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Bio.Ret.E. - Fondazione Politecnico di Milano

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Aspetti giuri<strong>di</strong>ci e tributari relativi agli impianti <strong>di</strong> biogas<br />

L’utilizzo delle biomasse a fini energetici<br />

Il termine biomassa applicato alla produzione <strong>di</strong> energia rinnovabile racchiude una gran quantità <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> natura estremamente eterogenea. Esso in<strong>di</strong>ca<br />

infatti ogni sostanza organica <strong>di</strong> origine vegetale o animale dalla quale sia possibile ottenere energia attraverso processi <strong>di</strong> tipo termochimico o biochimico.<br />

Questi prodotti sono <strong>di</strong>sponibili <strong>di</strong>rettamente o come residui del settore agricolo - forestale, come sottoprodotti o scarti dell'industria agro-alimentare, e<br />

come scarti della catena della <strong>di</strong>stribuzione e dei consumi finali.<br />

La biomassa utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei materiali organici che possono essere impiegati <strong>di</strong>rettamente come combustibili ovvero trasformati<br />

in altre sostanze utilizzabili negli impianti <strong>di</strong> conversione.<br />

La rilevanza della biomassa a fini energetici sancita dalla <strong>di</strong>rettiva 2001/77/CE prima e successivamente dalla <strong>di</strong>rettiva 2009/28/CE è connessa con il suo<br />

carattere <strong>di</strong> rinnovabilità e nel basso livello <strong>di</strong> impatto sui gas ad effetto serra.<br />

Più precisamente la recente risoluzione del Parlamento Europeo del 12 marzo 2008 ha riconosciuto che il biogas rappresenta una risorsa energetica essenziale<br />

che contribuisce allo sviluppo economico, agricolo, rurale sostenibile e alla protezione dell'ambiente e ha sottolineato come la produzione <strong>di</strong> biogas da effluente<br />

<strong>di</strong> allevamento, liquami e sottoprodotti animali e organici concorra alla <strong>di</strong>versificazione energetica, fornendo in misura crescente un contributo alla<br />

sicurezza, alla competitività e alla sostenibilità dell'approvvigionamento energetico aprendo anche nuove prospettive <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to per gli agricoltori (punto 3<br />

della risoluzione). Il biogas può quin<strong>di</strong> dare un importante contributo nel percorso <strong>di</strong> incremento <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia da fonti rinnovabili necessario per<br />

il rispetto degli obiettivi fissati dalla <strong>di</strong>rettiva 2009/28/CE <strong>di</strong> riduzione gas serra e produzione energia “pulita” (c.d. 20-20-20).<br />

Le caratteristiche e le implicazioni del prodotto utilizzato negli impianti<br />

Le biomasse interessanti per la produzione <strong>di</strong> biogas sono prevalentemente quelle <strong>di</strong> scarto originate dai settori zootecnici (deiezioni solide e liquide degli<br />

allevamenti), agroindustriali (scarti della lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli) e produzione agricola (residui del settore ortofrutticolo e dei<br />

seminativi). Poiché ogni biomassa è originata da un particolare e specifico processo produttivo occorre in<strong>di</strong>viduare per le <strong>di</strong>verse aree territoriali in quali<br />

zone sussistano le con<strong>di</strong>zioni minime per lo sviluppo della filiera biogas basata su biomasse locali. Solo alcune biomasse infatti appaiono idonee per quantità,<br />

qualità, <strong>di</strong>stribuzione spaziale e facilità <strong>di</strong> concentrazione per un’applicazione su vasta scala.<br />

In questa sede, anche alla luce della configurazione del territorio lombardo, ci concentreremo sulle biomasse del settore zootecnico.<br />

che possono essere a loro volta sud<strong>di</strong>vise fra quelle derivanti dagli effluenti degli allevamenti bovini e suini, dagli scarti <strong>di</strong> macellazione, da frazione organica<br />

dei rifiuti urbani e da fanghi derivanti dagli impianti <strong>di</strong> depurazione delle acque reflue. Tra le <strong>di</strong>verse tipologie quelle più rilevanti e significative per una possibile<br />

utilizzazione a fini energetici sono gli allevamenti. Per la nostra analisi soffermarsi su tale categoria appare molto utile visto che i dati ISTAT sulla struttura<br />

e produzione delle aziende agricole evidenziano che:<br />

• il settore bovino risulta particolarmente concentrato nelle regioni settentrionali (in cui si trova il 70% dei capi italiani);<br />

• in particolare in Lombar<strong>di</strong>a si concentra il 25% dei capi allevati in Italia con la più alta consistenza me<strong>di</strong>a (100 capi per allevamento);<br />

• dati simili si rilevano anche per gli allevamenti suinicoli.<br />

Questi dati evidenziano alte potenzialità nel breve periodo per la produzione <strong>di</strong> biogas attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> effluenti <strong>di</strong> allevamento e scarti <strong>di</strong> macellazione<br />

ma rimangono aperte ulteriori possibilità <strong>di</strong> sviluppo e incrementi <strong>di</strong> produzione collegati all’utilizzo <strong>di</strong> matrici vegetali e rifiuti urbani <strong>di</strong> matrice<br />

organica nonché alla pollina (il Piano nazionale per le energie rinnovabili approvato l’11 giugno 2010 al punto 4.6.2 sottolinea la sempre maggiore intensità<br />

dell’opzione energetica anche per lo smaltimento della pollina inserendola fra le nuove fonti <strong>di</strong> biomassa vista anche la consistenza <strong>di</strong> capi presenti in Italia).<br />

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