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Bio.Ret.E. - Fondazione Politecnico di Milano

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Definizione dell'impatto e dei possibili problemi ambientali<br />

Il primo aspetto da considerare è la filiera <strong>di</strong> approvvigionamento della materia prima. Si tratta <strong>di</strong> un punto che ha pochissimo rilievo se si considera un piccolo<br />

impianto che raccoglie solo i reflui del suo bestiame perché non c’è necessità <strong>di</strong> trasporto. Diverso è il caso <strong>di</strong> un impianto maggiore realizzato come<br />

punto <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> più allevatori. In questo caso la localizzazione dell’impianto è importante per non vanificare, attraverso le emissioni associate all’attività<br />

<strong>di</strong> trasporto, parte dei benefici derivanti dall’utilizzo <strong>di</strong> una fonte rinnovabile.<br />

Di maggiore rilievo appare la questione dell'inquinamento che può derivare dagli impianti <strong>di</strong> biogas con particolare riferimento alle eventuali emissioni atmosferiche<br />

e all'azoto <strong>di</strong> origine agricola derivante dai reflui. Si tratta <strong>di</strong> un punto molto importante non solo come analisi della situazione attuale ma anche<br />

in funzione delle misure da adottare in vista <strong>di</strong> una progressiva estensione del numero impianti/dell'allargamento <strong>di</strong> quelli esistenti con utilizzo <strong>di</strong> quantità<br />

maggiori <strong>di</strong> materiale in ingresso.<br />

Per quanto concerne il primo aspetto i problemi principali sono rappresentati dagli aspetti osmogenici conseguenti la <strong>di</strong>ffusione dei cattivi odori provenienti<br />

principalmente dalle lagune <strong>di</strong> stoccaggio dei reflui trattati.<br />

Per quanto riguarda il secondo aspetto la <strong>di</strong>rettiva 676/91/CEE (c.d. <strong>di</strong>rettiva nitrati) in<strong>di</strong>vidua le deiezioni del bestiame (o una miscela <strong>di</strong> deiezioni e lettiera),<br />

anche sotto forma <strong>di</strong> prodotto trasformato, come effluenti <strong>di</strong> allevamento dai quali possono derivare <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente pericoli per la<br />

salute umana o per l'ambiente dovuti alla presenza <strong>di</strong> azoto e allo span<strong>di</strong>mento in zone vulnerabili da nitrati. Per questo a livello nazionale è stato adottato un<br />

Piano Strategico Nazionale Nitrati (del 18 gennaio 2009) e a livello regionale vengono attuate mappature del territorio volte a classificare le aree vulnerabili<br />

(per la Lombar<strong>di</strong>a la percentuale <strong>di</strong> territorio vulnerabile ha subito progressivi ampliamenti) e in<strong>di</strong>viduare i terreni <strong>di</strong>sponibili per l’utilizzo agronomico degli<br />

effluenti <strong>di</strong> allevamento. In presenza <strong>di</strong> elevati carichi azotati derivanti dagli effluenti <strong>di</strong> allevamento in aree classificate come vulnerabili è necessario in<strong>di</strong>viduare<br />

soluzioni per ridurre la pressione dei liquami sul territorio. In questo senso ad es. il Programma Straor<strong>di</strong>nario per l’Attuazione della Direttiva Nitrati<br />

della Regione Lombar<strong>di</strong>a (D.G.R. n. 10890 del 23 <strong>di</strong>cembre 2009) aveva previsto agevolazioni (nella forma <strong>di</strong> “un concorso nel pagamento degli interessi<br />

dovuti calcolato in equivalente sovvenzione lorda in percentuale degli investimenti ammessi al finanziamento”) per la realizzazione <strong>di</strong> opere che, nel contesto<br />

<strong>di</strong> produzione ed efficienza energetica, migliorassero la gestione degli effluenti <strong>di</strong> allevamento e la sostenibilità ambientale delle attività agricole e zootecniche<br />

(in precedenza erano già intervenuti il “Programma pilota d’azione regionale <strong>di</strong> investimento per produzioni agroenergetiche e per il contenimento del carico<br />

<strong>di</strong> azoto nelle zone vulnerabili” - D.G.R. n. 3908 del 27.12.06 - ed il “Programma d’azione regionale <strong>di</strong> investimento per produzioni agroenergetiche e per il<br />

contenimento del carico <strong>di</strong> azoto” - D.G.R. n.7950 del 06.08.08 - che prevedevano il supporto, nella forma <strong>di</strong> aiuti in conto interessi e in conto garanzia, alla<br />

realizzazione <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> cogenerazione a biogas). Da ultimo il “Piano Lombar<strong>di</strong>a Sostenibile. Lombar<strong>di</strong>a 2020: Regione ad alta efficienza energetica e a<br />

bassa intensità <strong>di</strong> carbonio” ha previsto anche programmi specifici <strong>di</strong> investimento.<br />

Sulla base della <strong>di</strong>sciplina comunitaria e nazionale, gli effluenti possono essere avviati a <strong>di</strong>gestione anaerobica secondo i piani <strong>di</strong> utilizzazione agronomica con<br />

una particolare attenzione in caso <strong>di</strong> miscela fra reflui e colture (art. 10 D.m. del 7 aprile 2006). La progressiva costruzione <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> biogas può rappresentare<br />

una soluzione razionale ma della quale deve essere compiuta un’attenta verifica dal punto <strong>di</strong> vista della sostenibilità economica (ve<strong>di</strong> in questo senso<br />

Programma <strong>di</strong> azione regionale <strong>di</strong> investimento per produzioni agro energetiche e per il contenimento del carico <strong>di</strong> azoto adottato dalla regione Lombar<strong>di</strong>a).<br />

Nel contesto degli impianti <strong>di</strong> biogas non essendo ipotizzabile uno span<strong>di</strong>mento dei reflui sui terreni sono necessarie infatti tecniche <strong>di</strong> abbattimento<br />

dell'azoto e dei nutrienti in genere che possano rendere possibile il raggiungimento degli standard <strong>di</strong> qualità attualmente in vigore per il recapito del refluo<br />

in acque superficiali e per la pratica della fertirrigazione. Il problema principale <strong>di</strong> tale via non è solo la <strong>di</strong>fficoltà del processo ma proprio la sostenibilità economica<br />

dell'operazione.<br />

Rimane poi aperta un’altra questione relativa alla conformità <strong>di</strong> tale soluzione con gli adempimenti richiesti a livello europeo con riferimento alla eliminazione/contenimento<br />

delle emissioni <strong>di</strong> composti azotati in atmosfera (specialmente ammoniaca e ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto) che sono fra le principali cause delle piogge<br />

acide.<br />

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