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"INFERNO" di Dante Alighieri allo SCANTINATO - Il Genio della ...

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i ruoli vengono ricoperti con il<br />

seguente calendario:<br />

Cast A:<br />

Ven. 29 - Sab. 30 Aprile- Sab.7<br />

Maggio<br />

David Dei<br />

Giammarco d'Amato<br />

Marco Bastianelli<br />

Lapo Bacci<br />

MAssimo Bosi<br />

Gianni Bartalucci<br />

Michele Barni<br />

Iacopo Cupelli<br />

Eleonora Cappelletti<br />

Fedora Ginanni<br />

Lisa Corda<br />

Sonia Serra<br />

Giulia Nigrelli<br />

Beatrice Bran<strong>di</strong>gi<br />

Cast B:<br />

Ven.6 (non <strong>di</strong>sponibile) - Ven.13 -<br />

Sab.14 Maggio<br />

Alessandro Romei<br />

Andrea Bruni<br />

Alessandro Sanesi<br />

Stefano Naldoni<br />

Diego Marchi<br />

Alessandro Conti<br />

Alberto Goglia<br />

Cecilia Agostini<br />

<strong>Il</strong>enia Leoncini<br />

Cleu<strong>di</strong>a Stortini<br />

Laura Bassini<br />

Katia Bruzzese<br />

Anna Valenti<br />

Francesca Rossoni Pachò<br />

poi uscire “a riveder le stelle”.<br />

La “messa in scena” dell’Inferno offre una percezione completa. L’ascolto, la visione, la<br />

fisicità (e quin<strong>di</strong> l’umanità) sono amalgamati in uno spazio che “avvolge” il pubblico. Si genera<br />

una sorta <strong>di</strong> “osmosi” emotiva. <strong>Il</strong> pubblico recinge lo spazio scenico, ma <strong>allo</strong> stesso tempo<br />

“<strong>di</strong>aloga” con esso e con i personaggi che vivono nell’Inferno.<br />

Rispetto alle scorse e<strong>di</strong>zioni, questo nuovo allestimento genera un forte coinvolgimento<br />

emotivo fra attori e spettatori. Lo stesso pubblico entra a far parte <strong>della</strong> scenografia<br />

umana “accerchiando” la bolgia dei dannati. Gli attori che recitano a tutto tondo<br />

rivolgono la loro interpretazione in <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>rezioni: i dannati cercano la fuga tramite gli<br />

sguar<strong>di</strong> e i lamenti rivolti al pubblico. Fra gli attori si generano traiettorie incrociate <strong>di</strong><br />

sguar<strong>di</strong>: chi siede alle spalle dei personaggi vede e sente ciò che accade loro. Un<br />

punto <strong>di</strong> vista privilegiato per gli spettatori, un punto <strong>di</strong> vista quasi cinematografico<br />

arricchito, però, dalla realtà e dalla fisicità che il cinema non può offrire. <strong>Il</strong><br />

pubblico è seduto attorno, ma <strong>allo</strong> stesso tempo è coinvolto all’interno tramite la forza emotiva<br />

<strong>di</strong> ciò che gli accade <strong>di</strong>nanzi.<br />

Ogni vicenda si plasma dalla moltitu<strong>di</strong>ne dei dannati , ogni personaggio<br />

emerge dal groviglio dei peccatori ed in esso rientra, per esprimere l’alternanza fra il<br />

bene e il male, fra l’ansia <strong>di</strong> ricerca e la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> ogni speranza presente in ogni esperienza<br />

umana. Un’anima che si muove verso il peccato e verso la speranza <strong>di</strong> una salvezza, ecco<br />

<strong>Dante</strong> <strong>Alighieri</strong>, ecco i dannati, ecco noi spettatori.<br />

SELEZIONE DEI CANTI RAPPRESENTATI:<br />

CANTO 1: Le tre fiere<br />

<strong>Dante</strong>, smarrito <strong>di</strong> notte nella selva oscura, giunge sul mattino ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> un colle, illuminato dal sole. Tre fiere<br />

impe<strong>di</strong>scono il suo cammino e lo respingono verso la selva, nella valle. Virgilio gli appare annunziandogli l’avvento <strong>di</strong><br />

un Veltro e l’invita a compiere l’itinerario spirituale <strong>della</strong> salvezza attraversando l’oltretomba.<br />

CANTO 3: La Porta e Caronte.<br />

I poeti varcano la porta dell’inferno, al sommo <strong>della</strong> quale è la scritta che immette nella realtà <strong>della</strong> pena eterna e<br />

<strong>della</strong> giustizia <strong>di</strong>vina. La porta infernale (“Per me si va fra la perduta gente…”) è resa dai corpi degli attori<br />

trasformati in bassorilievi parlanti. Pervenuti alla riva dell’Acheronte dove è il nocchiero Caronte che traghetta le<br />

anime, d’improvviso un terremoto scuote la terra, <strong>Dante</strong> perde i sensi e misteriosamente, varca il fiume infernale.<br />

CANTO 5: Minosse; Paolo e Francesca da Rimini.<br />

Minosse giu<strong>di</strong>ca le anime. I poeti scesi nel secondo cerchio incontrano i lussuriosi, agitati da una bufera perpetua.<br />

<strong>Dante</strong> ascolta da Francesca da Rimini, dannata insieme a Paolo Malatesta, la vicenda dolorosa <strong>della</strong> sua colpa, e<br />

sviene per la pietà. La volontà <strong>di</strong> interpretare i personaggi non solo nell’eternità <strong>della</strong> pena, ma anche nella<br />

loro realtà storica, ha suggerito <strong>di</strong> inserire un flash-back che spiega le vicende terrene <strong>di</strong> Paolo e Francesca,<br />

tratto <strong>di</strong>rettamente dai commenti trecenteschi dell’Anonimo fiorentino e del Buti<br />

CANTO 7: Pluto; gli Avari e i Pro<strong>di</strong>ghi.<br />

Pluto è il custode del quarto cerchio, dove sono puniti insieme, in due schiere fra loro cozzanti, gli avari ed i pro<strong>di</strong>ghi.<br />

Virgilio chiarisce a <strong>Dante</strong> il valore dei beni <strong>della</strong> Fortuna, e come questa sia ministra <strong>della</strong> provvidenza. Gli Avari si<br />

tengono stretti ai loro averi, mentre ai Pro<strong>di</strong>ghi tutto sfugge <strong>di</strong> mano, comprese le loro membra. Essi<br />

continuano a vagare scontrandosi vicendevolmente.<br />

CANTO 9. la palude Stigia; le Erinni.<br />

Alla paura <strong>di</strong> <strong>Dante</strong> risponde Virgilio, assicurandolo d’aver già fatto quel viaggio. Appaiono intanto, minacciose tre furie<br />

sulle mura <strong>della</strong> città <strong>di</strong> Dite: le Erinni.<br />

CANTO 10: Farinata e gli Eresiarchi.<br />

Camminando fra le arche (bare) degli eretici del sesto cerchio i poeti incontrano Farinata degli Uberti e Cavalcante dei<br />

Cavalcanti. In un concitato colloquio <strong>Dante</strong> apprende da Farinata il suo futuro esilio e come i dannati conoscano il<br />

presente ed il futuro.<br />

CANTO 13: La Selva dei suici<strong>di</strong> e Pier <strong>della</strong> Vigna.<br />

Nel secondo girone del settimo cerchio, i poeti entrano nell’orrida selva dove sono puniti i violenti contro se stessi:<br />

nella persona (i suici<strong>di</strong>) nelle cose (gli scialacquatori). Tra i suici<strong>di</strong> incontrano Pier <strong>della</strong> Vigna , tra gli scialacquatori<br />

Lano da Siena e Jacopo da S.Andrea. Suggestiva e inquietante, la selva dei suici<strong>di</strong> è resa come una autentica<br />

foresta vivente, dove coloro che si sono privati <strong>della</strong> vita vengono privati delle loro stesse sembianze umane,<br />

ridotti in forma <strong>di</strong> arbusti o tronchi.<br />

CANTO 19: I Simoniaci.<br />

Nella terza bolgia del cerchio ottavo i poeti trovano i simoniaci, conficcati e capovolti entro buche. La<br />

rappresentazione <strong>della</strong> pena sfiora il “grottesco”, ma il suo notevole impatto scenografico ne evidenzia la<br />

forte drammaticità.<br />

Si fermano a parlare con Niccolò III <strong>della</strong> famiglia Orsini, e ascoltano la profezia <strong>della</strong> dannazione <strong>di</strong> BonifacioVIII <strong>di</strong><br />

clemente. Dopo l ‘invettiva <strong>di</strong> <strong>Dante</strong> contro i papi simoniaci, riprendono il cammino.<br />

CANTO 21: i Diavoli.<br />

Nella quinta bolgia del cerchio ottavo compaiono i barattieri, attuffati nella pece bollente, sotto la guar<strong>di</strong>a dei <strong>di</strong>avoli;<br />

un anziano <strong>di</strong> Lucca giunge in quel momento e viene beffato e <strong>di</strong>laniato. I demoni minacciano i poeti, e Malacoda<br />

tende un’insi<strong>di</strong>a.<br />

CANTO 24: i ladri.<br />

I poeti salgono faticosamente sull’argine settimo, dove nella bolgia, piena <strong>di</strong> serpi, corrono i ladri. Nello spazio<br />

scenico, i dannati strisciano e si contorcono come se fossero serpenti .Tra i dannati è Vanni Fucci, che confessa<br />

il furto sacrilego del tesoro <strong>della</strong> sagrestia <strong>di</strong> S. Jacopo in Pistoia, e pre<strong>di</strong>ce a <strong>Dante</strong>la sconfitta dei guelfi bianchi<br />

nell’agro pistoiese.<br />

CANTO 25; Vanni Fucci.

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