Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer

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09.06.2013 Views

3.2 Orrorin tugenensis 64 periodo tra 4 e 2 milioni di anni cominciò ad essere conosciuto nel corso degli anni ’70 grazie alle sensazionali scoperte del Turkana e di Hadar, fra cui il celebre scheletro di Lucy, ma per il periodo immediatamente precedente, tra 6 e 4 milioni di anni, fino a pochi anni fa si aveva soltanto qualche reperto frammentario, come un piccolo frammento di mandibola da Lothagam, scoperto nel 1967 e datato a 5,6 Ma o un frammento di omero scoperto nel 1965 a Kanapoi e un primo molare inferiore da Lukeino, scoperto nel 1974. Tra il 1992 e il 2001 si è verificata una serie di importanti scoperte che gettano nuova luce sulla più antica storia degli Ominidi e sull’evento cladogenetico che ha separato le linee evolutive degli scimpanzé e degli Ominidi. Trattandosi di scoperte recentissime, le classificazioni proposte sono ancora incerte e non è possibile disporre per ora di un chiaro quadro tassonomico né tanto meno di una sicura comprensione del significato filogenetico di questi reperti. 3.2 Orrorin tugenensis I paleontologi francesi Brigitte Senut e Martin Pickford hanno annunziato nel dicembre 2000 di avere scoperto nei precedenti mesi di ottobre e novembre nella regione delle Tugen Hills, distretto di Baringo, in Kenya, in strati geologici della formazione di Lukeino datati tra 6,2 e 5,6 Ma, tre frammenti di femore, un frammento di omero, due frammenti di mandibola, una falange e diversi denti isolati, in tutto tredici resti appartenenti ad almeno cinque individui. Gli autori della scoperta hanno assegnato questi fossili a un nuovo genere di Ominide, Orrorin tugenensis, soprannominato “Millennium man” o “Millennium Ancestor”. Nella locale lingua Tugen Orrorin significa “l’uomo delle origini”, mentre il nome della specie si riferisce alla regione in cui è stata effettuata la scoperta. La parte prossimale del femore è robusta, la testa del femore è molto larga e di aspetto umano in rapporto al collo. Queste caratteristiche dimostrano che il femore apparteneva a una creatura bipede. Le dimensioni, inoltre, indicano una dimensione del corpo maggiore di quanto ci si potesse attendere per un’epoca così remota e per il più antico Ominide finora conosciuto. I molari sono piccoli e con smalto spesso. Gli autori della scoperta ritengono che Orrorin sia sulla linea diretta che condurrà al genere Homo attraverso un genere intermedio, battezzato Praeanthropus, che include Australopithecus anamensis, qualche esemplare di Hadar già attribuito all’Australopithecus afarensis e il celebre cranio KNMER 1460, Homo rudolfensis. Questa interpretazione si basa sulla convinzione che per comprendere la filogenesi umana debba essere data maggiore importanza Origine ed evoluzione del genere Homo - Dispensa del corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Cattedra di Preistoria e Protostoria, Università degli Studi di Milano

3.3 Ardipithecus ramidus 65 all’evoluzione dello scheletro piuttosto che a quella del cranio e dei denti. B. Senut e il suo gruppo vedono due linee divergenti nei più antichi bipedi, una Orrorin – Praeanthropus – Homo, caratterizzata da una andatura bipede perfettamente eretta, l’altra caratterizzata da una andatura bipede con le gambe flesse e dall’abilità di arrampicarsi sugli alberi, tipica della maggior parte delle specie dei generi Australopithecus e Paranthropus. L’Ardipithecus ramidus non solo sarebbe da escludere dalla filogenesi umana, ma sarebbe addirittura da collegare alla linea evolutiva delle scimmie antropomorfe africane, scimpanzé e gorilla. Queste affermazioni sembrano ancora premature sia per l’assenza di prove a favore della teoria proposta sia per l’incertezza che domina nella classificazione dei più antichi Ominidi a causa delle condizioni frammentarie dei resti finora scoperti. 3.3 Ardipithecus ramidus Ad Aramis, nella regione del medio Awash (Etiopia) 17 resti di Ominidi fossili sono stati scoperti nel 1992 e 1993 in formazioni geologiche comprese tra i tufi vetrosi di Gàala, datati 4,39 ± 0.03 Ma, e i tufi basaltici di Daam-Aatu, ancora non datati 2 . I resti sono stati attribuiti a una nuova specie denominata in un primo momento Australopithecus ramidus (ramid nella lingua Afar significa radice) e comprendono numerosi denti, frammenti di omero, radio e ulna, la parte destra di una mandibola, frammenti della base del cranio (occipitale e temporale). All’inizio del 1995 sono stati rinvenuti più di cento resti, comprendenti resti cranici e postcranici di un unico individuo conservato per circa il 45%, fra cui le ossa di un piede praticamente completo. La nuova specie di Australopiteco presenta molte caratteristiche nei denti, nel cranio e nello scheletro postcranico prossime allo scimpanzé e sembra quindi essere la più simile allo scimpanzé fra tutte quelle finora conosciute. Ad es., il foro auditivo esterno è piccolo, la dentatura anteriore è robusta, adatta a mordere e strappare. I molari sono più grandi che in uno scimpanzé, ma più piccoli di quelli degli Australopiteci, e la dimensione degli incisivi rispetto ai molari indica che ha avuto inizio un processo di riduzione della dentatura anteriore. I canini sono più grandi rispetto a quelli degli Australopiteci, ma hanno uno smalto più spesso rispetto a quelli degli scimpanzé. La posizione dei condili occipitali e del foramen magnum 3 indica che il ramidus era un 2 La polarità magnetica negli strati sottostanti i tufi basaltici è inversa ed è quindi possibile stabilire che i sedimenti contenenti i fossili di ominidi si sono depositati nell’intervallo tra gli episodi con polarità positiva di Nunivak (4,48 Ma) e Cochiti (4,29 Ma). 3 Nella parte anteriore e non posteriore della base cranica. Origine ed evoluzione del genere Homo - Dispensa del corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Cattedra di Preistoria e Protostoria, Università degli Studi di Milano

3.2 Orrorin tugenensis 64<br />

periodo tra 4 e 2 milioni di anni cominciò ad essere conosciuto nel corso degli<br />

anni ’70 grazie alle sensazionali scoperte <strong>del</strong> Turkana e di Hadar, fra cui il<br />

celebre scheletro di Lucy, ma per il periodo imm<strong>ed</strong>iatamente prec<strong>ed</strong>ente, tra<br />

6 e 4 milioni di anni, fino a pochi anni fa si aveva soltanto qualche reperto<br />

frammentario, come un piccolo frammento di mandibola da Lothagam, scoperto<br />

nel 1967 e datato a 5,6 Ma o un frammento di omero scoperto nel 1965<br />

a Kanapoi e un primo molare inferiore da Lukeino, scoperto nel 1974.<br />

Tra il 1992 e il 2001 si è verificata una serie di importanti scoperte che<br />

gettano nuova luce sulla più antica storia degli Ominidi e sull’evento cladogenetico<br />

che ha separato le linee evolutive degli scimpanzé e degli Ominidi.<br />

Trattandosi di scoperte recentissime, le classificazioni proposte sono ancora<br />

incerte e non è possibile disporre per ora di un chiaro quadro tassonomico né<br />

tanto meno di una sicura comprensione <strong>del</strong> significato filogenetico di questi<br />

reperti.<br />

3.2 Orrorin tugenensis<br />

I paleontologi francesi Brigitte Senut e Martin Pickford hanno annunziato<br />

nel dicembre 2000 di avere scoperto nei prec<strong>ed</strong>enti mesi di ottobre e novembre<br />

nella regione <strong>del</strong>le Tugen Hills, distretto di Baringo, in Kenya, in strati<br />

geologici <strong>del</strong>la formazione di Lukeino datati tra 6,2 e 5,6 Ma, tre frammenti<br />

di femore, un frammento di omero, due frammenti di mandibola, una falange<br />

e diversi denti isolati, in tutto tr<strong>ed</strong>ici resti appartenenti ad almeno cinque<br />

individui. Gli autori <strong>del</strong>la scoperta hanno assegnato questi fossili a un nuovo<br />

<strong>genere</strong> di Ominide, Orrorin tugenensis, soprannominato “Millennium man” o<br />

“Millennium Ancestor”. Nella locale lingua Tugen Orrorin significa “l’uomo<br />

<strong>del</strong>le origini”, mentre il nome <strong>del</strong>la specie si riferisce alla regione in cui è stata<br />

effettuata la scoperta.<br />

La parte prossimale <strong>del</strong> femore è robusta, la testa <strong>del</strong> femore è molto larga<br />

e di aspetto umano in rapporto al collo. Queste caratteristiche dimostrano<br />

che il femore apparteneva a una creatura bip<strong>ed</strong>e. Le dimensioni, inoltre,<br />

indicano una dimensione <strong>del</strong> corpo maggiore di quanto ci si potesse attendere<br />

per un’epoca così remota e per il più antico Ominide finora conosciuto. I<br />

molari sono piccoli e con smalto spesso.<br />

Gli autori <strong>del</strong>la scoperta ritengono che Orrorin sia sulla linea diretta<br />

che condurrà al <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> attraverso un <strong>genere</strong> interm<strong>ed</strong>io, battezzato<br />

Praeanthropus, che include Australopithecus anamensis, qualche esemplare di<br />

Hadar già attribuito all’Australopithecus afarensis e il celebre cranio KNMER<br />

1460, <strong>Homo</strong> rudolfensis. Questa interpretazione si basa sulla convinzione che<br />

per comprendere la filogenesi umana debba essere data maggiore importanza<br />

<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />

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