Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer
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2.4 Gli sviluppi <strong>del</strong>la paleontologia umana da Darwin ad oggi 53<br />
maggiore o minore distanza genetica tra le diverse specie. Il numero dei<br />
cambiamenti intervenuti nella struttura <strong>del</strong>le proteine, degli aminoacidi e <strong>del</strong><br />
DNA in ciascun ramo evolutivo costituisce un’indicazione <strong>del</strong> tempo trascorso<br />
dal momento <strong>del</strong> formarsi di una divergenza evolutiva, il cosiddetto orologio<br />
bio-molecolare.<br />
Dal punto di vista genetico uomo, scimpanzé e gorilla sono molto simili,<br />
più di quanto non appaia dal punto di vista morfologico. Dai dati biomolecolari<br />
emerge chiaramente che essi formano un gruppo nettamente separato<br />
dalle scimmie antropomorfe asiatiche, orango e ilobatidi, mentre è più difficile<br />
comprendere quali siano le loro precise relazioni. Se l’anatomia comparata<br />
induce a classificare l’uomo in una famiglia distinta rispetto a gorilla e<br />
scimpanzé, la genetica mostra un quadro differente, in cui non sono <strong>del</strong> tutto<br />
chiare le reciproche relazioni filogenetiche tra uomo, scimpanzé e gorilla. Nel<br />
1967 Vincent Sarich e Allan Wilson 12 confermarono, attraverso le analisi immunologiche<br />
di una proteina <strong>del</strong> siero sanguigno, l’albumina, quanto era già<br />
stato in prec<strong>ed</strong>enza appurato e cioè che l’uomo e le scimmie antropomorfe<br />
africane sono più vicini tra loro che non rispetto all’orango, ma non furono<br />
in grado di stabilire il preciso grado di affinità tra uomo, gorilla e scimpanzé,<br />
per cui proposero che la divergenza evolutiva tra le tre specie si fosse verificata<br />
nello stesso momento. Inoltre, basandosi sulla distanza immunologica<br />
<strong>del</strong>l’albumina <strong>del</strong> sangue nei Primati, proposero che la separazione di una<br />
distinta linea evolutiva <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>le antropomorfe africane non potesse<br />
risalire più indietro di 5 Ma, una data molto più recente di quanto avevano<br />
finora proposto i paleantropologi.<br />
Gli studi successivi 13 hanno utilizzato la comparazione <strong>del</strong>la sequenza<br />
degli aminoacidi in proteine omologhe, quella dei cromosomi m<strong>ed</strong>iante diverse<br />
tecniche di banding, la comparazione <strong>del</strong>la sequenza <strong>del</strong> DNA nucleare<br />
e mitocondriale, l’ibridazione DNA-DNA. I risultati non sono sempre<br />
concordanti, ma dalla maggior parte di essi emerge che le maggiori affinità<br />
si riscontrano tra uomo e scimpanzé, che dunque costituiscono una stretta<br />
unità filo-genetica divergente rispetto a quella <strong>del</strong> gorilla. In ogni caso le<br />
strettissime relazioni genetiche tra uomo, scimpanzé e gorilla sono state ulteriormente<br />
confermate, differendo queste tre specie per meno <strong>del</strong> 3% <strong>del</strong> loro<br />
DNA, una differenza piccola se si pensa che il genoma (l’insieme <strong>del</strong> corr<strong>ed</strong>o<br />
cromosomico) umano comprende circa 3,2 miliardi di coppie di basi.<br />
Secondo i calcoli di C.G. Sibley e J.E. Ahlquist, basati sull’informazione<br />
12V. Sarich, A. Wilson, Immunological timescale for hominid evolution, in Science, 158,<br />
1967, pp. 1200-1203.<br />
13Cfr. i contributi di diversi autori a Genetic clues of relat<strong>ed</strong>ness, in The Cambridge<br />
Encyclop<strong>ed</strong>ia of Human Evolution, Cambridge 1992, pp. 293-321 e bibliografia a pp.<br />
482-483.<br />
<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />
degli Studi di Milano