Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer
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4.5 Ambrona-Torralba 125<br />
6000 m 2 . Dell’équipe facevano parte E. Aguirre per lo studio paleontologico<br />
e K.W. Butzer per quello geologico.<br />
Le formazioni pleistoceniche che racchiudono i resti paleontologici e archeologici<br />
poggiano su marne di età triassica. Vi sono stati distinti tre complessi,<br />
inferiore, m<strong>ed</strong>io e superiore. I complessi m<strong>ed</strong>io e superiore sono sterili dal<br />
punto di vista paleontologico e archeologico e sono separati da quello inferiore<br />
da un suolo rosso di forte spessore, attribuito all’interglaciale Min<strong>del</strong>-Riss.<br />
Il complesso inferiore si articola in quattro unità s<strong>ed</strong>imentarie <strong>del</strong>lo spessore<br />
complessivo di una dozzina di metri. Le unità I e II sono formate da ghiaie,<br />
argille e limi di origine colluviale, l’unità III da marne palustri e l’unità IV da<br />
ghiaie, sabbie e limi. I livelli archeologici sono documentati dalla fase Ic-Id<br />
fino alla fase IVd.<br />
La fauna pubblicata comprende Elephas antiquus, E. trogontherii, Dicerorhinus<br />
hemitoechus, Bos primigenius (pochi esemplari), Equus, Cervus, Rangifer,<br />
Dama, Pr<strong>ed</strong>ama, Felis cf. leo, Canis cf. lupus e molta microfauna (uccelli,<br />
roditori, piccoli mammiferi).<br />
Le analisi palinologiche indicano un paesaggio dominato da Pinus silvestris,<br />
Artemisia e graminacee. Le percentuali di pino variano da livello<br />
a livello, e da 50 o 70% arrivano fino a 90% nelle fasi più temperate. Anche<br />
alcuni resti di legno trovati a Torralba durante gli scavi <strong>del</strong> marchese de<br />
Cerralbo sono di pino.<br />
L’industria litica rinvenuta a Torralba è in selce, quarzite e calcare, più<br />
raramente in calc<strong>ed</strong>onio e diaspro, e comprende un’alta percentuale di bifacciali<br />
e di hacheraux. Le schegge sono per la maggior parte prive di ritocco, vi<br />
sono raschiatoi laterali, grattatoi, lame ritoccate, perforatori e qualche caso<br />
di bulino. Il rapporto strumenti su scheggia – bifacciali è di 3 a 1. I nuclei<br />
sono rari. Sembra quindi che gli strumenti fossero confezionati altrove e<br />
portati dagli uomini sul sito.<br />
La maggior parte dei bifacciali sono stati fabbricati con la tecnica <strong>del</strong>la<br />
percussione diretta, ma sono stati osservati anche diversi casi di bifacciali<br />
rifiniti con la tecnica <strong>del</strong> percussore tenero. La forma più comune dei bifacciali<br />
a Torralba e ad Ambrona è quella amigdaloide con l’estremità distale<br />
irregolare. In entrambi i siti il numero degli hacheraux è superiore a quello<br />
dei bifacciali.<br />
Alcune ossa sono state <strong>del</strong>iberatamente scheggiate per farne degli strumenti.<br />
Negli scavi Cerralbo sono stati raccolti diversi frammenti di legno<br />
lavorato. Uno, conservato per la lunghezza di 1,5 m, ha l’estremità appuntita<br />
e una sezione rettangolare <strong>del</strong>lo spessore di 2 cm, altri frammenti hanno<br />
sezione piatta o piano-convessa. Secondo Cerralbo un frammento di legno<br />
con la punta indurita dal fuoco sarebbe stato trovato dentro le ossa di un<br />
elefante.<br />
<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />
degli Studi di Milano