Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer
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3.8 Le caverne di Sterkfontein 78 servati, parte della faccia di un adulto maturo con i denti molto consumati, la parte distale di un femore, un osso del polso. La scoperta nel 1937 di una mandibola infantile, giudicata da Broom differente da quella di Taung, lo indusse ad attribuire i fossili di Sterkfontein a un nuovo genere denominato Plesianthropus transvaalensis, letteralmente “quasi uomo del Transvaal”. Nel 1939 i lavori della cava di Sterkfontein furono interrotti a causa della caduta del prezzo della calce. La seconda fase delle ricerche vede ancora protagonista R. Broom, che dietro incoraggiamento del generale Jan Smuts e con l’assistenza di John T. Robinson, riprese le indagini nel 1947 nel luogo in cui era stato scoperto il primo cranio. Furono subito trovati nuovi resti di Australopithecus, fra cui un cranio quasi completo (Sts 5), rotto in due pezzi durante la sua estrazione dalla breccia e soprannominato Mrs. Ples perché ritenuto femminile. La scoperta fece epoca, poiché finalmente si aveva il cranio ben conservato di un individuo adulto di Australopithecus africanus e si poteva stabilire con sicurezza che l’aspetto del bambino di Taung una volta divenuto adulto non sarebbe stato quello di uno scimpanzé o di un gorilla, come pretendevano gli oppositori di R. Dart, ma di un vero Ominide. Una placchetta di metallo sulla parete della “Old Lime Quarry” ricorda il punto della scoperta del cranio 5 e all’uscita della visita turistica delle caverne di Sterkfontein è stata collocata una statua in bronzo di R. Broom che tiene fra le mani il cranio di Mrs. Ples. Gli Ominidi scoperti in queste due prime fasi sono contrassegnati dalla sigla STS, assommano a circa un centinaio e sono conservati al Transvaal Museum di Pretoria. Nuove ricerche a Sterkfontein furono condotte tra il 1956 e il 1958 da C. K. Brain e J. T. Robinson. Brain scoprì nei livelli superiori utensili di pietra scheggiata e nuovi resti di Ominidi che saranno attribuiti a un nuovo genere, Telanthropus, e in seguito al genere Homo. Con il 1966 ebbe inizio la quarta fase delle ricerche a Sterkfontein sotto la direzione del prof. P. V. Tobias, successore di Dart nella cattedra di anatomia all’università del Witwatersrand, con l’assistenza sul campo di Alun Hughues fino al 1991, e in seguito, dal 1991 sotto la direzione del dr. Ron Clarke. Dal 1966 ad oggi le ricerche non si sono mai interrotte. La famiglia Stegmann ha donato all’università del Witwatersrand le caverne di Sterkfontein, che sono aperte al pubblico per una visita turistica. E’ possibile osservare l’area degli scavi ed è stato allestito un piccolo museo. Gli Ominidi scoperti dal 1966 in poi ammontano ad oltre 600 e recano la sigla STW. Gli scavi dell’università del Witwatersrand hanno inoltre recuperato migliaia di ossa di animali fossili, oltre 300 frammenti di legno fossilizzato e qualche migliaio di utensili litici, per la maggior parte provenienti dagli strati superiori. Tra le scoperte più importanti, oltre a quelle Origine ed evoluzione del genere Homo - Dispensa del corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Cattedra di Preistoria e Protostoria, Università degli Studi di Milano
3.8 Le caverne di Sterkfontein 79 recentissime avvenute nel membro 2 già precedentemente ricordate, vi è un cranio relativamente ben conservato di Australopithecus africanus, rinvenuto nel 1989 nel membro stratigrafico 4 (STW 505) ed uno scheletro parziale di adulto maschio (STW 431), sempre dal membro 4. Dal più recente membro 5 proviene il cranio STW 53, scoperto nel 1976 ed attribuito ad Homo habilis. La precisa datazione degli Ominidi fossili scoperti nelle brecce ossifere delle caverne sudafricane ha sempre costituito un problema di difficile soluzione. Innanzitutto, bisogna tenere presente che molti ritrovamenti effettuati prima del 1966 sono privi di precise indicazioni stratigrafiche. Quando Broom volle riprendere le sue ricerche nel 1947, la Historical Monuments Commission negò il permesso, poiché Broom non aveva nella sua équipe “un geologo competente”. Broom riteneva di essere lui stesso un competente geologo e di conoscere le caverne con brecce ossifere del Sudafrica meglio di qualunque altro. Forse aveva ragione, tuttavia la geologia dei riempimenti di queste caverne si rivelerà di estrema complessità. Broom iniziò egualmente le sue ricerche e la questione venne appianata con l’intervento del generale Smuts e con la scoperta del cranio di Mrs. Ples. La geologia delle caverne sudafricane fu in seguito studiata accuratamente da T.C. Partridge e C. K. Brain, mentre la fauna venne studiata da R.F. Ewer, F. Lavocat e in seguito da Elisabeth Vrba. Nelle caverne di Sterkfontein sono stati distinti 6 membri o unità, 5 in quelle di Makapansgat, Swartkrans e Kromdraai B est. La caverna di Taung venne completamente distrutta prima che potessero essere effettuati studi geologici e paleontologici. I riempimenti delle cavità carstiche sono molto complessi, poichè in seguito ai crolli strati recenti possono trovarsi sia al di sotto che al di sopra di strati più antichi, e in seguito a infiltrazioni nelle fenditure dei depositi a breccia resti fossili recenti possono apparire allo stesso livello di altri più antichi. Ciò spiega l’aspetto a volte eterogeneo della fauna, con miscuglio di forme più antiche e più recenti. A queste difficoltà si aggiunge il fatto che mancano materiali di origine vulcanica per effettuare datazioni radiometriche. Le indicazioni cronologiche più sicure vengono dalla combinazione del metodo bio-stratigrafico con quello del paleomagnetismo. I più antichi Ominidi sudafricani sono stati scoperti nel membro 2 di Sterkfontein, che è possibile datare tra 3,6 e 3,2 Ma. I resti di Australopithecus africanus provengono dal membro 3 di Makapansgat, che la polarità inversa e le faune collocano tra 3,3 e 2, 9 Ma, e dal membro 4 di Sterkfontein, caratterizzato da polarità normale e da faune confrontabili con quelle databili tra 2,9 e 2,4 Ma in Africa orientale. Recentemente è stato fatto un tentativo di datazione del membro 4 di Sterkfontein con il metodo ERS (risonanza elettromagnetica dello spin), utilizzando lo smalto dei denti dei bovidi, ma il risultato di 2,1 ± 0,5 Ma appare un po’ recente rispetto a quanto sembrerebbe indicato dalla fauna. Origine ed evoluzione del genere Homo - Dispensa del corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Cattedra di Preistoria e Protostoria, Università degli Studi di Milano
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nel 1989 nel membro stratigrafico 4 (STW 505) <strong>ed</strong> uno scheletro parziale di<br />
adulto maschio (STW 431), sempre dal membro 4. Dal più recente membro 5<br />
proviene il cranio STW 53, scoperto nel 1976 <strong>ed</strong> attribuito ad <strong>Homo</strong> habilis.<br />
La precisa datazione degli Ominidi fossili scoperti nelle brecce ossifere<br />
<strong>del</strong>le caverne sudafricane ha sempre costituito un problema di difficile soluzione.<br />
Innanzitutto, bisogna tenere presente che molti ritrovamenti effettuati prima<br />
<strong>del</strong> 1966 sono privi di precise indicazioni stratigrafiche. Quando Broom volle<br />
riprendere le sue ricerche nel 1947, la Historical Monuments Commission<br />
negò il permesso, poiché Broom non aveva nella sua équipe “un geologo competente”.<br />
Broom riteneva di essere lui stesso un competente geologo e di<br />
conoscere le caverne con brecce ossifere <strong>del</strong> Sudafrica meglio di qualunque<br />
altro. Forse aveva ragione, tuttavia la geologia dei riempimenti di queste<br />
caverne si rivelerà di estrema complessità. Broom iniziò egualmente le sue<br />
ricerche e la questione venne appianata con l’intervento <strong>del</strong> generale Smuts e<br />
con la scoperta <strong>del</strong> cranio di Mrs. Ples.<br />
La geologia <strong>del</strong>le caverne sudafricane fu in seguito studiata accuratamente<br />
da T.C. Partridge e C. K. Brain, mentre la fauna venne studiata da R.F.<br />
Ewer, F. Lavocat e in seguito da Elisabeth Vrba. Nelle caverne di Sterkfontein<br />
sono stati distinti 6 membri o unità, 5 in quelle di Makapansgat, Swartkrans<br />
e Kromdraai B est. La caverna di Taung venne completamente distrutta<br />
prima che potessero essere effettuati studi geologici e paleontologici.<br />
I riempimenti <strong>del</strong>le cavità carstiche sono molto complessi, poichè in seguito<br />
ai crolli strati recenti possono trovarsi sia al di sotto che al di sopra di strati<br />
più antichi, e in seguito a infiltrazioni nelle fenditure dei depositi a breccia<br />
resti fossili recenti possono apparire allo stesso livello di altri più antichi. Ciò<br />
spiega l’aspetto a volte eterogeneo <strong>del</strong>la fauna, con miscuglio di forme più<br />
antiche e più recenti. A queste difficoltà si aggiunge il fatto che mancano<br />
materiali di origine vulcanica per effettuare datazioni radiometriche.<br />
Le indicazioni cronologiche più sicure vengono dalla combinazione <strong>del</strong><br />
metodo bio-stratigrafico con quello <strong>del</strong> paleomagnetismo. I più antichi Ominidi<br />
sudafricani sono stati scoperti nel membro 2 di Sterkfontein, che è possibile<br />
datare tra 3,6 e 3,2 Ma. I resti di Australopithecus africanus provengono dal<br />
membro 3 di Makapansgat, che la polarità inversa e le faune collocano tra<br />
3,3 e 2, 9 Ma, e dal membro 4 di Sterkfontein, caratterizzato da polarità normale<br />
e da faune confrontabili con quelle databili tra 2,9 e 2,4 Ma in Africa<br />
orientale. Recentemente è stato fatto un tentativo di datazione <strong>del</strong> membro<br />
4 di Sterkfontein con il metodo ERS (risonanza elettromagnetica <strong>del</strong>lo spin),<br />
utilizzando lo smalto dei denti dei bovidi, ma il risultato di 2,1 ± 0,5 Ma<br />
appare un po’ recente rispetto a quanto sembrerebbe indicato dalla fauna.<br />
<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />
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