Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer
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3.12 Australopithecus / <strong>Homo</strong> habilis 92<br />
l’ulna, riferibili a un individuo in età tardo adolescenziale, ca. 15-16<br />
anni, soprannominato “George”, rinvenuto nel 1963 nel sito FLK II,<br />
nella parte inferiore <strong>del</strong> B<strong>ed</strong> II, circa un metro al di sopra <strong>del</strong> tetto <strong>del</strong><br />
B<strong>ed</strong> I, datato verso 1,7 Ma.<br />
In seguito, altre scoperte sono state effettuate a Olduvai. Nel sito DK<br />
I, alla base <strong>del</strong> B<strong>ed</strong> I, con una datazione intorno a 2 /1,9 Ma, Nel 1968<br />
sono venuti alla luce i resti molto frammentari di un cranio (OH 24), che fu<br />
soprannominato “Twiggy”, industria litica olduvaiana e un circolo di pietre<br />
che secondo i Leakey furono intenzionalmente collocate per pr<strong>ed</strong>isporre un<br />
riparo.<br />
Ben presto altri reperti fossili di Ominidi sono stati attribuiti all’<strong>Homo</strong><br />
habilis. Innanzitutto quelli scoperti da Richard Leakey a Koobi Fora nell’East<br />
Turkana: – la mandibola KNM-ER 1802 e il cranio KNM-ER 1470, rinvenuti<br />
nel membro inferiore <strong>del</strong>la formazione di Koobi Fora, 35 m sotto il tufo KBS,<br />
datato tra 1,87 e 1,60 Ma, e quindi con un’età intorno ai 2/1,8 Ma. Il cranio<br />
è stato rinvenuto nel 1972 in circa 300 frammenti sparsi in superficie e la sua<br />
posizione stratigrafica è stata stabilita in base al s<strong>ed</strong>imento ancora aderente<br />
alle ossa. – il cranio KNM-ER 1813, proveniente dalla base <strong>del</strong> membro<br />
superiore <strong>del</strong>la formazione di Koobi Fora, al di sopra <strong>del</strong> tufo KBS, datato<br />
tra 1,8 e 1,6 Ma. Conserva il mascellare con il palato e undici denti.<br />
Inizialmente molti studiosi non hanno accettato la nuova specie, ritenendo<br />
che l’habilis non fosse altro che un Australopiteco con una capacità<br />
cranica leggermente superiore. In effetti, le capacità craniche degli Ominidi<br />
di Olduvai sono state calcolate a partire da reperti molto frammentari. Ma<br />
in seguito la scoperta <strong>del</strong> cranio KNM-ER 1470, splendidamente conservato<br />
e di notevole capacità, ha contribuito a far accettare la nuova specie. Resti<br />
molto frammentari di Ominidi fossili rinvenuti nei depositi fluvio-lacustri<br />
<strong>del</strong>le formazioni di Shungura, nella valle <strong>del</strong>l’Omo, sono stati attribuiti a <strong>Homo</strong><br />
habilis. Provengono dalle unità E, datata intorno a 2,12 /2,06 Ma; F,<br />
datata tra 1,99 e 1,93 Ma (una mandibola e denti isolati); G, datata tra 1,93<br />
e 1,8 Ma (cranio L 894-1). Da tutti questi livelli proviene anche industria<br />
litica di tipo olduvaiano (siti 57, 71, 84 e 123).<br />
Nel 1985 Donald Johanson e Tim White hanno scoperto a Olduvai, nel<br />
sito DDH (Dik-Dik Hill), alla base <strong>del</strong> B<strong>ed</strong> I, frammenti di cranio, un omero,<br />
ulna, radio, femore e un frammento di tibia di un individuo femminile adulto<br />
(OH 62), che sono stati attribuiti all’<strong>Homo</strong> habilis. Per la prima volta era<br />
disponibile un buon numero di parti <strong>del</strong>lo scheletro post-cranico che con<br />
i suoi caratteri ancora primitivi dimostrava che l’habilis era effettivamente<br />
molto simile all’Australopiteco gracile. Infine, nel 1992 il riesame da parte<br />
di Andrew Hill di un frammento di temporale, scoperto a Chemeron nella<br />
<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />
degli Studi di Milano