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Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer

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1.5 Darwin e la teoria <strong>del</strong>l’<strong>evoluzione</strong> 21<br />

viventi per giungere attraverso una lunga serie continua di gradini fino alle<br />

forme di vita più complesse e dotate di intelligenza, che culminano con l’uomo,<br />

collocato nel gradino più alto. “Cittadini, andate dal più semplice al<br />

più complesso e avrete il filo esatto che unisce tutte le creazioni <strong>del</strong>la natura,<br />

avrete un’idea precisa <strong>del</strong>la loro progressione, sarete convinti che il più<br />

semplice degli esseri viventi ha dato origine a tutti gli altri”. Questa scala<br />

<strong>del</strong>la progressione <strong>del</strong>la vita “indica. . . il cammino percorso dalla natura nel<br />

dar vita alle diverse forme animali”.<br />

Secondo Lamarck l’idea <strong>del</strong>la stabilità <strong>del</strong>la specie era una falsa impressione<br />

generata dalla breve prospettiva temporale considerata, limitata soltanto<br />

ai tempi storici. Ma se si considerano le specie estinte che la paleontologia<br />

cominciava a far conoscere in maniera sempre più approfondita, si potrà comprendere<br />

che le specie moderne discendono da quelle estinte. D’altra parte<br />

poiché tutti gli organismi viventi dipendono per la loro esistenza dall’adattamento<br />

all’ambiente e poiché la storia <strong>del</strong>la terra dimostra che l’ambiente ha<br />

attraversato continue e incessanti trasformazioni, è impensabile ritenere che<br />

le specie si siano mantenute fisse e inalterate. Ciò che deve sorprendere non<br />

è la trasformazione <strong>del</strong>le specie, ma il fatto che alcune specie siano rimaste<br />

inalterate per lunghissimi periodi di tempo.<br />

Lamarck cercò di individuare le cause <strong>del</strong>l’<strong>evoluzione</strong> nell’uso e disuso<br />

degli organi in rapporto all’ambiente e formulò la discussa teoria secondo<br />

cui i caratteri acquisiti potevano essere trasmessi alla prole. I cambiamenti<br />

climatici e ambientali determinavano nuovi bisogni e la necessità di adottare<br />

nuovi modi di vita, questi ultimi inducevano modificazioni strutturali, in<br />

base al principio “la funzione crea l’organo”. Le modificazioni così acquisite<br />

potevano essere trasmesse ai discendenti. In questo modo una specie mutava<br />

gradualmente fino a diventare una nuova specie. L’er<strong>ed</strong>itarietà dei caratteri<br />

acquisiti rappresentò il punto debole <strong>del</strong>la teoria di Lamarck e contribuì<br />

fortemente al rifiuto <strong>del</strong>l’intera teoria <strong>del</strong> trasformismo.<br />

1.5 Darwin e la teoria <strong>del</strong>l’<strong>evoluzione</strong><br />

Gli anni fra il 1830 e il 1859 sono quelli in cui gli studi <strong>del</strong>le scienze naturali<br />

avviati nel XVIII secolo giunsero a piena maturazione e le diverse discipline,<br />

ormai autonome e ciascuna dotata di una propria metodologia, interagirono<br />

tra loro convergendo verso la comprensione <strong>del</strong> posto <strong>del</strong>l’uomo nella natura:<br />

scienze naturali, in particolare la zoologia, la paleontologia, la geologia e la<br />

nascente archeologia preistorica.<br />

Charles Darwin (1809 – 1882), un giovane naturalista, dal 7 dicembre 1831<br />

al 2 ottobre 1836 effettuò un viaggio intorno al mondo a bordo <strong>del</strong> brigantino<br />

<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />

degli Studi di Milano

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