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volume primo - immac.it

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Se già da due secoli 1'Impero e la Chiesa si contrastavano il primato, e se gli Italiani<br />

parteggiavano a vicenda ora per l'una ed ora per l'altra parte, non fu che sulla fine di questo secolo,<br />

alla morte del tiranno Arrigo VI (1197), che disputandosi la corona Filippo di Svevia, altro figlio<br />

del Barbarossa, con Ottone di Baviera, i loro fautori si distinsero col nome di Ghibellini, quelli che<br />

seguivano gli Svevi (da Weiblingen, così in antico si chiamava la Casa di Franconia) , e di Guelfi,<br />

dal nome di molti della famiglia Bavarese, i seguaci di questa.<br />

In Italia gli aderenti al part<strong>it</strong>o popolare e del Papa si chiamavano Guelfi, Ghibellini<br />

all'incontro i partigiani dell'Impero: i primi dicevano di volere l'indipendenza da ogni straniero; i<br />

secondi amavano meglio l'un<strong>it</strong>à del potere, quale unico mezzo a spegnere le interne discordie, a<br />

cost<strong>it</strong>uire quella potenza, che ora si int<strong>it</strong>ola nazional<strong>it</strong>à, colla brama di ingrandirsi anche fuori<br />

d'Italia, non curando se da tale ingrandimento ne potesse venir danno alle libertà locali.<br />

La famiglia Pallavicino, e di ragione il suo Stato, seguì sempre la parte dell'Impero, stando<br />

talora a capo dei Ghibellini d'Italia.<br />

A quest'epoca vanno pure ricordate le Crociate, che valsero a risvegliare l'Europa dal suo<br />

torpore, ed apportarono all'Italia ricchezza e civiltà; così il passaggio dalla lingua latina, che<br />

andava scomparendo dal discorso, alla lingua <strong>it</strong>aliana suddivisa ne' suoi tanti dialetti.<br />

Il XIII secolo s'inaugurava a somiglianza del secolo passato con lotte fratricide; e per non<br />

vagare lontano dai nostri termini, terrò nota, come nel 1200 i Piacentini cogliendo occasione della<br />

guerra, nella quale i Cremonesi e i Bresciani si trovavano impegnati contro Milano, essi Piacentini<br />

s'avanzarono contro il forte di S. Andrea sulla destra dell'Ongina alla distanza di circa tre<br />

chilometri da Busseto; ma di tale spedizione giunta notizia a que' di Cremona, questi s'affrettarono<br />

a passare il Po, e da Busseto si portarono in soccorso di quel forte, ove dopo sei ore di animoso<br />

combattere, i Piacentini dovettero r<strong>it</strong>irarsi, lasciando 650 prigionieri e con questi lo stesso Podestà<br />

Guidone Mandello Milanese (50).<br />

Rinnovato però l'eserc<strong>it</strong>o, nell'anno seguente i Piacentini r<strong>it</strong>ornarono all' assalto di quel<br />

castello, che questa volta caduto nelle loro mani lo distrussero interamente. -- La prima costruzione<br />

del forte di S. Andrea si vuole che rimonti ai tempi delle settentrionali incursioni, allora quando i<br />

Cremonesi, fuggiaschi e dispersi dalla loro c<strong>it</strong>tà rovinata, si ricoverarono in quelle selve e che<br />

innalzassero questo fortilizio a difesa del vico di Busseto in verso Piacenza, al pari della torre di<br />

Vidalenzo costrutta dalla parte che guarda il Po.<br />

Correndo 1' anno 1193 ho raccontato 1'aggressione commessa da Guglielmo Pallavicino a<br />

danno del Legato Pontificio, e fu se non nel 1205, che Guglielmo veniva assolto dalle<br />

ecclesiastiche censure in Cadè nel Reggiano da Egidio Vescovo di Modena e da Rodolfo<br />

Arcidiacono di Reggio, umiliandosi con solenne cerimonia alla presenza di moltissimi cavalieri, e<br />

promettendo di non più contrastare al Pontefice né derubare i suoi messi, a meno che in difesa di sé<br />

e del suo talamo, offrendo pure alla Corte di Roma, a modo di soggezione, la Rocca di Landasio nella<br />

Valle di Mozzola, per poi riceverla in vassallaggio.<br />

Se attenerci crediamo a quanto va ricordato in una vecchia descrizione di Busseto (51), e come<br />

ci narra l’Orlandi, e il Preposto Fabio V<strong>it</strong>ali nelle cose manoscr<strong>it</strong>te intorno alle Chiese della sua<br />

patria, dovremmo segnare al 1210 il soggiorno in Busseto dell'Imperatore Ottone IV, e questo fra il<br />

12 ed il 15 aprile; poichè, reduce da Roma, lo si ha in Parma (52) nel 12 di questo mese, mentre nel<br />

15 lo sappiamo in Piacenza.<br />

Dagli antichi Statuti di Parma, all'anno 1214, si rileva la vend<strong>it</strong>a del Castello di Ravarano<br />

(53) fatta dal Podestà di quel Comune, Baroccio Dal Borgo, a Pelavicino figlio del marchese<br />

Guglielmo (54); ed in quell'anno per una seconda volta Busseto dovette soffrire il furore dei<br />

Piacentini, che nel 5 di agosto.... cum hominibus Florenzole et Castri Arquati iverunt Buxidum, et<br />

castrum propter domignonum ceperunt et combuserunt (55)<br />

Raccontasi, che nel verno del 1216 gelò in modo tale il Po da potervisi trag<strong>it</strong>tare con carriole,<br />

e che nell'estate dello stessa anno, mentre i Parmigiani un<strong>it</strong>i ai Cremonesi s'impadronivano del<br />

Castello di Ponte Nura, togliendolo ai Piacentini, per avere questi invaso il terr<strong>it</strong>orio di Pavia,<br />

quei di Milano con altre schiere di Piacentini passarono il Po più al basso, e nello stesso giorno<br />

attaccarono battaglia con que' di Cremona e di Modena nelle vicinanze di Busseto, e, preso questo<br />

Castello, lo ridussero quasi all'estrema rovina (56).

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