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Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer

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elevato, volta cranica alta, regioni parietali espanse, occipite arrotondato; la<br />

mandibola presenta il mento, i denti sono moderni per forma e dimensioni.<br />

La capacità cranica è superiore a 1400 cm 3 . Le ossa <strong>del</strong>lo scheletro postcranico<br />

provenienti dallo stesso livello (costole, vertebre, ossa <strong>del</strong>la mano e <strong>del</strong><br />

pi<strong>ed</strong>e, omero, tibia, ecc.) hanno una morfologia completamente moderna.<br />

Il cranio Omo 2, il cui contesto stratigrafico non è sicuro, nonostante la<br />

grande capacità cranica (1430 cm 3 ) ha un aspetto più arcaico per la maggiore<br />

robustezza, l’occipite a chignon, la volta cranica più bassa.<br />

Nel 1999 e poi negli anni 2001-2003 il sito <strong>del</strong> ritrovamento dei crani Omo I<br />

e II è stato nuovamente investigato da un’équipe <strong>del</strong>le università di New York,<br />

<strong>del</strong>lo Utah e di Canberra. Oltre al ritrovamento di altri resti <strong>del</strong>l’inidividuo<br />

Omo I, è stato possibile datare con precisione un livello di ceneri vulcaniche<br />

di poco sottostanti al livello da cui provengono i resti umani, ottenendo una<br />

data di 196 ka. Quindi la data di Omo I e II è intorno ai 190-195 ka, più<br />

antica di quanto finora si riteneva.<br />

Poco tempo prima era stata effettuata un’importante scoperta a Herto<br />

nella regione <strong>del</strong>l’Afar in Etiopia. Da livelli databili a 154-160 ka provengono<br />

un cranio pressoché completo, frammenti di un secondo cranio e un cranio<br />

parziale di un bambino di ca. 6-7 anni. Il cranio completo ha una capacità<br />

di 1450 cm 3 e la sua morfologia appare quasi <strong>del</strong> tutto moderna: il toro<br />

sopraorbitario è poco sviluppato, il frontale è alto, la volta cranica convessa<br />

e arrotondata, mentre l’occipitale forma un angolo.<br />

Pienamente moderni appaiono i resti umani scoperti in alcune grotte intorno<br />

alla foce <strong>del</strong> fiume Klasies (Sudafrica) in un contesto culturale attribuibile<br />

alla Middle Stone Age africana. I resti umani, comprendenti 5<br />

mandibole frammentarie, due frammenti di mascellare, alcuni frammenti di<br />

calotta cranica, denti e resti scheletrici postcranici, provengono dai più antichi<br />

livelli di occupazione, caratterizzati da un’industria litica di débitage<br />

levallois, denominata tipo Pietersburg, e datati all’ultimo interglaciale, ca.<br />

125 – 115 ka, e intorno a 90 ka. Le conchiglie marine provenienti da questi<br />

livelli hanno un rapporto isotopico <strong>del</strong>l’ossigeno (180/160) tipico di acque<br />

molto calde come quelle di un periodo interglaciale. La maggior parte dei<br />

resti umani provengono dai livelli datati verso 90 ka. Le mandibole hanno<br />

un mento chiaramente definito, mentre il frontale è privo <strong>del</strong>lo spesso torus<br />

sopra-orbitario caratteristico <strong>del</strong>l’<strong>Homo</strong> erectus e <strong>del</strong>l’uomo di Neandertal.<br />

Una sepoltura di uomo anatomicamente moderno è stata scoperta nel<br />

1994 a Taramsa, una collina presso Dendera in Egitto, nel corso degli scavi<br />

diretti da Pierre M. Vermeersch, <strong>del</strong>l’università di Lovanio in Belgio. La<br />

località era in età preistorica un centro di estrazione di chert, una varietà di<br />

selce utile per la fabbricazione di strumenti. All’interno di un pozzo, era stata<br />

collocata la sepoltura di un bambino di circa 8-10 anni di età; la posizione<br />

<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />

degli Studi di Milano<br />

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