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Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer

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4.2 L’<strong>Homo</strong> erectus in Asia 108<br />

mandibole<br />

località anno sigle vecchie denominazioni<br />

K<strong>ed</strong>ung<br />

Brubus<br />

1890 P A<br />

Sangiran 1936 P B S 1 Pithecanthropus erectus<br />

Sangiran 1939 S 5 Pithecanthropus dubius<br />

Sangiran 1941 M A S 6 Meganthropus palaeojavanicus<br />

Sangiran 1952 M B S 8 Meganthropus palaeojavanicus<br />

Sangiran 1960 P C S 9<br />

Sangiran 1973 P E S 21<br />

Sangiran 1973 P F S 22<br />

Tabella 4.3 Specchietto riassuntivo dei principali reperti di Giava (mandibole).<br />

presenta due fratture parallele, che possono dare questa impressione, ma la<br />

presenza di un forte toro angolare sembra escludere una cresta sagittale),<br />

un toro occipitale fortemente sviluppato, una volta cranica larga e piatta. Il<br />

frammento di mandibola S 6 ha un’altezza e una robustezza fuori <strong>del</strong> comune<br />

per un membro <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong>, ma per il resto la morfologia è tipicamente<br />

umana (la dimensione relativa dei denti, come ad es. P4, tra l’altro con una<br />

sola radice, è la metà di M1, presenza di un rudimentale tuberculum geniale,<br />

una spina per l’inserzione dei muscoli che regolano i movimenti <strong>del</strong>la lingua,<br />

compresi quelli che consentono il linguaggio).<br />

I resti di Ominidi provenienti dagli strati superiori <strong>del</strong>la formazione di<br />

Pucangan (ca. 1,4 – 0,9 Ma), dal Grenzbank e dalla formazione di Kabuh<br />

(ca. 0.9 – 0,5 Ma) costituiscono lo stadio classico <strong>del</strong>l’<strong>Homo</strong> erectus di Giava.<br />

La forma <strong>del</strong> cranio presenta una volta lunga e appiattita, un frontale<br />

sfuggente, un occipitale nettamente angoloso con un forte toro trasversale,<br />

una carena sagittale, linee temporali alte, larghezza massima spostata verso<br />

il basso e verso la parte posteriore <strong>del</strong> cranio, profilo a tenda in norma occipitale,<br />

e infine un forte toro sopra-orbitario con restringimento post-orbitario<br />

<strong>del</strong> frontale e contorno birsoide <strong>del</strong> cranio in norma verticale. Soltanto S<br />

17 conserva quasi completamente le ossa <strong>del</strong>la faccia, mentre S 4 comprende<br />

la parte posteriore <strong>del</strong> cranio e il mascellare e gli si potrebbe adattare la<br />

mandibola S 1. Il mascellare S 4 presenta tratti primitivi come il diastema<br />

tra canino e incisivo, il secondo molare maggiore <strong>del</strong> primo (ma il terzo è più<br />

piccolo), il canino sporgente dalla fila dei denti. Le capacità craniche sono<br />

riportate nella tabella 4.4.<br />

Lo stadio più evoluto comprende i crani di Sambungmacan 1 e 3, quello di<br />

Nagwi, tutti senza preciso contesto geologico, e gli undici crani di Ngandong,<br />

<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />

degli Studi di Milano

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