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volume primo - immac.it

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Si racconta, che durante questo assedio 1'Imperatore sia venuto per due volte in Busseto,<br />

quivi fermandosi diversi giorni (7).<br />

- Nella mia raccoltina di cose antiche conservo una moneta d'oro, scoperta alcuni anni<br />

scorsi nelle rovine di un mura delle mia casa paterna, ora Levi, s<strong>it</strong>uata nella via Affó N. 411<br />

sopra il terraggio a ponente, moneta detta Augustale dalla testa d'Augusto, che porta scolp<strong>it</strong>a nel<br />

dir<strong>it</strong>to colla leggenda CESAR AVG. IMP ROM, e nel rovescio + FRIDERICVS. con un'aquila<br />

nel campo: questa moneta in ottima conservazione, scoperta in Busseto, e dal modo accurato in<br />

cui era stata deposta può far pensare a qualcuno, che volle con quel nummo lasciare un ricordo<br />

della dimora ivi tenuta da Federico II.<br />

Raccolto e riordinato 1'eserc<strong>it</strong>o con nuovi soldati avuti da Cremona, ripassò nell'antro<br />

seguente il Po, e portatosi a Torricella, tracciando la via del suo furore e della sua vendetta,<br />

procedeva verso Parma, quando inteso l'avanzarsi dell'eserc<strong>it</strong>o dei Milanesi coi Piacentini in<br />

difesa dell'alleata c<strong>it</strong>tà, l'Imperatore stimò bene di movere contro loro a Fiorenzuola, ove si<br />

accampava nel luogo di Chiaravalle con grandissimo danno di quel santuario. Ma gli alleati di<br />

Parma, sentendosi impari alla prova di una battaglia, diedero di volta, e Federico, cambiando<br />

esso pure di pensiero, nella vece di r<strong>it</strong>ornare verso Parma passò in Piemonte, laddove, avuta<br />

notizia delle sconf<strong>it</strong>te toccate a suo figlio Enzo, si recò a Pisa, e da questa illustre c<strong>it</strong>tà, nel<br />

Maggio, datava l'Imperiale invest<strong>it</strong>ura del dominio Pallavicino in favore del Marchese Uberto<br />

per gli utili servigi prestati, e che si riprometteva in appresso.<br />

Questo ampio diploma annovera nella Diocesi di Cremona i castelli di Busseto e Zibello,<br />

le ville di S. Croce, Ragazzola, Tolarolo e Polesine; nella Diocesi di Parma i castelli di Borgo<br />

San Donnino, Solignano, Ravarano, Monte Palerio, Serravalle, Pietra Mogolana, Tabiano,<br />

Bargone, Parola e Castelvecchio di Soragna, i villaggi di Samboseto, Costamezzana, Noceto,<br />

Miano, Medesano, Sanguinaro, Rezinoldo, Corteredalda, Castiglione dei Marchesi e Varano dei<br />

Melegari; in quella di Piacenza i castelli di Specchio, Gisalecchio e Landasio con altre ville,<br />

terre e castelli e luoghi posti nella Diocesi di Volterra, insieme coi dir<strong>it</strong>ti di porti, dazi, saline,<br />

mero e misto imperio, concessione di regalie, ed altre prerogative (8).<br />

In questo tempo il Re Enzo era caduto prigioniero dei Bolognesi, e Federico, scoraggiato<br />

dagli insuccessi, r<strong>it</strong>iravasi nel Regno di Napoli, ove da Foggia nell'ottobre del 1250 mandava al<br />

fedelissimo Uberto altro diploma, con cui lo donava di nuovi privilegi, e Busseto con tutti i<br />

luoghi sopra annoverati veniva a formare una Signoria separata da qualsiasi altra c<strong>it</strong>tà di<br />

Lombardia; e quell'atto, si può dire, fu il <strong>primo</strong>, che cost<strong>it</strong>uisse in dir<strong>it</strong>to il fatto già esistente<br />

dello Stato Pallavicino (9).<br />

Nello stesso anno dai c<strong>it</strong>tadini di Cremona veniva Uberto eletto a Podestà (10), e ciò in<br />

mer<strong>it</strong>o delle sue buone promesse un<strong>it</strong>e ai maneggi dei Sommi congiunti per parentela al<br />

Pallavicino. - Ottenuto quel potere pensò tosto a ben fortificare il castello di Busseto, cap<strong>it</strong>ale<br />

della sua Marca, cingendolo di nuove mura, torri, fosse, controfosse da renderlo inespugnabile<br />

secondo il di lui pensamento.<br />

Busseto deve a questo Uberto il suo ampliamento e le migliori sue fortificazioni, così la<br />

riedificazione della superba Rocca, e non già come, contradicendo a sè stesso, ha lasciato scr<strong>it</strong>to<br />

l'Affò con errata interpretazione della Cronaca di Frate Salimbene (11), che si debba attribuire<br />

ad Uberto la prima costruzione di quella Rocca e di quelle mura, delle quali ho già fatto<br />

menzione in antico, e che altre volte e prima di questo tempo vennero assaltate e smantellate.<br />

Pietro V<strong>it</strong>ali nel suo manoscr<strong>it</strong>to pensa con buone ragioni, che i fortilizi di Busseto<br />

andarono soggetti in diverso tempo a due edificazioni, e ricorda, come Busseto all'epoca in discorso<br />

dovesse solo estendersi a mezzodì,' laddove oggi sorge la fabbrica del Sacro monte di<br />

Pietà sino alla Porta detta di S. Maria, raccontando che, non era molto tempo, si vedevano presso<br />

quell'edificio le vestigia delle antiche mura. Altra memoria dell' ingrandimento operato da<br />

Uberto la si conserva in una iscrizione che l'archeologo Pietro Seletti, dopo diligenti ricerche,<br />

aveva dettata per inv<strong>it</strong>o di certo Marco Barezzi, il quale voleva porla a ricordo dell' antico<br />

confine sopra la facciata della sua casa, nella contrada V<strong>it</strong>ali al N. 289: lodevole pensiero, che<br />

poi non otteneva il compimento; iscrizione, che per il suo interesse storico stimo di qui riferire:<br />

QUI. LEGIS. SCITO<br />

PARIETEM. HUNC. BUXETUM

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