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Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer

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3.7 Australopithecus africanus 75<br />

sulla base <strong>del</strong> contesto bio-stratigrafico tra 3,5 e 3 Ma. Il frammento comprende<br />

la parte anteriore <strong>del</strong>la mandibola con tutti i premolari, i canini e un<br />

incisivo, nonché gli alveoli degli altri tre incisivi. I canini sono grandi e di forma<br />

spatulata, i premolari sono bicuspidi, la faccia interna <strong>del</strong>la regione <strong>del</strong>la<br />

sinfisi ha un piano alveolare sub-verticale con due tori trasversali piccoli. Vi<br />

sono quindi affinità, ma anche differenze con l’afarensis.<br />

La scoperta dimostra che nel Pliocene m<strong>ed</strong>io-avanzato gli ominidi erano<br />

distribuiti attraverso la fascia dei terreni boscosi e <strong>del</strong>la savana dall’Africa<br />

orientale fino all’Africa centro-occidentale, oltre che dall’Africa orientale fino<br />

al Sud Africa.<br />

3.7 Australopithecus africanus<br />

Per l’arco di tempo tra 3 e 2,5 Ma la più importante documentazione di<br />

Ominidi fossili proviene dal Sudafrica, mentre quella <strong>del</strong>l’Africa orientale,<br />

così ampia e significativa per le epoche prec<strong>ed</strong>enti, è <strong>del</strong> tutto lacunosa e<br />

frammentaria tra 3 e 2,5 Ma.<br />

Negli strati <strong>del</strong>la fine <strong>del</strong> Pliocene <strong>del</strong> Sudafrica sono stati scoperti numerosi<br />

resti di Ominidi, databili tra 3 e 2,4 Ma e attribuibili per la maggior<br />

parte a un’unica specie, l’Australopithecus africanus. Il nome fu introdotto<br />

da Raymond Dart, professore di anatomia all’università <strong>del</strong> Witwatersrand,<br />

che nel 1925 pubblicò il cranio fossile di un bambino rinvenuto l’anno prima<br />

a Taung.<br />

Le ricerche sugli Ominidi sudafricani furono riprese da un m<strong>ed</strong>ico di origine<br />

scozzese, Robert Broom (1868-1951). Dopo aver esercitato la professione<br />

di m<strong>ed</strong>ico in Australia, Broom si trasferì nel 1897 nel Sudafrica, dove per<br />

molti anni fece il m<strong>ed</strong>ico condotto, ma nello stesso tempo coltivò anche gli<br />

studi di anatomia comparata e di paleontologia. La scoperta di Taung aveva<br />

stimolato il suo interesse per la paleoantropologia. Broom condivideva<br />

l’interpretazione che <strong>del</strong> fossile di Taung era stata data da R. Dart. Insegnò<br />

per cinque anni zoologia e geologia al Victoria College di Stellenbosch,<br />

costituendo importanti raccolte di fossili provenienti dai bacini <strong>del</strong> Karoo.<br />

Nel 1934, all’età di 66 anni, ritiratosi definitivamente dall’attività di m<strong>ed</strong>ico,<br />

fu nominato conservatore paleontologo <strong>del</strong> Transvaal Museum di Pretoria.<br />

Allo scopo di ottenere nuovi fossili di Ominidi condusse ricerche nelle cave<br />

di calcare dei dintorni di Pretoria e in quelle nei pressi di Krugersdorp, una<br />

sessantina di km a ovest di Pretoria. In cima alla collina di Sterkfontein, a<br />

10 km da Krugersdorp, vi erano alcune caverne con brecce ossifere <strong>ed</strong> in una<br />

di queste era attiva una cava di calcare. Due studenti di R. Dart, G.W.H.<br />

Schepers e H. le Riche vi recuperarono diversi resti fossili di babbuino e di<br />

<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />

degli Studi di Milano

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