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Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer

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Dai livelli aurignaciani <strong>del</strong>la caverna <strong>del</strong> Vogelherd, nella Germania sudoccidentale,<br />

che hanno restituito alcune tra le più antiche opere d’arte mobiliare,<br />

provengono anche resti umani di tipo anatomicamente moderno. Un<br />

cranio e una mandibola dal livello V, datato 31.400 ± 1100 BP, e un cranio<br />

dal successivo livello IV, datato 30.730 ± 750 BP. Quest’ultimo presenta un<br />

forte spessore dei rilievi sopra-orbitari e inoltre ha la caratteristica di essere<br />

brachicefalo, ragione per cui è stato in <strong>genere</strong> ritenuto più recente. Recenti<br />

datazioni effettuate con il 14 C hanno confermato che i resti umani sono di<br />

età recente, postglaciale. Il gruppo più consistente di resti umani attribuibili<br />

all’Aurignaciano <strong>del</strong>l’Europa centrale proviene dalle grotte di Mladec, in<br />

Moravia. Scoperti tra il 1881 e il 1922, la loro esatta posizione cronologica<br />

rimane incerta, ma è probabile che risalgano all’interstadiale di Denekamp,<br />

tra 32 e 28 ka, <strong>ed</strong> erano comunque associati a manufatti di tipo aurignaciano.<br />

La maggior parte di questi reperti è stata distrutta alla fine <strong>del</strong>la seconda<br />

guerra mondiale dai nazisti in ritirata, che di<strong>ed</strong>ero alle fiamme il castello di<br />

Mikulov, in cui erano conservati. La popolazione di Mladec si caratterizza<br />

per uno spiccato dimorfismo sessuale: i soggetti maschili hanno una volta<br />

cranica non molto elevata, un occipitale che ricorda la morfologia neandertaliana,<br />

ossa craniche molto spesse, arcate sopraccigliari di forte spessore;<br />

quelli femminili sono di aspetto più gracile e non presentano tratti arcaici.<br />

Nell’Europa occidentale all’Aurignaciano viene associato l’uomo di Cro<br />

Magnon. Il ritrovamento eponimo, avvenuto nel 1868, non è ben datato.<br />

Le sepolture di quattro adulti – 3 maschi e una femmina – e di un neonato<br />

si trovavano in fondo alla grotta, nel livello J o I, nella parte più alta <strong>del</strong><br />

deposito archeologico. Sicuramente posteriori all’Aurignaciano II, possono<br />

essere attribuiti all’Aurignaciano tardo, ma potrebbero essere anche più recenti.<br />

Anche le numerose sepolture <strong>del</strong>le grotte dei Balzi Rossi, attribuite<br />

all’Aurignaciano, non sono databili con grande precisione.<br />

La complessa situazione dei ritrovamenti a cavallo tra Paleolitico M<strong>ed</strong>io<br />

e Superiore ha dato luogo a differenti interpretazioni. Sembra, comunque,<br />

innegabile, che i contatti tra uomo di Neandertal <strong>ed</strong> uomo moderno, definibile<br />

forse come proto-Cro Magnon, abbiano dato luogo non solo a fenomeni di<br />

acculturamento, con la formazione di quei complessi misti di cui abbiamo<br />

parlato, ma anche a fenomeni di ibridazione, almeno occasionali.<br />

La cultura proto-aurignaciana fa una precoce comparsa nella regione<br />

cantabrica e in Catalogna, ma in tutto il resto <strong>del</strong>la penisola iberica a sud<br />

<strong>del</strong>la valle <strong>del</strong>l’Ebro la cultura musteriana e l’uomo di Neandertal si sono<br />

mantenuti fino a ca. 27 ka. L’Ebro sembra aver costituito una vera e propria<br />

frontiera biologica e culturale. Non ci sono stati fenomeni di acculturamento<br />

e una cultura tardo musteriana ha continuato a persistere per diecimila anni.<br />

Dalla caverna di Figueira Brava in Portogallo provengono resti neandertal-<br />

<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />

degli Studi di Milano<br />

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