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volume primo - immac.it

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Sempre le intestine, discordie furono causa alle c<strong>it</strong>tà d' Italia della perd<strong>it</strong>a della loro libertà;<br />

in questo tempo gare civili erano pur sorte nella forte terra di Crema, per le quali i Benzoni a<br />

meglio combattere i Gambazocchi cedettero la patria al Pallavicino, che non fu tardo<br />

nell'accettare 1'offerta, e si proclamò Signore di Crema, lasciandovi a Podestà in suo Vicario un<br />

Nobile Milanese della famiglia Mandello (20).<br />

Frattanto 1'eserc<strong>it</strong>o dei Crociati, condotto dal Legato Pontificio Filippo dei Fontana<br />

Arcivescovo di Ravenna, si scontrava nel 28 agosto coll'eserc<strong>it</strong>o di Ezzelino e di Uberto sulle rive<br />

dell' Oglio a Corticella; in quella battaglia restò sconf<strong>it</strong>to 1'eserc<strong>it</strong>o dei Bresciani, dei Mantovani e<br />

degli altri benedetti da Roma, cadendo prigioniero lo stesso comandante, e la v<strong>it</strong>toria aperse ai<br />

vinc<strong>it</strong>ori le porte di Brescia , della quale c<strong>it</strong>tà quei tiranni presero in comune il dominio (21).<br />

L'ingordigia del potere fece però, che 1'uno pensasse alla rovina dell' altro, e il condominio<br />

di Brescia doveva essere la favilla di loro rottura. Le trame di Ezzelino per usurparsi 1'intiero<br />

governo non sfuggivano ad Uberto furbo raggiratore; ed a vendicarsi del potente rivale e de' suoi<br />

ambiziosi progetti, colla mira d'ingrandire poi sulla sua rovina, si staccava da lui e passava nel<br />

campo avversario dei Guelfi Milanesi, seco tradendo Buoso di Bovara coi Cremonesi. Nel 11<br />

giugno 1259 strinse lega con Azzo d' Este, con Lodovico conte di Verona, coi Mantovani,<br />

Ferraresi, Padovani (22); ed un Frate, a rendere possibile le trattative fra i Crocesegnati e<br />

1'interdetto Uberto, lo assolse dalle ecclesiastiche censure, assoluzione però, che Papa<br />

Alessandro IV non volle mai confermare, nessuna fede nutrendo nella conversione del<br />

Pallavicino.<br />

Ezzelino non si era perduto d'animo per 1'abbandono degli alleati, e fatto sicuro da<br />

alcuni Nobili di Milano della facile conquista, armato procedeva verso quella c<strong>it</strong>tà, quando<br />

Martino della Torre chiamò il popolo a difendersi dal tiranno, e questi conosciuto il grave<br />

pericolo, piegò le sue schiere sopra Monza, sperando migliore fortuna; ma da qui pure fu<br />

costretto volgere altrove, e, r<strong>it</strong>irandosi verso il Castello di Trezzo, lungo il suo passaggio mise<br />

a fuoco tutti gli ab<strong>it</strong>ati, distrusse tutte le messi. A Vimercate si accampò in attesa di nuove<br />

truppe; era il 16 settembre e 1'eserc<strong>it</strong>o riun<strong>it</strong>o dei Guelfi coi valorosi suo i cap<strong>it</strong>ani si azzuffò<br />

con Ezzelino a Cassano sul ponte dell'Adda, per il qual passo, perduto da Ezzelino, e che si<br />

voleva dallo stesso riprendere, s' impegnò quella famosa battaglia nota dal nome di Cassano, e<br />

nella quale Ezzelino, colp<strong>it</strong>o gravemente nel capo e prigioniero venne trasportato a Soncino,<br />

ove morì (23). - La sua morte fu di gioia per tutti i popoli a lui soggetti, ed i bronzi della<br />

Cristian<strong>it</strong>à ripeterono la buona novella.<br />

Uberto aveva perduto il governo di Piacenza e di Pavia nel 1257, e di questo danno<br />

intese rifarsi colla conquista di Brescia, la quale c<strong>it</strong>tà doveva a lui in special modo di essere<br />

stata liberata da Ezzelino; ma di ben poco mutava le sorti nominandolo a Podestà, mentre<br />

presto egli partiva lasciandovi in Vicario il nipote Visconte Pallavicino, traino superbo e<br />

crudele (24). Le sue voglie tentavano fortemente a impossessarsi di Milano, e a render facile<br />

quell'opera diedesi ad accarezzare i Torriani, influentissimi presso il popolo, e ben vi riuscì<br />

malgrado le prediche del Domenicano frate Rainerio da Piacenza, Inquis<strong>it</strong>ore in Milano, che<br />

dal pulp<strong>it</strong>o si sbracciava a gridare anatemi sovra coloro che lo avessero accolto. Uberto<br />

otteneva nel I260 (25) il Rettorato, e per cinque anni divenne così Cap<strong>it</strong>ano generale della<br />

Repubblica Milanese; ma qui non potendosi di continuo tenere, per le diverse sue imprese e<br />

maneggi, nominava in Vicario il nipote Enrico dei Marchesi di Scipione; fu poi sua cura<br />

appena insediato nella nuova Signoria, di sub<strong>it</strong>o espellere dalla c<strong>it</strong>tà il Padre Inquis<strong>it</strong>ore e<br />

quanti frati e preti gli erano avversi.<br />

Va ricordato pure in quest'anno, come la fanatica e visionaria congrega dei Flagellati<br />

(26) si avvicinasse allo Stato del Pallavicino; ma Uberto, che non era uomo da tollerare siffatte<br />

impront<strong>it</strong>udini, fece innalzare 6oo forche ai confini, eloquente avviso perchè non si<br />

attentassero a disturbare il suo dominio (27).<br />

Da Milano Uberto si volse verso Piacenza, e si impadronì del castello di Ponte Nure,<br />

trattenendosi dall'assaltare la c<strong>it</strong>tà che sapeva fortemente presidiata. - Nell'aprile però del<br />

1261, mercè l'opera del Conte Ubertino Landi e dello stesso Vescovo Filippo Fulgosio, fu<br />

riammesso nel governo di Piacenza, cap<strong>it</strong>anato che a lui offri per quattro anni, al pari dì

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