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Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer

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2.5 Qualche nozione di anatomia comparata tra scimmie antropomorfe e<br />

uomo 54<br />

proveniente dall’ibridazione DNA-DNA, la divergenza evolutiva tra scimmie<br />

<strong>del</strong> Vecchio Continente (Cercopitecidi) <strong>ed</strong> Hominoidea si sarebbe verificata<br />

tra 33-32 e 27-26 Ma; il ramo degli Ilobatidi si sarebbe staccato tra 22-21 e<br />

18-17 Ma, la divergenza tra orango e antropomorfe africane risalirebbe a un<br />

periodo tra 16 e 13 Ma. Tra 10 e 8 Ma si staccò la linea evolutiva <strong>del</strong> Gorilla<br />

e a un periodo compreso tra 7,7 e 5,8 Ma risale l’ultimo antenato comune tra<br />

scimpanzé e uomo.<br />

Per quanto l’orologio bio-molecolare esprima soltanto un ordine di grandezza,<br />

questi dati portavano ad escludere nella maniera più categorica che abbia<br />

potuto esistere una linea evolutiva ominide già nel corso <strong>del</strong> Miocene.<br />

Inizialmente, le conclusioni dei biologi non furono accettate dai paleoantropologi,<br />

nella maggior parte dei casi convinti che il Ramapithecus potesse<br />

appartenere alla linea ominide, ma in seguito le cose hanno cominciato a cambiare.<br />

Grazie anche a nuove scoperte di fossili più completi, è stato possibile<br />

stabilire che il Ramapithecus non era affatto un Ominide, bensì la forma femminile<br />

<strong>del</strong> Sivapithecus, una specie con forte dimorfismo sessuale da porre<br />

nella diretta ascendenza <strong>del</strong>l’orango. A questo punto i fossili confermavano<br />

le conclusioni raggiunte dai biologi. Nessun fossile di Ominide è stato finora<br />

scoperto in strati geologici anteriori al limite tra Miocene e Pliocene.<br />

2.5 Qualche nozione di anatomia comparata tra scimmie<br />

antropomorfe e uomo<br />

Le problematiche poste dalla paleontologia umana richi<strong>ed</strong>ono necessariamente<br />

che anche i lettori di formazione non scientifica si familiarizzino con<br />

qualche nozione di anatomia comparata tra uomo e scimmie antropomorfe 14 .<br />

Cominciando dal cranio, è possibile osservare che il rapporto tra neurocranio<br />

e ossa facciali (splancnocranio) è completamente diverso nell’uomo e<br />

nei Pongidi: nell’uomo il neurocranio è grande in confronto alle ossa facciali,<br />

nei Pongidi avviene il contrario. Nell’uomo le ossa facciali sono poste al di<br />

sotto <strong>del</strong> neurocranio, nei Pongidi sporgono molto in avanti rispetto al neurocranio.<br />

L’architettura <strong>del</strong>la scatola cranica è differente: nell’uomo il frontale<br />

si innalza quasi verticalmente al di sopra <strong>del</strong>le orbite, la volta cranica è elevata,<br />

l’osso occipitale descrive una curva arrotondata, l’area nucale è piccola<br />

<strong>ed</strong> è rivolta verso il basso; nei Pongidi la fronte è appiattita e sfuggente all’indietro,<br />

la volta cranica bassa (platicefalia), l’occipitale presenta un’area<br />

14 A questo proposito cfr. W.E. Le Gros Clark, The Fossil Evidence for Human Evolution,<br />

Chicago, 19642; B.G. Campbell, Human Evolution: an Introduction to Man’s Adaptations,<br />

Chicago 1966, trad. ital. Storia evolutiva <strong>del</strong>l’uomo, Milano 1974, p. 77 sgg.; L.<br />

Aiello, C. Dean, Human Evolutionary Anatomy, London 1990.<br />

<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />

degli Studi di Milano

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