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INTRODUZIONE<br />

SOPHIE E BINTA. LA COSTRUZIONE DELL'IDENTITÀ E IL<br />

PROBLEMA DELL'INTEGRAZIONE AFRICANA<br />

Cité Fadia, Dakar, Senegal 2010<br />

Astou è una ragazza senegalese, ha 22 anni e da poco si è sposata con<br />

Thierno, cugino di secondo grado. Ha avuto due gemelle, Sophie e Binta,<br />

due belle bambine, sane e robuste. Poco lontano, nello stesso quartiere,<br />

abita Alimatou, la sorella maggiore di Astou che di anni ne ha 24.<br />

Alimatou è bella, longilinea e dai lineamenti dolci. Ha tutto per piacere.<br />

Purtroppo dopo tre anni di matrimonio, ancora nessun bambino è arrivato<br />

ad allietare le giornate di Alimatou e Lamine, suo marito.<br />

Culturalmente il matrimonio e la famiglia sono dei traguardi importanti<br />

nella vita di una donna senegalese. Non avere figli è considerata una<br />

menomazione, un handicap che viene risolto in due modi, o con il<br />

matrimonio del marito con un'altra o più mogli o con la cessione, da parte<br />

di un parente, di uno dei proprio figli.<br />

Astou, a conoscenza del dolore della sorella e delle voci di quartiere, che<br />

vedono nell'infertilità il non essere una buona moglie, decide così di<br />

affidarle Binta, una delle sue gemelle, affinché sia lei a crescerla.<br />

Passano così i mesi, le stagioni, gli anni e mentre Sophie cresce con<br />

Astou e il marito Thierno, Binta cresce a casa della sorella della madre,<br />

Alimatou.<br />

Astou e Alimatou, come spesso accade nella cultura senegalese, vivono a<br />

casa della famiglia del marito. Nel caso di Astou una famiglia diola; nel<br />

caso di Alimatou, una famiglia pulaar. In entrambe le famiglie si parlano<br />

le lingue delle rispettive etnie di appartenenza, il diola e il pulaar. Il<br />

wolof la lingua collante che lega le due famiglie.

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