Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer
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3.12 Australopithecus / <strong>Homo</strong> habilis 93<br />
regione <strong>del</strong> lago Baringo nel 1967 e datato a 2,4 Ma, ha permesso la sua<br />
attribuzione al <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong>, mentre nel 1996 il team <strong>del</strong>l’Institute of Human<br />
Origins diretto da D. Johanson ha rinvenuto a Hadar nella regione <strong>del</strong>l’Afar<br />
in un livello geologico poco al di sotto di ceneri vulcaniche datate a 2,33 ±<br />
0.07 Ma una mascella di <strong>Homo</strong> (AL 666-1), associata a industria litica di<br />
tipo olduvaiano. Anche una mandibola rinvenuta a Uraha nel Malawi, in un<br />
deposito datato tra 2,5 e 2,3 Ma, e un primo molare inferiore scoperto nel<br />
West Turkana (WT 42718) in un contesto datato intorno ai 2,3-2,4 Ma, sono<br />
stati attribuiti al <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong>. Inoltre, l’<strong>Homo</strong> habilis è stato identificato<br />
anche nel Sud-Africa. Un cranio frammentario proviene dal membro 5 di<br />
Sterkfontein (STW 53) <strong>ed</strong> un altro da Swartkrans (SK 80/847).<br />
La comparsa <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> è stata quindi retrodatata da 1,8 fino a<br />
2,4 Ma, ma non è ancora chiaro se per ca. 600.000 anni vi sia stata un’unica<br />
specie di <strong>Homo</strong>, l’<strong>Homo</strong> habilis, oppure più specie, come sono inclini a ritenere<br />
molti studiosi.<br />
Infatti, gli Ominidi di questo periodo presentano molte differenze tra loro.<br />
Inizialmente interpretate come segno <strong>del</strong>la persistenza di un forte dimorfismo<br />
sessuale, la maggior parte degli studiosi attualmente ritiene che costituiscano<br />
la prova <strong>del</strong>l’esistenza di almeno due specie diverse di <strong>Homo</strong>.<br />
Dal punto di vista morfologico, <strong>ed</strong> anche per quanto riguarda la sua posizione<br />
cronologica, <strong>Homo</strong> habilis rappresenta uno stadio interm<strong>ed</strong>io tra le<br />
Australopithecine e l’<strong>Homo</strong> erectus. La caratteristica decisiva per includerlo<br />
nel <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> è la maggiore capacità cranica rispetto alle Australopitecine.<br />
Per quanto il cd. Rubicone cerebrale sia stato collocato diversamente a seconda<br />
degli autori (700 cm 3 per Franz Weidenreich, 750 per Arthur Keith,<br />
800 per Henry Vallois) e per quanto non esistano chiare linee di divisione per<br />
questo aspetto tra Pongidi, Ominidi non umani e forme più arcaiche di <strong>Homo</strong>,<br />
in considerazione <strong>del</strong> forte grado di variabilità all’interno di ogni singola<br />
specie, è comunque chiaro che con <strong>Homo</strong> habilis si è verificato un forte aumento<br />
<strong>del</strong>la capacità cranica, tale da giustificare la sua inclusione nel <strong>genere</strong><br />
<strong>Homo</strong>. I valori calcolati sono i seguenti:<br />
• OH 7: 647 cm 3 secondo P. Tobias (710 secondo R. Holloway e 590<br />
secondo M. Wolpoff)<br />
• OH 24: 594 cm 3 (secondo Tobias e Holloway)<br />
• OH 13: 500 cm 3 (638 secondo Tobias)<br />
• ER 1470: 752 cm 3 secondo Holloway, 775 secondo altre stime<br />
• ER 1813: 510 cm 3 (secondo Holloway)<br />
<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />
degli Studi di Milano