Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer
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o come conseguenza <strong>del</strong>la diffusione di malattie verso le quali il Neandertal<br />
non aveva difese immunitarie; 3. dopo l’immigrazione <strong>del</strong>l’uomo moderno in<br />
Europa, il suo contatto con le popolazioni neandertaliane determina fenomeni<br />
di acculturamento e di ibridazione o di assorbimento.<br />
La prima ipotesi non è più accettabile alla luce sia dei dati archeologici che<br />
di quelli paleoantropologici. La seconda ipotesi è quella che gode attualmente<br />
<strong>del</strong> maggior numero di sostenitori, ma anche la terza ipotesi contiene elementi<br />
che sembrano trovare conferma nella documentazione archeologica.<br />
Innanzitutto, appare ormai chiaro che non vi è stato un rimpiazzamento<br />
rapido e totale e una scomparsa più o meno improvvisa <strong>del</strong>l’uomo di Neandertal.<br />
Il processo è stato lento e di lunga durata – almeno quindicimila anni – e<br />
differente da una parte all’altra <strong>del</strong>l’Europa. Sulla ricostruzione <strong>del</strong> quadro di<br />
questo processo permangono molti elementi di incertezza, dovuti sostanzialmente<br />
al fatto che le datazioni radiocarboniche anteriori a 30-35 ka non sono<br />
molto affidabili. Si ritiene in <strong>genere</strong> che l’Aurignaciano, a cui è strettamente<br />
associata la diffusione <strong>del</strong>l’uomo moderno, abbia un’origine m<strong>ed</strong>io-orientale e<br />
sia comparso dapprima nell’Europa sud-orientale, a partire da 45 ka: grotte<br />
di Bacho Kiro, livello 11, e di Temnata in Bulgaria e siti di Istallöskó in<br />
Ungheria e di Willendorf in Austria. Le datazioni tra 46 e 40 ka di questi siti<br />
non sono comunque sicure, ad es. il livello 11 di Bacho Kiro è stato datato a<br />
> 43 ka con il 14 C, ma nuove datazioni effettuate con l’AMS hanno fornito<br />
date comprese tra 38 e 34 ka. Comunque tra 40 e 35 ka l’Aurignaciano sembra<br />
essersi diffuso lungo la via danubiana fino all’Europa centrale e dall’area<br />
m<strong>ed</strong>io danubiana all’Italia settentrionale e quindi alla Francia meridionale e<br />
alla Spagna settentrionale (Catalogna e regione cantabrica). A nord e a sud<br />
di questo asse di diffusione est-ovest troviamo complessi culturali, definiti di<br />
transizione tra Paleolitico M<strong>ed</strong>io e Paleolitico Superiore, come lo Szeletiano<br />
nell’Ungheria settentrionale, in Moravia e in Slovacchia; l’Uluzziano nella<br />
penisola italiana; lo Chatelperroniano diffuso in Francia dal sud-ovest fino<br />
allo Yonne. Questi complessi di transizione si sono sviluppati certamente<br />
dai prec<strong>ed</strong>enti complessi musteriani, ma si caratterizzano per la presenza di<br />
aspetti di novità, che possono ricondursi a un influsso esercitato dalla cultura<br />
aurignaciana (ad es. adozione <strong>del</strong>la scheggiatura laminare e comparsa<br />
di oggetti di ornamento).<br />
Cosa sappiamo sulle popolazioni umane dei complessi di transizione e su<br />
quelle dei più antichi complessi aurignaciani? Purtroppo molto poco. L’unico<br />
individuo riferibile con sicurezza allo Chatelperroniano è stato scoperto a<br />
St. Césaire in Francia: datato a 36 ka, è senza dubbio un neandertaliano.<br />
Anche i denti rinvenuti nei livelli chatelperroniani <strong>del</strong>la grotta <strong>del</strong>la Renna<br />
ad Arcy sur Cure sono di tipo neandertaliano. Analogamente alcuni denti<br />
decidui provenienti dai livelli uluzziani <strong>del</strong>la Grotta <strong>del</strong> Cavallo in Puglia<br />
<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />
degli Studi di Milano<br />
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