Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer
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1.7 Nascita <strong>del</strong>l’archeologia preistorica 31<br />
miferi estinti. Nel 1833 P. – D. Schmerling, di Liegi, pubblicò un’opera 23 , in<br />
cui si dava notizia <strong>del</strong>le scoperte fatte nella caverna di Engis: ossa umane,<br />
strumenti di pietra e ossa di animali estinti, come il rinoceronte tichorhinus<br />
e la iena <strong>del</strong>le caverne. Altre scoperte simili furono fatte in Inghilterra, nella<br />
caverna Kent’s Hole presso Torquay tra il 1825 e il 1841, ma è soltanto grazie<br />
all’opera di J. Boucher de Crévecoeur de Perthes che si poté arrivare alla<br />
definitiva dimostrazione <strong>del</strong>l’esistenza <strong>del</strong>l’uomo “anti – diluviano” (anteriore<br />
al diluvio universale) ovvero appartenente all’età “diluviale”, come allora era<br />
denominato il Pleistocene.<br />
Tra il 1836 e il 1859 Boucher de Perthes condusse ricerche sistematiche<br />
lungo i terrazzi <strong>del</strong>la Somme, in particolare nelle cave di ghiaia presso Abbeville.<br />
A partire dal 1841 la scoperta di alcune amigdale nella terrazza m<strong>ed</strong>ia <strong>del</strong>la<br />
valle <strong>del</strong>la Somme, nelle cave di Menchecourt, associate a fauna estinta<br />
come rinoceronte, elefante e orso <strong>del</strong>le caverne, fornì la prova decisiva <strong>del</strong>l’alta<br />
antichità <strong>del</strong>l’uomo, dimostrata dalla sua coesistenza con specie animali<br />
fossili. Le sue scoperte e i suoi scritti 24 furono oggetto di vivaci polemiche e<br />
le sue conclusioni vennero respinte dalla maggior parte degli studiosi francesi,<br />
ma attirarono l’attenzione dei geologi e archeologi inglesi. Nel 1858 anche<br />
in Inghilterra si era raggiunto il m<strong>ed</strong>esimo risultato: gli scavi nella grotta<br />
di Brixham nel Devonshire condotti da Hugh Falconer portarono alla luce<br />
manufatti di selce associati a fauna estinta. H. Falconer nel 1858 si recò ad<br />
Abbeville per conoscere Boucher de Perthes e constatare di persona che le<br />
selci provenienti dalla terrazza di 30 m erano effettivamente strumenti artificiali,<br />
prodotti dalla mano <strong>del</strong>l’uomo, e che gli strati che le contenevano erano<br />
intatti. Era questa la prima autorevole conferma alla giustezza <strong>del</strong>le tesi<br />
di Boucher de Perthes e l’anno seguente, sollecitati da Falconer, si recarono<br />
ad Abbeville anche Joseph Prestwich e John Evans. Prestwich <strong>ed</strong> Evans<br />
scoprirono e fotografarono in situ un bifacciale nelle cave di Saint Acheul.<br />
Al ritorno in Inghilterra Prestwich lesse una relazione alla Royal Society <strong>ed</strong><br />
Evans alla Society of Antiquaries. “Quel che sembra stabilito senza alcun<br />
dubbio è che in un periodo di antichità remota, anteriore a tutti quelli di<br />
cui finora abbiamo trovato tracce, questa parte <strong>del</strong>la terra fu popolata dall’uomo”<br />
(Evans). Le loro conclusioni furono pubblicamente sottoscritte da<br />
Charles Lyell 25 .<br />
23 P. – D. Schmerling, Recherches sur les ossements fossiles découverts dans les cavernes<br />
de la province de Liège, 2 voll. più un atlante di tavole.<br />
24 J. Boucher de Perthes, Antiquités celtiques et antédiluviennes. Mémoire sur l’industrie<br />
Primitive et les arts à leur origine, Paris 1847-64, 3 voll; De l’homme antédiluvien et de<br />
ses oevres, Paris 1860. Su Boucher de Perthes e i suoi scritti cfr. A. Laming-Emperaire,<br />
<strong>Origine</strong> de l’archéologie cit., p. 155 sgg.<br />
25 G. Daniel, The Idea of Prehistory cit., p. 40 sgg.<br />
<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />
degli Studi di Milano