ESSERE E LINGUAGGIO IN HEIDEGGER - Lillo Turco
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comportamento che ci pone in rapporto con noi stessi<br />
si fa uso di , e l’espressione è<br />
34<br />
.<br />
Il primato dell’essere smentisce, di fatto, la sua pretesa<br />
ovvietà: come si può infatti giudicare superfluo qualcosa<br />
che ha a che fare con il fondamento stesso della realtà?<br />
Il richiamo all’ovvietà, relativamente al concetto<br />
dell’essere, può assolvere però un ruolo significativo<br />
qualora l’ovvio venga interpretato e trasformato in quei<br />
giudizi segreti della ragione comune (Kant) la cui<br />
elaborazione per Heidegger “deve diventare e rimanere il<br />
tema esplicito dell’analitica esistenziale )".<br />
34 cfr. M. Heidegger, Essere e tempo, trad. it. di P. Chiodi, Longanesi, Milano 1970, op. cit., p. 19.<br />
35 Ibidem<br />
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