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volume primo - immac.it

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Dell' Aucia si trova cenno in moltissimi documenti dei secoli IX e X , fra questi in uno dell' 833 ,<br />

c<strong>it</strong>ato dal Tiraboschi (18), si legge questa firma : Signutn manus Gariperti de Aucia.<br />

Il Muratori, che spende pure qualche parola intorno all'Aucia,. la farebbe derivata da Aure, una<br />

c<strong>it</strong>tà distrutta, e che doveva. sorgere, ove al presente è Borgo San Donnino, asserzione tutta sua, priva<br />

d'ogni fondamento; lo stesso Muratori nella Dissertazione XXI, e nelle sue Antich<strong>it</strong>à Italiane del Medio<br />

Evo all’anno 870 parlando di un testamento di Garibaldo Vescovo di Bergamo, in cui fra le varie<br />

disposizioni è detto et omnes rcs ipsas zii fìnibus Auciensis, inst<strong>it</strong>ui nuove riderche sull'Aucia; da. prima<br />

opinò, che potesse trovarsi nel terr<strong>it</strong>orio di Lecco, dove l'Adda esce dal Lario (19), poscia tentò fissarne il<br />

s<strong>it</strong>o tra Brescia. e Bergamo nell'odierno Orsinovi, e finalmente la r<strong>it</strong>enne s<strong>it</strong>uata. nello Stato Pallavicino. -<br />

Sotto l'anno 876 riferì un diploma. di Lodovico Re di Germania, nel quale è fatta donazione ad<br />

Ermengarda sua nipote fra le altre terre di Curtem majorem inPlacentino com<strong>it</strong>atu et in Aucia.<br />

Rispetto poi al t<strong>it</strong>olo di Contado, che si attribuì all' Aucia , abbiamo nell' Affarosi (20) un<br />

documento del 972, in cui si legge la sottoscrizione di certo Dido, che si dice, de com<strong>it</strong>atu Auciensi.<br />

La prima memoria scr<strong>it</strong>ta, che mi fu dato rinvenire della 768 della nostra Busseto, sarebbe<br />

dell'anno 768, in una carta che tornerebbe di sommo interesse, se non fu del tutto fabbricata dal canonico<br />

Dragoni per un' inconcepibile passione di illustrare documenti di sua fattura, e di ingannare insieme intimi<br />

amici e cultori di storia. - Il prete Orso addetto al Presb<strong>it</strong>erio di Cremona, e come oggi si direbbe<br />

Canonico, ricco proprietario di beni s<strong>it</strong>uati nel Milanese, nel Cremonese e nell' Aucia legava con suo<br />

testamento del 3 luglio 768 l'erezione di una cappella al nome del Nostro Signore e di S. Michele<br />

Arcangelo, Oraculo (21) domini Auctoris et Sancti Michaelis Arcangeli, con un Ospizio pei pellegrini nel<br />

vico di' Busseto oltre il Po.<br />

In tempi antichissimi si trova cenno di ospizi pei poveri; è dovuto però al Cristianesimo la<br />

fondazione delle maggiori pie ist<strong>it</strong>uzioni, ed il Medio Evo può essere pure segnato, siccome l'evo degli<br />

Osp<strong>it</strong>ali, sia che questi servissero a ricovero degli ammalati poveri, che dei pellegrini, e perciò nelle<br />

vecchie carte vengono diversamente ricordati coi nomi di hosp<strong>it</strong>ali, xenodochii, peregrinaria, e tenuti<br />

sempre quasi luoghi sacri; i peregrinari poi servivano a stazione di riposo pei molti pellegrini, che<br />

movevano in vis<strong>it</strong>a dei Santuarii , specialmente di Italia (22).<br />

Il prete Orso in quel suo testamento avrebbe disposto, che il detto Ospizio dovesse alloggiare e nutrire i<br />

pellegrini, se sani però non oltre tre giorni, e nel caso non vi fossero pellegrini, si dovesse in ogni giorno<br />

festivo alimentare a sazietà, tredici poveri; della esecuzione di codeste pie ist<strong>it</strong>uzioni incaricava i suoi<br />

confratelli del Presb<strong>it</strong>erio di S. Maria di Cremona, ai quali affidava la sorveglianza e la nomina di<br />

persone, che per virtù fossero atte alla direzione di quel Peregrinario, legando per la conservazione, oltre<br />

ad altri suoi beni esistenti in Busseto, anche alcuni stabili posti in fundo de Brixianorio de Bux<strong>it</strong>o,<br />

l'odierno Bersano, ed in Castelvetro de transpadum (23).<br />

Il canonico Dragoni illustrando il prec<strong>it</strong>ato testamento del prete Orso ci fa sapere, che Busseto fu<br />

sede di un, arcidiacono minore, dal quale dipendevano i Vicari foranei, e preposto oltre Po al governo<br />

della Diocesi Cremonese (24), dal che si può inferire dell'importanza di Busseto anche in quei tempi<br />

antichi.<br />

Sal<strong>it</strong>o al trono Papa Adriano I (772), Desiderio Re dei Longobardi s'affrettò spedire al Pontefice<br />

taluni Messi, che, presentando la sua devozione, lo ricercassero della di lui amicizia; ma Adriano, che<br />

nessuna fede poneva in Desiderio, rimandò quei reali ambasciatori poco soddisfatti del santo colloquio, e<br />

fu in allora, che Desiderio a compiere le sue voglie si affrettò ad occupare altre c<strong>it</strong>tà, oltre quelle ch' ei<br />

teneva, e sulle quali la Santa Sede avanzava mondane pretese; per cui Adriano, sve late le secrete sue<br />

trame; chiamò in Italia i Franchi con Carlo Magno; e fu in quel tempo appunto, che molti Duchi e<br />

Signori, vassalli dello stesso Desiderio, congiurarono di impadronirsi del loro Re, e consegnarlo a quel di<br />

Francia, sperando onori dal nuovo conquistatore; dobbiamo alle ricerche del Torresini (25) per la storia di<br />

Cremona se ci è dato conoscere il nonne dei tre Duchi o Conti minori Mezzolombardo di Sabioneda,<br />

Uspinello di Ottoville, e Rolando di Busseto, che si opposero alla esecuzione di un atto cotanto sleale.<br />

Chi fosse questo conte Rolando di Busseto, degno di ricordo nei nostri annali per la nobiltà dell'<br />

animo suo, è difficile il dire; seguendo però lo stesso Dragoni si potrebbe pensare, che quel Rolando<br />

appartenesse alla fortissima ed antica prosapia dei Sommi, forse derivante esso pure dallo stip<strong>it</strong>e, da cui<br />

cui discesero gli Estensi; fondando tale opinione anche sui lati possessi, che in secoli avanti il mille i<br />

Sommi tenevano nel terr<strong>it</strong>orio Aucense, ove padroneggiavano diversi castelli , e che nel 1331 furono

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