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volume primo - immac.it

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(5) II Conte di Palazzo giudicava nelle cause della R. Camera e dei Vassalli, ed in grado d'Appello sulle sentenze<br />

profer<strong>it</strong>e dai Messi Regi.<br />

(6) MURATORI, Antich<strong>it</strong>à Estensi, parte I, cap. 6, 16. - Antiq. Med. AEvi, tomo IV, pag. 9, tomo VI, 311. -<br />

GIULIVI, St. di Milano, vol. II , in molte parti.<br />

(7) St. di Parma, vol. I. P. 244<br />

(8) Istoria civile dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, vol. 1, p. 123<br />

(9) I Plac<strong>it</strong>i si solevano tenere all' aperto per accomodare le questioni private, ed anche di Stato: equivarebbero agli<br />

odierni Congressi.<br />

(10) Vedasi vol. III. Documento n. III, pag. 16.<br />

(11) MURATORI, Antich<strong>it</strong>à Estensi, p. I, cap. 14, pag. 123.<br />

(12) POGGIALI, Storia di Piacenza, vol. III, pagg. 255, 270, 287<br />

(13) Memorie, ms. c<strong>it</strong>,<br />

(14) A ffò , Storia di Parma, vol. II, pag. 28.<br />

(15) Vedasi vol. III, Documento n. iv, pag. 1 7<br />

(16) A ffò, ibid. vol, II, pagg. 322, 352, 35 6<br />

(17) MOLOSSI, Vocabolario Topografico dei Ducati di Parma, ecc,, alla voce Castione. - ALLODI, Serie dei<br />

vescovi di Parma, pag. 20.<br />

(18) Questa inscrizione fu con qualche variante trascr<strong>it</strong>ta dal Sansovino, dal Muratori, dal P. Flaminio da Parma, dal<br />

Festasio, dall'Affò.<br />

(19) ORLANDI, Delle c<strong>it</strong>tà d'Italia e sue isole, tomo 1V. - P. VITALI, ms. c<strong>it</strong>.<br />

(20) Op. c<strong>it</strong>. tav. I.<br />

(21) Vinto Desiderio e presa Pavia nel 774, Carlo Magno introdusse la formola Dei gratia; da quel tempo data<br />

l'invenzione del dir<strong>it</strong>to divino di regnare, opera dei Pontefici per maneggiare gli Imperi, mentre dalle Sacre Carte<br />

l'elezione dei Re era da Dio stata data al popolo.<br />

(22) Affò, Storia di Parma, vol. 11, pag. 100 e segg.<br />

(23) V<strong>it</strong>a di Matilde, lib. II, cap. 3<br />

(24) . . . . qua femina, sicut nemo in nostris temporibus d<strong>it</strong>ior ac formosior, <strong>it</strong>a nemo virtutibus et religione<br />

sub laica professione reper<strong>it</strong>ur insignior. - Ab. USPERGENS. Chron.<br />

(25) I Comuni per FRANC. LANZANI nella grand' opera, L' Italia sotto l'aspetto fisico, storico, ecc , ed<strong>it</strong>a<br />

dal dott. Fr. Vallardi, Milano, 1882.<br />

(26) GIULINI, Storia di Milano, vol. V, pag. 18 e seg.<br />

(27) Si veda il segu<strong>it</strong>o della narrazione di questa Chiesa all'anno 1386, cap. VI.<br />

(28) GIULINI, Op. C<strong>it</strong>., vol. V, pagg. 65, 66.<br />

(29) ASTEGIANO LOR., Il Comune di Cremona e il possesso di Guastalla e Luzzara nel secolo XII; nell'Archivio<br />

Storico Lombardo, anno 1882, pag. 198.<br />

(30) I Greci usavano di un nome solo; i Romani persino di tre, cioè il prenome, che vale l'odierno nome, il gentilizio<br />

comune a tutta la schiatta, e il cognome, che da noi si direbbe il sopranome, quale traevano dai vizi, dai mer<strong>it</strong>i, da vari<br />

fatti: costume che andò scomparendo, e cadde si può dire coll'Impero; dal qual tempo si usò solo del nome, e da qui<br />

quella confusione che si incontra anche nei documenti, e che fece sentire il bisogno di distin guere gli individui<br />

coll'aggiunta di un sopranome tolto dai fatti speciali della loro v<strong>it</strong>a; sulle prime non passò ai discendenti, ma dal mille in<br />

avanti si generalizzò, e se ne giovarono anche le famiglie plebee tramandandolo alla loro discendenza.<br />

(31) Storia di Milano, vol. V, pag. 200. - Bibliotheca Historica Italica, cura Societatis Longobardicae, vol. II, pag,<br />

113<br />

(32) GIULINI, Storia di Milano, vol. V, pag. 258. - POGGIALI, Storia di Piacenza, vol. IV, pag. 104. - AFFÓ,<br />

Storia di Parma, vol. II, pag. 157<br />

(33) Chron. brev. Cremon. Rer. Ital., tomo VII, coll. 635<br />

(34) LITTA A. Sull' antico corso del fiume Po. - SELETTI P. Esame di una opera che ha per t<strong>it</strong>olo:<br />

Controversie archeologiche patrie, pag. 82.<br />

(35) POGGIALI, Storia di Piacenza, vol. IV, pag. 132 e segg.<br />

(36) Da Eugenio IV, nel 1444, la ricchissima Badia fu data in commenda al nobile Milanese Giovanni dei Landriani. - La<br />

Chiesa e gli avanzi del Chiostro sono per il loro mer<strong>it</strong>o arch<strong>it</strong>ettonico degni di un pellegrinaggio artistico.<br />

(37) Vedasi vol. III, Documento n. v, pag. 1 7<br />

(38) . . . “ Il monumento non reca nè nome, né segno figurativo, ma la parte ornamentale è ricca d'invenzione e di<br />

lavoro. Consiste d'un ampio sarcofago di pietra segnato di croce, posato a terra in contatto alla parete e sormontato da<br />

un baldacchino, pure di un calcare grigio, sorretto sui quattro capi da colonnine gemelle di marmo rosso di Verona; è<br />

poi tutto diligentemente lavorato di listelli, di foglie e di minute altre particolar<strong>it</strong>à, sia nei cap<strong>it</strong>elli, sia negli archivolti<br />

dell' edicola. Quando se ne considera il tempo, ci pare uno dei monumenti funerari più eletti. “ - G. M., L' abbazia di<br />

Chiaravalle della Colomba, Perseveranza, 6 aprile 1882.<br />

(39) CAVITELLUS, Annal. Cremon., carta 45<br />

(40) Vedasi nel vol. III, Docum, n. VI, pag, 17<br />

(41) Roncalia . . . . . ubi Imperatores occidentis curiam suam generalem cogere solebant, cum transalpinabant, seu<br />

in <strong>it</strong>aliam proficiscebantur. OTTO MORENA. - In questa pianura gli Imperatori e Re alloraquando calavano in<br />

Italia riunivano tutti i Signori dipendenti dall' Impero, e qui si dettavano leggi, si trattavano paci; la più antica

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