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Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer

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1.1 Dal M<strong>ed</strong>ioevo all’età moderna 10<br />

tizie tramandate dall’Antichità sulle popolazioni barbare e i fatti che erano<br />

stati osservati presso le contemporanee popolazioni “selvagge”.<br />

L’idea che lo stato di natura rappresentasse una condizione originaria<br />

e un tempo comune a tutta l’umanità è ampiamente diffusa nel pensiero<br />

settecentesco insieme al “mito <strong>del</strong> buon selvaggio”.<br />

La cultura illuministica e l’idea di progresso nella storia, le prime concezioni<br />

evoluzionistiche <strong>del</strong>la natura e un nuovo concetto di tempo, prepararono<br />

il terreno favorevole allo sviluppo <strong>del</strong>la ricerca preistorica (cfr. per es. G.L.<br />

Buffon, Les époques de la nature, Parigi 1778, dove si afferma che le pietre<br />

ritenute un tempo cadute dalle nuvole e generate dal fulmine altro non sono<br />

che i primi monumenti <strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong>l’uomo allo stato di natura).<br />

Le esplorazioni e le navigazioni <strong>del</strong>l’età moderna, dal doppiaggio <strong>del</strong> Capo<br />

di Buona Speranza alla scoperta <strong>del</strong>l’America e alla circumnavigazione <strong>del</strong><br />

globo fecero entrare gli Europei in contatto non solo con popolazioni “selvagge”,<br />

ma per la prima volta anche con le scimmie antropomorfe, il gorilla<br />

e lo scimpanzé in Africa centrale, l’orang – utang e il gibbone nel sud – est<br />

asiatico. In realtà gli Europei conoscevano molto male tutte le scimmie, ma<br />

certamente la scoperta <strong>del</strong>le grandi scimmie antropomorfe rivelò per la prima<br />

volta agli Europei animali che mostravano una curiosa <strong>ed</strong> anche imbarazzante<br />

somiglianza con l’uomo, sia dal punto di vista <strong>del</strong>l’aspetto fisico che ancor più<br />

da quello <strong>del</strong> comportamento: le scimmie antropomorfe, infatti, ridono, sono<br />

curiose, manipolano oggetti, giocano e comunicano tra loro, hanno espressioni<br />

di gioia e di collera. Nello stesso tempo ciò che li divide dall’uomo è<br />

molto profondo: non hanno un linguaggio articolato e l’aspetto, pur presentando<br />

molte somiglianze con l’uomo, è comunque troppo “bestiale” per poter<br />

ammettere facilmente un legame di parentela.<br />

Andrew Battell, un marinaio inglese che, fatto prigioniero dai portoghesi<br />

nel 1559 dopo un naufragio, fu costretto ad arruolarsi nelle loro truppe coloniali,<br />

visse per diversi anni presso il fiume Maiombe nell’Africa occidentale.<br />

In un libro apparso soltanto dopo la sua morte, nel 1625, una raccolta di<br />

storie di viaggi pubblicata da Samuel Purchas, viene riportato il racconto<br />

di Battell, che parla – in maniera piuttosto confusa – di due grandi scimmie,<br />

definite come “mostri” pericolosi che vivevano nelle foreste equatoriali.<br />

Nella lingua <strong>del</strong>le popolazioni locali erano chiamati Pongo <strong>ed</strong> Engeco. La<br />

descrizione <strong>del</strong> Pongo, pur contenendo alcune notizie poco verosimili, permette<br />

di identificarlo con il gorilla. Risale al 1641 la prima descrizione di un<br />

orango ad opera <strong>del</strong>’anatomista olandese Nicolaas Tulp e al 1658 quella di<br />

un orango femmina da parte <strong>del</strong> m<strong>ed</strong>ico olandese Jakob de Bondt 11 . Uno<br />

11 G.B. Schaller, L’anno <strong>del</strong> gorilla (1964), Bari 1968, p. 12 sgg.; J.C. Greene, La morte<br />

di Adamo (1959), Milano 1971, p. 211 sgg. e pp. 235-236.<br />

<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />

degli Studi di Milano

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