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comune associa lo stile reggae-rasta alla Giamaica, nonostante le sue<br />

vere origini siano da ricercarsi nel Rhythm and Blues nato a New<br />

Orleans. Una musica dunque “giamaicana” che in realtà non è nata in<br />

Giamaica, bensì ha le sue radici negli USA e in Africa.<br />

Il legame con il continente africano non è unicamente quello religioso ma<br />

anche quello politico, sviluppatosi durante il periodo delle lotte per<br />

l'indipendenza. In questo periodo molti artisti reggae impregnarono i loro<br />

testi di messaggi di lotta e di liberazione dei paesi africani<br />

dall'oppressione coloniale. Bob Marley fu il combattente musicale che,<br />

attraverso le sue canzoni, diede forza agli africani di riprendere in mano<br />

le redini dei loro destini, svincolandosi dal proprio pesante passato ed<br />

incamminandosi verso l'unità africana. Questa comunione di lotta rese il<br />

legame tra il reggae e l'Africa unico e speciale. Immortale. E proprio qui,<br />

in terra africana, si formarono alcuni degli artisti reggae oggi più<br />

apprezzati a livello internazionale come Alpha Blondy e Tiken Jah<br />

Fakoly. Come in tutti i paesi africani, anche in Gambia il reggae è<br />

divenuto presto una delle correnti musicali più seguite. Ma qui, più che<br />

altrove, il legame che unisce il paese a questo genere musicale è forte,<br />

denso. Qui tutto è reggae e ovunque si respira reggae. La società<br />

gambiana ne è talmente intrisa che il paese è stato soprannominato,<br />

“Piccola Giamaica”. Per i giovani gambiani il reggae è molto più di un<br />

genere musicale, è il mezzo attraverso cui diffondere il messaggio<br />

rastafari, come abbiamo visto in precedenza, un messaggio di liberazione<br />

da ogni forma di oppressione, verso una società più equa e giusta. La<br />

popolarità di questa musica in Gambia non può stupire. Il Gambia è uno<br />

dei paesi più poveri al mondo e qui le possibilità per i giovani sono<br />

davvero limitate. Nei video e nei testi delle canzoni reggae degli artisti<br />

giamaicani, viene dipinta la durezza di una vita ai margini, il ghetto e la<br />

povertà, una condizione simile a quella gambiana. E l'identificazione con<br />

il modello giamaicano è stata veloce, quasi automatica. A favorire la<br />

diffusione la lingua inglese e i concerti ricorrenti degli artisti giamaicani<br />

che, recandosi spesso in Inghilterra, preferivano esibirsi nelle ex colonie<br />

britanniche che altrove. Gambia compreso. Qui, a differenza del Senegal,<br />

dove a livello culturale fu impedito al reggae di diffondersi, osteggiato<br />

duramente a livello familiare e religioso perché veniva associata alla<br />

musica il consumo di canapa indiana, in Gambia, la mancanza di reti<br />

religiose forti e coese ed essendo le leggi sul consumo di droghe leggere<br />

meno rigide, permisero a questo genere di diffondersi con molta facilità.<br />

Al punto tale che il paese è conosciuto per il rastafarismo diffuso e il<br />

diffuso consumo di canapa indiana. Se il reggae è il vettore che permette<br />

al messaggio rastafari di diffondersi e se il messaggio è anche un grido di<br />

rabbia verso ogni forma di schiavitù e di prigionia, dove più che in<br />

Gambia, paese oppresso dalla dittatura, avrebbe potuto attecchire e<br />

affondare le sue radici?

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