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Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer

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6.3 Indici di umanità per i Neandertal 148<br />

di crioturbazione nella parte superiore (strati 3-5), hanno restituito industria<br />

litica musteriana. Lo strato 6 ha una datazione radiocarbonica di 43400 ±<br />

1200/1400 BP. Gli strati 2-7 appartengono all’interpleniglaciale (OIS 3). Lo<br />

strato 8 ha restituito industria litica musteriana <strong>ed</strong> ha due datazioni radiocarboniche:<br />

45100 ± 1500/1800 e 46000 ± 2000 BP. La parte più profonda<br />

<strong>del</strong> deposito è attribuibile al periodo tra il primo pleniglaciale würmiano (OIS<br />

4) e l’ultimo interglaciale. Il flauto, scoperto nel 1995, proviene dalla parte<br />

superiore <strong>del</strong>lo strato 8 <strong>ed</strong> è stato rinvenuto a una profondità di 2,7 – 2,8 m<br />

dalla superficie, a 15 m dall’entrata <strong>del</strong>la caverna e a breve distanza da un<br />

focolare, con resti di carboni, ceneri e ossa animali bruciate. Non vi sono<br />

dubbi sulla sua pertinenza al Musteriano e sulla sua datazione.<br />

Il reperto ha una lunghezza di 11,5 cm – la lunghezza originaria doveva<br />

essere intorno ai 14 cm – e conserva ancora due fori circolari intatti e altri<br />

due frammentari alle due estremità. I fori sono regolari <strong>ed</strong> allineati tra loro,<br />

hanno un diametro di 9 mm.<br />

È incerto quale sia la parte prossimale e quella<br />

distale <strong>del</strong>lo strumento a causa <strong>del</strong>le rotture <strong>del</strong>le due estremità. Il centro<br />

<strong>del</strong> primo foro è distante 1,75 cm dal centro <strong>del</strong> secondo foro, che a sua volta<br />

dista dal centro <strong>del</strong> terzo foro 3,45 cm. La distanza tra terzo e quarto foro<br />

è di 2,6 oppure di 3 cm: l’esatta posizione <strong>del</strong> quarto foro è incerta a causa<br />

<strong>del</strong>le lacune <strong>del</strong> reperto. Sulla faccia opposta in corrispondenza <strong>del</strong> terzo<br />

foro si trova un altro foro, conservato solo parzialmente, ma è incerto se si<br />

tratti effettivamente <strong>del</strong> foro <strong>del</strong> pollice. Se così fosse, l’imboccatura <strong>del</strong>lo<br />

strumento andrebbe collocata dalla parte di quello che abbiamo descritto<br />

come quarto foro. In linea generale, la disposizione dei fori corrisponde bene<br />

alla posizione <strong>del</strong>le dita <strong>ed</strong> è <strong>del</strong> tutto verosimile che si tratti <strong>del</strong> più antico<br />

strumento musicale finora ritrovato.<br />

È notevole il fatto che la distanza tra<br />

il secondo e il terzo foro sia il doppio di quella tra il primo e il secondo. In<br />

questo caso avremmo una scala diatonica minore con quattro note: “mi, fa,<br />

sol, la”.<br />

Alcuni autori (Nowell, d’Errico) hanno espresso l’opinione che i fori non<br />

siano stati prodotti dall’uomo, ma dal rosicchiamento <strong>del</strong>l’osso da parte di animali.<br />

A sostegno di questa ipotesi vengono addotti numerosi esempi di ossa<br />

animali che recano fori circolari prodotti dalle morsicature di animali. Tuttavia,<br />

la considerazione che sicuramente tre, ma molto probabilmente quattro<br />

fori sono allineati, che il diametro dei fori è eguale, che la distanza dei fori<br />

corrisponde alla spaziatura di una scala musicale, che nonostante la presunta<br />

masticazione <strong>del</strong>l’osso da parte degli animali non vi sono altri segni che<br />

comprovino questo fatto, rendono questa ipotesi estremamente improbabile.<br />

Un flauto presuppone che i Neandertaliani producessero musica e quindi<br />

poss<strong>ed</strong>essero facoltà di astrazione e simbolizzazione come quelle richieste dal<br />

linguaggio verbale.<br />

<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />

degli Studi di Milano

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