elisabetta</strong> osserva dall'oblò la <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> deserto che al <strong>di</strong> là<br />
del canale si allarga a vista d'occhio all'orizzonte sotto un<br />
sole infocato. Riprese <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che contratta con dei<br />
tassisti mentre passeggia pensierosa intorno alle mura <strong>di</strong><br />
Tunisi e nella casbah. Panoramica della città <strong>di</strong> Tunisi.<br />
108
<strong>Elisabetta</strong> stringe le mani ad alcuni beduini, vicino a<br />
capanne e cammelli, in un'oasi, al tramonto.<br />
Di nuovo cammina avanti in<strong>di</strong>etro nella cabina, pensierosa,<br />
mentre ha un flash back del sogno: una sera fredda e<br />
scura d’autunno, gli alberi nu<strong>di</strong>, il volto triste e scarno del<br />
padre vola qua e là fra gli alberi poi si ferma<br />
all’improvviso tra i rami <strong>di</strong> un albero che dondola e cade a<br />
terra reciso alla base, sparendo tra le foglie e nel terreno.<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre una lacrima le<br />
scende dal volto.<br />
VIOLA: - (addolorata) Insomma <strong>Elisabetta</strong>, tu lo sai che io non<br />
credo nei sogni premonitori, perché mi tormenti con<br />
queste sciocchezze?<br />
Viola si alza, va a sedersi al comò davanti allo specchio, si<br />
osserva.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo) Però, adesso che ci penso, pochi<br />
mesi prima che morisse mio nonno, ebbi un sogno che mi<br />
fece capire che lo avrei perso per sempre e, quando morì,<br />
il dolore fu terribile, soprattutto perché mi ritenni<br />
colpevole della sua scomparsa dal momento che l’avevo<br />
sognata prima che accadesse.<br />
Chiude su primo piano del volto <strong>di</strong> Viola che si riflette sullo<br />
specchio, addolorato.<br />
88. Venti giugno. Mattino. Ponte dei Mille, stazione marittima.<br />
Esterno. Interno cabina telefonica.<br />
È una bella giornata <strong>di</strong> sole, <strong>Elisabetta</strong> con un vestito giallo,<br />
raggiunge la stazione marittima, entra in una cabina<br />
telefonica, <strong>di</strong>gita un numero.<br />
LA MADRE: - Pronto!<br />
ELISABETTA: - Allora hai incominciato a preparare le valigie?<br />
109
LA MADRE: - (seria) Guarda, <strong>Elisabetta</strong>, che fino a stamattina tuo<br />
padre <strong>di</strong>ceva che si sentiva stanco, che il viaggio sarebbe<br />
stato troppo pesante per lui, ma poi ha cambiato idea.<br />
ELISABETTA: - (ansiosa) Mi vuoi passare papà?<br />
LA MADRE: - Non c’è, è andato a fare una passeggiata.<br />
<strong>Elisabetta</strong> cerca <strong>di</strong> non emozionarsi per non cambiare il<br />
timbro della voce, che potrebbe insospettire la madre.<br />
ELISABETTA: - Perché non lo accompagni dal dottore?<br />
ROSINA: - (sospirando) Tu lo conosci tuo padre, è inutile<br />
insistere, non vuole andarci.<br />
ELISABETTA: - (angosciata) Va bene mamma, salutamelo e <strong>di</strong>gli<br />
che sabato vi aspetto al portellone della nave con i<br />
biglietti per l’imbarco.<br />
LA MADRE: - (eccitata) Va bene, glielo <strong>di</strong>rò, ciao, a sabato.<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> mentre mette giù la<br />
cornetta e riflette preoccupata.<br />
89. Notte. Interno stanza da letto <strong>di</strong> Viola.<br />
L’abat-our è acceso sul como<strong>di</strong>no, Viola indossa una camicia<br />
da notte celeste, è stesa sul letto.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo) Sono circa venti giorni che non vedo<br />
Mauro, mi sento un pò in colpa per averlo rifiutato<br />
ultimamente, ma anche lui è incre<strong>di</strong>bile, voleva saltarmi<br />
addosso in tutti i posti e mi ha accusata <strong>di</strong> essere una<br />
guastafeste, perché non gliel’ho mollata.<br />
Viola ha un flash back <strong>di</strong> ciò che è accaduto nell’officina<br />
dell’Alfa Romeo al ritorno.<br />
90. Flash back. Giorno. Interno. Officina. Sala d’attesa.<br />
110
Una stanza con tre se<strong>di</strong>e e un tavolino pieno <strong>di</strong> giornali, <strong>di</strong><br />
motori e automobili. Sulla parete un grande poster con<br />
una Ferrari rossa. Entra Viola accompagnata da Mauro che<br />
chiude la porta e focoso l’abbraccia.<br />
MAURO: - Amore, l’auto non è ancora pronta, perché non lo<br />
facciamo qui?<br />
VIOLA: - (sbraita) Sei impazzito, e se entra qualcuno, come la<br />
mettiamo?<br />
MAURO: - (<strong>di</strong>vertito) Beh gli chiederò se ne vuole un po’ anche lui,<br />
vedrai che non <strong>di</strong>rà <strong>di</strong> no.<br />
Chiude il flash back su primo piano dei due, mentre Viola si<br />
stacca dall’abbraccio.<br />
VIOLA: - (ridendo ) Mauro, sei incorreggibile!<br />
Viola sul letto sospira, poi scoppia a ridere.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo): Caro volpone, se l’hai voluta capire,<br />
sull’auto ti ho dato l’ultimo colpo <strong>di</strong> grazia con la canzone<br />
<strong>di</strong> Lucio Dalla.<br />
Viola ha un altro flash back.<br />
91. Flash back. Giorno. Interno auto <strong>di</strong> Mauro.<br />
Mauro conduce a duecento all’ora la sua auto<br />
sull’autostrada che da Bologna porta a Faenza. Viola apre<br />
il cassetto che ha davanti e cerca tra le cassette <strong>di</strong><br />
musica, infine ne trova una <strong>di</strong> Lucio Dalla, quin<strong>di</strong> osserva<br />
Mauro intento nella guida.<br />
VIOLA: - Senti caro, se continuerai ad accelerare, prenderemo il<br />
volo, già così mi sembra <strong>di</strong> essere su un <strong>di</strong>sco volante.<br />
111
Viola inserisce la cassetta, intanto Mauro ride <strong>di</strong>vertito, poi<br />
per tranquillizzarla le prende una mano e gliela stringe.<br />
VIOLA: - ( mentre canta in coro con Lucio Dalla) Poi mi ha detto<br />
poveretto, il tuo sesso dallo al gabinetto…<br />
Mauro si gira e serio fissa Viola, e lei scoppia in una risata.<br />
VIOLA: - ( fissandolo seria) Si il tuo sesso dallo al gabinetto…..<br />
Il flash back finisce. Sul letto Viola sorride sod<strong>di</strong>sfatta.<br />
VIOLA: - (voce fuori campo) Bene, finalmente hai pagato il tuo<br />
debito, porcellino mio.<br />
Chiude, mentre Viola spegne la luce. Dissolvenza incrociata<br />
a simulare il tempo che passa.<br />
92. 27 giugno 1989 . Mattino. Ponte dei Mille. Genova. Esterno.<br />
Nave Ausonia.<br />
Il sole splende sulla m/n Ausonia facendola brillare in tutta<br />
la sua bellezza, nel porto <strong>di</strong> Genova. <strong>Elisabetta</strong>, che<br />
indossa una <strong>di</strong>visa blu con un foulard bianco e blu, con<br />
ancore e eliche in oro, è in pie<strong>di</strong> davanti alla scala<br />
d’imbarco, è nervosa, guarda l’orologio da polso,<br />
impaziente.<br />
IL MARINAIO DI GUARDIA: - Non stare in pena, arriveranno.<br />
<strong>Elisabetta</strong> sorride, poi vede i genitori e la sorella in mezzo a<br />
un gruppo <strong>di</strong> passeggeri, corre loro incontro; quando vede<br />
il padre, ha un sussulto a causa del suo viso gonfio, triste<br />
e stanco.<br />
112
ELISABETTA: - (abbracciandolo) Papà, che hai? sei triste e stanco,<br />
<strong>di</strong>rei che sei ingrassato, ma forse sei solo gonfio.<br />
La madre e la sorella osservano la scena in silenzio.<br />
IL PADRE: - Ah, sto poco bene, se era per me non sarei venuto, tua<br />
madre mi ha rotto per una settimana <strong>di</strong>cendo che, se non<br />
fossi venuto, ti avrei fatto un torto.<br />
<strong>Elisabetta</strong> addolorata fissa gli occhi stanchi e luci<strong>di</strong> del<br />
padre.<br />
ELISABETTA: - Rossana, promettimi che, quando tornerete a casa,<br />
lo farai visitare da uno specialista, vogliamo sapere che<br />
cos’ha.<br />
ROSSANA: - (addolorata) Tu sai che papà è allergico ai me<strong>di</strong>ci,<br />
comunque cercherò <strong>di</strong> convincerlo.<br />
ROSINA: - (preoccupata) Il mese scorso dovevamo stare in<br />
montagna quin<strong>di</strong>ci giorni, purtroppo dopo tre giorni siamo<br />
tornati a casa, perché tuo padre stava male, ma non c’è<br />
stato modo <strong>di</strong> portarlo dal me<strong>di</strong>co.<br />
<strong>Elisabetta</strong> prende a braccetto il padre e si avviano alla nave.<br />
ELISABETTA: - Papà, promettimi che quando tornerai a casa ti farai<br />
accompagnare dal dottore!<br />
IL PADRE: - (riflettendo) Va bene, d’accordo, basta che non me ne<br />
parlate più.<br />
Chiude mentre la famiglia passa davanti al marinaio e sale<br />
su per la scaletta.<br />
93. Panoramica aerea della nave Ausonia che naviga al<br />
tramonto. Esterno nave.<br />
A poppa alcuni passeggeri sono seduti ad un tavolino e<br />
stanno parlando tra <strong>di</strong> loro. Rossana e i genitori sono<br />
113
appoggiati alla ringhiera a godersi il tramonto, il sole è<br />
rosso pallido, il cielo rosa e il mare argentato. La nave a<br />
poppa lascia una lunga scia spumosa, i gabbiani<br />
rincorrono la nave garrendo gioiosi. I tre sono in pie<strong>di</strong><br />
appoggiati alla ringhiera, Primo guarda incantato lo<br />
stupendo tramonto.<br />
PRIMO: - Che incantevole serata, c’è una brezza delicata.<br />
In quel mentre arriva <strong>Elisabetta</strong> in <strong>di</strong>visa.<br />
ELISABETTA: - Incantevole il tramonto, vero?<br />
ROSSANA: - Sembra un mare d’argento! Ma hai finito <strong>di</strong> lavorare?<br />
ELISABETTA: - Non ancora, verrò a cenare con voi, poi devo<br />
ricominciare.<br />
Chiude su panoramica del tramonto e i quattro personaggi.<br />
94. Mattino. La nave è attraccata nel porto <strong>di</strong> Barcellona. Interno<br />
nave Bar.<br />
I genitori sono seduti ad un tavolino al bar, <strong>Elisabetta</strong> e<br />
Rossana sono in pie<strong>di</strong>.<br />
PRIMO: - Io sono stanco, non me la sento <strong>di</strong> venire in escursione.<br />
ELISABETTA: - Ti prego papà, andremo alla corrida e vedrai<br />
Barcellona, fai uno sforzo, senza <strong>di</strong> te non ci <strong>di</strong>vertiremo,<br />
saremo tristi..<br />
Primo sospira pesantemente, poi si alza in pie<strong>di</strong> a<br />
malincuore.<br />
PRIMO: - Avanti, scen<strong>di</strong>amo a terra.<br />
Chiude mentre le tre donne sorridono felici e s’avviano<br />
all’uscita.<br />
114
95. Mattino. Barcellona. Plaza de Toros. Esterno arena.<br />
I quattro salgono per le scale che portano all’interno<br />
dell’arena, Primo si ferma, non ce la fa più a salire, allora<br />
si lascia andare sugli scalini, le tre donne si siedono<br />
accanto a lui addolorate.<br />
96. Plaza de Toros. Interno Arena.<br />
La corrida è incominciata. I quattro sono seduti e guardano<br />
il torero che fa alcune giri intorno al toro, lo incanta e lo<br />
colpisce ferocemente al collo, l’animale ruggisce<br />
spaventosamente, la gente intorno grida eccitata, il<br />
sangue esce come una fontana dalla ferita nel collo<br />
dell’animale, le tre donne sono inorri<strong>di</strong>te.<br />
PRIMO: - (sconvolto) An<strong>di</strong>amo via, non amo questi spettacoli,<br />
sono troppo crudeli.<br />
ELISABETTA: - (brontola) Non riesco a capire cosa ci sia <strong>di</strong> bello<br />
nell’uccidere un povero animale.<br />
Chiude, mentre si alzano e s’avviano all’uscita.<br />
97. Mattino. Barcellona. Esterno. Monumento a Cristoforo<br />
Colombo.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e la sua famiglia attraversano la strada e<br />
raggiungono il monumento a Cristoforo Colombo, le tre<br />
donne guardano estasiate il monumento che punta verso<br />
il cielo azzurro, intanto Primo ne approfitta per sedersi;<br />
quando <strong>Elisabetta</strong> abbassa lo sguardo, vede il padre<br />
seduto e si va a sedere accanto a lui.<br />
ELISABETTA: - Adesso andremo a visitare la caravella <strong>di</strong> Colombo,<br />
poi ti porteremo a bordo a riposare, va bene?<br />
PRIMO: - (serio) Scusatemi ma non ce la faccio a finire<br />
l’escursione.<br />
115
ELISABETTA: - (abbracciandolo) Non fa niente papà!<br />
Rossana e Rosina si guardano preoccupate.<br />
Chiude su inquadratura dei quattro mentre s’avvicinano alla<br />
caravella.<br />
98. Notte. Nave in navigazione.<br />
Sotto un cielo nero trapuntato <strong>di</strong> stelle, la nave brilla piena<br />
<strong>di</strong> luci, mentre naviga sotto i raggi argentati della luna, in<br />
un mare liscio come l’olio.<br />
99. Sogno. Interno nave. Hall. Cabina <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
La hall della nave è deserta, <strong>Elisabetta</strong> la sta attraversando<br />
in compagnia del padre, all’improvviso Primo cade in<br />
ginocchio privo <strong>di</strong> forze, la figlia cerca <strong>di</strong> sollevarlo<br />
gridando angosciata.<br />
ELISABETTA: - (singhiozzando) Papà, alzati, ti prego!<br />
Con uno sforzo <strong>Elisabetta</strong> riesce a sollevare il padre, che<br />
sorride e si fa coraggio…..<br />
<strong>Elisabetta</strong> si sveglia in preda all’angoscia, si siede sul letto<br />
addolorata a riflettere sul sogno.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo) Adesso che ci penso, sto<br />
assumendo del ginseng per prevenire la stanchezza che<br />
mi assale ogni tanto; capisco che potrò risollevare mio<br />
padre come nel sogno, facendogli assumere il ginseng,<br />
che gli darà forza e vigore. Mi rendo conto che è malato,<br />
ma non me la sento <strong>di</strong> raccontare alla mamma quello che<br />
mi ha detto la chiromante e ciò che ho visto in sogno, non<br />
voglio rovinarle la crociera.<br />
116
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> mentre le scendono<br />
alcune lacrime dal volto.<br />
100. Mattino, attracco della nave nel porto <strong>di</strong> Palma <strong>di</strong> Majorca.<br />
Il sole splende sul mare, l'Ausonia è ferma fuori dal porto, i<br />
rimorchiatori si stanno preparando a trainarla in porto.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e la famiglia sono sul ponte a prua che<br />
guardano la manovra. Mentre i rimorchiatori trainano la<br />
nave i gabbiani volano intorno garrendo. Appare in<br />
lontananza la Cattedrale illuminata dal sole.<br />
ELISABETTA: - Guardate la Cattedrale <strong>di</strong> Palma de Majorca com’è<br />
suggestiva sotto i raggi del sole:<br />
Primo è felice, guarda lo stupendo panorama estasiato.<br />
ELISABETTA: - Mamma, hai dato a papà le pillole <strong>di</strong> ginseng?<br />
ROSINA: - (seria) Certo, prima <strong>di</strong> colazione, come mi hai detto!<br />
ELISABETTA: - Bene, vedrai che oggi non si stancherà tanto come<br />
ieri a Barcellona.<br />
Primo si allontana un attimo.<br />
ROSSANA: - Sono preoccupata, non è normale che papà si stanchi<br />
sempre così.<br />
ELISABETTA: - Sarà una questione <strong>di</strong> DNA, perché anch’io devo<br />
prendere il ginseng, altrimenti mi stanco facilmente.<br />
In quel mentre appare Primo, allora <strong>Elisabetta</strong> fa la<br />
<strong>di</strong>sinvolta.<br />
ELISABETTA: - Come sbarchiamo, partiamo subito per Porto Cristo<br />
e visiteremo le famose grotte del Drago, con concerto sul<br />
lago sotterraneo Martel, che ne <strong>di</strong>te?<br />
ROSSANA: - (eccitata) Riusciremo a vedere gli antichi mulini,<br />
sparsi nelle campagne.?<br />
117
ELISABETTA: - Certo, al ritorno da Porto Cristo.<br />
Chiude su panoramica <strong>di</strong> Palma <strong>di</strong> Majorca dal mare.<br />
101. Esterno nave. Scala <strong>di</strong> sbarco.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e la famiglia scendono felici dalla scaletta tra i<br />
passeggeri.<br />
ELISABETTA: - Venite, il tassì che ho prenotato è là che ci sta<br />
aspettando.<br />
Chiude mentre i quattro partono col tassì.<br />
102. Porto Cristo. Interno Grotte del Drago.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e la famiglia camminano dentro la grotta, Primo<br />
sembra allegro e rilassato, sorpassa alcuni turisti<br />
all’interno della grotta.<br />
ROSINA: - (ridendo) <strong>Elisabetta</strong>, mi pare che il tuo ginseng<br />
funzioni a meraviglia, guarda papà com’è arzillo!<br />
ROSSANA: - (curiosa) Ma quante pillole gli hai dato?<br />
ELISABETTA: - (sorride) Una dose da cavallo!<br />
Rossana e la madre scoppiano a ridere.<br />
Intanto Primo arriva al lago sotterraneo Martel per primo,<br />
c’è una barca con il barcaiolo che attende i turisti da<br />
portare sul lago ad ascoltare il concerto, sale, poi chiama<br />
le sue donne<br />
PRIMO: - Avanti tartarughe, altrimenti me ne vado!<br />
118
Le tre donne scoppiano a ridere felici, lo raggiungono,<br />
salgono nella barca, il barcaiolo comincia a remare e,<br />
mentre si sposta in mezzo al lago, si ode un concerto <strong>di</strong><br />
violini vibrare in tutta la grotta; <strong>Elisabetta</strong>, felice,<br />
abbraccia il padre e lo bacia.<br />
ELISABETTA: - Papà ti voglio sempre così, veloce come Speedy<br />
Gonzales!<br />
Chiude, mentre scoppiano in una risata collettiva.<br />
103. Esterno auto sulla strada che attraversa le campagne coi<br />
mulini. Interno auto.<br />
Il tassì corre lungo campagne piene <strong>di</strong> vegetazione e mulini<br />
bianchi che splendono al sole. Davanti, sul se<strong>di</strong>le accanto<br />
all’autista, c’è Primo.<br />
EISABETTA: - Papà, come ve<strong>di</strong>, <strong>di</strong> mulini ce ne sono tanti, scegli tu<br />
quello che vuoi visitare.<br />
PRIMO: - Ecco, guardate là, ce ne sono due, uno vicino all’altro.<br />
L’autista rallenta e si infila in una stra<strong>di</strong>na stretta, non<br />
asfaltata, il tassì si lascia <strong>di</strong>etro una scia <strong>di</strong> polvere, poi si<br />
ferma in un piccolo cortile, un leggero vento fa girare le<br />
pale dei mulini; <strong>Elisabetta</strong> e la famiglia scendono e fanno<br />
una passeggiata intorno ai mulini.<br />
ROSINA: - Che belli questi mulini, ma sembrano abbandonati<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Ormai con la tecnologia che abbiamo<br />
ai giorni nostri, i mulini a vento non servono più.<br />
Intanto Primo vede una scala <strong>di</strong> ferro a pioli che sale fino a<br />
una finestra aperta vicino al tetto <strong>di</strong> uno dei due mulini, si<br />
avvicina, sale fino alla finestra e guarda dentro.<br />
119
ROSSANA: - (felice) Guardate, papà è tornato nel pieno delle sue<br />
forze.<br />
ELISABETTA: - (gridando) Sii prudente, papà!<br />
PRIMO: - (sorridendo) Per chi mi avete preso, non sono ancora un<br />
vecchio rammollito!.<br />
Primo scende fino a quattro scalini da terra e fa un salto ai<br />
pie<strong>di</strong> del mulino. Le tre donne lo guardano stupite.<br />
ROSINA: - Guardate un po’ vostro padre, oggi fa concorrenza a<br />
Rambo.<br />
Chiude su risata collettiva.<br />
104. Cinque giorni dopo, sabato quattro luglio. Mattino. Porto <strong>di</strong><br />
Genova. Interno nave. Corridoio. Cabina <strong>di</strong> Primo e<br />
Rosina.<br />
Panoramica dall'alto della nave attraccata nel porto <strong>di</strong><br />
Genova. La cabina matrimoniale ha le poltrone, il<br />
copriletto e le tende dell’oblò rosse, alla parete in mezzo<br />
alle due poltrone un quadro con un tramonto, sul tavolino<br />
un cestino <strong>di</strong> frutta fresca <strong>di</strong> stagione. <strong>Elisabetta</strong>, in<br />
<strong>di</strong>visa, cammina per un lungo corridoio stretto, poi bussa<br />
ad una porta.<br />
IL PADRE: - Avanti!<br />
<strong>Elisabetta</strong> apre la porta e entra, trova il padre seduto sulla<br />
poltrona, la valigia aperta sul letto, quasi piena, e Rosina<br />
intenta a piegare degli indumenti.<br />
ELISABETTA: - Allora papà, ti sei <strong>di</strong>vertito in crociera?<br />
PRIMO: - Si, molto, lo devo a tua madre, che mi ha spinto a<br />
venire, ma ho potuto resistere anche grazie al ginseng.<br />
120
ELISABETTA: - (sorridendo) Mamma, continua a darglielo anche a<br />
casa e portalo da uno specialista.<br />
La madre sospira, mentre chiude la valigia.<br />
PRIMO: - Ma i passeggeri sono già sbarcati?<br />
ELISABETTA: - Si, da circa mezz’ora. Sappiate che il tassì che ci<br />
porterà alla stazione sta aspettando sotto la nave, ora vi<br />
mando un cameriere per la valigia, poi an<strong>di</strong>amo.<br />
Chiude, mentre apre la porta ed esce.<br />
105. Mattino. Stazione <strong>di</strong> Genova.<br />
Il treno è fermo in stazione, si odono degli annunci, ci sono<br />
passeggeri che vanno e vengono, <strong>Elisabetta</strong> spinge un<br />
carrello con le valigie, Rossana e i genitori la seguono,<br />
raggiungono uno sportello aperto del treno, Primo va a<br />
prendere le valigie da caricare sul treno, <strong>Elisabetta</strong> glielo<br />
impe<strong>di</strong>sce.<br />
ELISABETTA: - Molla l’osso!<br />
Il padre scoppia a ridere <strong>di</strong>vertito, Rossana ed <strong>Elisabetta</strong><br />
caricano le valigie sul treno.<br />
<strong>Elisabetta</strong> sposta il carrello vicino ad una colonna, poi<br />
abbraccia la madre e la sorella, e infine il padre.<br />
ELISABETTA: - Mi raccomando papà, riguardati.<br />
PRIMO: - (bacia la figlia sulla guancia) Anche tu, e grazie per la<br />
splen<strong>di</strong>da crociera.<br />
I parenti salgono, poi si affacciano al finestrino <strong>di</strong> uno<br />
scompartimento e, mentre il treno parte, salutano.<br />
121
Chiude mentre lei ricambia i saluti commossa, e il treno<br />
sparisce lontano.<br />
106. Otto giorni dopo, 12 luglio. Barcellona. Pomeriggio. La nave<br />
è in porto. Passeggiata esterna della nave.<br />
<strong>Elisabetta</strong>, in <strong>di</strong>visa blu, cammina lungo la passeggiata<br />
esterna della nave e, sotto un sole splendente, si ferma e<br />
si appoggia alla ringhiera e osserva un gruppo <strong>di</strong> gabbiani,<br />
che si buttano in picchiata su qualcosa che galleggia nelle<br />
acque, poi fuggono garrendo nel cielo azzurro.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Avrei voglia <strong>di</strong> andare<br />
a fare una passeggiata al Pueblo Espanol, ma mi sento<br />
stanca, dovrò andare a dormire.<br />
Sospira, poi si ferma a guardare il sole che riflette i suoi<br />
raggi nel mare e continua a pensare.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen ) Vorrei tanto credere<br />
che papà non è malato e che probabilmente io e lui<br />
soffriamo della stessa stanchezza, ma qualcosa dentro <strong>di</strong><br />
me mi <strong>di</strong>ce che mi sto illudendo.<br />
Chiude su primo piano ( close up) <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che continua<br />
a riflette pensierosa.<br />
107. Sogno. Pomeriggio. Interno cabina <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
<strong>Elisabetta</strong> si trova nel salone delle feste a bordo della nave,<br />
indossa la sua <strong>di</strong>visa blu, si guarda intorno, tutti ballano e<br />
si <strong>di</strong>vertono, lei sa che deve uscire dalla nave in fretta, si<br />
<strong>di</strong>rige verso l’ascensore, che con grande sorpresa trova<br />
pieno <strong>di</strong> gente e traballante, appeso ad alcune corde<br />
d’acciaio che stanno per rompersi. Si guarda i pie<strong>di</strong>,<br />
indossa scarpette bianche da ballerina classica, corre giù<br />
per le scale della nave in fretta agile come una gazzella, la<br />
scena cambia, lei indossa un paio <strong>di</strong> pantaloni bianchi e<br />
una camicetta arancione, poi appare un grande castello.<br />
Scivola attaccata ad uno scorrimano lungo le gran<strong>di</strong> mura<br />
122
che la portano davanti al castello, dove si appoggia ad una<br />
ringhiera, a braccia conserte, ad osservare l’ascensore<br />
che precipita trasformandosi in una torre <strong>di</strong> Babele, che si<br />
<strong>di</strong>sintegra sul cortile sottostante. Vede la gente morire<br />
schiacciata dalle rovine, con nuvole <strong>di</strong> polvere che si<br />
innalzano a coprire le macerie e i corpi sfracellati. Dalle<br />
macerie stesse risorgono altre persone, che ricostruiscono<br />
la torre a metà, dove al centro appare un Buddha seduto<br />
nella posizione del loto, che gira e percuote un’enorme<br />
fetta <strong>di</strong> carne cruda; poi la scena cambia, il Buddha<br />
dall’alto <strong>di</strong>rige tutti gli uomini che lavorano alla torre,<br />
manovrandoli con dei fili. <strong>Elisabetta</strong>, in camicia da notte<br />
bianca, si sveglia <strong>di</strong> soprassalto, si siede sul letto e riflette<br />
sullo strano sogno.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Sfortunatamente,<br />
dall’analisi del sogno capisco che riceverò una notizia<br />
tragica che mi costringerà a sbarcare d’urgenza.<br />
Sospira addolorata, poi si stende sul letto e continua ad<br />
analizzare il sogno.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Dal momento che ho<br />
partecipato al sogno come spettatrice, significa che saprò<br />
accettare l’evento con saggezza. Buddha mi fa notare che<br />
dalle macerie l’uomo risorge a nuove esperienze, per<br />
mezzo della reincarnazione. La mezza torre, con il Buddha<br />
che manipola la carne cruda, rappresenta l’uomo che<br />
attraverso la fatica e la sofferenza si eleva alla<br />
conoscenza; a quello sta<strong>di</strong>o il Buddha raggiunge ognuno<br />
<strong>di</strong> noi attraverso fili invisibili, che egli <strong>di</strong>rige per condurci<br />
all’illuminazione.<br />
Finita l’analisi del sogno, sorride eccitata.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo) Caro Buddha, ti sono<br />
riconoscente per il messaggio speciale e pieno d’amore<br />
che mi hai inviato.<br />
Dissolvenza incrociata a simulare il tempo che passa.<br />
123
108. Sabato 18 luglio. Mattino. Ponte dei Mille. Genova.<br />
È una splen<strong>di</strong>do mattino <strong>di</strong> sole, <strong>Elisabetta</strong> è in <strong>di</strong>visa, sale<br />
le scale che portano ai telefoni sul ponte dei Mille, <strong>di</strong> tanto<br />
in tanto si odono suonare sirene <strong>di</strong> navi, il rumore del<br />
traffico risuona dalle strade circostanti. <strong>Elisabetta</strong><br />
raggiunge un telefono sotto il porticato, inserisce una<br />
scheda, alza la cornetta, <strong>di</strong>gita un numero.<br />
ELISABETTA: - Ciao mamma, mi passi papà?<br />
LA MADRE: - (sospirando) Non c’è, è uscito.<br />
ELISABETTA: - Come sta?<br />
LA MADRE: - (angosciata) Il suo dottore non ha voluto ricoverarlo,<br />
però tuo padre ha voluto vedere uno psichiatra, perché ha<br />
dei deliri.<br />
ELISABETTA: - Che cosa ha detto lo psichiatra?<br />
LA MADRE: - Purtroppo ha ammesso che, quando si innescano<br />
questi meccanismi mentali, non c’è più niente da fare.<br />
ELISABETTA: - (brontola) Non riesco a capire il suo dottore,<br />
avrebbe dovuto farlo ricoverare per eseguire tutti gli<br />
accertamenti possibili.<br />
LA MADRE: - (addolorata) <strong>Elisabetta</strong>, stai tranquilla, presto<br />
saremo in grado <strong>di</strong> sapere che cos’ha, ti prego rilassati!<br />
ELISABETTA: - (sospira) Va bene mamma, salutami papà.<br />
LA MADRE: - Sarà fatto.<br />
Chiude su primo piano (close up) <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre posa<br />
il telefono sul ricevitore e si ferma un attimo a riflettere<br />
pensierosa.<br />
109. Sogno. Lunedì 20 Luglio. Notte. Cabina <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
Sul letto c’è la valigia aperta quasi piena, <strong>Elisabetta</strong><br />
aggiunge alcuni indumenti, il suo viso è cupo, una lacrima<br />
le riga il volto… indossa una camicia da notte <strong>di</strong> seta,<br />
color argento, si sveglia <strong>di</strong> soprassalto, si siede sul letto.<br />
124
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Dovrò sbarcare<br />
d’urgenza, come mi è già stato confermato nel sogno del<br />
Buddha.<br />
Chiude su primo piano della nave illuminata, che naviga su<br />
un mare liscio come l’olio sotto i raggi argentati della<br />
luna. Dissolvenza. Dissolve to.<br />
110. Agosto. Pronto soccorso <strong>di</strong> Lugo. Interno sala attesa.<br />
Rossana e Rosina sono sedute nella sala d’attesa del pronto<br />
soccorso, alcune persone vanno e vengono, altre si<br />
siedono e attendono il loro turno, quando all’improvviso si<br />
apre la porta dell’ambulatorio ed esce una dottoressa con<br />
una camice bianco, alta, magra, sui quarant’anni, capelli<br />
ricci, corti e neri.<br />
DOTTORESSA: - (arrabbiata) Chi sono i parenti del Signor Emal<strong>di</strong>?<br />
ROSSANA E ROSINA: - (in pie<strong>di</strong> ) Siamo noi.<br />
DOTTORESSA: - (sbraita) Perché non l’avete portato prima, adesso<br />
è troppo tar<strong>di</strong>.<br />
ROSSANA: - (seria) Avevamo un appuntamento con uno<br />
specialista, ma in poco tempo papà è deperito, allora<br />
abbiamo deciso <strong>di</strong> venire qui.<br />
In quel mentre dall’ambulatorio esce un infermiere che<br />
spinge Primo su una se<strong>di</strong>a a rotelle con una flebo sorretta<br />
da un braccio meccanico e l’ago piantato nel braccio;<br />
Primo sorride timidamente, è notevolmente <strong>di</strong>magrito.<br />
DOTTORESSA: - L’ho ricoverato, lo stanno portando nella sua<br />
stanza.<br />
Rossana segue il padre<br />
DOTTORESSA: - Chi è il suo dottore?<br />
ROSINA: - Noi volevamo ricoverarlo, ma il suo dottore ci ha detto<br />
che non era il caso.<br />
125
DOTTORESSA: - (sbraita) Che razza <strong>di</strong> dottore è quello, bastava<br />
mettergli una mano sotto il fegato per capire.<br />
ROSINA: - (preoccupata) Ma che cos’ha mio marito?<br />
DOTTORESSA: - Venga nel mio stu<strong>di</strong>o fra <strong>di</strong>eci minuti, con sua<br />
figlia, che ne parliamo.<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> Rosina mentre s’avvia lungo il<br />
corridoio preoccupata.<br />
111. Esterno nave. Porto <strong>di</strong> Palermo. Mese d’agosto, ore <strong>di</strong>ciotto.<br />
La nave è attraccata in porto, <strong>Elisabetta</strong>, in <strong>di</strong>visa, è a poppa<br />
e guarda pensierosa il caotico porto <strong>di</strong> Palermo, avvolto<br />
dai bianchi raggi del sole ancora alto nel cielo, poi si gira<br />
verso al mare.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo) So cosa mi aspetta, è per questo<br />
che non voglio telefonare a casa, ma devo farlo,<br />
rimandare non cambia gli eventi<br />
S’avvia frettolosamente lungo la passeggiata ed esce sul<br />
ponte che collega con la stazione marittima, incrocia<br />
alcuni passeggeri che entrano a bordo augurandole la<br />
buona sera, lei <strong>di</strong>stratta risponde al saluto, raggiunge un<br />
telefono, inserisce una scheda, decisa <strong>di</strong>gita un numero, si<br />
ode il suono.<br />
ROSSANA: - Pronto!<br />
ELISABETTA: - Ciao Rossana, sono <strong>Elisabetta</strong>!<br />
ROSSANA: - (eccitata ) Ah, finalmente, è da stamattina che<br />
aspetto la tua telefonata, devi sbarcare subito.<br />
ELISABETTA: - (sospira) Come sta papà?<br />
ROSSANA: - Sta male!<br />
ELISABETTA: - (angosciata) Me lo sentivo, ecco perché non volevo<br />
telefonare, che cosa gli ha <strong>di</strong>agnosticato il me<strong>di</strong>co?<br />
ROSSANA: - Ne parleremo quando torni a casa.<br />
126
ELISABETTA: - (sbraita) Ti prego <strong>di</strong>mmelo, ho bisogno <strong>di</strong> saperlo<br />
subito!<br />
ROSSANA: - Ti prego, <strong>Elisabetta</strong>, non insistere!<br />
ELISABETTA: - Allora telefonerò a nostro cugino Clau<strong>di</strong>o, lui non<br />
farà storie, ciao!<br />
Chiude la telefonata e <strong>di</strong>gita frettolosamente un altro<br />
numero, il telefono è occupato.<br />
ELISABETTA: - Accidenti, è occupato!<br />
Ricompone il numero<br />
ELISABETTA: - Senti Clau<strong>di</strong>o, Rossana non ha voluto <strong>di</strong>rmi che<br />
malattia ha il babbo, ti prego, <strong>di</strong>mmelo tu, senza<br />
risparmiarmi nulla.<br />
CLAUDIO: - (sospirando) Tuo padre ha un tumore maligno, con<br />
metastasi in tutto il corpo, i me<strong>di</strong>ci gli hanno dato un<br />
mese <strong>di</strong> vita, ma….<br />
<strong>Elisabetta</strong> è angosciata, le lacrime le scendono sulle guance.<br />
ELISABETTA: - Che cosa c’è ancora?<br />
CLAUDIO: - (borbotta) Purtroppo, credo che tuo padre in un<br />
momento <strong>di</strong> luci<strong>di</strong>tà abbia intuito qualcosa, perché è<br />
fuggito in pigiama dall’Ospedale <strong>di</strong> Bagnacavallo; lo<br />
cerchiamo da alcune ore, ma non l’abbiamo ancora<br />
trovato.<br />
<strong>Elisabetta</strong> trattiene i singhiozzi, le lacrime continuano a<br />
scenderle sulle guance,<br />
CLAUDIO: - Fatti forza <strong>Elisabetta</strong>, vedrai che lo troveremo prima<br />
che faccia buio. Tu intanto torna a casa.<br />
ELISABETTA: - (angosciata ) Purtroppo dovrò aspettare la<br />
sostituzione, ora però devo andare, la nave è in partenza,<br />
dì alla mamma che le telefonerò domani da Capri, ciao,<br />
grazie.<br />
127
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che mette giù la<br />
cornetta e s’allontana piangendo, fra gli sguar<strong>di</strong> curiosi <strong>di</strong><br />
alcuni passanti, che l’osservano in silenzio. Dissolvenza.<br />
Dissolve to.<br />
112. Esterno. Ore <strong>di</strong>ciannove. Campagne tra Bagnacavallo e<br />
Fusignano.<br />
Primo, in pigiama e ciabatte, è notevolmente <strong>di</strong>magrito, ha<br />
lo sguardo triste e assente, il sudore gli scende dalla<br />
fronte, mentre attraversa faticosamente un campo arato,<br />
rallenta il passo e cade a terra sfinito, si rialza e cammina<br />
dondolando sotto il sole che sta calando all’orizzonte.<br />
Chiude su panoramica dei campi intorno, infine su Primo<br />
che riprende a camminare spe<strong>di</strong>tamente e s’allontana<br />
nella campagna sconfinata.<br />
113. Rivale del fiume Senio, vicino al ponte <strong>di</strong> Fusignano, al<br />
tramonto.<br />
Primo, sporco e sudato, si arrampica faticosamente su per<br />
la riva del fiume vicino al ponte, raggiunge la riva, mentre<br />
i raggi del sole al tramonto lo investono; si mette le mani<br />
sugli occhi, poi le toglie, guarda verso Fusignano, si lascia<br />
cadere lentamente sulla riva sfinito, fissa le acque che<br />
scorrono lentamente sotto <strong>di</strong> lui, mentre sul suo volto<br />
addolorato e scarno scorrono alcune lacrime. Chiude su<br />
primo piano <strong>di</strong> Primo, mentre si asciuga il viso con la<br />
manica del pigiama e sofferente osserva il sole<br />
tramontare.<br />
114. Mese d’agosto. Mattino. Capri.<br />
Primo piano della nave ancorata nelle acque <strong>di</strong> fronte a<br />
Capri, con panoramica aerea del porto, della nave in<br />
128
lontananza e dell’isola dall’alto, sotto il sole brillante del<br />
mattino.<br />
115. Stazione della teleferica. Centro <strong>di</strong> Capri. Telefoni. Cabina<br />
telefonica.<br />
<strong>Elisabetta</strong> indossa un vestito maxi dai colori vivaci, il suo<br />
viso è cupo e triste, esce dalla stazione teleferica con altri<br />
passeggeri, e s’affretta a raggiungere il centro <strong>di</strong> Capri,<br />
entra nella sala dei telefoni e si chiude in una delle due<br />
cabine libere, <strong>di</strong>gita un numero, il telefono squilla<br />
LA MADRE: - Pronto!<br />
ELISABETTA: - (impaziente) Allora avete trovato papà?<br />
LA MADRE: - (stanca e depressa) Lo hanno trovato seduto sul<br />
fiume Senio al tramonto.<br />
ELISABETTA: - (sollevata) Meno male, senti, il mio capo mi ha<br />
assicurato che farà <strong>di</strong> tutto per trovare una sostituta per<br />
domani a Genova.<br />
LA MADRE: - (sospira ) Bene!<br />
ELISABETTA: - Come sta ora papà?<br />
ROSINA: - (borbotta) Spesso perde la memoria e, quando la<br />
riacquista, rifiuta <strong>di</strong> essere ricoverato all’ospedale,<br />
minacciando <strong>di</strong> fuggire…<br />
LA MADRE: - (s’interrompe ) Scusami, ora devo andare, tuo padre<br />
ha bisogno <strong>di</strong> me, mi raccomando.<br />
ELISABETTA: - Fatti coraggio mamma, a domani spero.<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> che addolorata ripone la<br />
cornetta.<br />
116. Esterno. Mattino. Centro <strong>di</strong> Capri.<br />
129
<strong>Elisabetta</strong> raggiunge il muretto che dà sul porto <strong>di</strong> Capri, si<br />
appoggia, guarda il porto sottostante e la nave ancorata<br />
nelle acque scure,<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo off screen) Non potrei<br />
sopportare <strong>di</strong> restare a bordo un’altra settimana, spero<br />
che trovino una sostituta, perché devo tornare a casa<br />
prima che papà perda la memoria e non mi riconosca più.<br />
Chiude su primo piano mentre una lacrima le scende sul<br />
volto.<br />
117. Notte. Esterno. Primo piano della nave illuminata, che<br />
naviga sotto le stelle in un mare che risplende d’argento<br />
sotto i raggi della luna piena. Notte. Interno nave in<br />
navigazione. Corridoio e cabina <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
<strong>Elisabetta</strong> è in <strong>di</strong>visa. Pensierosa percorre il corridoio,<br />
raggiunge la sua cabina, mette la chiave nella toppa e<br />
apre la porta, sul pavimento c’è un telex, lo prende su, lo<br />
apre.<br />
ELISABETTA: - Abbiamo il piacere <strong>di</strong> informarti che domani a<br />
Genova sarà sostituita dalla Signorina Ida Baudone e che<br />
lo sbarco avverrà subito dopo le consegne. Distinti saluti,<br />
Valdettaro.<br />
Abbozza un sorriso sulle labbra, posa il telex sulla scrivania,<br />
prende la valigia vuota sotto il letto, la mette sul letto, la<br />
apre.<br />
Chiude, mentre va all’arma<strong>di</strong>o, lo spalanca e inizia a togliere<br />
i vestiti dalle grucce. Dissolvenza. Dissolve to.<br />
118.. Mese d’agosto. Stazione <strong>di</strong> Genova.<br />
130
<strong>Elisabetta</strong>, con una camicetta arancione e un paio <strong>di</strong><br />
pantaloncini bianchi, entra nella stazione centrale<br />
tirandosi <strong>di</strong>etro la valigia tra la gente, mentre si odono<br />
annunci dagli altoparlanti. Si ferma ad un telefono, cerca<br />
la scheda, la inserisce e <strong>di</strong>gita un numero.<br />
VIOLA: - Pronto!<br />
ELISABETTA: - Ciao Viola, sto per prendere il treno per Bologna….<br />
VIOLA: - (euforica) Ah, che bello, torni casa finalmente!<br />
ELISABETTA: - (sospira) Purtroppo mio padre sta male.<br />
VIOLA: - (addolorata) Mio Dio, ora capisco, l’ho incontrato poco<br />
tempo fa, era fisicamente trasformato, faceva <strong>di</strong>scorsi<br />
sconnessi…<br />
ELISABETTA: - (angosciata) Scusa Viola, devo andare altrimenti<br />
perdo il treno, ci ve<strong>di</strong>amo a casa, ciao.<br />
Chiude su <strong>Elisabetta</strong> mentre si allontana verso un treno<br />
fermo sui binari.<br />
119. Pomeriggio. Stazione <strong>di</strong> Bologna.<br />
Rossana scende le scale <strong>di</strong> corsa, prosegue lungo il<br />
sottopassaggio che porta ai binari e s’affretta a salire su<br />
per le scale, quando giunge al binario del treno da<br />
Genova, si fa strada fra i passeggeri che stanno<br />
scendendo dal treno, poi vede <strong>Elisabetta</strong> che le va<br />
incontro trascinando la valigia.<br />
Chiude su primo piano delle sorelle che s’abbracciano<br />
commosse, tra i passeggeri che passano accanto a loro.<br />
120. Strada S. Vitale. Esterno. Interno auto.<br />
L’auto <strong>di</strong> Rossana sfreccia sulla S. Vitale che attraversa le<br />
campagne avvolte nel caldo d’agosto (stacco interno<br />
auto).<br />
131
ROSSANA: - <strong>Elisabetta</strong>, mi <strong>di</strong>spiace ma ti devo preparare, non<br />
aspettarti <strong>di</strong> vedere papà come lo conoscevi, è<br />
terribilmente <strong>di</strong>magrito, insomma preparati al peggio.<br />
ELISABETTA: - Tu sai che io credo nella sopravvivenza dello spirito<br />
dopo la morte del corpo, quin<strong>di</strong> saprò superare anche<br />
questa trage<strong>di</strong>a, ma piuttosto, come l’ha presa la<br />
mamma?<br />
ROSSANA: - Mi ha sorpresa, sembra sorretta da una grande forza.<br />
ELISABETTA: - (abbozza un sorriso) Già, per fortuna la mamma ha<br />
risorse nascoste.<br />
ROSSANA: - Ieri ho cercato papà tutto il pomeriggio inutilmente;<br />
quando sono tornata, l'avevano già accompagnato a casa,<br />
sono andata ad abbracciarlo piangendo, lui mi ha pregato<br />
<strong>di</strong> non piangere, poi ha brontolato: Che trage<strong>di</strong>a, ho<br />
lavorato tanto nella mia vita e, adesso che potrei stare<br />
bene, devo morire ancora giovane.<br />
ELISABETTA: - (addolorata) Povero papà, se non avesse fumato<br />
tanto adesso sarebbe sano come un pesce.<br />
Chiude, mentre l’auto <strong>di</strong> Rossana sorpassa un’auto sulla S.<br />
Vitale in mezzo alla campagna.<br />
121. Fusignano. Casa dei genitori <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Esterno. Interno.<br />
L’auto <strong>di</strong> Rossana entra nel cortile davanti a casa, la porta si<br />
apre, mentre esce <strong>di</strong> casa la madre, <strong>Elisabetta</strong> scende e va<br />
ad abbracciarla.<br />
ELISABETTA: - Mamma, papà è ancora in grado <strong>di</strong> riconoscermi?<br />
LA MADRE: - (seria) Ti sta aspettando, vai, è nel soggiorno.<br />
Si stacca dalla madre e va in casa, mentre le due donne si<br />
fermano a parlare in cortile.<br />
Nel soggiorno, sulla destra, c’è un caminetto con un<br />
orologio sulla cappa, <strong>di</strong> fronte alla porta una finestra che<br />
dà sul giar<strong>di</strong>no, mobili in legno, quadri alle pareti, al<br />
centro del tavolo un centrino <strong>di</strong> pizzo con un vaso greco<br />
pieno <strong>di</strong> rose rosse e gialle <strong>di</strong> seta, sulla sinistra una<br />
poltrona, in cui siede Primo.<br />
132
<strong>Elisabetta</strong> arriva sulla porta del soggiorno e, come vede il<br />
padre, che <strong>di</strong>stratto guarda fuori dalla finestra, si ferma.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen) Che strano, lo<br />
vedo lì immobile con la pelle che gli ricopre le ossa,<br />
ricurvo e gli occhi tristi, e non provo nessuna emozione, in<br />
fondo non ha senso stare male, farebbe soffrire ancora <strong>di</strong><br />
più papà, quin<strong>di</strong> devo comportarmi come ho sempre fatto,<br />
quando ritornavo dai miei viaggi.<br />
Come la vede entrare nella stanza, Primo abbozza un<br />
sorriso sulle labbra, <strong>Elisabetta</strong> gli prende le mani scarne.<br />
ELISABETTA: - Papà, sono tornata, ho alcuni mesi <strong>di</strong> ferie, così<br />
potremo stare un po’ insieme.<br />
PRIMO: - (con voce rauca e irriconoscibile) Ah! sei tu <strong>Elisabetta</strong>,<br />
sei tornata, ma non ripartirai subito, vero?<br />
ELISABETTA: - (colpita da una forte emozione, si sforza <strong>di</strong> non<br />
fargliela notare) No, resterò qui con te e la mamma.<br />
Il viso <strong>di</strong> Primo riprende colore, sorride e dai suoi occhi<br />
spenti appare una luce d’allegria.<br />
PRIMO: - (con l’ingenuità d’un bambino) Ah, come sono felice <strong>di</strong><br />
vedere la mia bambina! Quanti anni sono che non ci<br />
ve<strong>di</strong>amo?<br />
Si siede accanto al padre ridendo e abbracciandolo.<br />
ELISABETTA: - Avanti papà, non esagerare, un mese fa eri in<br />
crociera con me, non ti ricor<strong>di</strong>?<br />
PRIMO: - (riflette un attimo) Mi pare, ma non sono sicuro.<br />
In quel momento entrano Rosina e Rossana.<br />
PRIMO: - Datemi da bere, mi è venuta una gran sete.<br />
133
Mentre Rosina va a prendere da bere, Primo guarda<br />
Rossana incantato.<br />
PRIMO: - (allegramente) Ah, ma chi è questa bella sirena?<br />
Le sorelle scoppiano a ridere <strong>di</strong>vertite.<br />
ELISABETTA: - Ma papà, è tua figlia Rossana!<br />
Mentre Primo la fissa incredulo, Rossana gli prende una<br />
mano e gliela stringe.<br />
ROSSANA: - Avanti papà, non prendermi in giro.<br />
PRIMO: - (con l’ingenuità <strong>di</strong> un bambino) Dici sul serio?<br />
Entra Rosina con un bicchiere d’acqua e una cannuccia, che<br />
passa a Rossana, la quale la mette in bocca al padre e gli<br />
sorregge il bicchiere. Primo succhia tutta l’acqua.<br />
PRIMO: - (con un fil <strong>di</strong> voce sussurra) Sono stanco, posso andare<br />
a dormire?<br />
Chiude sulle tre donne, mentre si guardano addolorate.<br />
122. Interno. Stanza da letto dei genitori.<br />
Grande finestra con tende bianche e dorate, sulla sinistra<br />
un comò in legno, appeso sopra grande specchio<br />
multiforme con cornice dorata, <strong>di</strong> fronte arma<strong>di</strong>o in legno<br />
con specchi, grande letto in ottone con copriletto rosso,<br />
sopra, appesa al muro la Madonna con il Bambino Gesù,<br />
sui como<strong>di</strong>ni due abat-jour bianchi rifiniti in oro, e pedane<br />
a fantasia bianche e rosse dello stesso colore del<br />
copriletto.<br />
Primo è rannicchiato sotto le coperte, Rosina gliele<br />
aggiusta, Rossana appende il vestito del padre ad una<br />
gruccia e la mette dentro l’arma<strong>di</strong>o; <strong>Elisabetta</strong> osserva la<br />
134
figura del padre magro e rannicchiato sotto le coperte,<br />
Rosina s’avvia alla porta.<br />
ROSINA: - An<strong>di</strong>amo, lasciamolo riposare.<br />
Rossana e Rosina escono dalla stanza.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen) Che trage<strong>di</strong>a il<br />
vederlo così magro e rannicchiato come un riccio, tra le<br />
coperte, papà è sempre stato bello, sano e robusto, con le<br />
spalle larghe e adesso, se non ha una cannuccia, non<br />
riesce neanche a bere, che tristezza.<br />
Alcune lacrime scendono dal viso <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, che se le<br />
asciuga con le mani.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen) Il Buddha, nel<br />
sogno della torre che crolla, mi ha fatto notare che, dalle<br />
macerie, l’uomo risorge a nuove esperienze per mezzo<br />
della reincarnazione, quin<strong>di</strong> l’anima <strong>di</strong> papà si sta<br />
preparando a lasciare il corpo.<br />
Chiude mentre <strong>Elisabetta</strong> abbozza un sorriso, poi esce dalla<br />
stanza e chiude la porta.<br />
123. Casa dei genitori <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Soggiorno.<br />
<strong>Elisabetta</strong> raggiunge Rosina e Rossana, nel soggiorno.<br />
ELISABETTA: - Tu, Rossana, vai a casa, ora tocca a me dare una<br />
mano alla mamma.<br />
LA MADRE: - : No, <strong>Elisabetta</strong>, fatti accompagnare casa, sarai<br />
stanca e vorrai riposare.<br />
ELISABETTA: - Mamma, il babbo non deve tornare all’ospedale,<br />
finché noi possiamo curarlo a casa, quin<strong>di</strong> non ti lascio<br />
sola, hai bisogno d’aiuto.<br />
135
ROSSANA: - <strong>Elisabetta</strong> ha ragione, deve restare finché non tornerà<br />
all’ospedale.<br />
ROSINA: - D’accordo.<br />
Chiude su Rosina che sospira addolorata.<br />
124. Fusignano. Casa dei genitori. Ore tre <strong>di</strong> notte. Interno.<br />
Stanza da letto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Scale. Soggiorno. Esterno.<br />
Cortile. Strada.<br />
Nella stanza semibuia <strong>Elisabetta</strong> dorme. Siccome si odono dei<br />
rumori nel soggiorno, al piano terreno, si sveglia <strong>di</strong><br />
soprassalto, si siede sul letto e ascolta. Si odono altri<br />
rumori <strong>di</strong> passi, allora accende l’abat-jour, scende<br />
lentamente dal letto, esce nel corridoio e a passi cauti<br />
scende le scale; sotto è buio, ma i rumori continuano, con<br />
sospiri soffocati, per terra sulla scala c è la giacca del<br />
pigiama del padre, <strong>Elisabetta</strong> la raccoglie e va per andare<br />
in cucina, ma vede la porta <strong>di</strong> casa aperta, con il<br />
pantalone del pigiama sulla soglia, esce in fretta in cortile,<br />
poi ode dei passi sulla strada e vede il padre scalzo, in<br />
mutande e canottiera, che vaga nella notte in delirio. Lo<br />
raggiunge <strong>di</strong> corsa, lo prende per un braccio.<br />
ELISABETTA: - Papà, vieni che ti porto a letto.<br />
Primo sembra non conoscere la figlia, con uno strattone si<br />
stacca e se ne va.<br />
PRIMO: - Che cosa vuole lei, io devo andare….<br />
Lo raggiunge, gli mette la giacca del pigiama sulle spalle.<br />
ELISABETTA: - Papà, ti prego, an<strong>di</strong>amo in casa!<br />
Improvvisamente Primo sembra svegliarsi da un sogno,<br />
sorride sorpreso, ubbidendo.<br />
136
Chiude, mentre <strong>Elisabetta</strong> e il padre entrano in casa.<br />
Dissolvenza incrociata a simulare il tempo che passa.<br />
125. Una settimana dopo. Esterno. Ore <strong>di</strong>ciannove. Giar<strong>di</strong>no<br />
pubblico <strong>di</strong> Fusignano.<br />
<strong>Elisabetta</strong> indossa un vestito maxi verde smeraldo, Viola<br />
uno giallo con grossi ricami colorati, camminano in<br />
silenzio, sotto i gran<strong>di</strong> alberi nel giar<strong>di</strong>no pubblico.<br />
VIOLA: - È una settimana che non esci, perché una <strong>di</strong> queste sere<br />
non vieni con me a svagarti un po’?<br />
ELISABETTA: - (sospirando ) Viola, non posso lasciare la mamma<br />
da sola, tu non immagini i problemi che papà ci crea<br />
durante la notte.<br />
VIOLA: - (addolorata) Non sai quanto mi <strong>di</strong>spiace. Ma tu come ti<br />
senti?<br />
ELISABETTA: - Forse tu non ci crederai, ma nonostante i problemi,<br />
non soffro più, mi sento fuori dalla trage<strong>di</strong>a.<br />
VIOLA: - (riflette un attimo) Si stanno avverando le premonizioni<br />
del Buddha, guar<strong>di</strong> l’evento a braccia conserte come una<br />
spettatrice!<br />
ELISABETTA: - (si siede su una panchina) Già, mi sento come un<br />
attore che recita la storia <strong>di</strong> un altro.<br />
VIOLA: - (le si siede accanto) D’altronde, se esiste l’anima, noi<br />
siamo solo degli attori, che recitano la loro parte per<br />
imparare la lezione ed evolvere.<br />
ELISABETTA: - (conclude) Molto bene, Viola, vedo che cominci ad<br />
aprire gli occhi!.<br />
Chiude su primo piano delle due donne, mentre <strong>Elisabetta</strong><br />
sorride<br />
126. Mattino. Interno casa dei genitori <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Soggiorno.<br />
Mentre Rosina è seduta sulla poltrona del soggiorno,<br />
pensierosa, entra <strong>Elisabetta</strong>.<br />
137
ELISABETTA: - A che cosa stai pensando?<br />
ROSINA: - Alcuni mesi fa, prima che il babbo si ammalasse, ho<br />
sognato i nonni e altri parenti scomparsi, che mi fissavano<br />
addolorati….…<br />
ELISABETTA: - Già, intendevano avvisarti della trage<strong>di</strong>a che stai<br />
vivendo ora.<br />
ROSINA: - Ora capisco il loro messaggio!<br />
Le donne si guardano in silenzio.<br />
ELISABETTA: - Mamma, papà si è addormentato, ma credo sia<br />
arrivato il momento <strong>di</strong> ricoverarlo.<br />
ROSINA: - (sospirando) Già, noi non possiamo più aiutarlo, ora ha<br />
bisogno <strong>di</strong> essere seguito in ospedale, è troppo debole.<br />
ELISABETTA: - Mamma, dovremo fare i turni all’ospedale, perché<br />
papà potrebbe tentare <strong>di</strong> fuggire ancora.<br />
ROSINA: - Io farò la notte, tu e le tue sorelle farete il giorno, in<br />
maniera che, quando riprende conoscenza, non debba<br />
trovarsi solo con un’infermiera.<br />
ELISABETTA: - Ci organizzeremo, vedrai, ora vado a preparagli la<br />
borsa, poi chiamo l’ambulanza.<br />
Chiude mentre <strong>Elisabetta</strong> esce dal soggiorno.<br />
127. Mattino. Ospedale <strong>di</strong> Bagnacavallo. Interno.<br />
Nella stanza ci sono due letti, uno è vuoto e, nell’altro (che<br />
ha le ringhiere ai lati), c’è Primo. Al centro della stanza<br />
appeso al muro un crocifisso, dalla finestra si vede una<br />
grande magnolia che spicca verso il cielo. <strong>Elisabetta</strong> è in<br />
pie<strong>di</strong> accanto al letto e guarda il padre, debole e privo <strong>di</strong><br />
forze, entra un’infermiera con una flebo.<br />
Chiude, mentre l’infermiera si accinge a piantare l’ago della<br />
flebo nel braccio <strong>di</strong> Primo<br />
138
128. Una settimana dopo. Mattino. Interno ospedale.<br />
Rossana entra nella stanza, mentre Rosina è intenta a<br />
sistemare due cuscini <strong>di</strong>etro la schiena del marito, il quale<br />
vedendo la figlia s’incanta a guardarla. Entra anche<br />
<strong>Elisabetta</strong> con una tazza e un cucchiaio in mano<br />
PRIMO: - (a Rossana) Oh, è arrivata la mia caprettina!<br />
Le tre donne scoppiano in una risata, <strong>Elisabetta</strong> intanto<br />
posa la tazza e il cucchiaio sul como<strong>di</strong>no.<br />
ELISABETTA: - Scusa papà, se Rossana è la tua caprettina, allora io<br />
che cosa sono?<br />
PRIMO: - (allegramente) Tu sei la mia caprettona!<br />
Le tre scoppiano in una risata.<br />
ROSSANA: - Papà si è ripreso alla grande!<br />
ELISABETTA: - Papà, vogliamo raccontare a Rossana cosa ti ha<br />
detto prima l’infermiere?<br />
Primo sorride <strong>di</strong>vertito.<br />
ROSSANA: - Sono curiosa, che cosa ti ha detto, papà?<br />
Primo ride <strong>di</strong>vertito.<br />
ELISABETTA: - Ha detto che se continua <strong>di</strong> questo passo, lo<br />
iscrivono alle Olimpia<strong>di</strong>.<br />
ROSSANA: - (abbraccia il padre) Davvero?<br />
PRIMO: - (con l’ingenuità <strong>di</strong> un bambino) Sì, è vero!<br />
Chiude mentre Rossana accarezza il padre felice.<br />
139
129 Fine agosto sera. Interno. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong> Alfonsine.<br />
Stanza da letto.<br />
<strong>Elisabetta</strong> indossa una camicetta rossa e un paio <strong>di</strong><br />
pantaloncini bianchi, è stesa sul letto, quando squilla il<br />
telefono, lo prende dal como<strong>di</strong>no e lo mette sul letto, si<br />
stende, impugna la cornetta.<br />
ELISABETTA: - Pronto!<br />
VIOLA: - Allora come sta tuo padre?<br />
ELISABETTA: - Sta molto meglio, grazie, infatti fra alcuni giorni lo<br />
<strong>di</strong>metteranno dall’ospedale.<br />
VIOLA: - (felice) Bene, è arrivato il momento <strong>di</strong> svagarti, che ne<br />
<strong>di</strong>ci se passo a prenderti, così an<strong>di</strong>amo a fare un giro al<br />
mare?<br />
<strong>Elisabetta</strong> non risponde.<br />
VIOLA: - (insistente) Ti prego, non <strong>di</strong>rmi <strong>di</strong> no!<br />
ELISABETTA: - (brontola) Senti, sono appena tornata<br />
dall’ospedale, mi sento stanca, comunque hai ragione, ho<br />
bisogno d’una boccata d’aria fresca.<br />
VIOLA: - (felice) Bene, mi raccomando, fatti bella, perché<br />
potremmo anche andare a ballare. A fra poco.<br />
ELISABETTA: - (mette giù la cornetta ) Viola è sempre la stessa, ti<br />
chiede una cosa e te ne fa fare un’altra.<br />
130. Notte. Esterno Auto. Centro Milano Marittima <strong>di</strong> fronte al<br />
dancing Kursaal.<br />
Viola guida la sua vettura nella piazza <strong>di</strong> fronte al dancing<br />
Kursaal, poi parcheggia. Viola indossa un elegante vestito<br />
lungo nero con fiori rossi, <strong>Elisabetta</strong> un vestito rosa con<br />
<strong>di</strong>segni in oro. Scendono dall’auto.<br />
VIOLA: - Tu non lo sai, ma il Kursaal è famoso per i suoi 110 anni<br />
<strong>di</strong> storia, infatti i primi balli si facevano sulle palafitte sul<br />
mare.<br />
140
Le due amiche s’avviano all’entrata del locale<br />
ELISABETTA: - Interessante!<br />
131. Notte. Interno Kursaal.<br />
Al centro della grande pista sono appesi due globi, che<br />
illuminano a intermittenza la sala a tempo <strong>di</strong> musica; un<br />
complesso sul palco suona e canta musica anni sessanta;<br />
attorno alla grande pista quadrata, decine <strong>di</strong> tavolini pieni<br />
<strong>di</strong> gente; ai bar la gente beve e <strong>di</strong>scorre allegramente.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e Viola sono sedute ad un tavolino accanto al<br />
bar principale e stanno bevendo un cocktail alla frutta.<br />
VIOLA: - (eccitata) Santo cielo, è passata la testa <strong>di</strong> cuoio!<br />
ELISABETTA: - Cosa hai visto?<br />
VIOLA: - (si alza in pie<strong>di</strong> e se ne va) Se non ho visto un fantasma,<br />
fra qualche minuto te lo porto qui.<br />
<strong>Elisabetta</strong> vede Viola sparire fra la gente, e un attimo dopo<br />
comparire insieme ad Antonio, che le va incontro<br />
emozionato. Lui indossa una camicia gialla e un paio <strong>di</strong><br />
pantaloni bianchi e aderenti, che mettono in evidenza il<br />
suo bel corpo. <strong>Elisabetta</strong> lo fissa sorpresa, mentre lui le si<br />
siede accanto.<br />
ANTONIO: - Tu non ci crederai, ma quando sono passato davanti al<br />
Kursaal, ho sentito come un impulso, che mi spingeva ad<br />
entrare, ora capisco perché, dovevo incontrarti.<br />
ELISABETTA: - (emozionata) Mi sorpren<strong>di</strong>, sei <strong>di</strong>ventato anche<br />
intuitivo!<br />
Viola se ne va a fare un giro.<br />
ANTONIO: - Tesoro, so il motivo per cui sei sbarcata, mi <strong>di</strong>spiace<br />
molto!<br />
141
Antonio si <strong>di</strong>strae guardando da un’altra parte.<br />
ANTONIO: - (se ne va) Scusami un attimo, torno subito.<br />
Poco dopo Antonio ritorna ed offre ad <strong>Elisabetta</strong> una rosa<br />
rossa.<br />
ANTONIO: - <strong>Elisabetta</strong>, ti starò vicino in questi giorni, e ci tengo a<br />
farti sapere che mia moglie è uscita dalla mia vita, vive<br />
altrove, quin<strong>di</strong> sono libero.<br />
Chiude, mentre Antonio le prende una mano, gliela stringe<br />
forte e fissa <strong>Elisabetta</strong> estasiato.<br />
132. Pomeriggio. Interno ospedale <strong>di</strong> Bagnacavallo.<br />
Rossana indossa una gonna nera e una camicetta rossa, è<br />
seduta accanto al letto del padre e sta facendo le parole<br />
incrociate. Primo è appoggiato a due cuscini e fissa la<br />
figlia incantato; Rossana lo guarda, si alza in pie<strong>di</strong>, gli va<br />
accanto.<br />
ROSSANA: - Papà, che cos’hai da guardare?<br />
PRIMO: - (accarezza il viso <strong>di</strong> Rossana) Guardo la mia bambina,<br />
perché sei così bella.<br />
Rossana commossa sorride, gli aggiusta le coperte e gli si<br />
siede accanto.<br />
PRIMO: - (guardando fuori ) Senti, girati dall’altra parte e fai finta<br />
<strong>di</strong> non vedermi, mentre io me ne vado da questo inferno,<br />
perché qui mi vogliono ammazzare<br />
ROSSANA: - (a voce bassa) Papà, non è così, qui ti stanno<br />
curando!<br />
PRIMO: - (tentando <strong>di</strong> saltare la ringhiera) Non è mica così, se<br />
non me ne vado, mi fanno fuori.<br />
142
Rossana si alza in pie<strong>di</strong> e lo costringe a sedersi.<br />
ROSSANA: - Avanti papà, lo sai che domani torni a casa, quin<strong>di</strong> fai<br />
il bravo.<br />
PRIMO: - (protestando ingenuamente) Uffa! che noia! quando ti<br />
giri, me ne vado, così non devo aspettare fino a domani.<br />
133. Primi giorni <strong>di</strong> settembre. Sera. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Esterno.<br />
Interno.<br />
Un'auto si ferma davanti a casa, scende <strong>Elisabetta</strong>, apre il<br />
cancello, attraversa il giar<strong>di</strong>no e, mentre entra in casa, il<br />
telefono squilla, prende su la cornetta dal mobiletto nel<br />
corridoio<br />
ELISABETTA: - Pronto!<br />
ANTONIO: - Allora <strong>Elisabetta</strong>, come sta tuo padre?<br />
ELISABETTA: - Non c’è male, infatti è già quasi una settimana che<br />
è uscito dall’ospedale.<br />
ANTONIO: - Molto bene! Allora vieni domani a fare una<br />
passeggiata con me tra le colline forlivesi?<br />
ELISABETTA: - Molto volentieri, sento l’urgente bisogno <strong>di</strong> stare in<br />
mezzo al verde e <strong>di</strong> camminare nei boschi.<br />
ANTONIO: - (serio) Passerò a prenderti domani mattina verso le<br />
otto. Buona sera!<br />
ELISABETTA: - OK! A domani, ciao!<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre mette giù la<br />
cornetta.<br />
134. Sabato mattina. Giornata <strong>di</strong> sole. Esterno. Strada su per le<br />
colline <strong>di</strong> Forlì.<br />
143
L’auto <strong>di</strong> Antonio attraversa campi e colline, infine si ferma<br />
vicino a una carraia tra alberi, che porta ad un boschetto,<br />
con dei casolari in lontananza.<br />
Antonio con un paio <strong>di</strong> blu jeans, camicia bianca e scarpe<br />
da ginnastica, scende dalla vettura e va ad aprire lo<br />
sportello ad <strong>Elisabetta</strong> che indossa un completo <strong>di</strong> jeans e<br />
camicetta nera e scende dall’auto.<br />
ANTONIO: - Io vengo spesso a caccia su queste colline, più avanti<br />
c’è un bellissimo boschetto, con dei nespoli.<br />
Si odono uccelli cinguettare.<br />
ELISABETTA: - (brontola) Scusami, ma non amo i cacciatori, quin<strong>di</strong><br />
è un punto a tuo sfavore.<br />
ANTONIO: - (abbassa la testa ) Hai ragione!<br />
ELISABETTA: - (mentre s’avviano lungo la carraia) È una splen<strong>di</strong>da<br />
giornata, se vuoi possiamo anche raggiungere quei<br />
casolari che splendono sotto il sole, laggiù tra le colline.<br />
ANTONIO: - (tra i cinguettii degli uccelli) Da quelle parti ci deve<br />
essere una locanda, potremmo pranzare lì, che ne pensi?<br />
ELISABETTA: - (mentre Antonio le prende una mano) Con molto<br />
piacere, grazie!<br />
Chiude sui due personaggi, mentre s’allontanano mano<br />
nella mano, lungo la carraia sotto i raggi luminosi del sole.<br />
135. Mezzogiorno. Interno trattoria.<br />
Nella locanda c’è un grosso camino spento e appesa alla<br />
cappa la testa <strong>di</strong> un cinghiale imbalsamato. Sui tavoli <strong>di</strong><br />
legno piatti, bicchieri e caraffe <strong>di</strong> terracotta, alle pareti<br />
vecchi arnesi da lavoro. I due sono seduti ad un tavolo,<br />
Antonio stringe una mano ad <strong>Elisabetta</strong>.<br />
ANTONIO: - Siamo anche fortunati, la locanda è tutta nostra.<br />
144
ELISABETTA: - (sorridendo) D’altronde chi vuoi che ci venga in<br />
questo posto sperduto tra le colline!<br />
ANTONIO: - Soprattutto cacciatori, in giornate fredde e nebbiose.<br />
Antonio si alza e piegandosi sul tavolino bacia <strong>Elisabetta</strong><br />
sulla bocca, poi si siede sorridendo.<br />
ELISABETTA: - Stai facendo il furbo, perché la padrona <strong>di</strong> casa è in<br />
cucina a prepararci il pranzo.<br />
Antonio pieno <strong>di</strong> desiderio fissa <strong>Elisabetta</strong>, e le versa del<br />
vino rosso nel bicchiere.<br />
ANTONIO: - Avanti piccola monella, tu lo sai che ti desidero da un<br />
pezzo, e hai avuto il coraggio <strong>di</strong> piantarmi in asso per<br />
mesi.<br />
ELISABETTA: - (sicura <strong>di</strong> sé) Senti piccola volpe, con me non<br />
attacca, so che l’estate scorsa te la sei spassata a Rimini,<br />
quin<strong>di</strong> non tirare fuori la tua arte <strong>di</strong> raccontaballe alla<br />
Mauro.<br />
ANTONIO: - (voce fuori campo voice off screen) Cazzo, mi sono<br />
giocato la sua fiducia, e adesso chissà quali peripezie<br />
dovrò fare per riconquistarla?<br />
136. Mattino all’alba. Fusignano. Stanza da letto dei genitori <strong>di</strong><br />
<strong>Elisabetta</strong>.<br />
Nella stanza semibuia Rosina dorme con una camicia da<br />
notte rosa, Primo si muove leggermente sul letto e si<br />
lamenta, la moglie si sveglia e si siede e lo guarda<br />
intontita dal sonno; all’improvviso vede alzarsi dal corpo<br />
del marito una debole luce, che lentamente s’avvicina alla<br />
finestra allargandosi fino a <strong>di</strong>ventare un’ombra che<br />
sparisce. Rosina è scioccata, accende l’abat-jour sul<br />
como<strong>di</strong>no e corre dal lato del marito.<br />
ROSINA: - Santo cielo, non sarà morto!<br />
145
Rosina, in preda al panico, lo scrolla leggermente.<br />
ROSINA: - Primo, ti prego, rispon<strong>di</strong>mi!<br />
Il marito non risponde, sembra morto.<br />
Chiude su Rosina che, angosciata, s’avvicina al telefono sul<br />
comò e <strong>di</strong>gita un numero.<br />
137. Fusignano. Ambulanza. Esterno. Cortile <strong>di</strong> casa.<br />
Un’ambulanza esce dal cortile e parte veloce verso l’ospedale <strong>di</strong><br />
Bagnacavallo con la sirena accesa.<br />
138. Mattino. Interno. Ospedale <strong>di</strong> Bagnacavallo.<br />
Rossana, <strong>Elisabetta</strong> e Rosina sono intorno al letto, Primo<br />
giace immobile con gli occhi chiusi,.<br />
ROSINA: - Il me<strong>di</strong>co mi ha detto <strong>di</strong> non farci illusioni, insomma<br />
dobbiamo prepararci, papà è in coma e non si riprenderà<br />
più, quin<strong>di</strong> avvisate i vostri fratelli!.<br />
Chiude sulle tre donne che si guardano in faccia serie e su<br />
Rossana, mentre alcune lacrime le rigano il volto.<br />
139. Settembre, sei giorni dopo. Giorno <strong>di</strong> pioggia. Pomeriggio.<br />
Esterno. Ospedale. Centro <strong>di</strong> Bagnacavallo.<br />
Viola ed <strong>Elisabetta</strong> escono dall’ospedale, piove, allora le due<br />
donne aprono l’ombrello e in silenzio s’avviano verso il<br />
centro. Entrano sotto i portici e chiudono l’ombrello.<br />
146
ELISABETTA: - Da quando papà è andato in coma sei giorni fa, è<br />
come se una parte del mio cuore si è svuotata della sua<br />
presenza.<br />
VIOLA: - (seria) Già, dev’essere terribile, per fortuna che adesso<br />
hai Antonio che ti sta vicino!<br />
ELISABETTA: - Devo ammettere che in qualche maniera mi<br />
sostiene.<br />
VIOLA: - (felice) Mi auguro con tutto il cuore che Antonio possa<br />
farti felice.<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Non mi faccio illusioni, il sogno<br />
dell’hippy nel deserto in parte si è avverato, quin<strong>di</strong> prima<br />
o dopo, quando meno me lo aspetto, Antonio mi colpirà a<br />
tra<strong>di</strong>mento.<br />
Le due amiche aprono il loro ombrello e escono da sotto i<br />
portici per raggiungere Piazza della Libertà.<br />
VIOLA: - Non hai sempre affermato che non importa come finisce<br />
una storia, ma soprattutto conta quello che hai imparato<br />
dall’esperienza?<br />
Panoramica <strong>di</strong> Piazza della Libertà (pan shot) con stacco<br />
sulle due, mentre attraversano la piazza.<br />
ELISABETTA: - Certo! Comunque, per evitare il tra<strong>di</strong>mento<br />
decretato dal cielo, dovrei piantarlo in asso adesso, ma<br />
poi potrei pentirmene, quin<strong>di</strong> affronto il mio destino e<br />
imparo la mia lezione.<br />
Chiude sulle due che si fermano, si guardano serie, poi<br />
scoppiano a ridere <strong>di</strong>vertite.<br />
140. Mattino del 14 settembre. Ore 10.30. Interno. Casa <strong>di</strong><br />
<strong>Elisabetta</strong>. Alfonsine.<br />
<strong>Elisabetta</strong> indossa una gonna nera e una camicetta fucsia,<br />
ha la borsetta a tracolla, scende le scale e va alla porta<br />
147
per uscire; squilla il telefono, raggiunge il mobiletto e<br />
prende su la cornetta.<br />
ELISABETTA: - Pronto!<br />
ROSINA: - (nervosa) <strong>Elisabetta</strong>, papà è morto!<br />
ELISABETTA: - Mamma rilassati, in fondo papà ha finito <strong>di</strong> soffrire.<br />
ROSINA: - (dopo una pausa) Lo so!<br />
ELISABETTA: - Mamma, se vogliamo che l’anima <strong>di</strong> papà raggiunga<br />
l’altra <strong>di</strong>mensione in pace, dobbiamo accettare la sua<br />
<strong>di</strong>partita senza soffrire troppo.<br />
ROSINA: - D’accordo! Ma ora bisogna avvisare i parenti.<br />
ELISABETTA: - Non ti preoccupare, ci penso io, ciao!<br />
Chiude su <strong>Elisabetta</strong> che finisce la telefonata e <strong>di</strong>gita un<br />
numero.<br />
141. Mattino. Giorno <strong>di</strong> sole. Bagnacavallo. Camera mortuaria.<br />
Sul muro un grosso crocifisso, la bara su un carrello, il<br />
corpo <strong>di</strong> Primo dentro, indossa un vestito a giacca scuro,<br />
tiene tra le mani tre file d’orchidee, sul viso c’è una<br />
traccia <strong>di</strong> sorriso, accanto una grande ghirlanda <strong>di</strong> fiori e<br />
rose multicolori. Poco lontano una cassetta sulla quale è<br />
scritto: offerte centro tumori. Rossana ha le lacrime agli<br />
occhi, Rosina e altri parenti osservano in silenzio, Marzia e<br />
Viola mettono offerte nella cassetta e firmano il quaderno,<br />
altre persone entrano, lasciano dei fiori ai pie<strong>di</strong> della bara<br />
e si fermano a guardare la salma.<br />
QUALCUNO : - È bello, sembra che sorrida!<br />
Mentre alcune persone escono, <strong>Elisabetta</strong> entra nella<br />
camera con un vestito rosa, va accanto alla madre e ai<br />
fratelli, guarda il padre.<br />
148
ELISABETTA: - (sussurra ) Rossana, perché piangi? Non cre<strong>di</strong> che<br />
papà, con quel sorriso, abbia inteso lasciarci un<br />
messaggio <strong>di</strong> speranza?<br />
Chiude su Rossana che annuisce asciugandosi le lacrime.<br />
142. Pomeriggio <strong>di</strong> sabato 16 settembre. Interno. Stanza da letto<br />
<strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
<strong>Elisabetta</strong> indossa un paio <strong>di</strong> pantaloncini rossi e una<br />
camicetta gialla, sta cercando qualcosa nel cassetto del<br />
comò; mentre lo chiude, squilla il telefono, allora prende<br />
su la cornetta.<br />
ELISABETTA: - Pronto!<br />
ANTONIO: - Oh, finalmente ti trovo, sono tre giorni che ti cerco!<br />
ELISABETTA: - Ho fatto compagnia alla mamma, papà è morto,<br />
abbiamo già fatto il funerale!<br />
ANTONIO: - (sussurra) Mi <strong>di</strong>spiace, ti faccio le mie condoglianze!<br />
ELISABETTA: - Non ti preoccupare per me, la fede nella vita dopo<br />
la morte mi dà forza.<br />
ANTONIO: - Tu sai che io non ci credo, ma se questo ti può<br />
aiutare, va bene.<br />
ELISABETTA: - Cre<strong>di</strong>mi, sto bene!<br />
ANTONIO: - Mi chiedo se domani ti andrebbe <strong>di</strong> fare una<br />
passeggiata con me, poi se vuoi ti preparo una cenetta<br />
con i fiocchi a casa mia. -<br />
ELISABETTA: - (felice) Molto volentieri, mi piacerebbe fare una<br />
passeggiata in pineta, se non ti <strong>di</strong>spiace.<br />
ANTONIO: - Volentieri, a domani allora.<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre posa la<br />
cornetta, pensierosa.<br />
149
143. Domenica 17 settembre. Al tramonto. Esterno. Pineta e<br />
spiaggia <strong>di</strong> Marina Romea.<br />
Antonio ed <strong>Elisabetta</strong> con vestiti sportivi camminano per<br />
mano lungo una carraia, in mezzo alla pineta.<br />
ELISABETTA: - Allora, cosa mi hai preparato per cena?<br />
ANTONIO: - (sorridendo ) Non te lo <strong>di</strong>rò, sarà una sorpresa!<br />
ELISABETTA: - Gli uomini che cucinano mi sono sempre piaciuti!<br />
ANTONIO: - (ridendo) Quand’ero sposato, molto spesso ero io a<br />
cucinare!<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Sai che mi piaci sempre più, io non<br />
amo cucinare.<br />
ANTONIO: - È comprensibile, poiché voi donne lo fate tutti i giorni.<br />
La pineta si <strong>di</strong>rada e i due escono su una spiaggia<br />
abbandonata, con dune piene <strong>di</strong> cespugli e piante. Il sole<br />
sta tramontando sul mare. Mentre <strong>Elisabetta</strong> s’allontana<br />
correndo tra le dune e raggiunge la spiaggia, Antonio la<br />
rincorre e la prende tra le braccia: cadono ridendo sulla<br />
sabbia, si guardano pieni <strong>di</strong> passione, poi Antonio la bacia.<br />
Chiude sui due che, abbracciati, guardano il mare rosa<br />
argento, mentre il sole scende all’orizzonte riflettendo in<br />
cielo luci rosse sfumate <strong>di</strong> giallo, arancione e rosa.<br />
Dissolvenza incrociata (<strong>di</strong>ssolve to fade over).<br />
144. Sette mesi dopo. Mese <strong>di</strong> maggio. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
Interno. Cucina.<br />
<strong>Elisabetta</strong>, Viola e Marzia, che indossano dei grembiuli, sono<br />
in cucina intente a organizzare una cena. <strong>Elisabetta</strong><br />
controlla dei tegami sul fornello, Marzia sta lavando dei<br />
tegami, Viola apparecchia il tavolo per quattro.<br />
MARZIA: - Da quando Antonio è stato trasferito in Sicilia, lo ve<strong>di</strong><br />
solo durante il week- end, ma non ti manca?<br />
150
ELISABETTA: - Certo, mi manca, ma dovrò preparami al peggio,<br />
alcuni giorni fa ho fatto un sogno poco incoraggiante.<br />
Marzia si sta preparando ad asciugare i tegami, che ha<br />
appena finito <strong>di</strong> lavare.<br />
MARZIA: - (allegra) E vai con quei tuoi sogni misteriosi che<br />
s’affacciano sul futuro, Einstein ha detto che l’esperienza<br />
massima è l’incontro con il mistero, quin<strong>di</strong> racconta.<br />
VIOLA: - Ma fanne uno buono, che finisca bene, una volta tanto,<br />
non ne hai mai uno a lieto fine!<br />
ELISABETTA: - Cara Viola, se <strong>di</strong>pendesse da me, li farei finire tutti<br />
bene.<br />
VIOLA: - Dimmi da chi cre<strong>di</strong> che <strong>di</strong>pendano, i sogni fanno parte<br />
del tuo inconscio.<br />
ELISABETTA: - Dalla mia ricerca personale ho capito che i sogni<br />
premonitori ci vengono inviati da fonti spirituali per<br />
prepararci a certi eventi futuri. Altri invece dovrebbero<br />
servire all'uomo per prevenire incidenti d'ogni tipo.<br />
MARZIA: - Perché dovrebbero?<br />
ELISABETTA: - Per la semplice ragione che molte persone non<br />
credono nei sogni premonitori, quin<strong>di</strong> quando ne fanno dei<br />
spiacevoli, preferiscono pensare che si tratti d'un sogno<br />
senza importanza, se invece se lo ricordassero e facessero<br />
più attenzione agli eventi futuri, potrebbero evitarli.<br />
VIOLA: - Già, ho letto il libro dello scienziato americano David<br />
Ryback e anche lui la pensa come te. Ma ora raccontaci il<br />
tuo sogno:<br />
<strong>Elisabetta</strong> ha un flash back del sogno ( Sc.145 ).<br />
145. Giorno. Interno serra <strong>di</strong> piante.<br />
All’interno <strong>di</strong> una serra piena <strong>di</strong> piante rigogliose e fiori,<br />
Antonio maneggia tre pugnali, in mezzo a due amici che<br />
guardano <strong>Elisabetta</strong> ad alcuni metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza e ridono.<br />
Antonio prende la mira e le lancia un coltello, che si pianta<br />
a terra vicino ai pie<strong>di</strong> della donna, poi si prepara a<br />
lanciargliene un secondo, ma <strong>Elisabetta</strong>, più veloce,<br />
151
accoglie il pugnale e glielo tira e lo colpisce al polso della<br />
mano destra, facendogli cadere il pugnale che stava per<br />
lanciarle. Mentre il volto <strong>di</strong> Antonio si rattrista <strong>di</strong> colpo,<br />
<strong>Elisabetta</strong> gli gira le spalle e lo pianta in asso..<br />
MARZIA: - A quanto pare gli darai una lezione a quel babbeo.<br />
<strong>Elisabetta</strong> e Viola scoppiano a ridere.<br />
MARZIA: - Così la smetterà <strong>di</strong> fare il giocoliere con dei pugnali!<br />
VIOLA: - Dal sogno mi sembra che Antonio abbia voglia <strong>di</strong><br />
giocare, in realtà non ha intenzione <strong>di</strong> lasciarti, ma tu<br />
farai sul serio e lo colpirai al cuore.<br />
ELISABETTA: - (seria ) Purtroppo Antonio gioca col fuoco, io<br />
perdono, ma quando perdo la fiducia, non potrà più<br />
riconquistarmi.<br />
In quel mentre suonano alla porta.<br />
MARZIA: - (sussurra) Fate silenzio e andate ad aprire, è arrivato il<br />
giocoliere.<br />
Chiude su le tre donne, mentre si tolgono i grembiuli in<br />
fretta.<br />
146. Interno casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Corridoio. Cucina.<br />
<strong>Elisabetta</strong> apre la porta, Antonio entra con una bottiglia in<br />
mano, le si avvicina e la bacia sulle labbra e s’avviano in<br />
cucina.<br />
VIOLA: - Grande giocoliere, dove li hai messi i pugnali?<br />
ANTONIO: - (sorpreso) Ma <strong>di</strong> quali pugnali parli?<br />
ANTONIO: - (posa la bottiglia sul tavolo) Voi avete voglia <strong>di</strong><br />
scherzare, ma questa è solo una bottiglia <strong>di</strong> vino.<br />
152
Le tre amiche si guardano <strong>di</strong>vertite e scoppiano a ridere.<br />
ELISABETTA: - (con aria canzonatoria) Avanti ragazze, lasciate in<br />
pace la mia testa <strong>di</strong> cuoio, che ha già abbastanza guai con<br />
la mafia in Sicilia.<br />
Esplode un'ennesima risata.<br />
ANTONIO: - (sbraita) Voi ridete, ma non sapete i salti mortali che<br />
deve fare un povero ingegnere, come me, per non<br />
rischiare la pelle!<br />
<strong>Elisabetta</strong> intanto mette sul tavolo un piatto <strong>di</strong> tartine,<br />
mentre gli altri si siedono a tavola e le assaggiano.<br />
VIOLA: - Posso sapere cosa vuole la mafia da te?<br />
ANTONIO: - (mentre assaggia una tartina) Come <strong>di</strong>rettore dei<br />
lavori, sono costretto ad assumere il personale che mi<br />
impongono e comprare il materiale dove la mafia<br />
stabilisce.<br />
ELISABETTA: - (ridendo) Caro, mi assicuri che non sarò costretta a<br />
<strong>di</strong>ventare una vedova allegra prima del tempo?<br />
Una risata collettiva esplode nella stanza.<br />
ANTONIO: - Non ti preoccupare cara, a me interessa tornare a<br />
casa con tutte le penne! Ma posso sapere che cosa si<br />
mangia stasera?<br />
MARZIA: - Spezzatino <strong>di</strong> serpente, con contorno <strong>di</strong> scarafaggi e<br />
cosce arrosto <strong>di</strong> cane, importate dalla Corea!<br />
ANTONIO: - (inorridendo) Che schifo, mi avete fatto andar via<br />
l'appetito!<br />
VIOLA: - Se l’avessi saputo avrei invitato Mauro, questo è il tipo <strong>di</strong><br />
menù che il mio amore <strong>di</strong>sperato preferisce.<br />
Chiude sui quattro mentre ridono <strong>di</strong>vertiti.<br />
153
147. Notte. Interno. Stanza da letto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
<strong>Elisabetta</strong> indossa una camicia da notte arancione, dorme,<br />
si agita nel sonno, poi si sveglia <strong>di</strong> soprassalto, accende<br />
l’abat-jour, si siede sul letto.<br />
ELISABETTA: - (brontola) Accidenti, nel sogno masticavo carne<br />
cruda, che schifo!<br />
ELISABETTA: - ( voce fuori campo) Purtroppo un tale sogno è<br />
presagio <strong>di</strong> guai, è trascorsa una settimana e Antonio non<br />
si è neanche degnato <strong>di</strong> telefonarmi, non era mai<br />
successo. Probabilmente a Palermo ha incontrato Stella,<br />
l’indossatrice, con cui ha avuto una relazione alcuni anni<br />
fa. Ora capisco perché la settimana scorsa mi ha<br />
raccontato del loro incontro casuale in un bar vicino ai<br />
cantieri. Se crede <strong>di</strong> giocare sui miei sentimenti, si<br />
sbaglia!<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>, mentre riflette<br />
preoccupata.<br />
148. Una settimana dopo. Domenica sera. Interno. Casa <strong>di</strong><br />
<strong>Elisabetta</strong>, corridoio e soggiorno.<br />
Si ode il campanello suonare, <strong>Elisabetta</strong> con un vestito sexy<br />
giallo esce dal soggiorno, va ad aprire, Antonio si<br />
presenta con una rosa rossa in mano e gliela porge<br />
sorridendo. <strong>Elisabetta</strong> la prende in mano, la guarda seria e<br />
tocca le spine con un <strong>di</strong>to.<br />
ELISABETTA: - (sussurra) Un bel gesto per coprire i sensi <strong>di</strong> colpa<br />
d’un tra<strong>di</strong>mento!<br />
ANTONIO: - ( sorpreso) Cosa hai detto?<br />
ELISABETTA: - (gli gira le spalle) Vieni, an<strong>di</strong>amo nel salotto.<br />
ANTONIO: - (a testa bassa) Scusami se ti ho telefonato all’ultimo<br />
momento, ma non ero sicuro <strong>di</strong> poter venire, infatti da<br />
quando lavoro a Palermo, sono super impegnato.<br />
154
I due si siedono uno accanto all’altro nella poltrona.<br />
<strong>Elisabetta</strong> gioca con la rosa, poi lo fissa negli occhi, lui li<br />
abbassa.<br />
ELISABETTA: - Me ne sono accorta!<br />
ANTONIO: - (rilassandosi) Scusa, ma sono stanco, ti <strong>di</strong>spiace se<br />
mi rilasso un po’?<br />
ELISABETTA: - (mentre posa la rosa sul tavolo) Antonio, pensi<br />
ancora <strong>di</strong> poter venire, domenica prossima, a quella cena?<br />
ANTONIO: - (con gli occhi chiusi) Certo cara, abbiamo<br />
l’appuntamento al ristorante Stella alle venti, con tua<br />
sorella e alcuni amici, quin<strong>di</strong> io passo a prenderti, un pò<br />
prima, va bene?<br />
ELISABETTA: - (brontola) Senti Antonio, se non vuoi venire, devi<br />
solo <strong>di</strong>rmelo, non ti devi sentire obbligato.<br />
ANTONIO: - Non ti preoccupare, ci vengo volentieri.<br />
Chiude su primo piano <strong>di</strong> Antonio, mentre sba<strong>di</strong>glia.<br />
149. Sabato mattina. Esterno. Giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
Il sole splende, <strong>Elisabetta</strong> e Marzia sono sedute nella<br />
panchina davanti a casa.<br />
MARZIA: - Allora, il giocoliere ti ha lanciato il famoso pugnale?<br />
ELISABETTA: - Penso <strong>di</strong> si, però si devono ancora sviluppare le<br />
cause-effetto delle sue azioni, quin<strong>di</strong> dovrai attendere un<br />
po’ per i risultati.<br />
Marzia ride <strong>di</strong>vertita.<br />
ELISABETTA: - Mi ha telefonato ieri da Palermo, per <strong>di</strong>rmi che oggi<br />
sarebbe andato a pescare con i suoi amici.<br />
MARZIA: - Verrà solo domani sera a cena?<br />
155
ELISABETTA: - (brontola) Lui ha assicurato che verrà, ma io sento<br />
che probabilmente mi farà un bidone!<br />
MARZIA: - (conclude) Ottimistiche le tue previsioni!.<br />
Chiude, mentre le due amiche si guardano serie.<br />
150. Domenica sera. Interno. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>. Corridoio.<br />
<strong>Elisabetta</strong> con un elegante vestito a giacca nero, con<br />
camicetta rossa va avanti e in<strong>di</strong>etro lungo il corridoio, dà<br />
un’occhiata al suo orologio da polso.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo - voice off screen) È inutile che<br />
aspetti, Antonio non verrà, sono già le venti, comunque a<br />
costo <strong>di</strong> arrivare in ritardo alla cena, devo scoprire la<br />
verità, sono troppo impaziente, e poi c’è qualcosa che mi<br />
spinge a farlo, quin<strong>di</strong> telefono al bar che frequenta<br />
Antonio.<br />
<strong>Elisabetta</strong> prende su la cornetta del telefono, <strong>di</strong>gita il<br />
numero.<br />
IL BARISTA: - ( si odono voci concitati e rumori) Pronto!<br />
ELISABETTA: - (ha un attimo <strong>di</strong> esitazione) Mi scusi, mi può<br />
passare Antonio per favore?<br />
IL BARISTA: - Veramente sono due giorni che non lo vedo, però se<br />
vuole, qui ci sono due suoi amici, glieli passo?<br />
ELISABETTA: - (eccitata) Benissimo, grazie!<br />
IL BARISTA: - Ragazzi, c’è una signora che cerca Antonio, vi passo<br />
la cornetta.<br />
RAGAZZI: - Pronto!<br />
ELISABETTA: - È una cosa urgente, ho bisogno <strong>di</strong> parlare subito<br />
con Antonio, sapete dov’è?<br />
UNO DEI DUE RAGAZZI: - (esita) Veramente sono andato a pescare<br />
con Antonio mercoledì, e mi ha detto che avrebbe<br />
156
trascorso il week end con una sua ex ragazza, però non mi<br />
ha detto dove lo avrebbe trascorso.<br />
ELISABETTA: - (impalli<strong>di</strong>sce) La ringrazio, mi è stato <strong>di</strong> grande<br />
aiuto. Buona sera!<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen) Quel vigliacco<br />
non lavora più in Sicilia, ma vuole farmelo credere per<br />
fare i suoi porci como<strong>di</strong>, probabilmente ora è a Palermo<br />
con l’indossatrice.<br />
<strong>Elisabetta</strong> prende la borsetta che ha lasciato nella<br />
poltroncina del salottino nel corridoio, poi esce sbattendo<br />
la porta.<br />
ELISABETTA: - (sbraitando) Mi sta bene, aveva ragione papà<br />
quando mi <strong>di</strong>ceva che i vitelloni scalciano quando meno te<br />
lo aspetti.<br />
151. Lunedì mattina. Interno. Stanza da letto <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
<strong>Elisabetta</strong> indossa un paio <strong>di</strong> pantaloni attillati neri, con una<br />
maglia rosa, è seduta sulla poltrona indonesiana vicino<br />
alla finestra. Il sole riflette i suoi raggi nella stanza. È<br />
sopra pensiero, poi d’impulso si alza, va al telefono e<br />
<strong>di</strong>gita un numero.<br />
ELISABETTA: - (sussurrando) Ma perché sto telefonando ad<br />
Antonio in ufficio? Ora capisco, è la stessa forza che ho<br />
percepito ieri sera quando ho telefonato al bar.<br />
SEGRETARIA: - Si, pronto!<br />
ELISABETTA: - Per cortesia, mi può passare Antonio?<br />
SEGRETARIA: - (sicura) Subito signora.<br />
Si odono un po’i rumori.<br />
ANTONIO: - Pronto! Pronto!<br />
157
<strong>Elisabetta</strong> rimane un attimo in linea, poi sbatte la cornetta<br />
sul ricevitore.<br />
ELISABETTA: - (voce fuori campo voice off screen) Caro stupido,<br />
non hai a che fare con una cretina che subisce, piange e si<br />
<strong>di</strong>spera senza ribellarsi, io ti perdono, ma tu non mi<br />
meriti, uno del tuo stampo si incontra in tutti gli angoli<br />
delle strade.<br />
<strong>Elisabetta</strong> esce sul balcone, guarda il sole che splende sul<br />
giar<strong>di</strong>no, ascolta gli uccelli cantare e si rilassa.<br />
ELISABETTA: - (borbottando) Ora basta! Ho masticato carne cruda<br />
per ventiquattro ore, mi sembra anche troppo!<br />
152. Il giorno dopo. Ore quattor<strong>di</strong>ci. Interno. Casa <strong>di</strong> <strong>Elisabetta</strong>.<br />
Corridoio.<br />
Squilla il telefono, <strong>Elisabetta</strong> esce dalla cucina e va a<br />
rispondere.<br />
ELISABETTA: - Pronto!<br />
<strong>Elisabetta</strong> ha un sussulto nel sentire la voce <strong>di</strong> Antonio.<br />
ANTONIO: - Scusami cara, se non ti ho avvertita prima, ma la<br />
compagnia non mi ha dato il tempo <strong>di</strong> farlo, quattro giorni<br />
fa mi hanno fatto partire all’improvviso e ora non ho<br />
molto tempo, sono all’estero e…..<br />
ELISABETTA: - Finiscila <strong>di</strong> raccontare balle, lo sai che sono<br />
allergica, non sei all’estero, ma a Forlì, so anche che hai<br />
trascorso il week end con Stella in Sicilia….<br />
ANTONIO: - ( balbettando) Co- cosa <strong>di</strong>ci, io te lo posso provare!.<br />
ELISABETTA: - (con tono canzonatorio) Purtroppo devo ammettere<br />
che sei peggio <strong>di</strong> Mauro, è inutile che insisti, ieri ti ho<br />
chiamato al telefono in ufficio, poi ti ho sbattuto la<br />
cornetta in faccia, ma tu non te ne sei neanche accorto.<br />
158
ANTONIO: - (stupito ) Ma ti sei sbagliata, io non ero in ufficio!<br />
ELISABETTA: - (sospira) Quant’è deludente sentirti mentire così<br />
spudoratamente, ai miei occhi sei <strong>di</strong>ventato una nullità,<br />
non dovrò neanche soffrire per <strong>di</strong>menticarti, mi fai pena.<br />
ANTONIO: - (brontola) Ti assicuro <strong>Elisabetta</strong> che è stata solo una<br />
scappatella, con una turista, lei è già partita, non la vedrò<br />
più e…<br />
ELISABETTA: - Senti Antonio, finiamola qui, ti perdono, ti auguro<br />
ogni bene, ma io non posso stare con un codardo come te,<br />
quin<strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o.<br />
Sbatte la cornetta sul telefono.Chiude su primo piano <strong>di</strong><br />
Antonio con la cornetta sollevata, mentre riflette<br />
pensieroso e il volto gli si rattrista <strong>di</strong> colpo.<br />
153. Quin<strong>di</strong>ci giorni dopo. Mattino. Esterno. Giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong><br />
<strong>Elisabetta</strong>.<br />
Viola ed <strong>Elisabetta</strong> sono sedute sotto il gazebo, nel giar<strong>di</strong>no,<br />
in una giornata <strong>di</strong> sole. Intorno si odono gli uccelli<br />
cantare.<br />
VIOLA: - <strong>Elisabetta</strong>, se è vero che niente succede per caso, allora<br />
Mauro e Antonio dovevano incontrarci, per subire la<br />
lezione che si meritavano, vero?<br />
ELISABETTA: - (sorridendo) Certo, anche Gesù ha detto che<br />
raccoglieremo ciò che seminiamo.<br />
VIOLA: - (riflettendo) Da dove te le ha scritte le cartoline<br />
Antonio?<br />
ELISABETTA: - Da alcuni luoghi <strong>di</strong> montagna, a lui piaceva fare<br />
lunghe passeggiate.<br />
VIOLA: - Sento che un giorno o l’altro t’imbarcherai e resterò<br />
sola! Io non sono Antonio, per lui hai rifiutato tanti<br />
imbarchi.<br />
ELISABETTA: - (sorride) A proposito, ieri mi ha telefonato il capo,<br />
fra alcuni giorni devo partire per i Caraibi, per sostituire<br />
una mia collega che ha dei problemi.<br />
159
VIOLA: - (si alza in pie<strong>di</strong> ) Ecco lo sapevo, ma allora quando<br />
inizieremo a scrivere le nostre avventure, con i due<br />
volgari artigiani dell’amore?<br />
ELISABETTA: - Fra una decina <strong>di</strong> mesi, quando finirà il mio<br />
contratto.<br />
Le due donne si alzano e s’avviano lungo il giar<strong>di</strong>no.<br />
VIOLA: - (sbraita) Cosa, <strong>di</strong>eci mesi, ma sei impazzita?<br />
LISABETTA: - (ride ) Per niente, partirò da Roma, volerò a Parigi,<br />
raggiungerò Ponte-a-Pitre, nell’isola <strong>di</strong> Guadeloupe e mi<br />
imbarcherò sulla nave tedesca “Berlin”<br />
VIOLA: - (stupita) Cavolo, mi tocca anche invi<strong>di</strong>arti!<br />
<strong>Elisabetta</strong> scoppia a ridere, poi prende a braccetto Viola.<br />
VIOLA: - Santo cielo, ma allora si stanno avverando alcuni sogni<br />
che mi hai raccontato poco tempo fa, tra cui ce n’era uno<br />
dove tu e tuo padre prendevate il sole in una spiaggia dei<br />
Caraibi!<br />
ELISABETTA: - (felice) Certo, papà intende <strong>di</strong>rmi che mi starà<br />
vicino, d’altronde molti gran<strong>di</strong> del passato la sapevano<br />
lunga sull’esistenza dell’altra <strong>di</strong>mensione, per esempio<br />
Einstein, Pitagora, Shakespeare e tanti altri.<br />
VIOLA: - Ah, davvero, ma che cos’hanno detto?<br />
ELISABETTA: - Bene, ti cito il grande Shakespeare, che ha<br />
affermato: “ Ci sono più cose in cielo e in terra <strong>di</strong> quello<br />
che la vostra immaginazione possa concepire”.<br />
VIOLA: - Tu ci cre<strong>di</strong>, vero?<br />
ELISABETTA: - (riflettendo) Non solo, so che ha affermato una<br />
grande verità. Ma tu piuttosto, preparati, perché al mio<br />
ritorno scriveremo il libro dal titolo “I Volgari Artigiani<br />
dell’amore”.<br />
VIOLA: - (felice ) Se un giorno quel libro sarà pubblicato, sono<br />
sicura che Mauro drizzerà le antenne e, come un falco ad<br />
ali spiegate, si tufferà su <strong>di</strong> me, per spillarmi il denaro che<br />
avrò guadagnato.<br />
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Chiude su primo piano delle due amiche che si guardano,<br />
poi scoppiano a ridere.<br />
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