Tesi dottorato Transborder Policies Chiara Barison.pdf - OpenstarTs ...
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ispondeva ai criteri forgiati in Occidente. Il ruolo stesso di confine era<br />
diverso. Nell'Africa antica infatti le società politiche erano limitate. Il<br />
confine non era semplicemente una linea tracciata sulle carte per<br />
delimitare uno o più stati. Un capo, fosse esso di lignaggio, villaggio,<br />
provincia o stato, sapeva bene che al di là di certi limiti la sua autorità<br />
non aveva più nessun effetto sulle persone. Le relazioni di un gruppo<br />
implicavano un insieme di relazioni diversificate e complesse. Non è<br />
possibile infatti ridurle ad una gerarchizzazione verticale di tipo<br />
piramidale con il semplice riconoscimento di un unico potere superiore.<br />
La collettività africana si affermava come tale attraverso almeno tre<br />
differenti tipologie di relazione con l'esterno:<br />
Le relazioni di lignaggio fondate sui legami familiari, sia reali che<br />
ricostruiti socialmente o attraverso la mitologia;<br />
relazioni politiche propriamente dette, dov'era possibile<br />
riconoscere un'autorità territoriale ben gerarchizzata;<br />
relazioni di dipendenza personale di tipo orizzontale (di lignaggio<br />
in lignaggio, di villaggio in villaggio) o di tipo verticale, dalla semplice<br />
unità familiare o di villaggio fino all'autorità superiore, passando per<br />
stadi intermedi (capi tribù o di villaggio, per esempio). Ciò non impediva<br />
ai capi di rivendicare un territorio e dunque di cercare periodicamente di<br />
spostare i confini”. 47<br />
In questo preciso momento storico il confine era essenzialmente una zona<br />
al contempo di contatto, di scambio, di rivalità; e differenti confini erano<br />
riconosciuti come tali dallo stesso popolo. In epoca precoloniale in Africa<br />
esistevano dunque già degli stati nazionali come lo stato del Daxomé,<br />
quello degli Ashanti, il regno di Kongo e altri piccoli stati dove esisteva il<br />
concetto di centralità del potere.<br />
L'Africa aveva dunque costruito come altrove delle nazioni e non solo<br />
delle tribù. Le società che vi abitavano, come dalle altre parti, erano sulla<br />
via di una lenta espansione della loro influenza. Queste nazioni vennero<br />
definite costruzioni nazionali per poi essere ribatezzate, secondo il<br />
vocabolario coloniale, con il nome di etnie.<br />
Questi normali processi storici non hanno potuto compiersi però<br />
naturalmente a causa di invasioni ed interventi pre-coloniali prima e<br />
coloniali poi, che ebbero la presunzione di costruire nuovi stati<br />
soffocando di volta in volta gli sforzi interni.<br />
A partire dalla fine del XIX secolo infatti, videro la luce nuove forme di<br />
stato: quelle di formazione marabuttica, teocrazie o autocrazie. Queste<br />
forme di stato nascenti spazzarono via le forme più antiche, formate da<br />
comunità storiche, culturali ed economiche differenti. I confini, mai<br />
nettamente definiti divennero sempre più mobili, a seguito<br />
dell'espansione di uomini e di flussi religiosi ed economici. Il principio<br />
restava lo stesso: il territorio dominato da un sovrano si definiva in base<br />
al potere esercitato da quest'ultimo sui suoi sudditi e non in base ad uno<br />
spazio stabilito o dato. Più numerose erano le persone sotto il controllo<br />
della sovranità, più il territorio era vasto; più le sue truppe si riducevano,<br />
a causa di guerre, invasioni, calamità naturali o epidemie, meno il suo<br />
potere era effettivo al di là di quegli uomini che gli riconoscevano<br />
l'autorità di capo.<br />
47 C. Coquery-Vidrovitch, Historie et perception des frontières en Afrique du XII au XX siècle in Le frontiere<br />
in Africa dal XII al XX secolo, conferenza UNESCO, Bamako, 1999.