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Origine ed evoluzione del genere Homo - ArcheoServer

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4.1 <strong>Homo</strong> ergaster ovvero i più antichi <strong>Homo</strong> erectus africani 97<br />

considerevolmente più antica di tutti quelli in prec<strong>ed</strong>enza conosciuti.<br />

In seguito alcuni studiosi hanno ritenuto che queste più antiche forme<br />

di <strong>Homo</strong> erectus presentassero differenze rispetto agli esemplari asiatici tali<br />

da giustificare la loro attribuzione a una specie distinta denominata <strong>Homo</strong><br />

ergaster, limitando quella di <strong>Homo</strong> erectus ai soli fossili asiatici, in base ai<br />

quali il taxon fu definito per la prima volta. Inoltre, anche i reperti europei<br />

attribuiti in un primo tempo a <strong>Homo</strong> erectus, come la mandibola di Mauer, il<br />

cranio e le mandibole <strong>del</strong>l’Arago o i reperti frammentari di Bilzingsleben, sono<br />

stati attribuiti a una specie distinta, che riprende la vecchia denominazione<br />

originariamente creata per la mandibola di Mauer, <strong>Homo</strong> hei<strong>del</strong>bergensis. A<br />

questa ulteriore suddivisione hanno contribuito anche le nuove importanti<br />

scoperte di Atapuerca in Spagna.<br />

Quindi, mentre un tempo si riunivano molti fossili asiatici, africani <strong>ed</strong><br />

europei in una sola specie, ora vengono attribuiti a tre specie distinte di<br />

<strong>Homo</strong>: ergaster, hei<strong>del</strong>bergensis <strong>ed</strong> erectus. Al contrario, secondo altri autori<br />

le differenze tra reperti africani e asiatici sono espressione di una varietà<br />

geografica di una m<strong>ed</strong>esima specie.<br />

4.1 <strong>Homo</strong> ergaster ovvero i più antichi <strong>Homo</strong> erectus africani<br />

Lasciando da parte le molteplici e diversificate opinioni sulla tassonomia <strong>del</strong>l’<strong>Homo</strong><br />

erectus, è certo il fatto che esso costituisce il secondo grande stadio<br />

evolutivo <strong>del</strong> <strong>genere</strong> umano, per il quale erano in passato di uso corrente varie<br />

denominazioni, tutte equivalenti come protoantropi, arcantropi, pitecantropi.<br />

Fino a poco tempo fa si pensava che le forme più arcaiche di <strong>Homo</strong> erectus<br />

derivassero dall’<strong>Homo</strong> habilis, oggi si conoscono fossili attribuiti ad <strong>Homo</strong><br />

erectus che sono antichi quanto l’<strong>Homo</strong> habilis e quindi questa derivazione<br />

viene messa in dubbio.<br />

I primi rappresentanti di una nuova specie <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> successiva<br />

al rudolfensis e solo in parte anche all’habilis sono conosciuti finora soltanto<br />

nella regione <strong>del</strong> lago Turkana in un periodo che è compreso tra l’episodio <strong>del</strong><br />

reversal magnetico di Olduvai (1.87 – 1.67 Ma) e il tufo Okote datato a 1,57<br />

/ 1,48 Ma. Questi resti di Ominidi umani sono stati rinvenuti nel membro<br />

superiore <strong>del</strong>la formazione di Koobi Fora nell’East Turkana, che è divisa dal<br />

membro inferiore dal celebre e controverso tufo KBS, correlabile grazie alle<br />

date radiometriche e al paleomagnetismo con l’episodio di Olduvai. Al tetto<br />

<strong>del</strong> membro superiore si trovano i tufi di Karari a Koobi Fora e di Chari a<br />

Ileret, che sono stati datati a 1.32 ± 0.10 e 1.22 ± 0.01 Ma <strong>ed</strong> è in questo<br />

intervallo che sono compresi alcuni reperti come KNM-ER 3833 e a Olduvai<br />

OH 9.<br />

<strong>Origine</strong> <strong>ed</strong> <strong>evoluzione</strong> <strong>del</strong> <strong>genere</strong> <strong>Homo</strong> - Dispensa <strong>del</strong> corso di Preistoria modulo A c○ 2007 Catt<strong>ed</strong>ra di Preistoria e Protostoria, Università<br />

degli Studi di Milano

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