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5. LA CASAMANCE E IL CONFLITTO DIMENTICATO
Casamance (fonte www.google.sn)
Questi ultimi anni sono stati anni particolarmente difficili dal punto di
vista politico, specie per il Senegal. Nel Nord e nel Nord-Est del paese,
due stati vicini e frontalieri, la Mauritania e il Mali sono stati e sono a
tutt'oggi vittime di ricorrenti attacchi terroristici attribuiti ad alcune
fazioni dell'AQMI (una branca di AL QAIDA in Maghreb), mettendo il
Senegal di fronte al problema della lotta al terrorismo islamico. Dall'altro
lato si annoverano i problemi politici in Costa D'Avorio dopo le elezioni
perse di L. Gbagbo, l'instabilità politica della Guinea e della Guinea
Bissau e, non da ultimo, il problema mai risolto del sud del paese, nella
regione della Casamance, a cui oggi vanno aggiunte le tensioni (peraltro
non nuove) con il Gambia, accusato di essere il primo fornitore di armi
dei ribelli del movimento delle forze democratiche (MFDC). Da ogni
angolatura e direzione il paese si trova dunque schiacciato da situazioni
di guerriglia e di instabilità politica di difficile gestione. Da dove partire?
Su quale campo agire? E che strategia applicare? Militare o diplomatica?
C. A. Diop, il grande scienziato e antropologo senegalese insegnava che
la sicurezza dovrebbe precedere lo sviluppo e allora, il caso della
Casamance diventa davvero emblematico, non solo perché esso è la
rappresentazione concreta dei danni creati dalla spartizione coloniale, ma
anche perchè dimostra come l'instabilità ormai diventata normale,
quotidiana, impedisca il reale sviluppo di un territorio, quello senegalese,
che avrebbe in sé tutte le potenzialità per la sussistenza e il
miglioramento.
Come si diceva, i confini arbitrariamente tracciati nel periodo coloniale
non hanno mai smesso di generare problemi. E in tutto il continente