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1.1. LA DIMENSIONE CULTURALE
Da un punto di vista musicale le interviste tendono a confermare le
ipotesi lanciate dalla presente ricerca, ovvero la tendenza dei due paesi ad
avere una preferenza per due differenti culture urbane. Il Senegal appare
un paese in cui la cultura dell'hip hop ha attecchito forte, a tal punto da
avere influenzato le giovani generazioni mentre in Gambia è la cultura
rastafari che ha monopolizzato il paese. Dei venticinque senegalesi
intervistati, la maggioranza ha risposto che il genere musicale preferito è
il rap ma è da notare che questa stessa maggioranza ha anche affermato
di apprezzare il reggae. Solo due degli intervistati hanno espresso un
cambiamento successivo rispetto al passato, periodo nel quale
sembravano preferire, come la maggioranza degli intervistati, il rap.
Come Dideret, archeologo che così afferma:
Ascolto la musica peul, lo mbalax, il rap e il reggae. Quindici anni fa ero davvero dentro la
musica rap, adesso, con la commercializzazione globale di questo genere, mi fa un pò meno
effetto (Intervista a Dideret, 10 settembre 2010, Kaolack).
Dello stesso pensiero Abdoul, 28 anni:
Ascolto principalmente il reggae anche se un tempo preferivo il rap. Il rap di oggi non mi
piace ma ho un grande rispetto della cultura hip hop delle origini (Intervista ad Abdoul, 15
maggio 2010, Thiès).
Uno solo dei venticinque intervistati senegalesi ha invece ammesso di
non amare il rap, Cheikh, 65 anni, professore in pensione:
Adoro la musica, in Senegal è difficile trovare qualcuno che non abbia una passione forte per
un genere musicale. Da buon senegalese amo lo mbalax e la salsa. Prima del rap e, ancora
prima del reggae, era la salsa il genere preferito dei senegalesi. In tanti riempivano le sale da
ballo per scatenarsi a ritmo delle musiche caraibiche. In tutta onesta, quando posso, io le
frequento ancora. Per quanto riguarda il rap è evidente che sia un genere che in Senegal ha
attecchito in maniera forte, credo perché abbia dato voce a chi voce prima non ne aveva. Un
megafono per esprimere la propria rabbia e la propria frustrazione verso un sistema politico
che ha abbandonato i giovani (Intervista a Cheikh, 17 gennaio 2011, Dakar).
Per quanto riguarda i venticinque gambiani intervistati, ventitré hanno
ammesso che il loro genere preferito è il reggae anche se di questi
ventitré, sedici hanno anche precisato che ascoltano altri generi musicali,
tra cui lo mbalax. Tra chi ha ammesso di amare il reggae, solo dieci
hanno detto di amare anche il rap che appare un genere in secondo piano.
Solo due degli intervistati sembrano andare contro corrente, come
Alimatou, 27 anni che così dice:
Qui in Gambia tutti ascoltano reggae, non c'è posto dove vai dove non si senta questa musica.
Il Gambia è stato associato al reggae che qui vuol dire, fumare spinelli. A me non piace questa
associazione, ci danneggia e danneggia l'immagine del paese all'estero. Guarda i turisti che
vengono, sono per la maggior parte vecchie europee alla ricerca di giovani rasta con cui
divertirsi, bere e fumare. Non ne posso davvero più. Per noi donne è difficile, i nostri uomini
sono diventati rasta o aspirano a diventarlo anche se della cultura rastafari non sanno nulla, è
diventata una specie di moda o se vuoi, chiamalo pure “investimento”, pensano che così
troveranno facilmente una toubab da sposare. Ecco perché io non ascolto reggae. Preferisco il
rap, l'hip hop. Quando vado in Senegal adoro andare ai concerti e poi trovo che gli artisti rap
sono più stimolati a cambiare il loro paese, sono combattenti. Gli artisti reggae sembrano più