Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer
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Nintu mescola all’argilla la carne e il sangue di un dio per far nascere l’uomo 5 .<br />
Per quanto riguarda il racconto <strong>del</strong> “peccato originale” è possibile che lo<br />
Yahvista abbia utilizzato una storia pre – esistente, ma un vero parallelo<br />
nelle letterature mesopotamiche non è ancora stato rintracciato.<br />
L’idea <strong>del</strong>la decadenza <strong>del</strong>l’umanità è presente anche nell’antica Grecia.<br />
Ne “Le opere e i giorni” Esiodo (VII secolo a.C.) racconta il mito <strong>del</strong>le diverse<br />
età <strong>del</strong>l’uomo. Nell’età <strong>del</strong>l’oro“gli uomini vivevano come dei, avendo il cuore<br />
tranquillo, liberi da fatiche e da sventure, né incombeva la miseranda vecchiaia<br />
. . . la fertile terra dava spontaneamente numerosi e abbondanti frutti”<br />
(vv. 106 – 126). Nella successiva età <strong>del</strong>l’argento visse una seconda generazione<br />
di uomini che non veneravano gli Dei, “peggiore e per nulla simile sia<br />
nell’aspetto che nell’animo” a quella prec<strong>ed</strong>ente (vv. 127 – 142). Nella terza<br />
età, l’età <strong>del</strong> bronzo, gli uomini erano violenti e terribili, in perpetua guerra<br />
(vv. 143 – 155). La quarta generazione di uomini, “più giusta e divina”, fu<br />
quella <strong>del</strong>l’età degli eroi, che combatterono a Tebe e a Troia. Infine, venne<br />
l’età <strong>del</strong> ferro, per Esiodo la peggiore di tutte: “mai io avrei voluto trovarmi<br />
con la quinta stirpe di uomini: meglio prima morire o essere nato prima. . . di<br />
giorno non cessano mai la fatica e l’inganno . . . ” (vv. 174 – 201).<br />
L’altra concezione sulle origini è quella secondo cui l’umanità si sarebbe<br />
perfezionata a poco a poco grazie a sempre nuove scoperte e invenzioni.<br />
L’idea <strong>del</strong> progressivo sviluppo culturale <strong>del</strong>l’umanità, implicita anche in alcuni<br />
miti come quello di Prometeo, l’eroe civilizzatore (a questo proposito si<br />
v<strong>ed</strong>ano Esiodo <strong>ed</strong> Eschilo), si rintraccia nelle riflessioni di storici come Tucidide<br />
e Senofonte e di filosofi come Aristotele e soprattutto Epicuro (341 –<br />
270 a.C.).<br />
Le concezioni epicuree troveranno espressione poetica in Lucrezio (98 –<br />
54 a.C.), autore <strong>del</strong> de rerum natura, che contiene in nuce la periodizzazione<br />
<strong>del</strong>la storia umana in età <strong>del</strong>la pietra, <strong>del</strong> bronzo e <strong>del</strong> ferro (cfr. vv. 951 e<br />
sgg., 1280 e sgg.). I primi uomini – scrive Lucrezio – erano di una razza più<br />
dura, con ossa più robuste e più grandi, capaci di sopportare maggiormente<br />
il fr<strong>ed</strong>do e il caldo, vivevano dei prodotti spontanei <strong>del</strong>la natura, davano la<br />
caccia agli animali usando clave di legno o lanciando sassi con le fionde, vagavano<br />
nudi, non avevano leggi. In seguito scoprirono il fuoco, cominciarono a<br />
vestirsi di pelli animali, scoprirono l’agricoltura, costruirono capanne e adottarono<br />
l’istituto <strong>del</strong>la famiglia. Nacque la religione, si costruirono altari e<br />
templi, sorsero città e sovrani, fece la sua comparsa anche la guerra. Gli<br />
uomini scoprirono dapprima l’oro e il bronzo e soltanto in un secondo tempo<br />
il ferro:<br />
Arma antiqua manus ungues dentesque fuerunt<br />
5 J. Bottero, Naissance de Dieu cit., p. 214.<br />
<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />
degli Studi di Milano<br />
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