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volume primo - immac.it

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collezioni, come in numero ragguardevole trovavansi presso altri privati, ed in ispecie presso il defunto<br />

Giuseppe Antonio Sivelli, che me ne mostrava alcune centinaia, raccolte nei campi dintorno a Busseto,<br />

oltre quelle che il Sivelli aveva cedute a diversi amatori e fra questi al dotto archeologo il marchese Giuseppe<br />

Ala-Ponzoni di Cremona. - Il Sivelli rinvenne pure una accetta di bronzo, molti anelli mil<strong>it</strong>ari,<br />

frammenti di mosaici, ed ebbe ad accertarmi di avere scoperto sette piccole tombe, alla foggia romana<br />

con embrici aventi un labro dalla parte più lunga, nella possessione detta del Balsamano, appena fuori di<br />

Busseto, costeggiante la via che conduce a Cremona.<br />

Non voglio però nel desiderio di dare maggior lustro a Busseto, di cui non abbisogna, sostenervi<br />

quell'antich<strong>it</strong>à, che solo appoggia sul diseppellimento di qualche centinaia di medaglie e di altre poche<br />

reliquie romane, poichè sarebbe un sentenziare ardimentoso con danno di quella ver<strong>it</strong>à, a cui deve<br />

informarsi la storia e dalla quale procede l'utile suo.<br />

I Romani, non mai contenti dì conquiste, 'restarono alla fine preda essi pure della conquista, e<br />

l'Italia fu invasa dai Barbari del Settentrione, le cui ingorde masnade col vessillo della distruzione<br />

segnarono, a sangue le vie che percorsero dai. tempi della morte di Teodosio il Grande, (395) al regno di<br />

Alboino (568), col quale si fissa 1'entrata dei Longobardi in Italia (9). - A ricordo di quest'epoca, per<br />

quanto può riferirsi al nostro terr<strong>it</strong>orio riporterò ciò, che il Vescovo Ambrogio scriveva a Faustino<br />

nell'epistola 39°… Partendo da Bologna, tu lasci alle spalle Claterna, essa Bologna, Modena, Reggio;<br />

hai a destra Brescello, di fronte Piacenza, di cui non altro che il nome rimembra l' antica celebr<strong>it</strong>à, a<br />

sinistra mettono compassione gli incolti Apennini, e considerando le borgate un tempo vivissime di<br />

popolo, ti si stringe il cuore nell' osservare i cadaveri di tante c<strong>it</strong>tà mezzo diroccate e la morte di tante<br />

contrade per sempre distrutte. - A tale misera condizione era ridotta 1'Emilia in quei secoli, ed alcuni<br />

Cronisti vorrebbero che appunto fuggendo gli ab<strong>it</strong>anti delle c<strong>it</strong>tà nelle vicine selve, per ripararsi dalle<br />

carneficine delle orde settentrionali, fondassero quel borgo, che in processo di tempo mun<strong>it</strong>o di mura si<br />

chiamò il Castello di Busseto, datando d'allora la sua prima origine (10).<br />

Buonafede V<strong>it</strong>ali pensò, così nel ricordato manoscr<strong>it</strong>to di suo figlio Pietro, che in segu<strong>it</strong>o alla<br />

distruzione di Cremona successa nel 603 per opera di Agilulfo re Longobardo, molti di quegli ab<strong>it</strong>anti si<br />

fossero rifugiati in Busseto, vico di già esistente, e quivi costruissero un castello a difesa delle<br />

Longobarde aggressioni; opinione che trova posto nelle Cronache di Cremona, le quali, ricordando la<br />

rovina del 6o3, affermano, che gli ab<strong>it</strong>anti si salvassero nelle campagne, nelle isole del Po, e nei luoghi<br />

meglio nascosti del terr<strong>it</strong>orio, aquis et sylvis impervia, dando così v<strong>it</strong>a a molti casali e castelli, divenuti<br />

col tempo importanti, e denominandoli dalle acque e dalle selve. - Non è quindi fuori del possibile, che in<br />

quel tempo Busseto venisse in miglior modo ricostrutto e fortificato; forse in allora fu alzata una torre di<br />

vedetta, che si ricorda sorgesse su quel monticello a tre chilometri verso il Po, e che ora occupa la. Chiesa<br />

curata di Vidalenzo.<br />

Lo storico Paolo Diacono, discorrendo della spedizione di Re Liutprando a Ravenna contro il<br />

Greco imperatore Leone Isaurico; narra, che nel 728 s' impadronisse dei Castelli sull'Emilia Foronianum<br />

et Montem Bellium, Buxeta et Persiceta.... (11) – Contro l'opinione però di alcuni scr<strong>it</strong>tori, che r<strong>it</strong>ennero<br />

questa Buxeta il Busseto dello Stato Pallavicino, il canonico Gian Francesco Erri (12) dimostrò, che<br />

quella Buxeta aveva esist<strong>it</strong>o nelle vicinanze di Cento sua patria (13); il Muratori così pure la pensò, e<br />

negli Annali d' Italiaall' anno 728 parlando della conquista di Liutprando scrive: non doversi confondere<br />

quel Busso o Busseta col Busseto fra Parma e Piacenza vicino al Po, aggiungendo, noti essere credibile,<br />

che i Longobardi padroni delle c<strong>it</strong>tà circonvicine a Busseto avessero differ<strong>it</strong>o sino a questi tempi la<br />

conquista del luogo, e l'argomentazione del Muratori ci viene autorevole parola in appoggio dell'opinione,<br />

che Busseto dovesse esistere avanti a quest'epoca.<br />

Il Poggiali (14.) pretende, che il Contado dell'Accia (15) occupasse tutto il vasto terr<strong>it</strong>orio, che formò da<br />

poi lo Stato Pallavicino: tale opinione non è però divisa dallo storico Affò (16), il quale asserisce, che<br />

solo si estendeva lungo le rive dell'Arda intorno alla Corte Regia, detta da poi Castel Lauro o Cortemaggiore;<br />

ma se manchiamo di dati precisi per segnarne i confini, ne abbiamo anche di troppo per sapere,<br />

come si allargasse nel Piacentino e nel Parmigiano, e come Busseto facesse parte di quel Contado.<br />

L'Affò scrive (17), che pel cambiamento del d<strong>it</strong>tongo Au usato dagli antichi in 0 ed 0l, ne venisse<br />

Ocia ed Oleia, corretto ancora in Oza ed Olza; per cui S. Martino in Olza ed altri villaggi oggi ancora<br />

chiamati Olza dalle parti di Monticelli e di Fioreuzuola indicherebbero al nome dell'antica Aucia.

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