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Tesi dottorato Transborder Policies Chiara Barison.pdf - OpenstarTs ...

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africano è difficile trovare un caso più aberrante di quello della<br />

Casamance, tagliato dal resto del Senegal dalla presenza gambiana, ex<br />

colonia britannica. Questa regione a Sud del Senegal si trova<br />

completamente schiacciata tra il Gambia a Nord e la Guinea Bissau a<br />

Sud. Una tale situazione geografica non può che favorire l'isolamento e la<br />

crescita nella popolazione locale di un sentimento di abbandono rispetto<br />

alle altre regioni. A contribuire alla marginalizzazione della Casamance<br />

anche l'assenza di mezzi di comunicazione adeguati con il resto del<br />

paese, specie durante il periodo coloniale. La Casamance è infatti la sola<br />

regione del paese senza rete ferroviaria e questo perché non è stata mai<br />

una regione di produzione arachidiera. La ferrovia fu non a caso costruita<br />

dai francesi solo per rispondere ai loro bisogni economici legati allo<br />

sfruttamento della cultura dell'arachide. E fu questa ferrovia che favorì la<br />

mobilità dei senegalesi di ogni etnia, contribuendo tra l'altro a rinforzare<br />

l'unità nazionale. Ovunque, tranne in quell'unica regione in cui la ferrovia<br />

non arrivò mai. Ciò spiega d'altronde come le popolazioni di<br />

Tambacounda, nel Senegal orientale, dove invece la ferrovia arrivò, che,<br />

seppur periferiche, non sono mai state tagliate e isolate rispetto al resto<br />

del Senegal. Certo, numerosi sono stati gli sforzi compiuti<br />

dall'indipendenza in poi per cercare di riavvicinare la Casamance al resto<br />

del paese ma la nave e il trasporto via auto non sono mai riusciti ad avere<br />

il ruolo di primo piano che ebbe la ferrovia durante l'epoca coloniale.<br />

Inoltre la Casamance ha avuto per anni uno statuto giuridico particolare<br />

oltre che un regime specifico distinto dalle altre regioni della colonia<br />

senegalese: essa fu amministrata da un comandante particolare mentre il<br />

resto del Senegal fu amministrato da un governatore. Nel 1882 il Senegal<br />

fu diviso in otto circoscrizioni: sette cerchi e un unico distretto, la<br />

Casamance. Un'organizzazione che faceva pensare ad una colonia<br />

indipendente, in più che questa regione era dotata di una certa<br />

indipendenza finanziaria. Fu solo nel 1939 che la Casamance fu<br />

accorpata al regime amministrativo a cui le altre regioni erano vincolate.<br />

Quest'ambiguità portata avanti da uno statuto differente, fu un argomento<br />

a cui i separatisti si aggrapparono per rivendicare l'indipendenza della<br />

regione. Per l'abbate Diamacoune, il pensatore del movimento<br />

separatista, “La Casamance, nonostante fosse una possessione coloniale,<br />

non è mai stata integrata alla colonia del Senegal; le popolazioni della<br />

Casamance non sono mai state consultate, né dal potere coloniale, né dal<br />

governo senegalese, per scegliere tra le tre sole soluzioni possibili:<br />

l'integrazione totale al Senegal, una federazione o una confederazione,<br />

l'indipendenza. A queste condizioni la Casamance non può che prendere<br />

un'indipendenza che le spetta, specie dopo vent'anni di esperienza d'unità,<br />

il cui bilancio è disastroso”. 105<br />

Quello che viene definito come il problema della Casamance è in realtà<br />

un problema diola, o meglio, un irredentismo diola. I diola rappresentano<br />

un terzo della popolazione della regione e, soprattutto, visto dall'esterno,<br />

sono essi che rappresentano la regione, al di là di ogni dato statistico o<br />

numerico. All'interno della società senegalese questo specifico gruppo<br />

etnico ha un profilo socio-culturale particolare: una società senza ordini,<br />

caste, schiavi, esente da qualsiasi forma di organizzazione politica<br />

gerarchizzata o strutturata. Una grande differenza rispetto alle società<br />

Wolof, Peul o Mandinga, esattamente il contrario.<br />

105 M. Diouf, Sénégal, les Etnies et La Nation, Les Nouvelles Editions Africaines, Dakar, 1998, p. 200.

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