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09.06.2013 Views

La quantità di metano immessa in rete sarebbe pari a circa 282 m 3 /h, quantità che potrebbe rendere difficoltosa l’individuazione di utenze appropriate (stima- bile in un punto di utilizzo di almeno 30.000 abitanti equivalenti). Analisi della competitività rispetto ad un impianto che non usufruisca della tariffa omnicomprensiva Per comodidi esposizione, nel caso di impianto che non usufruisca della tariffa omnicomprensiva, viene ipotizzato un impianto con una potenza nominale installata pari a 2 MWel, con le stesse caratteristiche di funzionamento kWh venduti 14.700.000 Fatturato da vendita corrente (stimato in 0.07 €/kwh) Fatturato da cessione dei CV (stimato al prezzo di 88.91 MWh) secondo il coefficiente moltiplicativo tipico ed estesa come da norma a tutta l’energia elettrica prodotta costi (stimati secondo i dati del progetto Agrengest) 1.029.000 2.560.608 3.324.000 utile 355.608 Tabella 4.19: Grandezze tipiche per un impianto biogas da 2 MW In questo caso il punto di isoricavo per il nostro imprenditore è individuato in prezzo del conferimento del biometano pari a 0.795 €/m 3 , un valore inferiore a quello del caso precedente ma sempre superiore al prezzo di riferimento per il gas naturale. L’analisi dei costi, per la valutazione del punto di isoguadagno, pur mantenendo una migliore performance per il sistema biometano, manifesta una differenza talmente minima, nell’ordine di 5000 €, da non avere riflessi pratici sul prezzo di conferimento al m3 . Il volume immesso è pari a circa 564 m3 /h che impone una utenza di circa 60.000 abitanti equivalenti. Efficienza energetica comparata Uno dei punti critici dell’attuale sistema di incentivazione per il settore biogas è la sua stretta correlazione con la produzione di energia elettrica (cfr. Agrengest. L’oggi e il domani dell’agro-energia nelle aziende lombarde. Quaderno della ricerca .99, Luglio 2009). Tipicamente è possibile sfruttare solo il 35%-37% del potenziale energetico del biogas prodotto, stante la diseconomicità di utilizzo del calore (distanze elevate dai centri abitati e bassa consistenza degli stessi, basse richieste in situ) e i limiti tecnico economici degli attuali sistemi di produzione di energia elettrica. L’efficienza degli usi finali del gas naturale gestito tramite rete, sono sostanzialmente diversi poiché nel settore della produzione di energia elettrica si è di fronte ad un parco mediamente di alta efficienza costituito da moderne centrali a ciclo combinato quindi con efficienza elettrica almeno del 50%, mentre nel campo della generazione termica, pur non esibendo un parco tecnologico così avanzato, si pur sempre in presenza di un valore superiore al 70%. Quindi teoricamente la trasformazione degli impianti a biogas esistenti potrebbe permettere di conseguire miglioramenti di efficienza per il settore elettrico nell’ordine di un +50% per il settore elettrico mentre per il settore termico +300%. Dunque le motivazioni tecniche per favorire il passaggio dalla generazione elettrica al biometano, sono evidenti e di assoluto interesse. Inoltre tali prospettive si inseriscono nel cammino necessario per il raggiungimento dei nuovi e ambiziosi target di riduzione dei gas ad effetto serra e dei consumi di energia primaria che l’Unione Europea si è data per il 2020. 97

Analisi di incidenza quantitativa Le potenzialità tecnologiche del biometano in termini di efficientamento del sistema energetico nazionali sono state dimostrate nel punto precedente. Per completare la valutazione rimane da esplorare quella che potrebbe essere l’incidenza quantitativa del biometano di origine agricola nel panorama degli attuali (anno di riferimento sempre il 2008) consumi di gas naturale in Lombardia. Il fabbisogno annuo regionale è stato pari a circa 20.000 milioni di normal m3 di gas naturale. Come calcolato in precedenza ogni MWel di potenza installata equivale a circa 2.000.000 di m3 di gas naturale depurato. Quindi ogni MW di potenza elettrica equivalente corrisponde a 0.01 % del fabbisogno lombardo di gas naturale ai valori del 2008, ossia la implementazione di 100 impianti per teorici 100 MW consentirebbero di coprire 1% dei fabbisogni riferiti ai dati del 2008. Con il vantaggio addizionale di un rapporto 1:1 fra biometano e copertura del fabbisogno di energia primaria da fonte rinnovabile. La stima più prudenziale del potenziale non ancora sfruttato di biogas di origine agricola, considerato l’elevato numero di impianti realizzati o in procedura di autorizzazione, la fissa in circa 200 MWel. Ora è impossibile che, in assenza di politiche di localizzazione e di gestione mirate, e considerati i problemi di connessione precedentemente esposti tale potenziale possa essere integralmente convertito a biometano. Considerando quindi un tasso prudenziale di biometanizzazione del 50%, si potrebbe stimare una copertura dei consumi di gas naturale pari a 1% coperta tramite biometano. Analisi di fattibilità territoriale Dai dati precedenti appare evidente come appaia problematico l’inserimento di impianti di taglia standard nel contesto esistente della Pianura Lombarda, caratterizzato dalla presenza di piccoli centri abitati, per la difficoltà di reperire utilizzatori con un minimo di assorbimento superiore all’immesso da parte dell’impianto di biometano. Il calcolo del costo di distribuzione, suggerisce, anche in presenza di volumi non elevatissimi, la sostenibilità di distanze nell’ordine dei 10 km (coerente con quanto avviene di norma nelle esperienze estere) fra il punto di utilizzo ed il punto di prelievo. Questo potrebbe rendere plausibile il concentramento dell’immissione in punti dedicati della rete (per esempio nelle vicinanze della cabina Re.Mi). Una ulteriore ipotesi valida dal punto di vista economico e gestionale, considerando la storia del gas naturale in Pianura Padana, e quindi la presenza di pozzi esauriti è quella di stimolare la localizzazione di impianti di biometano di adeguata capacità (superiore ai 2 MWel equivalenti, auspicabilmente di almeno 4 MWel ) nelle vicinanze di siti di stoccaggio o candidati tali (quali sono tipicamente i pozzi esauriti). Questa ipotesi richiede comunque ulteriori approfondimenti sul versante regolatorio poiché si andrebbe a operare su quella che è la rete principali di trasmissione e bilanciamento del gas naturale in Italia. In quest’ottica potrebbe anche essere presa in considerazione l’opportunità di immettere in tale rete il biometano di impianti opportunamente dimensionati. Proposta di un algoritmo di incentivo La definizione di un algoritmo per calcolare una possibile incentivazione del conferimento del biometano richiede di sintetizzare tutte le considerazioni svolte precedentemente. Quindi il primo punto fondamentale è che l’incentivo sia collegato con la tariffa omnicomprensiva esistente o con l’incentivo per la produzione di energia elettrica da biogas tramite opportune costanti desunte dall’esperienza pratica e dagli indirizzi di politica energetici. Tale parametro riflette non solo le inevitabili considerazioni da parte dell’imprenditore ma è del tutto similare al processo di determinazione del prezzo del gas agganciato a quello del petrolio in qualità di beni succedanei entro certi limiti. 98

La quantità <strong>di</strong> metano immessa in rete sarebbe pari a circa 282 m 3 /h, quantità che potrebbe rendere <strong>di</strong>fficoltosa l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> utenze appropriate (stima-<br />

bile in un punto <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> almeno 30.000 abitanti equivalenti).<br />

Analisi della competitività rispetto ad un impianto che non usufruisca della tariffa omnicomprensiva<br />

Per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esposizione, nel caso <strong>di</strong> impianto che non usufruisca della tariffa omnicomprensiva, viene ipotizzato un impianto con una potenza nominale<br />

installata pari a 2 MWel, con le stesse caratteristiche <strong>di</strong> funzionamento<br />

kWh venduti 14.700.000<br />

Fatturato da ven<strong>di</strong>ta corrente<br />

(stimato in 0.07 €/kwh)<br />

Fatturato da cessione dei CV<br />

(stimato al prezzo <strong>di</strong> 88.91 MWh)<br />

secondo il coefficiente<br />

moltiplicativo tipico ed estesa<br />

come da norma a tutta l’energia<br />

elettrica prodotta<br />

costi<br />

(stimati secondo i dati del progetto<br />

Agrengest)<br />

1.029.000<br />

2.560.608<br />

3.324.000<br />

utile 355.608<br />

Tabella 4.19: Grandezze tipiche per un impianto biogas da 2 MW<br />

In questo caso il punto <strong>di</strong> isoricavo per il nostro impren<strong>di</strong>tore è in<strong>di</strong>viduato in prezzo del conferimento del biometano pari a 0.795 €/m 3 , un valore inferiore a<br />

quello del caso precedente ma sempre superiore al prezzo <strong>di</strong> riferimento per il gas naturale. L’analisi dei costi, per la valutazione del punto <strong>di</strong> isoguadagno, pur<br />

mantenendo una migliore performance per il sistema biometano, manifesta una <strong>di</strong>fferenza talmente minima, nell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 5000 €, da non avere riflessi pratici<br />

sul prezzo <strong>di</strong> conferimento al m3 . Il volume immesso è pari a circa 564 m3 /h che impone una utenza <strong>di</strong> circa 60.000 abitanti equivalenti.<br />

Efficienza energetica comparata<br />

Uno dei punti critici dell’attuale sistema <strong>di</strong> incentivazione per il settore biogas è la sua stretta correlazione con la produzione <strong>di</strong> energia elettrica (cfr. Agrengest.<br />

L’oggi e il domani dell’agro-energia nelle aziende lombarde. Quaderno della ricerca .99, Luglio 2009). Tipicamente è possibile sfruttare solo il 35%-37% del<br />

potenziale energetico del biogas prodotto, stante la <strong>di</strong>seconomicità <strong>di</strong> utilizzo del calore (<strong>di</strong>stanze elevate dai centri abitati e bassa consistenza degli stessi,<br />

basse richieste in situ) e i limiti tecnico economici degli attuali sistemi <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia elettrica.<br />

L’efficienza degli usi finali del gas naturale gestito tramite rete, sono sostanzialmente <strong>di</strong>versi poiché nel settore della produzione <strong>di</strong> energia elettrica si è <strong>di</strong><br />

fronte ad un parco me<strong>di</strong>amente <strong>di</strong> alta efficienza costituito da moderne centrali a ciclo combinato quin<strong>di</strong> con efficienza elettrica almeno del 50%, mentre nel<br />

campo della generazione termica, pur non esibendo un parco tecnologico così avanzato, si pur sempre in presenza <strong>di</strong> un valore superiore al 70%. Quin<strong>di</strong> teoricamente<br />

la trasformazione degli impianti a biogas esistenti potrebbe permettere <strong>di</strong> conseguire miglioramenti <strong>di</strong> efficienza per il settore elettrico nell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

un +50% per il settore elettrico mentre per il settore termico +300%.<br />

Dunque le motivazioni tecniche per favorire il passaggio dalla generazione elettrica al biometano, sono evidenti e <strong>di</strong> assoluto interesse. Inoltre tali prospettive<br />

si inseriscono nel cammino necessario per il raggiungimento dei nuovi e ambiziosi target <strong>di</strong> riduzione dei gas ad effetto serra e dei consumi <strong>di</strong> energia primaria<br />

che l’Unione Europea si è data per il 2020.<br />

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