Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer
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umana anatomicamente moderna e la sua diffusione fuori dall’Africa si considerò un tasso di mutazione del 2-4% ogni milione di anni e di conseguenza l’origine dell’uomo moderno poteva essere collocata tra 140 e 290 ka e la sua uscita dall’Africa tra 90 e 180 ka. Si tratta di stime approssimative e non bisogna trascurare il fatto che se si adotta un tasso di mutazione un po’ più basso l’epoca in cui visse l’Eva africana viene a cadere nel range cronologico dell’Homo erectus e questo potrebbe essere un argomento a favore della teoria della continuità multiregionale. A favore della teoria del rimpiazzamento totale sono intervenuti gli studi sul DNA del Neandertal. Svante Paabo ed altri ricercatori sono riusciti ad estrarre segmenti di DNA dalle ossa di alcuni scheletri di Neandertal e confrontandolo con quello dell’umanità attuale ritengono che la differenza sia tale da dover escludere che Neandertal ed uomo anatomicamente moderno possano aver fatto parte di un’unica specie. La divergenza evolutiva tra Neandertal ed uomo moderno risalirebbe a più di 400 ka. Mentre in Europa i primi resti di uomini anatomicamente moderni – gli uomini di Cro Magnon, nella valle della Vézère in Dordogna e delle grotte dei Balzi Rossi nella Liguria di Ponente, e gli uomini di Mladec e di Velika Pecina in Moravia – venivano fatti risalire a circa 32-28 ka, nel Vicino Oriente le grotte della Palestina hanno restituito sepolture di uomini moderni molto più antiche di quelle europee. Gli scavi condotti da B. Vandermeersch nella grotta di Qafzeh hanno portato alla luce le sepolture di 6 adulti e 8 bambini nei livelli XXII e XXI del vestibolo, caratterizzati da industria litica musteriana. Inizialmente datati tra 59 e 68 ka, successive datazioni con il metodo della termoluminescenza hanno assegnato a queste sepolture un’età compresa tra 100 e 90 ka. Negli anni 1931-1932 furono scoperte le sepolture di 7 adulti e 3 bambini nella grotta di Skhul nel monte Carmelo. Anche in questo caso uomini di tipo moderno, definibili come Proto-Cro Magnon, erano associati a industria musteriana. Già datati verso 55-35 ka, le nuove datazioni assegnano loro un’età compresa tra 93 e 65 ka (ESR) oppure intorno a 119 ka (TL). Le sepolture neandertaliane della Palestina, venute alla luce nelle grotte di Tabun, di Amud e di Kebara, sempre in contesti culturali di tipo levalloisomusteriano o di musteriano evoluto, sarebbero in parte più antiche (Tabun) e in parte più recenti (Amud e Kebara, databili nell’ambito della prima parte della glaciazione würmiana, tra 70 e 45 ka). Sembrerebbe quindi che con il raffreddamento climatico gli uomini moderni abbiano abbandonato la Palestina e vi si siano insediati gli uomini di Neandertal provenienti dall’Europa orientale. Questa ipotesi può essere valida per i Neandertaliani di Amud, datati mediante TL e ESR a 50 ka, e di Kebara, datati mediante TL a 60 ± 4 ka, mentre i Neandertaliani del livello C della grotta di Tabun, già datati con il 14 C a 40,8 e 51 ka, alla luce delle date ESR (100 ka) e TL (170 ka), sembrano Origine ed evoluzione del genere Homo - Dispensa del corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Cattedra di Preistoria e Protostoria, Università degli Studi di Milano 152
molto più antichi. Quindi l’alternanza uomo di Neandertal / uomo moderno si sarebbe verificata più volte nella stessa regione. Per quanto riguarda l’Europa bisogna precisare che le attribuzioni di resti scheletrici di tipo Cro-Magnon ad età aurignaciana non è sicura, trattandosi sempre di vecchie scoperte prive di controllo scientifico. In realtà, anche se tutti i ricercatori sono concordi nel ritenere che l’Aurignaciano sia in trodotto in Europa da uomini anatomicamente moderni, fino ad oggi non vi è una sola sepoltura attribuibile con sicurezza all’Aurignaciano. In Africa orientale e meridionale abbiamo documenti paleontologici e archeologici dell’uomo moderno più antichi che in ogni altra parte del Vecchio Continente. Il cranio KNM-ER 3884, rinvenuto a Ileret nel membro Chari della formazione di Koobi Fora, comprende gran parte dei parietali, dei temporali e dell’occipitale, la regione sopraorbitaria quasi completa e parte della mascella con tutti i denti. Appartenente a un individuo adulto, ha una capacità cranica di ca. 1400 cm 3 . Il toro sopra-orbitario, per quanto non molto forte, è l’unico tratto arcaico, per il resto il cranio ha un aspetto moderno. Dallo stesso livello del cranio proviene un femore (KNM-ER 999), che a parte la sua robustezza, presenta caratteristiche moderne. Le datazioni U-Th e U-Pa effettuate su due frammenti del cranio e sul femore indicano una data tra 250 e 300 ka. Morfologicamente simili al cranio di Ileret sono quelli di Florisbad, nel Sudafrica, e di Laetoli OH 18, in Tanzania. Florisbad è un cranio frammentario attribuito a un soggetto femminile ed è stato recentemente datato mediante ESR a ca. 250 ka. Il cranio di Laetoli proviene dalla formazione di Ngaloba ed è stato datato mediante U-Th al periodo compreso tra 129 e 108 ka. Al periodo compreso tra 200 e 130 ka risale, probabilmente, il cranio frammentario di Eyasi. Uno dei ritrovamenti più importanti per questo periodo cruciale dell’evoluzione del genere Homo è quello fatto nel 1967 nella valle dell’Omo in Etiopia dalla spedizione congiunta franco-americana-kenyota diretta, per quanto riguarda il gruppo kenyota, da Richard Leakey. Negli strati della formazione di Kibish fu rinvenuto un cranio (Omo 1), mentre altri due furono scoperti in superficie. La formazione di Kibish comprende 5 unità numerate da V a I a partire dall’alto. Il cranio Omo 1 è stato rinvenuto nella parte superiore dell’unità I, i cui tufi erano troppo recenti per una datazione U-Th. Le conchiglie di un livello inferiore a quello del cranio sono state datate con la serie U-Th a ca. 130 ka, mentre la parte superiore dell’unità III è al di là delle possibilità di datazione con il radiocarbonio e le conchiglie dell’unità IV sono state datate con il 14 C a 37 ka. Una data tra 130 e 100 ka è quindi possibile per il cranio Omo 1, che presenta caratteristiche moderne: frontale Origine ed evoluzione del genere Homo - Dispensa del corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Cattedra di Preistoria e Protostoria, Università degli Studi di Milano 153
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si sarebbe verificata più volte nella stessa regione.<br />
Per quanto riguarda l’Europa bisogna precisare che le attribuzioni di resti<br />
scheletrici di tipo Cro-Magnon ad età aurignaciana non è sicura, trattandosi<br />
sempre di vecchie scoperte prive di controllo scientifico. In realtà, anche se<br />
tutti i ricercatori sono concordi nel ritenere che l’Aurignaciano sia in trodotto<br />
in Europa da uomini anatomicamente moderni, fino ad oggi non vi è una sola<br />
sepoltura attribuibile con sicurezza all’Aurignaciano.<br />
In Africa orientale e meridionale abbiamo documenti paleontologici e<br />
archeologici <strong>del</strong>l’uomo moderno più antichi che in ogni altra parte <strong>del</strong> Vecchio<br />
Continente.<br />
Il cranio KNM-ER 3884, rinvenuto a Ileret nel membro Chari <strong>del</strong>la formazione<br />
di Koobi Fora, comprende gran parte dei parietali, dei temporali e<br />
<strong>del</strong>l’occipitale, la regione sopraorbitaria quasi completa e parte <strong>del</strong>la mascella<br />
con tutti i denti. Appartenente a un individuo adulto, ha una capacità<br />
cranica di ca. 1400 cm 3 . Il toro sopra-orbitario, per quanto non molto forte,<br />
è l’unico tratto arcaico, per il resto il cranio ha un aspetto moderno. Dallo<br />
stesso livello <strong>del</strong> cranio proviene un femore (KNM-ER 999), che a parte la<br />
sua robustezza, presenta caratteristiche moderne. Le datazioni U-Th e U-Pa<br />
effettuate su due frammenti <strong>del</strong> cranio e sul femore indicano una data tra 250<br />
e 300 ka.<br />
Morfologicamente simili al cranio di Ileret sono quelli di Florisbad, nel<br />
Sudafrica, e di Laetoli OH 18, in Tanzania. Florisbad è un cranio frammentario<br />
attribuito a un soggetto femminile <strong>ed</strong> è stato recentemente datato<br />
m<strong>ed</strong>iante ESR a ca. 250 ka. Il cranio di Laetoli proviene dalla formazione di<br />
Ngaloba <strong>ed</strong> è stato datato m<strong>ed</strong>iante U-Th al periodo compreso tra 129 e 108<br />
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Al periodo compreso tra 200 e 130 ka risale, probabilmente, il cranio frammentario<br />
di Eyasi. Uno dei ritrovamenti più importanti per questo periodo<br />
cruciale <strong>del</strong>l’<strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> è quello fatto nel 1967 nella valle<br />
<strong>del</strong>l’Omo in Etiopia dalla sp<strong>ed</strong>izione congiunta franco-americana-kenyota diretta,<br />
per quanto riguarda il gruppo kenyota, da Richard Leakey. Negli strati<br />
<strong>del</strong>la formazione di Kibish fu rinvenuto un cranio (Omo 1), mentre altri due<br />
furono scoperti in superficie. La formazione di Kibish comprende 5 unità<br />
numerate da V a I a partire dall’alto. Il cranio Omo 1 è stato rinvenuto nella<br />
parte superiore <strong>del</strong>l’unità I, i cui tufi erano troppo recenti per una datazione<br />
U-Th. Le conchiglie di un livello inferiore a quello <strong>del</strong> cranio sono state datate<br />
con la serie U-Th a ca. 130 ka, mentre la parte superiore <strong>del</strong>l’unità III è al di<br />
là <strong>del</strong>le possibilità di datazione con il radiocarbonio e le conchiglie <strong>del</strong>l’unità<br />
IV sono state datate con il 14 C a 37 ka. Una data tra 130 e 100 ka è quindi<br />
possibile per il cranio Omo 1, che presenta caratteristiche moderne: frontale<br />
<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />
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