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1.4. LA POLITICA
L'argomento politica è stato affrontato tramite l'analisi e la discussione di
quattro figure di riferimento a livello culturale e politico sia per il
Senegal che per il Gambia: Leopold Sedar Senghor, Cheikh Anta Diop,
Abdoulaye Wade e Yahya Jammeh. Delle venticinque interviste fatte a
senegalesi, interessante notare come ci sia una divisione netta tra chi è
pro e chi è contro il primo di questi personaggi chiave, Leopold Sedar
Senghor, il primo presidente del Senegal indipendente.
Quattordici degli intervistati hanno infatti descritto Senghor in maniera
negativa, considerandolo come un mero prodotto coloniale ed attribuendo
a lui la causa e l'origine dell'abilità tutta senegalese nella negoziazione e
nell'arte del “fregare”, andando a confermare un'ipotesi lanciata dalla
presente ricerca che affermava l'esistenza di una vera e propria campagna
denigratoria contro il grande poeta e scrittore senegalese, nata soprattutto
da una lettura superficiale dei suoi scritti e da un'analisi altrettanto
superficiale delle sue scelte politiche. Tra gli scettici Amadou, 28 anni:
Senghor, io lo prendo a due livelli. Ad un certo livello Senghor ha fatto molte cose, ha
permesso al Senegal di essere conosciuto a livello internazionale, ma ad un altro livello ha
impedito anche di passare ad una tappa superiore. Basta guardare dove siamo oggi. Una volta
eravamo uno dei paesi più influenti dell'Africa occidentale. Oggi prendi la Costa d'Avorio, è
decisamente più avanzata rispetto a noi e credo che in un certo senso Senghor abbia
influenzato in negativo. Voglio dire, lui si è battuto a livello culturale, costruendo teatri,
promuovendo il canto, la poesia, la danza ma dimenticando che lo sviluppo di un paese passa
anche attraverso lo sviluppo economico. Avrebbe forse dovuto costruire dei porti, altre
università, sviluppare la ricerca e la scienza. Invece non lo ha fatto e le conseguenze le stiamo
pagando fino ad oggi (Intervista ad Amadou, 18 maggio 2010, Dakar).
Diretta e secca l'affermazione di Cheikh, 36 anni, manager:
Senghor, il poeta, ci ha galvanizzato all'interno della nostra africanità (Intervista a Cheikh, 23
settembre 2010, Dakar).
Alioune addirittura attribuisce a Senghor la perdita della cultura
tradizionale dei senegalesi:
La politica di Senghor altro non è stata che un prolungamento della politica coloniale
francese. Lui stesso è un prodotto francese e credo che lui abbia contribuito solo a far perdere
la cultura propria dei senegalesi (Intervista ad Alioune, 17 aprile 2010, Dakar).
Abdoul parla invece di concetti surclassati e retrogradi:
Per me parlare di Senghor è una perdita di tempo. Trovo che il concetto di negritudine sia
ormai surclassato e retrogrado e credo che la sua influenza sia stata soprattutto a livello
culturale, le persone si sono avvicinate più alla filosofia e alla poesia che alle scienze esatte e
che abbiano imparato l'arte della diplomazia, poi sfociata in una specie di abilità nel “fregare”
l'altro (Intervista ad Abdoul, 15 maggio 2010, Thiès).
Demba riassume nel suo breve discorso il pensiero di tanti senegalesi che
associano alla figura di Senghor le caratteristiche negative che sembrano
oggi avere proprio i senegalesi in questione:
Wow! Wow! Wow! Mi stai chiedendo un corso universitario. Io ho solo la licenza superiore!
Vero è che sono appassionato di storia. Senghor è stato un vero e proprio prodotto della
colonizzazione. Il suo ruolo altro non è stato che quello dell'intermediario tra il colonizzatore