Bio.Ret.E. - Fondazione Politecnico di Milano
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tori della reazione <strong>di</strong> ossidazione dell’acido solfidrico in zolfo elementare. Nel caso dell’applicazione <strong>di</strong> carboni ad<strong>di</strong>tivati con ioduro <strong>di</strong> potassio, la rimozione<br />
è così schematizzabile:<br />
O2 + 6KI + 2H 2 O D 4KOH + 2 [I 2 ∙KI]<br />
2 [I 2 ∙KI] + 2H 2 S + 4KOH D 1/4S 8 + 2H 2 O + 6KI<br />
Le con<strong>di</strong>zioni ottimali del processo, che prevede l’aggiunta <strong>di</strong> ossigeno (aria) al biogas prima dell’alimentazione nel letto <strong>di</strong> adsorbente, richiedono pressioni<br />
<strong>di</strong> 7-8 bar e temperature <strong>di</strong> 50-70°C. (6). Una volta saturato dallo zolfo il carbone può essere rigenerato tramite esposizione ad aria; spesso però si utilizzano<br />
letti <strong>di</strong> carbone a perdere che vengono sostituiti quando saturi. Il processo è <strong>di</strong> larga <strong>di</strong>ffusione nelle linee <strong>di</strong> purificazione del biogas (lavaggio chimico e fisico<br />
con PEG, PSA, trattamento criogenico) che richiedono un pre-trattamento <strong>di</strong> rimozione dell’H S. Nei sistemi <strong>di</strong> conversione chimica, il trattamento utilizza<br />
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materiale <strong>di</strong> supporto rivestito <strong>di</strong> ossido <strong>di</strong> ferro, che rimuove l’H S per formazione <strong>di</strong> solfuro <strong>di</strong> ferro. La reazione, debolmente endotermica, richiede tem-<br />
2<br />
perature comprese tra 25-50°C, e può inoltre essere facilmente invertita per ridare FeO attraverso un processo <strong>di</strong> ossidazione, condotto esponendo il materiale<br />
ad un flusso d’aria, con conseguenti possibilità <strong>di</strong> rigenerazione del supporto (4). Pertanto, il sistema è <strong>di</strong> norma configurato su due letti in parallelo operativi,<br />
alternativamente, in esercizio ed in rigenerazione (3). Il processo presenta efficienze <strong>di</strong> rimozione superiori al 99% per biogas moderatamente ricchi in H S, 2<br />
mentre per concentrazioni iniziali <strong>di</strong> H S elevate (superiori a 5000 ppm) garantisce concentrazioni inferiori a 100 ppm nel gas depurato. Tecnologie <strong>di</strong> questo<br />
2<br />
tipo sono relativamente <strong>di</strong>ffuse e contano con numerosi esempi <strong>di</strong> applicazioni commerciali alcune delle quali, sviluppate per il settore del biogas da <strong>di</strong>scarica,<br />
sono in grado <strong>di</strong> rimuovere contestualmente anche i silossani. I trattamenti biologici prevedono applicazioni che, sfruttando gli stessi microrganismi ossidanti<br />
utilizzati negli interventi <strong>di</strong>retti già descritti, realizzano il processo in unità <strong>di</strong> biofiltrazione de<strong>di</strong>cate. Il biofiltro è costituito da un reattore riempito con<br />
supporti in plastica sui quali si sviluppano i micro-organismi sottoforma <strong>di</strong> pellicola biologica, ed al cui interno transitano in controcorrente il biogas, che<br />
scorre ascendente, ed un flusso <strong>di</strong> acqua alimentata dall’alto. Una percentuale <strong>di</strong> aria del 5-10% deve essere miscelata al biogas grezzo per sod<strong>di</strong>sfare le esigenze<br />
della biomassa (4). Sistemi <strong>di</strong> questo tipo, relativamente <strong>di</strong>ffusi nella processistica per il trattamento <strong>di</strong> emissioni maleodoranti, contano importanti esempi <strong>di</strong><br />
applicazione in alcune linee <strong>di</strong> raffinazione per la produzione <strong>di</strong> biometano, con tecnologie integrate per il trattamento simultaneo degli spurghi liqui<strong>di</strong> dei<br />
processi <strong>di</strong> assorbimento utilizzati nel sistema per la rimozione della CO (7,8).<br />
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Rimozione dell’umi<strong>di</strong>tà<br />
Il biogas grezzo esce dal reattore anaerobico in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> saturazione, rendendo necessari opportuni trattamenti per la rimozione dell’umi<strong>di</strong>tà. Le tecniche<br />
applicabili per l’operazione sono le seguenti:<br />
• raffreddamento: la temperatura del flusso gassoso viene abbassata in uno scambiatore <strong>di</strong> calore e l’umi<strong>di</strong>tà così condensata separata con opportune trappole.<br />
Per migliorare l’efficienza della separazione, il raffreddamento viene talvolta integrato con la compressione del gas prima del suo ingresso nello scambiatore;<br />
• adsorbimento su opportuni agenti <strong>di</strong>sidratanti (gel <strong>di</strong> silice, ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> alluminio). Il biogas attraversa una colonna riempita <strong>di</strong> materiale adsorbente selettivo<br />
nei confronti del vapor d’acqua, successivamente rigenerabile in loco: in quest’ultimo caso, i sistemi sono configurati con due colonne in parallelo, soggette a<br />
cicli <strong>di</strong> funzionamento alternativo (esercizio, rigenerazione). Le colonne possono lavorare sia a pressione atmosferica che in pressione, con <strong>di</strong>fferenti modalità<br />
<strong>di</strong> rigenerazione: nel primo caso, essa è condotta con un flusso d’aria in depressione mentre nel secondo si utilizza <strong>di</strong> norma una parte del gas <strong>di</strong>sidratato,<br />
mantenendo la colonna a pressione atmosferica (4).<br />
• assorbimento in glicole o sali igroscopici, condotto in una colonna riempita con granuli <strong>di</strong> reagente attraversata dall’alto verso dal gas umido.<br />
Il processo non è rigenerativo (4).<br />
Rimozione del particolato<br />
Il biogas grezzo può contenere polveri trascinate dal flusso nonchè, occasionalmente, anche goccioline <strong>di</strong> olio motore proveniente dai compressori. Il materiale<br />
può essere separato con relativa facilità tramite tecniche <strong>di</strong> filtrazione meccanica (trappole, filtri <strong>di</strong> varia tipologia).<br />
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