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Tesi dottorato Transborder Policies Chiara Barison.pdf - OpenstarTs ...

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esisteva ben prima della colonizzazione, in Africa. E prima degli europei l'Africa è stata colonizzata dagli<br />

arabi, in tanti lo dimenticano. Io dico che quello che ci ha lasciato la colonizzazione non sono altro che<br />

guerre, sono gli europei che ci vendono le armi, venendo poi a giocare ai pompieri, ovunque dove<br />

l'Europa ha messo mani c'è guerra. Io credo che la colonizzazione ha creato molti più problemi rispetto al<br />

positivo che ha apportato perché dicono che senza non avremmo mai vissuto bene e non è vero. Se vai nei<br />

villaggi troverai che ci sono africani che non conoscono Internet, Facebook ecc. e che vivono bene, anche<br />

meglio di noi, sono felici e allora, forse bisognerebbe rivedere il concetto di benessere, cos'è e qual'è e se<br />

è giusto esportare un concetto che vale per un paese e una cultura, in tutto il mondo. [….] Questo è quello<br />

che crea innumerevoli problemi oggi. Io posso parlare bene di questo argomento perché abito in un<br />

quartiere dove la colonizzazione e la presenza francese sono ancora forti e vive. Io vivo a Quakam, non<br />

lontano dal centro. Qui è pieno di scuole francesi, la base militare francese, e ovunque i bianchi sono<br />

quasi di più dei neri. Oggi non possiamo davvero parlare di indipendenza. Durante il periodo di elezioni<br />

la Francia influenzerà l'andamento delle elezioni stesse e così in tutte le decisioni che riguardano l'Africa.<br />

Tiken Jah Fakoly, un cantante reggae molto apprezzato ha coniato il termine Françafrique che esprime<br />

tutto. L'Africa dipende a tutt'oggi dalle decisioni dell'Europa. Prima di tutto abbiamo dei presidenti<br />

francesi e non senegalesi. Non sono lì per il popolo, sono lì per eseguire gli ordini che arrivano<br />

dall'Europa, così fu Senghor, così è Wade (Intervista ad Amadou, 18 maggio 2010, Dakar).<br />

Di diverso parere Mamadou che invece sembra essere meno critico<br />

rispetto al periodo coloniale e all'influenza francese in Senegal:<br />

(Umm) è una domanda trabocchetto. Io sono Senghoriano per certi aspetti e Cheikh antista<br />

per altri. Senghoriano perché sono d'accordo nel dire che la cultura europea ci ha apportato<br />

qualcosa, d'accordo con il suo pensiero rispetto alla costruzione di una civiltà dell'universale.<br />

Ma dall'altro lato i coloni hanno apportato anche un altro modo di pensare, di vedere le cose<br />

(pausa) – aspetta devo verificare le parole che voglio utilizzare, è un argomento delicato e in<br />

tanti, troppi sono sensibili rispetto a ciò e rischio di dire cose che non piacciono ai più per<br />

questo non voglio che prendi immagini mie- dunque, secondo Senghor la colonizzazione è<br />

stato un male necessario. In tanti l'hanno criticato, tanti senegalesi l'hanno criticato proprio<br />

per questo. Césaire, lui, affermava altro, lui rifiutava l'assimilazione, ma c'è uno scarto tra i<br />

due. Senghor non parlava di essere assimilati, bensì di assimilare dall'altro. Le critiche<br />

nascono da una non comprensione del pensiero senghoriano. [….] Quando io ho una cultura,<br />

ho un modo di vedere, ho un modo di fare, ho un modo di pensare, se arrivi tu e mi imponi un<br />

altro modo di pensare, di fare e di vedere, questo è un male ma è necessario nelle misura in<br />

cui bisogna riuscire ad evolversi. Senghor lui aveva capito che c'è un dinamismo<br />

dell'universo, un dinamismo della civilizzazione, un dinamismo della cultura. Niente è statico.<br />

La cultura al singolare è un concetto morto ormai da tempo. Non esistono frontiere nella<br />

cultura. Non puoi dire: “Questa è la mia cultura”, stabilirti dentro a confini e restare isolato<br />

all'interno di ciò che tu stesso hai definito confini della tua cultura. Questo è un modo di<br />

pensare assolutamente negativo. Ora se chi viene in contatto con noi ha un modo di vedere<br />

migliore perché non imparare dal nuovo. La cultura è dinamismo, se non ti evolvi allora sei<br />

destinato a fossilizzarti, bisogna riuscire a partecipare al cambiamento del proprio tempo. Se<br />

nel cambiamento che si ha nell'incontro con l'altro è positivo, se il punto finale è migliore<br />

rispetto al punto di partenza, allora davvero non ci vedo nulla di male. Questa era l'idea di<br />

Senghor e io credo nella sua idea della civilizzazione dell'universale, l'incontro tra il dare e il<br />

ricevere, il meticciato culturale e il meticciato biologico al di là di tutti i sogni. Il futuro è<br />

questo e Senghor aveva visto lontano, non vi sono più confini tra le culture, tante infatti sono<br />

le culture e tra tutte queste culture dobbiamo arrivare alla sintesi di una cultura migliore. Non<br />

allo shock culturale, io non credo a questo. La colonizzazione in quanto “male necessario” è<br />

questa l'idea. La colonizzazione ci ha apportato cose positive come cose negative. […..] Io ho<br />

avuto la fortuna di poter girare molti tra i paesi anglofoni e francofoni e ho potuto compararli.<br />

innanzitutto, due erano i sistemi adottati dalle potenze coloniali. I francesi avevano una<br />

gestione diretta, per loro importante era l'assimilazione; per gli inglesi invece era diverso.<br />

Loro avevano un modello di gestione indiretta, il potere era decentralizzato e affidato ai capi<br />

villaggio o di quartiere. Gli inglesi lasciavano la libertà di condurre. E anche nel modo di<br />

pensare si riscontrano delle differenze. Il modo di pensare dei paesi anglofoni non è lo stesso<br />

che in Senegal o in Mali, per esempio. Il Senegal e il Mali sono praticamente identici per<br />

modi di fare, pensare, gestire l'amministrazione. Nei paesi anglofoni non è la stessa cosa, lì è<br />

tutto più dritto, ordinato. Qui c'è il sistema politico francese, le persone amano parlare e<br />

parlare ma non fare. E forse questo è il prodotto di come i coloni hanno condotto la politica<br />

nel periodo coloniale (Intervista a Mamadou, 15 agosto 2010, Kaolack).<br />

Anche Nabou, gambiana, afferma che il differente sistema coloniale<br />

messo in atto abbia contribuito a creare una differente mentalità tra<br />

senegalesi e gambiani:<br />

La colonizzazione è stata la cosa peggiore che poteva capitare al continenta africano. è stato l'incubo<br />

peggiore di tutti noi africani, incubo che purtroppo ancora si protrae in diverse forme di neo colonialismo.<br />

È una delle cause originarie del sottosviluppo del continente e che ha creato una forma di alienazione<br />

culturale degli africani tutti ma dei senegalesi in particolare. Lo scrittore keniota Ngugi Wa Thiong l'ha

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